ilTorinese

L’arcivescovo Repole si insedia il 7 maggio

Diocesi in festa a Torino e a Susa. Il nuovo arcivescovo di Torino don Roberto Repole si insedierà nel capoluogo subalpino sabato 7 maggio. La solenne concelebrazione episcopale si terrà alle 15,30 e coinciderà con l’avvio dell’episcopato. Il giorno successivo, domenica 8 maggio, alle 15 si svolgerà l’ingresso ufficiale anche nella Diocesi di Susa. Dopo 125 anni un torinese guiderà la Diocesi subalpina, il 35° della serie dal 1515 quando la Diocesi di Torino si distaccò da Milano. Don Repole, 55 anni, è stato preside della Facoltà teologica di Torino e docente nella stessa Facoltà. Ha conseguito la maturità classica al liceo Valsalice di Torino e si è poi laureato in Teologia presso la Facoltà torinese. Collabora con diverse riviste scientifiche e ha scritto numerose pubblicazioni.
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Eurovision o Atp finals? Torino per ora resta ferma in attesa delle manifestazioni

Meglio l’Eurovision o Atp finals? Meglio la musica a maggio o il tennis a novembre?

Di fronte a due eventi comunque di notevole richiamo, Torino forse si interroga ma sicuramente non si muove. E se per l’appuntamento tennistico di novembre i tempi per un cambio di passo sono ancora abbastanza ampi, per Eurovision cominciano le perplessità perché, sino ad ora, non si è fatto praticamente nulla per l’immagine della città.

Cibo conservato male: denunciato ristorante cinese

Gli agenti del Reparto di Polizia Commerciale della Polizia Municipale, durante un servizio di controllo sulle attività commerciali a tutela del consumatore, hanno effettuato un controllo ispettivo in un esercizio pubblico in piazza Derna.

Nel locale cucina, gli agenti hanno trovato alimenti in cattivo stato di conservazione, alcuni invasi da parassiti e altri (tentacoli di polipo, ravioli cinesi, involtini vietnamiti, preparato simil mosto) avvolti in sacchetti tipo shopper non idonei alla conservazione.

Lungo la scala e nel cortile interno, attrezzato con un bancone d’acciaio, i civich hanno riscontrato la presenza di contenitori di alimenti privi delle necessarie coperture. Tra questi vi erano una bacinella contenente brodo vegetale e verdure esposte all’aria aperta, oltre ad una pentola di brodo di carne solidificato contaminato da insetti e polvere.

Il titolare, un uomo di nazionalità cinese di 56 anni, è stato denunciato ai sensi dell’art 5 lettera b) e d) legge 283/62 per cattivo stato di conservazione degli alimenti e sanzionato ai sensi del regolamento d’igiene.

Troppi passeggeri sul bus 75

Il nostro lettore Paolo P. ci invia  questa immagine scattata ieri su un bus della linea 75.

Secondo le norme anti Covid dovrebbe ospitare al massimo 48 passeggeri. Mentre ce ne sono almeno il doppio. E analoghe segnalazioni ci giungono da altri lettori. Chi  prende i mezzi pubblici lo fa spesso per lavoro e visite mediche e quindi non può aspettare il bus successivo . Ci auguriamo che Gtt possa incrementare il numero di corse per smaltire gli assembramenti a bordo.

Maltratta il cane sotto gli occhi di un gruppo di ragazzini

 

Poi fa anche resistenza agli agenti intervenuti

 

Venerdì pomeriggio, gli agenti del Commissariato Centro, hanno arrestato un uomo resosi responsabile di resistenza a P.U., denunciandolo anche per maltrattamenti di animali.

Poco dopo le 16, gli agenti vengono inviati in Piazza Valdo Fusi dopo la telefonata di un ragazzino che racconta di aver visto una persona con il cane al seguito che maltratta l’animale.

Al loro arrivo, gli agenti trovano il giovane con alcuni amici e poco distante l’uomo con il cane al guinzaglio. Agli occhi dei poliziotti, il cane appare visibilmente impaurito e tremante con la coda tra le gambe mentre cerca di allontanarsi dal suo conduttore. Anche in presenza degli agenti, il soggetto, in stato di alterazione psicofisica, strattona il cane che, oltre ad apparire zoppicante, presenta una lunga ferita non completamente cicatrizzata sotto il collo. Durante le fasi del controllo, il cane cerca di allontanarsi dall’uomo cercando le carezze dei ragazzini.

Il richiedente racconta che poco prima aveva visto il cane come a trovare rifugio in un gruppo di altri giovani presenti nella piazza. Successivamente si era avvicinato il proprietario dell’animale che aveva prima strattonato il cane e lo aveva fatto cadere per le scale senza tener conto dell’incolumità dell’animale. Dopodiché, l’uomo aveva anche colpito il muso del cane con il moschettone più volte. Alla vista di tale gesto, il giovane aveva chiamato la Polizia.

Quando gli agenti decidono di procedere nei confronti dell’uomo per il maltrattamento dell’animale, il soggetto inizia a opporre resistenza, comportamento che protrarrà anche in ufficio, cosa che gli varrà l’arresto.

Il cane è stato poi affidato alle strutture competenti.

Logistica: formazione nuovi autisti, in corso il progetto ‘Randstad for driving’

L’iniziativa vede insieme Confartigianato Imprese e Trasporti Piemonte Orientale’, Confindustria NVV, Consorzio CAMP Novara, Unasca, ‘Marazzato’ e ‘Geodis’

La pandemia ha reso più complessa la ricerca di autisti, mettendo a dura prova un settore strategico e fondamentale quale quello della logistica.

La progressiva diminuzione del personale qualificato non è passato inosservato agli occhi di alcuni players istituzionali e privati leader di settore, che per fronteggiare al meglio anche questo aspetto legato all’emergenza sanitaria in corso hanno deciso di stringersi metaforicamente la mano. Di unire così forze e rispettivi know-how dando vita a un progetto condiviso teso a erogare sul territorio la formazione necessaria con cui creare da zero nuove risorse umane deputate allo scopo.

Nasce così il progetto ‘Randstad for driving’ dalla sintesi virtuosa della nota società internazionale di recruitment insieme a Confartigianato Imprese Piemonte Orientale, Confartigianato Trasporti, Consorzio CAMP Novara, Confindustria NVV e Unasca (Unione Nazionale Autoscuole): un’accademia di fatto per favorire, negli interessati, il corretto conseguimento delle patenti superiori e delle relative abilitazioni necessarie per operare con e sugli automezzi pesanti dedicati al trasporto merci.

Con loro anche due aziende partners, che hanno scelto in prima persona, con entusiasmo e altrettanto vigore operativo, di sposare da subito l’iniziativa: il ‘Gruppo Marazzato’, che nel 2022 celebra i primi settant’anni di attività, e ‘Geodis’, leader nel settore dei trasporti.

Due solide realtà d’impresa nate entrambe a bordo di un camion (oggi ‘Marazzato’ si è evoluto sino a diventare leader italiano nelle soluzioni ambientali) che hanno scommesso su questa sfida, scegliendo di investire nel valore prezioso della formazione quale punto d’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro.

‘Randstad for driving’ ha reclutato i candidati a fine 2021, individuandoli tra persone di almeno 21 anni di età con possesso della patente B e condizione di disoccupazione o impiego con contratto di somministrazione. Le iscrizioni, chiuse il 17 novembre 2021, hanno portato alla formazione di una classe che ha preso il via il 23 del medesimo mese, presso l’Autoscuola partner ‘C.A.M.P’ di Novara.

Le 200 ore di lezione previste dal corso porteranno al conseguimento delle patenti C, E e CQC e faciliteranno quindi l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.

Il corso è gratuito per gli utenti, grazie al fondo ‘Forma.temp’, fondo dedicato al finanziamento di percorsi formativi per disoccupati o lavoratori in somministrazione.

Siamo grati per la partecipazione a questo progetto, che si qualifica come attività di sostegno al territorio al fianco di enti prestigiosi e di tutto rispetto”, chiosano all’unisono i Fratelli Alberto, Luca e Davide vertici del ‘Gruppo Marazzato’. “Un altro tassello in più che si unisce al supporto fornito durante il biennio pandemico sul piano economico e sociale in vista della creazione di nuova occupazione e del mantenimento e sviluppo di filiere industriali determinanti per il prodotto interno lordo locale”.

Vigili del fuoco in azione per spegnere gli incendi in Val di Susa

Ieri sono proseguiti per ore gli interventi dei vigili del fuoco per spegnere un incendio sui monti  di Chianocco, in Val di Susa. Erano presenti tre squadre sul posto e sono intervenuti due aerei Canadair per fermare   il rogo e impedire che arrivasse alle case vicine.

Treni e stazioni, la polizia ha controllato più di 4700 persone

11 indagati, 4.772 persone controllate, di cui 833 persone con precedenti. 243 pattuglie impegnate nelle stazioni e 22 in abiti civili per attività antiborseggio. 59 i servizi di vigilanza a bordo di 158 treni, 22 lungo linea e 78 di ordine pubblico. Questi i risultati dell’attività settimanale, dal 14 al 20 febbraio 2022, del Compartimento Polizia Ferroviaria per il Piemonte e la Valle d’Aosta. 

Durante la settimana sono stati disposti mirati servizi di vigilanza presso alcune stazioni non presidiate dal personale di polizia, con l’impiego di pattuglie nelle ore diurne e serali, anche a bordo treno, in particolare nella provincia di Torino: Pinerolo, Avigliana, Susa.

Mercoledì 16 febbraio scorso il Compartimento Polfer ha partecipato alla giornata di controlli straordinari “Rail Safe Day”, dedicata alla prevenzione e repressione dei comportamenti illeciti in ambito ferroviario. A Torino Porta Nuova i servizi sono stato effettuati congiuntamente al personale del Reparto Prevenzione Crimine e unità cinofile, messe a disposizione dalla locale Questura.

Nel pomeriggio del 14 febbraio il personale Polfer di Torino Porta Susa ha rintracciato un minore pakistano scomparso. Il ragazzino, privo di documenti a bordo di un treno TGV internazionale proveniente da Parigi, è stato segnalato dal capotreno al personale Polfer che, all’arrivo del convoglio in stazione, lo ha accompagnato presso gli uffici di polizia. Dagli accertamenti effettuati è emersa una nota di allontanamento da una struttura di accoglienza della provincia di Potenza. Pertanto, in tarda serata, è stato affidato ad una comunità per minori della città.

Il fascino delle statue in gesso è vivo nella gipsoteca della famiglia Mondazzi

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A Torino si possono respirare l’atmosfera e il fascino delle statue in gesso visitando il laboratorio- showroom della gipsoteca Mondazzi, che si trova nel centro di Torino, in una sede storica, in via Principe Amedeo, in quella che fu la casa dell’avvocato Secondo Pia, divenuto celebre in quanto primo fotografo della Sindone.

“ In via Principe Amedeo – spiega Paolo Mondazzi – è raccolto il fondo della collezione, che consta di oltre 1500 pezzi, fedeli copie di celebri statue che vanno da esemplari provenienti dall’antico Egitto a opere del Novecento, dal gigantesco David di Michelangelo a calchi di gemme e monete anche di pochi millimetri.
I modelli in alcuni casi sono gessi originali, vale a dire i primi creati dall’artista come fase di lavorazione per ottenere bronzi o marmi; sono conservati scrupolosamente, i negativi possono essere a tasselli di gesso o in gomma al silicone, e recano una fedeltà assoluta alla grana delle superfici e alla ricchezza dei dettagli, comportando una ingente mole di lavoro per essere creati e mantenuti in buono stato, sono utilizzati con grande perizia e con quella cura che sola è in grado di garantire la durata nel tempo e la perfezione delle riproduzioni”.
“Il nucleo originario di questo grande insieme di stampo, modelli e negativi – precisa Paolo Mondazzi – nacque nel periodo tra le due guerre mondiali grazie all’opera di due formatori di talento e esperienza, Gilardini e Emanuele Gonetto. Il primo nacque intorno al 1880, Gonetto era del 1911 e lavorarono entrambi per lo scultore Leonardo Bistolfi. Per lui riproducevano i gessi da inviare nei laboratori di Carrara per essere realizzati in marmo. Bistolfi aveva due atelier in Piemonte, uno a Torino nei pressi della Gran Madre, in via Bonsignore, l’altro a La Loggia, nella parte Sud della città. Il metodo di lavoro di Bistolfi prevedeva l’azione diretta dell’artista capace di intagliare e scolpire, anche aggiungendo eventualmente del materiale e grandi blocchi di gesso quasi pieni. Essendo questi blocchi intrasportabili per peso e fragilità, nasceva la necessità di riprodurli, gettandoli vuoti e solidi, pur con assoluta fedeltà, perché fosse poi possibile copiarli in marmo, nei laboratori specializzati di Carrara”.
“Nei momenti liberi – aggiunge Paolo Mondazzi – questi due abili artigiani pensarono di costituire un fondo di riproduzioni di opere classiche e rinascimentali, avviando, così, il primo laboratorio in via Riberi, ai piedi della Mole. Così nacque l’attività della gipsoteca quale oggi è nota. Il Museo Egizio, il Museo di Antichità di Torino e la grande collezione della Gipsoteca Nazionale annessa all’Istituto d’Arte per la formatura di Firenze fornirono i primi modelli per creare il fondo della Gipsoteca di Torino. Di lì provenivano direttamente la Madonna della Scala, il tondo Pitti e Bacco di Michelangelo. Indirettamente, ma passando attraverso i fondi costituiti dall’Accademia Albertina di Torino e dall’Istituto d’Arte di Varese, sono pervenuti il Prigione morente del Louvre, la Testa di David in dimensione al vero e la Pietà Rondanini”.
“Ogni scuola d’arte del Regno d’Italia – precisa Paolo Mondazzi – secondo i regolamenti scolastici antecedenti la riforma Gentile del 1923 doveva essere dotata di una collezione di modelli in gesso. Essa poteva avere origini più antiche, come dimostrano i gessi del marmi del Partenone portati a Brera dal Canova o i fregi dei Fori Imperiali portati all’Albertina dai fratelli Collino, altrimenti sarebbe stata fornita dalla Gipsoteca nazionale di Firenze. Così le scuole d’arte divennero depositarie, all’inizio del Novecento, di ricchissime collezioni di gessi di elevata qualità, purtroppo in parte distrutte dai bombardamenti della seconda guerra mondiale”.
Alla morte del Gonetto nel 1975 (il Gilardini era scomparso già negli anni Trenta) la Gipsoteca di Torino passò alla gestione della famiglia Mondazzi, che proseguì nell’incremento delle opere, con l’acquisto, nei primi anni Ottanta, dei calchi e dei modelli della gipsoteca di Bologna, insieme ai rinnovati rapporti con la Gipsoteca nazionale di Firenze, per il tramite del professor Andrea Chiesi.
Così vennero acquisiti i modelli del Mose’ e delle statuette dell’Arca di San Domenico, della Centauromachia, della Pietà di San Pietro del Duomo e del David. Diverse furono poi le acquisizioni del laboratorio del Museo Nazionale di Atene, del Museo Archeologico di Istanbul e da altri siti archeologici della Turchia.
Il gesso, che ricalca fedelmente forme e superfici, per poter restituire il più possibile l’impatto visivo dell’opera riprodotta, viene trattato con prodotti di origine naturale quali terre, pigmenti organici, materiali protettivi quali cere e resine come la colofonia, l’acqua di calce, per suscitare in chi ammiri la riproduzione in gesso un’emozione simile a chi si pone di fronte a un’opera famosa.

Mara Martellotta

Emergenza climatica: intervengono Bongioanni e Vercellotti

 “Italia Paese dei no, ma per la riconversione ecologica occorreranno decenni”

Il presidente del Gruppo consiliare di Fratelli d’Italia: “C’è bisogno di una strategia studiata di concerto con il tessuto produttivo”. Vercellotti, presidente della Commissione Bilancio: “È ora di dare dei segnali”

 

“Mi è tornata in mente un’intervista che ho letto venerdì sera e fatta a una delle figure più autorevoli, fulgide e illuminate del panorama politico nazionale, l’onorevole Guido Crosetto. Essa titolava: ‘L’Italia dei no’, perché il ‘no’ nel nostro Paese regna sovrano, soprattutto quando si tratta di compiere scelte strategiche che si riverberano sul territorio”. Sono state queste le parole che hanno introdotto l’intervento di Paolo Bongioanni, presidente del Gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, in occasione del Consiglio regionale aperto e incentrato sull’emergenza climatica. Quanti e quali sono i “no” che il Belpaese ha detto in questi anni? Il capogruppo di FdI Piemonte li enumera tutti: il no gli scavi, il no alle opere pubbliche, il no alle trivelle, il no al nucleare, il no al carbone, il no al gas, il no al petrolio, il no ai rigassificatori, il no agli impianti solari, il no agli impianti eolici, il no agli impianti idroelettrici. “Ad esempio – ha aggiunto Bongioanni –, non si possono sempre mettere in discussione opere infrastrutturali, come nel Cuneese (la mia terra) la variante di Demonte, per presunte ragioni di tutela del bene culturale-naturale. Oppure non ha senso opporsi alla costruzione di invasi che servono ai nostri agricoltori e allevatori, senza cui non ci sarebbe nemmeno un’economia. Non possiamo certo dire all’agricoltore di non coltivare più mais perché è troppo idrovoro, non facciamo ridere. Purtroppo, in una economia così globalizzata, tutti i Paesi devono fare la loro parte e serviranno decenni per realizzare i tanti obiettivi che lo sviluppo sostenibile pone sulla nostra strada: pensare di avere tutto e subito è irrealistico”. La riconversione ecologica necessita quindi di essere studiata “di concerto con il tessuto produttivo e deve avvenire in modo graduale, dando il tempo alle aziende di adeguarsi senza che questo comporti un costo sociale altissimo in termini di posti di lavoro, che non potremmo reggere. Ad esempio, l’orizzonte del 2035 come termine per la produzione dei motori a combustione interna nella Unione Europea, per una industria che deve affrontare una transizione tecnologica senza precedenti, è sostanzialmente inattuabile allo stato odierno”. Secondo Paolo Bongioanni, se nemmeno a livello di Unione Europea si riesce a fare fronte comune, attuando una strategia che riduca la dipendenza energetica dai Paesi extraeuropei e allestendo una strategia per le scorte alimentari, va da sé che i problemi del cambiamento climatico non saranno mai superati: “Bisogna affrontare la lotta al cambiamento climatico come il presidente americano Franklin Delano Roosevelt affrontò la crisi economica successiva al crollo della borsa di Wall Street del 1929, mostrando non catastrofismo cupo e inquietante ma, al contrario, la serenità di chi sa che le cose si possono risolvere con pazienza e ingegno umano”.

A queste affermazioni hanno fatto eco quelle di Carlo Riva Vercellotti (FdI), presidente della Commissione Bilancio, che ha a sua volta approfondito la questione connessa alla problematica climatica in Piemonte. In primis, sulla prevenzione dei danni da calamità naturali e sulla ricostruzione occorre lavorare e non fingere di farlo, spazzando via “quell’ipocrisia che continua nel fingere che la crisi energetica porterà nuovamente all’uso del carbone, che viene a raccontare al nostro pianeta che risolveremo i problemi del mondo riducendo la plastica in Piemonte, magari tassando le imprese e comprando le borracce che sappiamo essere più dannose all’ambiente nella fase di realizzazione rispetto al riciclo di una bottiglietta di plastica. Peccato che l’Europa intera sversi nei mari del mondo meno dell’1% del totale della plastica e dimentichiamo quello che fanno nel Sud-Est asiatico… Ci portano prodotti a elevato inquinamento sotto tutti i punti di vista, ma mi raccomando, dazi zero, così massacriamo per bene la nostra risicoltura e la nostra agricoltura. Poi diciamo ai nostri risicoltori che devono fare molto di più. Loro lo fanno e non si sono mai tirati indietro, ma perché gli stessi che danno ordini ai nostri risicoltori non si scatenano un po’ contro le lobby del commercio europeo, contro le nazioni dell’Asia sudorientale oppure contro i grandi fondi di investimento internazionale che portano via terreni all’agricoltura?”. In Piemonte esiste ed è purtroppo ben tangibile anche il problema dello smog e Riva Vercellotti, in tal senso, ha precisato: “Siamo lasciati soli. Vogliamo fare prendere coscienza alla nostra nazione e all’Europa che noi viviamo in un appartamento con una piccola finesttra, dove non c’è ricambio d’aria? Vogliamo raccontare ancora balle che con due domeniche senz’auto risolveremo il problema? La Regione deve continuare a fare la sua parte, come è giusto che sia, ma serve un programma strategico, coordinato e finanziato a nove zeri”. Ultimo tema, non meno importante, quello inerente ai trasporti: “Ci ricordiamo dei proclami nazionali, politici e di autorevoli persone contro l’alta velocità e per sviluppare il trasporto locale, i treni locali? Ecco, sono passati dieci anni: cosa è stato fatto? Nella passata legislatura regionale sono state eliminate tratte di Frecciabianca che servivano i pendolari, con promesse tutte crollate nel nulla totale. Vogliamo dare un segnale vero a favore del Piemonte? Allora pensiamo a un bonus speciale per le Regioni padane, al fine di promuovere l’efficientamento energetico, le auto a minor impatto ambientale, le risorse straordinarie per il trasporto ferroviario”.