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Il bossing

Il bossing, con un termine derivato dall’inglese boss, capo, è una forma di mobbing attuato, in ambito lavorativo, scolastico o associativo, da un superiore o da chi sia investito di una qualche forma di responsabilità.

E’ a tutti gli effetti una forma di violenza psicologica attuata per motivi diversi, a seconda dell’ambito in cui si sviluppa, dal genere delle parti coinvolte, e dalle ragioni per cui insorge.

Elemento comune a tutte le forme di bossing è il risultato atteso: le dimissioni, il trasferimento o l’allontanamento della vittima.

In ambito lavorativo, specie in Italia dove per il licenziamento occorrono, nella maggior parte dei casi, una giusta causa ed un giustificato motivo si assiste ad una forma di mobbing mirante alle dimissioni spontanee di un soggetto per permettere l’assunzione di qualcuno raccomandato, per eliminare qualcuno scomodo per le sue idee politiche o per la sua attività sindacale o, semplicemente, perché ragionando con la propria testa ridicolizza l’operato e le decisioni dall’alto spesso prive di utilità per l’azienda.

Talvolta, però, il bossing ha come scopo le dimissioni del mobbizzato quando il licenziamento, ove possibile, comporterebbe per l’azienda il pagamento di indennità notevoli mentre le dimissioni spontanee (per modo di dire) consentirebbero di aggirare l’ostacolo.

In alcuni casi, il bossing è praticato nei confronti di un soggetto che non ha ceduto alle richieste sessuali del (o della) superiore che mette in atto una serie di comportamenti tesi a punire la subordinata per vendicarsi del rifiuto: il film Rivelazioni, con Michael Douglas vittima del mobbing attuato da Demi Moore è un esempio eclatante di tale comportamento.

Questa forma di violenza, però, può essere messa in atto anche nei confronti di un allievo da parte di un docente, di un socio di un‘associazione da parte dei membri del direttivo, di un militare da parte di un superiore gerarchico e le motivazioni possono essere, anche in questo caso, di natura sessuale o, più spesso, di antipatia verso la vittima.

Poiché tale atteggiamento è posto in essere, appunto, da chi ha funzioni apicali o incarichi di responsabilità nell’organizzazione è molto difficile che trovi ostacoli nella sua attuazione da parte di chi assiste agli episodi di bossingo da chi, comunque, ne sia a conoscenza, rendendo difficile punire tali atti persecutori.

Talvolta il mobbing non giunge alla molestia vera e propria, alla vessazione ma si limita ad un demansionamento della vittima, portandola così ad una riduzione dell’autostima, alla depressione perché costretta spesso a vere sinecure o a lavori demotivanti; il risultato atteso, però, non cambia.

Non sempre la legislazione o, nel caso del lavoro, gli accordi sindacali consentono alla vittima di chiedere, ed ottenere, giustizia per la violenza subita; spesso, infatti, risulta davvero difficile dimostrare dove finisca la normale attività gerarchica, con suggerimenti, rimproveri ed eventuali ammonizioni, e dove cominci il bossing. Inoltre, troppo spesso, le vittime evitano la querela nei confronti del boss o dell’azienda temendo ritorsioni ulteriori.

Per comprendere il bossing dal punto di vista della vittima, è importante tenere conto che la molestia sul luogo di lavoro èrappresentata da tutte le condotte improprie in grado di offendere la persona nella sua dignità e integrità psicofisica. Esse comprendono parole e azioni ma anche comportamenti, sottintesi, allusioni, omissione di informazioni e mancata fornitura di strumenti e/o documentazione essenziali per svolgere il lavoro in tempi congrui.

L’abuso di potere, che viene subito percepito, si accompagna a volte ad una manipolazione attuata in modo subdolo, non immediatamente visibile e per questo inizialmente sottovalutata.Frecciate e scherzi di cattivo gusto vengono presi alla leggera e sottovalutati, dando priorità al fatto di mantenere il lavoro e quindi la fonte di sostentamento.

Il risultato è che ogni sera si rientra a casa sfiniti, umiliati e con la sensazione di essere “usati” o di essere presi in giro. In genere non è l’episodio isolato a definire la molestia (a meno che non sia particolarmente grave) ma il ripetersi nel tempo delle stesse condizioni di disagio che innalzano il livello di ansia della vittima. Si innesca allora un circolo vizioso che porta la vittima a stare sulla difensiva provocando e “giustificando” agli occhi dell’aggressore, nuovi attacchi.

Il rifiuto della comunicazione diretta posticipando o negando colloqui, assegnando gli incarichi con comunicazioni scritte o attraverso intermediari, lo screditamento attraverso la svalutazione di qualsiasi iniziativa, l’isolamento attraverso la mancata comunicazione di informazioni o novità importanti, la molestia sessuale (che si esplicita in vari modi che possono sottendere molestia di genere o comportamento seduttivo o ricattatorio ecc), sono alcune delle condotte più frequenti.

In un conteso in cui si pensa che i lavoratori o gli studenti debbano accettare tutto pur di conservare il lavoro o superare un esame, le condotte moleste sono spesso “socialmente accettate”, ritenute parte normale della quotidianità e quindi difficili da sradicare.

Tutto questo ha un costo sia per l’individuo che per l’azienda e, in una società come quella italiana in cui l’intera famiglia viene solitamente coinvolta nei problemi riguardanti il lavoro dei suoi membri, i risvolti negativi si amplificano ulteriormente con i famigliari stessi che risentono del clima negativo e a volte finiscono per stancarsi e colpevolizzare la stessa vittima. Livelli costantemente elevati di ansia, il relativo rilascio continuo deivari ormoni dello stress crea una serie di ripercussioni sul fisico che costringe il lavoratore a periodi sempre più lunghi di assenza dal lavoro, per disturbi che vanno dalle emicranie ai dolori alla schiena, alle ulcere gastro duodenali, alle forme depressive ecc… Se all’inizio lo stress è l’adattamento fisiologico dell’organismo ad una forma di aggressione e quindi una normale reazione di sopravvivenza, nel caso di situazioni di disagio protratte nel tempo i danni diventano inevitabili. Di fronte ad una situazione stressante, di solito, si può scegliere tra la fuga e la lotta ma nel caso di un lavoratore o uno studente o altra situazione di subordinazione, la risposta immediata è la “resistenza” che prima o poi porta allo sfinimento.

Che fare quando si è vittima di tale violenza?  

Sporgere denuncia è l’unico modo per mettere fine alle molestie. E’ un passo che richiede coraggio e determinazione poiché determina la rottura del rapporto di lavoro e non vi è certezza che la denuncia venga accolta né che l’iter giudiziario si concluda con un esito positivo da parte del lavoratore.

Fondamentale, per far valere i propri diritti, è raccogliere elementi che possano provare il dolo (l’intenzione di danneggiare), il nesso di causa tra la molestia e il danno subito, la violazione di un diritto garantito dalla Costituzione e il danno stesso (il peggioramento della qualità della vita).

Se non siamo noi, oggi, le vittime dirette del bossing, non dimentichiamoci che potremmo essere tali domani e senza alcun motivo né preavviso. Per questo è importante combattere sempre e comunque qualsiasi forma di molestia e l’arma più efficace è portarla alla luce, smascherarla senza timori poiché in questi casi, chi tace diventa complice e incentiva il ripetersi di situazioni analoghe.

Sergio Motta

Cristiana Francesia

Notte di schiamazzi finita in rissa

Ieri, intorno alle 22, gli abitanti di Lungodora Napoli hanno assistito all’ennesimo episodio di violenza.

Un nostro lettore ci ha mandato la foto di quello che ritiene un litigio tra spacciatori.
Il diverbio è esploso con lancio di bottiglie di vetro, calci e pugni e ribaltamento dei bidoni della spazzatura.
All’arrivo delle forze dell’ordine, i malviventi si sono dileguati.

Lb

Da cane killer a cane molecolare

Questa é la storia di “Ottone” che vive con una splendida proprietaria.

Purtroppo un giorno un fornitore uscendo dalla proprietà dimentica di chiudere il cancello alle sue spalle, fatto questo che permetterà al cane di uscire dalla medesima e aggredire un altro cane. Il cane aggredito purtroppo non ce la farà. La proprietaria del cane deceduto riporta ferite lievi (8gg di prognosi) nel tentativo di separarli.

“Ottone” finisce sui giornali e viene definito un Killer dalla stampa e dalla comunità. La sua proprietaria seguendo iter di legge su indicazione ASL si affida obbligatoriamente alla relazione di una comportamentalista. La stessa si era già affidata precedentemente ad un percorso di rieducazione in un centro cinofilo dove venivano eseguite le valutazioni intraspecifiche ed il lavoro utilizzando dei cani finti di “peluche” a rete e a distanza. Prassi questa inutile e ridicola.

Il percorso di recupero comportamentale fu interrotto durante il lockdown del Covid-19.

Ovviamente in tutto questo, nessun educatore, nessun comportamentalista e nessun veterinario ha mai osato oltrepassare il cancello dove lui viene tenuto. Nessuno ha mai preso, (fino ad oggi) “Ottone” al guinzaglio, nemmeno al centro cinofilo che lo seguiva, in compenso però qualcuno ha “consigliato” alla proprietaria la soppressione dell’animale, perché ritenuto pericoloso per la società.

LA RINASCITA

Ottone inizia quindi sotto la supervisione di Ivan Schmidt  dog trainer professional, un nuovo percorso di riabilitazione comportamentale dove in particolare sono stati da subito utilizzati i protocolli di Mantrailing applicati alla rieducazione comportamentale e dove insieme al suo conduttore Vassilia Sacco ha dimostrato di avere delle grandi abilità nella ricerca di persone. Per questo motivo implementeremo questa sua attitudine naturale per poi portarlo un domani, terminato il percorso a svolgerlo come suo lavoro.

Il percorso prevederà altre tecniche di recupero come ad esempio l’idroterapia e il ripristino di pattern comportamentali di comunicazione intraspecifica.

PH Credits: Valentina Giulia Leone Fantini

 
(Nella foto Vassilia Sacco con Ottone)

Juve: esordio con sconfitta

Prima giornata Champions League
Paris Saint Germain -Juventus 2-1
Mbappe 2(PSG)
McKennie(J)

Comincia male la Juve in Champions League:finisce 2-1 per il Paris Saint Germain.I francesi subito in avanti dopo appena sei minuti con Mbappé, che raddoppia al 22′.Quando sembra che il PSG può dilagare si riprende la Juve che accorcia le distanze con McKennie e un finale di partita in crescendo, che però non basta. I primi 3 punti della Champions sono del Paris.
Per i bianconeri una buona prova dal centrocampo in su, complici anche i tanti spazi concessi dal Paris, che dopo il 2-0 ha praticamente smesso di giocare.Zero  punti alla prima, e Juve già costretta ad inseguire il Benfica,che vince,al debutto, con il Maccabi.
Si qualificano agli ottavi le prime 2 di ogni girone.
Tabellino
PSG (3-4-1-2): Donnarumma; Ramos, Marquinhos, Kimpembe; Hakimi (33′ st Mukiele), Vitinha (33′ st Danilo Pereira), Verratti (41′ st Renato Sanches), Nuno Mendes; Messi (39′ st Soler); Mbappé, Neymar. A disposizione: Navas, Ekitike, Rico,  Bernat, Ruiz, Sarabia. All.: Galtier

JUVE (3-5-2): Perin; Bremer, Bonucci, Danilo; Cuadrado (29′ st De Sciglio), Rabiot (42′ st Kean), Paredes, Miretti (1′ st McKennie), Kostic; Vlahovic, Milik (23′ st Locatelli). A disposizione: Pinsoglio, Rugani, Fagioli, Soulé, Garofani, Gatti, Alex Sandro. All.: Allegri

Enzo Grassano

Il piano della Regione contro gli attacchi hacker dopo il caso dell’Asl Città di Torino

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Rispondendo a due interrogazioni in Consiglio regionale relative all’attacco informatico subito dall’Asl Città di Torino, l’assessore alla Sanità del Piemonte Luigi Icardi ha ribadito che le recenti criticità hanno riguardato l’infrastruttura aziendale, mentre le misure di sicurezza dell’infrastruttura regionale, come da relazione fornita dal Csi il 9 agosto 2021, trovano uno specifico riconoscimento nelle certificazioni ottenute dal CSI Piemonte dai sistemi di gestione ISO 27001 (“Sicurezza dell’informazione”) e sistemi collegati ISO 27017 e ISO 27018 (“Controllo di Sicurezza per i servizi e relativa conformità per la privacy nel Cloud”), nonché nel sistema di gestione ISO 22301 (“Continuità Operativa”).

ASL CITTA’ DI TORINO

Per quanto riguarda l’attacco hacker che ha colpito l’Asl Città di Torino lo scorso 19 agosto, vi è stata una tempestiva reazione del Servizio Informatico e della Task Force aziendale, appositamente costituita, che, insieme ai tecnici dell’Agenzia per la Cybersicurezza del Ministero degli Interni, agli esperti del Csirt Italia e agli agenti della Polizia Postale, hanno adottato tutte le misure necessarie per mettere in sicurezza il sistema e riavviare gradualmente le attività, garantendo che le indagini investigative procedessero parallelamente.

Sul fronte sanitario, le attività di Pronto Soccorso, i ricoveri, e tutti gli interventi chirurgici, elettivi e urgenti, con le relative prestazioni diagnostiche ad essi correlate (esami di laboratorio, indagini di radiologia e di anatomia patologica), così come le visite ambulatoriali ospedaliere e territoriali, sono stati sempre garantiti, pur col ricorso a procedure manuali, che in qualche caso hanno determinato rallentamenti nell’erogazione delle prestazioni.

Dalla scorsa settimana sono state ripristinate le attività del Laboratorio Analisi, dei Centri Prelievo e della Radiologia, le pratiche di scelta e revoca dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, il rinnovo e il duplicato delle tessere sanitarie, le pratiche per l’assistenza sanitaria di soggetti comunitari ed extra comunitari, le esenzioni ticket, le prenotazioni presso gli sportelli Cup aziendali, le visite per il rinnovo patente e per le patenti speciali, le visite per il riconoscimento dell’invalidità, i sistemi amministrativi e contabili (ad esempio le procedure dei Magazzini, degli acquisti, della Logistica, dell’Amministrazione del personale, la procedura di emissione ordini farmaci per allineare le scorte di magazzino e garantire la dispensazione delle terapie ai pazienti cronici in carico alle farmacie ospedaliere) e il pagamento del ticket mediante bonifico e sul circuito PagoPA.

Oggi si è partiti con il ripristino dei sistemi operativi informatici presso il Pronto soccorso dell’Ospedale Maria Vittoria.

Il buon esito delle diverse attività di verifica, bonifica, ricostruzione e messa in sicurezza consentiranno il ripristino degli applicativi che permetteranno l’attivazione dei sistemi informatizzati di tutti i Pronto Soccorso aziendali (6 settembre); delle richieste centralizzate degli esami di laboratorio da parte dei reparti (6 settembre) e del pagamento del ticket presso i punti rossi aziendali (7 settembre).

Si è provveduto inoltre a verificare il contratto di Tesoreria, che non prevede costi aggiuntivi in caso di guasto ai riscuotitori automatici. Nel caso in cui il versamento avvenga tramite bonifico bancario o utilizzando altri servizi bancari le commissioni dovute alla Banca dipendono dalle condizioni contrattuali dei singoli Istituti.

REGIONE PIEMONTE

In riferimento, invece, all’infrastruttura regionale, l’assessore alla Sanità ha relazionato su modalità di accesso fisico ai locali del Datacenter, protezione dati e sicurezza accessi e utenze.

▪ SICUREZZA FISICA (modalità di accesso fisico ai locali del Datacenter): gli accessi fisici ai locali tecnici del Datacenter del CSI Piemonte sono regolati e controllati con modalità di massima sicurezza che includono la sorveglianza 24×7, la necessità di abilitazioni individuali, registrazione degli accessi autorizzati e sorveglianza con sistema di videocamere sia nel perimetro circostante, sia all’interno dei locali tecnici. Le caratteristiche di sicurezza fisica (incluse le soluzioni anti-intrusione, anti-incendio, anti-allagamento) del datacenter sono certificate secondo lo standard industriale TIA-942b con rating III (su scala massima di IV).

▪ PROTEZIONE DATI (architetture e gestione dei sistemi di backup): il CSI Piemonte adotta a tale scopo un’articolata architettura per il backup dei dati e delle diverse configurazioni dei sistemi – realizzate anche attraverso strumenti e piattaforme (anche differenziate) di recente tecnologia. L’integrità del processo di consolidamento e protezione dati garantita anche da metodologie di segregazione delle reti, di controllo sulla consistenza del backup in fase di completamento, sui test di ripristino. Tale integrità è anche incrementata da specifiche ridondanze dei salvataggi sui siti secondari. Le politiche di attuazione e ritenzione dei dati salvati seguono le best-practice consolidate che prevedono operazioni giornaliere, settimanali e mensili con periodi di ritenzione adeguati agli standard normativi e alle necessità dei servizi. Per le situazioni mission-critical sono anche possibili e disponibili soluzioni di snapshot con diverse modalità di configurazione.

▪ SICUREZZA ACCESSI E UTENZE: l’ambito cui si riferiscono le richieste di informazioni che riguardano tematiche di presidio della sicurezza e controllo accessi è coordinato da una specifica struttura organizzativa dedicata ai temi della cybersecurity e dell’accesso alle risorse variamente intese. Il CSI in particolare dispone di una struttura SOC 24×7 che opera direttamente e tramite specifiche dotazioni strumentali in ottica di prevenzione, monitoraggio e rilevazione delle minacce informatiche. Il CSI inoltre opera come CSIRT a livello regionale ed è riconosciuto come membro della comunità “Trusted Introducer” (https://www.trusted-introducer.org) per il coordinamento anche a livello europeo tra selezionati team di gestione della cybersecurity. Le modalità di accesso da remoto sono gestite tramite soluzioni differenziate che vanno dall’utilizzo di VPN individuali a soluzioni di smart-working vere e proprie il cui accesso avviene tramite canali securizzati e criptati con diverse soluzioni di certificazione dell’utenza multifattore.

Le postazioni fisiche da cui gli operatori accedono sono dotate di strumenti di protezione da software malevolo continuamente aggiornati e controllati centralmente. Viene, inoltre, assicurata la distribuzione sistematica degli aggiornamenti di sicurezza previsti e raccomandati dal produttore.

L’intero processo di definizione delle credenziali di accesso e di gestione dei privilegi di accesso e utilizzo delle risorse è organizzato con modalità che presuppongo esplicite autorizzazioni e controlli anche sui criteri di composizione delle password che devono seguire un format che esclude impostazioni banali o ripetibili. Come da prescrizioni normative è previsto un ciclo di scadenza e rinnovo delle stesse.

La politica di bilancio in tempi di emergenza. Lezione Onorato Castellino 2022

A cura di CeRP e Fondazione Collegio Carlo Alberto 

Lezione Onorato Castellino 2022

“La politica di bilancio in tempi di emergenza”

 

DANIELE FRANCO

Ministro dell’Economia e delle Finanze

 

19 settembre 2022, ore 18:00

Saluti di benvenuto:
Giorgio Barba Navaretti, Presidente, Fondazione Collegio Carlo Alberto

 

Introduzione
Elsa Fornero, Coordinatore Scientifico, CeRP-Fondazione Collegio Carlo Alberto

 

La Lezione è stata istituita dal CeRP per ricordare Onorato Castellino, uno dei fondatori del centro e primo Presidente della Fondazione Collegio Carlo Alberto, scomparso nel dicembre 2007.

 

L’evento si svolgerà in presenza presso il Collegio Carlo Alberto e online.

Partecipa in presenza
Segui l’evento online

Impegno civico: in Piemonte 600 mila in povertà energetica

Per Impegno Civico, il primo atto della nuova legislatura sarà portare in consiglio dei ministri il decreto Taglia Bollette per ridurre dell’80% i costi energetici delle famiglie del ceto medio e in povertà, come già abbiamo previsto di fare per tutte le imprese, dai piccoli bar alle grandi aziende manifatturiere. Un provvedimento di emergenza che coprirà almeno l’arco di un trimestre, da ottobre a dicembre. Impegno Civico lavora per proteggere gli italiani da un autunno che si annuncia difficilissimo sotto il profilo del caro prezzi e del caro energia.

La Cgia di Mestre ha calcolato che abbiamo 9 milioni di persone a rischio di povertà energetica: significa che andando avanti di questo passo, tra poche settimane 4 milioni di famiglie italiane non potranno permettersi il riscaldamento di casa, la bolletta della luce o il gas per cucinare. Nel solo Piemonte sono a rischio povertà energetica quasi 280mila famiglie, ovvero oltre 600mila persone che rischiano di avere serie difficoltà economiche ad affrontare l’autunno e l’inverno con gli attuali costi energetici. Cos’altro deve accadere per poter intervenire ed evitare una catastrofe sociale?

Abbiamo analizzato la situazione conti alla mano: in attesa di riuscire a ottenere il tetto massimo al prezzo del gas, possiamo e dobbiamo ridurre dell’80% le bollette sia per le tutte le imprese sia per le famiglie, quelle in maggiore difficoltà economica e quelle del ceto medio.

Con il decreto Taglia Bollette i cittadini pagheranno soltanto il 20% dei consumi energetici, che si tratti di persone single, famiglie, negozi o fabbriche. Siamo in emergenza e dobbiamo rispondere con misure all’altezza di questa emergenza. I soldi per farlo ci sono: 13,5 miliardi di euro per coprire la parte che riguarda le imprese e circa la metà il costo per la parte dedicata alle famiglie. Li prenderemo dagli extraprofitti delle imprese energetiche, dal maggiore incasso per Iva e accise che lo Stato ha registrato per via dell’inflazione e della crescita economica. Noi non siamo come gli altri che prima parlano e poi – forse – vanno in cerca dei soldi per mantenere le loro promesse.

Ad ogni modo, il decreto Taglia Bollette va considerato un vero e proprio investimento, perché garantisce la tenuta economica e sociale del Paese. Se non troviamo questi soldi oggi ce ne vorranno molti altri domani per riparare i danni, sia quelli alle imprese che smettono di produrre e licenziano, sia quelli alle famiglie che già stanno riducendo i loro consumi per tamponare in qualche modo gli effetti del caro vita.

Sul Taglia Bollette ho assunto un impegno con gli italiani e i risultati importanti ottenuti in questi ultimi anni dimostrano che so mantenere la parola data. Un esempio lampante sono i risultati del Patto per l’Export, con cui abbiamo raggiunto il record assoluto delle esportazioni nel 2021: da ministro degli Esteri mi sono battuto per portarlo avanti e per ottenere questa forte spinta, perché il made in Italy è il nostro biglietto da visita nel mondo e il volano di crescita e occupazione in casa nostra.

Gli italiani hanno ben riposto la fiducia anche quando ho garantito loro che avremmo tagliato il numero dei parlamentari. Ora che avremo un Parlamento con 600 eletti, per i nostri concittadini sarà la prova tangibile che possono fidarsi. Impegno Civico mostrerà di aver meritato questa fiducia fin dal primo giorno: approveremo il decreto Taglia Bollette riducendo i costi energetici dell’80%, per portare sollievo a famiglie e imprese consentire all’economia di continuare a crescere.

Luigi Di Maio,

Ministro degli Esteri e leader di Impegno Civico

Come gestire il sovraffollamento dei pronto soccorso

Per vincolare le Aziende sanitarie regionali al raggiungimento, in tempi brevi, del contenimento dei tempi di permanenza nei Pronto soccorso, il 4 agosto scorso la Regione Piemonte ha definito le “Linee di indirizzo sulla gestione del boarding”, predisposte con il contributo delle Aziende Sanitarie e conformi al contesto normativo nazionale e regionale di riferimento.

Lo ha ricordato l’assessore alla Sanità del Piemonte, Luigi Icardi, rispondendo a un’interrogazione in Consiglio regionale sulle le condizioni di lavoro nei Pronto Soccorso piemontesi.

Entro oggi  7 settembre, le Aziende sanitarie regionali sono tenute a presentare il Piano di gestione del sovraffollamento, sottoposto al monitoraggio dell’Assessorato secondo gli standard di riferimento previsti dalle linee di indirizzo.

La gestione del sovraffollamento nei Pronto soccorso e la gestione del boarding risultano peraltro tra gli obiettivi specifici assegnati ai direttori generali delle stesse Aziende sanitarie per il 2022.

Riguardo al riconoscimento del lavoro svolto dal personale operante nei servizi di Pronto soccorso, l’assessore ha ricordato che la Legge di Bilancio 2022 prevede una specifica indennità di natura accessoria da riconoscere, in ragione dell’effettiva presenza in servizio, a partire dal 1° gennaio di quest’anno. Per l’applicazione della norma, occorre attendere di conoscere gli sviluppi della contrattazione nazionale in corso, che presumibilmente si concluderà entro fine anno.

La Regione, inoltre, partecipa con un proprio delegato al Tavolo tecnico interregionale che affronta anche le criticità legate alla situazione dei Pronto soccorso.

Al via i progetti del Pnrr sociale per i disabili

La Giunta comunale ha approvato la convenzione con il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali per l’avvio dei 5 progetti, articolati in 10 piani operativi, rivolti alle persone con disabilità rientranti nel PNRR sociale di cui è la Città è titolare.

I progetti accoglieranno 60 persone con disabilità attraverso percorsi individualizzati, di abilitazione, autonomia e formazione-lavoro, riqualificando, al tempo stesso, spazi comunali e del privato sociale. Gli interventi, che si concluderanno entro marzo 2026, hanno ottenuto un finanziamento PNRR di 3.575.000 euro, ai quali si aggiungono 546mila euro di risorse comunali necessarie per riqualificare immobili comunali particolarmente degradati.

Gli immobili pubblici interessati dalla convenzione odierna, nell’ambito dell’investimento ‘Percorsi di autonomia per persone con disabilità’, sono: corso Sicilia 53, l’ex Mulino Cavoretto di corso Moncalieri 266, via Onorato Vigliani 104, via Rubino 82, via Sordevolo 1 angolo via Bologna 90, via Roccavione 11, via degli Abeti 12 e piazza Astengo 10, corso Casale 85, via Ghedini 2. Gli immobili degli enti del terzo settore sono una porzione del convitto Alfieri Carrù di via Accademia Albertina 14 e una unità abitativa in via Monte Albergian 23 bis. Gli edifici pubblici saranno assegnati in concessione agli enti del privato sociale, mentre su quelli privati sarà apposto un vincolo di destinazione d’uso.

Nell’ambito del PNRR sociale, la Città ha candidato 19 progettualità rivolte, oltre che alla disabilità, a persone anziane, minori e in condizioni di marginalità e fragilità, con un finanziamento potenziale di oltre 15 milioni di euro nel prossimo triennio.

Tutti gli interventi sono stati ideati dalla Città insieme agli organismi del Terzo settore attraverso un’ampia procedura partecipativa, che ha coinvolto circa 150 enti del privato sociale, con il costante accompagnamento del Forum del terzo settore, delle organizzazioni sindacali, dell’ASL Città di Torino, dell’Università, del Politecnico e delle rappresentanze di secondo livello.

Secondo l’assessore al Welfare e la vicesindaca con questi progetti si ottiene un doppio risultato: da un lato sostenere le persone con disabilità e le loro famiglie, e dall’altro riqualificare edifici pubblici oggi degradati, a beneficio del territorio e della comunità.

Ragazzo arrestato per rapina a un minore

Gli interventi eseguiti dalla Polizia di Stato

 

Nel pomeriggio di mercoledì 31 agosto, gli agenti del Commissariato Centro durante il servizio di controllo del territorio hanno arrestato un diciottenne gravemente indiziato di aver commesso una rapina aggravata in concorso ai danni di un minore.

Mentre la volante transitava in via Cavour, gli agenti hanno risposto alla richiesta d’aiuto di un ragazzo che lamentava di esser stato vittima di una rapina mentre era in giro con degli amici.

Nello specifico, il ragazzo raccontava agli agenti che, poco prima, era stato avvicinato da un gruppo di circa dieci ragazzi che, dopo aver chiesto una piccola somma di denaro, avrebbero accerchiato il quindicenne mentre uno di loro gli avrebbe tolto il portafogli dalle mani per poi restituirlo una volta svuotato dei contanti presenti all’interno ed ha accompagnato il gesto con uno schiaffo. Mentre il gruppo si sarebbe diretto in via Giolitti, il ragazzo e i suoi amici hanno incontrato una volante della Polizia di Stato all’incrocio tra via Cavour e Via San Francesco Da Paola alla quale si sono rivolti per chiedere aiuto.

Dopo aver invitato i ragazzi a sporgere denuncia, gli agenti iniziavano le ricerche nella zona e giunti in Via San Francesco Da Paola hanno notato un gruppo di ragazzi che, alla vista dei poliziotti, si sono allontanati velocemente in direzione di via Carlo Alberto.

I poliziotti sono riusciti a fermare uno dei sospettati, un diciottenne poi riconosciuto dalle vittime come uno dei partecipanti alla rapina che si era appena perpetrata, e lo hanno arrestato.

Poco distante, anche in linea temporale, nei pressi del Piazzale Valdo Fusi, altri due ragazzini hanno raccontato ad una volante dell’Ufficio Prevenzione Generale intervenuta di esser stati anch’essi avvicinati da un gruppo di una decina di giovani. Uno di questi avrebbe colpito al volto una delle vittime per poi sottrargli una piccola somma di denaro e la collana d’oro che indossava. All’arrivo degli agenti però, il gruppo si era già dileguato in direzione Corso Vittorio Emanuele II.