Scende dall’auto e muore investito in autostrada
È sceso dall’auto ed è stato investito e ucciso nella notte sull’autostrada Torino-Milano in direzione Torino, nei pressi del casello di Borgo d’Ale nel Vercellese. Non è stato possibile salvarlo nonostante l’intervento del 118. L’uomo, 54 anni, è morto per le gravi ferite riportate. Solo pochi giorni fa un altro uomo era stato ucciso da una vettura sulla tangenziale di Torino mentre stava riparando una gomma.
Ombre cinesi
IL PUNTASPILLI di Luca Martina
Negli ultimi mesi un’ombra si sta allungando minacciosa sulla Cina che ci appare oggi come un’autentica tigre in gabbia. Il rallentamento dell’economia era previsto ma l’ultimo dato, una discesa dell’11% delle vendite al dettaglio, ha rappresentato un campanello d’allarme da non sottovalutare.
Proveremo allora per un attimo ad ignorare l’avvertimento di Ennio Flaiano, per il quale “capire la Cina è non soltanto impossibile ma inutile”, e cercheremo di comprendere cosa stia avvenendo nel Celeste Impero, unificato dalla dinastia Qin (dalla quale deriva il nome del Paese) due secoli prima di Cristo.
Va ricordato innanzitutto come Xi Jinping, durante i suoi dieci anni di presidenza, abbia riportato indietro con decisione le lancette della storia: la spinta riformistica (con vaste aperture all’iniziativa privata), iniziata quarant’anni fa da Deng Xiao Ping con la creazione del “Socialismo con caratteristiche cinesi”, ha subito una brusca frenata e lo Stato, controllore, imprenditore e pianificatore, è tornato, con una pericolosa inversione di marcia, pienamente protagonista.
Dopo avere dato il maggiore contributo alla crescita dell’economia mondiale per quasi vent’anni (seppure con minore impeto nell’ultimo decennio), quest’anno il gigante asiatico potrebbe non riuscire a centrare l’obiettivo ufficiale (recentemente riconfermato) di un progresso del PIL del 5,5% e crescere meno degli Stati Uniti.
Una grande responsabilità è da attribuire alla politica della “tolleranza zero” nei confronti della pandemia di Covid19 (con le chiusure di molte città, porti e centri produttivi). Dietro una la scelta così draconiana e per certi versi incomprensibile ci sono gli inconfessabili timori di una nuova ondata aiutata dall’adozione di un vaccino nazionale, il CoronaVac della cinese Sinovac, poco efficace di fronte alle variazioni del virus e dalla scarsissima copertura della popolazione raggiunta con la terza dose.
L’obiettivo di Xi è quello di presentarsi quale unico candidato possibile al ventesimo congresso del Partito Comunista Cinese (il PCC) del prossimo novembre, con le carte in regola per ottenere la terza riconferma (sino al 2027) ma di fronte alle difficoltà economiche stanno emergendo sempre più chiaramente due fazioni contrapposte.
Da un lato c’è la linea della “prosperità comune” e del capitalismo di Stato, il “nuovo concetto di sviluppo” secondo le parole di Xi, che mira a ridurre le diseguaglianze esistenti all’interno del Paese reprimendo i monopoli delle aziende private ed i redditi “irragionevolmente” elevati e redistribuendo la ricchezza dalle ricche regioni costiere a quelle, molto più povere, dell’interno. La Cina dovrebbe così affrancarsi dagli investimenti stranieri e dagli enormi gruppi di proprietà degli odiati “magnati assetati di profitti” (che controllano buona parte dei settori più innovativi), riducendo la sua dipendenza dalle esportazioni e privilegiando i consumi interni, ed emergere più forte che mai in settori strategici come la tecnologia, le telecomunicazioni e l’aerospaziale.
Gli strumenti adottati dall’attuale governo hanno rappresentato, specie negli ultimi due anni, una vera e propria terapia d’urto che ha avuto effetti drammatici sul settore tecnologico e dell’educazione, sottoposti a regolamentazioni severissime ed ora in forte contrazione (anche dal punto di vista borsistico, con il crollo delle loro quotazioni).
Persino peggiore è stata la sorte del settore immobiliare, pari al 20% del PIL, dove l’intento di prevenire maggiori problemi futuri, causati da una eccessiva salita speculativa dei prezzi delle case, ha provocato il fallimento “controllato”, per evitare il panico degli investitori cinesi, di alcuni dei più importanti operatori ed il crollo delle vendite di case (ad aprile -47% rispetto ad un anno prima). Anche la gestione della crisi russo-ucraina, dopo un iniziale totale allineamento con l’ “amico Putin”, ha suscitato malumori all’interno del partito che il presidente non ha potuto ignorare completamente e che hanno condotto ad una maggiore prudenza nei confronti dell’alleato.
Dall’altro versante ha preso forza lo schieramento, critico nei confronti di Xi e coerente con le aperture e le riforme dei precedenti leader, che annovera tra gli altri il primo ministro Li Keqiang e Han Zheng, uno dei setti membri del Comitato esecutivo del Politburo (il vertice composto dai più influenti esponenti del governo). L’opposizione, condotta all’interno del Comitato centrale, difende gli interessi delle regioni costiere, responsabili di gran parte della crescita degli ultimi decenni, e sostiene l’importanza dei rapporti internazionali, il ruolo ricoperto dalle esportazioni e dagli investimenti esteri ed un minore interventismo dello Stato in ambito economico.
Non c’è dubbio sul fatto che ambedue gli schieramenti puntino a riportare la Cina ad un ritmo elevato di crescita ma le strategie, come abbiamo visto, sono radicalmente diverse.
Il ruolo (e la rielezione) del “Nuovo timoniere” (così viene soprannominato richiamando il “Grande Timoniere” Mao Tse-Tung) non è certamente in discussione. L’esperienza maoista, che con un approccio patriarcale ed accentratore condusse alle nefaste conseguenze della “Rivoluzione culturale”, ha dimostrato l’importanza di una gestione collegiale del potere e proprio per questo il presidente si trova ora in una posizione di debolezza all’interno del PCC. Al prossimo convegno il presidente potrebbe non ottenere mano libera nella nomina degli altri componenti del Politburo e uscirne perciò depotenziato.
Questa situazione dovrebbe portare nel prossimo futuro Xi a mostrarsi più conciliante, ammorbidendo l’intransigenza dimostrata sinora sia sul fronte del Covid che su quello delle aziende private (e della lotta alla corruzione, che gli ha procurato molti nemici).
Novembre non è ancora alle porte ma il tempo per riportare la locomotiva asiatica sul giusto binario è limitato e Xi Jinping ne è sicuramente cosciente.
Il percorso è molto stretto e ritardi o errori di manovra determinerebbero gravi conseguenze, non solo per la Cina, in un momento storico già molto incerto e difficile da decifrare.
I prossimi mesi dovrebbero aiutare a rischiarare l’orizzonte e ricordarci che, a pensarci bene, “tutta la varietà, tutta la delizia, tutta la bellezza della vita è composta d’ombra e di luce” (Lev Tolstoj).
“Alla luce delle recenti dichiarazioni del Ministro Messa, chiediamo che si chiarisca in tempi rapidi il destino del previsto centro per l’intelligenza artificiale (I3A) proprio a Torino. Lo prevede un decreto legge del 2021, per il quale sono stati stanziati anche i primi 21 milioni di euro. Le parole dl Ministro dell’ Università e della Ricerca hanno provocato confusione e dubbi, dubbi che Torino e l’Italia non possono permettersi.” Lo ha dichiarato in una nota la deputata di Azione Daniela Ruffino
“Il Governo ha assunto un impegno, deve dare dunque seguito ad una legge del Parlamento. Se Torino perdesse davvero il centro per l’intelligenza artificiale sarebbe un colpo ferale. Fare rete tra territori, Università e imprese diventa fondamentale in un momento di ripresa come quello che viviamo. Il Governo dia una risposta definitiva e proceda col progetto.” Ha concluso la Ruffino.
Nuova Rsa a Beinasco: “Edmondo De Amicis”
È stata inaugurata a Beinasco dal gruppo Colisee’ Italia una nuova Rsa dal nome “Edmondo De Amicis”, comprendente 90 posti letto e una superficie complessiva di 3600 metri quadrati.
Il gruppo gestisce, soltanto in Piemonte, 11 strutture, oltre a quelle di Beinasco, Cavagnolo, Novara, due Alessandria e quattro a Torino, per un totale di 17 Rsa in tutta Italia.
Il gruppo è impegnato in un importante processo di digitalizzazione per garantire un servizio ancora più trasparente, tutte le strutture sono presenti sul portale WEDoxa, sistema per la rilevazione della soddisfazione dei servizi erogati sia da parte degli ospiti sia delle famiglie.
“L’obiettivo che muove le nostre azioni – ha commentato Fabio Massimo Ragusa, CEO Colisee’ Italia – è quello di garantire il benessere dei nostri residenti, facendoli sentire come a casa propria. Per far ciò ci impegniamo per soddisfare le loro esigenze, convinti che le nuove tecnologie possano offrire opportunità uniche per creare legami tra gli ospiti e i loro parenti. A tale scopo siamo impegnati nel portare a compimento un percorso di digitalizzazione delle strutture, atto a migliorare la qualità di permanenza degli ospiti e dei servizi offerti, con la massima attenzione nei confronti dell’eccellenza professionale dello staff. Le nostre strutture, per garantire una maggiore trasparenza ancora del servizio, sono presenti sul portale WeDoxa, che serve per la rilevazione della soddisfazione dei servizi erogati, sia da parte degli ospiti, sia delle famiglie, mediante la pubblicazione di recensioni. Le residenze sono anche dotate di nuovi Portal, dispositivi che permettono di realizzare videochiamate di alta qualità e utilizzati anche per la messaggistica.
Con lo sviluppo dell’app MyColisee, vogliamo ridurre le distanze tra struttura e famiglia, consentendo ai parenti di ricevere aggiornamenti dalle residenze e interagire con la direzione dello staff, in modo tale da rendere le comunicazioni più rapide e efficienti”.
La residenza Edmondo De Amicis, che si trova in via Maria Teresa Fornasio, è costituita da tre nuclei di residenza con trenta posti ciascuno, per un totale di 90 posti letto. La superficie complessiva è di 3600 mq e è stata realizzata con un approccio capace di garantirne il risparmio energetico, la sicurezza e la funzionalità, non dimenticando l’eleganza, gli standard di qualità e comfort.
Dal punto di vista energetico la struttura è dotata di un impianto di produzione di acqua calda sanitaria, costituito da una pompa di calore ad alta temperatura, collegata ad accumuli coibentati, per poter disporre di acqua calda anche in assenza di produzione. Sulla copertura è stato installato un grande impianto fotovoltaico in grado di produrre energia elettrica a partire da fonti rinnovabili e, per quanto riguarda l’impianto di climatizzazione, è stata adottata una soluzione innovativa, all’avanguardia, composta da sette sistemi a pompa di calore, abbinati a unità interne canalizzabili, ideale per garantire ambienti salubri e, al tempo stesso, accoglienti.
Sul fronte della sicurezza la residenza è dotata di una scala centrale, con filtro a prova di fumo, e due scale di emergenza contrapposte, un ascensore per visitatori, un elevatore di servizi e un montaletti di tipo antincendio.
Mara Martellotta
Un tavolo operativo sul cibo e l’alimentazione per Torino: è questa la proposta emersa nel corso del dibattito che apre la VII edizione del Festival del Giornalismo Alimentare, in programma martedì 31 maggio e mercoledì 1° giugno al Centro Congressi Lingotto di Torino. Un incontro per ragionare sulle potenzialità e le criticità di Torino come capitale del gusto e del cibo, insieme alle principali associazioni di categoria e ai rappresentati del mondo politico e imprenditoriale, svoltosi presso Palazzo Birago di Borgaro.
La proposta è stata recepita dall’assessora all’Ambiente della città di Torino Chiara Foglietta, intervenuta in rappresentanza dell’amministrazione comunale:
“Abbiamo già creato un gruppo di coordinamento fra gli assessori perché il tema cibo è competenza di diversi assessorati. Penso che sia opportuno estendere il gruppo di lavoro a tutti i soggetti che si occupano di politiche del cibo.”
Hanno preso parte al tavolo di confronto, coordinato dal direttore del Festival Massimiliano Borgia, Guido Bolatto Segretario Generale della Camera di commercio di Torino, Corrado Alberto Presidente API Torino, Giulio Trombetta Presidente Exclusive Brands Torino, Maria Luisa Coppa Presidente ASCOM Torino, Andrea Perino Confesercenti Torino, Elena Schina CNA Torino, Roberto Grassi di Campagna Amica Coldiretti Torino, Gianluca Cornelio Meglio Direttore CAAT Torino, Egidio Dansero Vice rettore Università di Torino e Chiara Foglietta assessora Ambiente e Politiche del Cibo Città di Torino.
Guido Bolatto: “Torino da tempo è punto di riferimento internazionale dell’enogastronomia: abbiamo iniziato a occuparci di valorizzazione delle eccellenze food dal 2001/2002, in vista delle Olimpiadi 2006. Lo sforzo che dobbiamo fare adesso è capitalizzare questa posizione per promuovere al meglio le imprese non solo della città ma anche della zona metropolitana. Occorre legare Torino, come polo di eventi culturali, con il territorio che la circonda. I turisti spesso non sono a conoscenza delle proposte fuori città, nelle colline del chierese o a Ivrea per esempio. Altro grande obiettivo è intercettare i grossi flussi turistici del Piemonte (due fra tutti, quello degli sciatori e dei tifosi della Juventus) facendoli atterrare anche sul territorio cittadino, integrando l’offerta turistica. Bisogna farsi conoscere in loco e non puntare solamente sull’export.”
Corrado Alberto:
“A livello di competenza e presenza delle industrie a Torino manca davvero poco per diventare capitale di una food valley. Sono presenti grandi marchi agroalimentari conosciuti e amati in tutto il mondo, dal caffè al settore dolciario passando per quello degli alcolici e del vino fino ai pastifici. Tuttavia dobbiamo capire che città del cibo non significa solo produzione di alimenti ma anche di macchinari per le industrie alimentari. In questo senso a Torino per tanti anni l’automotive ha fagocitato la crescita di tutti gli altri settori, tanto che fino a qualche anno fa era difficile trovare componenti per le industrie alimentari.
Giulio Trombetta
“Ci deve essere un cambio di mentalità in occasione dei grandi eventi: dobbiamo vedere queste occasioni come opportunità a 360°, non come punizioni, deve cambiare l’atteggiamento della città. Dobbiamo internazionalizzare l’approccio delle strutture ricettive, che passa anche dalla conoscenza e dalla padronanza della lingua inglese. Se vogliamo essere capitale del cibo dobbiamo mettere i turisti nella condizione di essere accolti al meglio. La mentalità industriale deve rendersi conto che per attrarre personale deve essere a sua volta attrattiva. Per avere un forte tessuto industriale anche alimentare dobbiamo fare in modo che i giovani considerino di grande valore venire a vivere e lavorare a Torino.”
Maria Luisa Coppa
“Torino adesso è di nuovo in un momento magico grazie ai grandi eventi che abbiamo ospitato, ma occorre che la politica si impegni in prima persona per promuovere i territori d’eccellenza della provincia e della regione, decidendo dove indirizzare le risorse. Dobbiamo aiutare le piccole imprese, dando visibilità ai piccoli produttori che hanno poca attenzione da parte dei media, come per esempio quello della pasticceria con il quale possiamo competere a livello mondiale. Così come dobbiamo promuovere fra i giovani il lavoro legato al cibo, primo fra tutti il lavoro nella ristorazione.”
Andrea Perino
“Non ha più senso pensare al cibo come facevano i nostri genitori. Ora un artigiano alimentare deve inventarsi modi diversi di attrarre i clienti, in particolare penso al pubblico dei giovani. Io faccio il panettiere e penso che per esempio il pane possa diventare veicolo di valori importanti per il pubblico giovanile. La strada è far conoscere le filiere che stanno dietro il cibo, dando visibiltà anche alle aziende agricole.”
Elena Schina
“Il settore dell’artigianato agroalimentare è in difficoltà non solo per l’aumento del costo delle materie prime e dell’energia, ma anche perché queste realtà spesso si trovano sono in mezzo alla filiera, fra fornitore e consumatore. Una soluzione è proprio quella di valorizzare le filiere in tutti i loro segmenti. Per questo occorre lavorare sull’erogazione dei finanziamenti, troppo spesso rivolti alle filiere industriali di grandi dimensioni e non indirizzati alle filiere delle piccole e medie imprese.”
Roberto Grassi
“Torino è stata una delle prime città a investire sui mercati dell’ortofrutta e questo ha aiutato molto a far emergere l’importanza del racconto di cosa c’è dietro un prodotto. Tuttavia il numero di imprese agricole che può vendere direttamente a Torino è limitato, per questo è fondamentale lavorare sulle filiere. Occorrerebbe creare un tavolo operativo di confronto permanente sulle politiche del cibo a Torino, non sui grandi progetti ma sull’operatività concreta del cibo sostenibile a Torino, cosa serve per portare cibo di qualità in città e farlo scegliere ai cittadini.”
Gianluca Cornelio Meglio
“Oggi i centri agroalimentari se vogliono rendersi diversi dal consumo di massa e diversificare, devono raccontare il valore del lavoro che sta dietro al singolo prodotto. Per questo abbiamo deciso di lavorare soprattutto sul localismo, per distinguere l’offerta. Se vogliamo essere capitale del cibo dobbiamo preoccuparci del valore sociale, iniziare dal contrasto allo spreco alimentare come CAAT abbiamo messo in piedi progetti di raccolta che possono essere d’esempio per la città.”
Egidio Dansero
“Torino è partita ormai diversi anni fa con politiche del cibo innovative che sono poi rimaste in mezzo al guado. E’ venuto il tempo di riprenderle e svilupparle. Torino aveva un dibattito sulle food policy molto prima di altre città italiane. Ora dobbiamomettere a sistema tutte le iniziative in questo campo, partendo dal rapporto fra città e mondo rurale. Per esempio il turismo enogastronomico, che va in cerca della ruralità, potrebbe essere uno stimolo per mettere in dialogo Torino e il suo territorio.”
Aveva solo 22 anni Gabriele Cecconi, originario di Borgomanero e residente a Cureggio. Lo hanno trovato morto sotto una scogliera a La Valletta. La dinamica dell’accaduto è in fase di accertamento.
Il giovane aveva studiato all’istituto alberghiero di Gattinara e si era trasferito a Malta per lavorare a Palazzo Parisio, un noto hotel dell’isola. I funerali si svolgono oggi lunedì 30 maggio alle 15 nella chiesa di Cureggio.
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Preso a bastonate in testa nel parcheggio Lidl
Un 44enne di origini albanesi, noto alle forze dell’ordine, è stato colpito alla testa con un bastone nel parcheggio del supermercato Lidl di Asti. L’ambulanza lo ha portato in ospedale in condizioni non gravi. I carabinieri indagano sull’aggressione che potrebbe essersi verificata nel corso di un diverbio.
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