

Auditorium del Lingotto mercoledì 7 maggio
Mercoledì 7 maggio prossimo alle 20.30 la pianista Hélène Grimaud di Aix en Provence torna con la storica compagine salisburghese, a due anni dall’esordio al Lingotto in un concerto tutto dedicato a Brahms. In programma il Primo Concerto e la Serenata in re maggiore, opere giovanili del compositore originario di Amburgo.
Il pianismo inimitabile di Hélène Grimaud si fonde con un temperamento indomito e una raffinatezza interpretativa che incantano il pubblico; impegnata come ambientalista e attivista in difesa dei diritti umani, ha prestato il suo talento poliedrico anche alla scrittura.
È Hélène Grimaud la protagonista del settimo appuntamento dei concerti del Lingotto, in programma mercoledì 7 maggio alle 20.30 all’Auditorium Giovanni Agnelli. Un gradito ritorno per la pianista che, dopo il debutto al Lingotto nel 2023 con il concerto n. 20 in re minore di Mozart e il Concerto in la minore op. 54 di Schumann, affronta il Primo Concerto op. 15 di Brahms, di nuovo a fianco della Camerata Salzburg, storica formazione nata in seno al Mozarteum di Salisburgo. La profonda familiarità di Grimaud con questo vertice del Romanticismo brahamsiano è attestata dalle due incisioni pluripremiate del 1998 e del 2013.
Chiude la Serenata in re maggiore, altro capolavoro giovanile del compositore amburghese.
A guidare la Camerata Salzburg, fondata nel 1952 da Bernhard Paumgartner e ambasciatrice dello stile di Mozart, è chiamato l’italo- venezuelano Giovanni Guzzo, che dal 2016 ricopre il ruolo di primo maestro concertatore della formazione insieme a Gregory Ahss.
Apre la serata il concerto n. 1 per pianoforte e orchestra in re minore op. 15, composto tra il 1856 e il 1858. Risultato di alcuni rimaneggiamenti di un lavoro musicale che inizialmente doveva essere una Sinfonia, poi una Sonata per due pianoforti, la pagina raggiunse l’aspetto definitivo grazie ad amici cari vicini al compositore, primi tra tutti Clara Schumann e Joseph Joachim. Tanta incertezza si spiega con l’età giovanile e con il fatto che Brahms non si fosse ancora cimentato con le grandi forme orchestrali. L’opera riuscì a comprovare, tuttavia, le mirabili virtù del grande e futuro sinfonista.
Segue la Serenata n. 1 in re maggiore op. 11 che Brahms scrisse negli stessi anni del primo concerto, quando si trovava presso la corte di Detmont con gli incarichi di dare lezione di pianoforte alla principessa Friederike e dirigere la società corale. Concepita in origine per un ottetto di archi e fiati secondo il modello delle serenate mozartiane, fu riscritta per l’orchestra su indicazione di Clara e Joackim. Il suo linguaggio è lontano dalla dialettica complessa degli anni maturi e rivela una spontaneità ancora impregnata di un Romanticismo immediato e schietto.
Mercoledì 7 maggio ore 20.30
Auditorium Giovanni Agnelli, via Nizza 280, Torino
Camerata Salzburg
Giovanni Guzzo primo violino e direzione
Hélène Grimaud pianoforte
Johannes Brahms
Concerto n.1 per pianoforte e orchestra in re minore op. 15
Serenata n. 1 in re maggiore op. 11
Biglietteria presso Uffici di Lingotto Musica via Nizza 262/73 su appuntamento o tel 3339382545, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12 e dalle 14.30 alle 17.
Mara Martellotta
A Ozegna si sono svolte le celebrazioni per la Festa della Liberazione. È intervenuto il Consigliere regionale Sergio Bartoli insieme al Vice Sindaco Federico Pozzo, alla Giunta, ai Consiglieri comunali, ai cittadini, alle Associazioni, agli Alpini, alle forze dell’ordine, al mondo del volontariato e a tutte le forze vive del territorio.
“Un momento di memoria e gratitudine verso chi ha sacrificato tutto per garantirci libertà e democrazia.
Ricordare il passato non è solo un dovere: è un impegno quotidiano per costruire un futuro più giusto, più unito, più umano. La libertà è una conquista da difendere, ogni giorno”, ha commentato il consigliere Bartoli.
“Rai Orchestra Pops”, riciclo di concerti dell’OSN RAI che esplora i confini tra il linguaggio classico, la musica sinfonica, etnica, il crossover e lo swing, torna con due appuntamenti il 12 e il 19 giugno all’Auditorium Rai di Torino. Impegnate rispettivamente sul podio sono le due direttrici Ana Marìa Patiño Osorio e Gianna Fratta. Messico, Brasile e Colombia sono al centro del primo concerto in programma giovedì 12 giugno alle 20.30, trasmesso in diretta da RAI Radio 3 per il cartellone di Radio 3 Suite, e in live streaming sul portale di Rai Cultura.
Protagonista sul podio la giovane direttrice Ana Marìa Patiño Osorio, la cui carriera è in rapida ascesa dopo la vittoria del secondo premio, del Premio del pubblico e del Premio della Giuria Giovani del concorso Malco per giovani direttori d’orchestra di Copenaghen. La serata si apre con Kauyumari della compositrice Gabriela Ortiz, che si ispira alla figura del cervo azzurro, da cui il titolo, venerata dal popolo Huichol, come tramite tra mondo umani e spirituale. Seguono Bosques, di José Pablo Moncayo, tra i principali esponenti della musica classica messicana, è Reisado do Pastoreio del brasiliano Oscar Lorenzo Fernàndez, suite orchestrale nota per il terzo e l’ultimo dei suoi movimenti Batuque, che incorpora elementi ispirati alla musica afro-brasiliana.
Nella seconda parte del concerto vi sarà un’incursione tra i ritmi delle danze tradizionali della Colombia con la Pequeña Suite para Orquesta, di Adolfo Mejía; quindi si torna al Messico con le popolarissime Hguapango, di Moncayo, e la Danzòn n.2 di Arturo Marquez, ispirata all’omonimo stile di danza di origine cubana, ma profondamente radicata nel folklore messicano di Veracruz.
Il secondo appuntamento, in programma giovedì 19 giugno alle 20.30, anche in live streaming sul portale di Rai Cultura, è invece diretto da Gianna Fratta, poliedrica e versatile direttrice d’orchestra e pianista, insignita del titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana per meriti artistici internazionali, per questo concerto della rassegna “Rai Orchestra Pops”, propone un programma che intreccia repertorio colto con jazz e musica da film. Si incomincia con George Gershwin, di cui sono eseguite la suite, anche nota come Catfish Row, che il compositore trasse nel 1936 dalla sua opera Porgy and Bess, e la celebre Rhapsody in blue, che vede impegnato come solista Alessandro Taverna. Dopo l’ouverture dal musical Candide di Leonard Bernstein, il concerto si conclude con l’esecuzione di una delle colonne sonore più epiche di tutti i tempi: la suite da Star Wars di John Williams, che raccoglie i più celebri temi della saga cinematografica di fantascienza creata da George Lucas. Il concerto è registrato su Rai Radio 3, che lo trasmetterà in data da destinarsi.
Biglietti: in vendita online sul sito dell’OSN Rai www.osn.rai.it e presso la biglietteria dell’Auditorium Rai di Torino
Auditorium Rai Arturo Toscanini – piazza Rossaro, Torino
Telefono: 011 8104996
Mara Martellotta
«La libertà non è mai conquistata una volta per tutte, va custodita ogni giorno» – Il Sindaco Panichelli richiama all’impegno e alla memoria
Volpiano ha celebrato l’80esimo anniversario della Liberazione con una cerimonia solenne che ha visto la partecipazione delle autorità cittadine, delle associazioni d’arma e civili, dei ragazzi del Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze (CCRR) e di un pubblico numeroso e partecipe.
La commemorazione si è aperta con la commemorazione in suffragio dei caduti, officiata dal parroco Don Marco Ghiazza, cui ha fatto seguito il tradizionale corteo fino al Parco della Rimembranza, accompagnato dalle note della sempre presente Filarmonica Volpianese.
Dopo l’alzabandiera e l’inno nazionale, si sono susseguiti i momenti ufficiali di ricordo.
A nome del CCRR è intervenuta la quattordicenne Vittoria Ceglie, che ha sottolineato con parole fresche e profonde l’importanza della memoria storica, dei valori della libertà e della pace: “Oggi celebriamo il giorno in cui i cittadini si riappropriarono delle loro libertà e dei loro diritti, uscendo dall’orrore e dall’oppressione della dittatura e della guerra. La libertà è un diritto fondamentale insieme alla facoltà di espressione. Noi ragazzi vogliamo ricordare che i diritti umani devono sempre essere al centro della nostra vita quotidiana”.
Il Sindaco Giovanni Panichelli, nel suo intervento, ha aperto la riflessione leggendo un intenso brano del partigiano Giuseppe Colzani, richiamando l’emozione della notte prima della Liberazione: “Avevo due paure: la prima era quella di uccidere, la seconda era quella di morire. Poi venne la notte del silenzio, e infine spuntò l’alba ed era il 25 aprile”.
Panichelli ha poi ricordato il contesto storico e i numeri drammatici della Resistenza, sottolineando come, dietro ogni cifra, ci siano volti, storie e sacrifici di uomini, donne e giovani che lottarono per la libertà: “Celebriamo non solo una vittoria militare, ma il coraggio e la dignità di chi ha scelto la libertà a costo della propria vita. È nostro compito oggi difendere quei valori, sapendo che la libertà non è mai conquistata una volta per tutte”.
In apertura della celebrazione, il Sindaco ha rivolto un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita della cerimonia: “Un ringraziamento particolare va a Don Marco per la consueta disponibilità e partecipazione. All’Arma dei Carabinieri, qui presente con il nuovo comandante Americo Celani, che si sta inserendo nella nostra comunità con grande impegno e collaborazione. Un grazie alle associazioni d’arma: l’Associazione Nazionale Carabinieri, l’Associazione Nazionale Bersaglieri e gli Alpini, ai quali va anche il nostro plauso per il continuo supporto nella gestione di questo luogo. Un saluto speciale al nuovo capogruppo degli Alpini, Claudio Giovale, al quale auguriamo buon lavoro. E ancora grazie a tutte le associazioni presenti, alla Polizia Municipale, alla Protezione Civile, ai Vigili del Fuoco, alla Polizia di Stato, alla Croce Bianca e alla Filarmonica e naturalmente all’Istituto Comprensivo rappresentato oggi qui dalla Dirigente Scolastica Stefania Prazzoli e da diverse docenti. La vostra presenza testimonia una comunità viva e unita.”
La cerimonia si è conclusa in un clima di grande partecipazione e riflessione, con l’impegno rinnovato a mantenere viva la memoria e a trasmettere alle nuove generazioni i valori di libertà, democrazia e pace conquistati con tanto sacrificio.
LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo
Facciamo subito una premessa d’obbligo per non ingenerare equivoci e fraintendimenti vari. Non
esiste affatto una correlazione tra un Centro – meglio definirlo come un ipotetico ed ancora
indefinito Centro – nella politica italiana e un centro di governo nella Chiesa cattolica. Ma questo
tema, piaccia o non piaccia, ha iniziato a far breccia in questi giorni su molti organi di
informazione del nostro paese, per non dire su tutti, parlando dell’eredità di Papa Francesco. E, di
conseguenza, della individuazione della nuova guida spirituale della Chiesa cattolica a livello
mondiale. Certo, parliamo prevalentemente di quello che comunemente viene definito come
“fantapapa” ma che, tuttavia, interessa non solo i cattolici ed i credenti di tutto il mondo ma
anche, e soprattutto, i credenti e i non credenti del nostro paese.
Ora, se è vero com’è vero che in Italia, anche in una fase caratterizzata da una forte
polarizzazione ideologica e radicalizzazione della lotta politica, si continua a sostenere – e
giustamente – che si può e si deve governare “dal centro e al centro”, comincia a farsi largo,
almeno stando alle più diverse interpretazioni, che anche nella individuazione del successore di
Francesco è sempre più necessaria una figura che sappia rappresentare le diverse e molteplici
anime presenti oggi nella Chiesa cattolica universale e che, probabilmente, si può tranquillamente
definire come una figura “che si colloca al centro” nel panorama composito e articolato della
Chiesa stessa. Centro, in questo caso, che non coincide affatto con le categorie politiche a noi
consuete ma che, semmai, individua nel futuro Pontefice una guida che sia in grado di farsi carico
di tutte le diverse sensibilità che compongono l’arcipelago cattolico mondiale. Una complessità
che, come tutti ben sappiamo e non solo i cattolici e i credenti, richiede una figura apicale
fortemente carismatica e, al contempo, in grado di rappresentare le varie anime nella concreta
declinazione del messaggio evangelico e nella predicazione teologica e pastorale.
Certo, le dinamiche che precedono l’elezione di un Papa non sono minimamente paragonabili
rispetto a quelle che vengono scelte per la guida politica di un partito o di una coalizione. Ma è
pur vero che, seppur in assenza dello Spirito Santo per quanto riguarda le concrete scelte della
politica, ci sono delle modalità organizzative che non appaiono poi così distanti. Mi riferisco,
almeno sotto il profilo del metodo, al dibattito, al confronto e agli accordi che necessariamente
precedono l’elezione del Pontefice e alle dinamiche concrete che sono sotto gli occhi di tutto il
mondo e di cui ci deliziano propio le cronache giornalistiche quotidiane.
Ecco perchè, tanto nella politica quanto nella Chiesa cattolica, le categorie che appaiono così
desuete, antiche o addirittura fuori moda, a volte ritornano protagoniste e di grande attualità. E,
nel caso specifico, la ricchezza, la mission e il ruolo specifico che possono rivestire il centro o la
politica di centro o una figura di centro nella capacità di sciogliere nodi che apparentemente
appaiono insolubili. Ieri come oggi e come sempre.
Duro affondo della Capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale, Federica SCANDEREBECH, contro l’Amministrazione comunale, dopo l’inaugurazione dei lavori di riqualificazione di Villa Genero. La Capogruppo ha presentato un’interpellanza per chiedere conto dello stato reale del parco, definendo l’intervento appena concluso “una vetrina mediatica che nasconde un quadro di degrado tutt’altro che risolto”.
“Mi sono recata personalmente a Villa Genero e ciò che ho trovato è sconfortante. Oltre l’area appena sistemata, il parco resta in condizioni gravemente compromesse. Cestini divelti, tronchi d’albero abbandonati, pavimentazioni sconnesse, panchine imbrattate, statue danneggiate e tombini otturati. L’inaugurazione è sembrata più una passerella politica che un vero atto di riqualificazione”.
Prosegue SCANDEREBECH (FI): “Non basta ricostruire un muro per parlare di riqualificazione. Villa Genero è un luogo di straordinaria bellezza, con terrazze che offrono viste mozzafiato sulla città, ma viene trattata come una periferia dimenticata. Anche l’area verde è lasciata all’incuria, con erba alta e materiali abbandonati. E poi c’è il caso emblematico del tempietto, ancora murato e pericolante, lasciato in stato di abbandono nonostante il suo valore storico e simbolico”.
“Già nel 2021 avevo sollevato il tema con un’interpellanza analoga sollecitando interventi di sicurezza e decoro. Sono passati tre anni e i problemi sono esattamente gli stessi. Paradossalmente, l’attuale Assessore – che all’epoca sedeva tra i banchi dell’opposizione durante il mandato Appendino – aveva presentato proprio su questo tema un atto per sollecitare interventi straordinari e urgenti (mecc. 0099/2021)”.
SCANDEREBECH (FI) conclude con un appello all’Amministrazione “Villa Genero dovrebbe essere inserita nei circuiti turistici ufficiali della città e all’interno dei tour “le terrazze panoramiche“, come già accade in tutti i più famosi capoluoghi europei, rispetto ai quali la nostra città non è certo da meno. È uno dei luoghi più affascinanti di Torino, eppure viene lasciato ai margini, senza una visione, senza una strategia, senza un piano strutturato di valorizzazione. Non servono spot, servono interventi seri e duraturi. Villa Genero ha un potenziale enorme, ma servono risorse, manutenzione programmata e un progetto serio per restituire dignità a questo spazio pubblico.”
Il penultimo convegno del mese di aprile all’ippodromo di Vinovo, sarà caratterizzato dalla presenza dei cavalli di Alessandro Gocciadoro, al via in quasi tutte le corse grandi chance, partendo dal clou del pomeriggio.
Con il numero 3 di avvio troviamo Fantom Jet, reduce dal quarto posto nel Derby dei quattro anni con Djuse Magnus in sediolo. Nell’occasione alle guide riavrà il suo preparatore alla ricerca del successo. Avversari Firmamento St e Fonzie Mabel.
Altro soggetto di grande potenzialità, anche se in periodo non florido, è Catman Di Celle al via nel premio Cripto dove ha tutti i motivi per tornare al successo nella sua regione di nascita, essendo allevato dall’Azienda Agricola di Celle a Trofarello.
Nel sotto clou il ruolo di favorito riguarderà Goodbye Kiss: tre corse, due vittorie consecutive fra le quali il rientro di inizio aprile a Roma. A contrastarlo anche per via dello scomodo numero 6 di partenza, Garonne in pole position con Pietro Gubellini e Geremia Jet con Marco Stefani.
Incognita invece per Goshen Jet alla prima uscita con il team di Noceto.
Nella g.d. di giornata favori per Evita Smorgon e Feedback. Un binomio ormai collaudato alla ricerca del terzo successo, dopo le ultime due belle affermazioni.
Come sempre attivo il Ristornate Hippobreak con menù fisso a 20 € compreso di acqua e caffè, più menù alla carta.
Inizio corse alle 14,30. Ingresso gratuito.
Foto Bruno Fasano
eb
La Rubrica dei Colori
a cura di Chiara Prele
Da relativamente pochi anni si parla diffusamente di colori. Piuttosto di recente si è diffusa ampiamente la consapevolezza della rilevanza dei colori, nelle loro manifestazioni più diverse: dai colori che ci circondano, esistenti in natura, a quelli creati dall’uomo con l’architettura, agli interni delle nostre case, a quelli del nostro fisico, a quelli che scegliamo di indossare. Tante sono le presenze del colore, così come tante sono le sue applicazioni: dalle preferenze di ognuno ai suggerimenti delle mode, dal significato nella comunicazione ai sentimenti di ognuno di noi.
Tuttavia, se il termine “armocromia” è entrato nell’uso comune di recente, tutt’altro che nuove sono tutte le implicazioni del colore sopra descritte e, forse, tutt’altro che nuova è parte della nostra conoscenza, magari inconsapevole. Chi di noi non ha sentito parlare di Pantone? E della sua infinita palette di colori? Nessuno, credo.
Oltre vent’anni fa rimasi affascinata dal sistema dei colori inventato dal direttore creativo del Pantone Institute, che anni dopo ebbi poi la fortuna di incontrare e ospitare a Torino. Un sistema assolutamente innovativo per individuare i colori più adatti a ogni persona, che va ben oltre il tradizionale metodo di classificazione delle persone in base alle stagioni, a seconda dei colori di pelle, capelli, occhi. A ogni stagione venivano abbinati colori freddi (inverno e estate) o caldi (autunno e primavera) in conformità al tono già proprio di ciascuno. Questo sistema incontra, tuttavia, due grandi limiti. Il primo: si basa esclusivamente sulle caratteristiche fisiche e non tiene conto delle preferenze individuali, portando così, eventualmente, a escludere un colore che una persona ama ma non rientra tra i colori individuati secondo le proprie caratteristiche. Il secondo: con colori soltanto caldi, o soltanto freddi, in linea con le caratteristiche della persona, si può finire per avere un effetto “un po’ spento”, o “con poco movimento”, che non valorizza la persona nel suo insieme.
Il metodo delle stagioni è ancora largamente applicato, poiché pochi conoscono l’innovativo metodo Pantone. Questo è affascinante poiché presenta una gamma infinita di colori e soprattutto consente di trovare un equilibrio rispettoso ed esaltante le caratteristiche e le preferenze di ognuno.
Un esempio ci aiuta a capire questo concetto. Prendiamo Anna G. (personaggio inventato): ha capelli castano dorati, con qualche riflesso ramato, occhi marrone non scuro, pelle chiara con qualche lentiggine; ama il blu. Per il metodo delle stagioni, Anna G. è un autunno e non può indossare il blu (e nemmeno il nero!). L’altro metodo, invece, individua alcune tonalità di blu che ad Anna G. stanno bene. Punta, dunque, non sul colore, ma sulla tonalità: di blu ce ne sono infinite e questo metodo insegna ad Anna proprio a individuare quella a lei adatta. Non solo: Anna G. si sentirà sicura di sé indossando un colore che mette in risalto le sue caratteristiche e di suo gradimento e ciò avrà un impatto positivo sulla sua vita di relazione.
Dunque, nessun colore (o quasi) è escluso. E’ questione di tonalità. La professoressa Eisemann, nell’ideare questo metodo, osserva che è la luce alle diverse ore del giorno a mostrarci sfumature e tonalità diverse. La luce dolce e l’aria fresca, con la rugiada dell’alba, fa apparire i colori brillanti e decisi, mentre il sole forte ed accecante del mezzogiorno li spegne, e il tramonto li ricopre di un tono caldo e rosso dorato. Ecco, dunque, una classificazione dei colori secondo l’ “Orologio dei colori”, corrispondente ai vari momenti del giorno: alba, mezzogiorno, tramonto. Ogni ora del giorno ha la propria palette di colori: in tutte si ritrovano tutti i colori, che però variano di tonalità. Pensiamo all’esempio di Anna G.: al blu. Avete mai notato quanti blu esistono? E quanto è difficile abbinare due capi blu? Quasi sicuramente saranno di blu diversi! Andiamo dal blu-quasi-viola al blu-tendente-al-verde, dal blu scurissimo della notte all’azzurro del cielo.
Proprio grazie alle tonalità infinite di ogni singolo colore, Pantone dispone di palette con una moltitudine di nuances. E proprio grazie a questo, ogni anno Pantone introduce il “colore dell’anno” che, per il 2025, è il Mocha Mousse. Ma sta bene a tutti? Come capire quali colori sono adatti a ciascuno di noi? Leggetemi nel prossimo articolo..