







IL TORINESE WEB TV
Ai nostri microfoni l’A.D. Recaro Automotive Luca Pino, spiega come il sedile dell’auto venga considerato come una macchina nella macchina e richieda, da parte degli ingegneri e degli operatori del settore, un’attenzione pari a quella della progettazione della vettura stessa. Proma Group, un’azienda italiana di Caselette (Torino), specializzata nella produzione di componenti automobilistici, ha siglato un accordo per l’acquisizione di Recaro Automotive Germany, ed è stata la prima industria italiana a comprare una fabbrica tedesca! Il sedile di una moderna automobile, spiega il dott. Luca Pino, non è più un semplice supporto su cui sedersi per guidare o viaggiare: è diventato un concentrato di ergonomia, sicurezza e tecnologia. In un’epoca in cui l’esperienza di guida è sempre più orientata al comfort e alla personalizzazione, il sedile assume un ruolo centrale nell’abitacolo, contribuendo al benessere di conducente e passeggeri. L’ergonomia è uno degli aspetti principali nella progettazione dei sedili moderni. Le case automobilistiche collaborano con ingegneri e fisioterapisti per sviluppare sedili che garantiscano la giusta postura anche nei lunghi viaggi. Alcune caratteristiche comuni nei modelli di fascia media e alta includono: Supporto lombare regolabile. Sedili riscaldati e ventilati. Funzione massaggiante. Memoria delle posizioni. I materiali utilizzati spaziano dalla pelle naturale a tessuti tecnici traspiranti, dal carbonio all’alluminio, fino ad arrivare a materiali riciclati nelle auto più attente alla sostenibilità. Il sedile ha un ruolo fondamentale anche nella sicurezza: compatibilità con sistemi ISOFIX, un sistema di attacco per seggiolini per bambini che garantisce un fissaggio sicuro e standardizzato del seggiolino al telaio dell’auto, senza dover usare le cinture di sicurezza. Il design del sedile, inoltre, è un elemento distintivo nell’estetica dell’abitacolo. I costruttori offrono oggi una vasta gamma di opzioni di personalizzazione, dalla forma dei sedili sportivi a quella dei sedili comfort per il segmento premium. Le cuciture, i colori, gli inserti in legno o metallo e le finiture contribuiscono, inoltre, a definire lo stile interno del veicolo.
Francesco Valente
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C’è un aspetto di grande interesse nell’attuale politica italiana. Anche se, per essere onesti
intellettualmente, è una domanda che campeggia già sin dall’inizio della seconda repubblica.
Anche se dopo il voto del 2022 è divampato in modo persin plateale. E la domanda è alquanto
semplice. E cioè, ma qual’è il modello di centro destra che la sinistra italiana – nella sua attuale
versione radicale, massimalista, populista ed estremista – desidera o preferisce? Faccio questa
domanda perchè i vari conduttori dei talk televisivi di sinistra – da Gruber a Formigli, da Floris a
Gramellini a molti altri -, i numerosissimi intellettuali che supportano il cosiddetto ‘campo largo’ e
gli stessi esponenti politici di questa coalizione, continuano a sostenere che purtroppo in Italia
non c’è un centro destra liberale, conservatore, democratico, riformista e realmente di governo.
Ovvero, detto con altre parole, non c’è un destra affidabile. Esiste, per usare il linguaggio corrente
di tutti i maggiori opinionisti e commentatori di sinistra, “una destra destra” illiberale,
tendenzialmente antidemocratica, certamente anti costituzionale e pericolosissima per la stessa
tenuta democratica del nostro paese e per salvaguardare le regole dello Stato di diritto. Insomma,
per farla breve, si tratta di una coalizione – quella dell’attuale centro destra – che può
tranquillamente degenerare, come dicono tutti i santi giorni i vari capi della sinistra, in una sorta
di regime antidemocratico, illiberale, dispotico, tirannico e profondamente e schiettamente anti
costituzionale.
Ora, ed arriviamo al punto centrale di questa riflessione, quale sarebbe il modello di centro destra
più gradito e più gettonato dall’attuale sinistra e dai suoi supporter mediatici? Credo, e senza
avere affatto la presunzione di interpretare quella corrente di pensiero, che si tratta di un modello
che si articola sostanzialmente in tre passaggi di fondo.
Innanzitutto dovrebbe essere un centro destra che non supera assolutamente il 5% dei consensi
elettorali. O meglio, per restare larghi, che non deve oltrepassare il 10% dell’elettorato italiano.
Una sorta, per tornare alla concreta esperienza della prima repubblica, di sommatoria
dell’elettorato del PLI e del PRI. Appunto, al di sotto del 10%.
In secondo luogo non dovrebbe essere un centro destra radicalmente alternativo alla sinistra
perchè altrimenti – ed è persin inutile ricordarlo – si mettono in discussione i principi fondamentali
della democrazia. E questo perchè, come noto, i valori democratici e costituzionali si identificano
sostanzialmente con i partiti della sinistra. Seppur nella sua multiforme espressione.
In ultimo, ma non per ordine di importanza, un centro destra credibile, e quindi accettabile,
dovrebbe sempre riconoscere la “superiorità morale” della sinistra e, al contempo, una incapacità
del declinare un vero e proprio progetto politico. O progetto di società. E questo non per
arroganza ma per un fatto politico e strutturale quasi oggettivo.
Ecco perchè, cercando di restare seri e anche trasparenti, forse è arrivato il momento per dire – al
di là delle singole e scontate valutazioni politiche che ciascuno può e deve fare – che un centro
destra democratico, riformista, credibile e di governo non deve essere accettato e certificato dallo
schieramento alternativo. Nel caso specifico dall’attuale sinistra. Perchè in democrazia c’è una
sola regola, piaccia o meno ai molteplici salotti, che vale. Ed è il giudizio popolare quando è
democraticamente e liberamente espresso. Tutto il resto, purtroppo, o è un semplice desiderio
oppure, nel peggiore dei casi, un modo per limitare e distorcere la democrazia. Ma sino a quando
vige l’attuale Costituzione tutto ciò non è possibile.
“La Regione Piemonte, in seguito a bando, lo aveva concesso a una cooperativa agricola, dichiarata decaduta per gravi inadempienze, decadenza confermata con sentenza del Consiglio di Stato. Nonostante l’ordine di sgombero del 17 ottobre 2024, la cooperativa occupa ancora senza titolo la Cascina Rubbianetta, i manufatti e terreni pertinenziali e il Recinto Campi Gare Equestri”, ha aggiunto Vignale.
Per evitare vuoti gestionali e garantire la cura dei cavalli presenti, la Regione ha avviato interlocuzioni con federazioni equestri senza scopo di lucro. La Federazione Italiana Sport Equestri (Fise), ente di rilevanza nazionale affiliato al Coni, ha manifestato disponibilità a una concessione biennale gratuita.
La concessione riguarda la Cascina Rubbianetta e il Recinto Campi Gare Equestri, con facoltà di rinnovo e recesso anticipato della Regione per motivi di interesse pubblico. La Federazione dovrà occuparsi di custodia, gestione e utenze, con possibilità di stabilire tariffe per stallaggio, attività sportive, ricreative e promozionali, senza fini di lucro. Eventuali proventi eccedenti i costi dovranno essere reinvestiti nella struttura o nelle attività interne.
Nessun corrispettivo sarà dovuto dalla Regione, mentre restano a suo carico la manutenzione ordinaria e straordinaria, edile e impiantistica, per un importo stimato in 25.000 euro nel triennio 2025-2027. La convenzione disciplinerà i rapporti, riconoscendo alla Fise anche la possibilità di accedere a contributi e agevolazioni pubbliche per attività coerenti con i propri fini statutari.
“La concessione ponte – ha concluso l’assessore – si configura dunque come soluzione transitoria e strategica per salvaguardare gli interessi pubblici, garantire la continuità sportiva e culturale e valorizzare un patrimonio regionale di rilievo nazionale”.
È intervenuta Sara Disabato (M5s), per chiedere quale possa essere “il destino dei cavalli attualmente nella struttura”.
“Abbiamo comunicato a tutti i possessori dei cavalli – ha risposto Vignale – che il loro animale è ospitato in una struttura gestita da un soggetto che dovrebbe essere allontanato dall’ufficiale giudiziario. Ci siamo attivati per gestire la custodia degli animali, ma i proprietari potranno ovviamente spostarlo altrove”.
La Commissione ha infine deciso un sopralluogo alla struttura, la cui data sarà comunicata nella prossima seduta.
Apertura straordinaria per il pubblico:
martedì 30 settembre, dalle 21.00 alle 24.00
CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia
Via delle Rosine 18, Torino
CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia compie 10 anni il 1° ottobre 2025 e dà il via ai festeggiamenti per questo importante anniversario con l’apertura della grande mostra dedicata alla fotografa americana Lee Miller, a cura del direttore artistico Walter Guadagnini: un percorso da non perdere attraverso più di 160 immagini, molte delle quali pressoché inedite e tutte provenienti dai Lee Miller Archives, per una lettura sia pubblica che intima del lavoro e della straordinaria personalità di questa grande fotografa americana.
La mostra sarà inaugurata il 30 settembre con un’apertura straordinaria e gratuita, dalle ore 21 alle 24: un regalo che CAMERA offre al suo pubblico e alla città tutta.
Nel corso dei successivi 10 mesi di festeggiamenti CAMERA proporrà un programma di attività che sarà volto a riflettere sulla fotografia del presente e del futuro, all’interno del quale si succederanno mostre di grandi autrici e grandi autori storici e contemporanei, incontri di confronto e approfondimento sul presente e sul futuro della fotografia, giornate di studio sulla fotografia documentaria e sul mondo degli archivi, workshop per giovani artisti, appuntamenti di editoria fotografica ed eventi pubblici per celebrare CAMERA e l’arte dello scatto.
Fotografia del presente e del futuro è anche il fil rouge del nuovo look delle finestre esterne di CAMERA dove, dall’1 ottobre, si potranno leggere frasi di celebri fotografe e fotografi che danno la loro definizione di fotografia. Sulle due facciate di CAMERA (in via delle Rosine e in via Giolitti) si alterneranno, con un risultato curioso e a tratti divertente, frasi richieste per l’occasione a fotografe e fotografe con le quali CAMERA ha collaborato – come Erik Kessel, Susan Meiselas, Paolo Ventura – e citazioni di grandi nomi del passato – come Man Ray, Lee Miller, Henri Cartier-Bresson, per citarne alcuni.
Aperto nel 2015 a Torino con il desiderio di creare una “casa” per la fotografia, CAMERA è diventato anno dopo anno un vero e proprio centro culturale dove si propongono al pubblico mostre, incontri, laboratori, workshop, appuntamenti legati alla ricerca, occasioni di scambio e dialogo sulla fotografia di ieri, di oggi e di domani: un punto di riferimento nazionale e internazionale per la diffusione della cultura fotografica in Italia, aperto a fotografe e fotografi, studiosi, appassionati e chiunque voglia conoscere l’arte dello scatto.
E proprio all’alba del suo decimo compleanno, CAMERA è stato recentemente (giugno 2025) premiato nella categoria Spotlight ai Lucie Awards 2025 – uno dei più prestigiosi riconoscimenti internazionali nel settore – per la sua capacità di rivolgersi a vari pubblici grazie a un ricco palinsesto di iniziative che fa dell’inclusione e dell’ascolto elementi centrali della sua identità e della sua missione culturale, caratterizzata anche da un forte impegno sociale e un marcato spirito divulgativo.
CAMERA compie dieci anni: un traguardo che celebriamo con entusiasmo, orgoglio e anche tanta emozione – commenta il presidente di CAMERA, Emanuele Chieli. E lo faremo insieme, per dieci mesi, con il ricordo del passato e il cuore e lo sguardo rivolti al futuro. Tornano alla mente i momenti intensi che hanno preceduto l’apertura di CAMERA al pubblico: le prime idee, le sfide immaginate, gli ostacoli affrontati e superati, i progetti che, passo dopo passo, hanno preso vita. Ogni ricordo è colmo di passione e determinazione, e contribuisce a rendere questo anniversario ancora più significativo. In questi dieci anni abbiamo costruito un percorso solido, fatto di impegno, visione e risultati di cui siamo profondamente fieri. Ma è soprattutto la consapevolezza del ruolo culturale e sociale che CAMERA ha saputo conquistarsi, in Italia e all’estero, a darci la spinta per guardare avanti con rinnovata energia e responsabilità. Abbiamo lavorato per rendere la fotografia un linguaggio accessibile, vivo, capace di parlare a pubblici diversi. L’arte fotografica, per noi, è sempre stata uno strumento di dialogo e inclusione. Per questo, l’abbattimento delle barriere – fisiche, cognitive, culturali – è stato e continuerà a essere al centro delle nostre azioni. E continueremo a farlo, animati dall’amore profondo per la fotografia e dalla gratitudine verso tutte le persone che, in modi diversi, hanno camminato con noi lungo questo percorso. Brindiamo così ai nostri primi dieci anni, con il cuore pieno di riconoscenza, e ci prepariamo ad accogliere i prossimi dieci con entusiasmo, pronti a nuove sfide, nuovi progetti e nuove emozioni da condividere.
CAMERA è ESPORRE, RACCONTARE, DIFFONDERE
Sono 600mila i visitatori che in questo primo decennio hanno visitato le 85 mostre che si sono susseguite negli spazi di via delle Rosine. Sin dalla sua apertura, accompagnata da un’esposizione dedicata al fotografo ucraino Boris Mikhailov, CAMERA ha portato in scena celebri maestre e maestri della fotografia – come Eve Arnold, Margaret Bourke-White, Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, Robert Doisneau, André Kertész, Tina Modotti, Man Ray solo per citarne alcuni – oltre ai grandi nomi del panorama contemporaneo, da Sandy Skoglund a Martin Parr, ponendo particolare attenzione all’opera di autori italiani riconosciuti a livello internazionale come Carlo Mollino, Gianni Berengo Gardin, Paolo Ventura, Mimmo e Francesco Jodice. Dieci anni di immagini, storie e visioni durante i quali CAMERA ha anche oltrepassato i confini cittadini per approdare in altre prestigiose sedi su in vari paesi europei, curando e organizzando mostre che sono state allestite anche in altre sedi espositive, da Milano a Perugia, da Anversa a Winterthur, da Tours ad Arles. Con la sua Project Room, inoltre, ha dato voce a nuovi talenti, idee e visioni così come a progetti sperimentali, per stimolare il confronto e approfondire il racconto della realtà attraverso le immagini.
Grazie a CAMERA il grande pubblico è entrato in contatto con i protagonisti della fotografia contemporanea: con 350 ospiti in 250 appuntamenti aperti al pubblico, assolute leggende e grandi protagonisti della fotografia internazionale – come Cristina de Middel, Joan Fontcuberta, Erik Kessels, Susan Meiselas, Zanele Muholi, Walter Niedermayr, Paolo Pellegrin, Ferdinando Scianna – sono state ospitate nei suoi spazi insieme a direttori di musei, studiosi, giornalisti, influencer.
Sin dall’apertura, CAMERA si è posto in dialogo con realtà internazionali, a partire dell’agenzia Magnum, socio fondatore del centro, al MoMA, al Jeu de Paume, a Les Rencontres de la Photographie d’Arles, alla Fondation Henri Cartier-Bresson, ai Lee Miller Archives, per indicarne alcuni; dal 2016 ha attivato una collaborazione con l’ICP – International Center of Photography, con cui ogni anno organizza un programma di alta formazione professionale. Un’occasione unica, in Italia e in Europa, per formarsi con i docenti di una scuola di eccellenza e approfondire il linguaggio della fotografia documentaria contemporanea. Altra collaborazione internazionale attiva dal 2018 è quella con numerose realtà europee che ha dato vita a FUTURES (EPP – European Photography Platform), piattaforma per talenti emergenti della fotografia sostenuta dell’Unione Europea, attraverso il programma Europa Creativa, di cui CAMERA è unico partner italiano.
CAMERA è EDUCARE, DIVULGARE, PARTECIPARE
Da sempre animata da una spiccata attenzione per l’educazione all’immagine, CAMERA progetta da sempre percorsi educativi e attività didattiche finalizzate alla divulgazione della fotografia, con l’intento di coinvolgere un’utenza ampia e articolata per tipologia, età e bacino territoriale.
Pioniera del settore, CAMERA ha lanciato a fine 2022 Imaginarium, innovativa piattaforma digitale gratuita di educazione all’immagine unica in Italia, nata per favorire la valorizzazione dei contenuti proposti dal Centro e, al contempo, ampliare l’accessibilità della programmazione didattica di CAMERA a pubblici diversi per età, formazione, cultura, con particolare attenzione alle disabilità. Progetto sostenuto da Fondazione Compagnia di San Paolo, su Imaginarium si possono trovare approfondimenti, esperienze digitali e percorsi formativi interattivi.
Particolarmente sensibile all’accessibilità museale, CAMERA ha proposto progetti come La storia della fotografia nelle tue mani che, nel 2023, è stato il primo percorso espositivo italiano multisensoriale e multimediale permanente che ripercorre le tappe fondamentali della storia della fotografia in modo accessibile a tutte e tutti, pensato in particolare per persone cieche o ipovedenti.
Oltre ad abbattere le barriere cognitive e sensoriali, grazie a risorse PNRR-NextGenEU e Regione Piemonte, CAMERA ha rinnovato i suoi spazi nel 2023 per eliminare anche le barriere fisiche in linea con la sua missione divulgativa e sociale.
CAMERA è CONSERVARE, ORDINARE, VALORIZZARE
Attraverso una specifica progettualità dedicata agli archivi, il Centro è impegnato nella valorizzazione del patrimonio fotografico, con attività di ricerca, catalogazione e digitalizzazione di raccolte pubbliche e private, la realizzazione di mostre e pubblicazioni, la partecipazione a convegni e attività formative nell’ambito della fotografia in archivio, la consulenza scientifica in materia di fotografia storica. Sin dalla fondazione, CAMERA porta avanti il Censimento delle raccolte fotografiche in Italia, realizzato in partnership con l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione del MiC, cura i progetti di catalogazione dell’Archivio Fotografico Valdese, della Federazione Italiana Associazioni Fotografiche e di numerose realtà locali. Accanto alla formazione specialistica in tema di archivi fotografici – offerta tramite le Summer School nazionali “Una settimana da archivista”, i corsi presso l’Università degli Studi di Torino e la Scuola di Archivistica e Diplomatica dell’Archivio di Stato di Torino – CAMERA ha realizzato progetti di recupero del patrimonio storico: i fondi Michele Pellegrino, Piero Bedino di Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, l’archivio Francesco Jovane, l’archivio fotografico Ilva Italsider di Bagnoli. CAMERA partecipa, inoltre, alle attività di ANAI – Associazione nazionale archivisti italiani, è socio sostenitore di Musei Impresa ed è protagonista della recente nascita (2025) del Tavolo di lavoro nazionale sulla fotografia in seno a ICOM – International Council of Museums.
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Dal neo azzurro Alvarito ‘El Dragon’ Montiel e gli eroi e le eroine in azzurro alla stella di Wimbledon Janowicz, da ‘Zazu’ Osoro a Victoria Iglesias e tutte le altre. Al Palavillage di Grugliasco alcuni tra i migliori giocatori e le migliori giocatrici del ranking mondiale FIP
Torino, 25 settembre 2025 – Dai talenti azzurri alle star mondiali, passando per ospiti speciali e momenti di sport inclusivo. Ecco i sei motivi (ma non solo) per non perdere il FIP Silver Mediolanum Padel Cup di Torino.
1 IL CIRCUITO MONDIALE Mediolanum Padel Cup, mini circuito in sei tappe che attraversa l’Italia, fa parte del circuito mondiale della FIP – il CUPRA Fip Tour – il più diffuso tour di padel al mondo, spina dorsale e culla del talento del padel internazionale. Il circuito professionistico FIP conta attualmente 318 tornei in 48 paesi tra maschile e femminile, per un totale di 166 eventi confermati, dei quali 152 ‘combined’. Solo nel primo semestre del 2025 sono stati 75 i tornei disputati, con 3.155 giocatori e giocatrici in campo provenienti da 91 paesi. Torino ha già ospitato le Finals del circuito nel 2022 e ospita il FIP Silver Mediolanum Padel Cup fino alle finali di domenica prossima al Palavillage di Grugliasco, con atleti e atlete in campo provenienti da dieci diversi paesi.
2 ALVARO MONTIEL CARUSO Nato a Barcellona ma con passaporto italiano e un cuore che batte forte sul ritmo del tricolore. Padre argentino, Gonzalo, ex giocatore professionista e oggi coach di livello assoluto – ha lavorato con Ari Sanchez, oggi n° 3 del mondo – che lavora a Torino e madre di origini italiane, Natalia Caruso, Alvaro ‘El Dragon’ Montiel si allena proprio tra Torino con suo padre e a Barcellona. Umile fuori dal campo diventa una spettacolare belva tra cristalli e grate, tanto da meritarsi la chiamata in azzurro per la Final Eight degli Europei – la FIP Euro Padel Cup 2025 – in programma tra un mese in Spagna. Montiel è un talento assoluto che negli ultimi mesi è cresciuto in maniera esponenziale. È numero uno nel torneo di Torino in coppia con il n° 52 del mondo e habitué del circuito mondiale, l’argentino Juan Cruz Belluati. Proibito non venirlo a vedere in campo.
3 ZAZU, VICTORIA E LE FAB FOUR DEL RANKING MONDIALE Aranzazu ‘Zazu’ Osoro, la vikinga argentina numero 16 del mondo, è uno spettacolo nello spettacolo. Il suo modo di dare battaglia in campo è fantastico e il pubblico stravede per il suo modo di giocare a tutta grinta. Qui a Torino è testa di serie numero 1 con un’altra big del padel mondiale, la spagnola Victoria Iglesias, elegante e potente numero 20 del mondo, seguitissima sui social. Osoro-Iglesias sono le numero uno del tabellone e dovranno guardarsi dalle prime rivali, le numero 2 del seeding, Maria Virginia Riera, numero 33 del ranking FIP e Ksenia Sharifova (29).
4 JERZY JANOWICZ Qui l’emozione è double face. Lo è per i fan del tennis e, ora, anche per quelli del padel. Alto 2.04, Jerzy Janowicz è stato uno dei grandi talenti del tennis mondiale, fino ad arrivare alla semifinale di Wimbledon nel 2013, con tanto di 14° posto nel Ranking ATP. Un talento incredibile, il giocatore polacco, frenato da un ginocchio che non ne voleva sapere, tra infortuni e interventi chirurgici, fino a costringerlo al ritiro prematuro. Si è avvicinato al padel in Spagna e nel 2022 ha giocato il suo primo torneo Pro, per poi esordire con la maglia della nazionale polacca ai Giochi Europei di Cracovia del 2023 nel maschile e nel misto. Qui a Torino non si sottrae al rito di selfie e autografi, gioca in coppia con lo spagnolo Adrian Rodriguez e il rumore del suo smash potente in allenamento, si sente fin sulle Alpi.
5 L’ONDA AZZURRA Nel tabellone maschile c’è Alvarito Montiel pronto a vestire la maglia azzurra, ma in campo ci sarà anche tanta gloria della nostra nazionale, a partire da Riccardo Sinicropi vicecampione d’Europa nel 2024, Alex Tinti – stesso traguardo nel 2021 – e Daniele Cattaneo, che l’Europeo lo ha vinto a Roma nel 2019, giusto per citare qualche esempio di pregio. Occhio anche a uno dei migliori talenti del momento, Giuseppe Fino in coppia con lo spagnolo Marc Lupon Martinez. Entrambi classe del 2006, sono senza dubbio i giovani più interessanti del tabellone maschile. Nel main draw femminile ci sono invece due ragazze in azzurro cariche di gloria. Emily Stellato e Giulia Sussarello vicecampionesse d’Europa, terze al Mondiale del Qatar 2024 e rispettivamente in coppia con altre due protagoniste del padel tricolore, Carolina Petrelli e Caterina Maria Baldi. E non finisce qui, perché il talento italiano al femminile sfila in campo con un piccolo esercito: Cascapera, Campigotto, Buscaino, Dellagnese, Tommasi, Rosi, Ronchini, Ligotti, Giaquinta, Liberti, Coppola e non solo. Fare un salto al Palavillage per ammirarne le giocate, è praticamente obbligatorio.
6 LE STAR DEL PALLONE Il grande padel incontra il grande calcio. Al Palavillage andrà in scena una sfida speciale che porterà in campo quattro volti amatissimi del pallone, e oggi ottimi giocatori di padel. Domenica, a ora di pranzo, i protagonisti saranno Nicola Amoruso, attaccante della Juventus di fine anni ’90, Alessandro Costacurta, bandiera storica del Milan, Luca Marchegiani, portiere della Lazio di Sven-Göran Eriksson, e Cristian Brocchi, due volte campione d’Europa con i rossoneri. I quattro si esibiranno nella “Vip ProAm Exhibition”, giocando al fianco degli ospiti di Banca Mediolanum prima di affrontarsi in un match che promette spettacolo. Al termine dell’incontro incontreranno i tifosi – tra foto, autografi e scambi di battute – prima di godersi le finali del torneo FIP Silver.
IL CUPRA FIP TOUR DI BANCA MEDIOLANUM Il contesto del FIP Silver Mediolanum Padel Cup di Torino è quello di un fenomeno globale: il CUPRA FIP Tour, la spina dorsale del padel internazionale e culla del talento mondiale. Il circuito professionistico FIP conta attualmente 318 tornei in 48 Paesi tra maschile e femminile, per un totale di 166 eventi confermati, dei quali 152 ‘combined’. Solo nel primo semestre del 2025 sono stati 75 i tornei disputati, con 3.155 giocatori e giocatrici in campo provenienti da 91 paesi. Mediolanum Padel Cup 2025, realizzata con il supporto di American Express, ha preso il via ad aprile con la prima tappa a Roma, per poi proseguire a Palermo e Treviso. Torino sarà il quarto appuntamento, a cui seguiranno le tappe di Perugia e Como.
INCLUSIVE PADEL Sport e inclusione: è questo il cuore del progetto portato avanti da Bionic People, associazione fondata e guidata da Alessandro Ossola, atleta paralimpico e primatista nazionale nei 60, 100 e 200 metri. In occasione del weekend torinese, Ossola e il suo team daranno vita a un momento dal forte valore sociale: una partita speciale che vedrà protagonisti atleti e ospiti di Banca Mediolanum, uniti sul campo per testimoniare come lo sport sappia davvero abbattere ogni barriera.
IL TOP COACH Il fine settimana vedrà in campo anche Saverio Palmieri, nome di riferimento del padel italiano. L’ex azzurro, oggi assistant coach delle Nazionali maschile e femminile – guidate da Marcela Ferrari nei trionfi europei e mondiali dello scorso anno – condurrà un Clinic esclusivo dedicato agli ospiti di Banca Mediolanum, offrendo un’occasione unica di apprendimento e confronto tecnico.
UN MODELLO INNOVATIVO L’impegno nel mondo del padel si inserisce all’interno dei Mediolanum Sport Days, un ampio programma di eventi sportivi firmati Banca Mediolanum. A conferma della vicinanza al mondo dello sport e alle discipline che premiano il gioco di squadra con entusiasmo e dinamismo, la Banca accompagna tutte le tappe di Mediolanum Padel Cup per percorrere l’Italia da Nord a Sud, coinvolgendo clienti, appassionati e agonisti. Parteciperanno anche ospiti e celebrity che si alterneranno sui campi da gioco. Banca Mediolanum promuove un modello sportivo che valorizza la passione non solo a livello tecnico-agonistico, ma anche come momento di socializzazione, divertimento e inclusione.
LA TOURNÉE DI BANCA MEDIOLANUM Mediolanum Padel Cup si articola in sei tornei di categoria SILVER del CUPRA FIP Tour – con un Prize money di 20.000 euro – il circuito mondiale della FIP, la Federazione Internazionale Padel. Le tappe:
– Roma (7-13 aprile, Club Villa Pamphili)
– Palermo (23-29 giugno, Country Time Club)
– Treviso (30 giugno-6 luglio, Padel Club X4)
– Torino (22-28 settembre, Palavillage)
– Perugia (27 ottobre-2 novembre, Fastweb Padel Arena)
– Como (24-30 novembre, The Padel Resort)
LO STREAMING Tra le grandi novità di Mediolanum Padel Cup c’è la trasmissione dedicata dei match del sabato e della domenica, visibili sul ‘Central Court’ del club ospitante in diretta streaming sul canale YouTube della International Padel Federation.
GLI AMATORI Dal lunedì al sabato, ogni tappa di Mediolanum Padel Cup prevede un torneo satellite, un TPRA FITP, dedicato ai giocatori di quarta fascia e NC delle classifiche federali nazionali di padel.
Il filosofo Feuerbach disse “Der Mensch ist, was Er isst”, cioè l’uomo (inteso come essere umano) è ciò che mangia.
La medicina, in effetti, ha dimostrato come, ad esempio, nelle persone irascibili, colleriche, i trigliceridi siano oltre i valori limiti. Al di lá che “De gustibus non disputandum est” (sui gusti non si discute), è evidente che alcune persone abbiano a tavola comportamenti stereotipati.
Salare il cibo prima di averlo assaggiato, ad esempio. O, ciò che è peggio, condirlo ma in quantità decisamente eccessive.
Un esempio? In questi giorni sono stato in un hotel con circa 800 stranieri di varia nazionalità. Una ragazza ha aperto in due un panino, l’ha riempito di tagliatelle, condito con ketchup e burro. Qui non è più soltanto questione di gusto ma di prevenzione delle patologie. La fanciulla, infatti, a stima pesa intorno ai 130 chili, con evidenti problemi di deambulazione e di postura. E, naturalmente, il cibo era accompagnato da bicchieri di aranciata (bevanda, non spremuta).
Quando avevo più tempo guardavo talvolta il programma del dott. Nowzaradan. Mi sono sempre domandato perchè i pazienti aspettassero di raggiungere i 300 kg. per rivolgersi a lui: arrivi a 100 kg, li superi, ti avvii verso i 200 e sicuramente devi rinforzare letto, scale interne, sedie, ecc. ed ancora non corri ai ripari.
Il compianto Giulio Andreotti sosteneva che a pensare male si fa peccato, ma sovente si azzecca.
Non sará che, vigendo in molti Paesi come gli USA, un sistema sanitario a pagamento, é interesse delle strutture sanitarie curare anzichè prevenire? Inutile scoprire nuovi rimedi rivoluzionari contro questa o quella patologia, se poi quelle terapie restano privilegio di pochi abbienti. Un’alimentazione errata può provocare danni anche gravi in un’organismo: ipercolesterolemia, iperglicemia, uricemia oltre i limiti sono prodromici a patologie che possono danneggiare irreparabilmente un’individuo: infarto, ictus, gotta, sindrome metabolica, ipertensione e altro possono essere letali ma anche, e non so se sia meglio o peggio, rendere invalidi a seguito di eventi gravi quali ictus o emorragia interna.
La cosa che maggiormente perplime é che sono soprattutto i giovani ad essere affetti da obesità anche grave, con genitori aventi peso nella norma; questo significa che non si tratta di imprinting o di cattiva educazione alimentare trasmessa ai figli, ma di un sistema errato che trova terreno fertile nella scuola, tra gli amici, nei colleges.
L’ulteriore problema é che anche in Europa, anche nel Belpaese, questi disordini alimentari stanno proliferando sempre più. E la nostra sanitá non ha bisogno di ulteriori spese.
Sergio Motta
Istituita con la l.r. 12/2010 e sviluppata grazie a Province ed enti locali, Unioni di Comuni, enti di gestione delle aree protette e con il contributo di Club Alpino Italiano e Ipla, la piattaforma rappresenta un unicum a livello nazionale: con oltre 20.800 chilometri di percorsi censiti costituisce una delle più estese reti escursionistiche d’Europa, capace di offrire itinerari che spaziano dalle passeggiate turistiche nelle colline e pianure alle grandi traversate alpine lungo l’arco occidentale e l’Appennino.
I percorsi sono suddivisi in tratte uniformi per tipologia di infrastruttura (strada, mulattiera, sentiero ecc.), fondo (naturale, selciato, asfaltato ecc.) e difficoltà. Oltre a quelli già presenti è previsto l’inserimento di nuovi percorsi per aumentare la connettività e la completezza della rete esistente. Comuni ed enti territoriali possono infatti presentare online le richieste di registrazione di itinerari, vie ferrate e siti di arrampicata. L’obiettivo è duplice: semplificare le procedure e arricchire costantemente la banca dati regionale, che confluirà automaticamente nel geoportale della Regione, mettendo a disposizione dati geografici univoci e certificati, fondamentali anche per la pianificazione territoriale e per la sicurezza.
«La Rete escursionistica del Piemonte – rileva l’assessore regionale allo Sviluppo e promozione della Montagna Marco Gallo – è una risorsa straordinaria che unisce la valorizzazione turistica al presidio del territorio. Con la nuova piattaforma facciamo un passo avanti decisivo: rendiamo più semplice e immediata la gestione dei percorsi, investendo sulla fruibilità e sulla promozione delle nostre montagne. Rappresenta inoltre un modello a livello nazionale: nessun’altra Regione italiana dispone di un catasto escursionistico così strutturato e aggiornato, che diventa patrimonio comune per residenti, visitatori e nuove opportunità economiche».
La piattaforma è stata realizzata con un contributo di 270.000 euro di fondi regionali, 283.000 del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr) e 100.000 dei Fondi di sviluppo e coesione (Fsc).
cs