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L’emendamento “salva piccoli comuni” di Forza Italia

“Ho presentato l’emendamento ‘salva piccoli Comuni’ che prevede la possibilità di essere iscritti nel grado iniziale dell’albo dei Segretari Comunali e Provinciali coloro che abbiano svolto le funzioni di vicesegretario comunale presso Enti Locali per almeno tre anni”. Ad annunciarlo il senatore Roberto Rosso, estensore dell’emendamento al Decreto Milleproroghe.

“Si tratta di una norma essenziale per assicurare la continuità amministrativa all’interno soprattutto dei piccoli Comuni che lamentano da tempo la difficoltà a reperire segretari comunali. Una misura di sburocratizzazione e semplificazione che abbiamo fortemente voluto come Forza Italia su richiesta proprio dei Comuni piemontesi”. Concludono Rosso e il capogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte Paolo Ruzzola che si è fatto portavoce dell’istanza.

Merlo. Post olimpico, i progetti di Pragelato e di Cesana siano condivisi da Regione e Città Metropolitana

“Se la soluzione definitiva del post olimpico di Torino 2006 resta una delle priorità per la Città Metropolitana e la Regione Piemonte, l’unica strada realisticamente percorribile è quella di ridisegnare il futuro di quei siti – e cioè i trampolini di Pragelato e il bob di Cesana Torinese – di comune accordo. Al netto delle pregiudiziali dogmatiche e politiche che sono una costante su questo terreno e che, del resto, si sono già platealmente manifestate sul progetto presentato dal Comune di Cesana, è indubbio che se si vogliono evitare ostacoli e blocchi lungo il percorso autorizzativo, i rispettivi progetti avanzati dalle Amministrazioni Comunali non possono che essere condivisi. Appunto, da Città Metropolitana e dalla Regione Piemonte e di comune intesa, come ovvio, con le Amministrazioni locali di Pragelato e di Cesana.
E questo deve avvenire, ormai, a prescindere dalle scelte che verranno effettuate nelle prossime settimane su dove si svolgeranno alcune discipline sportive previste per le Olimpiadi di Milano/ Cortina del 2026. Serve, cioè, adesso una vera e convinta sinergia istituzionale tra i vari enti preposti. Il tutto per evitare che sorgano problemi insormontabili tra i progetti delle singole Amministrazioni Comunali e la loro effettiva realizzazione”.

Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Consigliere Nazionale Anci. 19 1 2023

Covid, dal 26 gennaio pre-adesione dose di richiamo per la fascia 5-11 anni


SUL PORTALE WWW.ILPIEMONTETIVACCINA.IT .
 PER I BAMBINI FRAGILI PREVISTA LA CONVOCAZIONE DIRETTA

Dal 26 gennaio prossimo è possibile effettuare la pre-adesione sulla piattaforma regionale www.ilpiemontetivaccina.it per la dose di richiamo per la fascia 5-11 anni.

Le Aziende sanitarie locali individueranno percorsi dedicati, in collaborazione con i centri vaccinali SISP, le strutture pediatriche e con il coinvolgimento dei pediatri di libera scelta.

Per i bambini in condizioni di fragilità la Regione ha richiesto di procedere con convocazione diretta prima del 26 gennaio.

Le disposizioni ministeriali prevedono che la dose booster deve essere somministrata dopo il ciclo primario, da intendersi non solo come doppia dose ma anche come infezione più vaccinazione o viceversa, e che tale indicazione è estendibile a tutte le fasce di età a partire dai 5 anni.

La somministrazione della dose di richiamo deve avvenire ad almeno 120 giorni dall’ultimo evento.

Gallerie d’Italia, ultimi giorni per gli scatti di Gregory Crewdson

Uno dei più famosi fotografi che fanno parte della “staged photography”

 

Dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 19.30, mercoledì  dalle 9.30 alle 22.30. Chiusura il lunedì.

 

Aperta al pubblico fino al 22 gennaio 2023, alle Gallerie d’Italia in piazza San Carlo 156 a Torino, una grande esposizione dal titolo “Gregory Crewdson. Eveningside”, première mondiale della nuova serie di fotografie dal titolo omonimo “Eveningside” (2021-2022), di Gregory Crewdson, concepite dall’artista come atto finale di una trilogia che abbraccia dieci anni del suo lavoro.

La mostra è una rassegna di questa trilogia curata da Jean-Charles Vergne, che inizia con la fotografia “Cathedral of the Pines” (2012-2014) e “An eclipse of Moths” (2018-2019) accanto ai precedenti scatti minimalisti dello stesso artista, intitolati “Fireflies” (1996).

Nella sala multimediale adiacente alla mostra è anche proiettato un video realizzato dietro le quinte intitolato “Making Eveningside”, con musiche originali di James Murphy e Stewart Bogie, polistrumentista e compositore americano. In contrasto con le foreste solitarie e remote di “Cathedral of the Pines” e i paesaggi di carattere postindustriale di “An eclipse of Moths”, nella serie ‘Eveningside’ l’artista esplora momenti di contemplazione entro i confini della vita quotidiana, cogliendo anche lo spirito dei luoghi di lavoro e degli spazi adiacenti. Nei suoi scatti compaiono le figure umane, per lo più scarne e colte attraverso le vetrine dei negozi, nel riflesso di uno specchio o viste nella quotidianità.

Nelle sue opere fotografiche si possono cogliere, infatti, ponti ferroviari, portoni, portici, negozi come una latteria, una ferramenta, un mercato rionale e la tettoia di uno sportello bancomat. L’artista avvicina il suo punto di osservazione alle figure, utilizzando una combinazione più o meno intensa di luce e ombra e creando effetti speciali quali la nebbia, la pioggia, il fumo e la foschia. Crewdson è in grado di ottenere, anche grazie alle luci al completo, in una tavolozza monocromatica, una ricca atmosfera gotica, evocativa del cinema classico e dei film noir, ma con la chiarezza della tecnologia resa disponibile dalla attuale fotografia digitale. Eveningside è, infatti, costituita da stampe digitali a pigmenti da 87,6×116,8 centimetri. Insieme alla trilogia sarà esposta in mostra una serie di scatti minimalisti, realizzati in precedenza, dal titolo “Fireflies”, un lavoro capace di cogliere la commistione delle correnti che si agitano in profondità nell’arte di Gregory Crewdson. Queste immagini di lucciole, realizzate con due macchine fotografiche su pellicola analogica in bianco e nero, offrono un tessuto connettivo che appare quasi un contrappunto capace di testimoniare l’attitudine del fotografo alla contemplazione.

Ogni serie della trilogia individua tappe fondamentali del percorso artistico e creativo di Crewdson, capace di affrontare temi che spaziano dalla dimensione personale e intima fino alle visioni esistenziali del mondo, suggerendo una riflessione sul profondo rispetto e ammirazione che l’artista ha nutrito per la storia della fotografia, della pittura e del cinema, tutti mezzi da lui reinventatiper narrare le sue storie.

A latere della mostra è presente un ricco calendario di incontri pubblici gratuiti e il programma #INSIDE, che prevede talk con ospiti di rilievo e eventi speciali il mercoledì alle 18.30.

La prima di queste conferenze ha visto protagonisti lo stesso artista e Jean-Charles Vergne, moderati da Alessia Glaviano, direttore di Photovogue Festival.

Gregory Crewdson, nato in un quartiere di Brooklyn nel 1962, faceva parte di un gruppo punk-rock chiamato “The Speedies” e può essere considerato uno dei maggiori esponenti della staged photography. Le sue fotografie sono, infatti, irresistibili per chiunque ami Hopper e anche per i cinefili, che apprezzeranno le sue citazioni a registi come David Lynch e Steven Spielberg, oltre alla perfezione dei suoi scatti, dovuta a una preparazione e organizzazione degna di un set cinematografico. Basti pensare che per una singola fotografia Gregory Crewdson riesce a coinvolgereuna troupe di quaranta persone. Ciò fa capire come sia profonda nelle sue opere la connessione tra cinema e fotografia, sfumando fino ad approdare alla fusione delle due arti.

Nei suoi scatti emergono bellezza, inquietudini e luci straordinariamente perfette.

MARA MARTELLOTTA

Genitori, non amici

I genitori hanno il compito, quando ancora non sono tali, di concepire e procreare, garantendo la prosecuzione della specie, nutrendo i figli fino a che non siano in grado di farlo da soli e impartendo le prime regole di vita, evitando il verificarsi di infortuni, vigilando sulla loro incolumità e insegnando a vivere nel contesto nel quale si trovano.

Fin qui nulla di nuovo.

Da alcuni decenni, però, molti genitori hanno smesso quel ruolo per assumere quello di amici, considerandosi alla pari con i figli, scambiando con questi dialoghi ed esperienze che poco hanno con il rapporto genitoriale ma hanno quasi tutto del rapporto di amicizia.

Mi spiego meglio: la sostanziale differenza tra genitori e figli è l’età e, con essa, la maggior esperienza di chi sia più anziano; questa esperienza consiste in un bagaglio di esperienze, di vita vissuta che è dovere dei genitori portare all’attenzione dei figli.

Insegnare loro ad attraversare la strada, a masticare bene, a lavarsi i denti, a rispettare gli anziani, a chiedere “per favore”, dire “grazie” e “scusa” e molto altro.

Ma, proprio perché educatori, i genitori hanno anche il dovere di punire (in senso buono) i figli quando sbagliano: se rompono un oggetto dovranno spiegare al Gianburrasca domestico che occorre fare attenzione, che l’oggetto costa o era indispensabile in casa, ecc. Occorrerà insegnare il significato del denaro, dei sacrifici, della giusta ricompensa quando si lavora, ad esempio erogando una paghetta settimanale o un piccolo premio se a scuola ottengono risultati ottimi, e non soltanto buoni.

Se i genitori, però, smettono di essere tali e si calano nel ruolo paritetico di amico viene a mancare una parte determinante dell’educazione filiale. Ricordo, ai tempi del liceo, genitori di miei compagni che si facevano le canne in camera col figlio o che, ancora peggio, accettavano quasi complimentandosi che il figlio marinasse la scuola, magari organizzando un mini rave in salotto, o che venisse portato in Questura perché trovato in possesso di stupefacenti.

In quegli anni perdemmo le notizie di un nostro compagno che si era recato in Marocco in viaggio di fine maturità (noi sapevamo che era andato a comprare erba all’ingrosso); quando dopo un mese in cui non si avevano notizie la sorella mi contattò mi stupii che i genitori non avessero presentato denuncia o allertato il Consolato. Ovviamente toccò a me occuparmene, investendo del problema la Croce Rosa che a sua volta contattò la Mezzaluna Rossa (equivalente alla Croce Rossa nei Paesi islamici) e si scoprì che il pargolo era detenuto in un carcere; non so come fu fatto rientrare in Italia ma, evidentemente per lo shock o per particolari esperienze in cella, non fu mai più quello di prima.

Mi domando: possibile che non vi sia, da parte dei genitori, alcun controllo su un ragazzo di 18 anni che va in Marocco (e all’epoca non esistevano cellulari, internet, social, ecc). Non sai con quanti soldi è partito o non ti domandi a cosa gli servano?

Purtroppo, a convalidare la mia tesi c’è l’esperienza vissuta da molti miei coetanei, i cui genitori hanno rivestito il ruolo di amici anziché di educatori, che hanno creato dei perfetti incapaci di affrontare la vita e di costruirsi un futuro solido, cresciuti nella convinzione che tutto sia corretto, tutto sia concesso, tutto sia possibile.

Il sociologo Gianfranco Giuni sostiene (ed io condivido in toto il suo pensiero) che assecondare alcune tendenze di un figlio non aiuti la sua crescita armonica, il suo sviluppo sano ma, al contrario, ne legittimi il comportamento errato. Se un figlio è etilista (o sulla strada per diventarlo) o assume stupefacenti, un genitore non deve procurarglieli per solidarietà o pietà, perché il figlio penserebbe che il suo stile di vita sia corretto, visto che i genitori lo assecondano.

Quei genitori dovranno, invece, intervenire perché il figlio capisca la gravità del suo comportamento e si possa modificare quello stile di vita, portandolo ad un Ser.T. o intervenendo comunque in modo corretto.

A questo proposito mi torna alla mente un brano da La Repubblicadi Platone:

“Quando un popolo, divorato dalla sete di libertà, si trova ad avere a capo dei coppieri che gliene versano a sazietà, fino ad ubriacarlo, accade allora che, se i governanti resistono alle richieste dei sempre più esigenti sudditi, sono dichiarati despoti.

E avviene pure che chi si dimostra disciplinato nei confronti dei superiori è definito un uomo senza carattere, servo; che il padre impaurito finisce per trattare il figlio come suo pari, e non è più rispettato, che il maestro non osa rimproverare gli scolari e costoro si fanno beffe di lui, che i giovani pretendano gli stessi diritti, le stesse considerazioni dei vecchi, e questi, per non parer troppo severi, danno ragione ai giovani.

In questo clima di libertà, nel nome della libertà, non vi è più riguardo per nessuno. In mezzo a tale licenza nasce e si sviluppa una mala pianta: la tirannia.”

Sergio Motta

Garage rock USA 1966. Discografia minore / 24

CALEIDOSCOPIO ROCK USA ANNI 60

La “fobia del volo” perseguitò a lungo il mondo della musica rock statunitense, specialmente per tutto il decennio tra 1960 e 1970, quando ancora era persistente e tenace il ricordo del giorno fatale (“The Day Rock Died” o “The Day The Music Died”) del 3 febbraio 1959.

Quella fu la data lugubre del rock ‘n’ roll, con quel disastroso incidente in Iowa in cui persero la vita Buddy Holly, Ritchie Valens e J.P. “The Big Bopper” Richardson a bordo del monomotore da turismo Beechcraft Bonanza, affidato ad un pilota quasi improvvisato in una notte di maltempo e nevicate. La ferita lasciata da quel luttuoso evento continuò a sanguinare, come una sorta di maledizione che incombeva sul mondo del rock a stelle e strisce; non sorprende dunque il fatto di constatare che anche in varie bands del garage rock americano la “fobia del volo” pesasse su parecchi musicisti, tanto da costringerli talvolta ad estenuanti viaggi in automobile o in van (e dunque non solo per ragioni economiche…). Nella presente sezione discografica non mancano alcune bands in cui la suddetta “fobia”… non tardò a manifestarsi e a colpire.  

–  Flash & The [Memphis] Casuals “In The Midnight Hour / Uptight Tonight”  (Block 485);

–  Tangents “Stand By Me / Hey Joe, Where You Gonna Go?”  (Impression Records 111);

–  The Beaten Path “Doctor Stone / Never Never”  (Jubilee 45-5556);

–  The Fabulous Four “Happy / Who Could It Be?”  (Brass 314);

–  Raga and The Talas “My Group And Me / For Old Times Sake”  (World Pacific Records 77847);

–  Jerry and The Playmates “Want-A-Love You / She’s The Kind”  (Alvera 677A-4239 / M-68);

–  Woody Carr & The Entertainers “Hey, Little One / Just Another Fool”  (Jerden 799);

–  The Chessmen “You Can’t Catch Me / Mr. X”  (Phalanx 1018 / 1019);

–  The Bush “Don’t You Fret / To Die Alone”  (Hiback HB-104);

–  Lance Fox & The Bloodhounds “You Got Love / That’s Your Problem (It Ain’t Mine)”  (Bang Records B-523);

–  The Clichés “Save It For Me / Why, Why, Why”  (Wes Mar 1020);

–  Tony Harris “Super Man / How Much Do I Love You”  (Dee Gee Records 3014);

–  The Poverty Five “Cry Cry Cry (Over You) / Sorrow”  (Thumbs Down 45-1002);

–  The Vanguards “What’s Wrong With You / Roll Over Beethoven”  (U-29271);

–  Aesop and The Fables “You’ll Be My Pride / Grass”  (Panorama 29);

–  The Executives “Why Make Me Cry / I’ll Feel A Whole Lot Better When You Are Gone” (Galena Records G-114);

–  The Renegades “Oh Yeah / I Don’t Know”  (Rich Records RR 109);

–  The Cavaliers “Checkmate / Seven Days Of Cryin’”  (Crisis Records BB-101);

–  The Relics “Inside Outside / Skin Sin”  (Phalanx 1012 / 1013);

–  The Springfield Rifle[s] “The Bears / There Is Life On Mars”  (ABC Records 45-10878);

–  The Madadors “Girl Don’t Leave Me / Alright”  (Feature Records 817R-105);

–  Chances R “I’ll Have You Cryin’ / Winds And Sea”  (Quill Records 105);

–  The Survivors “Quoth The Raven / Midnight Mines”  (Chattahoochee Records CH-718);

–  The Tempters “It’s Been A Long Long Time / I Will Go”  (Link Records LR 708).

(…to be continued…)

Gian Marchisio

   

Il menù di Platti è firmato dallo chef Tesse

Grande novità per Platti, senza dubbio uno dei caffè più antichi e affascinanti d’Italia: il menù del locale di corso Vittorio Emanuele II 72 a Torino è firmato dallo chef Fabrizio Tesse.

Dopo aver assunto le redini de La Pista, sul tetto del Lingotto, Fabrizio Tesse raccoglie un’altra sfida tutta torinese e porta la sua idea di cucina nel menù di uno dei locali simbolo della città.

Platti è un’istituzione, punto di riferimento sociale e culturale di Torino e d’Italia per tutto il corso del ‘900. La storia del locale inizia nel 1870 quando nella prima capitale apre la liquoreria “Principe Umberto”, poi rilevata da Ernesto e Pietro Platti e ribattezzata Caffè Platti nel 1875Le sue sale liberty sono state il ritrovo di intellettuali, politici, poeti e imprenditori sabaudi che amavano trascorrere qui le loro giornate parlando d’affari e politica e festeggiando le ricorrenze. Sui divani rossi, tra stucchi e specchi, veniva a leggere Luigi Einaudi, secondo presidente della Repubblica Italiana, a scrivere Cesare Pavese che incontrava qui l’editore Giulio Einaudi. È d’innanzi alle sue vetrine che, nel novembre del 1897, venne fondata la Juventus FC. Oggi il locale è proprietà di Gerla 1927.

 

Ad aiutare Fabrizio Tesse in questa nuova avventura una brigata attenta e preparata, guidata dallo chef Vincenzo Di Matteo. Responsabile di sala è Marisda Gashi, che si occupa sia del ristorante sia della caffetteria.

Il menù unisce la semplicità di un’offerta veloce, pensata per il pranzo, la piemontesità di ricette che sappiano valorizzare l’esperienza di essere seduti in un vero e proprio salotto del gusto e l’estro dello chef, che da sempre sa stupire il palato dei suoi clienti.

Chi conosce la mia cucina – dichiara Fabrizio Tesse – sa che da sempre mi ispiro al Piemonte e alle Vie del Sale. In questo luogo storico ho scelto di lavorare molto su ricette della tradizione piemontese, sempre interpretate in maniera personale e moderna. Mi piacciono i piatti concreti ma non per questo meno affascinati e ricchi di sapore”.

Il ristorante, al primo piano, è aperto a pranzo dal lunedì al sabato mentre la cena è riservata ad eventi privati.

Al pian terreno, dalla colazione alla cena, Platti offre il meglio della tradizione torinese sabauda, dal bicerin alla pasticceria mignon al tramezzino, in un’atmosfera affascinante.

La colazione da Platti è un rito per tutti i torinesi: al bancone o seduti agli eleganti tavolini in marmo si possono gustare oltre 20 tipi diversi di lievitati, in abbinamento a caffè, cappuccino o al classico Bicerin, la bevanda torinese composta da una mescola di caffè, cioccolato e crema di latte tanto amata dai turisti.

Decisamente imperdibile, oltre che storica specialità della città, la piccola pasticceria. Bignè, chantilly, baci di dama, macaron e biscottini in formato mignon che solo a Torino si fanno così: piccolissimi concentrati di dolcezza. Specialità della casa la storica Torta Platti, un tripudio di cioccolato la cui ricetta è rigorosamente segreta.

Autentico vanto del locale la carta dei tramezzini, i tipici panini triangolari che vedono i loro natali proprio a Torino. Da Platti se ne possono assaggiare più di 25 tipi, dai più classici ai più innovativi, senza dimenticare quelli che omaggiano le specialità piemontesi: peperoni e acciughe, vitello tonnato, lingue e salsa verde, salsiccia di Bra…

Il pranzo è servito nelle sale del ristorante al primo piano con una scelta a la carte oppure che spazio da ricette della tradizione a proposte creative, oppure è possibile optare per il brunch.

Gli amanti del tè sono invitati al nuovo appuntamento pomeridiano del locale: l’Afternoon Tea, il rituale del tè all’inglese rivisitato in chiave sabauda. Tè bianco, verde o nero, speziato, legnoso, fruttato o erbaceo… Diverse qualità di tè da tutto il mondo, rigorosamente in foglia, preparate a regola d’arte e servite in abbinamento alla piccola pasticceria secca e ai tramezzini salati serviti sui vassoi d’argento.

La giornata da Platti si chiude con l’aperitivo, con cocktail preparati dallo storico bartender Piero, vino o champagne.

Caffè Platti – Corso Vittorio Emanuele II, 72 – Torino

Rifiuti, in Piemonte nel 2021 raggiunto e superato l’obiettivo per la raccolta differenziata

 

L’assessore all’Ambiente Marnati: “I dati dimostrano che il lavoro che stiamo facendo insieme ai consorzi sta portando risultati sempre migliori. I miei complimenti ai piemontesi senza i quali non potremmo raggiungere queste importanti percentuali sempre in crescita”.

Nel corso del 2021 è stato raggiunto, e superato, l’obiettivo di raccolta differenziata del 65% ed è stata confermata la tendenza alla diminuzione dei rifiuti indifferenziati, che registrano complessivamente una contrazione di 1,5% rispetto all’anno precedente.

Continua dunque, in modo costante, la crescita in termini percentuali della raccolta differenziata che nel corso del 2021 ha guadagnato, rispetto al 2020, 1,4 punti percentuali passando così dal 64,5% al 65,9%.

Ogni cittadino piemontese, nel corso del 2021, ha separato con la propria raccolta differenziata circa 330 chilogrammi di rifiuti (nel 2020 erano stati 310).

L’indicatore più significativo per verificare l’efficacia della raccolta differenziata e delle attività di riduzione di rifiuti è il quantitativo pro capite di rifiuto indifferenziato prodotto: le province di Asti, Biella, Cuneo, Novara e Vco hanno raggiunto l’obiettivo di riduzione fissato a 159 chilogrammi per abitante.

“I dati ufficiali del 2021, dimostrano che il lavoro che stiamo svolgendo insieme ai consorzi sta portando risultati sempre migliori – afferma l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati – Ed è anche la dimostrazione, come spesso abbiamo dichiarato, che la raccolta differenziata ci permette di recuperare materiale da riciclare e quindi, da una parte avere un minore impatto sull’ambiente e dall’altra potenziare le filiere dell’economia circolare”. “Un ringraziamento e un plauso particolare ai piemontesi – conclude – senza i quali non potremmo raggiungere queste importanti percentuali sempre in crescita”.

Le frazioni maggiormente raccolte pro capite nel 2021 sono: carta (70 kg), frazione organica (65 kg), vetro (42 Kg), sfalci e potature (33 Kg), plastica (33 Kg).

A livello di province l’obiettivo del raggiungimento del 65% di raccolta differenziata, previsto dalla normativa nazionale e dal piano regionale dei rifiuti, viene superata da tutte le province ad esclusione di quella di Alessandria e della Città Metropolitana di Torino che si attestano, rispettivamente, sul 62,5% e 61,3% per Città Metropolitana.

A livello di comuni, quelli che nel 2021 hanno superato quota 65% di differenziata salgono a 679 (erano 637 nel 2020) pari al 57,5% dei comuni piemontesi, la maggior parte dei quali – circa l’85% – ha meno di 5mila abitanti.

Per quanto riguarda il dato di raccolta differenziata riferito ai comuni capoluogo, anche per il 2021, il primato spetta a Verbania (con il 78,85%), seguita da Biella (78,07%), Novara (73,73%), quindi Vercelli (73,29%), Cuneo (69,11%), Asti (67,24%). Chiudono la “classifica” Torino con 53,34% e Alessandria (46,84%).

A livello Consortile, per quanto riguarda la percentuale di raccolta differenziata, l’obiettivo del 65% è stato raggiunto, o superato, da 17 Consorzi su 21. Il podio spetta al Consorzio del Medio Novarese (con l’85%) seguito dal Chierese (82%), Basso Novarese e Albese-Braidese (entrambi con il 76%).

Restano al di sotto del 65% i consorzi Alessandrino, Area Vasta Torino, Acea Pinerolese e Canavesano.

Rally Talk: riparte il ciclo di incontri con i protagonisti del mondo dei rally

 

Il 25 gennaio al MAUTO Lancia 037 vs Audi Quattro: l’epica sfida nel Mondiale 1983

 

Mercoledì 25 gennaio si riaccendono i riflettori sulle grandi sfide dell’epoca d’oro dei rally con Rally Talk, il ciclo di incontri realizzato al Museo Nazionale dell’Automobile e promosso dalla Fondazione Gino Macaluso per l’Auto Storica in occasione della mostra “The Golden Age of Rally”. Attraverso le voci e i volti di alcuni dei protagonisti, questo nuovo appuntamento permetterà di rivivere uno dei confronti passati alla storia, quello del Mondiale Rally del 1983, che vide Lancia 037 contro Audi Quattro.

 

Tante sono state le battaglie epiche in questa disciplina, ma poche hanno lasciato il segno come quella dell’undicesimo WRC. Uno scontro Italia vs Germania, le due ruote motrici della casa torinese vs trazione integrale della casa di Ingolstadt, Walter Röhrl, Markku Alén e Attilio Bettega vs Hannu Mikkola, Michèle Mouton e Stig Blomqvist. Un testa a testa che tenne tutti gli appassionati con il fiato sospeso fino alla tappa di Sanremo dove, Lancia si aggiudicò il campionato costruttori. A Mikkola, la vittoria del mondiale piloti. Un’auto a due ruote motrici era riuscita a battere lo strapotere del 4WD: nessun’altra in futuro ci sarebbe più riuscita.

 

A far rivivere le emozioni di questa sfida leggendaria, dalle ore 17,30 presso l’Auditorium del MAUTO, saranno Cesare Fiorio, Team Principal Lancia nel WRC 1983, Carlo Cavicchi, giornalista e scrittore, Sergio Limone, ingegnere che lavorò allo sviluppo della Lancia 037, Tonino Tognana, campione italiano rally 1982, e Fabrizia Pons, navigatrice di Michèle Mouton nella squadra Audi. Modera Luca Pazielli, navigatore, team manager rally e giornalista.

 

Il programma Rally Talk proseguirà nei mesi successivi con altri tre appuntamenti, mercoledì 15 febbraio, giovedì 23 marzo e giovedì 20 aprile, e con altrettanti approfondimenti sui grandi temi legati alla disciplina. Un ciclo dedicato a The Golden Age Of Rally, l’inedita esposizione che, fino 2 maggio 2023, propone un viaggio nelle grandi sfide di questa disciplina, dagli anni Sessanta agli anni Novanta, attraverso i mitici esemplari della Fondazione Gino Macaluso.

FlixBus: Torino fa il pieno di arrivi dalla Francia

Turismo invernale a Torino

L’analisi sui viaggi nel periodo festivo:

 

La città sabauda si conferma una meta turistica di fama internazionale

Le più gettonate dai Torinesi: Milano, l’aeroporto di Orio al Serio e Parigi

 

Milano, 20 gennaio 2023 – Anche per la stagione invernale 2022-2023, Torino si è confermata una meta turistica di grande attrattività, non solo presso il pubblico italiano ma anche a livello internazionale: è quanto emerge dall’analisi condotta da FlixBus sul traffico passeggeri registrato nei fine settimana di Capodanno e dell’Epifania.

Nella top 10 delle tratte dirette a Torino che hanno riscosso maggior successo nei giorni considerati, ben 4 collegano il capoluogo sabaudo con città francesi: Lione, Parigi, Nizza e Chambéry; in particolare, le rotte in partenza da Lione si piazzano in terza posizione, chiudendo il podio della classifica. Complice di un tale successo presso i visitatori d’Oltralpe è l’alta frequenza delle corse giornaliere su queste tratte: da Lione partono per Torino fino a 10 FlixBus al giorno, da Parigi fino a 6 (di cui alcune notturne, con la possibilità, per chi viaggia, di dormire a bordo e ottimizzare i tempi), da Nizza e Chambéry fino a 4.

L’ottimo posizionamento di città come Firenze o Roma, che si piazzano al quinto e nono posto in questa classifica, suggerisce inoltre il definitivo sdoganamento dell’autobus come mezzo preferito da molte persone anche sulle lunghe tratte, oltre che su collegamenti a medio raggio come quelli con Milano, dove la frequenza giornaliera sfiora le 20 corse al giorno.

Le mete preferite: Milano, Orio al Serio e Parigi. Torinesi green anche sotto le feste

A sua volta, la top 3 torinese riflette esigenze di viaggio molto variegate: anche in testa alle mete più ambite si trova Milano, che tante persone in partenza dal capoluogo hanno eletto a meta dei propri fine settimana per il Capodanno o l’Epifania. Seguono l’aeroporto di Orio al Serio (fino a 13 collegamenti al giorno) e Parigi.

In particolare, la presenza di Orio al Serio in seconda posizione conferma l’anima green di chi parte con FlixBus da Bolzano: l’elevata percentuale di persone che, anche nei giorni di festa, hanno utilizzato il servizio per raggiungere lo scalo attesta l’assunzione crescente di un approccio intermodale al viaggio, basato sulla combinazione di mezzi collettivi.

Per sensibilizzare ulteriormente le persone circa l’importanza del proprio contributo individuale, prima di Natale FlixBus ha lanciato la campagna «Offset Christmas», invitandole a compensare le emissioni di CO2 del proprio viaggio durante la settimana prenatalizia con una donazione volontaria, raddoppiata dall’azienda e devoluta alla ONG Atmosfair per finanziare progetti di protezione del clima (più info qui).