ilTorinese

Arrestato torinese considerato leader del gruppo che ha attaccato il consolato italiano a Barcellona

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Ha 32 anni, è di Ciriè  e viene considerato dalla polizia che lo ha arrestato in Spagna, il leader del gruppo responsabile dei danneggiamenti al consolato italiano a Barcellona, il 17 gennaio. I disordini sono avvenuti in relazione alla vicenda  dello sciopero della fame di Alfredo Cospito contro il 41 bis.  L’arrestato ha precedenti per furto ed era stato già in carcere  altre volte in Italia.

Torino si riscopre romantica: una cassetta per le lettere d’amore ai Giardini Lamarmora

La festa degli innamorati si avvicina e a Torino spunta una cassetta per le lettere degli innamorati. L’iniziativa “Le parole che vorrei dirti”, organizzata dal Centro Arti Umoristiche e Satiriche su idea di Raffaele Palma, uno degli fondatori del CAUS, è rivolta a chiunque desideri esprimere i propri sentimenti, magari mai espressi prima, a una persona amata. All’allestimento ha contribuito la Divisione Verde e Arredo Urbano del Comune di Torino, che ha messo a disposizione i suoi giardinieri.

 

Dal 10 febbraio e fino alla mezzanotte del 14, la cassetta delle lettere si troverà ai Giardini Lamarmora, proprio a fianco ai due cuori arborei e di fronte all’opera scultorea dell’artista e giardiniere del Comune Rodolfo Marasciuolo, installazioni amate e fotografate da torinesi e turisti e che rendono questi giardini uno dei luoghi più romantici della città durante tutto l’arco dell’anno.

Le lettere degli innamorati, che potranno rivolgersi al proprio partner ma anche a un amore sognato, platonico, perso nel tempo o mai nato, saranno raccolte dal Caus, selezionate e poi pubblicate integralmente sulla pagina Facebook “Caus Centro Arti Umoristiche e Satiriche”. L’iniziativa, alla sua seconda edizione, mira a diventare un appuntamento fisso nella ricorrenza del 14 febbraio.

Torino, d’altronde, è per eccellenza la città dell’amore romantico. Lo sa bene chi ha passeggiato nel parco del Valentino, con il suo giardino roccioso e le suggestive terrazze sul Po, chi ha sorseggiato un caffè nei tanti locali storici del centro, chi ha ammirato la città dall’alto del Monte dei Cappuccini o di Superga. O chi di Torino ha soltanto sentito parlare nelle tante canzoni che le sono state dedicate da artisti del passato (Macario, il Quartetto Cetra, Gipo Farassino, Roerto Balocco o il Duo Fasano) e contemporanei.

Altra iniziativa del Caus in occasione di San Valentino è il tour gratuito “I Segni dell’Amore”, alla scoperta delle più belle decorazioni ispirate allo zodiaco nelle architetture e nei monumenti di Torino. Per partecipare basta inviare un’email all’indirizzo info@caus.it.

di Roberto Rossi

Il ministro Piantedosi annuncia l’arrivo di 30 nuovi agenti a Torino

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Una trentina in più le unità  delle forze dell’ordine destinate alla sicurezza del territorio di Torino. Lo ha annunciato il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, al termine del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che si è tenuto ieri in città. Il ministro ha detto che si tratta del “saldo” tra chi andrà in pensione e i nuovi ingressi con maggiori potenzialità operative avendo i nuovi poliziotti “tra i 20 e i 25 anni”.

Donne rubano cosmetici per quasi seimila euro e alla cassa pagano solo un Estate’

La Polizia ha arrestato due donne, di anni 22 e 24, romene, colte nella flagranza di asportare merce da un supermercato del centro di Biella. Un addetto alla vigilanza del locale ha chiamato il 112 segnalando un  furto. Con le telecamere  di videosorveglianza aveva monitorato i movimenti delle due donne all’interno del supermercato e ha visto  che avevano asportato materiale dagli scaffali nascondendolo all’interno di una busta. Una delle due prelevava diversi cosmetici, l’altra si preoccupava che non sopraggiungesse qualcuno in corsia per poi asportare a sua volta altri prodotti. Tutta la merce veniva poi nascosta all’interno di un passeggino. Alle casse  le due donne pagavano solo una bottiglia di Estate’. Fermate dall’addetto alla vigilanza, all’arrivo della polizia sono stati trovati cosmetici per un valore complessivo di euro 5.728.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

Comitato 10 febbraio: fiaccolata al Villaggio Santa Caterina 

Riceviamo e pubblichiamo

Torino, 11 febbraio – A ottant’anni dall’inizio degli infoibamenti, oltre 150 persone ieri hanno partecipato alla manifestazione del Comitato 10 Febbraio per i Martiri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata. Tra loro diversi esuli.

“Quest’anno ricorre l’ottantesimo anniversario dell’inizio degli  infoibamenti al confine orientale d’Italia – ha dichiarato Matteo Rossino, referente torinese del Comitato 10 Febbraio – per questo era necessario organizzare un evento impeccabile e così è stato.”

“Diversi anni fa ci siamo presi l’impegno, con tutti quegli italiani che vennero cacciati dalle proprie terre, di diffondere e tramandare quella storia per troppi anni dimenticata – prosegue Rossino – da allora ogni anno portiamo centinaia di persone in strada per ricordare e chi ancora vuole nascondere questa tragedia che la verità è più forte di tutto.”

“Anche quest’anno oltre 150 persone, tra cui diversi esuli, hanno sfilato intorno al Villaggio Santa Caterina per onorare i Martiri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata, – ha concluso Rossino – ringrazio infine Luigi Vatta, figlio del grande Sergio, esule istriano, come sempre impeccabile e il consigliere di circoscrizione Massimo Robella per la sua presenza e le sue parole. Appuntamento a ottobre per la manifestazione Una Rosa per Norma!”

Medicina territoriale, il Piemonte tra le Regioni migliori

 IL PRESIDENTE CIRIO E L’ASSESSORE ALLA SANITA’ ICARDI: «RACCOGLIAMO I PRIMI FRUTTI DI UN INTESO LAVORO»

 

La Regione Piemonte si conferma tra le migliori a livello nazionale nel monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) del Ministero della Salute per l’anno 2020. La prestazione migliore è stata ottenuta nell’Area distrettuale (medicina territoriale, ambulatoriale), insieme a Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana e Marche.

«Pur nella complessità enorme che abbiamo dovuto affrontare con la pandemia, si iniziano a vedere i risultati del grande sforzo messo in campo per potenziare e migliorare la nostra sanità, partendo proprio dalla medicina territorio», sottolinea il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio.

Il Nuovo sistema di garanzia (Nsg) valuta in maniera distinta le tre aree di assistenza (ospedale, distretto e prevenzione), attribuendo a ciascuna un valore compreso tra zero e cento. La garanzia di erogazione dei Lea si considera raggiunta se il punteggio assegnato è pari o superiore a 60 punti.

«Il Piemonte – osserva l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi – ha abbondantemente superato la soglia di adempienza in tutte e tre le aree di assistenza, in un anno particolarmente complicato come quello in cui ha avuto inizio la pandemia. L’Area distrettuale, che comprende la medicina territoriale e ambulatoriale, si è attestata a 91,26 punti, tra le migliori a livello nazionale, così come l’Area prevenzione collettiva e sanità pubblica, ha ottenuto 76,08 punti, collocando la nostra Regione tra le 10 con punteggio migliore. Sull’Area ospedaliera, il Piemonte raggiunge una valutazione di 75,05 punti, di poco inferiore a quella ottenuta da Lombardia e Veneto».

Aggiunge l’assessore Icardi: «Con grande impegno e nonostante le difficoltà, grazie alla straordinaria professionalità e al sacrificio dei medici e degli operatori sanitari sul territorio, il Piemonte è riuscito a soddisfare i criteri di equità, efficacia e appropriatezza nel somministrare ai cittadini cure e prestazioni che rientrano nei livelli essenziali di assistenza, anche durante il primo anno di Covid».

«A conferma che il Piemonte sta continuando ad adottare validi programmi di assistenza territoriale – conclude l’assessore Icardi -, è di ieri la valutazione positiva da parte dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), la quale ha ritenuto la nostra programmazione “coerente” (più alto livello di giudizio) con i nuovi modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Sistema sanitario nazionale. Solo undici Regioni hanno raggiunto lo stesso risultato».

“28 marzo. Il fattaccio di viale Famagosta”. Al “Pannunzio” per riflettere sulla giustizia

A TORINO AL CENTRO PANNUNZIO 
LUNEDÌ 13 FEBBRAIO ALLE ORE 17 presso la sede del Centro Pannunzio di Via Maria Vittoria 35h a Torino, Anna CHIUSANO e Tiziana PARENTI presenteranno il libro di Tiziana MAIOLO “28 MARZO. IL FATTACCIO DI VIALE FAMAGOSTA”, edizioni Milieu. Introdurrà Patrizia VALPIANI.
Sarà un’occasione speciale di riflessione sui temi della Giustizia alla presenza di importanti relatori.
Ingresso libero.
28 MARZO. IL FATTACCIO DI VIALE FAMAGOSTA”  (Ed. Milieu)
Milano 28 marzo 1994. Quattro giovani donne incrociano le loro vite. Sono i giorni del delitto Gucci e la città vive da due anni le tensioni provocate dalle indagini di Mani Pulite e dall’attentato di via Palestro. Il cadavere di un uomo viene trovato nel grande parcheggio di Famagosta. Da subito le indagini hanno due protagoniste, una cronista di quelle toste e una magistrata scrupolosa, entrambe si troveranno a operare in ambienti maschili abituati a trascurare il loro operato. Con l’aiuto di altre due donne tenaci e della loro abnegazione, riusciranno a dipanare un caso degno degli scenari più cupi della capitale lombarda.

Anagrafi più efficienti Torino e Milano a confronto

L’assessore all’Anagrafe, ai Servizi civici e al Decentramento della Città di Torino, Francesco Tresso, ha incontrato a Milano la sua omologa, l’assessora Gaia Romani, con i reciproci uffici.

La giornata è stata l’occasione per confrontarsi e dialogare sulle rispettive esperienze, per condividere modalità organizzative, azioni e progettualità legate a quello che è uno dei settori più importanti e strategici dell’attività degli enti comunali, punto di contatto delle amministrazioni con i cittadini.

L’assessore Francesco Tresso ha dichiarato: “Quello di oggi è stato un proficuo scambio di esperienze che vuole rafforzare il dialogo tra le due città, anche nella direzione di ricercare servizi di vicinanza e partecipazione alla cittadinanza. Con l’assessora Romani e i suoi uffici abbiamo avviato un tavolo di lavoro attivo utile non solo a scambiarsi dati e informazioni, ma anche per sviluppare progetti comuni”.

“Le somiglianze con la città di Torino sono molte – afferma l’assessora Gaia Romani- sia in termini di difficoltà che come amministrazioni affrontiamo quotidianamente, ma soprattutto nelle prospettive che ci siamo dati per il rilancio presente e futuro dei servizi al cittadino. Condividiamo una grandissima sensibilità sulla prossimità che questi devono avere per essere percepiti come utili ed efficienti dalla comunità, e attraverso un proficuo confronto sulle Circoscrizioni torinesi e gli omologhi Municipi milanesi, abbiamo trovato anche qui molti punti di contatto e di altrettante differenze utili. Sicuramente nei prossimi mesi porteremo avanti l’interlocuzione con tavoli di lavoro più specifici”

Cristiani sotto la Mezzaluna, musulmani sotto la Croce

Nella copertina del libro il sultano Maometto II concede a Gennadio II la carica di Patriarca ecumenico di Costantinopoli, il primo patriarca sotto la dominazione turca.
L’arcivescovo e teologo bizantino fu ben accolto dal sultano che ne fece il capo della popolazione greco-ortodossa. Sembra quasi un gesto di pace e di buon augurio ma ciò avvenne pochi mesi dopo la conquista ottomana della capitale bizantina nel 1453 che si concluse con un bagno di sangue. Si salvò il Patriarca e pochi altri. Il sultano conquistatore infatti lasciò ampia libertà alle sue truppe di uccidere e saccheggiare per le strade della città sul Bosforo e la maggior parte della popolazione civile fu massacrata. Allo stesso modo, beninteso, si comportarono i crociati cristiani nella Prima Crociata dopo la presa di Gerusalemme il 15 luglio del 1099. Nell’Antico Testamento, osserva Luigi Andrea Berto, studioso di storia medievale e autore di “Sudditi di un altro Dio, cristiani sotto la Mezzaluna, musulmani sotto la Croce”, Salerno editrice, si raccomanda di uccidere tutti gli uomini e di ridurre in schiavitù donne e bambini se gli abitanti di una città si erano rifiutati di arrendersi subito e si erano difesi tenacemente.
Questa fu in pratica la linea di condotta seguita per secoli da musulmani e cristiani dopo l’occupazione di un centro abitato. Sovrani e sudditi si sono trovati spesso a praticare fedi diverse, ma quali sono stati i piani messi in atto dalle élite nel corso dei secoli per governare questo avvicendamento di fedi e popoli? Come vivevano i cristiani sotto i musulmani e, viceversa, come se la passavano i musulmani nei Paesi cristiani? Quale era la condizione delle minoranze religiose nei regni cristiani e in quelli islamici? Il libro dello storico Berto indaga i complessi rapporti tra sovrani e sudditi di religioni diverse osservandone l’evoluzione in un ampio periodo che va dalle prime conquiste degli Arabi nel Vicino Oriente nel VII secolo fino allo scambio nel 1923 tra Turchia e Grecia dei cristiani e musulmani residenti nei loro territori. Furono mille anni di guerre ma anche dieci secoli di convivenza e relativa tolleranza. Tra il settimo e il sedicesimo secolo i musulmani conquistarono vaste aree delle regioni mediterranee e dell’Europa centro-orientale abitate prevalentemente da cristiani. Alcuni di quei territori, la cui popolazione nel frattempo era divenuta in maggioranza musulmana, furono riconquistati dai cristiani tra l’XI e il XV secolo. “Sia i musulmani che i cristiani, spiega Berto, consentirono ai sudditi appartenenti alla religione dei dominati di continuare a praticare la propria fede a condizione che essi accettassero la loro inferiorità. Tuttavia i dominatori “crearono sistemi diversi basati su differenti forme di legittimità”. I credenti islamici seguivano il Corano, il Libro sacro, mentre nei regni cristiani i sudditi musulmani erano considerati “servi del re” sotto la protezione dei sovrani e totalmente dipendenti dalla loro volontà. Per molto tempo i rapporti tra cristiani e musulmani furono pacifici ma, sottolinea lo scrittore, “non si può parlare di un mondo di pacifica convivenza e di proficua multiculturalità. Nelle fasi storiche caratterizzate da forti crisi i sudditi di religione diversa venivano spesso sottoposti a violente persecuzioni. “Pur rimanendo rilevanti differenze di trattamento e un certo grado di sdegnosa superiorità dei dominatori sui dominati”, i divieti e le discriminazioni riguardanti i “sudditi di seconda classe” non ebbero un forte impatto sulla vita di tutti i giorni. “Consolidate le conquiste, scrive Berto, i musulmani seguirono il precetto del Corano di attribuire ai sudditi cristiani ed ebrei lo status di “dhimmi”, protetti, assicurando loro libertà di culto e protezione.
I dhimmi maschi dai dieci anni in su dovevano versare una tassa chiamata “giza” la cui entità dipendeva dal reddito mentre i regnanti cristiani imposero una tassa simile ai sudditi islamici ai quali era vietato rubare le loro proprietà. Chi lo faceva doveva pagare il doppio del valore di quanto aveva portato via”. I musulmani inoltre erano considerati proprietà del sovrano e chiamati “servi regis” che li poneva in una condizione tra la servitù e la schiavitù. Essi comunque erano sotto la protezione speciale del re e ben determinate pene furono stabilite per chi li attaccava. Inoltre non potevano essere arrestati e condannati a morte senza il consenso del sovrano.
Filippo Re

Lo massacrano di botte. Naso e denti spaccati per una questione di soldi

La polizia ha arrestato nelle scorse ore  cinque persone, tre uomini e due donne, gravemente indiziate dei reati di sequestro di persona e di rapina in abitazione, il 6 giugno 2022 ai danni di un anziano (classe 1938), residente a Torino. 

In quella occasione, due uomini con i volti nascosti da passamontagna, dopo aver percosso violentemente il malcapitato, bloccandogli le mani con fascette da elettricista, si erano impossessati dell’orologio di pregio, che la vittima portava al polso, e di altri due orologi custoditi all’interno dell’abitazione dell’anziano, dandosi poi alla fuga.

La vittima, soccorsa  dopo circa due ore su segnalazione di un vicino di casa, che ne aveva udito i lamenti, era stata trovata esamine a terra ed immediatamente trasportata presso un nosocomio cittadino, ove i sanitari avevano riscontrato la frattura delle ossa nasali e la rottura dei denti dell’arcata inferiore; l’uomo era stato quindi ricoverato per diverse settimane prima presso la struttura ospedaliera e poi in una R.S.A. cittadina.

Le singolari modalità del crimine ed in particolare la circostanza che la porta d’ingresso dell’immobile non presentasse apparenti segni di forzatura conducevano sin da subito gli investigatori ad indirizzare le attenzioni nella cerchia di quanti potessero avere detenuto notizie salienti sulle abitudini dell’anziano e sui beni in suo possesso, nonché verosimilmente disponessero di una copia delle sue chiavi di casa.

L’indagine, condotta dalla Squadra Mobile di Torino, supportata dall’analisi di immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza pubblici e privati situati in prossimità dell’abitazione della parte lesa, che avevano effettivamente immortalato i due presunti esecutori materiali della rapina immediatamente prima e subito dopo il compimento dell’efferato delitto, nonchè da una articolata attività, conduceva nei mesi a seguire all’identificazione di tre soggetti verso cui convergevano gravi indizi di essere gli autori della rapina, due quali esecutori materiali ed una quale mandante. Quest’ultima risultata essere una conoscente della vittima, che avrebbe commissionato il gravissimo atto a causa dell’acredine maturata nel tempo nei confronti dell’anziano, per motivi economici.

Al termine dell’attività d’indagine, il Tribunale di Torino, su richiesta della locale Procura della Repubblica, recependo le risultanze della Squadra Mobile, emetteva i provvedimenti di natura restrittiva in narrazione.

Contestualmente all’esecuzione dei provvedimenti cautelari venivano esperite le perquisizioni delle abitazioni e dei luoghi nella disponibilità degli indagati, che conducevano al rinvenimento di materiale e di documentazione utile ai fini investigativi e di riscontro.