ilTorinese

Caffè Malabar apre le porte alla moda

Con una sfilata all’interno del sito produttivo di via Sansovino 207, il 9 ottobre, la storica torrefazione torinese si è trasformata nella location della sfilata primavera/estate 2026 di Anjoy.

Torino è una città di tesori nascosti, di persone schive che arrossiscono quando fai notare loro la straordinarietà delle loro storie. Le porte, qui, sono spesso chiuse: non c’è tempo per la frivolezza, si lavora. Ma quando si aprono, permettono di scoprire realtà bellissime.

È quello che è successo il 9 ottobre, quando Caffè Malabar, storica torrefazione torinese fondata nel 1947, ha trasformato per una sera il proprio sito produttivo di via Sansovino 207 in una passerella di moda. Tra macchinari, profumi di arabica e tostatura, è andata in scena la sfilata di Anjoy, giovane brand torinese con atelier in via Miglietti 10.

Un incontro inaspettato tra due mondi – quello del caffè e quello della moda – che condividono però la stessa filosofia: artigianalità, cura del dettaglio e passione autentica per ciò che è fatto bene.

Tutto nasce nel dopoguerra, quando Marcello Crosta, contadino, decide di intraprendere un’avventura al sapore di caffè. È il 1947, l’Italia deve ricostruirsi, e per buttarsi in un’impresa serve coraggio. Oggi le redini di Malabar sono nelle mani del genero Flavio e di sua moglie Antonella, figlia di Marcello, insieme alle tre figlie Arianna, Rebecca e Carlotta, che continuano la tradizione di famiglia.

Ed è proprio Carlotta ad avere l’idea di trasformare, per una notte, la torrefazione in una passerella. Scopre Anjoy, marchio altrettanto torinese fondato dalla designer Joyce Canova, e si riconosce nella sua filosofia: abiti artigianali, ricerca di qualità e una forte componente etica.

La sfilata, intitolata Amazing Blend, gioca su un doppio significato: la miscela come unione di aromi e sapori, ma anche di generi, culture e linguaggi. Anjoy propone infatti capi unisex, versatili e intercambiabili, in un progetto di moda consapevole che rompe le convenzioni e promuove la diversità.

“Le mie radici sono indiane” racconta Joyce Canova. “Vivo a Torino ma la mia anima abbraccia il mondo intero. Credo in una moda che non giudica e che non esclude.”

Il suo messaggio si riflette nel claim del brand, “Siamo tutti uguali”, e in una visione inclusiva della bellezza: un’attività che intreccia artigianalità e attivismo, dando vita ad abiti che parlano di uguaglianza, rispetto e libertà di espressione.

L’incontro tra Malabar e Anjoy nasce quasi per caso, davanti a una tazza di caffè. Da una parte Carlotta Viola, la prima a credere in questo connubio, e dall’altra Joyce Canova, fashion designer e titolare del marchio Anjoy. Donne brillanti, intuitive, accomunate dagli stessi valori e da uno sguardo rivolto al futuro.

Quel caffè è diventato simbolo di un viaggio: una bevanda che racconta un viaggio attorno al mondo, dall’America Latina all’Africa, un gesto, un rituale, una tradizione tutta italiana. È proprio utilizzando il caffè Malabar che Joyce Canova ha colorato i tessuti della collezione primavera-estate 2026, presentata all’interno della torrefazione.

“Amazing Blend è davvero la migliore descrizione del risultato del nostro incontro con Joyce” spiegano le sorelle Viola, “perché sembra sintetizzare la storia della nostra famiglia, che dal 1946 ad oggi ha saputo miscelare non solo ottime qualità di caffè, ma momenti storici e scelte di vita, investendo su un futuro di cui si scorgevano solo i contorni. Oggi la nostra miscela straordinaria è fatta di artigianalità, coerenza e della scelta di lavorare in modo tradizionale e autentico, come una volta, gli stessi valori che abbiamo ritrovato nella proposta di moda di Joyce Canova.”

Una collaborazione che sa di futuro, radici e passione. Una miscela perfetta, capace di unire due tradizioni torinesi – il caffè e la moda – in un’unica, sorprendente esperienza sensoriale.

Lori Barozzino

Velleda Capello: “Non tutto sarà tuo”. Una storia di scoperte inattese e di radici ritrovate

Informazione promozionale

Un viaggio che conduce la protagonista in un luogo dove il tempo si misura in maree e le risposte risiedono nei silenzi. Questo racconto è un’immersione profonda nella memoria e nei legami che definiscono chi siamo

L’AUTRICE

Velleda Capello , scrittrice per passione  nasce a Torino il 03/06/1976 , trova nella scrittura un modo per raccontare emozioni autentiche e per allontanarsi, almeno per un momento, dalla frenesia della quotidianità. Ama le storie che intrecciano sentimenti e mistero, capaci di toccare corde profonde e di lasciare nel lettore un’emozione sospesa. Diplomata al Liceo Scientifico Padano di Torino , vive a Sanfrè , un piccolo paese in provincia di Cuneo , tra le colline del Piemonte. Non tutto sarà tuo è il suo primo libro, nato dal desiderio di trasformare pensieri e sensazioni in parole che restano, scritto nel silenzio delle sere quando le parole chiedevano spazio e voce.

IL LIBRO

Alma parte per Zanzibar con il peso di un segreto non ancora svelato, trasportando una busta sigillata. La sua fuga dal caos della vita torinese si trasforma in un’intensa ricerca di sé, guidata da messaggi misteriosi e incontri inaspettati.  Attraverso le strade polverose di Kiwengwa e i vicoli labirintici di Stone Town, si trova ad affrontare un passato che la chiama, un’origine che credeva perduta.  Mami Bibi, una donna saggia e silenziosa, e i suoi segni nascosti tra pietre, conchiglie e lettere, diventano una mappa per Alma. Ogni indizio la avvicina alla verità su Leila, una figura velata dal tempo che custodisce la chiave della sua stessa identità.  Questo viaggio la conduce in un luogo dove il tempo si misura in maree e le risposte risiedono nei silenzi.
Questo racconto è un’immersione profonda nella memoria e nei legami che definiscono chi siamo.  È una storia che parla di scoperte inattese, di radici ritrovate e della forza delle donne che, in modi diversi, tessono la trama della vita.  Alma impara a dare voce a ciò che è sempre stato dentro di lei, a costruire un futuro che finalmente le appartiene.

Disponibile presso tutte le librerie on line, Amazon, Youcanprint

sia in formato cartaceo che eBook.

Instagram: velleda_capello

Un click d’amore per la montagna

“Oltre lo scatto”: è la mostra fotografica presentata dal “Forte di Bard”, in collaborazione con il “Parco Nazionale Gran Paradiso”

Fino all’8 dicembre

Bard (Aosta)

Fotografia “Wildlife”. Scatti di “Natura”. Le meraviglie di boschi e di prati incontaminati, la montagna a far da cornice a scenari in cui paiono vivere solo esseri umani “illuminati” e animali selvatici che hanno imparato (o forse è il contrario) a condividere le loro giornate con quegli “amici”, esseri umani “illuminati”. Che bella e rassicurante è la mostra “Oltre lo scatto” ospitata fino a lunedì 8 dicembre nelle “Scuderie” del “Forte di Bard” e organizzata dall’antica “Fortezza sabauda” in collaborazione con il “Parco Nazionale Gran Paradiso”! Mostra “etica”, l’hanno definita i responsabili. “Etica” e (aggiungerei) saggiamente “didattica”. L’obiettivo è infatti, si sottolinea, quello di “promuovere una riflessione sull’etica della fotografia naturalistica e più in generale sull’importanza di un approccio all’ambiente alpino rispettoso, proponendo un percorso che accompagni il visitatore oltre la dimensione estetica dell’immagine e invitandolo a interrogarsi su ciò che accade prima, durante e dopo lo scatto fotografico”. C’è un prima, un durante e un dopo dietro ogni scatto. No all’improvvisazione, no alla fotografia a tutti i costi “perfetta” (anche in barba al buon senso e al doveroso rispetto verso animali e cose) da condividere magari sui social “tanto più accattivante quanto più rappresentativa di momenti eccezionali, come gli incontri con gli animali selvatici”. Teniamo a riposo per un attimo (e anche un po’di più) l’obiettivo per evitare che i nostri comportamenti possano avere effetti negativi sulla fauna selvatica. Adottiamo atteggiamenti responsabili. E’ questo il monito che arriva dalle opere esposte. E dai testi che spesso accompagnano la mano del fotografo e le sue immagini, “raccontando le emozioni, il caso, la tenacia, l’ironia, le verità che si nascondono dietro ogni incontro con la fauna alpina”: parole sante, scritte per Roberto Andrighetto, guida valdostana che dal 2006 conduce con il fotografo Enzo Massa Micon i trekking foto naturalistici in Vallée e le Escursioni Fotografiche “Obiettivo Parco” organizzate in collaborazione con il “Parco Nazionale Gran Paradiso”.

E proprio di Andrighetto è una stupendo, per effetto tecnico e di acuta intuizione, scatto fotografico presente in mostra, dove una simpatica paciosa “Marmotta” si lascia immortalare, per nulla stranita, dall’obiettivo di un “amico fotografo”, intento a “documentare” e a “raccogliere emozioni”, ben lontano dalla ricerca dello “scoop”, della “foto rubata” che avrebbe forse spaventato e allontanato l’“amica marmotta”. Un altro scatto di Jean Laurent Jordaney (detto “Patience”) – guida di Courmayeur – ci racconta invece della fierezza e della geniale capacità di mimetizzarsi con l’ambiente, di un “Gufo” sicuramente “Reale” o “Gufo Aquila” (per quei bizzarri ciuffi di piume sulla testa che sembrano orecchie), quasi un tutt’uno con la corteccia e l’intreccio dei rami dell’albero che è ormai la sua casa. Simpatica, di una vivacità e vitalità quasi sfrontata è, poi, la vispa “Volpe” dal pelo  grigio-marrone in perfetto risalto cromatico con il candore della neve, cristallizzata, senza disturbo alcuno alla quiete che è nell’aria intorno, dall’aostano Dario De Siena, fotografo e, dal ’90, Guardiaparco del “Primo Parco Nazionale d’Italia”, con lo “Stambecco” a simbolo universale.

Complessivamente sono oltre 20 le immagini, in grande e medio formato, esposte a Bard. Con esse, uno storytelling che evidenzia le conseguenze di azioni umane solo in apparenza innocue, due pannelli didattici, di cui uno interattivo, che permettono di scoprire i mesi più vulnerabili per alcune specie montane e le complesse interconnessioni tra flora e fauna nell’ecosistema alpino. Il percorso si conclude con due proiezioni video: ad uno, in special modo, è affidato il compito di far ritrovare al fruitore “equilibrio e connessione” con la natura di cui fa parte, avvicinandolo con gli occhi e con il cuore a quell’ecosistema alpino fatto (e questo è importante sapere) di delicati equilibri e di stretti legami in grado di tenere uniti piante, animali e uomo. “La mostra – concludono gli organizzatori – diventa così un viaggio di consapevolezza che porta a riconoscere il nostro ruolo all’interno di questa rete ecologica e a comprendere come ogni gesto, ogni scelta, ogni scatto lasci un segno”.

Da segnalareFino a domenica 26 ottobre, il “Forte” presenta anche la decima edizione de “Le Sommet de l’Artisanat Valdôtain” esponendo, nell’ex “Cappella Militare” le opere premiate alla 72^ “Mostra-Concorso dell’Artigianato Valdostano” di Aosta. L’evento intende essere un omaggio all’eccellenza di un artigianato che ha saputo evolvere nei tempi, senza mai rinnegare l’antica sapienza di un “savoir-faire” che porta i tratti rigorosi di un “mestiere” tramandato nei secoli.

Gianni Milani

“Oltre lo scatto”

Forte di Bard, via Vittorio Emanuele II, Bard (Aosta); tel. 0125/833811 o www.fortedibard.it

Fino all’8 dicembre. Orari: Feriali 10/18; sab. dom. e festivi 10/19

Nelle foto: alcuni scatti di Roberto Andrighetto, Jean Laurent Jordaney e Dario De Siena con una scultura dalla mostra “Le Sommet de l’Artisanat  Valdôtain”.

Piove, governo ladro

Quante volte abbiamo sentito questa frase, in riferimento a qualsiasi disgrazia succedesse nel nostro Paese?

Ci siamo, però, mai fermati a pensare a quale sia la colpa del Governo e quale sia la nostra, di noi comuni cittadini che periodicamente ci rechiamo (o dovremmo recarci) alle urne?

Non entrando nel contesto sinistra-destra o, in particolare, nella diatriba politica attuale, è evidente come, quasi sempre, l’aspettativa degli elettori con la realtà delle urne siano antitetici.

Sono dell’idea che chi rinuncia al diritto del voto, cioè non si reca a votare, non abbia alcun diritto, poi, di criticare chi governa, dalla circoscrizione al Parlamento, passando per provincie e regioni.

In aggiunta, posso dire che chi vota scheda bianca (cioè chi non prende una posizione) e, peggio ancora, chi annulla la scheda scrivendo insulti, o segnando più di un simbolo, sia ancora più colpevole, perché spreca letteralmente i soldi spesi per una tornata elettorale. Se consideriamo una media di 47 milioni di aventi diritto al voto, i 400 milioni di euro che una tornata elettorale costa, significano poco più di 8 euro a testa e, dunque, il voto inutile è costato, inutilmente, 8 euro alla Stato.

Chi vota, invece, si aspetta che il vincitore mantenga le promesse e che l’opposizione si comporti come tale.

Assistiamo, invece, spesso a rimescolamenti, nascita di nuovi gruppi tanto in Parlamento quanto in Regione che contribuiscono a minare la poca, residua, fiducia degli elettori nella politica. Fin quando non verrà realizzato il vincolo di mandato, cioè l’obbligo di appartenere al gruppo in cui si è stati eletti, pena decadere dalla carica, questi giochini saranno sempre possibili e non sono sempre giustificabili con reali problemi interni alla lista.

Fin qui sembrerebbe una politica da manuale; peccato, però, che gli elettori, una volta adempiuto al diritto-dovere del voto, non si occupino più di politica fino alla volta successiva e, dunque, criticano indistintamente tutto il Parlamento se qualcosa non viene approvato, se un provvedimento torna al voto dopo emendamenti, ecc.

Quanti di noi partecipano, anche solo saltuariamente, alle sedute del proprio Consiglio comunale? O seguono in TV (esistono canali appositi) le sedute di Camera e Senato? Quanti sono i parlamentari, dopo la legge costituzionale che ne ha ridefinito il numero?  Nebbia!

Dal compimento del 18° compleanno, quasi sempre fino a qualche anno fa, ho prestato servizio quale scrutatore nelle varie tornate elettorali (dalle politiche, alle amministrative, regionali, referendum) e c’erano sempre molte persone che assolutamente non sapevano come si voti, chi siano i candidati (ci sono gli elenchi all’esterno della sala elettorale) o ignoravano le regola più elementari (uscire dalla cabina con le schede aperte, ecc).

Sicuramente, se arrivassimo finalmente al voto elettronico, magari da casa con lo SPID per chi non possa recarsi al seggio, i costi si ridurrebbero enormemente e si invoglierebbe a votare chi si trovi lontano dal seggio (anziani, disabili).

Forse è nella nostra cultura, forse decenni di malapolitica ci hanno disaffezionato dall’impegno politico che ogni cittadino deve possedere, il risultato è sotto gli occhi di tutti: affluenza alle urne in continuo calo, conoscenza nulla dell’attività politica, gli italiani seguono chi fa la voce più forte o compie i gesti più eclatanti; quel che è peggio seguono l’empatia di questo o quello, anziché valutarne l’attività, i risultati, la capacità e l’impegno.

Quanto ci costerebbe (in termini di tempo e fatica) documentarci sui siti di Camera e Senato (per avere un resoconto obiettivo, non viziato dalla linea editoriale di questa o quella testata giornalistica) e farci un’idea nostra?

Quando le statistiche dicono che in Italia sta diminuendo il QI e stanno aumentando gli analfabeti funzionali, non fatico a crederlo; basta leggere i posti sui social e abbiamo ben presente il disagio mentale da cui sempre più persone sono affette.

Proviamo a invertire la tendenza? Proviamo, per una volta, a fingere di essere cittadini degni di quel nome, anziché sudditi? Chissà che poi non ci piaccia.

Sergio Motta

Nuova Pet – Ct a Candiolo

Grazie al sostegno della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, la nuova tecnologia GE OMNI LEGEND migliorerà la qualità diagnostica e il comfort dei pazienti.

All’Istituto di Candiolo IRCCS è arrivata la nuova PET-CT – GE OMNI LEGEND, una tecnologia di ultima generazione presente solo in pochi centri in Italia. Questo strumento rappresenta un passo avanti fondamentale nello sviluppo della diagnostica per immagini nel nostro Istituto. Per i pazienti significa poter affrontare un esame più rapido e meno invasivo, con tempi di acquisizione significativamente più brevi e riduzione dell’esposizione a radiazioni ionizzanti. La qualità superiore delle immagini consente inoltre di individuare lesioni di minori dimensioni e in fase più precoce, un vantaggio clinico decisivo per diagnosi tempestive e accurate.

Dal punto di vista tecnologico, la PET-CT integra algoritmi avanzati di Intelligenza Artificiale per il posizionamento del paziente e la ricostruzione delle immagini, garantendo maggiore precisione e sicurezza.

“Questa nuova apparecchiatura ci consente di ottenere immagini ad altissima definizione in tempi ridotti, migliorando la qualità diagnostica e il comfort per il paziente. È un passo importante verso una medicina di precisione sempre più personalizzata” – sottolinea il Dottor Alessio Rizzo, medico nucleare dell’Istituto di Candiolo – IRCCS.

Grazie al sostegno della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, l’Istituto di Candiolo – IRCCS, con l’introduzione di questa nuova apparecchiatura, conferma il proprio impegno nell’unire ricerca e innovazione per migliorare concretamente la qualità delle cure.

“Ogni nuovo investimento tecnologico rappresenta un passo concreto nella nostra missione di sostenere la ricerca e offrire ai pazienti strumenti diagnostici e terapeutici sempre più efficaci – dichiara Allegra Agnelli, Presidente della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro – La PET CT di ultima generazione rafforza ulteriormente l’eccellenza dell’Istituto di Candiolo – IRCCS, confermando l’importanza del legame tra l’innovazione e la solidarietà di tutti i nostri sostenitori”.

Commercio e Distretti: un patto per lo sviluppo

 

Martedì 14 ottobre, alle ore 14.30, presso la Città Metropolitana di Torino, in corso Inghilterra 7

Trenta milioni di euro, di cui quasi otto di contributi a fondo perduto, per le imprese del commercio. Sono questi i numeri più significativi dei Distretti del Commercio in Piemonte, una misura che ha consentito di attivare un partenariato tra le amministrazioni comunali, le associazioni di categoria e molti altri soggetti del territorio per sostenere le imprese di vicinato, che rappresentano i principali attori dell’economia locale. Grazie a queste risorse e alle attività dei Distretti, è stato possibile realizzare operazioni di riqualificazione urbana, interventi di miglioramento dei negozi, processi di innovazione tecnologica e digitale, formazione per gli imprenditori, azione di comunicazione e marketing territoriale, oltre a molti altri benefici per le imprese.
A oggi sono attivi 94 Distretti urbani, cioè costituiti da un solo Comune, o diffusi, che raggruppano più Comuni, che coinvolgono circa la metà delle amministrazioni comunali del Piemonte. Per fare un bilancio dei primi quattro anni di attività dei Distretti, Confesercenti ha organizzato un convegno-dibattito fra istituzioni, imprese e stakeholder per martedi 14 ottobre, alle 14.30, nella sede della Città Metropolitana di Torino, in corso Inghilterra 7.
Moderato dal giornalista Gabriele Russo, il convegno vedrà l’intervento del Presidente della Camera di Commercio Massimiliano Cipolletta, di Luca Tamini, del Politecnico di Milano, che parlerà dei Distretti del Commercio quali motore dello sviluppo locale. Dell’impegno della Confesercenti per i Distretti del Commercio parleranno Carlo Chiama, Direttore della Confesercenti di Torino e Provincia, ed Ermanno Torre di ARECOM srl.
Dopo la proiezione di due video, di cui uno incentrato sull’intervista a Sonia Cambursano, Consigliera Delegata dello Sviluppo Economico della Città Metropolitana di Torino, si terrà una tavola rotonda cui parteciperanno Giancarlo Banchieri, Presidente della Confesercenti Piemonte, Paolo Bongioanni, Assessore al Commercio della Regione Piemonte, Elena Franco, del Consiglio Generale della Fondazione Compagnia di Sanpaolo e Jacopo Suppo, Vicesindaco della Città Metropolitana di Torino. Le conclusioni saranno affidate a Nino Gronchi, Presidente Nazionale della Confesercenti.

Mara Martellotta

Oltre 2,2 milioni di euro per gli eventi sportivi. Ecco le novità dalla Regione

Sono stati deliberati su proposta dell’assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Turismo, Sport e Post-olimpico, Caccia e Pesca, Parchi della Regione Piemonte Paolo Bongioanni contributi per oltre 2,2 milioni di euro per l’organizzazione degli eventi sportivi in Piemonte nell’anno 2025.

Spiega l’assessore Bongioanni: «Sono molto orgoglioso di questa nuova misura perché, nelle sue diverse linee di contributo, va a sostenere per la prima volta rispetto al passato l’intero sistema di organizzazione e promozione dello sport sul territorio piemontese per l’organizzazione di eventi agonistici. Al contributo alle competizioni capaci di generare visibilità nazionale e internazionale e di generare forte attrattività turistica ho aggiunto quello alle iniziative di presentazione della stagione sportiva 2025-26; il sostegno alle Gran Fondo e Marathon di ciclismo sia su strada sia per Mtb, che richiamano anche migliaia di appassionati e generano importanti ricadute sul nostro sistema economico. Per la prima volta sono ammessi a contributo per eventi sportivi competitivi non solo gli Eps ma direttamente le società loro affiliate. E infine torna il sostegno agli sport tradizionali del Piemonte, Pallapugno e Tamburello, orgoglio della tradizione delle province di Cuneo, Asti e Alessandria e straordinario valore aggiunto al loro appeal turistico e culturale».

Le iniziative finanziate sono:

  • Progetti di eccellenza sportiva”, al fine di sostenere le iniziative di presentazione della stagione sportiva 2025/2026, per un importo di € 50.000,00.

  • Eventi sportivi” – Sezione Competitiva per Coni, Cip – Comitato Italiano Paralimpico, Federazioni sportive nazionali, Discipline sportive associate, Affiliati e Comitati organizzatori, con un importo di € 1.531.600,00 per finanziare quelli svolti tra il 1° gennaio 2025 e il 31 dicembre 2025.

  • Eventi sportivi” – Sezione Competitiva per EPS società affiliate EPSper un importo di € 400.000,00 per finanziare gli eventi svolti tra il 1° gennaio 2025 ed il 31 dicembre 2025.

  • Gran Fondo e Marathon di ciclismo (su strada e MTB), per un importo di € 200.000,00 per finanziare gli eventi agonistici svolti tra il 1° gennaio 2025 e il 31 dicembre 2025.

  • Sport tradizionali”, finalizzata a promuovere gli sport della Pallapugno e Palla Tamburello tramite un sostegno economico loro dedicato in continuità con il precedente Programma, per un importo di € 50.000,00.

I bandi saranno pubblicati entrò la metà di ottobre, e resteranno aperti un mese.

A Cuorgné postamat di ultima generazione

 Presso l’Ufficio Postale di Cuorgnè, via Asilo 2, è stato installato  un ATM Postamat di ultima generazione a disposizione dei cittadini.

L’ATM Postamat è dotato di monitor digitale ad elevata luminosità e dispensatore innovativo, con moderni dispositivi di sicurezza, tra cui un sistema di macchiatura delle banconote e una soluzione anti-skimming capace di prevenire la clonazione delle carte di credito. L’ATM Postamat è inoltre dotato di un lettore barcode per rendere più semplice il pagamento dei bollettini prestampati tramite QR code.

Disponibile tutti i giorni della settimana e in funzione 24 ore su 24, l’ATM Postamat consente di effettuare operazioni di prelievo di denaro contante, interrogazioni su saldo e lista movimenti, ricariche telefoniche e di carte Postepay, oltre al pagamento delle principali utenze.

Il nuovo Postamat di ultima generazione può essere utilizzato dai correntisti BancoPosta titolari di carta Postamat-Maestro e dai titolari di carte di credito dei maggiori circuiti internazionali, oltre che dai possessori di carte Postepay.

Poste italiane ricorda che è possibile utilizzare i principali prodotti e servizi offerti da Poste Italiane anche in modalità digitale. Oltre alle classiche operazioni bancarie, come Bonifici e Postagiro, tramite gli strumenti digitali di Poste Italiane tutti i clienti possono pagare vari tipi di bollettino postali, compreso MAV, pagoPA, multe automobilistiche e pagamento Bollo Auto e Moto. Sarà sufficiente inquadrare il codice riportato sul bollettino oppure inserire manualmente i dati richiesti per effettuare il versamento.

Sito e APP consentono inoltre di ricaricare una carta PostePay, un telefono cellulare di qualsiasi operatore, ma anche di accedere ai prodotti di risparmio di Poste Italiane.

 

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: La ciurma di terra della Flotilla – Un giardino dedicato ad Ada Rossi – Letter

La ciurma di terra della Flotilla
Il Liceo classico  “Cavour” di Torino, il liceo di Luigi Vigliani, di Ludovico Griffa, di Raimondo Luraghi, è una scuola della rete della Shoa, anche se adesso sventola SOLO la bandiera palestinese, con quella italiana e europea. Per giunta sventola dal balcone della presidenza! È una lezione illiberale e in contrasto con la legge. Che tristezza. Dietro le quinte  ad agitarsi  per la Palestina come può, c’è  probabilmente anche il presidente degli ex allievi, ottuagenario faziosissimo, e amico di Odifreddi, che in gioventù fu craxiano.
Che miseria. Odifreddi è  stato chiamato al liceo ad arringare gli studenti sulla flotilla. Allineato sul “d’Azeglio“, antifascista per volontà testamentaria  di Augusto Monti,  con due pietre d’inciampo lucidissime –   all’ingresso – di ebrei uccisi  nel vero Olocausto e  oggi in prima linea contro Israele. Come il “ Gioberti“ enclave degli estremisti di sinistra che dedicano la biblioteca ad una compagna comunista ed ignorano Perelli. La scuola torinese può vantarsi di essere la ciurma di terra della flotilla. In parte è la stessa che mesi fa ha onorato gli 85 anni del presidente degli ex allievi Cavour, ascoltando e applaudendo Barbero.  Tutto torna.
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Un giardino dedicato ad Ada Rossi
La presidente del Consiglio comunale di Torino Maria Grazia Grippo  ha inaugurato a Torino un giardino dedicato ad Ada Rossi che non fu solo moglie del più celebre Ernesto, polemista, carcerato e confinato durante il fascismo, coautore del manifesto di Ventotene . Tra i carcerati- mi raccontò Massimo Mila – Ada era chiamata Lady Rossi, ma il marito toscano traduceva  con L’è di Rossi.
Il suo matrimonio celebrato quando lui era in carcere, dovette attendere la liberazione per potersi concretizzare.
Ada ebbe la giovinezza rovinata , ma fu sempre partecipe convinta delle battaglie del marito. L’ho conosciuta. Me la presentò Marco Pannella. Mi disse subito, per rimarcare una distanza ben chiara, che non andò mai in via Veneto con Scalfari. Mi disse di essere con Israele e mi disse anche che bene aveva fatto Pannunzio a squassare il partito radicale per cacciare l’antisemita Piccardi accusato da De Felice, prove alla mano, di aver partecipato in Germania a convegni razzisti contro gli ebrei. Ernesto Rossi difese Piccardi, Ada fu al fianco di Pannunzio. Fu anche contro la demonizzazione del grande storico Gioacchino Volpe che Rosario Romeo voleva riscoprire e Rossi voleva restasse ghettizzato nel clima di faziosità di certo antifascismo un po’ fascista, avrebbe detto Flaiano. Una donna fedele a Rossi, ma capace di idee proprie. La laurea in matematica le dava un equilibrio razionale tutto speciale. Una gran donna.
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LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com
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Il cdr de “La Stampa”
Ho visto che il cdr de “La stampa“ ha corretto il tiro:  non ha più messo nel suo comunicato  sindacale che la pubblicità a pagamento deve essere in linea con ciò che scrivono i giornalisti del giornale , un concetto che   viola la Costituzione. A me sembra che anche le idee non allineate al giornale dovrebbero trovare spazio sui giornali. E non a pagamento. Ma questo è un discorso troppo liberale.   Arturo Fina
Anch’io ho colto la correzione di rotta e ne sono contento. “ La stampa”, prima di Giorgio Fattori  direttore, non dava neppure notizia in cronaca dei comizi torinesi di Almirante in campagna elettorale. Così era interpretata la libertà di stampa fino agli anni 80. I giornalisti  scioperarono contro Fattori per mantenere la censura.
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Israele  pietra dello scandalo
Ho rotto una mia vecchia amicizia per la questione del presunto genocidio da parte di Israele. Sono da sempre filo israeliana. Io ho dati di prima mano da un mio cugino non ebreo che vive e lavora in Israele e non posso sopportare le sciocchezze che dice la mia vecchia amica di origini comuniste. Speriamo che la pace la faccia rinsavire. Celestina Guglielmini  Ivrea
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Io non ho rotto rapporti, ma li ho rallentati, anche se diventa molto difficile essere tolleranti con le guerrigliere casalinghe  o i professorini in maglietta e jeans  che credono di sapere tutto e non sanno nulla. Tanto sono ignoranti, tanto sono granitici nelle loro certezze. Come i vecchi fascisti diventati nel giro di poche ore tutti comunisti di fede incrollabile.
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Crosetto
Il divo Crosetto ministro della Difesa celebrato anche dall’opposizione,  ha dichiarato ai giornali. “L’ Italia pronta ad inviare Forze Armate in Palestina” anche  se i vertici militari sollevano dubbi. Mi pare una frase infelice che non spetta a lui pronunciare. A me Crosetto non è mai piaciuto fin dai tempi che lo chiamavano solo “Cruset”. Un gigante buono? Ho dei dubbi anch’io. Antonio Martini
Conobbi anni fa il futuro ministro ad un incontro che ebbi con Marcello Pera e un’altra volta a Fiumicino quando attendavamo insieme il volo di linea per Torino. Da quando è ministro, sembra tornato ad essere più democristiano che fratello d’Italia. Vive un’esperienza difficile e bisogna capirlo. Rinvio il giudizio. Certo, rispetto al sottosegretario di Fdl biellese, appare un politico serio che in genere sa controllare le parole.