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ilTorinese

Torino Allianz Stadium: Juventus-Villarreal

16 marzo ore 21

Gara di ritorno
Ottavi di finale Champions League
andata 1-1

Juve in gran forma ed in piena corsa vincente in tutte e 3 le competizioni in cui è impegnata:campionato, coppa Italia e Champions League.I bianconeri di Max Allegri scenderanno in campo con il 4-4-2 per cercare di andare avanti in Champions League, ed eliminare il Villarreal nella gara di ritorno degli ottavi di finale del torneo:rientra Chiellini  al centro della difesa con De Ligt, mentre, in attacco,ci sarà dal primo minuto Dusan Vlahovic. A far coppia con il bomber serbo sarà Alvaro Morata, visto in ottima forma contro la Samp nell’ultima giornata di campionato disputata.Da questa stagione ricordiamo che in caso di risultato di parità i gol fuori casa non valgono più doppio,quindi avanti con i 2 tempi supplementari e se permane il risultato di parità 5 rigori a testa,ad oltranza in caso di ulteriore parità.Questa la formazione della Juve contro il Villarreal:

Juventus (4-4-2): Szczesny, Danilo, Chiellini, De Ligt, Pellegrini, Cuadrado, Locatelli, Arthur, Rabiot, Morata, Vlahovic. Allenatore: Allegri.

Enzo Grassano

Il bollettino Covid di martedì 15 marzo

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 3.206 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19, pari al 9,5% di 33.851 tamponi eseguiti, di cui 28.827 antigenici.

Il totale dei casi positivi diventa 1.010.702, così suddivisi su base provinciale: 84.754 Alessandria, 46.375 Asti, 38.997 Biella, 133.783 Cuneo, 76.352 Novara, 537.170 Torino, 36.005 Vercelli, 36.533 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 5.001 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 15.732 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 23 (-4 rispetto a ieri)

I ricoverati non in terapia intensiva sono 615 (-6 rispetto a ieri)

Le persone in isolamento domiciliare sono 43.735

I tamponi diagnostici finora processati sono 16.058.390 (+ 33.851 rispetto a ieri).

I DECESSI DIVENTANO 13.134

Sono 7, 1 di oggi, i decessi di persone con diagnosi di Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti).

Il totale diventa quindi 13.134 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.763 Alessandria, 786 Asti, 500 Biella, 1.597 Cuneo, 1.055 Novara, 6.268 Torino, 606 Vercelli, 424 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 135 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

953.195 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 953.195 (+2.309 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 79.388 Alessandria, 44.117 Asti, 37.252 Biella, 127.615 Cuneo, 73.270 Novara, 510.459 Torino, 33.848 Vercelli, 34.311 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 3.864 extraregione e 9.071 in fase di definizione.

Banco Alimentare del Piemonte al lavoro per aiutare i profughi ucraini

CI SCRIVE IL BANCO ALIMENTARE

Insieme alla Federazione Europea dei Banchi Alimentari, per portare aiuto sul posto. Con la nostra rete territoriale di Strutture caritative, per dare sostegno alimentare ai profughi in Piemonte

Caro Direttore, visto il particolare momento storico da un lato e dall’altro il ruolo che da sempre abbiamo nell’aiuto alimentare alle persone in difficoltà, ci sembra importante raccontare in poche righe ciò che stiamo facendo rispetto all’emergenza ucraina.

Come Banco Alimentare, facciamo parte della FEBA (Federazione Europea dei Banchi Alimentari, che opera in 29 Paesi. Per l’emergenza Ucraina la FEBA ha organizzato l’invio di aiuti di emergenza sul posto. Parallelamente il Banco Alimentare in ogni regione italiana sta proseguendo e rafforzando l’attività ordinaria, attraverso un incremento del sostegno alle organizzazioni caritative sul territorio che assistono i profughi.

Qui di seguito alcuni dettagli sull’attività che portiamo avanti sul posto e quella in Piemonte.

Il nostro impegno in Europa

In seguito all’attacco della Russia all’Ucraina, il 28 febbraio 2022 la Federazione Europea dei Banchi Alimentari, di cui fa parte anche il Banco Alimentare in Italia, ha convocato una riunione con tutti i presidenti dei suoi membri in 29 paesi europei e un rappresentante del Global FoodBanking Network dagli USA. La priorità individuata è stata quella di assistere la Kyiv City Charity Foundation “Food Bank” e i banchi alimentari nei paesi vicini, come Ungheria, Moldavia, Polonia, Romania e Slovacchia.
Per questo il 1marzo è stata lanciata la campagna #AllTogether4Ukraine che ad oggi ha permesso di raccogliere 1,8 milioni € da aziende, fondazioni, organizzazioni, membri FEBA e privati. Questo importo è stato destinato a sostenere i membri FEBA colpiti dalla crisi per un mese con consegne settimanali di alimenti per garantire cibo sufficiente, ma senza gravare sulla gestione logistica del cibo ricevuto. 435.000 € sono stati destinati alla consegna di cibo al membro FEBA in Romania, Federația Băncilor pentru Alimente din România (FBAR). FBAR fungerà da hub per FEBA per ridistribuire il cibo agli ucraini a Chișinău in Moldavia, dove le stime prevedono l’arrivo di 200.000 rifugiati.
Il cibo sarà ridistribuito inoltre, alla Banca pentru Alimente a Bucarest, Cluj, Brasov, Oradea e Roman in Romania, dove sono presenti 95.000 rifugiati dei 285.000 entrati nel paese. 190.000 rifugiati, invece, hanno già proseguito verso altri paesi dell’Europa occidentale. Il cibo raggiungerà anche Chernivsti, Leopoli e Odessa in Ucraina. FEBA sta anche sostenendo l’acquisto urgente di attrezzature per la movimentazione del cibo e il finanziamento di altri costi logistici (un magazzino a Chișinău – Moldovia, 6 furgoni, 6 attrezzature elettriche di movimentazione, personale temporaneo), in Moldavia e Romania per garantire una logistica efficiente di questi sforzi inaspettati per aiutare i rifugiati e le loro normali attività quotidiane.
FEBA ha mobilitato inoltre, le imprese alimentari partner per ottenere aiuti e consegnare cibo ai suoi membri in Ucraina, Moldova, Romania e Polonia.
Per sostenere il popolo ucraino dona su: www.eurofoodbank.org/feba-supports-ukraine

Il nostro impegno in Piemonte

Come Banco Alimentare del Piemonte insieme ai 4 magazzini provinciali di Asti, Biella, Cuneo e Novara ci siamo attivati sul territorio per rendere concreto l’aiuto verso i profughi ucraini che stanno arrivando, puntato su ciò che abbiamo di più solido e capillare: la nostra rete.
In questa situazione infatti operare con 600 Strutture caritative dislocate in tutto il Piemonte, ci permette di unire velocemente il bisogno e l’aiuto. Abbiamo attivato un numero di telefono (interno al nostro centralino) e una a mail a cui poter fare riferimento per conoscere la Struttura Caritativa più vicina a cui rivolgersi per richiedere aiuto alimentare. La comunicazione è stata diffusa attraverso un pdf e un video, in italiano e ucraino, anche tramite whatsapp e social, ed è stata condivisa con il consolato ucraino, in modo che possa essere diffusa il più velocemente possibile tra i profughi in Piemonte.

Il nostro obiettivo ora è fare il possibile per mettere nelle condizioni di operare le Associazioni che collaborano con noi: potenziando i mezzi, il recupero di cibo, la gestione logistica.

Anche per noi, infatti, si tratta di una nuova sfida, che arriva dopo un periodo non facile. Siamo sicuri però che, grazie al sostegno e al senso di condivisione che ci unisce a chi collabora con noi sul territorio, potremo agire, anche in questa occasione, per il bene e a favore della solidarietà, portando risultati efficaci e concreti.

Russia, dal Pd 13 domande a Cirio e Marrone

 SU RUSSIA E DONETSK

Il Pd del Piemonte chiede al Presidente Cirio e all’assessore Marrone di fare chiarezza: “ La Giunta regionale non può continuare a barcamenarsi tra ambiguità e assordanti silenzi che minano la credibilità del Piemonte”

«I rapporti dell’assessore Maurizio Marrone con l’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk non sono semplicemente fonte di imbarazzo per la Regione Piemonte, ma minano la credibilità stessa dell’istituzione regionale, che non può essere sacrificata sull’altare dei traballanti equilibri della maggioranza, tanto più in un momento drammatico come quello che stiamo vivendo, di fronte ad un conflitto che potrebbe allargarsi anche all’Europa. Anche alla luce della recente trasmissione “Piazza Pulita”, è necessario che Cirio e Marrone facciano chiarezza e spieghino ai piemontesi da che parte sta la Giunta e chi ne fa parte. Davvero al Presidente Cirio può bastare che Marrone, che ha tra le sue deleghe quella alla Cooperazione internazionale, abbia firmato l’ordine del giorno di condanna dell’aggressione russa? La Giunta può permettersi di essere rappresentata da chi, come Marrone, ha fatto propria e diffusa la propaganda di Putin e portato avanti iniziative contrastanti con le scelte del Governo e dell’Ue anche da assessore? Per Cirio, per la Lega e per FdI è tutto a posto? A fronte delle posizioni sempre più chiare espresse dalla comunità internazionale e dalle Organizzazioni internazionali, nonché dal nostro Governo, la Giunta regionale piemontese non può continuare a barcamenarsi tra ambiguità e assordanti silenzi ma ha il dovere di fare chiarezza». Queste alcune delle molte domande (a partire da quelle legate alle pubblicazioni sulle pagine dell’autoproclamata Repubblica Popolare del Donetsk) cui si attende una risposta inequivocabile raccolte in un report  presentato dal Partito Democratico del Piemonte in occasione della conferenza stampa sul caso “Marrone-Repubblica popolare di Donetsk”, a cui hanno preso parte il Segretario regionale Paolo Furia, la vice Segretaria regionale Monica Canalis, il vice Presidente del Consiglio regionale del Piemonte Daniele Valle ed i consiglieri regionali Domenico Rossi e Diego Sarno.

LE 13 DOMANDE A CIRIO E MARRONE

«Le pagine social dell’autoproclamata Repubblica Popolare del Donetsk, mai riconosciuta da Italia e UE, e al centro di un conflitto delicato, riportano più volte eventi istituzionali e dichiarazioni dell’assessore Maurizio Marrone a sostegno della loro causa e in contrapposizione a quella del governo italiano.

L’assessore Maurizio MARRONE

1) ne è a conoscenza?

2) sa dirci se c’è o c’è stata una corrispondenza tra lui stesso o i suoi collaboratori o l’ufficio stampa della Giunta Regionale e i gestori di queste pagine?

3) si riconosce nelle dichiarazioni che gli vengono attribuite su queste pagine?

E il presidente Alberto CIRIO

4) era a conoscenza della presenza e delle dichiarazioni dell’assessore Marrone su queste pagine e le condivide?

In alcuni dei post social dell’autoproclamata Repubblica Popolare del Donetsk, l’assessore Marrone viene indicato come co-presidente del Centro di Rappresentanza DPR di Torino. L’ultimo post risale ad ottobre 2021. Il capogruppo di FdI, Paolo Bongioanni, a “Piazza Pulita” afferma che “il sostegno è del 2017”. Anche il Presidente Cirio ci ha più volte detto che “si tratta di cose del passato, del 2019”. La Repubblica scrive che è stato presidente del Centro fino al 2019. In “Piazza Pulita” troviamo un video del 2020 in cui Marrone stesso ancora si definisce in inglese “capo della Rappresentanza della Repubblica di Donetsk in Italia” e sul sito del ministero degli Esteri della Repubblica del Donetsk troviamo questa definizione fino ad ottobre 2021.

Crediamo sia necessario fare chiarezza con un intervento pubblico e con dei documenti ufficiali.

L’assessore Maurizio MARRONE dovrebbe, quindi, farci sapere:

5) È disponibile lo Statuto e l’atto costitutivo dell’associazione?

6) Quali cariche ha ricoperto nell’associazione l’assessore Marrone e in quale periodo e con chi?

7) Oggi chi è il legale rappresentante del Centro di Rappresentanza DPR?

8) La Regione Piemonte e il Consiglio Regionale hanno mai intrattenuto rapporti ufficiali con questa associazione (patrocini, contributi, protocolli di intesa, corrispondenza)?

L’assessore Marrone è subentrato in Giunta a Roberto Rosso nell’aprile del 2022, assumendone tutte le deleghe e, in aggiunta, la delega alla Cooperazione internazionale, che prima era affidata all’assessore Fabrizio Ricca.

Vorremmo sapere dal presidente Alberto CIRIO

9) Per quale ragione ha inteso sottrarre la delega all’assessore Fabrizio Ricca per affidarla a una forza politica che, diciamo così, non era certo nella condizione in quel momento di rivendicare ulteriori deleghe?

10) C’è stata una esplicita richiesta di Fratelli d’Italia in questo senso, vista anche l’attività consolare di Fabrizio Comba, coordinatore regionale del partito?

11) Era a conoscenza dei legami e degli incarichi dell’assessore Maurizio Marrone nel momento in cui gli ha assegnato la delega alla Cooperazione internazionale?

 12) L’assessore Maurizio Marrone intende prendere una posizione pubblica, sulla scia di quanto fatto dalla Presidente del suo partito Giorgia Meloni, e da altri leader politici che, se pure in passato avessero esibito simpatie filo-russe, dopo l’invasione hanno preso una posizione pubblica di condanna dell’aggressione e di sostegno all’Ucraina?

13) A fronte del contesto geopolitico attuale, e considerati sia i rapporti dell’assessore Maurizio Marrone con la Repubblica del Donetsk riportati sulle pagine ufficiali della stessa sia il silenzio, peraltro inusuale, dell’assessore Marrone sulla vicenda Ucraina, il presidente Alberto Cirio ritiene opportuno che la delega alla Cooperazione Internazionale resti in capo a Marrone? Ritiene che sia sufficiente il voto ad un ordine del giorno insieme alla decisione di estrometterlo dalla gestione dell’accoglienza dei profughi per tutelare la credibilità e la reputazione internazionale della Regione Piemonte?».

 

Il PD del Piemonte

Per il caro bollette Torino si illumina di meno: tagli all’accensione dei lampioni

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L’assessora all’Ambiente, Chiara Foglietta, ha risposto in Consiglio Comunale, ad una richiesta di comunicazioni avanzata dal consigliere Silvio Viale, relativa al provvedimento di riduzione della temperatura di due gradi negli edifici comunali e di proposta a Iren di contenimento della spesa elettrica.

Ci troviamo in una situazione di emergenza per la quale non riusciamo a dare risposte immediate, ha esordito Foglietta. Da ieri la temperatura degli edifici comunali è stata abbassata di un paio di gradi, da oggi negli edifici di proprietà comunale ad uso scolastico e per ricettività di persone anziane e disabili verranno abbassate di un grado.

Questi interventi, ha evidenziato, dovrebbero garantire un risparmio di circa il 10%”.

Per quanto riguarda l’illuminazione pubblica, invece, Foglietta ha affermato che si sta valutando di ridurne l’accensione di 10/20 minuti. Secondo Iren, ha dichiarato, il risparmio per 10 minuti di riduzione all’accensione o allo spegnimento potrebbe garantire un risparmio di circa 500 euro al giorno.

Ha aggiunto che le luci natalizie sono spente da fine febbraio, così come sono spente le fontane e i monumenti sono accesi solo nel fine settimana.

Infine ha sottolineato come l’Energy manager della Città, insieme a quelli delle altre città, chiederà al Governo, attraverso Anci, di abbattere l’Iva sul teleriscaldamento e come si stia infine cercando di capire come contenere il costo delle bollette già emesse.

Nel dibattito è intervenuto Silvio Viale (Lista Civica per Torino) che ha sottolineato come la richiesta di comunicazione abbia avuto il duplice scopo di sensibilizzare, da un lato, la necessità del risparmio energetico, dall’altro di evidenziare la difficoltà nell’abbassare la temperatura e ritiene utili appelli alla cittadinanza per contenere la temperatura.

Pietro Abbruzzese (Torino Bellissima) ha evidenziato come non si tratti solo di questioni di costi di energia ma di come occorra entrare nell’ottica di una situazione condizionata dalla guerra. Occorre, ha affermato, proporre sanzioni serie anche se ci producono sofferenze bloccando tutte le forniture energetiche da parte della Russia.

L’esistenza di un’amicizia troncata da “una intonazione”

Sul palcoscenico del Carignano, sino al 20 marzo, per la stagione dello Stabile torinese

 

Se vorrete per 80’ sottrarvi alla cascata e al culto delle immagini che quotidianamente vi invadono e che stanno impoverendo il nostro mondo, non perdetevi questo “Pour un oui ou pour un non” che fino al 20 marzo è di scena al Carignano per la stagione dello Stabile Torinese: vi affiderete così totalmente alla bellezza della “parola”, al culto e alla preparazione, al suo svolgersi irruente o delicato, al suo esporsi di fronte a chi guarda e ascolta senza ripensamenti. L’autrice del testo è Nathalie Sarraute – lo scrisse nel 1982 -, una scrittrice che ha attraversato per intero il secolo scorso (1900 – 1999), di origini russe ma che la madre condusse a soli due anni a Parigi, dopo il divorzio dal marito, “una delle più importanti scrittrici francesi della seconda metà del Novecento, che ha occupato un posto importante nell’alchimia tra il teatro dell’assurdo e il teatro del quotidiano”, è stato scritto, una donna che relativamente tardi s’addentrò nella letteratura europea per scoprire Joyce e Proust, per eleggere Dostoevskij e Kafka come fonti della propria copiosa scrittura.

Quel titolo lo potremmo tradurre “per un nonnulla”, per “una cosa di nessun conto”, una frase senza peso al centro di un discorso che poi ti chiedi “ma di che stiamo parlando”? La scena è uno studio, un divano rosso al centro, solitario in un acceso bianco e nero che avvolge tre alte librerie, i libri disposti forse in un certo ordine, un paio di poltrone e la lampada, tutto di design, la parete-lavagna da un lato, una finestra che guarda sul mondo di fuori. Un uomo entra, è venuto a trovare un vecchio amico, un’amicizia che arriva da lontano, per chiedergli perché da un po’ di tempo non lo senta, perché si neghi, perché lo abbia cancellato. Il padrone di casa sembra aspettarlo, cita un proprio successo e il commento esile, povero, “normale” offerto dall’amico. Un malinteso, soltanto un malinteso? Poco, “un nulla”, di lì il silenzio. Poche parole dove hanno trovato posto un intervallo più lungo, un accento fatto pesare più del dovuto, uno stiramento, una sospensione. Un’intonazione sbagliata, forse, la sua ambiguità, l’interpretazione di chi riceve, secondo l’umore del momento, sovvertita, anche. Forse surreale, certo sofisticata, uno spazio dove continuare a soppesare il pensiero e la parola che ne consegue, “Pour un oui ou pour un non” arriva a mettere in forse l’antica amicizia, a scoprire segreti per tanti anni taciuti, piccole verità che ancora oggi stanno cercando il loro posto. Ma in quel grumo di parole – le parole hanno un peso! -, per un uomo, ci sono le certezze di una vita, i fallimenti, c’è il nascondiglio di un certo sarcasmo o di una gioia espressa con fare disattento, c’è l’invidia o la consapevolezza di una reale superiorità. C’è un “jeu de massacre” inarrestabile che cresce ed esplode. Si vuole comunque fare chiarezza, si cerca di capire il perché di un allontanamento, si arriva a interpellare con una video chiamata una coppia di comuni amici perché esprimano il loro giudizio, cadono tra il tanto puntualizzare parole mai dette come “degnazione” e “geloso”, rimane nell’aria quel tanto di risentimento a lungo covato da una parte e dall’altra un preteso alleggerimento – lo si può costruire con semplici passi di danza obbedendo ai suoni che arrivano su dalla strada – che riporti le due esistenze al nitido rapporto di un tempo. Ma davvero chi ha sofferto per anni di quella “intonazione” riuscirà a liberarsi del peso enorme portato addosso per una vita?

Umberto Orsini teneva il testo della Sarraute nel cassetto da 35 anni, glielo aveva passato Pier Luigi Pizzi. Altri tempi, altre età, forse altre personali “intonazioni”. Non arrivava mai il momento per una messa in scena. Oggi – sottolineando i dati anagrafici di questi leoni da palcoscenico: l’attore tra poco più di quindici giorni ne compirà 88, il regista si avvicina ai 92 – hanno deciso il grande salto, mettendosi in buona compagnia del “giovane” Franco Branciaroli (qui andiamo verso i 75). Mentre Pizzi traduce e guida uno spettacolo fatto di piccoli toni, di azioni impercettibili, di quella signorilità scenografica che da sempre gli riconosciamo (la memoria si sbriglia a rimettere davanti agli occhi certe sue scene, e non soltanto con la Compagnia dei Giovani), Orsini e Branciaroli sono la vecchia guardia del teatro, vivissimi (e non è soltanto questione d’agilità, sia ben chiaro), che riporta sul palcoscenico la bellezza della recitazione, la sua concretezza, la sua lotta per costruire e dare tutta l’importanza dovuta alla parola. Esattezza, virtuosismi, eccellenze. Orsini si cala nel risentimento, nel dolore, nella ribellione del suo personaggio, con la sua voce di velluto che sappiamo, ondulata, amabilissima, Branciaroli altera completamente la propria, ne fa falsetti e arditezze senza interruzioni, o ne esce per un attimo, rendendocela in profondità, giocando il suo paciere sulla vena di un impensabile umorismo, che può porre anche su un piano di divertimento un testo non facile e uno spettacolo teso a tratti sino all’inverosimile. Due vere macchine da guerra che il pubblico ha applaudito più e più volte al termine della serata.

 

Elio Rabbione

 

Le foto dello spettacolo sono firmate da Amati Bacciardi

Zodda, l’uomo più veloce in Italia sui muri verticali

Nella seconda prova di Coppa Italia di velocità l’emiliano delle Fiamme Oro, vince, migliorandosi

Ancora record per lo speederman Zodda

Sulle vie della Big Walls di Brugherio il climber azzurro sale i 15 metri di parete in soli 5.42 secondi: primato italiano.

Sul podio femminile si conferma anche Andrea Rojas della Milanoarrampicata, società leader nella giornata brianzola

Oggi a Roma si concludono i test per gli azzurri della Nazionale Elite di Boulder e Speed

 

 Roba da far invidia a Marcell Jacobs, ma è oggi Gian Luca Zodda, lo spiderman  o speederman – pronuncia a scelta, fa lo stesso – a confermarsi l’uomo più veloce in Italia sui muri verticali.

Il fortissimo sassuolese delle Fiamme Oro Moena, nella seconda prova di Coppa Italia Speed, in scena ieri pomeriggio sulle pareti della bellissima palestra Big Walls di Brugherio (MB), migliora addirittura il suo recente primato nella “via” dei quarti di finale, toccando il pulsante – posto a 15 metri da terra – dopo soli 5”42.

Davvero entusiasmanti e ricchi di suspense, dopo le qualificazioni tra i 63 climbers iscritti, gli scontri diretti nella gara brianzola, a partire dalle run degli ottavi di finale.

Due centesimi lo scarto registrato in molte delle sfide testa a testa sia nel maschile sia nel femminile. Ciò che impressiona di più in Zodda, oltre alla potenza e alla tecnica di salita è l’estrema costanza nelle sue ascese: tempi medi molto ravvicinati quelli ottenuti in Brianza dall’azzurro emiliano, campione in carica nella specialità.

A farne le spese, Ludovico Fossali, l’olimpionico dell’Esercito che deve accontentarsi del terzo posto, battuto in semifinale (nonostante uno stratosferico 5’56) dal compagno di Nazionale, Zodda, capace nella sfida diretta di chiudere in 5”47, dopo aver fatto registrare nella via percorsa nei quarti il nuovo record italiano, sempre suo di 15 giorni fa, con un eccezionale 5”42 I due appena scesi dal podio, condiviso con Alessandro Cingari (Monkey Island Roma) d’argento, hanno insieme raggiunto la capitale per rispondere alla convocazione per il raduno della Nazionale Speed, insieme a Giulia Randi della Carchidio-Strocchi Faenza e a Beatrice Colli della Ragni Lecco. Le due azzurre si sono dovute arrendere anche ieri alla forza dell’ecuadoriana Andrea Rojas Tello. I rimpianti maggiori sono della lombarda, campionessa mondiale giovanile, autrice del miglior tempo di giornata (7”69) ottenuto nella finale per il bronzo, ma, dopo aver perso la semifinale, proprio contro la sudamericana, già vincitrice della prima prova a Reggio Emilia, e capace ieri di concedere ancora il bis in Coppa Italia, battendo le due velocissime azzurre. Rojas Tello sul gradino più alto del podio anche con la sua MilanoArrampicata, che ha conquistato ieri la speciale graduatoria per società, cumulando i risultati ottenuti dagli arrampicatori nelle prove maschili e femminili.

Il week end del climbing italiano ha visto inoltre molto impegnati gli undici convocati al primo raduno stagionale della Nazionale italiana Paraclimbing ad Arco di Trento presso Arco Climbing proprio nei giorni in cui sono in corso a Pechino le Paralimpiadi. A Roma inoltre si concludono oggi i due giorni di test per gli azzurri del Boulder in preparazione alla coppa del mondo, vero banco di prova internazionale, in vista delle prossime Olimpiadi.

La Fasi ha infatti ben definito e chiaro l’obiettivo di Parigi 2024 e le relative prove di qualificazione che inizieranno già dal prossimo anno.

Guerra digitale

IL PUNTASPILLI di Luca Martina 

 

Il gruppo di “hackers” (pirati informatici) internazionale Anonymous, nato nel 2003, ha dichiarato guerra alla Russia nelle ultime settimane, ed ha violato in rapida successione alcune reti televisive filogovernative,      il sito del Cremlino e della difesa e, in ultimo, quello della Roskomnadzor, l’agenzia che censura la diffusione delle informazioni (controllando, ad esempio, l’accesso a Facebook e Twitter).

 

Si tratta degli stessi autori che hanno violato il sito della discussa chiesa di Scientology, sostenuto le manifestazioni della primavera araba, dei movimenti “Occupy Wall Street” e “Black Lives Matter” (quest’ultimo piratando il sito della polizia di Minneapolis).

 

La risposta Russia non si è fatta attendere e sono stati sottoposti ad attacco e resi inutilizzabili una serie di siti ucraini.

 

Ma per il momento Mosca, alla quale è stata attribuita in passato la regia di importanti cyber-attacchi (alcuni dei gruppi più noti di hackers agiscono dalla Russia), non ha alzato troppo il livello della tensione sul fronte informatico (quello militare assorbe tutte le sue energie) ma in futuro potrebbe cambiare atteggiamento.

 

Un campanello di allarme sono stati gli attacchi che hanno avuto come obiettivo nei giorni scorsi uno dei leader della tecnologia Nvidia (il più grande produttore nazionale di semiconduttori) e la Toyota (il maggiore costruttore di auto al mondo), importanti realtà aziendali di due Paesi (Stati Uniti e Giappone) della coalizione che si oppone alla Russia.

 

Una guerra informatica, una “cyber war”, potrebbe continuare ad essere combattuta sottotraccia ma con una crescente intensità nei prossimi anni.

 

Negli Stati Uniti ben due agenzie governative, la National Security Agency (NSA) e la Central Intelligence Agency (CIA) hanno creato una specifica divisione dedicata alla attività di “hacking” informatico e queste si aggiungono allo “US Cyber Command”, uno degli 11 comandi combattenti del Ministero della Difesa.

 

In Europa la Commissione Europea ha presentato alla fine del 2020 un piano strategico sulla sicurezza informatica che dovrebbe dare corpo all’azione della ENISA (la European Union Agency for Cybersecurity, costituita nel 2005) a stimolo dei governi nazionali e delle aziende.

 

Terminati i combattimenti e le sanguinose cronache di queste ultime settimane i riflettori, a poco a poco (e per fortuna) si spegneranno ma non la necessità di mantenere la guardia alta sui nostri sistemi informatici.

La spesa mondiale per la sicurezza basata sulla tecnologia è attualmente vicina ai 200 miliardi di dollari e si prevede che raddoppierà entro il 2030.

 

Un’opportunità da sfruttare non solo per vincere la guerra sotterranea che è ora all’ordine del giorno ma anche per rendere più sicuro ed efficiente il nostro sistema sociale ed economico, sempre più digitalizzato e basato sulla conservazione e l’elaborazione di un’enorme, ed in continua espansione, mole di dati.

 

Tigre di Arkan. Il racconto dell’orrore nei Balcani

“Tigre di Arkan” è un libro che racconta il clima, i rapporti, il delirio nel quale emerse – nella Jugoslavia in dissoluzione degli anni ’90 – la violenza nazionalista e criminale di Zeliko Raznatovic, noto come il comandante Arkan, capo sanguinario delle ‘Tigri’ serbe, praticamente il numero uno della milizia paramilitare e ultranazionalista durante la guerra in Bosnia e Croazia. L’autore è Michele Guerra, attivista sui temi legati alle migrazioni internazionali e al razzismo, esperto di letteratura balcanica per la rivista online PULP Libri. A pubblicarlo è Infinito, la casa editrice diretta da Luca Leone che da anni dedica con serietà e passione una grande attenzione a quanto accadde trent’anni fa sull’altra sponda dell’Adriatico, nella prima guerra sul suolo europeo dopo il secondo conflitto mondiale. La storia ha il ritmo di un romanzo nero e parte nel 1992 da Bijeljina, la seconda città in ordine di grandezza dopo Banja Luka dell’attuale Repubblica Serba di Bosnia. Racconta di una celebre fotografia che viene riproposta anche in copertina, della testimonianza di un paramilitare ancora vivo e in libertà, macchiatosi di crimini orribili. A tre decenni dall’inizio della dissoluzione jugoslava, una Tigre di Arkan rievoca con un linguaggio che fa accapponare la pelle le vicende che lo condussero a diventare uno dei sanguinari miliziani che operarono sui fiumi-confini del Danubio, della Sava e della Drina. La musica rock della Belgrado alternativa degli anni Ottanta, l’irriverenza delle avanguardie, i successi dello sport jugoslavo e i primi feroci scontri negli stadi di calcio fanno da sfondo e da lievito per la militarizzazione delle coscienze, l’ascesa del nazionalismo serbo e croato, l’impotenza del pacifismo, il dominio dei clan mafiosi nella federazione voluta da Tito. Come ricorda Luca Leone si assiste ad una sequenza “ di memorie affilate, fondate su ferite ancora aperte, in bilico tra cinismo e rancore, necessarie per comprendere l’ascesa e il consenso dei nuovi nazionalismi. Nei Balcani e non solo”. “E’ un libro che odora di sangue”, afferma Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. “ Ma quel sangue domina un decennio, gli anni Novanta, di storia dei Balcani occidentali. Non va ignorato. Sia quando lo annusano le ‘tigri’ di Arkan in pieno raptus testosteronico, sia quando lo versano i sacrificati: donne, uomini e altri che in quei maledetti dieci anni si sono trovati nel posto dove volevano stare ma dove non potevano stare”. Un libro che, sempre a giudizio di Riccardo Noury, “pare scritto a sei mani: da un musicista della scena underground jugoslava, da un ultrà della curva di uno stadio e, infine, da un paramilitare con la bava alla bocca”. E’ il racconto di molte dissoluzioni, ricorda l’esponente di Amnesty, “la dissoluzione politica della Jugoslavia,  di una Nazionale di calcio e della squadra che ne era la spina dorsale, la Stella Rossa di Belgrado, composte l’una e l’altra da serbi, croati, macedoni, bosniaci e sloveni (un’eresia…) ma anche una dissoluzione morale, antropologica, un cupio dissolvi che a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta che inghiotte tutto e tutti”. Tra i capitoli si intravvede sempre la figura di Arkan e l’escalation di violenze della “pulizia etnica” come accadde durante l’assedio di Vukovar.  Zeliko Raznatovic, figura di spicco degli ultras della Stella Rossa di Belgrado, nel 1992 venne eletto deputato al Parlamento di Belgrado. Durante tutto l’arco del conflitto bosniaco le sue Tigri parteciparono a massacri, stupri, genocidi della popolazione di fede musulmana da Višegrad a Srebrenica dove aiutò il boia Ratko Mladić. Sul capo di questo “signore della guerra” pendeva  un mandato di cattura emesso dal Tribunale internazionale dell’Aja per crimini contro l’umanità dal settembre del 1997 ma non venne mai arrestato e giudicato perché venne assassinato a Belgrado il 15 gennaio del 2000.

Marco Travaglini

“Cuneo+Cgil =120” Diritti. Solidarietà. Libertà

Cgil Cuneo festeggia 120 anni di attività e impegno e racconta il lavoro attraverso incontri, concerti, film, libri

 

Dal 15 marzo all’11 aprile 2022

Alba, Bra, Cuneo, Fossano, Saluzzo

 

Ospiti:

Susanna Camusso in dialogo con Barbara Simonelli

Maurizio Landini in dialogo con Ezio Mauro

Gli storici Aldo Agosti e Giovanni De Luna e le loro lectiones magistrales

Angelo Mastrandrea con il nuovo libro in dialogo con Marco Bobbio

Bandakadabra in concerto

 

www.cgilcuneo.it

 

120 anni di impegno nella difesa del diritto al lavoro e nella tutela e rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori nel Cuneese. 120 anni dedicati a offrire sostegno, tracciare linee guida nell’intricato panorama economico e sociale, accompagnare nel cammino professionale e nelle rivendicazioni i propri iscritti. Per festeggiare i traguardi raggiunti in questi 120 anni di attività e condividere la riflessione sui passi realizzati e i percorsi da intraprendere, la Cgil di Cuneo propone a tutti, non solo ai suoi iscritti, “Cuneo+Cgil=120. Diritti. Solidarietà. Libertà”, un calendario di appuntamenti gratuiti – tra incontri, lezioni magistrali, presentazione di libri, concerti e proiezioni di film –, per una condivisione sul tema del lavoro, sui diritti rispettati e negati, sulle figure che hanno fatto la storia del sindacato in Italia, sulle problematiche legate alle nuove professioni e su tanti altri aspetti.

 

“Cuneo+Cgil=120. Diritti. Solidarietà. Libertà” è in programma da martedì 15 marzo a lunedì 11 aprile 2022, tra Alba, Bra, Cuneo, Fossano e Saluzzo, con grandi ospiti: la prima segretaria generale della Cgil Susanna Camusso (Fossano, 15 marzo) intervistata dalla giornalista Barbara Simonelli; il segretario nazionale Cgil Maurizio Landini in dialogo con il giornalista Ezio Mauro (Cuneo, 25 marzo); lo storico Aldo Agosti in una lectio magistralis sul sindacalista Giuseppe Di Vittorio (Saluzzo, 21 marzo), seguita dalla proiezione del cortometraggio “Fiori” del regista greco Kristian Xipolias; lo storico Giovanni De Luna in una lectio magistralis dedicata al sindacalista Bruno Trentin (Bra, 11 aprile)con letture di Alessio Giusti; il giornalista Angelo Mastrandrea intervistato dal giornalista Marco Bobbio sul libro reportage edito da Manni “L’ultimo miglio”, sul mondo della logistica, dell’e-commerce e dei riders (Alba, 8 aprile). Non mancheranno momenti di festa all’insegna della condivisione grazie all’energia e simpatia di Bandakadabra, in concerto con lo spettacolo musicale “Ok, boomer” (Cuneo, 25 marzo), capace di unire nella musica generazioni diverse.

 

«Una storia di 120 anni, un percorso lungo un secolo, un denominatore comune che è la presenza costante a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori della nostra provincia, delle loro lotte, della loro emancipazione. Una storia di rivendicazioni, di difesa dei diritti contro lo sfruttamento e il precariato. Oggi come ieri, a partire da un ideale che si concretizza nella pratica quotidiana, la CGIL cuneese è un presidio per tutto il mondo del lavoro, per i pensionati, è un punto di riferimento sul territorio per tutta la società civile, è una realtà culturale decisiva nel fare muro contro le derive antidemocratiche, nuovi fascismi e razzismi dilaganti. È un luogo dove coniugare diritti individuali con quelli collettivi, diritti del singolo e bene comune. Un sindacato che fonda la sua storia sul principio di solidarietà, capace di interrogarsi sempre sulle scelte, di aprirsi agli altri per imparare, rinnovarsi, stare al passo con le sfide di oggi e di domani.»

Davide Masera, segretario provinciale Cgil Cuneo.

 

Il visual e la grafica del manifesto di “Cuneo+Cgil=120. Diritti. Solidarietà. Libertà” sono stati realizzati dalla designer Ilaria Bossa (Mono, mono-design.it) di Mondovì.

 

“Cuneo+Cgil=120. Diritti. Solidarietà. Libertà” è promosso da Cgil di Cuneo, con il patrocinio di Città di Alba, Città di Bra, Città di Cuneo, Città di Fossano e Città di Saluzzo e in collaborazione con Progetto Cantoregi nell’ambito della terza edizione della rassegna CuneiForme, dedicata al tema D(i)ritti.

 

Ingresso con prenotazione consigliata ma non obbligatoria:

organizzazione@cgilcuneo.it – 0171452511.

Info: WEB www.cgilcuneo.it – FB Cgil Cuneo – FB Collettiva

 

 

 

Il programma in dettaglio

“Cuneo+Cgil=120. Diritti. Solidarietà. Libertà”

 

Il programma di “Cuneo+Cgil=120” si apre martedì 15 marzo alle ore 10 a Fossano (Castello degli Acaja) con la prima segretaria generale Cgil, Susanna Camusso, ora  responsabile Politiche di genere della CGIL nazionale, sarà intervistata dalla giornalista Barbara Simonelli sul tema “Donne, uomini e lavoro: la parità che non c’è”. Si parlerà di parità salariale e delle azioni ancora da perseguire per annullare il più presto possibile il divario retributivo uomo-donna, anche alla luce della Legge n. 162/2021 “Modifiche al codice di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, e altre disposizioni in materia di pari opportunità tra uomo e donna in ambito lavorativo”, entrata in vigore nel mese di dicembre.

 

Il calendario prosegue lunedì 21 marzo alle ore 21 a Saluzzo (Cinema Teatro Magda Olivero)

Lo storico Aldo Agosti, professore emerito di Storia contemporanea all’Università di Torino, che ha dedicato molti studi alla storia del movimento socialista e comunista, italiano e internazionale, con una lectio magistralis traccerà un ritratto di Giuseppe Di Vittorio (1892-1957), uno dei padri del sindacato confederale italiano e tra i suoi esponenti più autorevoli. Impegnato contro il governo di Franco in Spagna e nella Resistenza in Italia, confinato dai tedeschi all’isola di Ventotene, Di Vittorio venne eletto segretario generale della Cgil nel 1945, sostenendo un sindacato attento ai problemi delle riforme economiche e sociali del Paese, e fu deputato alla Costituente e nelle due prime legislature.

L’incontro sarà introdotto dalla proiezione del cortometraggio “Fiori” di Kristian Xipolias, nato da una ricerca documentaristica sulle condizioni lavorative dei riders, che attualizza la poetica neorealista per narrare la disoccupazione e lo sfruttamento nel settore del delivery in bicicletta.

 

Doppio appuntamento venerdì 25 marzo a Cuneo (Teatro Toselli).

Grande attesa per il segretario nazionale Cgil Maurizio Landini che dialogherà con il giornalista ed editorialista Ezio Mauro sui temi di più stretta attualità del mondo del lavoro, con tutte le drammaticità e criticità a cui la cronaca di ogni giorno ci mette di fronte, ma anche con le prospettive di rilancio economico, sociale e di qualità della vita. L’incontro “L’attualità e le sfide del mondo del lavoro” è alle ore 18.

In serata, alle ore 21, arriva l’energia di Bandakadabra che con il concerto “Ok, boomer” propone un’occasione di incontro musicale tra generazioni diverse, attraverso una rilettura di successi internazionali in chiave Dixie e Swing Anni Trenta, dai Daft Punk a Billie Eilish, passando per Bruno Mars e i Radiohead. È il nuovo progetto del gruppo, ideato in collaborazione con Mr T- Bone, storico trombone dei BlueBeaters, oltre che voce, per avvicinare i più giovani alle atmosfere del Jazz Old Style e far conoscere agli spettatori più maturi le recenti produzioni della musica pop.

 

Venerdì 8 aprile alle ore 18.30 ad Alba (Sala Beppe Fenoglio, Cortile della Maddalena) incontreremo Angelo Mastrandrea, giornalista del Manifesto, di cui è stato vice direttore, curatore dell’inserto ecologista Extraterrestre, autore inchieste e reportage per L’Essenziale, Internazionale, Il Venerdì di Repubblica e Le monde diplomatique. In dialogo con il giornalista Rai Marco Bobbio, presenta “L’ultimo miglio” (Manni) che, come recita il sottotitolo, compie un “viaggio nel mondo della logistica e dell’e-commerce in Italia tra Amazon, rider, portacontainer, magazzinieri e criminalità organizzata”, nuovo settore cruciale dell’economia capitalista, in cui movimento merci è la nuova frontiera del conflitto tra capitale e lavoro.

L’incontro è in collaborazione con la libreria La Torre di Alba, che allestirà un bookshop con i lavori dell’autore e con titoli di libri dedicati al mondo del lavoro.

 

Lunedì 11 aprile alle ore 21 a Bra (Teatro Politeama) lo storico Giovanni De Luna, docente di Storia contemporanea all’Università di Torino, collaboratore di La Stampa e di trasmissioni radiofoniche e televisive, terrà una lectio magistralis dedicata al sindacalista Bruno Trentin (1906-2007), segretario generale Cgil dal 1988 al 1994, e parlamentare europeo, che da giovane prese parte alla Resistenza nelle file del Partito d’azione, e venne arrestato insieme con il padre nel 1943. Attento studioso dei fenomeni sociali, si adoperò per riformare il sindacato confederale e rilanciarne l’opera all’indomani della crisi dei grandi partiti di massa.

L’attore Alessio Giusti proporrà alcuni estratti dagli scritti di Trentin.

 

 

“Cuneo+Cgil=120. Diritti. Solidarietà. Libertà”

Ingresso con prenotazione consigliata ma non obbligatoria:

organizzazione@cgilcuneo.it – 0171452511.

Info: WEB www.cgilcuneo.it – FB Cgil Cuneo – FB Collettiva