ilTorinese

Regione: opposizioni all’attacco sull’assistenza sanitaria

Destra, ancora una volta irresponsabile. Oggi, in Commissione Sanità, avremmo dovuto esaminare il provvedimento di programmazione per la medicina territoriale in Regione Piemonte, un testo importante e urgente, ma la maggioranza ha fatto mancare il numero legale e ha reso impossibile lo svolgimento della seduta nonostante il testo vada approvato entro domani.

Assenti i consiglieri di FDI, ma anche l’assessore Icardi, arrivato solo quando la commissione era già chiusa.

Avremmo voluto fare delle considerazioni di merito su un testo che lascia aperta una questione essenziale: dove prendiamo e come paghiamo i medici e gli infermieri che dovrebbero essere presenti nelle Case di Comunità? Non basta l’adempimento formale, ma servono strategie efficaci sul reclutamento del personale, di cui, nel piano, non si dice nulla.

Evidentemente a questa maggioranza il futuro assetto della sanità piemontese non interessa. Forse le forze di centrodestra sono troppo impegnate in una campagna elettorale permanente dal 2019 e a disegnare una legge elettorale che prevede l’esclusione di quelle forze politiche più piccole, ma importanti per la rappresentanza, per evitare una pluralità di voci e di posizioni che è la base della democrazia.

 

Domenico Rossi, Vicepresidente commissione sanità, Gruppo PD

Giorgo Bertola – Presidente Gruppo Misto Europa Verde

Francesca Frediani – Presidente Gruppo Misto Movimento 4 Ottobre

Silvana Accossato – Presidente Gruppo LUV

Mario Giaccone – Presidente Gruppo Monviso per Chiamparino

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Moderati

Sarah Disabato – Presidente Gruppo Movimento Cinque Stelle

Nonno Gelo a Torino

IL COMMENTO Di Pier Franco Quaglieni

L’influenza sta galoppando oltre il Covid, molta gente ne è stata colpita. È nevicato e la temperatura è molto rigida. Il sindaco di Torino Lo Russo si ostina a limitare a 13 ore il riscaldamento, ignorando anche anziani, bambini e malati. In urss invece del Natale si festeggiava Nonno Gelo. Temo voglia farci passare il Natale in casa al freddo o a spendere cifre astronomiche in stufe elettriche, con un dispendio energetico notevole. Strano che un bravo perito industriale come Lo Russo non capisca queste cose. Sarebbe meglio che si occupasse di meno del Pd e del suo nuovo leader e di più dei cittadini al freddo. Tredici ore sono poche e che comportano interruzioni del Servizio che penalizzano fasce di inquilini. Intanto c’è chi usa il riscaldamento autonomo, ignorando i divieti del sindaco Lo Russo che forse rimpiange il gelo sovietico o ritiene che Torino abbia lo
stesso clima di Palermo.  Vorrei poter controllare se le tredici ore vengono rispettate anche nel suo studio di sindaco. Ci sta facendo tornare ai tempi del sindaco comunista Coggiola all’indomani della seconda guerra mondiale.

“Mine Vaganti” di Ferzan Ozpetek di scena al Carignano

Dal 20 dicembre prossimo fino all’8 gennaio

 

Lo spettacolo teatrale “Mine vaganti” di Ferzan Ozpetek è in scena al teatro Carignano di Torino dal 20 dicembre all’8 gennaio 2023, inclusa la festa di Capodanno del 2023.

Rappresenta sicuramente uno dei film maggiormente apprezzati di questo regista di grande sensibilità nel tratteggiare l’animo umano. Si tratta di uno dei titoli più amati e premiati della sua filmografia, con tredici candidature al David di Donatello nel 2010 e cinque Nastri d’Argento, tra i principali riconoscimenti.

Ferzan Ozpetek firma la sua prima regia teatrale mettendo in scena l’adattamento di uno dei titoli più  amati e premiati della sua filmografia. Protagonista l’attore Francesco Pannofino, insieme a un valente Iaia Forte, accanto a Edoardo Purgatori, Carmine Recano e Simona Marchini.

Protagonista della pièce la famiglia Cantone, proprietaria di un grosso pastificio, che presenta radicate  tradizioni culturali altoborghesi e risulta dominata dalla figura del padre, un soggetto piuttosto conservatore che ha, quale unico desiderio, quello di lasciare in eredità la direzione dell’azienda ai due figli. La situazione precipita quando uno dei due si dichiara omosessuale, battendo sul tempo il minore tornato da Roma proprio per rivelare la sua verità ai genitori.

La commedia risulta vorticosa e ironica, caratterizzata da dialoghi incalzanti e con costanti interazioni con il pubblico in sala. Una commedia capace di raccontare la resistenza dell’uomo al cambiamento e a mettere a nudo quelle convenzioni che troppo spesso ci condizionano.

“Come trasporto i sentimenti, i momenti malinconici, le risate sul palcoscenico? –  si chiede Ferzan Ozpetek  – Questa è stata la prima domanda che mi sono posto e che mi ha portato un po’ di ansia, quando ha cominciato a prendere corpo l’ipotesi di teatralizzare “Mine vaganti”. La prima volta che raccontai la storia al produttore cinematografico Domenico Procacci, lui rimase molto colpito, ma anche entusiasta, affermando che sarebbe potuto diventare anche un ottimo testo teatrale. Poco dopo avviamo il progetto del film e chiamammo Ivan Cotroneo a collaborare alla sceneggiatura.

Dietro invito di Marco Balsamo la prospettiva di traduzione teatrale si è realizzata con un cast corale e un impianto che lascia intatto lo spirito della pellicola. Certo ho dovuto lavorare per sottrazioni, lasciando quell’essenziale intrigante, attraente, umoristico. Ho tralasciato circostanze che mi piacevano molto, ma quello che il cinema mostra, il teatro nasconde e, così, ho sacrificato scene e ne ho inventate altre, per dare nuova linfa all’allestimento.

L’ambientazione cambia. Una vicenda del genere non potrebbe svolgersi nel Salento, per questo l’ho ambientata in una cittadina tipo Gragnano o lì vicino,  in un posto dove un coming out ancora susciterebbe scandalo. Rimane la famiglia Cantone, proprietaria di un grosso pastificio, che presenta radicate tradizioni culturali alto borghesi, che si concentrano in un padre desideroso di lasciare in eredità la direzione dell’azienda ai due figli. La situazione precipita quando uno dei due si dichiara omosessuale, battendo sul tempo il minore, tornato da Roma per aprirsi ai suoi cari e svelare questa verità “.

“Racconto – spiega Ferzan Ozpetek – storie di persone, di scelte sessuali, di una fatica a adeguarsi a un cambiamento sociale ormai irreversibile. Qui la parte del pater familias risulta drammatica e ironica al tempo stesso. Le emozioni dei primi piani hanno lasciato il posto a punteggiatura e parole. I tre amici gay sono diventati due e ho integrato le parti mancanti con uno spettacolino, per poter marcare, facendone quasi una caricatura, quelle loro caratteristiche che, prima, arrivavano alla gente secondo le modalità  mediate dallo schermo. Il teatro può, infatti, permettersi il lusso dei silenzi, ma devono essere esilaranti, altrimenti vanno riempiti con molte frasi e una modulazione forte e travolgente. Ho optato per un ritmo continuo che non si ferma mai, neanche durante il cambio delle scene, e il cui merito va a Luigi Ferrigno, che si è inventato un gioco di movimenti con i tendaggi. Fondamentali le luci di Pasquale Mari e i costumi di Alessandro Lai, colorati e sgargianti. Ho realizzato una commedia che mi farebbe piacere vedere a teatro, in cui lo spettatore è parte integrante della messa in scena e interagisce con gli attori, che spesso recitano in platea come se si trovassero nella piazza del paese e verso cui guardano quando parlano. La piazza/pubblico rappresenta il cuore pulsante che scandisce i battiti della pièce”.

MARA MARTELLOTTA

 

Biglietteria del Teatro Stabile di Torino

Tel. 0115169555

Numero verde

800235333

Teatro Carignano, Piazza Carignano 6

Dal martedì al sabato dalle 13:00 alle 19:00

Domenica dalle 14:00 alle 19:00

Lunedi riposo

Orari straordinari in occasione delle Feste

Sabato 24 dicembre dalle 10:00 alle 17:00

Il 25 dicembre la biglietteria resterà chiusa

Bimba di tre anni precipita da intercapedine delle scale nel centro commerciale

Era con i genitori al Green Pea vicino al Lingotto in via Nizza una bimba di tre anni che è caduta in un’intercapedine della scala . Ha riportato alcune fratture e un trauma cranico.

E’ ricoverata al Regina Margherita ma non è in rianimazione. Sarà tenuta sotto osservazione e la prognosi al momento resta riservata.

Da ricostruire la dinamica dell’incidente: la piccola sarebbe caduta per alcuni metri infilandosi in uno spazio aperto.

L’ ufficio stampa di Green Pea a proposito dell’incidente ci  ha inviato una dichiarazione  dell’AD Francesco Farinetti.

“A proposito dell’incidente verificatosi nel pomeriggio di ieri da Green Pea, ci preme precisare che la bambina, dell’età di 3 anni, è caduta in un’intercapedine della scala tra il terzo e quarto piano dello store, non dalle scale mobili. Siamo in stretto contatto con la famiglia. La piccola, a seguito di tutti gli accertamenti medici, risulta fuori pericolo”

Il Natale di Eataly Torino Lingotto

Il meglio dell’enogastronomia a tavola e non solo!

Natale è in arrivo e non può mancare anche a tavola il meglio dell’enogastronomia di alta qualità, per celebrare le Feste con la speciale atmosfera che solo il buon cibo e il buon bere regalano. Eataly Torino Lingotto ha selezionato le grandi eccellenze enogastronomiche perfette per festeggiare.

La proposta di Eataly parte dalle confezioni regalo, che racchiudono la tradizione culinaria italiana: proposte food e non solo, sono dei grandi classici per gli amanti dei regali “mangerecci”. Tutte in carta riciclata e certificata FSC, quest’anno si arricchiscono di una box speciale: una confezione regalo realizzata con WWF, il cui acquisto contribuisce a proteggere un’oasi italiana, contrastando la crisi climatica in atto e garantendo lo stoccaggio di 450kg di Co2. Anche quest’anno inoltre Eataly si impegna a sostegno del programma di Alimentazione Scolastica del WFP, il World Food Programme, a cui nel 2020 è stato riconosciuto il Premio Nobel per la pace. Per ogni confezione natalizia venduta, Eataly dona l’equivalente di un pasto nutriente che il WFP fornisce ai bambini e alle bambine delle scuole più povere. Obiettivo: un mondo finalmente libero da fame e povertà.

E poi le proposte dolci. Sono oltre 50 le varietà di panettoni e pandori di Eataly Lingotto. Tutte firmate da storiche aziende o da piccoli artigiani italiani, contano anche alcune novità d’autore. Tra le new entry del Natale 2022 troviamo tra gli altri il panettone glassato di pasticceria di Bonifanti, storico marchio piemontese attivo dal 1932 e Vincente, che nella sua linea “sguardi siciliani” dedicata agli sguardi di personaggi che hanno reso grande la Sicilia nella cultura, propone un panettone artigianale farcito con cioccolato di Modica. Tra i grandi classici ci sono alcuni dei prodotti più amati: lo Stratosferico della pasticceria Golosi di Salute, un tripudio di cioccolato fondente e nocciole Tonde Gentili Trilobate, il panettone albicocca e caramello salato di Olivieri la cui storia inizia nel 1882 e che lavora ancora oggi in modo tradizionale e poi quelli della storica azienda piemontese Galup nata nel 1922a Pinerolo che festeggia quest’anno i suoi 100 anni con una linea speciale color edition in eleganti scatole di cartone con decori vintage. L’azienda veronese Borsari, direttamente dalla patria del pandoro, ne propone una versione con un soffice impasto classico arricchito da una deliziosa crema al tiramisù e gocce di cioccolato aromatizzato al caffè. E per servirlo, non il classico zucchero a velo da spolverare bensì del cacao amaro, per un effetto finale a sorpresa.

La proposta dolce è arricchita anche da torroni e marron glacé, cioccolato dei Maestri Cioccolatieri Piemontesi e non solo, tartufini, panforte e datteri, creme spalmabili, zabajone e molto altro.

E poi ci sono tutte le eccellenze dei banchi freschi per regalare e regalarsi un’esperienza di gusto. Ecco i salumi e formaggi, da tutta Italia e non solo, dalle principali denominazioni agli oltre 20 Presidi Slow Food. Le migliori carni di Razza Bovina Piemontese Presidio Slow Food de La Granda, dai pregiati tagli di bue grasso alle grandi costate frollate. E ancora il Cappone di Morozzo, anch’esso tutelato dal Presidio Slow Food dal 1999, zamponi e cotechini crudi legati a mano, polli e faraone ripieni preparati freschi tutti i giorni. Per chi preferisce il pesce, la Pescheria di Eataly propone una ricca selezione: il crudo del nostro Mediterraneo, dai gamberi viola di Sanremo, a quelli rossi di Mazara del Vallo, ma anche il pesce delle piccole cooperative di pescatori come quella della Laguna di Orbetello, Presidio Slow Food, pescato ancora come un tempo, esclusivamente con metodi tradizionali e sostenibili.  E poi il salmone selvaggio che arriva dai freddi mari tra Canada e Alaska durante le migrazioni dall’oceano verso fiumi e ruscelli incontaminati, la bottarga di muggine, oltre 15 varietà di ostriche e caviale 100% italiano.

Immancabile per le Feste la pasta fresca: agnolotti, plin, tortellini… preparati ogni giorno a partire da eccellenti materie prime dalle sfogline di Plin, il laboratorio di produzione dal vivo di Ugo Alciati, chef 1 stella Michelin con GuidoRistorante a Serralunga d’Alba e che a Torino porta la tradizione della mamma Lidia, definita dal Los Angeles Times la “Agnolotti Queen”.

E per chi preferisce avere già tutto pronto, la Gastronomia di Eataly è la soluzione giusta: ottime materie prime, cucinate con gusto per portare a tavola anche durante le Feste i piatti della tradizione. Menu ad hoc sono stati pensati per l’occasione da Patrik Lisa, executive chef di Eataly Lingotto.

A tavola protagoniste sono anche le specialità dei maestri Panettieri di Eataly Lingotto, preparate rigorosamente in maniera artigianale. Immancabile il panettone gastronomico, freschissimo ogni giorno direttamente al banco, da farcire come si preferisce per portare a tavola una proposta coreografica e sempre sfiziosa. E poi lo strudel, perfetto per concludere al meglio il menu delle Feste: pasta brisè preparata con uova allevate all’aperto e farina biologica 0 e di farro macinata a pietra del Mulino Marino e poi il ripieno come da tradizione, a base di mele, zucchero, pinoli, uvetta e un pizzico di cannella.

Una prelibatezza per i palati più esigenti è il tartufo: quello di TartufLanghe, con il suo corner dentro il Mercato di Eataly Lingotto, è sinonimo di qualità e artigianalità, con un’esperienza pluritrentennale nella raccolta e trasformazione del tuber magnatum. In vendita in purezza a pepita ma anche rielaborato, in crema, salsa o anche nell’originale versione patatina o con il miele.

Da non dimenticare le eccellenze della Pasticceria Da Guido: cabaret di pasticceria fresca mignon ma non solo. Per Natale è in arrivo il Panettone firmato Ugo Alciati: lievito madre, 40 ore di lievitazione lenta e 3 fasi di impasto sono le caratteristiche distintive. Arricchito da golosa uvetta e profumato al limone di Sorrento, poi ricoperto con una glassa di nocciole Piemonte IGP. Altra novità il Tartufo Regale: l’unico tartufo d’Alba al cioccolato, fatto interamente a mano a partire da un calco di tartufo nero, con materie prime eccellenti del territorio quali il cacao Criollo di Domori e la Nocciola Piemonte IGP, da un’idea di Ugo Alciati. Espressione di un’artigianalità d’altri tempi, il Tartufo Regale è a tiratura limitata, in scatole numerate e firmate dallo chef.

Per il brindisi si scende nell’Enoteca di Eataly Lingotto, la più grande e rifornita di tutta Torino. A scaffale oltre 35.000 bottiglie e più di 5.000 etichette: dalle grandi denominazioni alle piccole produzioni locali, dalla rinomata cantina al vignaiolo indipendente che produce esclusivamente con le uve da lui coltivate. Tanti vini biologici e biodinamici, emblema del rispetto della terra, oltre 400 grandi formati e 200 bollicine fra cui scegliere e ancora tante birre artigianali, liquori regionali e preziosi distillati provenienti da tutto il mondo.

Infine, qualche suggerimento per un regalo diverso dal solito? La Scuola di Eataly propone un’ampia selezione di corsi di cucina, per grandi e piccoli, degustazioni guidate, incontri di approfondimento sulle eccellenze italiane per neofiti e appassionati. O ancora, le Eataly Card: una carta speciale in diversi tagli per fare la spesa in negozio, mangiare nei Ristoranti tematici, acquistare i corsi e gli eventi in programma ogni mese nelle sale e aule didattiche. E infine gli Eatinerari, i cofanetti marchiati Eataly per regalare e regalarsi un’esperienza enogastronomica.

Per prenotazioni:

Gastronomia – 011 19506845

Macelleria – 011 19506846

Salumi e Formaggi – 011 19506828

Pescheria – 011 19506844

Panetteria – 011 19506823

Pastificio Plin – 01119506805

Da Guido Pasticceria – 011 19506859

Per maggiori informazioni:bit.ly/NataleEatalyLingotto

 

“Premio Donna di Eccellenza 2022” alla startupper Arianna Ortelli

AIDDA Piemonte incoraggia la forza e la creatività delle giovani imprenditrici

 È stato attribuito con una scelta unanime il Premio Donna di Eccellenza 2022 che AIDDA Piemonte assegna all’imprenditrice o alla manager che abbia dedicato il suo impegno allo sviluppo di attività imprenditoriali con una specifica attenzione alla realtà sociale in cui opera. La vincitrice 2022 è Arianna Ortelli CEO e cofondatrice di NovisGames, startup innovativa a impatto sociale, che ha creato una piattaforma di gaming utilizzabile anche senza la vista, adatta quindi all’uso da parte degli ipovedenti.

AIDDAa 61 dalla la fondazione nel 1961 a opera di un gruppo di imprenditrici e manager persuase che unendosi e operando insieme avrebbero potuto contribuire con più determinazione allo sviluppo della società e in particolare della condizione femminilequest’anno ha voluto concentrare l’attenzione sulle giovani donne che operano in Piemonte. È con questo focus che è emersa l’eccellenza della giovane startupper che ha svolto il suo percorso formativo e lavorativo a Torino.

Novis Games, la start up avviata con due colleghi nel 2018, sta muovendo i suoi primi passi nel mercato del gaming indipendente con le sperimentazioni in corso da parte di più di 50 sviluppatori che ne testano la funzionalità operativa. Già nel 2023 è previsto di poter ottenere l’interesse dei maggiori player che distribuiscono videogiochi, attraverso i quali la funzionalità dedicata agli ipovedenti può finalmente diventare una realtà.

La motivazione di Eccellenza attribuita dalla giuria del Premio riguarda la capacità dimostrata da Arianna Ortelli di costruire il suo percorso professionale a partire da una attività imprenditoriale e di saper coniugare innovazione tecnologica e impegno sociale.  La chiarezza degli obiettivi e la determinazione nel realizzare un progetto in grado di migliorare le condizioni di disagio delle persone interpretano i valori che AIDDA desidera promuovere attraverso l’esempio che Arianna Ortelli esprime.

“Siamo davvero onorati per questo riconoscimentodichiara la giovane imprenditrice premiata Arianna Ortelli Non si tratta solo di una vittoria per me e per il team di Novis Games: questo traguardo è una dimostrazione importante di come la sostenibilità, non solo economica, ma anche sociale e ambientale, sia un vero e proprio motore per lo sviluppo di modelli di business innovativi. Siamo orgogliosi di poter essere una dimostrazione positiva, soprattutto perché siamo una realtà giovane, in un settore che è ancora ostacolato da barriere e pregiudizi: aver scelto di raccontare la nostra storia vuol dire lanciare un messaggio positivo, di speranza e di coraggio, a tutte i ragazzi e le ragazze che, come noi, vogliono mettersi in gioco, mettendo al centro del loro progetto le proprie ambizioni e passioni”.

Marisa Delgrosso, Presidente della delegazione Piemonte giunta alla conclusione del suo secondo mandato commenta così il premio che vuole illuminare l’imprenditoria femminile italiana che nasce a Torino: “In questi sei anni vissuti a contatto con le più brillanti realtà imprenditoriali femminili del territorio ho visto davvero emergere una nuova generazione di donne animata da una assoluta determinazione a realizzare sogni e progetti. Donne preparate che lavorano su obiettivi ambiziosi e meritano sostegno e spazi di visibilità. È questo sostegno che vogliamo esprimere attraverso il Premio Donna di Eccellenza ed è il mio personale messaggio di commiato lanciato a chi di noi ha più esperienza perché sappia incoraggiare e stimolare le giovani donne a creare aziende eque e sostenibili.”

Alla palazzina di caccia con i “custodi del futuro”

Lunedì 26 dicembre, ore 15.45

Palazzina di Caccia di Stupinigi

I custodi del futuro

Unattività per famiglie alla scoperta delle azioni utili alla conservazione preventiva del nostro patrimonio

Le residenze storiche sono organismi fragili e preziosi e il prendersene cura, con azioni costanti e continue, è alla base del loro stato di buona salute. Lunedì 26 dicembre, in un giorno di festa, alla Palazzina di Caccia di Stupinigi è in programma unattività per famiglie alla scoperta delle azioni utili alla conservazione preventiva del nostro patrimonio e cioè quali piccole azioni e buone pratiche si possono adottare per prendersi cura della bellezza.

Lattività è organizzata dai Servizi Educativi della Palazzina di Caccia di Stupinigi, in collaborazione con il Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale.

INFO

Lunedì 26 dicembre, ore 15.45

I custodi del futuro

Durata dellattività: 1 ora circa

Prezzo: 5 euro, oltre al costo del biglietto

Biglietti: intero 12 euro; ridotto 8 euro

Gratuito: minori di 6 anni e possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Royal Card

Prenotazione obbligatoria entro il venerdì precedente

Info e prenotazioni: 011.6200634

Palazzina di Caccia di Stupinigi

Piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino

www.ordinemauriziano.it

Giorni e orario di apertura: da martedì a venerdì 10-17,30 (ultimo ingresso ore 17); sabato, domenica e festivi 10-18,30 (ultimo ingresso ore 18).

Zambaia (Lega): “La provincia di Torino prima per ‘Distretti del commercio’ finanziati”

E nell’area metropolitana otto progetti per un contributo complessivo di oltre 2 milioni di euro”

La provincia di Torino è la prima beneficiaria dei contributi per la realizzazione dei 32 nuovi Distretti del Commercio ammessi in graduatoria nel bando regionale che garantisce un contributo complessivo di 8,8 milioni di euro per il triennio 2022-2023-2024. Concentrandosi sulla sola area metropolitana, sono otto i progetti autorizzati per un finanziamento complessivo di oltre 2 milioni di euro, ai quali si sommano i 292mila euro di Torino.

“Da consigliere regionale del territorio – commenta la leghista Sara Zambaia – non posso che rinnovare i miei complimenti al nostro assessore al Commercio Vittoria Poggio, che ha saputo elaborare una strategia tanto vincente per le nostre comunità, e ai sindaci che hanno saputo cogliere con lungimiranza le opportunità offerte da questo bando. Puntare sulla formula dei distretti significa non solo sostenere il commercio di vicinato ma garantire nuove opportunità di decoro urbano, di attrattività turistica e di sviluppo economico per i nostri comuni. Le vetrine che guardano le nostre vie, le insegne che illuminano le nostre serate, il bagaglio di storie e di tradizioni d’eccellenza che si tramandano di generazione in generazione sono il primo baluardo contro lo spopolamento dei nostri centri abitati e contro un’idea di commercio che minaccia sempre più il calore del rapporto umano privilegiando l’asettico click su un telefono o un computer”.

Nel dettaglio, a ricevere il contributo saranno i progetti presentati da Settimo Torinese con “Progetto strategico di rafforzamento della capacità competitiva del distretto e riqualificazione degli spazi pubblici” con un punteggio di 75,5/100 e 292,3mila euro, da Nichelino con “Un mercato per il commercio” con un punteggio di 73/100 e 292mila euro, da Venaria Reale con “Shopping e cultura: benvenuti a Venaria” con un punteggio di 72,5/100 e 292,3mila euro e Rivoli e la collina morenica con “Affermazione dell’immagine e dell’identità distrettuale” con un punteggio di 69,5/100 e 289,3mila euro. A seguire, Moncalieri con “Duc Moncalieri: la nuova esperienza del commercio” con un punteggio di 68,5/100 e 292,3mila euro, Carmagnola con “+Carmagnola, +Commercio, +Crescita” con un punteggio di 66,5/100 e 291mila euro, Collegno con “Vicini al commercio: per un commercio attrattivo, smart ed efficiente a Collegno” con un punteggio di 62/100 e 290mila euro e Alpignano con “Riqualificazione di piazza Caduti e rilancio del commercio locale” con un punteggio di 61,5/100 e 292,2mila euro.

Le donne del Risorgimento piemontese

I salotti erano i luoghi dell’incontro sociale, della cultura, della lettura e della conversazione a cui partecipava l’aristocrazia e la borghesia nascente, erano luoghi in cui c’erano tante idee.

A partire dal 1848, diventarono luoghi di attiva discussione politica fra le élites di potere e della borghesia che aspirava al cambiamento. Inoltre, i salotti erano i punti di ritrovo per eccellenza delle donne della media e alta società, le quali svolsero un ruolo importante sul piano civile e politico del Risorgimento Nazionale. Infatti, le donne avevano un ruolo di attiva partecipazione all’interno dei salotti. Durante la metà dell’Ottocento, i salotti torinesi erano dei centri di aggregazione e formazione dell’opinione pubblica, ma anche luogo in cui l’élite torinese, i diplomatici e politici, intellettuali e artisti si riunivano. Un ruolo molto importante lo svolgeva la politica, dato che si stava iniziando ad elaborare il processo di unità nazionale, e dopo la promulgazione dello Statuto albertino, Torino divento il posto per molti esuli italiani, i quali trovarono nei salotti lo spazio per la diffusione di idee patriottiche, ma anche antiliberali. Tra i salotti possiamo ricordare quello della
Contessa Balbo Bertone di Sambuy, antiliberale e legittimista; quello della Marchesa Giulia di Barolo; quello di Costanza d’Azeglio a Palazzo Tapparelli, salotto politico e diplomatico. Tra i più famosi vi era il salotto della Marchesa Alfieri, nipote di Cavour, il cui salotto veniva considerato il vero circolo politico di Torino, nel quale si incontravano anche gli ambasciatori dei Paesi amici; e quello della Baronessa Perrone, nel palazzo di Via XX Settembre, attualmente sede della Banca Unicredit.

Sofia Scodino

E ora via alla “ricomposizione” dei Popolari

C’è un libro pubblicato nel 1979 dal titolo ‘La “ricomposizione’ dell’area cattolica in Italia’ che ha segnato in profondità il dibattito politico e culturale tra i cattolici e nei cattolici in quell’epoca storica.

L’ha scritto padre Bartolomeo Sorge, autorevole gesuita, Direttore per molti anni della prestigiosa rivista Civiltà Cattolica e riconosciuto intellettuale del mondo cattolico italiano. Un libro che ha giocato un ruolo importante anche in vista della famosa “Assemblea degli esterni” della Democrazia Cristiana che si svolse nel 1982 su iniziativa della segreteria nazionale di quel partito. Ma fu proprio il sostantivo “ricomposizione” ad incuriosire il titolo del libro di Padre Sorge.
Ora, ad altre 40 anni di distanza e senza fare alcun confronto improprio o tracciare parallelismi con quella stagione storica, forse si può nuovamente parlare di un processo di “ricomposizione”. Di una cultura politica che è stata decisiva in quasi tutti i tornanti più delicati e complessi della nostra storia democratica e repubblicana e che, purtroppo, in questi ultimi anni si è quasi eclissata. Parlo, cioè, della cultura politica riconducibile al popolarismo di ispirazione cristiana. Una tradizione politica e un filone ideale che conservano, tuttavia, una straordinaria attualità e una bruciante contemporaneità. Per i suoi valori, per i suoi principi, per la sua ricetta politica e per la sua profondità culturale. Ma, purtroppo, si tratta anche di una cultura politica e di una tradizione ideale che si sono fermate al pre politico, e quindi ad una narrazione puramente testimoniale, oppure annacquate all’interno di partiti che hanno ormai un’altra “ragione sociale”.
E, per entrare più nello specifico, sul versante della sinistra – cioè nel Pd – il tutto si è ridotto ad una micro corrente di potere attentissima agli organigrammi ma del tutto avulsa dal capitolo dell’elaborazione politica e culturale. E, inoltre e soprattutto, nel momento in cui il compito e la finalità del Pd sono quelli di ricostruire/rilanciare/rifondare la sinistra post comunista nel nostro paese, è di tutta evidenza che il ruolo dei Popolari o dei cattolici sociali in quel contesto è fuori luogo e fuori tempo. Non a caso, e giustamente, si riscrive il “manifesto dei valori” da un lato e si concentra tutta l’attenzione, per dirla con Luca Ricolfi, se ricostruire una sinistra liberal post comunista o una sinistra libertaria e radicale. Appunto, un partito che ha cambiato profondamente la propria ”ragione sociale” rispetto alle origini. Sul versante politico alternativo alla sinistra è di tutta evidenza, come ovvio, che la praticabilità politica dell’area Popolare è quantomai problematica e difficile. E nell’area centrista – terreno più fertile e congeniale per un’area popolare e cattolico sociale – può esserci una forte e convinta cittadinanza politica purchè i partiti, o il partito, di riferimento non si riducano ad essere “partiti personali” o “partiti del capo” dove il pluralismo culturale è annullato perchè il tutto deve sempre coincidere con la volontà del capo indiscusso.
Di qui è cresciuta la consapevolezza per favorire e rafforzare la cosiddetta “ricomposizione” dell’area Popolare. Una volontà che, adesso però e a differenza dal passato recente e meno recente, parte dal basso e non viene più invocata o provocata dall’alto.
Il tutto, comunque sia e al di là delle singole e legittime opinioni, deve avvenire ad una condizione. E cioè, nessuno deve parlare a nome di tutta l’area Popolare. Non chi lavora per accelerare – a me pare giustamente – una seria e convinta “ricomposizione” politica, culturale ed organizzativa dell’area Popolare e, men che meno, quelli che spingono per l’ennesima volta a consolidare una piccola corrente all’interno del nuovo partito della sinistra italiana. Non può e non deve esserci ambiguità al riguardo. Nessuno, cioè, ha la rappresentanza esclusiva e totalizzante dell’area Popolare. Come non esistono i “cattolici professionisti”, per dirla con una felice battuta degli anni ‘80 di Carlo Donat-Cattin, così non esistono i Popolari di serie A. Tutti contribuiscono a salvaguardare un patrimonio politico e culturale. Speriamo il più possibile sotto un’unico tetto. Senza sterili polemiche personali o di gruppo.


Giorgio Merlo