ilTorinese

Sanità, 7 denunciati per frode nelle pubbliche forniture

Guardia di Finanza Torino: per le prestazioni da eseguire nella gestione dell’emergenza sanitaria. Coinvolti dirigenti delle Tsa torinesi Chiabrera-D’Azeglio e San Matteo del gruppo Gheron

La Guardia di Finanza di Torino ha denunciato una frode nelle pubbliche forniture perpetrata durante l’emergenza sanitaria nella prima ondata pandemica, per la quale sono stati denunciati i componenti dell’intero quadro dirigenziale della società che gestisce residenze sanitarie assistenziali (RSA) in tutto il Nord Italia, soprattutto nell’hinterland di Torino e Milano, e i direttori delle due RSA operanti nel capoluogo piemontese.

La notifica della chiusura delle indagini avviene a distanza di pochi giorni dall’archiviazione delle ipotesi di reato di epidemia e omicidio colposo, per le quali risultavano iscritti nel registro degli indagati i medesimi dirigenti in relazione alla gestione delle due RSA di Torino ove si sono verificati oltre cento decessi in tale periodo.

 

L’assenza di qualsiasi tracciamento dei pazienti affetti da Covid-19 ha, di fatto, reso impossibile la dimostrazione, da parte dei periti incaricati dalla Procura della Repubblica di Torino, del nesso causale tra la diffusione dei contagi e le morti degli ospiti delle RSA che, in ipotesi, avevano contratto il Covid-19 in relazione ai trasferimenti avvenuti nelle strutture.

 

Le investigazioni, svolte dal 2° Nucleo Operativo Metropolitano Torino della Guardia di Finanza, coordinate dai Procuratori Aggiunti, Dott.ssa Enrica Gabetta e Dott. Vincenzo Pacileo e dirette dai Pubblici Ministeri Giovanni Caspani e Rossella Salvati, durate un anno, hanno preso il via a seguito degli esposti presentati dai parenti degli anziani ospitati nelle RSA e deceduti nel corso della prima fase della pandemia.

 

I documenti e le dichiarazioni acquisiti nel corso delle indagini avrebbero fatto emergere elementi idonei a ritenere che la società abbia manifestato la disponibilità all’inserimento di pazienti Covid-19 provenienti dagli ospedali pur nella consapevolezza di non poter garantire il rispetto delle linee guida diramate dall’Istituto Superiore della Sanità nonché delle direttive impartite e dei protocolli elaborati dalla sanità piemontese, cui le strutture dovevano attenersi in relazione ai cc.dd. “livelli essenziali di assistenza”.

 

In particolare, dall’audizione dei dipendenti delle RSA e dall’esame della documentazione analizzata risulterebbe che le due strutture non avrebbero rispettato le normative per le prestazioni da eseguire per la fascia assistenziale di “Alto livello incrementato” come parametri standard riferito ai pazienti Covid-19 inseriti nelle RSA, quanto alle forniture/modalità di utilizzo dei D.P.I., alla separazione dei percorsi, alla distinzione tra pazienti Covid-19 positivi e non, alla predisposizione di specifici corsi, alla sanificazione dei locali, allo screening dei pazienti all’ingresso e del personale nonché dei degenti con sintomi compatibili alla malattia e ai tempi di assistenza da destinare ai pazienti.

 

Ferma restando la presunzione di innocenza fino a compiuto accertamento delle responsabilità, la mancata erogazione di dette prestazioni, oltre a integrare il reato di frode nelle pubbliche forniture, avrebbe consentito illeciti risparmi a vantaggio delle RSA.

 

Le investigazioni in rassegna rappresentano testimonianza tangibile del diuturno impegno profuso dalla Guardia di Finanza a tutela dei cittadini durante l’emergenza epidemiologica, ancora in atto, e nella lotta agli illeciti che danneggiano il bilancio dello Stato e della sanità pubblica.

Sara D’Amario, ispirare e non fermarsi

Il punto di vista / Le interviste di Maria La Barbera

L’attrice moncalierese ci parla dei suoi progetti e della voglia di andare avanti, con dedizione e impegno costante, e soprattutto si rivolge alle donne affinché escano dall’ombra.

Fare due chiacchiere con Sara è stato molto piacevole, ho scoperto una donna colta, divertente e generosa. Il suo essere femminile è un misto di dolcezza e di determinazione, di eleganza e tenacia. Diplomata alla Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino, laureata in Lettere con una specializzazione in drammaturgia, da diversi anni tiene laboratori di teatro e public speaking.

Teatro, cinema, televisione, commedie leggere ma anche interpretazioni più impegnative e profonde, Sara D’Amario, attrice nata nella deliziosa Moncalieri, ama mettersi alla prova, affrontare sfide e non fermarsi, il suo percorso artistico è multiforme ed eclettico, frutto di una lunga e costante preparazione.
Scrittrice di successo e doppiatrice, Sara D’Amario ha una lunga e fortunata carriera da attrice con la partecipazione ad importanti produzioni televisive, tra cui I Fratelli Caputo, Il Commissario Nardone e Centovetrine, e spettacoli teatrali come Storie di Donne di Fuoco e di Luce, Madiba – un omaggio a Nelson Mandela – e moltissimi altri.
Mamma felice di una splendida adolescente, Sara oggi è impegnata in diversi lavori e scritture, immersa in una professione che è nel suo Dna, nella sua essenza.

 

Sara come stai vivendo questo momento di allentamento delle attività professionali dovuto alla pandemia?
E’ un momento difficile e complesso per tutti, una esperienza nuova che ci sta mettendo davanti a diverse difficoltà. Molte date degli spettacoli che erano state organizzati sono saltate, questo però non ci ha fermati, se non si poteva andare in scena ci siamo concentrati sulla scrittura cercando di proseguire, di dare seguito alle attività come potevamo. Lo spirito di abnegazione e un profondo amore per il lavoro ha dato vita a nuove creazioni teatrali come: Un Quartetto per la Resistenza, Negli Occhi di Mia Madre e Green Minds, una storia molto interessante e attuale, di una idrologa che nel cercare l’acqua su altri pianeti ci racconta, in modo ironico e con una prospettiva esterna, cosa accade sul nostro pianeta, ci avverte di non credere a tutto ciò che ci viene detto e ci esorta alla salvaguardia della Terra ed a inventare o ricercare nuovi mestieri, green jobs.

Da poco sei andata in scena con Negli Occhi di Mia Madre, ovvero: il Mammone di François-Xavier Frantz. Di cosa si tratta?
E’ una commedia feroce che racconta di un “giocoso carnage familiare” in cui , in maniera paradossale, sconfinano amare verità con esplosioni di verità comiche e scandalose perché inconfessabili. E’ un invito alla riflessione riguardo la famiglia di origine, di come ci condiziona con l’educazione e i modelli che ci impone. Due attrici e un attore ci mostrano cosa succede quando siamo alle prese con il fenomeno della “mammite” attraverso la lente dell’ironia, per arrivare a concedersi, alla fine, una risata liberatoria, probabilmente terapeutica.

 

Quali sono i tuoi progetti per il prossimo futuro?

Il prossimo 11 febbraio sarò al Planetario di Torino con Sfumature di Donne di Scienza, una versione speciale, inedita e unica dello spettacolo, pensato proprio per la cupola, per essere immersi nell’universo, fondendo teatro, scienza e tecnologia. E’ un viaggio nel tempo, un percorso che farà conoscere 20 scienziate eccezionali. Si parte da una domanda: l’intelligenza ha un sesso? La risposta è no. Le donne possono e devono uscire dall’ombra, osare, sentirsi meritevoli, accedere a posizioni professionali di rilievo e fare i mestieri che desiderano inseguendo i propri sogni, sviluppando i propri talenti e superando pregiudizi legati a limiti e consuetudini culturali.
Con semplicità, umorismo ed emozione si raccontano le storie di queste donne geniali perché siano di ispirazione e facciano da modello di genere.
E’ importante continuare sulla strada delle opportunità, stimolare le future generazioni di donne con un messaggio chiaro e cioè che si può ambire professionalmente senza dover rinunciare alla conciliazione con altri ruoli tipicamente femminili.

A Camera quattro mostre in contemporanea

CAMERA + SPAZI INDIPENDENTI + GIOVANI ARTISTI =

4 MOSTRE IN CONTEMPORANEA

presso Almanac Inn, Cripta747, Mucho Mas, Recontemporary

Sono quattro le mostre in contemporanea che CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, insieme a quattro spazi di arte indipendenti di Torino, porta in città in questo mese di febbraiodal 4 febbraio inaugurano lo stesso giorno A Study On Waitressing di Eleonora Agostini da Almanac Inn e Non c’è quiete dopo la tempesta di Matteo De Mayda da CRIPTA747, mentre sono ancora visitabili Lessico Familiare di Silvia Rosi da Recontemporary e Diachronicles di Giulia Parlato da Mucho Mas!.
Le mostre, che fanno parte del progetto di CAMERA “Futures” moves to the city, raccontano gli sguardi fotografici di quattro talentuosi giovani fotografi selezionati per il progetto europeo FUTURES Photography del quale il centro torinese fa parte, come unico membro italiano del board, da quattro anni.
Eleonora Agostini, Matteo de Mayda, Giulia Parlato, Silvia Rosi – insieme a Leonardo Magrelli la cui mostra ha aperto il progetto a fine novembre 2021 negli spazi di Jest  –  sono i fotografi selezionati nel 2021 e coinvolti nelle attività: hanno partecipato a workshop con fotografi riconosciuti a livello internazionale, sono stati coinvolti in numerosi incontri professionali al festival Futures Photography Festival di Amsterdam e ora, grazie alla collaborazione con cinque spazi indipendenti di Torino, espongono le loro opere a Torino da fine novembre 2021 a metà marzo 2022.
Le realtà coinvolte in tale processo di cooperazione e sinergia – Almanac Inn, Cripta747, Jest, Mucho Mas e Recontemporary – sono organizzazioni non-profit attive nella promozione di nuovi talenti e linguaggi del contemporaneo nel panorama artistico nazionale e internazionale. A ognuno di loro, CAMERA ha chiesto di ospitare una mostra personale di Eleonora Agostini, Matteo De Mayda, Leonardo Magrelli, Giulia Parlato e Silvia Rosi, delegando alle singole realtà il rapporto con gli artisti, l’ideazione, lo sviluppo e la produzione dell’esposizione.
Con queste ultime mostre – commenta il coordinatore del progetto Giangavino Pazzola – volge al termine il primo esperimento di collaborazione tra CAMERA e il vibrante tessuto degli spazi indipendenti attivi nella città di Torino. Insieme condividiamo la finalità di promuovere giovani artiste e artisti, accendendo una luce sulle nuove modalità di creazione e sperimentazione che attraversano il panorama  fotografico italiano e internazionale. Uno sforzo di ideazione collettivo che ha originato una sorta di grande mostra diffusa nei vari quartieri della città, da San Salvario ad Aurora, passando per il Centro e Borgo Rossini, luoghi in cui gli spazi indipendenti hanno sede.

Le MOSTRE

Eleonora Agostini da Almanac Inn

Via Reggio 13, 10153, Torino
date: 4 febbraio 2022 – 27 marzo 2022 | INAUGURAZIONE: venerdì 4 febbraio, ore 18.00
A Study On Waitressing è il progetto di Eleonora Agostini, in mostra da Almanac Inn dal 4 febbraio al 4 marzo 2022.L’autrice utilizza la fotografia, il testo e le immagini in movimento come forme di esplorazione sul palco, nel backstage e nella performance. La figura della madre e il suo lavoro di cameriera servono come veicolo per affrontare le preoccupazioni sul visibile e sul nascosto nelle relazioni interpersonali, nonché i ruoli che svolgiamo nella nostra quotidianità.

Matteo De Mayda da CRIPTA747 

Via Catania 15/F, 10153, Torino
date: 4 febbraio 2022 – 28 febbraio 2022 | INAUGURAZIONE: venerdì 4 febbraio, ore 18.00
Non c’è quiete dopo la tempesta di Matteo De Mayda è il progetto esposto da CRIPTA747 dal 4 al 28 febbraio. Una ricerca a lungo termine che intreccia foto d’archivio e di reportage, immagini satellitari e al microscopio, testimonianze individuali e teorie scientifiche, con l’obiettivo di raccontare la storia della tempesta Vaia e delle comunità da essa colpite. Il progetto analizza quanto è accaduto, ne pondera cause, responsabilità̀, conseguenze, prospettive future, sensibilizzando il pubblico sul tema del cambiamento climatico.

In contemporanea:

>da Recontemporary, fino al 4 febbraio, si può visitare Lessico Familiare, la mostra di Silvia Rosi. L’esposizione ripercorre un tema centrale della ricerca artistica della fotografa: l’esercizio della memoria come metodo di trasmissione di tradizioni, la riproduzione di movimenti, per stimolare il ricordo. L’autrice analizza così l’esperienza di migrazione dal Togo all’Italia della sua famiglia, riprendendo in mano le memorie ancestrali delle sue radici.
>da Mucho Mas!, fino al 27 febbraio, si può visitare Diachronicles, la mostra di Giulia Parlato. Diachronicles racconta l’assenza di memoria ed il ruolo centrale che l’archeologia, la fotografia e il museo assumono nella fabbricazione della storia collettiva. Giulia Parlato analizza l’uso storico delle immagini come documento di verità, in particolare nei suoi usi scientifici e forensi, e sfida questo linguaggio, creando un nuovo spazio in cui si svolge una messa in scena. Con un approccio spiccatamente installativo, la mostra rappresenta il mondo articolato e complesso che l’artista crea attraverso le sue immagini.
FUTURES (EPP – European Photography Platform) è una piattaforma di ricerca sulla fotografia contemporanea sostenuta dall’Unione Europea e focalizzata nella mappatura e supporto di autori emergenti oltre i confini nazionali.  FUTURES è cofinanziato dal Programma Europa Creativa dell’Unione Europea.

Anagrafe: dal 5 febbraio aperture straordinarie il sabato mattina

Al via le prenotazioni dei nuovi slot per il rinnovo delle carte d’identità

 

Dal prossimo sabato i cittadini torinesi potranno contare su servizi anagrafici potenziati, grazie all’apertura straordinaria di alcuni sportelli il sabato mattina, per assicurare tempi di gestione delle pratiche e di erogazione dei servizi più rapidi ed efficienti.

Sabato 5 febbraio, con orario 8.30-13.30, si inizierà con l’apertura della sede Centrale di via della Consolata 23 e degli sportelli di tre sedi anagrafiche decentrate: corso Corsica 55 (circoscrizione 8), cascina Giajone in via Guido Reni 102 (circoscrizione 2), via Stradella 192 (circoscrizione 5).

Per il primo sabato saranno in tutto 300 i nuovi slot disponibili per il rinnovo della Carta d’Identità Elettronica, prenotabili sul portale predisposto dal Ministero dell’Interno – www.prenotazionicie.interno.gov.it – a partire dalle ore 20 di questa sera, mercoledì 2 febbraio, ripartiti tra le sedi dell’Anagrafe Centrale e le tre sedi decentrate.

 

Con queste prime aperture prende avvio l’attività della task force operativa predisposta dalla Città di Torino con l’obiettivo di smaltire progressivamente l’arretrato delle carte d’identità, ma anche per garantire tempi più rapidi per le pratiche relative a immigrazioni, cambi di indirizzo, atti di morte e di nascita. Saranno in tutto 160 i dipendenti, sia interni che esterni all’Area Servizi Civici, che a rotazione opereranno a regime su 34 sportelli cittadini aperti in via straordinaria tutti i sabati mattina fino al 19 luglio.

Il calendario di aperture straordinarie verrà comunicato settimanalmente nella giornata del martedì sul sito dell’anagrafe (link www.comune.torino.it/anagrafe/), insieme alla contestuale apertura delle prenotazioni per gli appuntamenti della Carta d’Identità Elettronica nei nuovi slot disponibili.

“Con questo primo passo concreto diamo avvio al nostro piano di azioni per restituire ai cittadini torinesi un servizio adeguato alle loro esigenze – dichiara l’assessore con delega ai Servizi Civici, Francesco Tresso – risolvendo le tante criticità che si sono accumulate negli anni e riportando progressivamente alla normalità tempi di attesa oggi non accettabili.
Il nostro obiettivo è di dimezzare in sei mesi le carte di identità in arretrato, e di tornare nella seconda parte dell’anno ad una buona gestione ordinaria delle anagrafi”.
Conclude l’assessore Tresso: “L’attivazione della task force è infatti solo la prima delle iniziative che saranno messe in campo dalla Città per affrontare il nodo problematico delle anagrafi”.

Caffè Vergnano, 140 anni di storia

Questa è la storia di una famiglia piemontese, delle sue quattro generazioni e delle sue
intuizioni più felici, passate attraverso 140 anni ed una tazzina di caffè come costante che
attraversa il tempo.

La storia di Caffè Vergnano parte nel 1882 da una piccola drogheria voluta e sognata da
Domenico Vergnano dove la passione per la miscela si fa ben presto culto e – soprattutto –
impresa. Un luogo in cui si sprigionano profumi, si raccontano leggende, si parla di bellezza,
si instaurano rapporti umani duraturi e sinceri, si sogna molto e si lavora tanto.

L’intuito vede sempre prima degli occhi e certamente è stato così anche nel 1930, quando
Enrico Vergnano, figlio di Domenico, decide di acquisire la prima fattoria produttrice di caffè
in Kenya andando a segnare una svolta rilevante per l’impresa di famiglia.

Nel 1970, a quasi cento anni di distanza, Carlo e Franco (nipoti di Domenico) che in quella
stessa drogheria hanno vissuto momenti felici da bambini, prendono le redini dell’azienda
portando Caffè Vergnano verso gli albori di una nuova era.

Il 1986, l’acquisizione di Casa del Caffè a Torino, segna il consolidamento imprenditoriale
nel mondo dell’Horeca. Si arriva così al 1996 quando i confini di Caffè Vergnano si allargano
verso il mercato estero attraverso un processo di internazionalizzazione e sviluppo che
permetterà al brand di affermarsi in 90 paesi.

Nel corso degli anni, Caffè Vergnano ha fatto della cultura del caffè una filosofia di vita,
grazie al suo know-how di eccellenza e qualità, differenziandosi in questo modo dalle
politiche commerciali dei maggiori competitor.

È proprio con l’entrata nel business della quarta generazione composta da Carolina, Enrico
e Pietro Vergnano che la voglia di mantenere e consolidare i valori familiari in ottica di
sviluppo, soprattutto affermandosi in mercati emergenti e in forte crescita, diventa centrale
per il successo dell’azienda che si avvia, oggi, verso un anniversario importante.

Parole come sostenibilità ambientale e sociale sono da sempre la cifra distintiva di Caffè
Vergnano e si traducono in tutte le azioni quotidiane, grandi e piccole, intraprese dal brand:
dalle capsule compostabili compatibili, ai processi di riciclo e di riduzione degli sprechi oltre
al recupero dei rifiuti.

In ambito etico, Women in Coffee è sicuramente il progetto che meglio racconta l’impegno
di Caffè Vergnano. Nato nel 2018 per sostenere piccole realtà di donne coltivatrici di caffè,
il progetto è in continua evoluzione ed ambisce a supportare iniziative concrete che parlano
di empowerment, inclusione e rispetto al femminile.

Altro valore chiave del brand è la cultura, intesa come processo di crescita e miglioramento
continuo. Per questo è nata l’Accademia Vergnano, istituita nell’antica casa di famiglia a
Chieri, dove vengono organizzati corsi teorici e pratici per i baristi che vogliono imparare
tutti i segreti del mondo del caffè e approfondire le loro competenze.

Con il 2021, arriva la partnership strategica con Coca-Cola HBC per la distribuzione esclusiva
dei prodotti di Caffè Vergnano nei territori di Coca-Cola HBC, con l’esclusione dell’Italia.
L’accordo rappresenta un’importante opportunità di crescita internazionale e di sviluppo del
business export attraverso un rafforzamento della propria presenza, oltre i confini italiani.
Giunto oggi ai suoi primi 140 anni, Caffè Vergnano continua ad affrontare nuove sfide che
lo porteranno a scrivere nuovi capitoli di un libro che racconterà molto di questa famiglia,
della sua passione per il caffè e dei suoi grandi sogni.

Il 2021, nonostante le difficoltà affrontate, si è chiuso con un fatturato totale di 92mil di
euro, andando quasi a pareggiare il 2019. Nel dettaglio l’export ha chiuso a 22,4mil di euro,
il retail a 37,6mil, il comparto Horeca a 29,4mil e il vending a 2,6mil di euro.
Un risultato ambizioso in un contesto ancora delicato ed incerto.

Il nuovo anno sarà un intero anno di celebrazioni, eventi, sorprese e regali per i nostri
consumatori. Ci sarà una limited edition di prodotti iconici dell’azienda che per l’occasione
si vestiranno d’oro, oltre ad una reinterpretazione del coccio in terracotta toscana, storico
regalo di Natale.

Caffè Vergnano compirà inoltre un viaggio lungo l’Italia durante il quale porterà il vero
espresso italiano vicino ad amici, partner e consumatori.

“Siamo “vecchi” ma non ci siamo mai sentiti più giovani. Abbiamo tante idee, energia
positiva, ottimi partner ad affiancarci, ma soprattutto tanti amici che ogni giorno dimostrano
amore per la nostra famiglia ed il nostro marchio. Sarà un anno da celebrare e ricordare
perché tante cose succederanno e tutte saranno ispirate dai valori in cui da 140 anni
crediamo, da quei sentimenti che arricchiscono i nostri sogni e li fanno diventare realtà. Il
nostro sguardo è e sarà sempre rivolto al futuro perché il domani è ancora tutto da costruire
assieme.” Carolina Vergnano – CEO di Caffè Vergnano

Caffè Vergnano
Caffè Vergnano è la più antica torrefazione italiana a livello nazionale. Fondata nel 1882 e ancora
oggi guidata dalla famiglia, da 140 anni racconta il rito dell’autentico espresso italiano portando in
una tazzina profumi e aromi di tutto il mondo. Il segreto delle miscele è la tostatura, lenta e
tradizionale che valorizza ogni singola origine, nel rispetto della materia prima.
Le miscele Caffè Vergnano si trovano nella grande distribuzione, nei migliori bar e negli oltre 179
Caffè Vergnano 1882, la catena di caffetterie all’italiana presente in tutto il mondo.

Caselle, ripartono i charter della neve: oltre 50 mila sciatori nelle prime 9 settimane

Il settore in ripresa grazie a nuovi collegamenti e all’allentamento delle restrizioni ai viaggi

Entra nel vivo la stagione invernale 2021/2022 dell’Aeroporto di Torino, grazie al ritorno dei voli dedicati agli sciatori dal Nord ed Est Europa.

Nelle prime nove settimane di operatività dei voli dedicati al target neve l’Aeroporto di Torino ha già movimentato circa 56mila sciatori stranieri.

Il settore si riavvia all’insegna di nuove ski-route e nuove compagnie aeree che si aggiungono a quelle già tradizionalmente operanti sull’Aeroporto di Torino.

Con la stagione invernale 2021/2022 hanno infatti preso il via cinque nuove ski-route servite da Ryanair: Birmingham, Bristol, Edimburgo, Londra Luton e Shannon. Vi si aggiunge il rafforzamento su Dublino, servita anch’essa da Ryanair, che passa da 1 a ben 3 frequenze a settimana. Si noti inoltre che le rotte per Dublino ed Edimburgo verranno operate anche nella stagione estiva 2022.

Si riconfermano, tra le rotte di linea, Varsavia, in Polonia, di Wizz Air; Birmingham, Edimburgo e Manchester nel Regno Unito, servite da Jet2.com; Bristol, Londra Gatwick, Londra Luton e Manchester operate da easyJet.

Sul fronte charter, le mete collegate sono Birmingham, Bristol, Glasgow, Londra Gatwick, Manchester e Newcastle, in Gran Bretagna; Gotheborg, Malmo e Stoccolma, in Svezia; Copenhagen, in Danimarca; Dublino, in Irlanda; Helsinki, in Finlandia; Varsavia, in Polonia.

Si confermano dunque in tenuta i mercati principali di riferimento del segmento neve di Torino Airport, ovvero Gran Bretagna (dalla quale proviene il 74% degli sciatori), Irlanda (14%); Scandinavia (10%, tra Danimarca, Finlandia e Svezia) e Polonia (2%), grazie anche al fatto che alcuni Paesi hanno allentato le restrizioni, consentendo dunque una più rapida ripresa del traffico legato al turismo dello sci.

Venendo alle destinazioni montane per chi sceglie un viaggio organizzato, si diversificano a seconda dei Paesi di provenienza: se i Britannici prediligono Sauze d’Oulx, Cervinia e Sestrières, seguite da Bardonecchia, Clavière, La Thuile e Pila, gli Scandinavi optano per Cervinia, Sauze d’Oulx, Champoluc e Courmayeur. Inoltre, una quota interessante di passeggeri si dirige oltralpe verso le più vicine destinazioni sciistiche francesi.

Dopo due stagioni di temporanea sospensione dovuta al dilagare della pandemia da Covid-19, il traffico della neve a Torino Airport riparte con cifre incoraggianti.

Andrea Andorno, Amministratore Delegato di Torino Airport, ha dichiarato: “Siamo molto felici che le Alpi del Nord Ovest confermino tutto il loro appeal turistico e auspichiamo che si definiscano con rapidità regole chiare e comuni, che permettano di viaggiare facilmente tra un paese e l’altro, così come esortato ieri anche da ACI Europe, l’associazione europea degli aeroporti di cui Torino Airport è membro, e IATA, l’associazione internazionale del trasporto aereo”.

Ucraina: i radicali in piazza contro l'”aggressione putiniana”

Riceviamo e pubblichiamo

Giovedì 3 febbraio alle 12.00 in via Roma 366, di fronte al Consolato onorario dell’Ucraina di Torino, Radicali Italiani con l’Associazione radicale Adelaide Aglietta e l’Associazione cristiana degli ucraini in Italia, lancia il presidio “Ucraina, frontiera d’Europa, frontiera di libertà”.

L’obiettivo della manifestazione, che si svolgerà in numerose altre città italiane, è quello di difendere l’Ucraina e l’Europa dall’aggressione di Vladimir Putin. Dopo le interferenze nelle tornate elettorali, le ingerenze nelle politiche nazionali, il continuo ricatto energetico attuato da Gazprom, le sistematiche azioni di disinformazione, la pianificata destabilizzazione delle fragili democrazie europee, Putin fa un salto di qualità. Oltre 100.000 soldati schierati alla frontiera ucraina se non sono il preludio di un’invasione sono certamente una minaccia e un ricatto intollerabile per le nostre democrazie, per i nostri diritti, per le nostre libertà. Oggi l’Ucraina rappresenta la frontiera dell’Europa, un baluardo della nostra capacità di reagire uniti. Per questo chiediamo l’ingresso dell’Ucraina nella UE e una politica estera e di difesa europee comuni.
Per un’Europa unita, libera dai ricatti russi e una Russia libera dal despota Putin.
Al presidio sarà presente, tra gli altri, il console onorario di Ucraina Dario Arrigotti. Hanno annunciato la loro presenza esponenti della comunità ucraina torinese oltre a: Igor Boni, presidente nazionale di Radicali Italiani, i coordinatori dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta Patrizia De Grazia e Daniele Degiorgis, i consiglieri comunali Silvio Viale (Lista Civica per Torino) e Angelo Catanzaro (PD), Marco Cavaletto, Coordinatore del Gruppo +Europa Torino e Silvja Manzi della Direzione nazionale di +Europa.
L’invito a partecipare è rivolto a tutti i cittadini, a tutte le associazioni e a tutte le forze politiche.

Ciriè, interruzioni gravidanza. Costanzo: “Passo in avanti”

“Apprendo con soddisfazione la notizia che partire dal 15 febbraio l’ospedale di Ciriè organizzerà la presa in carico delle donne che richiedono l’interruzione volontaria di gravidanza.

Fino ad ora infatti l’ospedale  vantava il triste primato, condiviso con altre 15  strutture in Italia, di avere una percentuale di obiettori del 100 per cento. Si è dunque deciso di dare seguito alle mie sollecitazioni anche a mezzo stampa e credo che sia un passo importante per una realtà che, dal punto di vista ospedaliero, già si distingueva come una vera e propria eccellenza del territorio, per l’ottima qualità dei servizi e per la professionalità dei sanitari”. Così in una nota la deputata Jessica Costanzo (Alternativa).

Magliano: “Il ‘battesimo’ di Achille Lauro non è arte ma banale volgarità”

Una “provocazione” che tutti stavano aspettando, una “provocazione” del tutto priva di originalità, non è più “una provocazione”: è solo un’offesa. Un “gesto dissacrante” a rischio zero, che anzi guadagna a chi lo compie applausi e fama, non è più “un gesto dissacrante”: è solo un gesto blasfemo. Un “servizio pubblico” che non solo consente, ma promuove certe performance è l’opposto di un buon servizio pubblico.

Le nuove intemerate sanremesi di Achille Lauro non ci sorprendono più: ci offendono e ci annoiano soltanto. Ci chiediamo che cosa pensino, sul tema, i vertici della RAI e ci dispiace che il Direttore Artistico, che si definisce cattolico, si dica “non turbato” da questa vicenda

Siamo tutti pronti a indignarci quando in TV non si trattano con parole e toni più che rispettosi e adeguati certi temi sensibili: bene, vorrei vedere le stesse nette prese di posizione quando si offendono una Fede e duemila anni di tradizione e cultura, due millenni di sensibilità religiosa.

Lo scorso anno, di questi tempi, ci chiedevamo, ironicamente, se la Direzione Rai avesse intenzione di replicare anche in questo 2022 le prestazioni dello stesso Achille Lauro, cosa che si è puntualmente verificata. Non era una previsione difficile.  Sarei curioso di vedere i contratti che hanno remunerato, coi soldi del canone, questi “artisti”.

Con gli italiani che fanno i conti quotidianamente con una pandemia ancora terribile e con una tremenda crisi economica, certi spettacoli risultano ancora più indecenti. Chiamare “espressione artistica” la blasfema parodia del Battesimo messa in scena da Achille Lauro è semplicemente impossibile: siamo di fronte a una banale, semplice e offensiva volgarità.

Silvio Magliano

Consigliere regionale del Piemonte

Confagricoltura sulla Psa: prioritario contenere l’area infetta

Al webinar organizzato da Confagricoltura con l’assessore Icardi i dirigenti della Sanità Veterinaria regionale annunciano che nelle prossime settimane l’Unione Europea ispezionerà il Piemonte per verificare la gestione dell’emergenza. Gli allevatori chiedono di creare il vuoto sanitario e di avviare al più presto l’abbattimento dei cinghiali

 

Piena collaborazione degli agricoltori per mantenere l’emergenza sanitaria all’interno della zona infetta, rafforzando tutte le iniziative di biosicurezza degli allevamenti per uscire al più presto dall’emergenza sanitaria: sono queste le gli impegni che si è assunta Confagricoltura Piemonte nel webinar con l’assessore regionale alla sanità Luigi Icardi, il direttore dei servizi veterinari della Regione Bartolomeo Griglio e il commissario per l’emergenza peste suina in provincia di Alessandria Giorgio Sapino.

Nell’incontro online che si è svolto ieri (1 febbraio) il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia – intervenuto all’incontro con il presidente nazionale degli allevatori di suini di Confagricoltura Rudy Milani, il direttore regionale dell’organizzazione Ercole Zuccaro e i direttori di Alessandria Cristina Bagnasco, di Asti Mariagrazia Baravalle e di Cuneo Roberto Abellonio –  ha sottolineato la ferma volontà degli allevatori di adottare “tutte le azioni necessarie per assicurare la piena ripresa delle attività produttive, che nel nostro Paese rappresentano un volume di 100.000 suini macellati alla settimana. Un patrimonio basilare per l’ economia agricola regionale – ha aggiunto Allasia –  che conta su oltre 1.300.000 suini, allevati prevalentemente in provincia di Cuneo”.

Attualmente – ricorda Confagricoltura – ci sono 8.000 suini nell’area infetta, individuata in 78 comuni della provincia di Alessandria, che complessivamente conta su 29.000 capi allevati; altri 190.000 suini sono presenti nelle stalle in provincia di Torino e 931.000 in provincia di Cuneo, dei quali 500.000 nel raggio di 15 chilometri da Fossano.

I numeri degli allevamenti cuneesi  – hanno sottolineato gli allevatori di Confagricoltura che hanno partecipato al webinar – fanno sì che sia indispensabile evitare che l’epidemia si estenda; per questo è necessario procedere al più presto, seppur a malincuore, all’abbattimento forzoso di tutti i suini allevati nell’area infetta in provincia di Alessandria.

“D’intesa con la Regione Piemonte – ha dichiarato Allasia – chiederemo al governo di poter utilizzare i fondi stanziati sul decreto Sostegni-Ter, che ammontano complessivamente a 50 milioni di euro per il comparto suinicolo, per ristorare gli allevatori dalla perdita di reddito e per creare al più presto un vuoto sanitario che ci preservi dalla diffusione dell’epidemia. Contemporaneamente siamo tornati da sollecitare alla Regione – ha rimarcato il presidente di Confagricoltura Piemonte – la definizione di un piano di depopolamento dei cinghiali, che dovrà essere avviato al più presto, non appena conclusa l’azione di monitoraggio, per ripristinare un equilibrio ambientale adeguato, anche per quanto riguarda la tutela della biodiversità”.

Nelle prossime settimane – hanno annunciato i dirigenti della Sanità regionale che sono intervenuti al webinar organizzato Confagricoltura – il Piemonte riceverà la visita dei funzionari dell’Unione Europea che dovranno verificare la gestione dell’emergenza peste suina. Concluso il monitoraggio si tratterà di recintare l’aria infetta, operazione in parte agevolata dalle barriere già esistenti costituite dalle recinzioni autostradali, per circoscrivere fisicamente la zona infetta e poter procedere con l’abbattimento dei cinghiali dentro e fuori l’area interessata.