ilTorinese

Baseball-Softball: Saronno in campo con C.A.B.S. Seveso e Bulls Rescaldina

Alle porte della nuova stagione si rinsaldano e si rinnovano le sinergie fra le società, in quest’ottica L’Asd Saronno Softball Baseball ha stretto degli accordi di collaborazione col Club Altopiano Seveso e con l’Asd Bulls Rescaldina.

L’intesa perfezionata con l’Asd C.A.B.S. diretta dal presidente Antonio Damiano Minotti prevede lo scambio di atleti, i quali potranno giocare con maglie opposte e prendere parte sia al campionato nazionale di serie B col Seveso, che a quello di C col Saronno.

Ma non solo, la formazione U18 softball saronnese si rafforzerà aggiungendo al proprio organico alcune ragazze provenienti dai C.A.B.S., ed assieme scenderanno in campo per prendere parte al campionato regionale lombardo.

L’intesa stipulata con l’Asd Bulls Rescaldina del presidente Riccardo Carlo Locati invece, unisce le energie per la composizione di una formazione che disputerà il campionato di A2 softball. Infatti le ragazze dell’U18 del Saronno verranno impiegate anche nella seconda serie nazionale con indosso la maglia nero arancio, che giocherà sul campo di Novara.

“Le collaborazioni sportive oltre a rafforzare i rapporti fra le società, sono un’importante opportunità per i nostri ragazzi e per le nostre ragazze, i quali oltre a fare esperienza potranno confrontarsi con altre realtà del nostro territorio”, questo è quanto dichiarato Lorenzo Massimo Rotondo presidente del Saronno Softball Baseball.

cs

I ragazzi irresistibili del teatro Orsini e Branciaroli nella commedia di Neil Simon “The Sunshine boys”

 

 

Umberto Orsini e Franco Branciaroli, i due ragazzi irresistibili del teatro italiano, sono i protagonisti dal 4 al 9 febbraio prossimo della commedia di Neil Simon intitolata “I ragazzi irresistibili”, per la regia di Massimo Popolizio.

Il debutto avverrà martedì 4 febbraio alle ore 19.30 presso il teatro Carignano. Si tratta di una produzione del Teatro degli Incamminati, Compagnia Orsini, Teatro Biondo di Palermo.

Commedia brillante scritta nel 1972 dal drammaturgo americano, intitolata “Sunshine boys” e ispirata alla vita di una vera coppia di attori di vaudeville, Joe Smith e Charles Dale, narra di due anziani attori di varietà che hanno lavorato insieme tutta una vita per poi separarsi a causa di incomprensioni insanabili, e che sono invitati a riunirsi per un’unica serata, in occasione di una trasmissione televisiva dedicata alla storia del varietà americano. Gli antichi contrasti tra i due attori non tardano a riapparire, dando luogo a un meccanismo teatrale di grande comicità ma anche di profonda malinconia, che rende il testo parzialmente vicino al teatro di Beckett ( Finale di partita) e a quello di Cechov ( Il canto del cigno).

Questa che è una delle più famose commedie di Neil Simon è stata oggetto di numerosi allestimenti e di celebri versioni cinematografiche e televisive, tra cui quella con Woody Allen e quella con la sceneggiatura dello stesso Neil Simon, del 1975, diretta da Herbert Ross, protagonisti Walter Matthau e George Burns.

Teatro Carignano

Martedì 4 febbraio 2025 ore 19.30

I ragazzi irresistibili di Neil Simon

 

Mara Martellotta

La Candelora e San Biagio

Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso Domenica 2 febbraio, ore 15 

Una narrazione itinerante, tra tradizione sacra e popolare, dall’antica via Francigena agli affreschi di San Biagio dipinti da Jaquerio

 

Nel giorno della Candelora, la festa della Presentazione di Gesù al Tempio che cade esattamente a 40 giorni di distanza dal Natale, si celebra l’evento, tra tradizione sacra e popolare, alla Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso con una narrazione itinerante che porta alla cappella affrescata nella chiesa dedicata a San Biagio.

Si parte dall’esterno, lungo l’antica via Francigena, per osservare la natura e conoscere il rito che prevede la benedizione di ceri e candele e i tanti proverbi sul passaggio dalle tenebre invernali alla stagione primaverile“Se per la festa della Madonna della Candelora c’è il sole e c’è la Bora, siamo fuori dall’inverno; ma se piove o c’è vento, siamo ancora in inverno”.

Si continua poi all’interno della chiesa per raggiungere il ciclo di affreschi dedicati a San Biagio dipinti da Giacomo Jaquerio, il maggior rappresentante della pittura tardo gotica in Piemonte di cui quest’anno ricorre il 650esimo anniversario della nascita. Gli affreschi si trovano nella navata destra della chiesa: sulla parete laterale restano tre episodi della vita di San Biagio dei cinque originari. San Biagio è il protettore della gola che chiude il tempo dedicato al Natale: tradizionalmente si celebra il 3 febbraio, il giorno successivo alla Candelora, con la benedizione, attraverso le candele, alla gola dei fedeli per tenere lontano ogni male. Le due scene affrescate in alto, delimitate dagli archi, rappresentano a sinistra il Santo indenne tra gli animali feroci, a destra il miracolo del bambino liberato dalla lisca di pesce che lo stava soffocando; nel registro inferiore l’unica scena rimasta raffigura San Biagio che si salva nel mare in tempesta mentre i cattivi barcaioli annegano. Su una delle due volte della cappella sono rappresentati i simboli dei quattro evangelisti e all’interno di un medaglione è dipinto un ritratto che rappresenterebbe il pittore stesso.

 

INFO

Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso

Località Sant’Antonio di Ranverso, Buttigliera Alta (TO)

Domenica 2 febbraio, ore 15

La Candelora e San Biagio

Costo visita: 5 euro, oltre il prezzo del biglietto

Biglietti: intero 5 euro, ridotto 4 euro

Hanno diritto alla riduzione: minori di 18 anni, over 65, gruppi min. 15 persone

Fino a 6 anni e possessori di Abbonamento Musei: biglietto ingresso gratuito

È indispensabile la prenotazione entro il giorno precedente.

Info e prenotazioni (dal mercoledì alla domenica):

011 6200603 ranverso@biglietteria.ordinemauriziano.it

www.ordinemauriziano.it

Racconti disumani, tratto da Franz Kafka, regia di Alessandro Gassman

Debutta martedì 4 febbraio, alle ore 19.30, al teatro Gobetti di Torino, la pièce teatrale “Racconti disumani”, tratta da Franz Kafka, per la regia di Alessandro Gassman e con Giorgio Pasotti in scena, che si confronteranno con due Racconti di Franz Kafka, dal titolo “Una relazione accademica “ e “La tana”, per affrontare temi universali legati all’uomo e alla sua natura.

Questo dittico narrativo pone al centro vicende animalesche o “disumane” e smaschera la superficialità di banalizzazioni e di stereotipi in cui troppo spesso si finisce per inciampare. I luoghi comuni che emergono rivelano il nostro bisogno istintivo di un rifugio sicuro, capace di proteggerci dalle complessità della vita. Non si tratta solo di una narrazione di storie apparentemente lontane dal nostro quotidiano, ma di una metafora potente delle nostre paure più profonde.

Le parole di Kafka, con la loro ineguagliabile capacità di sondare le inquietudini dell’animo umano, diventano uno strumento per affrontare ciò che ci spaventa.

Alessandro Gassman scrive nelle sue note: “ Franz Kafka nei suoi racconti, ma come in tutto ciò che ha scritto , sorprende, lavora sulla parte profonda di noi stessi, sempre con una visione personale, riconoscibile, inimitabile. Nei due racconti che ho scelto, “Una relazione accademica” e “La tana”, descrive due umanità disumanizzate. Nel primo presenta una scimmia divenuta uomo, che descrive questa metamorfosi, nel secondo parla di un uomo che, terrorizzato da ciò che non conosce, vive come un animale sotterraneo, in attesa di un nemico del quale è terrorizzato, appunto, ma del quale sa molto poco. Penso sia il momento giusti per dare la parola a questo gigante del teatro e della letteratura, quando molte delle paure da lui raccontate trovano posto nella realtà che viviamo. Penso che andare in profondità in noi stessi e guardare attraverso le parole di Kafka ciò che ci spaventa possa aiutarci a capire meglio chi è intorno a noi”.

 

Teatro Gobetti, via Rossini 8, Torino.

Dal 4 al 9 febbraio

Racconti disumani

Di Frank Kafka, adattamento di Emanuele Maria Basso

Con Giorgio Pasotti

Regia e scene di Alessandro Gassmann

Orario spettacoli martedì e giovedì ore 19.30, mercoledì e venerdì ore 20.46, domenica ore 16.

Sabato 8 febbraio doppia recita ore 16 e ore 19.30

 

Mara Martellotta

Investitura di Gianduja e Giacometta a Palazzo civico

Investitura di Gianduja e Giacometta a Palazzo civico. Quest’anno ricorre il centenario della Famija Turineisa e, per la prima volta, Giacometta firma, insieme al notaio e a Gianduja, l’atto di accettazione dell’investitura. Si è raggiunta la parità dei sessi.

Nella seconda parte del video Mario Brusa racconta che cosa successe tra il Re Vittorio Emanuele, che voleva passare in incognito da un ingresso laterale per accedere a Palazzo, e la sentinella Gianduja che presidiava quell’accesso. Il comportamento integerrimo di Gianduja costrinse il Re a rivelarsi e a premiare la guardia che svolgeva il suo compito in modo esemplare.

Guarda il video:

Un pronto soccorso più umano: insediato il gruppo di lavoro regionale

Si è insediato nel Grattacielo della Regione il gruppo di lavoro che dovrà predisporre il progetto di umanizzazione in pronto soccorso con il quale l’Assessorato alla Sanità intende conseguire una presa in carico globale della persona, inclusi gli aspetti sociali e relazionali, in modo che la riqualificazione, il riammodernamento e una corretta informazione ai pazienti e ai familiari permettano di vivere in modo migliore le varie fasi della presa in carico.

«L’obiettivo principale – puntualizza l’assessore alla Sanità Federico Riboldi – è dotare tutti i pronto soccorso di schermi informativi, distributori di generi di conforto, postazioni per la ricarica dei cellulari e anche permettere ai parenti, dove possibile, di rimanere accanto ai propri cari presi in carico dal personale sanitario. Per questo motivo è stata consegnata ai direttori una scheda dettagliata delle azioni da intraprendere quanto prima».

Il gruppo di lavoro è coordinato da Federico Nardi, direttore della Cardiologia dell’ospedale di Casale Monferrato e coinvolge alcuni direttori di pronto soccorso.

«Tutti i direttori saranno inseriti in gruppi di lavoro per affrontare le criticità che affliggono i nostri pronto soccorso – chiarisce Riboldi – perché solo coinvolgendo direttamente chi lavora quotidianamente in loco si potranno dare risposte concrete e tangibili. Se oggi si è affrontata l’umanizzazione dei pronto soccorso attraverso interventi strutturali, organizzativi e comunicativi, nei prossimi incontri si metteranno sul tavolo il tenere i pazienti su barelle in attesa di un posto letto e il sovraffollamento, coinvolgendo altri direttori di struttura».

CS

“L’aeroporto di Torino  solo 13° in Italia”

Continua a crescere meno della media nazionale

Caro Direttore,
le Scuole di politica come quelle di giornalismo spiegano tante cose, con relatori più o meno illustri, ma hanno dimenticato due lezioni fondamentali e basilari.
La prima dice al buon politico che “Da che punto guardi il mondo, tutto dipende” cioè per capire i problemi, per dare dei giudizi e’ essenziale uno sguardo globale che individui i problemi e le priorità vere cosicché i problemi di casa tua o del Tuo quartiere verranno sicuramente dopo quelli dei quartieri più svantaggiati dove manca lavoro e sicurezza.
A Torino malgrado i salamelecchi alla Curia ,da oltre vent’anni si guarda solo al centro della Città e tutte le iniziative a partire dai grandi eventi si svolgono tutte nel Centro della Città. Così nelle periferie quando fa buio non si esce di casa e se non ci sono le Parrocchie o la Caritas molte famiglie non avrebbero da mangiare e così gli ultimi sono sempre più ultimi. Come facciano a chiamarsi progressiste le amministrazioni che hanno impoverito Torino e la abbiano portata al 58* Poste tra le Città italiane , me lo devono ancora spiegare.
La seconda lezione riprende una regola famosa del Principe De Curtis:”e’ la somma che fa il totale”.  Dopo tanti proclami a fine anno i politici e gli amministratori devono tirare le somme e vedere i risultati raggiunti e se sono onesti debbono correggere i programmi qualora i risultati non siano positivi. A Torino questa lezione è sconosciuta. Castellani e Fassino hanno presentato tre Piani decennali ma non hanno mai fatto un Bilancio consuntivo , così non si sono accorti che dal 2001 Torino cresce meno della media nazionale , ha perso 18 punti rispetto a Bologna e si è impoverita .
Lo stesso discorso vale per il nostro Aeroporto. Quando ero consigliere del Ministro Lupi denunciai come l’aeroporto di Torino, la quarta Città italiana per abitanti , fosse solo 13* tra gli aeroporti italiani. L’ho detto e l’ho scritto tante volte. In questi anni sono usciti tanti articoli agiografici sull’aeroporto ma ieri leggendo i dati dell’Enac scopriamo che nel 2024 ,anno boom del traffico aereo, Torino ha avuto 4.600.000 passeggeri e si conferma al 13* posto in Italia. Torino , cioè, ha avuto una crescita molto più bassa della crescita nazionale. A ciò si aggiunga l’analisi dei collegamenti che hanno visto diminuire le rotte che interessano gli uomini di affari e hanno visto aumentare i voli low cost e turistici.
In questo modo il contributo che l’aeroporto di Torino dà alla economia torinese e al PIL del Piemonte è la metà di quanto dà l’aeroporto di Bologna all’Emilia.
Ecco cosa succede quando si votano consiglieri regionali e comunali poco competenti e i partiti designano assessori non esperti.
Mino Giachino

Dazi USA, Confartigianato: “una nuova minaccia per l’export manifatturiero del Piemonte”

 Tra le regioni più esposte, il Piemonte con oltre 5,1 miliardi di euro, pari al 7,9% del totale nazionale verso gli USA (Torino 2,7 miliardi) 

La nuova stagione amministrativa del neo eletto Presidente Donald Trump, ha già creato un certo sconquasso economico globale con l’annuncio di possibili dazi sulle importazioni. Le imprese italiane che hanno investito e potenziato l’export verso gli Usa (Gli Stati Uniti sono il primo mercato nel mondo per 43 prodotti italiani) stanno già tremando e tra le regioni più esposte figura proprio il Piemonte e Torino.

 

Secondo i dati riferiti a settembre 2024, il Piemonte contribuisce con oltre 5,1 miliardi di euro, pari al 7,9% del totale nazionale con l’export verso gli USA.

Per quanto riguarda le province, al primo posto per export negli Stati Uniti nel 2024 si colloca Milano con 6,1 miliardi di euro, seguita da Firenze (5,7 miliardi), Modena (3,1 miliardi), Torino (2,7 miliardi).

 

Guardando più in generale al dato nazionale, gli Usa, che nel 2022 hanno superato la Francia, sono il secondo mercato del Made in Italy dietro alla Germania, con esportazioni che negli ultimi 12 mesi a settembre 2024, ammontano a 66,4 miliardi di euro, pari al 10,7% del totale. Se Trump decidesse di applicare dazi tra il 10% e il 20% sulle importazioni causerebbe un calo dell’export Italiano verso gli Usa rispettivamente del -4,3% e del -16,8%.

“È chiaro che ne pagherebbero le conseguenze anche le imprese del nostro territorio, soprattutto quelle manifatturiere che già stanno soffrendo un mercato globale ed una situazione geopolitica molto complessa – afferma Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino -. Sono principalmente le piccole e medie imprese, anche artigiane, che hanno una maggiore incidenza sull’export verso gli Usa, soprattutto nei settori degli alimentari, della moda, del legno e dei metalli, oltre a gioielleria e occhialeria. Ora però deve entrare in gioco l’Europa, non può essere un singolo Stato a contrastare queste dinamiche di commercio internazionale”.

Una strategia protezionistica che mira evidentemente a mitigare quell’eccesso di consumi interni rispetto alla produzione statunitense che obbliga il Paese americano ad importare la differenza dall’estero. Al contrario della Cina che si trova ad affrontare l’effetto opposto (più produzione rispetto al consumo interno), tanto da dover esportare le merci in eccedenza a prezzi stracciati e di bassa qualità.

“Se da un lato non possiamo far altro che tenere un atteggiamento attendista, conclude De Santis -le uniche azioni da adottare per il sistema delle piccole e medie imprese è quello di imparare a leggere le dinamiche del mercato e cercare di adattarsi, e molto rapidamente, strutturandosi e puntando ancor di più all’eccellenza e all’alta specializzazione, diversificando i mercati, investendo su quelli in via di sviluppo. Per le nostre imprese si potrebbe aprire una nuova fase critica da affrontare, occorre intensificare gli sforzi per assicurare l’alta qualità della manifattura made in Italy, arma vincente e distintiva che i mercati sanno riconoscere e apprezzare.”

Di diritti moriremo

Riguardando alcune interviste e conferenze del compianto Sergio Marchionne, mi ha colpito molto la sua analisi sulla pretesa, da parte della maggior parte degli italiani, di veder rispettati i propri diritti senza però rispettare i tanti doveri che l’appartenenza alla nostra società impone.

Si pretende il diritto allo studio, al lavoro, alla giornata di 8 ore, alle 40 ore settimanali, alle ferie, ad una giusta retribuzione e molto altro, ma per ragioni di comodo gli obblighi vengono sempre tralasciati.

Proprio perché alcuni diritti sono divenuti sacrosanti grazie a lotte sindacali, garanzie costituzionali o sentenze giudiziarie tutti ne usufruiamo dimenticando, però, che nel diritto vige un patto sinallagmatico tra diritti e doveri, ovvero vige il “do ut des” che implica il godimento di un qualcosa in cambio di qualcos’altro.

Mi spiego meglio: ho diritto alla sanità gratuita o alla pensione, a condizione di aver versato i contributi o pagato le tasse (questo è il dovere); anche su altre materie, tuttavia, spesso si confondono i ruoli e si pretende solo senza sapere (o volere) elargire nulla in cambio.

Faccio un esempio: pretendere la promozione a fine anno scolastico senza studiare è un controsenso; lo stesso dicasi per il lavoro dove non possiamo pretendere il posto a tempo indeterminato se, durante il periodo di prova, abbiamo assunto atteggiamenti ostili.

I sindacati, passati i fasti dell’autunno caldo (con uno Statuto dei lavoratori proposto dall’allora Ministro Donat Cattin e non guadagnato dalle OO.SS), hanno incentivato sempre più la concessione dei diritti a ogni lavoratore anche a costo, non di rado, di tutelare i lavativi o difendere gli indifendibili a scapito della meritocrazia.

Da un tale substrato non può che nascere la consapevolezza che i diritti siano dovuti, mentre i doveri sono tali solo per i meno furbi, per i più ligi, per i fessi insomma.

Naturalmente questo concetto di applica anche al voto politico, dove sempre più gente non si reca alle urne ma poi starnazza sui difetti della maggioranza uscita dalle urne, dove sempre meno gente si reca in Consiglio comunale ma poi pretende provvedimenti non di competenza del Comune; che dire di chi non sa neppure che dalle elezioni politiche del 2022 il numero dei deputati è sceso da 630+315 a 400+200? Però tutti giurerebbero di poter insegnare ai politici come si amministri davvero un Paeseesattamente come, davanti alla TV, siano tutti arbitri, giudici dei contest canori, Mister di calcio o strateghi di un conflitto.

E’ sicuramente ora, anche se siamo parecchio in ritardo, di insegnare fin dalle elementari cosa e quali siano gli obblighi e che sono connessi allo status di cittadino e, una volta appresi qualisiano, spiegare che se assolvi correttamente ai tuoi doveri godrai di una serie di diritti.

Tutti noi abbiamo l’obbligo di fare qualcosa perché il nostro Paese, la nostra società e, di conseguenza, ognuno di noi funzionino al meglio; ma se è facile essere passivi godendo di diritti è molto più impegnativo essere parte diligente assolvendo agli obblighi. Fino al 2004 esisteva la leva obbligatoria in Italia, poi sospesa dalla Legge 23 agosto 2004, n. 226: i renitenti alla leva erano davvero pochissimi, almeno in tempo di pace; scommettiamo quanti sarebbero oggi se la leva venisse ripristinata? Eppure è un obbligo derivante dal diritto di vivere in pace, di garantire al Paese la difesa in caso di attacco e, da alcuni anni, di coadiuvare le FF.OO. nel pattugliamento di zone a rischio.

Probabilmente stiamo ancora troppo bene per riflettere che se viviamo di soli diritti, di diritti moriremo.

Sergio Motta

Truffa del finto carabiniere, un arresto

Il 30 gennaio 2025, nel primo pomeriggio, a Pinerolo (TO), i Carabinieri della Sezione Operativa della locale Compagnia hanno arrestato un trentanovenne proveniente dalla Campania, già noto alle forze dell’ordine, gravemente indiziato del reato di “estorsione – in concorso”.
In particolare, secondo la ricostruzione degli investigatori, l’uomo, spacciandosi per un militare dell’Arma, avrebbe indotto una famiglia di Villar Perosa (TO) a consegnare denaro e gioielli quale “caparra” per il rilascio di una familiare asseritamente coinvolta in un incidente stradale – ovviamente mai avvenuto. Fortunatamente, uno dei familiari, insospettitosi dalle circostanze, ha prontamente avvisato i Carabinieri del comando stazione di Villar Perosa, attivando in questo modo le procedure di intervento.
Particolarità del caso è stato l’utilizzo da parte del presunto malfattore di un taxi con conducente per farsi accompagnare dalle vittime a ritirare la refurtiva e successivamente alla stazione ferroviaria più vicina per allontanarsi.
Il personale della Sezione operativa dei Carabinieri, intervenuto nel frangente, è riuscito a bloccare il sospetto estorsore prima che riuscisse a dileguarsi, recuperando il denaro e i gioielli di cui si era impossessato e restituendoli alle vittime. L’uomo, in stato di arresto, è stato tradotto nella casa circondariale “Lorusso e Cotugno” di Torino.