Il paracadute non si apre. Muore avvocato – scrittore
Tragedia a Cumiana dove in un incidente con il paracadute è morto Giampiero Pani, di 63 anni, avvocato di Torino patrocinante in Cassazione e scrittore.
Sabato durante un lancio nella scuola di paracadutismo di Cumiana, dove si trovava con gli amici, il paracadute non si è aperto.
Le indagini sono affidate ai carabinieri.
Il fumo tra piacere e salute. I divieti in arrivo

La foto di Vincenzo Solano
Magnifica Torino: l’arrivo di Just The woman I am in piazza Vittorio
Cade la Juve! Roma-Juventus 1-0
25esima giornata serie A
Mancini
Cade la Juve dopo un filotto di quattro vittorie consecutive in campionato, la squadra di Allegri perde 1-0 all’Olimpico e scivola a -12 dal 4° posto,ultimo utile per qualificarsi in Champions League, occupato proprio dalla Roma e dal Milan. Primo tempo bloccato: palo di Rabiot dopo la deviazione di Rui Patricio.Sblocca la gara il giallorosso Mancini con un gran destro dalla distanza, Cuadrado poi con un bel tiro scheggia il palo. Pericolosi Smalling e Di Maria, terzo pslo della Juve con Mancini che sfiora l’autogol.Alla fine una follia dell’attaccante bianconero Kean che viene espulso con un cartellino rosso diretto a per una spropositata reazione sul giallorosso Mancini.
Enzo Grassano
IL PRESIDENTE DELLA REGIONE CIRIO E L’ASSESSORE ALLA SANITA’ ICARDI: «GIA’ ASSISTITE OLTRE TREMILA PERSONE, LA NOTTE SCORSA IL VENTITREESIMO PARTO»
«Il Piemonte non può che essere orgoglioso dello straordinario lavoro dei suoi sanitari e volontari della Protezione civile impegnati nell’ospedale da campo Emergency medical team type 2 (Emt2) della Regione Piemonte ad Antiochia. Nella cerimonia di consegna dell’ospedale alla Turchia, l’ambasciatore e i rappresentanti del governo turchi, così come il capo Dipartimento della Protezione civile nazionale Fabrizio Curcio hanno avuto espressioni di estrema gratitudine e stima per il team piemontese coordinato da Mario Raviolo. Molti cittadini sono venuti personalmente ad abbracciare i sanitari che li hanno curati. Sono stati momenti di grande commozione. In queste prime settimane, l’ospedale da campo ha prestato assistenza a più di tremila persone, con una media di 200 accessi giornalieri al Pronto soccorso, alla pari di un DEA di secondo livello, come Cuneo o Alessandria. Un risultato straordinario, ottenuto in condizioni di massima emergenza. Adesso, il nostro personale è impegnato nell’attività di integrazione dei sanitari turchi che prenderanno in carico l’ospedale. Contiamo di rimanere in Turchia ancora un paio di settimane, ma se sarà necessario non avremmo difficoltà a reintegrare nuovamente l’organico».
Cosi l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, al rientro dalla missione ad Antiochia, dove sabato sera il presidente della Regione Alberto Cirio ha siglato con le autorità turche l’intesa per la cessione dell’ospedale da campo Emt2 della Regione Piemonte che l’Italia ha donato alla Turchia.
«La scorsa notte, poco dopo la nostra partenza, al nostro ospedale da campo è nato il ventitreesimo bambino: un segnale di luce e speranza in una terra duramente colpita dal terremoto. Insieme a quello degli americani il nostro è l’unico ospedale attivo nella zona di Antiochia. I volontari della protezione civile, i medici e gli infermieri del Piemonte sono stati i primi ad arrivare in Turchia e questo deve inorgoglire tutti i piemontesi», spiega il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, che durante la visita all’ospedale ha incontrato, oltre al personale sanitario e i volontari della protezione civile, anche i pazienti in cura e i rappresentanti delle istituzioni locali, portando la vicinanza di tutta la Giunta regionale e dell’assessore alla Protezione civile Marco Gabusi.
«Il Piemonte – prosegue Cirio – ha buona memoria: quando ha avuto bisogno, e penso all’alluvione del 1994, e ai mesi più duri della pandemia Covid, siamo stati aiutati e quindi facciamo la nostra parte, aiutando la popolazione turca, ma l’avremmo fatto e lo faremo in qualsiasi posto del mondo perché la forza di una comunità sta nella sua capacità di essere solidale».
La delegazione istituzionale della Regione era accompagnata dal coordinatore della missione Mario Raviolo e da Giuseppe Guerra, direttore generale dell’Asl Cn1 presso la quale è formalmente “incardinato” l’Emt2. Con loro hanno viaggiato 60 sanitari e 9 addetti alla logistica che sono andati a dare il cambio ai loro colleghi operativi nell’ospedale da campo, a loro volta rientrati in Piemonte domenica mattina.
I Bizantini a Palazzo Madama?
Dopo la Regina Margherita arrivano i Bizantini a Palazzo Madama?


Torino riscopre Alberto Moravia
In una retrospettiva dal 12 al 28 marzo e in una mostra prevista dal 12 marzo al 31 maggio al Cinema Massimo
In occasione del corposo omaggio che la Fondazione Circolo dei Lettori, insieme alla Gam, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea e al Museo Nazionale del Cinema dedicano a Alberto Moravia, il Museo Nazionale del Cinema presenta al Cinema Massimo una rassegna di quattro tra i film più noti tratti dalle opere dello scrittore.
Dal 12 al 28 marzo prossimi sarà possibile rivedere sul grande schermo capolavori realizzati da alcuni maestri del cinema del Novecento, tra cui “Il conformista” di Bernardo Bertolucci, “Il disprezzo” di Jean-Luc Godard, “La Ciociara” di Vittorio De Sica e “Gli indifferenti” di Citto Maselli.
A completamento di questo omaggio, dal 12 al 31 maggio 2023 il foyer del Cinema Massimo ospiterà una raccolta di tredici immagini di grande formato realizzate da Angelo Frontoni, il grande fotografo delle dive a Capri, durante le riprese del film “Il disprezzo” di Jean Luc Godard, ha realizzato scatti unici e preziosi che sono stati messi in mostra a sessant’anni dall’uscita del film tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia, pubblicato nel 1954.
‘Le mepris’ ( Il disprezzo) di Jean Luc Godard, tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia del 1954, usciva nelle sale cinematografiche. Controverso è stato il rapporto tra regista e scrittore, definito dallo stesso Moravia come una “non relazione”.
“Godard è un uomo brillante che ha rivoluzionato la cinematografia ma è una persona con la quale risulta difficile o quasi impossibile comunicare”- dichiarò lo scrittore Alberto Moravia. A questo film appartengono le fotografie di Angelo Frontoni, scattate durante le riprese a Capri nel 1963. Queste si concentrano sulla regia del film piuttosto che sul film stesso, come si nota nelle inquadrature di Godard mentre studia un’inquadraturao fornisce indicazioni agli attori
Le fotografie esposte provengono dall’Archivio di Angelo Frontoni (1929-2002), acquisito nel 2004 dal Museo Nazionale del Cinema e dal Centro Sperimentale di Cinematografia- Cineteca Nazionale. Si tratta di un’acquisizione nata dalla volontà delle due istituzioni di garantire l’integrità e la conservazione di un patrimonio di oltre 546 mila immagini capaci di testimoniare la memoria del cinema e del costume italiani.
MARA MARTELLOTTA
Retrospettiva 12-28 marzo 2023
Mostra 12 marzo -31 maggio 2023
“Alle volte ci capita di leggere dei libri che sotto l’aspetto formale sono perfetti, ma, appena chiuse le pagine, non ci importa niente di quello che abbiamo letto e niente conserva la memoria. Non è questo il caso, perché pagina dopo pagina provi emozioni e partecipi ai fatti con ricordi di vita passata che non è poi tanto lontana nel tempo ma che sembra, invece, nei fatti, mille anni lontana”.
Con queste parole Mario Rigoni Stern, in una delle sue ultime riflessioni prima di morire, introdusse il libro Guardiano di stelle e di vacche (Edizioni Biblioteca dell’Immagine), una raccolta di racconti di Andrea Nicolussi Golo. L’autore intende ridare voce, con una capacità narrativa sorprendente, all’antica cultura dei Cimbri, gli “tzimbar”, i boscaioli del suo piccolo paese di Lucerna dove si parla questa antica lingua, ridotto oggi a poche centinaia di abitanti sul versante trentino dell’altipiano di Asiago. Nicolussi Golo, un racconto dopo l’altro, accompagna il lettore lungo i vicoli acciottolati e tra le antiche case con le travi in larice di questo paese di montagna per ascoltare l’antica lingua dei Cimbri, piccola minoranza etnica-linguistica orgogliosamente gelosa della propria storia e cultura dalle radici antiche. Quindici brevi storie che scaturiscono dai suoi ricordi scorrendo via con personaggi come Katerj, nata donna e vissuta come un uomo, femmina libera e forte che coinvolge particolarmente l’autore; oppure Franze, donna delicata e umile, generosa tanto quanto risoluta, vittima incolpevole dei retaggi di un pensiero diffuso di un tempo che non passa mai. Pirminio Pompeo è il nonno materno, generoso come sapevano esserlo i galantuomini d’altri tempi quando l’aiuto reciproco e la solidarietà erano cose vere, concrete. Tra le pagine si incontrano lo zio Amando, l’ultimo dei cacciatori, ecologista a modo suo, e Monsù che infranse l’undicesimo comandamento (“non desiderare la legna d’altri”) rubandola al prete perché era l’unico che non se la sudava nei boschi. Storie semplici di quando il poco era tutto e il centro del mondo era la comunità del paese. Un distillato di vita vissuta nel cuore delle terre alte da leggere una alla volta, al calare della sera, se possibile davanti al fuoco di un camino. Guardiano di stelle e di vacche è una sorta di manuale di vita vissuta che aiuta a conoscere, rispettare e forse persino amare realtà marginali e dimenticate nella frenesia della contemporaneità. Un piccolo e profondo libro che aiuta a capire, come scriveva Mario Rigoni Stern “che cose importanti per vivere bene ci sono anche fuori delle grandi città”.
Marco Travaglini