ilTorinese

Ikea raccoglie coperte per i senza fissa dimora

Da venerdì 28 ottobre a martedì 1 novembre torna “Ri-scalda la notte”, l’iniziativa promossa da IKEA Collegno che invita l’intera comunità a raccogliere coperte, trapunte e piumoni da destinare alle persone senza dimora.

 

Coperte e trapunte non più utilizzate potranno infatti aiutare a riscaldare la notte di chi non può contare sul calore di una casa o di un luogo sicuro per ripararsi dal freddo, grazie alla collaborazione con le associazioni locali impegnate a donare supporto alle persone che ne hanno bisogno.

IKEA Collegno ospiterà i volontari dell’associazione che raccoglieranno questi prodotti usati e in buone condizioni[1] e che saranno poi distribuiti alle persone bisognose.

 

Per ogni prodotto donato dai soci Family, sarà riconosciuto un buono da 5 euro[2] spendibile dal 15 novembre 2022 a 31 gennaio 2023 presso tutti i negozi IKEA Italia.

 

Grazie a “Ri-scalda la notte”, dal 2011 ad oggi, IKEA Italia ha raccolto e donato migliaia di coperte e trapunte: un’iniziativa concreta a sostegno di tutte quelle associazioni che lavorano ogni giorno sul territorio occupandosi di coloro che vivono situazioni di fragilità.

 

[1] Le coperte dovranno essere pulite, in buone condizioni e riposte in un sacchetto di plastica

[2] Sarà possibile ricevere fino ad un massimo di 3 buoni per socio Family

 

Tra scuola genovese e scuola torinese

L’espressione dell’ensemble, ideato e dichiarato coro amatoriale di livello, maturata artisticamente dalle collaborazioni con Opera Giocosa di Savona, Alba Music Festival Italy&Usa, Berner Musikkollegium e Cappella Sistina.
La prima corale cittadina fu fondata nel 1963 dal maestro Marino Merlo (1916-1998) di Cereseto, riunendo cantori della diocesi di Casale Monferrato per circa un decennio eseguendo concerti di musica sacra e gregoriana. Già organista presso la parrocchiale di Moncalvo e compositore di musica per pianoforte e orchestra, fino al 1987 fu organista e maestro di cappella della cattedrale di Casale. La sua produzione musicale è stata raccolta in tre volumi dal figlio Augusto con il titolo Musicae
Repertorium.
Nel 1997 fu creato il Casale Coro sotto la guida artistica del maestro Gian Marco Bosio nato a Genova, con sede al teatro comunale casalese. L’anno successivo egli costituì il coro Mario Panatero di Alessandria ereditando l’esperienza della Azienda Teatrale Alessandrina (ATA) con la quale partecipò al tour svedese nel 1993. Bosio ha compiuto gli studi musicali presso il conservatorio genovese Paganini conseguendo i diplomi di musica corale, direzione e composizione, perfezionandosi alla accademia di Siena e alla Hochschule  di Vienna. È direttore dell’orchestra da camera del conservatorio di Genova e fondatore della associazione musicale Casella di Novi Ligure. Ha diretto concerti in Italia (anche alla Scala), Svezia, Svizzera, Austria e Spagna. La collaborazione dei due gruppi associati ai Cori Piemontesi, conclusasi nel 2008, si è misurata con la drammatica Cantata di San Sabba eseguita nel giorno della memoria in unione al Laboratorio Teatrale di Maria Pia Casorelli e con concerti di Rossini, Haydn, Vivaldi, Orff e Bernstein. Hanno partecipato alle opere liriche La Traviata, Otello, Tosca, Turandot, La Bohème, Cavalleria Rusticana, I Normanni a Salerno, Nabucco. Hanno collaborato con i festival  Vignale Danza, Cantiere Musicale di Santa Croce, Lavagnino di Gavi, una Provincia all’ Opera e con i teatri di Casale, Alessandria, Fermo e Salerno.
Nel 2008 la direzione del Casale Coro è passata al maestro Giulio Castagnoli, nato a Roma e laureato al conservatorio Verdi di Torino in storia della musica, composizione e pianoforte. Si perfeziona all’Accademia di Santa Cecilia di Roma e alla Hochschule di Friburgo ed è docente di composizione al conservatorio di Torino. Fu ospite del governo e senato tedesco nel 1998-99 e 2003 e ha tenuto seminari nelle università di Melbourne, Hong Kong, Berlino, Boston e ha avuto incarichi con la biennale di Venezia e Radio France. Vinse il concorso internazionale di Amsterdam nel 1987 e il Grand Prix Italia di Roma per Rai Radio 3 nel 1991.
Il Casale Coro collabora con i gruppi Stefano Tempia di Torino, Vivaldi di Cambiano, Haendel di Trofarello, Coro Città di Rivarolo, Viotti di Vercelli, Eufonè di Ciriè, Panatero di Alessandria, Fondazione Fossano Musica, MCO, Stadt Orchester di Solothurn (Svizzera), Filarmonica di Stato della Romania e Collegio Musicale di Berna. Nel suo repertorio spiccano la Nona Sinfonia di Beethoven, Carmen, Il Barbiere di Siviglia, L’ Elisir d’amore, Carmina Burana, messe sacre di Puccini, Verdi, Mozart, canti popolari italiani e si è esibito in diverse regioni dell’Italia settentrionale e centrale, in Svizzera e al festival estivo di Cap Ferrat in Costa Azzurra. A Torino il coro ha eseguito concerti al conservatorio Verdi, nelle basiliche Corpus Domini e Maria Ausiliatrice, nelle chiese di San Carlo, San Tommaso, San Giuseppe, San Filippo Neri, Santi Apostoli e nel palazzo Chiablese.
La sera del 24-12-2017 il coro ha partecipato alla celebrazione della Santa Messa natalizia presieduta da papa Francesco in Vaticano. Nell’occasione il Casale Coro e i cori torinesi Haendel e Vivaldi sono stati introdotti in San Pietro come Coro Cottolengo dall’avvocato torinese Lino Marchisio, fornitore di paramenti papali. Nel 2018 egli ha ricevuto l’onoreficenza al merito della Repubblica Italiana per il volontariato e il sociale, operando nell’associazione Volontari Cottolengo e Chaaria Mission Hospital in Kenya. Durante la Santa Messa sono state eseguite antifone, salmi e cori liturgici gregoriani a fianco del coro e orchestra della Cappella Sistina. Il Casale Coro ha all’attivo due CD registrati dal vivo a Casale, il Requiem di Mozart al teatro comunale nel 1997 e lo Stabat Mater di Rossini nella chiesa di San Domenico nel 2000.
Armano Luigi Gozzano

Apre t-space X MAO

Uno spazio di condivisione e attualizzazione delle opere artistiche presso il Museo di Arte Orientale. Primo appuntamento mercoledì 26 ottobre alle 18.30

 

Mercoledì 26 ottobre prossimo, alle 18.30, inaugurerà presso ilMAO, Museo di Arte Orientale,  un nuovo spazio conviviale e di sperimentazione curato da Giulia Spreafico e Wu Rui, dal titolo “t-space X Mao”.

Il MAO di Torino ha, infatti, recentemente inaugurato una nuova fase che segna l’apertura del Museo ad attività artistiche e creative, attraverso un ricco programma di residenze, sia in ambito artistico, sia curatoriale, durante le quali performer, artisti, curatori e studiosi, verranno chiamati ad abitare le collezioni e gli spazi espositivi, dando vita e attualizzazione al Museo.

Il nuovo progetto trova collocazione nel rinnovato t-space e nasce dalla collaborazione con l’omonimo spazio che è  stato creato a Milano da Giulia Spreafico e Wu Rui nel 2016.

Si tratta di uno spazio d’arte indipendente, uno studio aperto al pubblico, un luogo creativo che, non per questo, rinuncia all’aspetto conviviale. Infatti, proprio all’interno di questo luogo, la dimensione conviviale vuole avere un ruolo fondamentale, secondo il desiderio dei fondatori. I momenti di condivisione hanno rappresentato una parte irrinunciabile del progetto, che consiste anche in un tè sorseggiato insieme, incontrando artisti e performer.

Fra gli artisti che si avvicenderanno per attivare le collezioni museali e renderle vive, ampliandone i significati e riportandoli a una dimensione contemporanea, vi sono registi e film maker, artisti visivi quali Massimo Grimaldi, Fuzao Studio e Jacopo Miliani.

Il primo appuntamento, il 26 ottobre prossimo, alle 18.30, sarà un invito di Warshadfilm (Tiziano Doria e Samira Guadagnuolo) ad abitare le sale del Museo. Il duo di artisti ha realizzato del materiale inedito, riprendendo sculture e luoghi in pellicola 16mm, scattando fotografie di formato medio e fotografie che dialogano con lo spazio e le opere della mostra in corsa intitolata Buddha.

MARA MARTELLOTTA

Emergenza smog nel bacino padano, l’appello di Legambiente


“Il futuro Governo e le Regioni mettano la qualità dell’aria tra le priorità”
Le proposte dell’associazione ambientalista alle istituzioni: piano di riduzione delle emissioni agricole, disincentivo all’uso del mezzo privato, miglioramento del trasporto pubblico locale, riduzione dei limiti di velocità in autostrada e riconversione impianti di riscaldamento

 

L’entrata in carica del nuovo Parlamento coincide quest’anno con l’avvio della stagione “calda” per la qualità dell’aria in pianura padana. Secondo i dati di Legambiente del 2021 sulla qualità dell’aria in città, infatti, i livelli di sostanze inquinanti misurati nei capoluoghi del Nord Italia hanno superato decisamente i valori consigliati dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, esponendo residenti e lavoratori a condizioni ambientali dannose per la loro salute.

D’altra parte, sono ancora presenti le condizioni che hanno portato l’Unione Europea ad aprire nei confronti dell’Italia ben tre procedure d’infrazione in materia di qualità dell’aria: la prima infrazione, la 2014/2147, si è “concretizzata” nel 2020 attraverso la sentenza di condanna da parte della Corte europea di giustizia (causa 644/18); per la seconda infrazione (2015/2043), relativa ai superamenti da NO2, la Commissione ha aperto un contenzioso facendo ricorso alla Corte europea di giustizia (causa 573/19) che, nel maggio 2022, le ha dato ragione e ci ha dunque condannato anche per questa seconda procedura. La terza, la 2020/2299 relativa ai superamenti per il PM2,5, è ancora agli inizi del procedimento. Senza dimenticare poi che l’Unione Europea sta per aggiornare la direttiva aria con la quale verosimilmente verranno adottati limiti più stringenti rispetto agli attuali.

Legambiente e in particolare i comitati regionali del bacino padano, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, ribadiscono la necessità di un’azione trasversale a scala nazionale e regionale perché l’Accordo per il miglioramento della qualità dell’aria nel bacino padano” preveda azioni concrete per mantenere bassi i livelli di sostanze inquinanti nel corso della stagione invernalea partire dal settore agricolo, il primo responsabile dell’inquinamento da polveri secondo l’ultima analisi effettuata dalle agenzie ARPA, fino al settore trasporti e riscaldamento domestico.

“L’aggiornamento delle linee guida da parte dell’OMS e la prossima emanazione di una nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria devono essere uno sprone per i decisori politici italiani – ha dichiarato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – non si dovranno chiedere deroghe all’Unione Europea, ma occorrerà dimostrare di saper spendere in modo saggio le risorse europee per favorire una vera transizione ecologica. Oltre alle proposte che riguardano la mobilità su scala urbana che chiediamo da tempo, riteniamo infatti necessaria un’azione trasversale e coordinata, per consentire all’accordo per la qualità dell’aria del bacino padano di arrivare a risultati concreti riducendo il più presto possibile il livello di inquinamento atmosferico, ogni anno responsabile di oltre 350.000 morti nell’intera Unione Europea, di cui 50.000 solo in Italia”.

“È fondamentale che le risorse pubbliche a disposizione vengano indirizzate verso le azioni più efficaci per ridurre l’inquinamento atmosferico, che devono riguardare traffico, riscaldamento e settore agricolo, che gli studi confermato essere molto impattante sulla qualità dell’aria. – sottolinea Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta assieme ai presidenti dei comitati regionali di Legambiente dell’area padana – Anche i fondi destinati al comparto delle infrastrutture di collegamento non possono essere sprecati per finanziare progetti vecchi e nuovi di autostrade, che sono causa di aumento delle emissioni: trasporto pubblico e infrastrutture ferroviarie devono essere al centro della strategia di investimenti delle Regioni sul trasporto.”

“Ma questo inverno la vera incognita sarà l’utilizzo di impianti a biomasse, – conclude Prino – che verranno utilizzati di più, dove presenti, in sostituzione di quelli a metano. Un danno per l’aria che le Regioni devono evitare potenziando la comunicazione finalizzata all’utilizzo dei fondi per la sostituzione degli impianti più vecchi, per aumentarne l’informazione sul loro corretto utilizzo, oltre che definendo ed aumentando i controlli.

Le proposte. Partendo dal settore agricolo, che ha una responsabilità di primo piano per quanto riguarda l’emergenza smog invernale, occorre innanzitutto rafforzare il sistema dei controlli, parallelamente al sostegno all’applicazione delle soluzioni tecnologiche più avanzate per ridurre le emissioni. Per questo, le Regioni dovranno definire una programmazione dedicata del Piano Strategico della PAC (Politica Agricola Comunitaria) che allochi risorse per investimenti finalizzati alla riduzione delle emissioni di ammoniaca, inquinante responsabile della formazione delle polveri sottili, per il quale ad oggi non sono state ancora adottate politiche incisive.
Serve inoltre che le Regioni, insieme alle associazioni di categoria, definiscano un programma per la riduzione del carico zootecnico, portandolo a livelli compatibili con i limiti posti dalla direttiva Nitrati per ridurre complessivamente i quantitativi di composti dell’azoto che oggi impattano sull’aria e sui corpi idrici.
È necessario, sempre per limitare le emissioni di ammoniaca, che il recente decreto interministeriale sull’utilizzo del digestato ottenuto da liquami ne imponga l’impiego in campo esclusivamente attraverso tecniche che ne assicurino l’immediato interramento.
Per quanto riguarda il settore dei trasporti occorrono risorse per rendere il Trasporto Pubblico Locale competitivo rispetto alla mobilità automobilistica, sia da quello dei mezzi disponibili, sia dal punto di vista del personale soprattutto in alcuni capoluoghi.
È importante, in parallelo, un intervento del Governo sui limiti di velocità in autostrada per limitare le emissioni provenienti dal traffico su lunga distanza: ad esempio si può agire riducendo a 100 km/h la velocità massima nel corso dei mesi invernali (ottobre-marzo), velocità che si dimostra essere adeguata a garantire una sostanziale riduzione nelle emissioni come ha sottolineato l’Agenzia Europea per l’Ambiente (link).
E ancora un sostegno alla riconversione degli impianti di riscaldamento: a fronte dell’innalzamento del prezzo dei combustibili fossili, in particolare del metano, è atteso un incremento dell’utilizzo degli impianti di riscaldamento a biomassa (stufe e camini), che tuttavia già negli anni passati hanno contribuito negativamente alla qualità dell’aria.
Tra le proposte del cigno verde anche la messa a punto di azioni di informazione e sensibilizzazione dei cittadini e forme di incentivazione che promuovano, insieme al processo di transizione degli impianti di riscaldamento verso i sistemi elettrici (pompe di calore) e all’efficientamento degli edifici, la sostituzione degli impianti a biomassa obsoleti con quelli moderni a basse emissioni. Si necessita, per questo, lo stanziamento di incentivi adeguati, oltre alla promozione di un sistema di controlli che consenta, tra le altre cose, di aggiornare i dati contenuti nei Catasti regionali degli impianti termici, favorendo così sia le sostituzioni sia il monitoraggio delle emissioni in atmosfera prodotte dal settore residenziale Il tutto deve essere accompagnato da una campagna informativa che, oltre a promuovere l’utilizzo di tali risorse, spieghi anche il corretto utilizzo di tali impianti

Scheletro umano trovato in un bosco

Nei boschi di Carrosio, un piccolo comune in provincia di Alessandria, nella Val Lemme al confine con laLiguria sono stati trovati i resti di un cadavere. Lo scheletro  trovato potrebbe appartenere a un anziano scomparso l’anno scorso, di cui  famiglia non ha mai più avuto notizie.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

L’antologia di Lingua Madre

«Quando parla, tutto acquisisce nuove possibilità, tutto cresce» scrive Diana, che si immerge con la nonna in un rituale mattutino, semplice e potente al tempo stesso, tra poesia e fisicità. Dragana ritrova il legame privato con l’Est in un’altra donna straniera. Karima, Manal e Larissa vestono i panni delle proprie madri, di cui descrivono il coraggio, le paure ma soprattutto la speranza.
Racconti evocativi, intimisti, colmi di tenerezza ed energia, a tratti trasgressivi. Al centro donne di ogni età, con i loro corpi, in un gioco di relazioni affettive vitale e gioioso. La scrittura si fa fiume e scorre lungo una genealogia femminile universale, che accoglie esperienze di vita fatte di solidarietà, relazione, ma anche di erotismo, libertà, desiderio d’appartenenza. Perché “straniere si diventa”, ne sono consapevoli le protagoniste delle storie di questa antologia, che trasformano l’esperienza migrante in un dato di consapevolezza e di forza propositiva, soggettiva e sociale. E la nostalgia che a tratti compare si fa memoria, mai interruzione, e apre al futuro. Ricominciare: da un bignè confezionato con le proprie mani, da un fiore che cresce nonostante tutto o dalla lingua, materia viva che si fa docile al desiderio. Così si restituisce senso alla propria storia, aprendo la strada al riconoscimento, accorciando le distanze.

Esposizione delle fotografie selezionate XVII Concorso Lingua Madre – Premio speciale Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, a cura di Filippo Maggia.

Tra le proiezioni della serata: booktrailer del volume Lingua Madre Duemilaventidue e puntata speciale Spazio Libero – Rai 3 dedicata al Concorso Lingua Madre.

Danni da gelate: in arrivo i fondi regionali

Il presidente della Regione Cirio e l’assessore all’Agricoltura Protopapa: “Una boccata di ossigeno in un momento complesso anche per le nostre imprese agricole”

Sono 710 le aziende agricole piemontesi che beneficeranno dei ristori per i danni causati dalle gelate del 7 e 8 aprile 2021, evento riconosciuto come calamità naturale, nelle province di Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli e nella Città Metropolitana di Torino.

La risorsa finanziaria complessiva, derivante dal Fondo di solidarietà nazionale in Agricoltura e assegnata al Piemonte, è di 13,4 milioni di euro. Per le produzioni vegetali il contributo complessivo è di 11.422.735 euro e per le produzioni apistiche è di 1.236.115.

La Giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte Marco Protopapa, in seguito alla fase istruttoria, ha stabilito di erogare la percentuale massima di contributo alle aziende agricole danneggiate.

Sulla base di tale decisione, nei prossimi giorni si provvederà alla liquidazione dei contributi ai beneficiari ammessi a finanziamento.

In provincia di TORINO in totale sono 102 le aziende che riceveranno 1.774.000 euro di ristori:

– 59 beneficiari per produzioni vegetali

– 40 beneficiari per produzioni apistiche

– 3 beneficiari per produzioni apistiche più vegetali

“Questi fondi rappresentano una boccata di ossigeno importante per i nostri agricoltori, che dopo le gelate dello scorso anno questa estate hanno dovuto fare invece i conti con l’emergenza della siccità e adesso con i rincari di energia e carburanti. La Regione è già al lavoro per predisporre ulteriori misure che possano aiutare il settore ad affrontare questo momento difficile per le nostre famiglie e le nostre aziende”, dichiara il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio.

“I ristori vanno a coprire l’ammontare complessivo dei danni da gelate che hanno colpito i raccolti e trasmessi all’Assessorato regionale all’Agricoltura dai territori interessati dall’evento calamitoso del 2021 – precisa l’assessore regionale Marco Protopapa – I fondi assegnati sono a sostegno delle aziende agricole piemontesi per favorire la ripresa delle attività produttive e tra queste rientrano anche le aziende apistiche”.

Una nuova farmacia in Spina 3

E’ in arrivo una nuova farmacia in zona Spina 3, dove se ne avvertiva la mancanza a fronte della densità di popolazione. Ma non sarà una farmacia in più in città. Il numero di questi peculiari esercizi commerciali, presidio di salute pubblica sui territori, è infatti fissato per legge in una determinata proporzione con la popolazione residente, una per 3300 abitanti. A Torino, pertanto, sono e resteranno in tutto 279.

La Città di Torino, dopo una situazione ferma da anni, ha provveduto con una delibera approvata oggi in Sala Rossa a una revisione della distribuzione delle sedi farmaceutiche sul territorio in base alla dinamica della popolazione residente degli ultimi anni ma anche tenendo conto della densità delle farmacie e delle fasce di età dei residenti. Particolare attenzione è stata prestata all’incidenza dell’infanzia e della terza età, nonché, per quanto riguarda le zone collinari e “di confine” della presenza di farmacie nei Comuni limitrofi.

La zona di Spina 3 è stata così individuata come prioritaria per il nuovo insediamento, che avverrà tramite un bando rivolto agli attuali titolari di farmacia. All’apertura nel nuovo esercizio da parte di chi risulterà assegnatario, dovrà corrispondere la chiusura della sua “vecchia” farmacia per lasciare inalterato il numero complessivo.

Nell’aggiudicare la nuova farmacia si terrà conto di vari parametri, compreso quello dell’impatto sul territorio della corrispondente chiusura. La revisione della rete delle farmacie, è stata effettuata in accordo con Regione Piemonte, ASL e Ordine dei farmacisti.

 

“Opera Viva, PULSANTE” dell’artista e ideatore di Opera Viva, Alessandro Bulgini

Opera Viva Barriera di Milano, il Manifesto

Ottavo e ultimo appuntamento del 2022

Inaugurazione > Martedì 25 ottobre, alle ore 18.00

Torino, Barriera di Milano, Piazza Bottesini

Martedì 25 ottobre, alle ore 18.00 in piazza Bottesini a Torino, il progetto Opera Viva Barriera di Milano, il Manifesto – ideato da Alessandro Bulgini e curato, per questa edizione dedicata all’arte islandese dall’artista Jòn Gnarr – arriva al suo ultimo appuntamento prima della fiera Flashback con “Opera viva, PULSANTE” (2022) dello stesso Bulgini.

Bulgini, ideatore e protagonista dell’opera/rassegna Opera Viva Barriera di Milano, il Manifesto utilizza a pieno le potenzialità dello strumento pubblicitario dell’affissione pubblica, trasformata, dall’artista stesso, in opera d’arte urbana su preesistente.

Sull’affissione a grandezza 6 metri per 3 si staglia l’immagine rosso fuoco con la scritta PULSANTE, una scritta/immagine che sferza emotivamente e mostra senza ombra di dubbio il proprio potere evocativo. Una sola parola è in grado di raccontarci e interrogarci sulla vita, evoca il cuore che batte, la passione che ci anima, la paura di origine novecentesca della fine del mondo, l’amore, la malattia, la morte, la passione, la vita.

Afferma l’artista: “Ultimamente alcuni minacciano, ancora e noiosamente, di premere “il pulsante” definitivo. Per questo, e come risposta, ho deciso di fornirne io uno a tutti. In alternativa il mio è un far riferimento alla necessità di un battere potente nel petto come risorsa adeguata alla stupidità delle aggressioni attuali e come impegno emotivo nella costruzione di nuove e migliori prospettive”.

 

Una passione viscerale anima quest’ultimo manifesto che si connette strettamente al tema della decima edizione della fiera Flashback, della quale la rassegna è un percorso di avvicinamento: he.art. Un’edizione dedicata alla passione, al cuore pulsante, alla linfa vitale, al circolare delle idee e delle intenzioni, dal centro alle periferie.

E proprio in fiera, dal 3 al 6 novembre nella nuova sede in corso Giovanni Lanza 75 a Torino, sarà possibile ritrovare, in un’installazione site-specific,tutti i manifesti di quest’anno: dal primo intervento affidato al famoso fumettista Hugleikur Dagsson, noto per il suo umorismo pungente, con il manifesto What has Happened?, alla fotografia Smartphone Sovereignty (2022) dell’enfant terribleSnorri Ásmundsson, una satira contro il consumismo, passando per il manifesto firmato dagli artisti Libia Castro e Ólafur Ólafsson: Il Tuo Paese non Esiste (Your Country Doesn´t Exist), un progetto che affronta il tema dell’identità nazionale. Da Elsa Yeoman nota per porre il cibo al centro della sua indagine, con Be My Guest, a Shoplifter(Hrafnhildur Arnardóttir) con Fuzzy Smile,conosciuta per le sue sculture e installazioni realizzate con capelli sia veri che sintetici, fino agli ultimi due manifesti che hanno preceduto quello di Alessandro Bulgini firmati dalla “famiglia Gnarr”.Hide or seek di Frosti Gnarr, figlio di Jòn, operanata dall’idea di creare una sorta di porta d’accesso tra Torino e l’Islanda e Last supper dello stesso Jòn Gnarr, una personale riflessione sul costo dell’esistenza.

Paolo Lanzotti, tra i romanzi “veneziani” spunta Sherlock Holmes

 

Ambiento le mie storie a Venezia perché questa è la città dove sono nato e io credo non si possa descrivere correttamente un luogo che non sia il proprio o che non si conosca comunque molto bene. È una questione di “atmosfere”. In quanto poi al fatto che siano “storici”, ho sempre amato la Storia – quella con la S maiuscola – e penso che un romanzo, fra le altre cose, possa essere anche un’ottima occasione per riportare alla memoria fatti e personaggi dimenticati

 

L’autore

Paolo Lanzotti è nato a Venezia nel 1952 e si è laureato in filosofia all’università di Padova. È stato per diversi anni insegnante di filosofia e poi d’italiano e storia, affiancando al suo lavoro anche un’attività di pubblicista. Ha scritto numerosi romanzi, pubblicati da editori quali Piemme, Mondadori e Tre60. Alcuni dei suoi lavori sono stati tradotti e pubblicati all’estero. Ha vinto dei premi letterari di livello nazionale, tra cui il premio Città di Verbania, del Battello a Vapore, nel 1997, e più recentemente il premio Tedeschi, del Giallo Mondadori, nel 2016. Vive e lavora tra Venezia e Padova.

 

L’intervista

Cominciamo con una curiosità. I tuoi ultimi romanzi sono tutti gialli storici ambientati a Venezia, tra ‘700 e ‘800. È un caso?

Naturalmente no. Ambiento le mie storie a Venezia perché questa è la città dove sono nato e io credo non si possa descrivere correttamente un luogo che non sia il proprio o che non si conosca comunque molto bene. È una questione di “atmosfere”. In quanto poi al fatto che siano “storici”, ho sempre amato la Storia – quella con la S maiuscola – e penso che un romanzo, fra le altre cose, possa essere anche un’ottima occasione per riportare alla memoria fatti e personaggi dimenticati.

Come accade in “La voce delle ombre”, in cui tu rievochi la rivoluzione del 1848 a Venezia.

Esattamente. Scrivendo quel romanzo mi sono divertito a rievocare nomi come Manin, Pepe, Sirtori, Kossuth e altri che, all’epoca, erano molto noti ma che oggi conosciamo solo perché danno il nome a qualche via o a qualche piazza, senza che i più ricordino chi fossero o cosa abbiano fatto. Naturalmente, come in qualsiasi romanzo storico, i personaggi realmente esistiti si mescolano ad altri del tutto fantasiosi e sono coinvolti in azioni che nella realtà non hanno mai compiuto. Ma questa è la natura del romanzo storico.

In effetti, in un altro dei tuoi ultimi romanzi, “I guardiani della laguna”, tu coinvolgi in un omicidio niente meno che Carlo Goldoni, che però non è il protagonista.

Proprio così. “I guardiani della laguna” è il primo romanzo di una serie che vede come protagonista Marco Leon, un agente dell’Inquisizione di Stato. In uno dei teatri della città, il Sant’Angelo, viene ucciso un giovane attore e uno dei possibili indiziati è appunto Goldoni, che all’epoca lavorava effettivamente per quel teatro. Ma Goldoni, come dici tu, è solo uno dei personaggi, non il protagonista. In questi ultimi anni è diventato di moda costruire un giallo storico intorno alla figura di un uomo famoso –Dante, Leonardo e così via – che, nella finzione, diventa l’investigatore di turno. Io ho sempre pensato che un’operazione del genere sia un po’ eccessiva. Preferisco che i miei protagonisti siano frutto di fantasia e che i personaggi reali restino in secondo piano, importanti sì, ma non preponderanti.

Hai detto che “I guardiani della laguna” è il primo romanzo di una serie.

È così. La serie continua con “Le ragioni dell’ombra”, in cui il protagonista, Marco Leon, è impegnato come al solito in un doppio ruolo. Da una parte, essendo un agente dell’Inquisizione, si trova a vigilare sulla sicurezza dello Stato – è quello che oggi definiremmo un “agente segreto” – e viene coinvolto in trame e complotti anche internazionali. Dall’altra parte, suo malgrado, si trova sempre a dover indagare su qualche omicidio, diventando in questo modo un classico investigatore da romanzo giallo. Insomma, tutti i romanzi della serie sono un insieme di Mistery, Thriller e Spy Story ambientati a Venezia verso la metà del ‘700.

Però ho visto che fra questi romanzi “veneziani” spunta anche un apocrifo di Sherlock Holmes, ambientato invece in India, “La verità è un’ombra Watson”.

Vero. Sherlock Holmes è un personaggio che mi ha sempre affascinato, nel bene e nel male. In effetti, tutti gli investigatori dei miei romanzi, da Teodoro Valier – il protagonista de’ “La voce delle ombre” – a Marco Leon, fino a maestro Mebarasi – l’investigatore del mio primo giallo storico, pubblicato da PIEMME nel lontanissimo 2004 – sono in qualche modo figli di Holmes. Mi è venuto quindi spontaneo scrivere una sua nuova avventura, ovviamente a modo mio. In ogni caso, poiché l’azione principale si svolge alla fine dell’800, anche questo è a tutti gli effetti un giallo storico.

Mi sembra di capire che i tuoi ultimi romanzi sono concepiti sempre come parte di una serie. È così?

Tendenzialmente sì. È difficile che io scriva il seguito del mio Sherlock Holmes. Invece, come ti dicevo, i romanzi che vedono protagonista Marco Leon sono già una serie avviata, che spero di poter portare avanti ancora un po’. Anche “La voce delle ombre”, in realtà, è stato concepito come parte di una serie e, in effetti, ha già la sua seconda puntata. Ma il sequel è ancora inedito. Spero che prima o poi venga pubblicato.

Un’ultima curiosità. Hai sempre scritto gialli storici?

No. Nella mia ormai lunga attività non ho mai voluto specializzarmi in un particolare genere letterario. Ho sempre scritto ciò che in quel momento mi attirava di più. Prima di arrivare al giallo ho quindi pubblicato romanzi di fantascienza, fantasy e romanzi per ragazzi. Da giovanissimo ho fatto perfino qualche piccola incursione nel romanzo rosa e nella poesia. Ma sono esperienze passate. Ormai mi dedico interamente al giallo storico e penso che continuerò così.

Dove trovare i romanzi?

Tutti i romanzi citati sono facilmente reperibili, oppure ordinabili, nelle librerie fisiche e in quelle on line.

 

 

Contatti

Pagina FB – www.facebook.com/paololanzottiscrittore/

 

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