ilTorinese, Autore presso Il Torinese - Pagina 210 di 4689

ilTorinese

Rivoli aderisce a “M’illumino di Meno 2025”

Quest’anno la Città di Rivoli partecipa a M’illumino di Meno 2025, la Giornata Nazionale del Risparmio Energetico e degli Stili di Vita Sostenibili, promossa da Rai Radio2 e dal programma Caterpillar. L’iniziativa, giunta alla sua ventunesima edizione, si estenderà per un’intera settimana, dal 16 al 21 febbraio, con l’obiettivo di sensibilizzare cittadini e comunità sull’importanza della sostenibilità e del risparmio energetico.

Domenica 16 febbraio, giornata inaugurale dell’iniziativa, Rivoli aderirà simbolicamente spegnendo le illuminazioni di tre luoghi simbolo della città: il Castello di Rivoli, l’Obelisco e il Campanile di Santa Maria della Stella. Un gesto che vuole ribadire l’importanza dell’uso consapevole dell’energia e la necessità di adottare stili di vita più sostenibili.

La moda sostenibile arriva a Rivoli
Nell’ambito di M’illumino di Meno, Rivoli promuove anche il riuso e la sostenibilità nella moda, con appuntamenti dedicati al second-hand e alla riduzione degli sprechi.

– Mercoledì 19 febbraio dalle ore 16:00 alle 18:30 presso la sede del Comitato di Quartiere Maiasco in via Tevere 41/B avrà luogo l’incontro, ad accesso libero, dal titolo “Ripara, Riutilizza, Rinnova: combattere la Fast Fashion” organizzato dallo “Spazio Donne” del quartiere, per scambiare consigli pratici per un approccio consapevole al guardaroba.

– Sabato 22 febbraio, presso il Centro d’Incontro del quartiere Borgo Nuovo (corso De Gasperi 20), si terrà uno Swap Party, organizzato in collaborazione con Swap Party Torino, dalle ore 15:00 alle 18:30. Lo Swap Party è un’occasione per dare nuova vita a vestiti, accessori e libri non più utilizzati, scambiandoli con altre persone in un ambiente conviviale e responsabile. I partecipanti potranno portare fino a 10 capi che verranno selezionati e suddivisi per categoria. Gli abiti rimasti saranno donati ad associazioni che si occupano del riutilizzo dei tessuti, in un’ottica di economia circolare e solidarietà. Instagram: @swappartyto – Facebook : Swap Party To

L’Assessore all’Ambiente Angelo Tribolo dichiara: “Tornare a partecipare a M’illumino di Meno è un segnale concreto del nostro impegno per la sostenibilità. Lo spegnimento simbolico dei monumenti più rappresentativi della nostra città vuole ricordare a tutti che ogni piccolo gesto può fare la differenza nella lotta contro lo spreco energetico e il cambiamento climatico. Inoltre, promuovere il riuso attraverso iniziative come lo Swap Party rappresenta un’opportunità per sensibilizzare la comunità sull’importanza della condivisione e della riduzione degli sprechi, favorendo un’economia circolare più sostenibile.

Un’iniziativa per la comunità
Con questo evento, Rivoli non solo si unisce al messaggio di M’illumino di Meno, ma contribuisce a creare una comunità più consapevole e attenta alle tematiche ambientali, promuovendo azioni concrete per un futuro più sostenibile. Tutti i cittadini sono invitati a partecipare e a fare la loro parte per diffondere la cultura del riuso e del risparmio energetico.

Una insolita crostata alla crema di mele

/

Le torte di mele, declinate in numerosissime varianti, non deludono proprio mai…Provate questa insolita e squisita crostata, il suo cremoso ripieno vi conquisterà!

Ingredienti

Frolla: 180gr. di farina, 100gr. di burro, 60gr. di zucchero, 2 tuorli, un pizzico di sale.

Farcia: 4 grosse mele Renette, 1/2 bicchiere di vino bianco secco, 2 cucchiai di zucchero, 100gr. di cioccolato amaro 70%, un pizzico di cannella

Preparare la frolla impastando velocemente tutti gli ingredienti, avvolgere in pellicola e far riposare in frigo per 30 minuti.
Pelare e tagliare 3 mele a tocchetti, cuocere con il vino, lo zucchero e la cannella sino a quando si saranno spappolate. Lasciar intiepidire e aggiungere mescolando il cioccolato.

Stendere la frolla in una teglia rotonda foderata con carta forno, bucherellare il fondo e riempire con la crema di mele. Affettare la mela rimasta, spruzzarla con il succo del limone e posarla sulla crema, cospargere con un poco di zucchero. Cuocere in forno statico a 220 gradi per 45 minuti.

Paperita Patty

Bussoleno tra le stazioni Sala Blu

Lo scalo ferroviario di Bussoleno entra ufficialmente nel circuito delle Sale Blu, il servizio di RFI dedicato ai viaggiatori con difficoltà di movimento, anche temporanea.

Prosegue l’impegno di Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS) di eliminare le barriere architettoniche in tutte le stazioni e assicurare progressivamente a tutti i viaggiatori autonomia negli spostamenti.

È stato così anche per Bussoleno: dopo una prima fase di interventi strutturali, con innalzamento dei marciapiedi di binari, percorsi tattili all’interno e all’esterno della stazione, installazione di ascensori per l’accesso ai binari, sistema d’informazione visiva e sonora e ulteriori interventi, oggi si completa il progetto con la consegna di due carrelli elevatori.

I viaggiatori potranno richiedere l’ausilio di operatori specializzati che li assisteranno nella fase di salita o discesa dal treno e nei percorsi dell’area della stazione.

Il servizio è gratuito e prenotabile con 12 ore di anticipo attraverso le Sale Blu di Rete Ferroviaria Italiana.

Tutte le informazioni sono disponibili sul sito internet di RFI alla pagina dedicata al servizio Sala Blu

All’ “Environment Park” di via Livorno “Cristallo di Luce” di Diego Scroppo

Una nuova “Luce” per “Luci d’Artista”

Giovedì 13 febbraio, ore 18

E’ stato definito “progetto visionario” per la sua capacità di coniugare mirabilmente materiali come vetro, acciaio ed alluminio, al servizio di una suggestiva rievocazione delle “imponenti forme del paesaggio alpino che caratterizza la ‘landscape’ torinese”. Ad innalzarlo oltre la semplice fisicità del reale, un piccolo (ma neppure tanto) particolare, una “pianta d’ulivo”, simbolo di “resilienza” e “adattamento”, collocata al suo interno quale invito alla riflessione sul rapporto fra uomo e natura.

Parliamo della grandiosa installazione d’arte pubblica “Cristallo di Luce” creata dall’artista torinese Diego Scroppo e curata dall’Associazione “The Sharing”, nata a Torino nel 2003 da un’originale idea di Chiara Garibaldi e oggi punto di riferimento internazionale per la creazione di contenuti artistici legati all’arte digitale. L’opera di Scroppo verrà presentata ufficialmente, alla presenza delle Istituzioni e dei sostenitori del progetto, giovedì 13 febbraio , alle 18, presso l’“Envi Park” (via Livorno, 60), il “Parco Tecnologico” di Torino, che diverrà la sua sede permanente e casa ideale, in quanto luogo della città dove, da oltre vent’anni, si lavora per supportare “Pubbliche Amministrazioni” e imprese nei loro percorsi di sostenibilità ed innovazione culturale. Non solo. “Cristallo di Luce” entrerà, infatti, a pieno titolo, a fare parte della sezione “Luminarie” della rassegna torinese “Luci d’Artista”, consolidando, ancora una volta, lo stretto legame tra “arte contemporanea” e “sostenibilità urbana”. L’appuntamento rientra nel progetto “Accademia della Luce”, un percorso di iniziative e attività che integrano e accompagnano le “installazioni luminose” sul territorio cittadino sin dal 2018, sottolineando quanto la comunione tra il Cristallo” e “Luci d’Artista” avvenga pienamente all’insegna dell’intento condiviso dalla Città e da “The Sharing” di “mettere sempre di più le opere d’arte in diretta relazione con gli spazi cittadini e i propri abitanti”. Afferma lo stesso Scroppo: “Parte della mia arte è stata privatizzata, tolta al pubblico. Ma l’arte deve sempre essere pubblica; paradossalmente non appartiene nemmeno all’autore”. L’arte, dunque, come “gesto condiviso”. E sempre prodotto sotto il segno della più ampia “sostenibilità”.

Dotata di “tecnologia fotovoltaica”, “Cristallo di Luce”, nello specifico, ha infatti una profonda “anima sostenibile”: è in grado di autoalimentarsi e di generare energia, fornendo circa 900 kWh all’anno, sufficienti per ricaricare in una giornata 4 e-bike, 45 laptop a ricarica completa e 200 smartphone. Con questo progetto, “The Sharing” incontra alcuni importanti punti del Sustainable Development Goals (SDG-ONU): il miglioramento dell’efficienza globale nel consumo di risorse e nel tentare di scollegare la crescita economica dalla degradazione ambientale, la riduzione entro il 2030 dell’impatto ambientale negativo pro-capite delle città e l’implementazione di strumenti per lo sviluppo sostenibile del turismo.

Dopo gli studi alla torinese “Accademia Albertina di Belle Arti”, Scroppo, validissimo erede di una ben solida “tradizione monumentale”, mantiene un modo singolare di “fare arte” attraverso “uno stile – si è scritto – modernissino e arcaico al tempo stesso, al pari delle forme che immagina e dei materiali che usa”. Sono visioni che l’artista elabora, imponendosi di osservare il “reale” senza mai restarne del tutto soggiogato; le sue “creature” volano alto, portandoci non poche volte al confronto con certe atmosfere onirico – surrealiste in cui d’improvviso “cose” e “oggetti” si fanno originale pretesto alla messa in piena libertà di sogni, memorie ed emozioni che faticano a rapportarsi con la stessa monumentalità dei progetti. Per la realizzazione del suo Cristallo di Luce”, Scroppo si è ispirato agli antichi obelischi egizi, richiamando la loro “funzione simbolica e spirituale”. Con i suoi sette metri di altezza, “il ‘Cristallo’ incarna un dialogo tra luce e ombra, tradizione e innovazione, rappresentando un microcosmo delle tensioni e delle bellezze del nostro pianeta”. La base, che riproduce l’ombra tridimensionale del monolite, ospita i pannelli fotovoltaici, creando un “paradosso visivo”: è, infatti, nell’oscurità che la luce viene catturata e trasformata in energia.

Dopo la presentazione ufficiale dell’opera, la serata del prossimo giovedì 13 febbraio, sarà arricchita dalla “performance sonora” interattiva Suoni nella luce”ideata da “Diego Scroppo e Sintetica” e curata da “The Sharing”, che permetterà al pubblico di interagire appieno con l’opera.

Per infowww.toshareproject.it

g.m.

Nelle foto: “Cristallo di Luce” e Diego Scroppo

La Regione propone un tavolo di confronto con i medici per abbattere le liste d’attesa

/

«Un incontro positivo e costruttivo, in un clima di collaborazione. Ho chiesto ai sindacati dei medici di stendere una piattaforma, anche valoriale, comune, che partendo da ciò che ci unisce – ovvero la centralità della sanità pubblica e l’indiscusso valore aggiunto che, in condizioni difficili, apportano i professionisti della sanità nelle strutture regionali – per ridurre le liste d’attesa.  L’idea è un tavolo mensile presso la control room, che la direzione regionale dell’assessorato ha individuato come strumento utile per ricevere in tempo reale i dati e poter intervenire con i correttivi necessari. La condivisione dei dati è fondamentale per aumentare l’efficienza del sistema ed è una metodologia che dovrà diventare sempre più la modalità ordinaria di lavoro per tutti gli operatori.»

Così l’assessore alla sanità Federico Riboldi al termine dell’incontro che si è tenuto in assessorato.

«L’intenzione è di arrivare ad un documento sottoscritto da tutte le forze sindacali, medici e infermieri ospedalieri, medici di medicina generale, Oss e personale amministrativo. Ai sindacati dei medici ho ribadito che per affrontare i grandi problemi della sanità, molti dei quali sono strutturali, è necessaria la collaborazione di tutti: l’ottica è quello di unire le forze, nell’interesse dei cittadini. L’obiettivo è lavorare in armonia. Ho ribadito che la legge 104/2024 sull’intramoenia sarà applicata solo in casi limite. Oggi ho constatato con soddisfazione che vi è la volontà comune di lavorare per superare le contrapposizioni, nel rispetto dei ruoli » prosegue Riboldi.

«Ho proposto di istituire, sul modello dell’osservatorio sul personale, un tavolo di confronto permanente che si riunirà con cadenza mensile per analizzare i dati delle liste d’attesa, giudicare le azioni ed intervenire con i necessari correttivi. La proposta è stata accolta in modo unanime dai rappresentanti delle associazioni sindacali presenti»

«Sono soddisfatto, è la prima volta che il tema delle liste d’attesa viene affrontato con un approccio specifico, attraverso l’istituzione di un tavolo monotematico. Nei prossimi giorni si terrà un incontro analogo con i sindacati degli infermieri e delle altre professioni sanitarie » conclude Riboldi.

Sotto un cielo di stelle: riflessioni sull’inquinamento luminoso a Infini.to Planetario di Torino

M’illumino di meno – XXI Edizione
Anna Pellegrino
Barbara Bordin
Daniele Gardiol
Davide Coero Borga

Ritorna al Teatro Carignano Valerio Binasco con i suoi “Sei Personaggi in cerca d’autore”

 

Al Teatro  Carignano martedì 11 febbraio, alle ore 19.30, tornerà in scena la pièce “Sei personaggi in cerca d’autore”, per la regia e l’interpretazione di Valerio Binasco., insieme a una compagine di valenti attori tra cui Jurij Ferrini.

Lo spettacolo, prodotto dal teatro Stabile  di Torino, Teatro Nazionale, verrà replicato  al teatro Carignano fino al 23 febbraio prossimo e poi rappresentato in tournée fino al 17 aprile 2025.

Il debutto dei “Sei personaggi in cerca d’autore” fu piuttosto travagliato. Avvenne al teatro Valle di Roma il 9 maggio del 1921. La iniziale accoglienza polemica di pubblico e di critica ha lasciato spazio a un successo internazionale ancora oggi immutato  e meritato. Dopo “Il piacere dell’onestà “ Valerio Binasco torna ad affrontare uno dei capolavori di Luigi Pirandello, il testo che meglio di ogni altro ha saputo contrapporre le contraddizioni della scena, del teatro e della vita,  l’incontro-scontro tra parole e regia, interpretazione e vita reale. 

Nella storia di questa famiglia spezzata Binasco ritrova gli elementi che caratterizzano la propria poetica; arte e vita, umanità e maschere si fondono in un nucleo di interrogativi e riflessioni sul valore della rappresentazione e della nostra identità.

Nelle sue regie più recenti Binasco ha evidenziato la dissoluzione della famiglia e le implicazioni che questo fallimento riflette sulla struttura sociale, mettendo in relazione la tradizione nordica dell’ultimo secolo ( Strindberg, Fosse), con la drammaturgia del Premio Nobel siciliano.

Con questa vicenda, apparentemente scontata, di una famiglia dilaniata, Binasco intercetta i fili sottili e fragili che reggono i rapporti umani,  rimandando alla vera sostanza dell’essere umano, e così  a quella dell’attore che, da millenni, cerca di rappresentare la essenza più intima della collettività. 

Arte e vita,  essere umano e attore sono gli elementi al centro di una crisi d’identità che li attanaglia, messi in crisi da una società  e da un’industria culturale sempre più legata al denaro. Quello di Pirandello era un  mondo piccolo borghese, che sposa molte delle ambientazioni registiche di Valerio Binasco, direttore del teatro Stabile di Torino. Siamo di fronte ad un testo che ha segnato in Italia l’inizio del teatro contemporaneo e che continua a mantenere intatto il confitto tra sostanza e ruolo sociale.

Biglietteria, teatro Carignano, piazza Carignano 6.

TTel0115169555 e mail biglietteria@teatrostabiletorino.it

Mara Martellotta 

AVS al carcere minorile: “Mancano politiche sociali”

Le consigliere regionali di Alleanza Verdi Sinistra e Possibile, Alice Ravinale Valentina Cera e Giulia Marro, hanno visitato oggi l’Istituto Penale per Minorenni Ferrante Aporti di Torino e incontrato il direttore Giuseppe Carro per verificare le condizioni di detenzione e raccogliere testimonianze dirette sulle criticità presenti nella struttura: da inizio mandato si tratta della tredicema visita al sistema penitenziario Piemonte da parte delle consigliere di AVS.
“A sette mesi dalla protesta per la quale sono stati rinviati a giudizio 11 minorenni, la situazione al Ferrante Aporti è migliorata per quanto riguarda il personale presente e il minor tasso di sovraffollamento” ha detto Alice Ravinale, capogruppo AVS in Consiglio Regionale “ma resta un problema strutturale: questo Istituto, in cui circa l’80% dei ragazzi detenuti sono minori stranieri non accompagnati, è la cartina di tornasole dell’assenza di struttuali politiche sociali, educative e di accoglienza. A livello regionale, continueremo a insistere per migliorare i servizi sanitari alle persone detenute e anche, a seguito della visita di oggi, per adeguare la formazione professionale alle esigenze e alle tempistiche del carcere, per fare in modo che – soprattutto per quanto riguarda la giustizia minorile – la funzione rieducativa della pena sia salvaguardata”.
L’istituto ospita attualmente 50 giovani detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 46 posti. Alcuni di loro sono quindi ancora costretti a dormire su brandine. “Oltre il 70% dei ragazzi scontano in carcere misure cautelari perché non c’è alternativa: mancano del tutto le comunità educative e terapeutiche che dovrebbero accoglierli. Così si arriva al paradosso che il carcere minorile rimane l’unico “pronto soccorso educativo” per questi ragazzi: ma non è la giustizia penale la risposta che le istituzioni dovrebbero dare” ha commentato la consigliera Valentina Cera.
“Le condizioni del Ferrante Aporti ci confermano quanto sia urgente un intervento coordinato tra istituzioni, sanità e operatori del settore per garantire diritti e dignità ai detenuti, specialmente ai più giovani,” ha dichiarato la consigliera Giulia Marro. “La nostra visita di oggi è un ulteriore tassello in un percorso di ascolto e costruzione di soluzioni, che proseguirà con il convegno del 14 febbraio e con il nostro impegno in Consiglio per istituire una Commissione Speciale sul carcere,” ha concluso la consigliera.
“Visitare oggi questa struttura è un pugno nello stomaco se la confrontiamo con quello che non fa la Regione Piemonte per fare fronte a quello che viene definito disagio giovanile: a bilancio c’è qualche spicciolo sulle politiche giovanili, nessuno stanziamento per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati e progettualità insufficienti sulla riduzione del danno in materia di tossicodipendenze. La situazione quindi non potrà che peggiorare, per precise scelte politiche” – concludono le consigliere.
La visita si inserisce in un percorso più ampio di approfondimento e azione istituzionale sul sistema carcerario piemontese, che ha già portato all’approvazione di un ordine del giorno di AVS per l’uniformazione e il miglioramento dei servizi sanitari nelle carceri della Regione.
Le occasioni di far luce sulle difficoltà del sistema carcerario piemontese non sono mancate: dal Consiglio regionale aperto al recente incontro sul sistema penitenziario, le criticità delle carceri piemontesi sono gravi e ne sarà dato spazio anche al convegno Salute in carcere: un diritto negato? in programma il 14 febbraio 2025 a Cuneo. L’evento, organizzato dall’associazione CO.N.O.S.C.I. e con la partecipazione delle consigliere, intende approfondire il tema della salute nelle carceri, con particolare attenzione alla salute mentale, alla riduzione del danno e all’accesso ai servizi sanitari, con il necessario confronto tra istituzioni, esperti e operatori del settore per individuare strategie condivise che migliorino le condizioni di detenzione e favoriscano un sistema penitenziario più giusto ed efficace.

Regionali Fondo: titolo piemontese per Regazzo e Lesca

Torino e l’Età dell’Innocenza: La Scomparsa delle Farfalle

Torino tra le righe

Torino è una città che ha ispirato numerosi autori, e tra questi spicca Fabio Geda, scrittore ed educatore torinese che, con il suo romanzo La scomparsa delle farfalle (Einaudi, 2023), ci riporta a un’epoca di crescita e trasformazioni, tra amicizie profonde e il passaggio dall’adolescenza all’età adulta.
Fabio Geda, nato a Torino nel 1972, ha lavorato per anni nei servizi sociali, un’esperienza che ha profondamente influenzato la sua narrativa. Il suo esordio letterario avviene nel 2007 con Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani, che racconta di un ragazzino rumeno che attraversa l’Europa alla ricerca del nonno, artista di strada, e del padre, carcerato in Romania. Tradotto in francese, tedesco e rumeno, il libro ha riscosso grande successo ed è stato selezionato per la fase finale del Premio Strega, venendo giudicato come Miglior Esordio dalla redazione di Radio Tre Fahrenheit. A seguire, il grande successo di Nel mare ci sono i coccodrilli (2010), la vera storia di Enaiatollah Akbari, giovane fuggito dall’Afghanistan. Con oltre 400.000 copie vendute in Italia e traduzioni in 28 paesi, questo libro ha portato Geda alla notorietà, permettendogli di proseguire un percorso letterario incentrato sulle tematiche dell’infanzia, dell’adolescenza e dell’identità.
Sempre di giovani sfortunati parla La bellezza nonostante (Transeuropa, 2011), con un audioracconto su un maestro che ha insegnato per trent’anni al carcere minorile “Ferrante Aporti” di Torino, cercando di portare, dietro quelle sbarre, non solo cultura ma anche speranza. Sempre nel 2011, con L’estate alla fine del secolo, Geda affianca al tema dell’infanzia quello della vecchiaia, dell’incontro intergenerazionale e della memoria.
Seguono nel 2014 Se la vita che salvi è la tuaItadakimasuBerlin – un progetto a quattro mani con Marco Magnone, composto da sei libri pubblicati con cadenza semestrale. Nel 2017 esce il romanzo Anime scalze, nel 2019 Una domenica, nel 2020 Storia di un figlio, il seguito di Nel mare ci sono i coccodrilli. Nel 2024 pubblica Song of Myself, un viaggio nella varianza di genere, un reportage narrativo nato dalla collaborazione con l’ambulatorio sulla varianza di genere dell’ospedale infantile Regina Margherita di Torino.
La scomparsa delle farfalle è un romanzo che parla di amicizia, memoria e cambiamento. La storia segue quattro amici – Andrea, Valerio, Cora e Anna – dai quindici ai ventidue anni nella Torino degli anni Novanta. Un racconto che si sviluppa su due piani temporali: il presente, nel 2002, in cui Andrea si trova coinvolto in un’alluvione e rischia la vita, e il passato, a partire dal 1995, anno in cui si trasferisce a Torino e incontra i suoi inseparabili compagni di viaggio.
Il libro è un viaggio nelle emozioni e nelle esperienze che segnano la crescita: il dolore di Cora per la perdita del fratello, le difficoltà di Anna con un padre autoritario, la vita quotidiana di Valerio tra le mura della trattoria della madre e il senso di incompletezza di Andrea, legato all’assenza del padre. La loro amicizia è scandita da momenti di avventura e di scoperta, tra cui una notte trascorsa in una serra piena di farfalle, un’esperienza che resterà impressa nei loro cuori.
Fabio Geda riesce a creare un’atmosfera che avvolge il lettore, riportandolo agli anni dell’adolescenza, ai sogni, alle paure e a quel senso di appartenenza che solo certe amicizie riescono a dare. Il romanzo ci pone una domanda essenziale: cosa succede all’amicizia quando si cresce? I legami resistono, si trasformano o svaniscono nel tempo?
Personalmente, La scomparsa delle farfalle mi ha colpito profondamente. Leggendolo, mi sono ritrovata catapultata negli anni del liceo, tra le risate, le incertezze e quella sensazione di libertà mista a insicurezza che caratterizza l’adolescenza. Ho sentito una connessione con Andrea e i suoi amici, con il loro desiderio di esplorare il mondo e al tempo stesso di restare legati a ciò che conoscevano. È un libro che lascia il segno, che fa riflettere su quanto siano preziosi i ricordi e su come le persone che abbiamo amato continuino a vivere dentro di noi, anche quando le strade si separano.
Con una narrazione intensa e coinvolgente, La scomparsa delle farfalle è un libro che emoziona, che ci fa riflettere sul valore dei ricordi e sul modo in cui le esperienze del passato ci plasmano. Torino, con le sue strade, le sue scuole e i suoi angoli nascosti, è lo sfondo perfetto per questa storia di crescita e cambiamento, confermandosi ancora una volta una città letteraria per eccellenza.
Marzia Estini
Linktree. Make your link do more.
linktr.ee