ilTorinese

Auto si ribalta, feriti in ospedale

Ieri una squadra dei Vigili del Fuoco del distaccamento volontario di Santhià è intervenuta nel comune di Ivrea in via Burolo 18 per un incidente stradale. I due conducenti sono stati trasportati in ospedale ad Ivrea entrambi in codice giallo. Sul posto anche  la polizia locale.

A Ivrea capitale del libro… aspettando il castello

A Ivrea per rendere omaggio alla città diventata capitale italiana del libro ma anche per ammirare le bellezze artistiche e storiche della cittadina.
Per esempio il castello che domina la città e che il famoso Arduino, marchese di Ivrea e poi re d’Italia mille anni fa, non ha avuto la fortuna di vedere. È diventato il simbolo di Ivrea dalla seconda metà del Trecento e da sette secoli dall’alto del borgo sovrasta la città e controlla la strada che porta verso la Valle d’Aosta.
Fu fatto costruire dal Conte Verde, Amedeo VI di Savoia, che lo volle fortemente a fianco del palazzo del vescovo e del palazzo comunale ma non fece in tempo a vederlo ultimato perché morì alcuni anni prima della fine dei lavori. Edificato come fortificazione difensiva, interamente in mattoni, si presentava con quattro torri circolari. È infatti il castello “dalle rosse torri”, come l’ha chiamato il Carducci, che tanta storia ha visto scorrere dai suoi torrioni. Purtroppo anche noi non possiamo vederlo in quanto è chiuso al pubblico per lavori di manutenzione. Da alcuni anni è il Comune ad occuparsi del maniero che è attualmente al centro di un grande restauro conservativo nell’ambito di un programma di valorizzazione dei principali beni culturali eporediesi. Leggendo qua e là nella storia locale possiamo però immaginare ciò che accadeva dentro le mura e scoprire che nei saloni del castello, nei secoli passati, si parlava di arte e di letteratura, si invitavano scrittori, sapienti e pittori, si animava la vita di corte con balli, feste e banchetti tra cantori e giocolieri al suono di musiche medioevali. Occasioni di svago per passare il tempo libero lontani dalle guerre o dagli intrighi della politica. È quanto accadeva a metà del Quattrocento con la duchessa Jolanda di Valois, sorella del re di Francia Luigi XI, che, da vera padrona di casa, trasformò il castello di Ivrea in una elegante e accogliente dimora insieme a suo marito, il duca Amedeo IX di Savoia. Sotto l’attenta direzione di Jolanda, donna colta ed energica, il castello di Ivrea fu ristrutturato e abbellito e divenne uno dei luoghi più importanti e prestigiosi del ducato. Di quell’epoca cavalleresca e cortese resta però solo una traccia in una elegante bifora ad archi sormontata dagli stemmi dei Savoia. Innamorata di Ivrea e del territorio circostante Jolanda vi trascorse lunghi periodi. Morì nel castello di Moncrivello e la salma riposa in una cappella del duomo di Vercelli accanto al marito. Toccherà poi a un’altra donna occuparsi a lungo del castello: Beatrice del Portogallo, moglie del duca sabaudo Carlo II e sorella dell’imperatrice Isabella, moglie di Carlo V. Nomi illustri, grandi personaggi, grande storia a Ivrea.
E proprio tra le mura del castello Carlo II e Beatrice organizzeranno una grande festa per la nascita del figlio. La decadenza del castello si avvicinava. Con il trasferimento della capitale da Chambéry a Torino nel 1563 e con la guerra tra francesi e spagnoli nel canavese tra Cinquecento e Seicento Ivrea perse quel ruolo di centralità che aveva acquisito per il ducato nei secoli precedenti. Di conseguenza venne meno anche l’importanza del castello che dovette fare i conti anche con la sorte avversa. Nel 1676 un fulmine colpì la torre di nord-ovest provocando l’esplosione di un deposito di munizioni, la morte di una cinquantina di persone e il crollo della stessa torre che non fu più ricostruita. Rimase mozza con una copertura conica come si presenta oggi. Il castello venne in seguito adibito a carcere subendo radicali trasformazioni. I saloni e le stanze diventarono celle, gli affreschi scomparvero e gli arredi originali sparirono. Restò prigione per oltre due secoli, nel 1970 fu chiuso e nel 2017 lo Stato lo ha trasferito in proprietà al Comune.                        Filippo Re

Un omaggio alle figure femminili che abitarono o soggiornarono alla Palazzina di Caccia di Stupinigi

“Le Signore della Corte”

Domenica 6 marzo, ore 15,45

L’ultima ad abitarci fu la regina Margherita. Moglie di re Umberto I e prima regina consorte d’Italia, per Margherita di Savoia (Torino, 1851 – Bordighera 1926) le sale barocche della “Palazzina di Caccia” di Stupinigi, progettate dallo Juvarra e già in anni precedenti testimoni dei fasti napoleonici, divennero (dal 1909 al 1919) l’amata residenza delle calde estati fuori porta  da alternarsi alle primavere e ai freddi inverni trascorsi a Bordighera nella Villa Bischoffsheim, in seguito chiamata Villa Etelinda e da lei acquistata nel 1914. Donna dall’enorme popolarità, (“una veria e seria professionista del trono” – scriveva di lei Indro Montanelli – tanto da convincere gli italiani “che anche se non avessero avuto un gran Re, avrebbero avuto una grande Regina”), Margherita riempì la residenza di Stupinigi di un’ enorme quantità di mobili e arredi di stili diversi e la Palazzina vide un grande via vai di parenti, nobili e ospiti blasonati, invitati a balli e a feste da favola, e che arrivavano d’ogni dove a bordo delle prime “carrozze a motore”.

Fu lei, indubbiamente, a lasciare il maggiore imprinting, materiale e culturale, sulla Palazzina di Stupinigi, dal 1514 proprietà dell’“Ordine Mauriziano”, eretta  per i Savoia fra il 1729 ed il 1733 e dal 1997 “Patrimonio dell’Umanità Unesco”. Ma moltissime furono le figure femminili che, oltre alla regina Margherita, in qualche modo e sotto varie vesti e in tempi diversi, ebbero a che fare con la Palazzina: principesse, regine, dame di corte, istitutrici, femmes de chambre, inservienti. A tutte loro, di cui restano memorie storiche e artistiche di indubbio valore, in occasione della “Festa della Donna”, la “Palazzina di Caccia” intende rendere un omaggio particolare, domenica 6 marzo ( a partire dalle ore 15,45) con una visita guidata titolata “Le Signore della Corte”. L’iniziativa “vuole essere – dicono gli organizzatori – un  viaggio nel ruolo delle donne nella società dal XVII al XX secolo, letto attraverso le personalità che sono state protagoniste della vita di corte”. La Palazzina ha ospitato, fra l’altro, il matrimonio di Maria Teresa, figlia di Vittorio Amedeo III, con il conte Carlo d’Artois (poi Re Carlo X di Francia), e di Maria Carola nel 1781 con il principe Antonio Clemente, diventato Re di Sassoia, ma anche quello di Vittorio Emanuele II con Maria Adelaide di Lorena nel 1842 e di Amedeo di Savoia con la principessa Maria Vittoria dal Pozzo della Cisterna nel 1867. Donne, future mogli e amanti di Casa Savoia hanno inoltre soggiornato nelle sue stanze, come Anne Marie Borbone-Orleans, descritta come una delle donne più amabili e virtuose del suo tempo, o Paolina Bonaparte, sorella di Napoleone, donna di documentata bellezza e fascino, irrequieta, amante dello sfarzo e della vita di corte che soggiornò a Stupinigi con il marito Camillo Borghese e Giuseppina di Beauhamais, prima moglie dell’imperatore Napoleone. Fino ad arrivare, come s’è detto, all’ultima e più prestigiosa abitante della Palazzina, la Regina Margherita. Volitiva, decisa ma affabile. Ineguaglibile e di enorme fascino popolare (a lei fu dedicata addirittura la “pizza Margherita” e l’ode carducciana “Alla Regina d’Italia”), anche negli anni successivi all’assassinio del marito (Monza, 1900), quando diventò “regina madre”.

Per info: “Palazzina di Caccia”, piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (Torino); prenotazione obbligatoria per la visita guidata al numero 011/6200634

g.m.

Nelle foto:

–         “Signore della Corte”

–         Martin van Meytens: “Polissena Cristina d’Assia con i figli Vittorio Amedeo III e Eleonora di Savoia”

Università, Udu denuncia aumenti tasse dal 2010 +68% al nord

‘Peso quote premiali sino a 1/4. Sistema insostenibile, Mur ascolti’

Milano – “L’incremento della tassazione universitaria dal 2010 a oggi ha davvero dell’assurdo: per quanto riguarda il nord si assesta al 68%, con punte, sul territorio nazionale, del 140%”. Questo sarebbe stato causato non solo dal taglio di 1 miliardo del fondo del finanziamento ordinario (con la riforma Gelmini), che ha reso la contribuzione studentesca una parte fondante e sempre più insostituibile dei bilanci degli atenei, ma anche dalla composizione stessa del finanziamento, alla luce del peso crescente delle cosiddette quote premiali, che sono passate dal 7% a un quarto del finanziamento totale. Circostanza che “determina poi disuguaglianze tra atenei e territori”.
E’ la denuncia di Giovanni Sotgiu, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari, intervenuto oggi a Milano per presentare i dati di una ricerca sulla tassazione universitaria.
Le misure prese sinora, specie sull’estensione della no tax area, incalza, sarebbero tanto “timide e insufficienti” da finire per penalizzare soprattutto studenti fuori corso, “su cui spessoci sono rincari”, e persone di fascia media, “con importi davvero alti”.
“Speravamo che il Pnrr potesse essere occasione di discussione per una riforma della tassazione ma questo confronto- conclude- non c’è stato”. Detto questo “andremo avanti” sulla strada della gratuità del sistema universitario.
Agenzia DIRE

Cambio frequenze tv: la preoccupazione di Uncem

“I Comuni sono molto preoccupati perché con il cambio delle frequenze televisive, per il passaggio al nuovo standard del digitale terrestre, molti residenti e proprietari di seconde case nei Comuni montani non vedranno più la TV. Già vedono niente oggi. Eppure pagano la tassa di possesso sul televisore. Che rimane senza segnale. Una situazione grave, che ha visto Uncem agire negli ultimi sei mesi chiedendo al Ministero dello Sviluppo economico dei chiarimenti. E interventi. In primis per i Comuni, le Comunità montane, le Unioni montane di Comuni proprietari di impianti di trasmissione. Molti non sanno, e anche al Mise non è chiarissimo, che senza Enti locali la tv in montagna non si sarebbe finora vista. Da trent’anni, i nostri impianti sono decisivi. Spegnerli fa piacere a molto. Sia Rai, sia Mediaset, sia le tv locali cambieranno frequenza. E questo si somma al problema per gli Enti locali e i nostri tralicci. Perché ora, adeguare da parte nostra gli impianti, ha costi rilevanti. Il Mise, in una serie di incontri con Uncem, ha detto di non avere risorse disponibili. E che i cittadini possono passare alla tecnologia TivuSat. Nulla in contrario, niente di ideologico. Peccato però che abbia un costo, installare parabole e dotarsi di decoder. E serve un fondo ad hoc, se si vuole seguire questa strada. Uncem ha fato al Mise, alla dott.sa Eva Spina e alla Sottosegretaria Ascani, una serie di proposte operative per uscire dal problema. Non servono molti soldi. Probabilmente bastano 5 milioni di euro a livello nazionale. Ma dobbiamo evitare che Enti montani e cittadini si sentano nuovamente presi in giro e beffati. Mise faccia in fretta a definire una strategia”.

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

Guerra e caro bollette, cresce il pessimismo del terziario: si prevede un calo dei ricavi

A causa dell’ impennata delle bollette e dell’incertezza della guerra in Ucraina le imprese del terziario della provincia di Torino si attendono una riduzione di ricavi del 13%.

L’indice di fiducia sulle previsioni 2022 scende dal 41% al 17%. Io quadro emerge dall’indagine congiunturale effettuata da Format Research per Ascom di Torino e Provincia. Sono state intervistate  400 delle 800 imprese già sentite in pima battuta. Il 37% delle aziende  che avevano programmato investimenti ha rinunciato e molte di queste lamentano difficoltà nell’accesso al credito bancario. “Soffrono tutti i settori – dice la presidente Ascom Maria Luisa Coppa – ad incominciare da trasporti e logistica, con una previsione di -30% di ricavi, il turismo con -20%, poi commercio no food -19%, e anche commercio food -11%. Servono interventi emergenziali”.

Costanzo: No Green Pass rifugiati ucraini

“SILERI AMMETTE MENZOGNA, GREEN PASS DA ELIMINARE SUBITO PER TUTTI”
“In due anni di pandemia i cittadini hanno compreso bene una cosa: come e chi viene colpito dal Covid 19 lo stabilisce il sottosegretario Sileri. Assieme ai membri del governo di cui fa parte ha sostenuto per tanti mesi la frottola che il green pass in tutte le sue versioni fosse lo strumento garante della salute degli italiani: lo scudo contro il contagio e il dilagare del Sars Cov2. Ora la balla sulla  potenza della carta verde decade anche per Sileri che pensa, giustamente di non imporlo alle migliaia di cittadini ucraini che stanno arrivando nel nostro Paese per sfuggire alla guerra. Per una volta sono d’accordo con lui, perché il green pass è una inutile buffonata e va eliminato subito per tutti, non solo per i profughi ucraini. Questa gente va accolta e abbracciata e non bisogna pensare a imporre assurde restrizioni che non possono e non devono restare in piedi nemmeno a carico dei cittadini italiani”. Lo afferma  la deputata torinese Jessica Costanzo di Alternativa.

“Orme in viaggio” con Pinocchio riporta il teatro a Volpiano


Domenica 6 marzo il saggio del laboratorio, giunto alla 21esima messa in scena

Domenica 6 marzo alle 21, nella sala polivalente di Volpiano (via Trieste 1), il laboratorio di teatro «Orme in viaggio» presenta «Pinocchio»; informazioni e prenotazioni alla biblioteca comunale di Volpiano (telefono 011.9882344, e-mail biblioteca@comune.volpiano.to.it).

Si tratta del ventunesimo saggio proposto dal laboratorio gestito dall’associazione culturale Crab e diretto da Pierpaolo Congiu e Antonio Villella. «Abbiamo lavorato – sottolineano gli organizzatori – con i giovani allievi di “Orme in viaggio “ ad una messa in scena allegra, colorata, divertente, che  rispecchiasse il loro stato d’animo e la enorme voglia di tornare a far teatro, di stare insieme, dopo questi due  difficilissimi anni».

«Orme in viaggio» è rivolto ai ragazzi delle scuole secondarie di primo e secondo grado e propone lezioni su recitazione, dizione ed espressione corporea, tenute da attori professionisti.

Nazionale Italiana  delle Polizie Locali e il Fenera Chieri ’76, la sfida

Alle ore 20.30 di Lunedì 7 marzo, presso il Palazzetto dello sport di viale Bistolfi 10, intitolato a Gianni Asti, si disputerà l’incontro amichevole di pallavolo maschile che vedrà opposte la Nazionale Italiana  delle Polizie Locali e il Fenera Chieri ’76.

Elemento comune tra le due squadre e protagonista assoluto della serata sarà Marco Simonetti, palleggiatore del Fenera Chieri ’76 che, essendo un agente della Polizia Municipale di Torino, vestirà anche la maglia della selezione azzurra delle Polizia Locali.

Simonetti disputerà la prima parte dell’amichevole con la maglia della Nazionale, per poi concludere il match insieme ai compagni biancoblù con i quali, in questa stagione, sta disputando il campionato di serie B.

Tra i giocatori della squadra azzurra figura anche Giovanni Guerzio, anch’egli in forza alla Polizia Municipale di Torino presso il Comando Territoriale VIII.

L’incontro amichevole della Nazionale Italiana sarà un importante test in vista dell’ XI° edizione del Campionato Europeo di pallavolo dell’USPE (Unione Sportiva Polizie Europee) che si disputerà proprio a Torino alla fine del mese di Settembre.

L’organizzazione della manifestazione, che porterà in Città le rappresentative di 8 nazioni che si affronteranno in due gironi da quattro squadre con semifinali ad incrocio, è stata affidata al Gruppo Sportivo della Polizia Municipale di Torino che ha già messo in moto la macchina organizzativa per l’evento.

Misure antismog, prosegue il “livello bianco”

Secondo i dati previsionali forniti  da Arpa Piemonte fino a lunedì 7 marzo compreso, prossimo giorni di controllo, rimarranno in vigore le sole misure permanenti di limitazione del traffico previste dal semaforo antismog.

L’elenco completo delle misure, delle esenzioni e dei percorsi stradali esclusi dai blocchi sono disponibili alla pagina emergenza ambientale