ilTorinese

Mercalli e Oliva alla Fiera del libro di Sauze d’Oulx

Prima lo storico Gianni Oliva con il suo primo romanzo “Il pendio dei noci”, poi il climatologo Luca Mercalli che, nonostante l’infortunio a un piede, provocato da una banale caduta in casa e non su un ghiacciaio ha raggiunto ugualmente Sauze d’Oulx per presentare, senza papillon, il suo libro “Breve storia del clima in Italia”. Folla e successo di pubblico alla tradizionale Fiera del libro di Sauze che terrà aperti i battenti fino al 24 agosto al Parco giochi in centro paese. Si tratta della nona edizione della rassegna promossa dall’Associazione culturale IncercadiAmici,Unione librai delle bancarelle, Panassi librerie, edizioni Susalibri, con il patrocinio del Comune di Sauze. Nei prossimi giorni interverranno, tra gli altri, Mauro Minola, Angelo Toppino, Paola Arnaldi, Alice Basso e Luisella Ceretta.  Fr

Turismo in Piemonte: il primo semestre 2025 segna ancora una crescita

Cresce ancora il turismo in Piemonte. I dati relativi ai movimenti turistici dei primi sei mesi del 2025 confermano un trend positivo: gli arrivi aumentano del 2,2% e le presenze del 5,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, raggiungendo quasi 2,9 milioni di arrivi e oltre 7,7 milioni di pernottamenti. Anche la permanenza media si allunga, passando da 2,6 a 2,7 notti.

L’incremento riguarda sia il turismo nazionale che internazionale. Gli italiani fanno registrare un +2,1% negli arrivi e un +6,2% nelle presenze. Bene anche il turismo estero: +2,4% di arrivi internazionali e +4,4% di pernottamenti, con una quota straniera ormai stabilmente superiore al 50%.

Molto significativa la crescita dei visitatori dagli Stati Uniti, con un aumento delle presenze superiore al 20%. La Germania si conferma il primo mercato estero per arrivi e presenze, seguita da Francia, Regno Unito, Svizzera e Benelux. Ottime anche le performance di Scandinavia (+4,3% arrivi, +6,2% presenze) e Spagna (+9,5% arrivi, +8% presenze).

A livello nazionale, gli arrivi dalla Lombardia aumentano del 5,6%, con un +7,7% nelle presenze. Seguono Lazio, Veneto ed Emilia-Romagna.

Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha commentato:
«Questi numeri confermano la nostra strategia di promozione turistica – che è sempre più aperta ai mercati internazionali con la presenza degli stranieri in costante aumento. La crescita dei pernottamenti dimostra che i turisti allungano la loro permanenza sul nostro territorio grazie alla ricchezza e alla qualità della nostra offerta. Anche grazie ai grandi eventi il Piemonte è sempre più protagonista degli itinerari di viaggio con livelli di soddisfazione che si confermano più alti della media nazionale».

Sulla stessa linea l’assessore regionale al Turismo, Paolo Bongioanni:
«Sono dati che decisamente incoraggiano il cambio di marcia che il Piemonte turistico sta costruendo. Una strategia di promozione ancora più incisiva e coordinata fra i diversi attori e livelli del territorio. Un’unione organica fra turismo, sport e valorizzazione delle eccellenze agroalimentari del Piemonte come fattori di attrattività. E in parallelo l’impegno per l’incremento e potenziamento dell’offerta ricettiva attraverso la Legge 18/99, che abbiamo riattivato ora dopo 15 anni e che mette a bando quasi 16 milioni per alberghi, B&B, agriturismi, campeggi, villaggi e rifugi. Tutti strumenti che stiamo mettendo a punto per consolidare e far crescere ancora una tendenza virtuosa».

Anche Silvio Carletto, presidente del CdA di Visit Piemonte, sottolinea i risultati:
«Il trend positivo per il turismo in Piemonte prosegue e si conferma per tutti i prodotti, dalla montagna, alla collina, dai laghi alla città, ribadendo l’efficacia delle strategie di promozione e comunicazione sviluppate grazie al grande lavoro degli ultimi anni di Regione e Visit Piemonte con tutti i consorzi turistici e le ATL. Oltre ai numeri in aumento delle presenze, anche le recensioni online testimoniano e premiano la crescita della qualità dell’offerta degli operatori del territorio, riflettendo la soddisfazione del cliente rispetto al prodotto turistico piemontese. Un dato che cresce rispetto al passato e che continua a superare quello analogo dell’Italia. Estremamente interessante, inoltre, l’incremento di turisti da Stati Uniti, Spagna e Scandinavia».

Il trend positivo coinvolge tutte le aree-prodotto. La montagna, scelta dal 20% dei turisti, registra un aumento delle presenze di quasi il 14%. Bene anche le colline (+3,7% arrivi, +6,6% presenze), i laghi (+1,6% arrivi, +2,5% presenze) e l’area di Torino e prima cintura, che concentra il 37% dei flussi turistici, con un incremento del 3,3% delle presenze.

Anche la soddisfazione dei turisti continua a crescere: il punteggio medio delle recensioni online è salito di 0,4 punti, raggiungendo 86,7/100, superiore alla media nazionale (86,5/100).

Il monitoraggio della spesa turistica, effettuato tramite le transazioni con carte di credito estere (circuito VISA), mostra un aumento delle carte monitorate di oltre il 16% rispetto al primo semestre 2024. La spesa registrata cresce del 4,2%, per un totale superiore ai 400 milioni di euro (limitatamente alla quota monitorata).

Per quanto riguarda la distribuzione geografica della spesa, la collina raccoglie il 30,6% dei volumi, seguita da Torino e prima cintura (30,2%). La montagna è l’area con il maggiore incremento rispetto all’anno precedente: +14,7%.

La spesa media per visitatore evidenzia un turismo altospendente in diverse zone: nelle colline si raggiungono picchi superiori ai 200 euro nei mesi invernali, segnale della forte attrattività delle aree Unesco di Langhe, Monferrato e Roero. Nei laghi il picco si registra a giugno (oltre 170 €), in montagna a febbraio (oltre 180 €), mentre Torino e cintura toccano i 170 € a gennaio.

Scuole più sicure: dalla Regione 1,8 milioni per la manutenzione 

Ha riscosso in pochi giorni un grande successo presso i Comuni piemontesi la prima edizione del bando regionale, aperto il 22 luglio scorso, per assicurare il mantenimento in efficienza delle strutture scolastiche di competenza degli Enti locali del territorio piemontese per l’annualità 2025.

Un chiaro segnale di attenzione nei confronti dei Sindaci e delle loro difficoltà quotidiane nel reperire risorse a favore  delle strutture scolastiche e per migliorare la qualità e il benessere degli allievi .

Con uno stanziamento di 1,8 milioni di euro, la Regione Piemonte ha concepito un bando semplice e snello, per venire incontro all’esigenza degli Enti Locali di mantenere sempre sicuri gli edifici scolastici e tutelare l’incolumità di studenti, docenti e di tutto il personale in servizio.

Destinatari della misura sono gli enti locali della Regione Piemonte, quindi Capoluoghi di provincia, Province e Città Metropolitana, Comuni ed Unioni di Comuni; sono ammessi gli edifici scolastici di proprietà pubblica, ospitanti le scuole pubbliche statali e paritarie di tutti i gradi, dall’infanzia alle secondarie di secondo grado, sono inoltre ammessi centri per l’istruzione degli adulti e poli per l’infanzia.

Chiorino: «Una scuola che funziona parte anche da un’aula accogliente e sicura»

«Garantire ambienti scolastici sicuri, dignitosi e funzionali è un dovere delle istituzioni e una priorità assoluta per la Regione Piemonte. Con questo bando vogliamo dare una risposta concreta alle richieste dei territori, semplificando le procedure e mettendo i sindaci nelle condizioni di intervenire rapidamente sulla manutenzione straordinaria degli edifici scolastici. Investire sulla qualità delle strutture significa investire sul diritto allo studio e sul futuro dei nostri ragazzi: una scuola che funziona parte anche da un’aula accogliente e sicura. Il Piemonte crede nella scuola e nella sua funzione educativa e sociale, e continuerà a sostenerla con atti concreti, come questo» ha dichiarato Elena Chiorino, vicepresidente della Regione Piemonte e assessore all’Istruzione e Merito.

Il contributo e come richiederlo

Il contributo massimo concedibile è 100 mila euro e il minimo 20 mila euro per ogni singolo intervento e verrà assegnato in base all’ordine cronologico di invio delle domande, fino a esaurimento delle risorse.

Ciascun Ente può presentare una sola domanda di contributo per ogni singolo edificio scolastico. Le Unioni di Comuni possono presentare una sola domanda per ogni comune facente parte dell’Unione. Gli interventi dovranno essere avviati entro 6 mesi dall’assegnazione del contributo e conclusi entro 12 mesi.

Il bando “Interventi di manutenzione straordinaria per la riqualificazione del patrimonio edilizio scolastico esistente” – Annualità 2025” “ è pubblicato sul sito della regione Piemonte alla pagina: https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/manutenzionestraordinaria2025

Ferisce alla gola ospite di una comunità: arrestato

Un ospite di origini egiziane della comunità Siloe di Cavagnolo (Torino) ha  colpito alla gola con un taglierino un altro ospite, 23 anni, originario del Burkina Faso. È stato arrestato dai carabinieri della compagnia di Chivasso con l’accusa di tentato omicidio e portato in carcere a Ivrea. Il ferito non sarebbe in pericolo di vita, ed è ricoverato in prognosi riservata all’ospedale San Giovanni Bosco di Torino.

 

Travolto e ucciso da un treno mentre attraversa i binari

A circa due chilometri dalla stazione di Novara un uomo di circa 50 anni ieri e’ stato travolto e ucciso da un treno. Sono intervenuti i vigili del fuoco, personale di Rfi, il 118 e la polizia per  gli accertamenti al fine di verificare la dinamica dell’accaduto. Le autorità hanno fatto fermare il convoglio e sono stati cancellati alcuni treni nella tratta tra Novara e Chivasso e tra Torino e Milano. Trenitalia ha predisposto bus sostitutivi.

Europa Radicale: 5 agosto veglia notturna davanti al carcere di Torino

 Mercoledì 6 proposta di numero chiuso per le carceri italiane.

Martedì 5 agosto, a partire dalle ore 23:00, Europa Radicale trasmetterà in diretta social una veglia notturna di fronte al carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino.

“A un anno esatto dalla veglia che organizzammo nello stesso luogo — afferma Igor Boni — durante la quale esponemmo i nomi delle persone che si sono tolte la vita in carcere, la situazione è peggiorata. Ribadiremo la cecità del duo Delmastro-Nordio, responsabile di continue violazioni dei diritti sia dei detenuti che degli agenti penitenziari. Daremo anche i numeri aggiornati del sovraffollamento carcerario.”

L’iniziativa proseguirà mercoledì 6 agosto alle ore 12:00, con una conferenza stampa presso la sede dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta (Via San Dalmazzo 9/bis, Torino). In tale occasione, Europa Radicale presenterà la proposta di introdurre un numero chiuso per le carceri italiane.

“Nel Regno Unito — spiega Boni — se la capienza di una struttura è di 100 posti, non è consentito ospitare 101 detenuti. In caso di nuovi ingressi, è obbligatorio liberare posti tramite pene alternative o provvedimenti straordinari. Lo stesso principio potrebbe essere adottato anche in Italia, evitando il sovraffollamento e spingendo lo Stato a utilizzare soluzioni alternative come gli arresti domiciliari, la liberazione anticipata o l’inserimento in comunità di accoglienza.”

📌 Diretta social:

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L’isola del libro. Da un romanzo… all’Australia

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

 

 

Alexandra Lapierre “L’indomabile e misteriosissima Miles Franklin” -edizioni e/o- euro 22,00

In queste 460 pagine c’è tutto quello che occorre per un incantevole romanzo (potrebbe essere anche un film epico) dove si amalgamano magistralmente: la bravura dell’autrice, una protagonista che non si scorda più, avventura, spazi infiniti, eventi storici e molto altro ancora.

Innanzitutto è un’assoluta garanzia la firma di Alexandra Lapierre (figlia del famoso Dominique Lapierre, autore di “La città della gioia”); autrice di biografie che restituiscono il giusto rilievo a donne spesso trascurate dalla storiografia, ma che hanno vissuto esistenze eccezionali e raggiunto grandi primati.

Questo libro è il frutto di 4 anni di minuziose ricerche; Alexandra Lapierre ha scandagliato gli archivi sparsi agli angoli del mondo e si è messa sulle tracce della protagonista, visitando di persona i luoghi del suo passaggio.

Franklin Stella, Miles, (nome maschile di un avo che, alla nascita, le diedero per ultimo e poi diventerà il suo marchio) è la prima di 7 tra fratelli e sorelle. Nasce nel Bush interno australiano, in una fattoria in crisi, Stillwater (acqua cheta).

Adora il padre, uomo sensibile e buono, ma pessimo negli affari. Invece, per lo più, è in rotta di collisione con la madre, che discende da una ricca e colta famiglia; donna intelligente ed energica, ma rassegnata al ruolo tradizionale di moglie e madre, che prospetta anche alla figlia.

Stella-Miles ama gli sconfinati spazi del Nuovo Galles del Sud, dove adora cavalcare libera; è rude con i giovanotti affascinati dalla sua audacia; i limiti della società vittoriana le vanno stretti. Ha deciso: non si sposerà, e mai diventerà la serva di marito e figli. Il suo orizzonte è decisamente più ampio…anzi, sconfinato.

Ha talento nella scrittura, la sua maestra ne intuisce il potenziale e la incoraggia. Così inizia a germogliare il seme della futura: scrittrice, femminista, volontaria, attivista e donna straordinaria, protagonista del 900, Stella-Miles Franklin.

Piccola di statura (appena 1metro e 53 cm) -dentro è un gigante- occhi chiari leggermente a mandorla, una cascata di riccioli bruni raccolti nella lunga treccia. Non ha paura di nulla e nessuno.

Ingaggia la prima sfida scrivendo “La mia brillante carriera”, ispirato alla vita in famiglia e agli altri abitanti della zona; senza risparmiare descrizioni acute e spietate degli angusti orizzonti della società dell’epoca.

Il romanzo viene pubblicato a Edimburgo ed è immediato successo in tutto l’Impero. Purtroppo però ha firmato un contratto capestro e non ricava alcun profitto.

All’inizio subisce il disappunto di chi la riconosce e si sente messo sotto accusa nelle sue pagine. Le cose cambiano quando, grazie ai riconoscimenti della critica, diventa famosa ed il libro è considerato il primo capolavoro che, finalmente, mette in risalto la letteratura australiana a livello mondiale.

Decide di andare a Sidney, senza un soldo in tasca, ma sperando di stipulare contratti vantaggiosi con altri editori. Ormai è il personaggio del momento e le dame dell’alta società se la contendono come ospite d’onore nei loro salotti. Purtroppo non conclude nulla di quanto sperava; in compenso, conosce alcune femministe e sono incontri importanti.

Torna a casa per scrivere il libro inchiesta sull’esperienza da infiltrata -come domestica- nelle famiglie benestanti di Sidney: ha documentato i maltrattamenti inflitti metodicamente dai datori di lavoro e scritto “Quand’ero Mary Ann, una schiava”. Peccato venga rifiutato dagli editori.

Ma lei è indomabile e coraggiosa, con l’aiuto della madre -che le offre la chance a lei negata- spicca il volo.

E’ l’avvio di una vita avventurosa in America, dove trova solidarietà nella suffragetta Vida Goldstein e nelle femministe che lottano con lei, delle quali Stella condivide gli ideali.

Sostiene lo sciopero delle operaie a Chicago, lavora come cavallerizza in un circo in Colorado, nel 1907 arriva a San Francisco distrutta dal terremoto.

Scrive tutte le esperienze che vive nei suoi reportage, sotto pseudonimi vari.

Si barcamena sempre in ristrettezze economiche, ma nulla la ferma.

E durante la Prima guerra mondiale si offre volontaria in un ospedale da campo nei Balcani.

Poi decide di approfondire le ricerche sui primi fondatori galeotti dell’Australia, rintanandosi tra i preziosi documenti conservati negli archivi della London Library.

E’ allora che l’assale una struggente nostalgia del Bush, dove decide di tornare.

Ricomincia nella terra delle sue radici, dove conduce un’esistenza semplice e con pochissimi mezzi.

Dal 1929 scrive splendidi romanzi di carattere storico e li firma con lo pseudonimo Brent of Bin Bin. Il successo è travolgente.

E anche se scrivere è la profonda passione che la anima, persiste nel non voler rivelare la sua vera identità; agli occhi del mondo, la scrittrice Miles Franklin continua ad essere scomparsa da 35 anni.

La svolta è nel 1936, quando riceve l’S.H.Prior Memorial Prize che la consacra gloria letteraria nazionale e restituisce finalmente a Miles Franklin il posto che le spetta da sempre di diritto.

Nonostante la fama, lei non cambia stile di vita, tantomeno si monta la testa; molto più semplicemente e con esemplare coerenza, continua a vivere modestamente.

Fino a quando il suo cuore si ferma per le complicanze di una pleurite; il 19 settembre 1954, a poche settimane dal compiere 75 anni.

Ha disposto che la notizia non appaia sui giornali e le sue ceneri siano disperse nelle acque del Jounama Creek, fiume che dalle montagne scorre a sulle terre di Talbingo e che la riporta dritta agli anni dell’infanzia.

La sorpresa piomba mesi dopo, all’apertura del testamento. Quando il più grande dei suoi misteri è svelato: in banca aveva accumulato una fortuna da destinare a un premio letterario annuale, che porti il suo nome e sia degno del continente australiano.

Una giuria di 5 persone deve assegnarlo all’opera che meglio rappresenta la vita in Australia, sotto qualsiasi aspetto e in qualunque epoca.

Convinta della necessità di dare risalto alla letteratura nazionale (e svincolarla dalle influenze inglesi e americane) Stella aveva sempre rinunciato a tutti gli agi e al superfluo, mettendo da parte un tesoro immenso.

Il Miles Franklin Literary Award oggi è uno dei premi più ricchi del pianeta, nonché quello letterario più prestigioso ed ambito del Commonwealth.

Il primo scrittore australiano ad ottenerlo, nel 1957, è stato Patrick White, in seguito vincitore anche del Premio Nobel per la letteratura.

Ed ora c’è anche lo Stella Price, premio da assegnare alla migliore opera dell’anno scritta da una donna

 

Miles Franklin “La mia brillante carriera” -elliot- euro 17,50

Dietro il nome apparentemente maschile si cela proprio lei, la più grande scrittrice australiana, Stella Maria Sarah Miles Franklin; potremmo anche definirla, mecenate delle patrie lettere post mortem.

La prima ad aver posto le basi di una letteratura che scandaglia e fa conoscere al mondo intero il cuore più autentico e profondo del suo sconfinato e spettacolare paese.

Ha iniziato a scrivere questo romanzo a 16 anni, l’ha finito a 20 e pubblicato a 22, nel 1901.

Protagonista è il suo alter ego, Sybilla Melvyn, che le somiglia praticamente in tutto: tipo di famiglia, il Bush nel quale vive, la passione per la scrittura, l’anelito alla libertà, il rifiuto dei rigidi canoni dell’epoca vittoriana, la ricerca di un femminismo molto personale (quando il movimento non era ancora neanche nato).

Sybilla è la figlia dell’affascinante Richard Melvyn, proprietario terriero e allevatore, “uno che conta”, e dell’aristocratica Lucy Bossier di Caddagat.

La piccola è cresciuta nel Bush, ama cavalcare e non sa cosa sia la paura.

Poi il padre ha dovuto fare i conti con l’allevamento poco remunerativo, si è dedicato alle aste del bestiame e le cose sono andate di male in peggio.

Nel romanzo tocchiamo quasi con mano la fatica di vivere cotti dal sole, logorati dalla fatica, la strenua lotta contro la siccità e gli altri ostacoli di una terra bellissima, ma che lancia sfide continue.

E’ questo lo sfondo su cui cresce la protagonista, che si ribella alle due sole opzioni che si profilano all’orizzonte di una ragazza: matrimonio o insegnamento.

Una svolta c’è quando, per alleggerire la famiglia di una bocca in più da sfamare, Sybilla viene ospitata nella tenuta della nonna.

Ed è lì che, grazie all’affetto e alle attenzioni soprattutto della dolcissima zia Helen, la giovane trova poco a poco più sicurezza in se stessa ed impara un nuovo modo di affrontare la vita.

Non è bella secondo i soliti canoni, ma ha il fuoco dentro, e per chi sa vedere più in profondità, traspare; è questo a renderla particolarmente affascinante.

Sicuramente lo pensa l’attraente e ricco proprietario terriero Harry Beecham, che la corteggia.

Sybilla non gli è indifferente; ma quando lui le propone di sposarlo, ecco l’amletica scelta tra un rassicurante futuro convenzionale oppure la brillante carriera che sogna da sempre.

Da questo famoso classico della terra dei kangaroo è stato tratto l’omonimo film diretto da Gillian Armstrong, nel 1979, interpretato da Sam Neil e Judy Davies, sullo sfondo di incantevoli scenari tipici dell’Australia; che incantarono pubblico e critica quando la pellicola concorse al 32 Festival di Cannes.

 

Robert Hughes “La riva fatale” -Adelphi- euro 23,00

A lungo, per i cartografi, l’Australia non è esistita; o meglio, si sapeva di un continente australe, ma è solo con una spedizione nell’Oceano Pacifico che si apre una nuova frontiera.

Il capitano Cook nell’aprile del 1770 sbarca nell’odierna baia di Sidney ed accerta una volta per tutte la reale presenza di quella sconfinata terra.

Però dopo la scoperta dell’Australia da parte dell’Impero Britannico, per quasi 20 anni la Corona sembra dimenticarsene.

Di fatto, la storia dell’Australia inizia il 26 gennaio del 1788, con l’arrivo della flotta di 11 vascelli inglesi, che gettano l’ancora a Botany Bay. A bordo ci sono1030 persone, ma poiché 800 di loro sono galeotti in catene, possiamo considerarle una sorta di tante arche di Noè della criminalità.

Le oltre 700 pagine di questo libro –tra romanzo storico e saggio- raccontano una storia di grande sofferenza e dolore; di fatto, l’espulsione di interi gruppi di persone “indesiderabili”. Non esattamente un bell’inizio, ma da quello è sorta una strabiliante nazione.

L’ultima nave di deportati sbarcherà nel 1868. E nell’arco di tempo tra i due approdi, l’Australia si configura come immenso penitenziario; sede del primo esperimento di deportazione di massa, attuato dal mondo cosiddetto civile.

E’ dalla scoperta dell’America nel 1492 che l’Inghilterra esiliava i suoi delinquenti a scontare le pene nelle colonie oltreoceano.

In Australia, secoli dopo, l’opera sarà più massiccia e cruenta.

Soprattutto, trasformerà un intero continente inesplorato in una prigione dove scaricare 200.000 “pezzi da galera”.

In questo modo i tribunali britannici escogitarono il “sistema” per ripulire la società da chi ritenevano: derelitto, irrecuperabile, rifiuto umano.

Le pene più severe –incluse le condanne a morte tramite impiccagione- vennero convertite nella deportazione dall’altra parte del globo.

Inoltre l’Australia era anche la colonia ricca di nuove materie prime preziose. Le cose poi non furono tanto facili; a partire dalla natura stessa dei luoghi, rivelatisi spesso impenetrabili, difficili ed irti di pericoli.

Nel corso degli anni il paese si configurò come gigantesca prigione a cielo aperto. I condannati sopravvissuti al durissimo viaggio finivano in campi simili a lager; dov’erano sottoposti a duro lavoro, privazioni e torture di ogni genere.

Stessa sorte toccò agli abitanti autoctoni, gli aborigeni australiani che, come i nativi nord americani, furono decimati e spodestati.

Nel testo di Hughes sono documentate le condizioni dei deportati, molti dei quali erano bambini.

Le donne, a loro volta, erano prigioniere dei prigionieri; ma, peggio di tutti furono trattati gli aborigeni, soprattutto i tasmaniani che, da veri padroni del continente precipitarono all’ultimo livello della scala sociale, considerati meno di nulla.

Chi ce la faceva, come gli ex carcerati, dopo aver scontata la pena, si inseriva nella società dei coloni “senza macchia” e in un sistema conservatore, improntato a uno snobismo di stampo provinciale.

Per esempio si scimmiottava la tradizionale caccia alla volpe della madre patria; solo che, in mancanza della fulva preda britannica, si rincorrevano gli australiani dingo.

Dunque, per i primi 80 anni dopo l’arrivo degli inglesi l’Australia fu sostanzialmente un pozzo nero, la cui fine fu decretata dall’approdo dell’ultima nave nel 1868.

Nel frattempo, era cresciuta una florida nazione in cui gli scambi erano stati continui, l’economia in piena crescita e sviluppo.

Tuttavia, l’Australia moderna sembrava voler dimenticare le origini, intrise di sangue e dolore; quasi si vergognasse delle sue radici che ramificavano nelle lontane galere inglesi.

Nel 1987 sarà proprio un australiano a pubblicare “La riva fatale”, mastodontico libro sull’insediamento e la costruzione dell’Australia. Lo scrittore, critico d’arte e storia, documentarista televisivo, Robert Hughes (nato a Sidney nel 1938, morto a New York nel 2012).

Ha fatto ricerche approfondite e vastissime in più campi: dall’economia alla politica, dalla storia militare alla zoologia, passando per le antiche tecniche di costruzione delle navi e il supporto di documenti importantissimi.

Si è avvalso di centinaia di testimonianze, dati e fonti che hanno restituito voce ai tanti disgraziati che furono i primi bianchi a vivere sul suolo Australiano.

Dunque un testo fondamentale –di scorrevole lettura, nonostante la mole- per chi vuole conoscere a fondo questo immenso ed affascinante angolo di mondo.

 

 

Patrick White “L’esploratore Voss” -Mondadori- euro 15,00

Patrick White è ritenuto il fondatore del romanzo australiano moderno, insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1973 (uno dei più misconosciuti tra i Nobel, e neanche lo ritirò di persona).

Era nato a Londra il 28 maggio 1912 e dopo solo 6 mesi la famiglia tornò in Australia; la sua infanzia fu segnata da una grave forma di asma che lo costrinse ad una forzata solitudine e contribuì a formare il suo carattere schivo ed introverso.

Sviluppò una notevole immaginazione; l’isolamento fu sopportabile perché leggeva, scriveva, esplorava e scopriva l’amore per il teatro.

Crescendo non si distinse negli studi, avrebbe preferito dedicarsi solo alla scrittura; in seguito per un po’ fece l’allevatore di pecore e bovini.

Alla morte del padre, ebbe la fortuna di ereditare una somma che gli permise di mantenersi e dedicarsi tranquillamente alla sua vera passione.

L’esploratore” del 1957 è considerato il suo capolavoro, ma va ricordato che White è stato un intellettuale controverso. Aveva fama di uomo burbero, scostante, autore difficile che scriveva in modo criptico, per lo più troppo indecifrabile e faticoso da leggere.

L’esploratore” narra proprio la storia di un esploratore tedesco, Johann Ulrich Voss, deciso ad intraprendere la pericolosa scoperta dell’entroterra australiano.

L’opera trae ispirazione dalla seconda perlustrazione realmente effettuata nel 1848 dall’esploratore tedesco Ludwig Leichardt all’interno del continente australiano, e di lui si persero le tracce.

Nel romanzo, il protagonista Voss risulta un personaggio bizzarro, complesso, megalomane, spinto non solo dalla curiosità di scoprire terre e natura nuove, selvagge e inesplorate. La sua spedizione, più che geografica, trascende l’elemento fisico ed insegue piuttosto una connessione spirituale.

Il suo si configura prima di tutto come viaggio interiore, cammino di sofferenza verso la crescita come persona e sconfina in ricerca del senso dell’universo.

Importante sarà l’incontro e la comunicazione spirituale con la sensibile Laura Trevelyan. Ma non è previsto il lieto fine. Piuttosto nel romanzo emerge la spettacolare ambientazione australiana; la natura selvaggia e la storia della sua esplorazione.

Serie A: tra venti giorni si riparte, tra problemi cronici e solito fascino

Manca poco più di venti giorni all’inizio della nuova stagione di Serie A, e come sempre, si riparte tra mille contraddizioni.
I problemi strutturali sono noti e ancora irrisolti: stadi vecchi, spesso semivuoti, e pochi investimenti in infrastrutture moderne. La pirateria continua a erodere i ricavi televisivi, rendendo difficile la competitività a livello internazionale. Intanto, in campo aumentano gli stranieri, mentre i giovani italiani faticano a trovare spazio.
Eppure, nonostante tutto, la Serie A resta affascinante. Il campionato è incerto, aperto, con più squadre pronte a giocarsi lo scudetto e altre capaci di sorprendere.
Forse non è il torneo più ricco o spettacolare d’Europa, ma sa ancora emozionare. Ed è proprio questa imprevedibilità, questo equilibrio sottile tra crisi e passione, a tenere viva l’attesa.

Enzo Grassano

La strafottenza di un ciociaro

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Internet ha ripreso la figura di   A n a c l e t o   V e r r e c c h i a   diventato per l’occasione persino aforista, malgrado l’irruente verbosità ciociara di quello che su Wikipedia è  definito addirittura filosofo. Capisco che, come diceva Tolstoj, tutti i morti sono belli , ma a distanza di 13 anni dalla morte va usato un metro di giudizio almeno veritiero, se non del tutto distaccato. Mi fecero conoscere V e r r e c c h i a  i professori Francesco Prestipino e Paolo Rocc , suoi colleghi in  una scuola media torinese di Borgo Vanchiglia. Quindi il dato biografico che andrebbe ricordato è che fu insegnante di materie letterarie nella scuola media. In tempi successivi ottenne di insegnare nelle scuole italiane all’estero, che erano spesso in sedi disagiate  Insegnò nella scuola italiana di Vienna, ma l’incarico di addetto culturale è cosa totalmente diversa perché riservata al personale diplomatico. Gli unici non diplomatici erano e sono i direttori degli istituti italiani all’estero, ma  V e r r e c c h i a  non è mai stato direttore di istituti italiani all’estero. Non so dove e come si laureò in Germanistica. Credo che si fosse laureato in materie letterarie forse al Magistero o alla Facoltà di lettere. Una volta parlai incautamente  di lui a due germanisti  universitari -tra cui  il grande Cesare Cases  – si dissero  indignati nell’ apprendere che  V e r r e c c h i a  si presentasse come un germanista. Le sue opere, sempre a metà strada tra la storia, la letteratura e qualche reminiscenza filosofica, dimostrano che saltello’ in modo disordinato e dilettantesco da Nietzsche  di cui scrisse dell‘impazzimento torinese, suscitando critiche negativissime da Vattimo e da Navarro) a Giordano Bruno, a Schopenhauer,  per giungere perfino a Wagner. Volendo nobilitarlo,  V e r r e c c h i a  fu un poligrafo, spesso superficiale, quasi  sempre settario perché il suo anticristianesimo  e il suo greve anticlericalismo di stampo primo Novecento erano sufficienti a screditare in termini scientifici  i suoi scritti. Non bastava dirsi anti cristiani per essere seguaci di Nietzsche, mi disse una volta Oscar Navarro  che mi citò ironicamente  la signorina Felicita che Gozzano mise in versi,  facendo rimare insieme le camicie da stirare  con Nietzsche.  V e r r e c c h i a  non  venne mai invitato a convegni scientifici e i suoi lavori sono meramente divulgativi. Non ci sarebbe nulla di male nel divulgare. Anch’io
faccio anche  il divulgatore, ma la sua supponenza che rasenta, a volte persino il comico, rende intollerabile il personaggio.  Cito  tre suoi  aforismi: “Un Dio crocifisso è paradossale, un Dio circonciso è ridicolo“. “Il cervello degli italiani è impastato male“. “Cimiteri: discariche umane“. Tre esempi bastano e avanzano. Per valutare V e  r r e c c h i a  applicherei a lui un suo aforisma che condivido : “Il modo migliore di saggiare la sostanza dei libri sarebbe quello di metterli in infusione ,così come si fa con certe erbe“. Dopo “l’infusione” i suoi libri non si trovano neppure più sulle bancarelle e nessuna enciclopedia seria ha scritto di lui. Il “germanista“ si definiva amico di Prezzolini per averlo intervistato e avrebbe voluto far  credere di esserne addirittura  l’erede. Prezzolini in persona negò questa amicizia, quando io andai a trovarlo a Lugano. Il direttore de “ La Stampa” Gaetano Scardocchia, che gli fece scrivere qualche articolo, si accorse di aver preso una cantonata e il suo successore Paolo Mieli troncò la breve collaborazione. Potrei ancora continuare, ma mi fermo, augurandomi che questo articolo, scritto in un momento di pausa feriale, possa evitare in futuro beatificazioni  immeritate e inadatte ad un “Anticristo”. Nessun editore oggi ripubblicherebbe i suoi libri datati, oltre che superficiali, composti di facili battute più che di ragionamenti pacati e documentati da letture approfondite e  adeguate.