ilTorinese

Il “Pannunzio” indaga sulle potenti radici dell’amore

San Valentino

VENERDÌ 14 FEBBRAIO ALLE ORE 17.30 al Centro  Pannunzio in via Maria Vittoria 35h Patrizia VALPIANI, medico scrittore-poeta Presidente Onoraria di A.M.S.I. (Associazione Medici Scrittori Italiani), dialogherà con Luca ARTURI psicologo e psicoterapeuta, scrittore, poeta, sul tema AMORE, SENTIMENTO, IMPULSO, MISTERO, DESIDERIO, SESSUALITA’.

Un incontro in cui poesia, arte , eros, psicologia si intrecciano in una proposta di grande valore culturale ideata da Patrizia Valpiani medico- scrittrice di talento e donna di raro fascino intellettuale.

È morto Mimmo Luca’, politico dei cristiano sociali

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È morto a Torino a 71 anni, dopo una breve malattia, Mimmo Luca’ , fondatore dei Cristiano sociali dove ha militato dall’inizio degli anni ’90, era entrato nei Progressisti, e fu tra i primi ad aderire all’Ulivo. Poi nei Ds e nel Pd, è stato deputato per cinque legislature, dal 1994 al 2013. Originario della Calabria è cresciuto nell’impegno sociale e politico con le Acli di Torino di cui è stato presidente a Torino e vicepresidente nazionale.

Decreto Ponti, Bartoli: “La proroga è la buona notizia che attendevamo”

“Per la messa in sicurezza delle infrastrutture del territorio”

“La proroga del decreto Ponti era fondamentale per garantire le risorse necessarie agli interventi per la messa in sicurezza delle opere nella nostra regione. Tra queste il Ponte Preti, una delle infrastrutture più importanti per il Canavese”.

Così il consigliere regionale Sergio Bartoli (Lista Cirio) presidente della Commissione Ambiente, attivatosi fin da subito per il buon esito della proroga.

“Seppur consapevole che qualche forza politica volesse e potesse ‘mettere il cappello’ sul risultato ottenuto – aggiunge Bartoli -, voglio sottolineare come questo esito sia frutto del corale impegno di sindaci, parlamentari ed esponenti delle istituzioni locali che hanno chiesto con determinazione la proroga dei termini, per garantire condizioni di sviluppo e di sicurezza”.

“Ora la Città Metropolitana si attivi per tutte le verifche necessarie relative alle progettazioni, alle tempistiche e al buon uso delle risorse, affinché tutti gli interventi previsti procedano al meglio”, conclude Bartoli.

42 anni fa la tragedia del Cinema Statuto

Il 13 febbraio del 1983, al cinema Statuto di via Cibrario, poco dopo l’inizio della proiezione del tardo pomeriggio scoppiò un incendio che costò la vita a 64 persone presenti in sala, intrappolate in sala senza vie di fuga.

“Una tragedia che rimane una ferita profonda per la nostra città, che abbiamo il dovere di ricordare, in rispetto a chi, quel giorno, pagò un prezzo altissimo” – ha commentato il Sindaco Stefano Lo Russo. “Fu un momento di grande dolore per la nostra comunità, che rimane indelebile nella memoria di chi c’era e ha vividi ricordi e che colpisce chi ha anche solo sentito testimonianze e racconti”.

Una tragedia che ha segnato per sempre Torino, ma che non è stata vana, anche grazie all’impegno dei famigliari delle vittime, per la sicurezza nei locali pubblici: “Quella domenica di febbraio segnò anche l’inizio di una nuova consapevolezza: fu una tappa cruciale nel percorso di attenzione alle norme di sicurezza nei luoghi pubblici – ha sottolineato il Sindaco -. “Torino continua a tenere vivo il ricordo di quell’evento e di quelle vite spezzate e a stringersi, anno dopo anno, alle loro famiglie e ai loro cari”.

Come ogni anno, la Città di Torino ha deposto una corona di fiori davanti alla targa commemorativa posta in largo Cibrario, nell’aiuola dedicata alle “Vittime del Cinema Statuto”.

Per l’occasione, i volontari di Torino Spazio Pubblico Borgo San Donato, insieme ad alcuni parenti della vittime, si sono ritrovati nel piccolo spazio verde dove svolgono regolarmente attività di pulizia e di giardinaggio. Anche grazie al loro impegno durante l’inverno, l’aiuola di largo Cibrario è oggi più curata e fiorita: un piccolo gesto per mantenere vivo il ricordo di chi non c’è più, attraverso l’impegno civico e la cura degli spazi a disposizione di tutta la comunità.

Torino Click

Le bellezze di un paese, le grandi firme da Boccasile a Dudovich

Visitate l’Italia!”, sino al 25 agosto a Palazzo Madama

La definisce “mostra di primavera” Giovanni Villa, direttore di Palazzo Madama e cocuratore con Dario Cimorelli, quella ospitata nella sala del Senato, “Visitate l’Italia! – Promozione e pubblicità turistica 1900 /1950”, con tanto di punto esclamativo che somigliava parecchio a un ordine gettato in faccia a un intero paese, l’allestimento è di Emilio Alberti e Mauro Zocchetta: ma siamo pronti a scommettere che attraverserà con vivissimo successo, perché vivace e inusitata, con la curiosità che accompagna la nascita di quello che fu un importante mezzo di comunicazione, l’intera estate – sino al 25 agosto. Un significativo Grand Tour, fantasiosamente moderno, idealmente vicino a quello che intraprendevano i giovanotti inglesi o germanici del Sette e Ottocento – tappe d’obbligo lungo lo stivale, toccando quei punti di gioia e di bellezza che una vita non poteva non aver affrontato – per affacciarsi al cuore dell’Europa e a quelle sospirate – per arte e storia e costumi e popolo, tra aneddotica e sguardo sociale – “porte d’Italia” con cui Edmondo De Amicis, nel 1884, virava i propri orizzonti, dopo aver guardato a terre lontane, da Parigi al Marocco, da Londra alle Americhe, come già aveva fatto l’abate Stoppani otto anni prima, con “Il Bel Paese”, pronto a formare e preparare “giovani camminatori ammirati dalle varietà del paesaggio italiano”. Inviti ad assorbire, a riscaldare, tappa dopo tappa, lo straordinario patrimonio dell’Italia, nonché momenti per offrire tutta “l’importanza dello sviluppo turistico nell’economia generale del Paese”, come ancora sottolineava alla presentazione il presidente della Fondazione Torino Musei, Massimo Broccio.

Un lungo percorso, un cammino dove si sono avvicendate vedute artistiche e pubblicità che con bei visi e corpi pieni di fascino, con costumi che coprivano sino al collo, ahi ahi il moto censorio!, ma che prima o poi avrebbero esibito spavalde nudità di ninfe e più in là coloratissime tute con tanto di sci ai piedi: “Prima del documentario filmico, dei cinegiornali e della televisione – spiega ancora Villa – e molto prima della diffusione del fotogiornalismo, e però dopo la grande stagione ottocentesca dell’illustrazione incisa, il manifesto propone un’immagine del paese esplicitamente rivolta a suggerire e motivare l’avventura turistica, o più semplicemente una piacevole vacanza”. Facendo prendere una diversa strada all’arte, si consoliderà la necessità di raccontare delle storie o spunti velocissimi, il particolare per il tutto (sarà necessario mettere soltanto in primissimo piano il capitello dorico di un suo tempio per spingere il desideroso visitatore ad un viaggio a Paestum: di Virgilio Retrosi, allievo di Duilio Cambellotti, 1950) e di lasciar immaginare delle favole (una tra le tante signorine grandifirme in versione vacanze, toccherà il cuore di Gino Boccasile, nel 1948, dare vita alla “ragazza in verde” sulle nevi del “Sestrières”, con tanto di esse finale, intenta a levarsi, abbronzatissima, la giacca, mentre tra biancore e vette fanno da sfondo le architetture razionaliste delle torri di Bonadé Bottino (la località alpina è vista anche nel ’32 da Umberto Romano, con un trionfo di colori aranciati qua e là disseminati lungo tutto l’orizzonte).

Un lungo percorso, composto da più che 150 manifesti, tre le realtà di importanti prestatori, Wolfsoniana (Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Genova), la Civica Raccolta delle Stampe ”Achille Bertarelli” (Castello Sforzesco, Milano) e Museo nazionale Collezione Salce di Treviso. Materiale fragile di perenne tutela, prezioso, “un mondo di carta” lo si è definito che è anche “filtro d’eccezione attraverso cui leggere lo sviluppo di una intera società”, uno sguardo che abbraccia itinerari e città e ambienti, oggetti della quotidianità, panorami generali e il gusto per il particolare, scritte folgoranti che incamerano le migliori qualità di questa o quella località (per Recoaro, “stazione climatica di primo ordine, la più rinomata e frequentata d’Italia”, si infittiscono gli strilli con il megafono dell’idroterapia e dell’elettroterapia e della ginnastica medica con tanto di salutari svolgimenti, secondo un anonimo illustratore del 1910), la ricerca doverosa di mercati stranieri e il risveglio di nuovi interessi – “Connais-tu la douce terre?” si chiede ai futuri visitatori d’oltralpe, sfoggiando un’intera rete stradale che accomuna un antico tempio e un trio d’agrumi che restringono il pensiero alla sola Sicilia; “la plus belle plage du monde” viene reclamizzato il Lido veneziano – spazio di sole di allegria, affatto memore degli occhi languidi di Gustav von Aschenback davanti a Tadzio, con una struggente atmosfera creata dalle musiche mahleriane -, un’immagine affollata di mesdames in abiti candidi e larghi cappelli che nemmeno Silvana Mangano e di messieurs in calzoni bianchi e giacca blu più cravatta e paglietta a riparare, sberleffo antico all’influencer partenopea di oggi e schiaffo sonoro a noi che oggi ci amareggiamo per Roccaraso straffollata, un’opera firmata Elio Ettore Ximenes, in nove righe di testo d’oltralpe che sono il trionfo delle lampanti bellezze del luogo: “stazione climatica e balneare di primavera estate autunno, clima senza variazioni di temperatura né venti violenti, brezza di mare leggera e tonificante, massimo 28°” e via di questo passo.

Spiega Dario Cimorelli che non s’è mai avuto in precedenza un panorama che così appieno ritraesse il discorso pubblicitario immerso nei primi cinquant’anni dello scorso secolo, una visione parziale tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta soltanto. “Visitate l’Italia!” è pronta ad accompagnare chi vorrà visitare la mostra in un abbraccio unico, a iniziare dalla ragazza domatrice di un grande pesce vermiglio, capace d’ospitare nella sua forma ricurva i festeggiamenti e quanto di gradevole passasse nella stagione balneare del 1922 a Rimini, opera di Marcello Dudovich, della Collezione Salce, anticipando nelle forme e nei colori i sogni felliniani, tra le tabaccaie e la caduta della neve con la visione visionaria e fanciullesca del pavone e un “gradisca, prinzip”, quando la città romagnola veniva definita “l’Ostenda d’Italia” nel capolavoro di Mario Borgoni. Nella vicina Cesatico, con Franzoni, già ad inizio secolo (1905) si sfoggiavano “i bagni di mare le centinaia di ville sulla spiaggia aree fabbricabili gratuite”, chissà se con buona pace di ogni piano regolatore: e pensare che sta pure appeso, lui, in mostra, il quadretto da bucolica virgiliana che reclamizza (siamo all’ultimo anno dell’Ottocento), vero ritorno ad un tranquillo impressionismo, il “Monte Rosa da Macugnaga”, con tanto di verde incontaminato, di grange e mucche al pascolo, di chiesetta e cime immacolate, tutto tra una (invidiabile? invochiamo i differenti punti di vista, ieri e oggi) tranquillità che certo andava a braccetto con il quietissimo vivere.

Città – Torino “capitale”, con le immagini di Adalberto Campagnoli, piazza Carlo Felice con lo zampillo della sua fontana e via Roma illuminatissima di insegne che nessuno ricorda più (1939) o una cappelliera che snoda il nastro azzurro del fiume con tanto di Mole e Valentino, di Porte Palatine e di Torre Littoria, chiaramente con accompagnamento d’obbligo di auto e ciminiera; e poi Amalfi e la Salerno di Vincenzo Alicandri del ’26, Ercolano scoperta del grande macigno che la seppellisce (Dudovich, 1928) e Pompei con un invitante ante litteram “visitate Pompei di notte” (Giuseppe Riccobaldi, 1938), Firenze dove svetta il Brunelleschi e Padova con il Gattamelata (ancora Dudovich, 1928 circa), e Bologna e Ravenna, e Ferrara e Mantova, Palermo e la cattedrale e le Puglie con il castello di Federico. Mentre, con spirito turistico/patriottico Amos Scorzon rivolge la propria attenzione a spingere dieci anni dopo la fine del conflitto alla visita dei “campi di battaglia, Sabotino e Basso Isonzo”, si spingono i prossimi villeggianti verso le terme – Montecatini, Porretta, Chianciano, San Pellegrino, Acqui -, verso i laghi – la Punta di Balbianello e il lago Como, Bellagio con il suo Grand Hotel, il lago Maggiore e l’isola dei Pescatori, Gardone tra bellezze femminili e frutti e rosacei fiori -, verso la scoperta delle isole maggiori e del Tirreno – si guarda con futuro piacere alle perle di Alassio e Bordighera, con i colori di Carlo Pellegrini (1905, una coppia per noi antichissima, con calesse e cocchiere sullo sfondo di una via Aurelia del tutto solitaria) e di Filippo Romoli (ancora Bordighera, ma del 1948, un moderno paio d’occhiali da sole posati su di un libro e una sedia a sdraio a rigoni gialli e rossi), Finale Ligure vista da Aurelio Craffonara, nel ’29, attraverso il pertugio della Caprazoppa.

Ogni cosa apprezzata e ricercata considerando “il progresso economico, la forte e innovativa espansione dell’edilizia urbana e ancor più il grandioso sviluppo della rete ferroviaria”, un’epoca speciale, dove le persone – comuni – a poco prendono a muoversi e a scoprire laddove prima era appannaggio dell’aristocrazia e della grande borghesia”. Finita la guerra, c’è voglia di costruire (e di ricostruire), si inneggia come s’era inneggiato una trentina d’anni prima ai mezzi di comunicazione celebrati dal credo futurista, si viaggia, ci si sposta, si visita e s’apprende, “nasce un nuovo modo di rapportarsi con il territorio e il tempo libero”, si fanno vistosi passi in avanti come già s’era fatto nel 1905 quando le Ferrovie erano diventate ente pubblico e soprattutto nel 1919 con la nascita dell’ENIT, l’Ente Nazionale per l’incremento delle industrie turistiche, non soltanto viaggi e percorsi e passeggiate ma altresì aperture d’uffici e mostre, redazionali nei giornali, la stampa di opuscoli e cartine e guide, e immagini e parole accattivanti fortemente volute dal Touring Club Italiano. Piacere e sviluppo. Forse qualcuno dei nostri padri o nonni ancora come i villeggianti alla base delle Dolomiti, gli occhi strabuzzati, nel manifesto di Sandro Bidasio degli Imberti, del ‘49: ma anche qui la parola d’ordine suona “visitate”, all’insegna di una autentica rinascita dell’intero paese.

Elio Rabbione

Nelle immagini: Marcello Dudovich, “Rimini. Stagione balneare 1922 (giugno – settembre), 1922, Milano prop. Art. Grafiche Baroni &C., Treviso, Museo Naz. Coll. Salce; Agostino Luigi Sacchi, “Portofino Kulm. Panorama verso Ponente”, 1905 circa, Treviso, Museo Naz. Coll. Salce; Mario Borgoni, “Amalfi”, 1927 circa, Napoli Richter&C., Milano, Castello Sforzesco, Civica Raccolta “Achille Bertarelli”; Gino Boccasile, “Val d’Aosta. Sport invernali”, 1940, Milano Stabilimento Pezzini, Treviso Museo Naz. Coll. Salce; Crea – Centro Grafico Pubblicitario, “Torino”, 1949, Torino Gros Monti&C., Treviso Museo Naz. Coll. Salce; Sandro Bidasio degli Imberti detto Sabi, “Dolomiti”, 1949, Castelfranco Veneto Grafiche Trevisan, Treviso Museo Naz. Coll. Salce.

Il 112 ti salva la vita: quasi 2 milioni e mezzo di contatti nel 2024 in Piemonte

Nel 2024 il numero unico 112 ha ricevuto 2.450.000 contatti, di cui solo il 46% è stato inoltrato alle centrali operative di secondo livello, responsabili delle operazioni di soccorso sul territorio. Di quelle inoltrate, il 46% è stato indirizzato alle Forze dell’Ordine, un altro 46% all’Emergenza sanitaria territoriale, mentre l’8% è stato rivolto ai Vigili del Fuoco. Inoltre, sono state gestite 144 chiamate inoltrate alla Guardia costiera per soccorsi sul Lago Maggiore.

I dati sono stati forniti in occasione della Giornata europea del numero unico di emergenza 112, che l’11 febbraio celebra un servizio essenziale per la sicurezza e il soccorso, accessibile a tutti i cittadini europei in caso di emergenza sanitaria, intervento delle forze dell’ordine, soccorso dei vigili del fuoco o assistenza in mare.

Gestito in Piemonte da Azienda Zero, il 112 rappresenta lo snodo cruciale per la gestione delle emergenze: quando un cittadino chiama, l’operatore riceve in tempo reale il numero telefonico e la localizzazione della chiamata grazie al tracciamento GPS. Queste informazioni, integrate con la tipologia di soccorso richiesto, vengono trasferite alla centrale operativa di secondo livello competente per l’intervento, come la Polizia di Stato, l’Arma dei Carabinieri, i Vigili del Fuoco, la Polizia locale, l’emergenza sanitaria o la Guardia costiera. Così il sistema garantisce che gli enti di soccorso ricevano solo richieste già filtrate e selezionate come effettive emergenze.

La chiamata riceve una risposta entro 5 secondi e, in caso di mancato contatto, l’utente viene immediatamente richiamato. Inoltre, si assicura l’accesso al servizio anche ai cittadini con disabilità uditiva grazie al sistema che permette di segnalare emergenze mediante un’apposita piattaforma conforme alle direttive europee.

Il servizio offre un supporto multilingue e in Piemonte Azienda Zero lo gestisce attraverso due centrali uniche di risposta situate a Grugliasco e Saluzzo.

Questa capacità operativa estesa a livello nazionale evidenzia l’eccellenza del sistema piemontese: «Il 112 – rileva l’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi – rappresenta non solo un servizio regionale, ma un’eccellenza nazionale che dimostra la capacità e la professionalità della Regione Piemonte nel garantire prestazioni di alta qualità, mettendo a disposizione risorse e competenze per tutto il territorio».

cs

Primo giorno di Final Eight, Brescia e Milano le prime due semifinaliste

Sarà EA7 Emporio Armani Milano – Germani Brescia la prima semifinale delle Final Eight di Torino, in una prima giornata caratterizzata da un lusinghiero successo di pubblico: sono stati infatti ben 8233 gli spettatori presenti sugli spalti dell’Inalpi Arena, con un incremento di mille persone rispetto all’edizione 2004.

Nel primo quarto di finale Brescia ha battuto Tortona al termine di una partita equilibratissima, decisa all’ultimo minuto dalle prodezze da tre punti di Ivanovic e Burnell. 86-79 il punteggio finale per la squadra di Beppe Poeta, che è tornato da allenatore nella città che lo ha visto trionfare come giocatore e capitano nella storica Coppa italia 2018 vinta dall’Auxilium Torino.

Nella seconda partita della giornata, vera classica del basket italiano, Milano ha superato nettamente Bologna con il punteggio di 99-71. Il quarto di finale più atteso si è rivelato una gara a senso unico, con la squadra meneghina apparsa subito in gran forma e le V nere surclassate fin dal secondo quarto e incapaci di reagire.

Il programma di domani prevede gli ultimi due quarti di finale, tra Dolomiti Energia Trentino-UNAHOTELS Reggio Emilia (ore 18) e Trapani Shark-Pallacanestro Trieste (ore 20.45), che completeranno il tabellone delle semifinali che si giocheranno sabato.

TORINO CLICK

San Valentino sotto lo sguardo di Venere a Stupinigi

Venerdì 14 febbraio, ore 18.30

La sera di San Valentino, il cielo, con la vista di Venere, insieme a Giove, Marte e Orione, diventa protagonista a Stupinigi in un evento eccezionale in programma al tramonto, sulla terrazza della Palazzina di Caccia, verso il parco storico.

La serata dedicata a Venere prevede un percorso nelle sale alla scoperta di storie, aneddoti e personaggi legati al tema dell’astronomia, come la principessa di Carignano, Giuseppina di Lorena Armagnac (1753-1797), moglie di Vittorio Amedeo di Carignano e nonna di Carlo Alberto: una donna straordinaria per i suoi molteplici interessi, tra cui l’astronomia, di cui la Palazzina conserva un ritratto nell’appartamento di Levante. Al termine della visita guidata, una “lezione di cielo” nel Salone d’Onore e infine, dalla terrazza, l’osservazione guidata di Venere e degli altri pianeti dai telescopi dello staff del Planetarioaccompagnata da un calice di vino e una friandise salata, a cura dell’associazione Tutela Baratuciat e Vitigni storici.

 

L’evento è organizzato dai Servizi Educativi della Palazzina di Caccia di Stupinigi in collaborazione con Infini.to-Planetario di Torino.

 

INFO

Palazzina di Caccia di Stupinigi

Piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (TO)

Venerdì 14 febbraio 2025, ore 18.30

San Valentino sotto lo sguardo di Venere

Costo: 30 euro

Prenotazione obbligatoria

Info e prenotazioni: 011 6200601 stupinigi@biglietteria.ordinemauriziano.it

Dal martedì al venerdì, ore 10-17.30, entro il giovedì precedente la visita

www.ordinemauriziano.it

Semaforo antismog, confermato il livello 0 (bianco) fino al 14 febbraio

Sulla base dei dati previsionali sulla qualità dell’aria forniti  da Arpa Piemonte è stato confermato il livello 0 (bianco) delle misure antismog.

Fino a venerdì 14 febbraio 2025 – prossimo giorno di controllo – resteranno pertanto in vigore le sole misure strutturali di limitazione al traffico.

Eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con le relative misure di limitazione del traffico, verranno comunicate il lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entreranno in vigore il giorno successivo.

L’elenco completo delle misure antismog a tutela della salute, delle deroghe e del percorsi stradali esclusi dai blocchi è disponibile alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaambientale

Lopez e Solenghi al Teatro Colosseo

Giovedì 13 e venerdì 14 febbraio ore 20.30

MASSIMO LOPEZ E TULLIO SOLENGHI

Dove eravamo rimasti

Poltronissima € 39,50 / Poltrona € 33,50 / Galleria A € 33,50 / Galleria B € 29,00 / Ridotto under 16 € 31,00

Spettacolo di arti varie scritto da Massimo Lopez e Tullio Solenghi con la collaborazione di Giorgio Cappozzo

con la JAZZ COMPANY diretta dal M° Gabriele Comeglio

produzione International Music and Arts

 

“La sensazione più esaltante del nostro ultimo spettacolo, “Massimo Lopez e Tullio Solenghi Show” è stata quella di avere di fronte a noi ogni sera non soltanto un pubblico empatico e festoso, ma una sorta di famiglia allargata, dei veri e propri parenti che hanno condiviso alcuni momenti della nostra avventura scenica con frammenti della loro vita. Ecco perché abbiamo voluto ripartire proprio da qui, non a caso l’abbiamo battezzato “Dove eravamo rimasti”. Questo nostro nuovo spettacolo proporrà numeri/sketch/brani musicali/contributi video, con alcuni picchi di comicità come una lectio magistralis di Sgarbi/Lopez, un affettuoso omaggio all’avanspettacolo ed il confronto Mattarella/ Papa Bergoglio, inseriti nella nostra ormai collaudata dimensione dello Show. Il filo conduttore sarà quello di una chiacchierata tra amici, la famiglia allargata di cui sopra, che collegherà i vari momenti di spettacolo. La band del maestro Gabriele Comeglio sarà ancora una volta con noi sul palco, irrinunciabile “spalla” della cornice musicale. L’intento è quello di stupire ed emozionare ancora una volta quei meravigliosi “parenti” seduti giù in platea.”

Tutte le informazioni sul sito e sui profili social del Teatro www.teatrocolosseo.it