E’ morto a 51 anni per un malore dopo una partita di calcio con gli amici. È in lutto la Fiom torinese nella quale era molto attivo Alessandro Ursoleo, che lavorava nello stabilimento di Chivasso della MA (ex Lancia). Era anche allenatore dei calciatori della squadra del Lucento. Impegnato nel sociale oltre che nel sindacato, il calcio era una delle sue grandi passioni.
What’s on in Turin: events and attractions for tourists, occasional visitors and expats
Easter, Easter Monday and 25 April (Liberation Day in Italy) are a great occasion to enjoy the first sunny days of the warm season. This year, the weather looks promising so why not organize a pic-nic out in one of the many parks of the city, such as Pellerina or Valentino, or even a stroll right outside the city?
If you opt for the Valentino Park, you can also time travel by visiting the lovely Medieval Village.
Another good idea is that of taking a daily pass of the sightseeing bus, jump on and off in the many stops or take the little train that from Sassi brings you on the hill of Superga, where the view of the city is breath-taking. Get all the info at the tourist board.
Cittàdellarte, in Biella, founded by Michelangelo Pistoletto, opens its door in Easter, Easter Monday, 25 April and 1 May. For info and booking write an email to termeculturali@cittadellarte.it
The Castle of Pralormo welcomes the 2022 edition of Messer Tulipano. This colourful festival gives you the possibility to admire more than 100,000 colourful tulips. A pleasure for eyes and soul.
Events and festivals
Off Topic is a multidisciplinary lab not far from Mole Antonelliana, symbol of the city. Many are events they organize: from concerts, to dance shows and even dinners with guided tastings. Wednesday 20 April, you can enjoy a dinner with an in-depth lesson to discover Vermouth, traditional liquor of Turin.
Music
On April 20, Fonderie Limone hosts the award for the best Italian songwriter. The entrance is free but the reservation is mandatory by sending an email to saturnio@saturnio.it.
Not many people know that our Conservatory is not only a school to become a musician. It also organizes concerts, performances and sometimes hosts even musicians from the world of pop/rock music. The concerts with students of the conservatory are free but the booking is mandatory.
And finally, 25 hours of music and 20 dj will entertain you at Bunker on 17 and 18 April.
Dance
Again at Off Topic, on Thursday 22 and Friday 23 April, you can follow the story of Ciccio Speranza, a man who struggles with his weight but dreams of dancing light and free as a butterfly.
At the same time, OGR are home to the performance entitled Moving Bodies, Open your Mind with the dance company EgriBiancoDanza.
Museums and Exhibitions
Always talking about music, from 15 April to 11 September, Spazio Musa hosts a beautiful collection dedicated to music album covers depicted by famous artists. I bet you know Andy Warhol signed a famous album cover, but what about Toulouse Lautrec?
Until the end of August, you can visit an enchanting exhibition at Palazzo Madama dedicated to Pompei. Have the possibility to enter a domus romana right before the city was destroyed in 79 AD
La Venaria Reale has organized exhibitions and events connected by a common topic, that of the “game”. Visit the exhibition: “From squares to courts” with rare iconographic evidence from the 18th and 19th centuries, including paintings from Royal Savoy Residences and exceptional posters from the Incisa archive of the Library of the Asti Bishop’s Seminary.
The topic of game continues with the exhibitions entitled Pictures at play, with the works of 18 Italian photographers, including Giovanni Gastel and Letizia Battaglia who have recently passed away.
Pinacoteca Albertina welcomes visitors with an exhibition explaining the process from drawing to painting and one entitled “drawing the city”.
Until May 8, at Gam you can visit the exhibition dedicated to Carlo Levi.
And for a moment of little pleasure…
I officially open the ice-cream season. And for once, instead of choosing a parlor in the city centre, why not discover the district of Mirafiori. Follow the suggestions of the colleague Roberta Carluccio. You do not need to read and translate the whole article. Just note the addresses in red, follow your navigator and try one of the many gelateria of the neighbourhood. If you reach it on foot or bicycle, kudos to you: you have definitely earned an extra treat: whipped cream on top. Don’t we all love the warm season?
Lori Barozzino
Lori is an interpreter and translator who lives in Turin. If you want to read more, here’s her blog.
E’ entrata nel minimarket minacciando il cassiere e un uomo presente nell’attività, puntando un coltello di 32 cm al fianco di quest’ultimo, e intimando al dipendente di consegnare l’incasso.
È quanto avvenuto venerdì sera in Corso Giulio Cesare. I due uomini presenti nel locale riescono in un primo momento a disarmare la donna, poi aiutata da una amica che interviene in suo soccorso in un secondo momento.
Grazie al suo aiuto, la donna entrata nel locale inizialmente estrae un coltellino svizzero e ferisce ad una mano l’uomo che la stava trattenendo, guadagnando la fuga. Le due vengono seguite all’esterno dal titolare, nel frattempo giunto sul posto.
Personale del Commissariato Centro in servizio di Volante intercetta le due donne in una via poco distante dall’accaduto e le ferma. Da successivi controlli, vengono rinvenute in loro possesso altre armi: in particolare la prima, una cittadina italiana di 38anni, ha con sé anche un paio di forbici , mentre la seconda, italiana, 35enne, ha un borsone contenente un bastone di 40 cm, una sega pieghevole e due calze da donna adattate alla funzione di passamontagna.
Le verifiche effettuate dagli agenti evidenziano che le due hanno precedenti di polizia per reati di natura predatoria e inerenti agli stupefacenti.
La prima è stata arrestata e posta agli arresti domiciliari, con l’accusa di tentata rapina con armi, la complice è stata denunciata per favoreggiamento personale; entrambe sono state denunciate per porto di armi e oggetti atti ad offendere
Rinasce l’Osservatorio Cittadino sulla salute delle donne, uno strumento istituito nel 2003 per monitorare e promuovere il raccordo con rappresentanti di istituzioni locali, ospedali, Asl, professioni mediche e organizzazioni della società civile che si occupano di promozione della salute femminile.
Oltre al ruolo di dialogo e coordinamento, l’Osservatorio faciliterà la lettura, in un’ottica di genere, di tutti i dati relativi alla salute delle donne sul territorio, definendo strumenti di monitoraggio e criteri di valutazione.Potrà inoltre sviluppare proposte per favorire l’utilizzo e la valorizzazione dei servizi che in città tutelano la salute della donna, ma anche ricerche innovative e pubblicazione delle offerte e delle istanze ai servizi, nonché iniziative aperte alla cittadinanza.
La prima riunione ne sancisce la nuova costituzione, dopo oltre dieci anni di inattività, grazie all’impegno e all’impulso di tanti soggetti diversi: “E’ la ripresa di un cammino e siamo consapevoli che ci attende un enorme lavoro per contrastare le strumentalizzazioni politiche dei corpi delle donne” ha dichiarato Jacopo Rosatelli, assessore al Welfare, Diritti e Pari opportunità.
La necessità di un confronto tra l’Amministrazione comunale e le associazioni cittadine che si occupano della salute femminile era stato evidenziata durante il forum ‘Salute é autodeterminazione’, promosso dalla Città di Torino l’8 marzo scorso. “Abbiamo colto la richiesta di molti soggetti cittadini di riattivare questo spazio di confronto e presidio da parte del Comune per monitorare e tutelare la salute delle donne che vivono a Torino” ha aggiunto Rosatelli.
Il basket visto da vicino
Dopo un momento di gloria vissuto contro Casale, Torino riporta indietro il tempo nella fase “ad orologio” giocando male e confusamente.
A partire dal coach Casalone, probabilmente alle prese con più problemi di quanti possiamo immaginare, gestisce i cambi in modo convulso e dimentica che, pur con tutti i limiti, non ha il roster di Milano o Bologna, e far ruotare continuamente 7 giocatori non ti permette di giocare meglio.
Ovviamente, la prestazione del secondo tempo di domenica scorsa resta probabilmente unica e irripetibile, però è anche vero che lo schema vincente non può sempre essere “palla ad Alibegovic e speriamo in bene”!
Tutta la squadra gioca sottotono e con I soliti nervosi momenti di De Vico e l’apatia agonistica di Oboe in evidenza.
Konè gioca meglio e sembra dare segnali di possibile buon gioco con 6 punti nei primi minuti. Poi commette il quarto fallo ad inizio terzo quarto e per il coach è come ne avesse commessi cinque e non lo fa più rientrare. Va bene che probabilmente non resterà ancora molto a Torino, ma perché acquistare un giocatore per non farlo mai giocare? Peggio di Oboe non è, ma viene dimenticato in panchina, è in un finale punto a punto con in campo evanescenti ombre, forse avrebbe potuto essere utile.
Degli altri possiamo dare la sufficienza a Landi e Toscano, anche se il tiro da tre punti non è stata la loro arma migliore ieri sera.
Scott gioca a tratti e sembra con il “freno a mano tirato” ma prova a fare qualcosa.
Alibegovic fa tutto: playmaker, tiratore, stoppatore: manca solo più che provi anche a vendere le bibite al pubblico e ha provato tutti i ruoli… . Ma non può giocare da solo!
Pagani e Oboe pervenuti poco, e De Vico è di nuovo “a corrente alternata”: gioca male o litiga con tutti…
Insomma, sembra di essere tornati alla normale delusione… .
Si torna a giocare mercoled sera. Sperare è lecito, ma chi vive sperando di solito non finisce bene.
Paolo Michieletto
“La Passione secondo Jacquerio”
Alla Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, visita guidata agli affreschi dell’artista torinese, fra i maggiori esponenti del gotico internazionale
Domenica 17 e lunedì 18 aprile, ore 15,30
Buttigliera Alta (Torino)
I toni sono marcatamente realistici. Il dolore e la sofferenza di Cristo Uomo piegato sotto il peso della Croce, lungo la via che porta al Golgota, si confrontano drammaticamente con la spietata crudeltà dell’essere umano che lo deride, lo sbeffeggia, lo picchia e lo incalza privo d’ogni parvenza di terrena pietà. Siamo di fronte a “La Salita di Cristo al Calvario”, sicuramente l’affresco più prezioso (fra quelli raffiguranti la vita di Cristo) conservato nell’ex-sacrestia dell’Abbazia, o meglio “Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso”, realizzato intorno al 1430 da Giacomo Jacquerio (Torino, 1375 ca. – 1453), fra gli esponenti di maggior spicco della pittura tardo gotica in Piemonte.
L’affresco si inserisce in quella complessiva decorazione pittorica della Precettoria (fondata dall’Ordine di Sant’Antonio di Vienne, su volere del conte Umberto III di Savoia, negli ultimi anni del XII secolo, monumento nazionale dal 1883, assegnato da Papa Pio VI all’“Ordine Mauriziano”) che rappresenta la principale e meglio documentata testimonianza superstite della lunga e prolifica carriera dell’artista piemontese. E per chi non ne avesse ancora sperimentato la profonda intensità emozionale (quale specchio di tragica contrapposizione fra il Bene ed il Male) e l’elevata qualità artistica, si presenta – nel periodo più consono per accompagnare al godimento artistico la ritualità del Sacro, fra la Domenica di Resurrezione ed il Lunedì dell’Angelo – la possibilità di prenderne contezza attraverso due interessanti visite guidate programmate per domenica di Pasqua 17 aprile e lunedì di Pasquetta 18 aprile, a partire dalle ore 15,30. L’affresco, per la crudezza dei toni, è un’autentica botta al cuore. Su sfondo neutro, i personaggi raffigurati (da quelli che trattengono la croce a quello che tira Gesù con la corda) “presentano – si è annotato – lineamenti talmente alterati e deformati che sembra abbiano quasi connotazioni non umane. Tra la folla, si riconoscono il fabbro, a cui i giudei si rivolgono per fabbricare i chiodi della croce di Cristo e Giuda con la barba e i capelli rossi (colore che richiama la violenza e le fiamme dell’inferno) e il vestito giallo per evocare il tradimento”. La visita alla “Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso”, in territorio di Buttigliera Alta, venti chilometri da Torino all’imbocco della Valsusa, permetterà anche di ammirare (oltre alla struttura dai motivi tipicamente tardogotici di influenza francese del complesso monastico, di cui le tre imponenti “ghimberghe” dei portali decorate con formelle in terracotta e pinnacoli sono l’elemento predominante), altri affreschi realizzati da Jacquerio a partire dal 1410 e distribuiti fra il presbiterio della chiesa e l’ex-sacrestia. Affreschi venuti alla luce nel 1914, allorché, nel corso di lavori di restauro, venne scoperta un’iscrizione autografa dell’artista in margine ad un affresco raffigurante la “Madonna in trono”.
Di qui la scoperta e l’attribuzione sulla parete sinistra del presbiterio (e in problematico stato di conservazione) di altre figure “a fresco”, dai “Sei Profeti” ad altre immagini di “Santi e Sante” affacciate, sulla parete di destra, al ciclo della “Vita di Sant’Antonio Abate” e a momenti di “vita contadina” improntati ad un rigoroso, magistrale realismo. In migliore stato di conservazione, sono invece gli affreschi dell’ex-sacrestia, autentiche preziosità artistiche: dall’“Annunciazione” ai “Santi Pietro e Paolo”, dall’“Orazione nell’Orto” ai “Quattro Evangelisti” sulle “vele” della volta fino al massimo capolavoro de “La Salita di Cristo al Calvario”, in cui Jacquerio ha saputo coniugare la perfezione stilistica (per lui ormai dato di fatto) alla potenzialità di emozioni trascendenti il reale per toccare i vertici dell’infinito assoluto. Del dolore e del sacrificio del figlio di Dio fatto Uomo. Morto in Croce per salvare coloro che “non sanno quel che fanno”.
Gianni Milani
Per info: Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, Buttigliera Alta (Torino); tel. 011/9367450 o www.ordinemauriziano.it
Nelle foto:
– Giacomo Jacquerio: “La Salita di Cristo al Calvario”
– Interno della Precettoria
– Facciata esterna
Germana Zuffanti ci parla della “Fuga da Kabul” dell’agosto del 2021 e dell’omonimo libro scritto con il Generale Giorgio Battisti.
Il ritiro “frettoloso” di quel che era rimasto della coalizione internazionale e la chiusura delle ambasciate occidentali in Afghanistan ha fatto riflettere tutti noi, ci ha lasciato amareggiati e con un senso di vuoto, in quei giorni d’estate a tutto pensavamo tranne che essere immersi in un’altra dimensione come quella di un paese di nuovo in mano ai temuti Talebani. Paese lontano eppure mediaticamente ed empaticamente così vicino.
Germana Zuffanti, funzionario presso il Rettorato dell’Università di Torino e giornalista pubblicista, da tempo impegnata nello studio dell’attualità geopolitica, ha scritto a quattro mani con il Generale Giorgio Battisti, primo comandante della Missione internazionale ISAF in Afghanistan, il libro “Fuga da Kabul”, edito da Paesi Edizioni. Il saggio racconta del ritorno dei Talebani in Afghanistan nell’estate del 2021, dell’ attualissima importanza del territorio asiatico all’interno degli equilibri internazionali e dell’oscuramento dei diritti umani anche per le giovani generazioni.
La missione Nato, impegnata a ristabilire la democrazia e la libertà -“la famosa attività di peace keeping”- in un paese dilaniato dai conflitti, si è conclusa con un significativo senso di frustrazione e con un forte interrogativo: ” ne è valsa la pena, considerati i morti, i sacrifici umani, il difficile e inefficace impegno diplomatico? Sono stati spesi trilioni di dollari, si è cercato di esportare la democrazia in un paese perennemente in guerra, ma alla fine sono tornati loro a governare l’Afghanistan, i Talebani; lo avevano già fatto dal 1998 e fino al 2006 imponendo rigide regole e gravissime limitazioni sui diritti umani, in particolar modo contro le donne in nome di quel credo religioso che li ha formati nelle madrase pakistane.
Dal libro:
“Forse però non tutto è stato vano, la missione ha ridato speranza ad una popolazione senza pace e ha indicato una via di sviluppo sociale ed economico che il nuovo Emirato non potrà cancellare facilmente.”
Dottoressa Zuffanti quale è l’attuale situazione in Afghanistan, soprattutto per le donne, dopo il ritiro delle truppe Nato e il ritorno del regime talebano?
Qualche dato può dare una idea della situazione e spingerci a fare una riflessione.
Le ragazze prima dell’agosto 2021 rappresentavano il 40% degli studenti, 300.000 frequentavano l’università e 100.000 erano donne, mentre nel 2001 solo poche migliaia si recavano a scuola.
Sono stati costruiti 4.500 edifici scolastici e formati più di 200.000 insegnanti dei quali oltre il 30% donne. L’80% della popolazione possedeva un cellulare, il 66% un televisore e il 18% usava internet, con maggiore sviluppo nella regione centrale di Kabul. Erano in vita 45 stazioni radio, 75 canali televisivi, agenzie di stampa e tante pubblicazioni, inclusi 7 quotidiani. Sono state edificati oltre 33.000 km di strade asfaltate e la più importante autostrada del Paese è stata completata al 90%.
La mortalità legata alla maternità è diminuita del 15% e quella infantile del 35%, oltre il 61% della popolazione aveva accesso all’acqua potabile.
Ma un grande risultato, soprattutto, era stato raggiunto: far conoscere agli Afghani, ai giovani in particolare (oltre il 50% della popolazione ha meno di trent’anni), le condizioni e i presupposti legittimi della propria libertà.Dopo il 15 agosto, al di là dell’immagine che i Talebani 2.0 hanno voluto regalare al mondo ed alla comunità internazionale, si è tornati violentemente indietro di vent’anni. Il loro governo ha sostituito il ministero degli Affari Femminili con il ministero per la propagazione della virtù e la prevenzione del vizio. Il nuovo organismo ha ricominciato a far rispettare molti rituali islamici con la forza attraverso la polizia morale come era anni addietro. Tra i ministri e viceministri non ci sono più donne ( prima della presa del potere dei guerriglieri, le politiche all’esecutivo erano il 6,5%, una percentuale bassa, ma migliore rispetto alla condizione attuale).
Una donna afghana oggi non può lavorare fuori casa (ad eccezione di qualche medico o infermiere) e fare qualsiasi altra attività se non accompagnata da un mahram (un parente stretto come il padre, il fratello o il marito). È proibito trattare con negozianti uomini, essere visitate da dottori di sesso maschile o studiare in scuole, università o altre istituzioni educative. Le limitazioni comprendono anche normali abitudini femminili come usare cosmetici, portare tacchi alti o vestiti colorati (è obbligatorio il burqa, pena violenze e frustate). Presenziare a trasmissioni radio e tv, praticare sport, andare in bicicletta o in moto, ridere ad alta voce non è neanche contemplato. Esistono bus per sole donne e non ci sono bagni pubblici femminili, per quelle che hanno relazioni fuori dal matrimonio è prevista la lapidazione pubblica, in sostanza un inferno.
Durante la missione della coalizione internazionale, durata 20 anni, la situazione femminile in fatto di diritti e di evoluzione socio-culturale era la stessa in ogni parte del paese?
No la situazione non era la stessa, non lo è mai stata. Se è vero che a Kabul negli ultimi anni si respirava aria di modernità e democrazia, nelle parti più lontane dalla capitale, quelle geograficamente più difficili perché aspre e montuose, vigeva e vige il cosidetto Pashtunwali, “la via del pashtun”, un codice di vita, un insieme di regole morali e di comportamento a cui gli afghani sono molto più devoti che alla legge dei tribunali. Il Pashtunwali promuove il rispetto di sé, l’indipendenza, la giustizia, l’ospitalità, l’onore, l’amore, il perdono, la tolleranza, ma anche la vendetta, soprattutto verso gli estranei. In questo modello di vita le donne hanno, nella famiglia e nel clan, un ruolo subordinato e vivono una condizione di assoluta segregazione e isolamento.
Come è nata l’idea di scrivere il libro “Fuga da Kabul”?
Lo scorso fine agosto il Generale Battisti ed io ci siamo ritrovati a partecipare ad un webinar sulla questione afghana. Nella mia attività di giornalista pubblicista mi sono occupata di Afghanistan, di Medioriente, di terrorismo internazionale, di questione femminile. Ci è stato chiesto di dar vita ad un libro sul ritiro delle truppe internazionali da Kabul che non fosse però un istant book, ma un breve saggio dedicato alla situazione afghana che approfondisse, altresì, la questione del declino dell’occidente e della sua decisa determinazione di imporre la democrazia attraverso quella che anche noi nel libro chiamiamo ultima “ingerenza umanitaria”. Non avendo esperienza come giornalista di guerra, ho cercato di riportare, attraverso le testimonianze del Generale Battisti ,“boots on the ground”, e in maniera più obiettiva possibile l’immagine di un paese da sempre martoriato da guerre intestine e portate dal nemico, ma certamente popolato da gente fiera e guerriera che porta sulla pelle i segni della sua gloriosa storia.
Maria La Barbera
La Pasqua porta grandi novità a Messer Tulipano, la manifestazione nel parco del castello di Pralormo, che annuncia da 22 anni la primavera con la straordinaria fioritura di oltre 100.000 tulipani e narcisi.
Per la prima volta I visitatori potranno ammirare a fondo parco i tulipani spontanei, fioriti nella collina dell’Azienda Agricola, che circonda il Castello. In quest’area, i visitatori possono fare picnic sui prati.
“Vogliamo offrire ai visitatori la possibilità di immergersi nei fiori e nella natura e di conoscerla meglio e più da vicino – dice Consolata Pralormo – Per questa ragione, abbiamo invitato a Messer Tulipano il prof. Professor Gianfranco Curletti, “Indiana Jones” degli entomologi, che racconterà le sue avventure nelle foreste africane, australiane e centro-sudamericane. Le sue spedizioni hanno portato alla scoperta di oltre 600 specie di coleotteri”.
Il piantamento nel parco e nel giardino è sempre rinnovato nelle varietà e nel progetto-colore, ed ospita tra le tante varietà curiose, una collezione di tulipani neri e un percorso nel sottobosco dedicato ai tulipani pappagallo, ai viridiflora, ai tulipani fior di giglio ed ai frills dalle punte sfrangiate.
Nella serra antica francese, appositamente per la Pasqua, viene presentato per la prima volta il ”geranio tulipano”, una varietà particolare di geranio che a differenza dei fiori che vediamo abitualmente fiorisce a mazzetti di piccoli tulipani.
Il primo pelargonio di questo tipo, ‘Patricia Andrea’, venne brevettato da Frank Andrea negli Stati Uniti nel 1966 ed era probabilmente una mutazione spontanea di una pianta appartenente alla serie francese, di grandi dimensioni, conosciuta come Fiat. Era diversa da ogni altra cultivar vista fino a quel momento. I petali dei fiori semi doppi infatti, non si aprivano mai del tutto e davano alle infiorescenze l’aspetto di tanti mazzetti di piccoli tulipani di colore rosso chiaro. Nel corso dei decenni successivi, il signor Andrea, incrociandola con altre varietà, ottenne un rosso più deciso con Red Pandora e il rosa/salmone con Pink Pandora. I ‘Tulip-flowered pelargoniums’ si diffusero molto negli Stati Uniti e nel 1985 giunsero in Europa dove trovarono molti estimatori affascinati dal loro aspetto insolito e dalle abbondantissime fioriture. Ormai ne esistono una quindicina di varietà. Gli ibridatori sono riusciti ad allargare la gamma dei colori disponibili e a creare alcune forme dal portamento più contenuto, rispetto a quelle standard.
Al centro della puntata le nozze di Arianna e Livio nel Castello di Montaldo Torinese
Domenica 17 aprile, alle ore 14:20, su Canale 5 nuovo appuntamento con la seconda edizione di “Scene da un Matrimonio“. Anna Tatangelo racconta il matrimonio di Arianna e Livio a Montaldo Torinese.
Arianna e Livio si incontrano per la prima volta nel 2007 presso il centro estetico dove lui lavora come massaggiatore ed estetista. Lei vi si è recata per fare la prima pulizia del viso della sua vita. L’inizio promette malissimo perché Arianna si presenta con mezz’ora di ritardo e l’agenda di Livio non consente deroghe. Dopo le antipatie iniziali però capiscono che qualcosa di forte li accomuna. Da quel momento in poi, Arianna si apre con Livio come non aveva mai fatto con nessuno prima di allora.
Il matrimonio e il ricevimento si svolgeranno nel giardino del Castello di Montaldo Torinese.
“Scene da un Matrimonio” è un format di Gianni Ippoliti prodotto da Pesci Combattenti, la società di produzione di Cristiana Mastropietro, Riccardo Mastropietro e Giulio Testa. La Regia della puntata è affidata a Jovica Nonkovic. Produttore Esecutivo Pesci Combattenti Marianna Capelli. Produttore Esecutivo Mediaset Francesca Gioia.
Gli investigatori della Sezione Antirapina della Squadra Mobile unitamente a personale del Commissariato di P.S. “Mirafiori”, hanno dato esecuzione ad un’Ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Torino a carico di un italiano gravato da precedenti di polizia, P.D. (29 anni), gravemente indiziato di aver perpetrato numerosi reati predatori.
Nello specifico, l’indagato, il precedente 3 marzo, era già stato tratto in arresto in flagranza di reato da personale del suddetto Commissariato di P.S. per tentato furto aggravato in danno di un esercizio commerciale; in conseguenza dell’arresto, il Tribunale di Torino aveva emesso la misura cautelare degli arresti domiciliari, anche in relazione ad un ulteriore tentato furto aggravato commesso in data 31 gennaio in pregiudizio di un negozio di parrucchieri. Secondo l’ipotesi dell’accusa, in entrambe le occasioni, l’indagato, in orario notturno, aveva cercato di introdursi negli esercizi commerciali tagliando le maglie metalliche delle saracinesche con una tronchese.
In esito a complesse indagini, svolte dagli investigatori, sotto il costante coordinamento della locale Procura della Repubblica, venivano raccolti gravi indizi di colpevolezza a carico del P.D. in relazione al delitto di ricettazione di numerosi capi di abbigliamento firmati del valore di oltre 10.000 euro, provento di furti aggravati commessi nelle date del 7 e 16 febbraio in danno di due esercizi commerciali, siti nel quartiere “Mirafiori”, nonché relativamente a sei rapine perpetrate tra il 7 febbraio ed il 31 marzo in Nichelino (TO) e nei quartieri “Nizza”, “San Secondo” e “Mirafiori”, in pregiudizio di altrettanti negozi e farmacie. Il modus operandi ricostruito dagli investigatori era sempre lo stesso: l’indiziato entrava travisato nell’esercizio commerciale e, brandendo un coltello o altra arma bianca, minacciava i dipendenti impossessandosi della somma di denaro custodita nella cassa. In un’occasione ingaggiava con una dipendente una colluttazione, colpendola al viso con alcuni pugni al fine di impossessarsi del maltolto.
L’attività investigativa riguardante le condotte delittuose veniva sviluppata grazie all’analisi delle modalità con cui venivano perpetrati gli atti predatori e alla disamina dei filmati dei sistemi di videosorveglianza presenti in zona, portando gli investigatori sulle tracce dell’indagato.
E’ in corso attività d’indagine tesa ad accertare l’eventuale coinvolgimento del P.D. in altri analoghi episodi criminosi.