ilTorinese

Noto deejay muore dopo grave incidente

E’ morto Giuseppe Lafabiano, 41 anni, di Novara. L’uomo era rimasto coinvolto in un grave incidente avvenuto  Magenta, sull’ex statale 11. Il motociclista, noto deejay, era rimasto ferito in modo gravissimo dopo lo scontro con un’automobile. E’ stato trasportato in codice rosso all’ospedale di Legnano, e  sottoposto a un delicato intervento chirurgico, ma è deceduto nelle scorse ore.

Al via Torino Spiritualità: “Questo vuoto d’intorno. Smarrirsi//raggiungersi”

 

Prende il via, dal 15 al 19 ottobre, la XXI edizione del festival ideato dalla Fondazione Circolo dei Lettori, e curato da Armando Bonaiuto, dal titolo “Torino Spiritualità”. Quest’anno il titolo della rassegna sarà “Questo vuoto d’intorno. Smarrirsi//raggiungersi”, una riflessione profonda sul vuoto, una presenza pervasiva nelle nostre vite, una dimensione che inquieta e attrae al tempo stesso. Anche se la rassegna di Torino Spiritualità prenderà il via ufficialmente mercoledì 15 ottobre alle 18.30 nella chiesa di San Filippo Neri, in via Maria Vittoria 5, a Torino, e vedrà protagonisti Vito Mancuso e Guido Tonelli, vi sarà un’anticipazione in programma martedì sera alle 18.45 e alle 20.45, nella chiesa di San Filippo Neri, con il “Concerto al Buio”, di Theo Teardo, che ha rielaborato registrazioni ambientali realizzate di notte nella foresta del Tarvisio.
“In un’epoca in cui siamo travolti da notifiche, stimoli e prestazioni, interrogarsi sul vuoto è un atto controcorrente – ha dichiarato Giuseppe Culicchia, Direttore della Fondazione Circolo dei Lettori – perché il vuoto può far paura, ma anche restituirci a noi stessi. Torino Spiritualità è il luogo dove proviamo a sospendere il rumore di fondo per ascoltare ciò che ancora pulsa nel silenzio”.
Saranno il teologo laico Vito Mancuso e il fisico del CERN di Ginevra Guido Tonelli a inaugurare la cinque giorni di incontri, riflessioni e dialoghi. Nella giornata inaugurale è previsto, alle 21, al Circolo dei Lettori, l’incontro con lo psicanalista Claudio Widmann, che è sold out, e l’appuntamento al Cinema Romano, sempre alle 21, con l’astronauta Paolo Nespoli.

Tra gli appuntamenti in programma anche un trittico di lezioni dedicate a quelli che Paul Ricoeur definiva “i maestri del sospetto”; Matteo Saudino guiderà all’esplorazione di Marx, Maurizio Ferraris di Nietzsche, e Vittorio Lingiardi a quella di Freud. Venerdì 17 ottobre sono previsti diversi appuntamenti: al teatro San Giuseppe, di via Andrea Doria 18, il cantautore Brunori incontrerà il pubblico, e l’attore Saulo Lucci, all’Unione Culturale Franco Antonicelli, di via Cesare Battisti, proporrà la sua pièce “Hell’s o Dante”, che accompagnerà gli spettatori in un Canto dell’Inferno dantesco. Sabato 18, al teatro Gobetti, sarà la volta del maestro buddhista Lama Michel Tulcu Rimpoche, che esorterà a un andamento più riflessivo e tranquillo della vita. Un ospite d’eccezione è previsto per domenica 19 al Museo del Risorgimento, l’artista Michelangelo Pistoletto, con il Sottosegretario del Dicastero vaticano Antonio Spadaro, che spiegherà come arte e spiritualità siano un’immagine unica della fertilità inesauribile del vuoto.
Tra gli altri ospiti ricordiamo Amedeo Balbi, Fabio Geda, Enzo Bianchi, Sergio Givone, Bhikkhuni Dhammadinna. Quest’anno tornano anche i Death Cafè, che coniugano le bevande calde, i biscotti e la morte. Sold out anche la passeggiata di domenica al Cimitero Monumentale.

Circolo dei Lettori – palazzo Graneri della Roccia, via Bogino 9, Torino
Telefono: 011 8904401

Mara Martellotta

La Resistenza Permanente di Farinetti

Sabato 18 ottobre prossimo la Fondazione Mirafiore di Serralunga d’Alba inaugura la stagione 2025/2026 con un doppio appuntamento che unisce pensiero, letteratura e partecipazione

Sabato 18 ottobre, alle 18.30, presso il teatro di Fontanafredda, Paola Farinetti presenterà la nuova stagione del laboratorio di Resistenza Permanente, ciclo di incontri che da 16 anni porta nel cuore delle Langhe, in partecipatissime occasioni gratuite, le voci più autorevoli della cultura, della scienza e della società civile. Un momento di incontro e festa per dare il via a un nuovo anno ricco di riflessioni, confronto e comunità nella cornice di Serralunga d’Alba, che segna l’apertura delle prenotazioni della prima parte degli incontri in programma. A seguire, il Presidente della Fondazione, Oscar Farinetti, tornerà sul palco di casa per presentare il suo nuovo libro intitolato “La regola del silenzio”, edito da Bompiani, in dialogo con l’editor Giulia Ichino. Dopo aver conquistato tantissimi lettori con i saggi “Seren dipidity”, “Never quite” e “Hai mangiato?”, Farinetti compie un passo nuovo e si misura con la narrativa, firmando il suo primo romanzo. Un’opera che intreccia introspezione, tensione e mistero. Il protagonista, Ugo Giramondi, è uomo fuori dal comune segnato da un trauma infantile: la morte improvvisa del nonno Chiodo, stroncato da un infarto davanti ai suoi occhi, evento che gli causa la difficoltà di parlare fluentemente. Quella che sembra una condanna diventa, invece, un dono: Ugo impara a decifrare il mondo attraverso altri sensi, trasformando il silenzio in una lente che amplifica la vita. La sua esistenza scorre apparentemente tranquilla, fino a quando un delitto inspiegabile lo travolge mettendo in discussione ogni certezza e trascinandosi in un percorso di dolore e consapevolezza.

“La regola del silenzio” è un romanzo che unisce il ritmo del thriller alla profondità di una parabola morale. Nei suoi tre atti: la giovinezza, il processo e il carcere, il lettore attraversa le zone d’ombra dell’animo umano, tra sensi di colpa, ricerca di giustizia e redazione. Farinetti costruisce un racconto denso di colpi di scena e riflessioni, in cui il silenzio non è assenza di parola, ma spazio d’ascolto, di memoria e verità.

Mara Martellotta

Atteso ritorno del maestro Kirill Petrenko

 Per il secondo concerto della Stagione Sinfonica dell’Orchestra Nazionale della Rai di Torino
Il secondo concerto della stagione dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, in programma mercoledì 15 ottobre alle ore 20, presso l’Auditorium Rai Arturo Toscanini di Torino, segna l’atteso ritorno di Kirill Petrenko, il grande direttore russo naturalizzato austriaco, attualmente a capo dei Berliner Philarmoniker. La serata verrà replicata giovedì 16 ottobre, alle ore 20.30, con trasmissione in diretta su Rai Radio 3, e venerdì 17 ottobre, alle 20.30, all’Auditorium Manzoni di Bologna, nell’ambito del cartellone di Bologna Festival.
Petrenko vanta un rapporto più che ventennale con l’Orchestra Rai, che diresse per la prima volta nel 2001, debuttando in Italia con un memorabile “Il Cavaliere della Rosa” di Richard Strauss, per tornare altre sei volte nel corso delle stagioni successive, toccando i repertori più svariati. Il concerto di ottobre è il suo ottavo con la compagine Rai, l’orchestra italiana che ha diretto maggiormente. Sul podio dell’OSN Rai, Petrenko proporrà Lachische Tänze (danze lachiane), prima opera matura del compositore Leoš Janáček. Una serie di arrangiamenti di danze popolari che attingono alla tradizione della terra di provenienza del musicista.
Le Danze Lachiane erano originariamente intitolate Danze Valacche, dal nome della regione della Valacchia Morava. Janáček cambiò in seguito il titolo, quando mutò anche il nome della regione, perche rifletteva i canti popolari di quell’area specifica. A seguire la Suite da Concerto tratta dal balletto “Il mandarino meraviglioso” di Béla Bartók. Si tratta di un’esplosione incandescente di vitalità ritmica e timbrica, eseguita per la prima volta da Ernö von Dohnányi, a Budapest, nel 1928, due anni dopo lo scandalo della rappresentazione integrale del balletto, avvenuto a Colonia. Scabroso infatti il soggetto di Menyhéert Lengyel: una sordida vicenda che ha per protagonisti tre malviventi, una ragazza di cui si servono per adescare clienti e poi depredarli, e un enigmatico mandarino che arde di desiderio per lei e che le darà la caccia scatenando forze sovrannaturali.
Chiude la serata la Sinfonia n.2 in re maggiore op.36 di Ludwig van Beethoven, composta nei primissimi anni dell’Ottocento. Fu composta tra il 1800 e il 1802, e fu eseguita per la prima volta il 5 aprile 1803 al Theater an der Wien, diretta dallo stesso compositore e dedicata al Principe Karl Lichnowsky. Beethoven trascorse diversi mesi a Heiligenstadt, oggi uno dei quartieri settentrionali del distretto di Döbling, a Vienna, ma all’epoca località di campagna nella quale recarsi d’estate in villeggiatura, e lì compose la Sinfonia. Con i suoi contenuti estroversi ed eloquenti, la pagina segna un passo significativo nella conquista di uno stile tutto nuovo e originale da parte del compositore, adottando per la prima volta, nel terzo movimento, la forma dello Scherzo il luogo del Minuetto.
Biglietti: da 9 a 30 euro – in vendita sul sito dell’OSN Rai e presso la biglietteria dell’Auditorium Rai di Torino.
Info: 011 8104653
Mara Martellotta

Bartoli (Lista Cirio): “Ricordiamo i Carabinieri caduti e feriti a Verona”

“La sicurezza sul lavoro non è una serie di adempimenti, ma la misura della civiltà di un Paese”

Torino, 14 ottobre 2025 – Sono già 681 dall’inizio dell’anno, di cui 41 in Piemonte, le vittime di incidenti sul lavoro.

“Una strage che continua e che rappresenta ancora una macchia sul nostro mondo del lavoro e sulla nostra società – commenta Sergio Bartoli, Consigliere regionale (Lista Civica Cirio Presidente PML) e presidente della V Commissione – Ambiente -. Proprio in questa occasione ci tengo a ricordare le vittime del lavoro tra le Forze dell’Ordine, in particolare i 3 Carabinieri caduti e i 13 sono rimasti feriti nell’adempimento del proprio servizio. Ricordo con commozione il sacrificio di Marco Piffari, Luogotenente carica speciale, Valerio Daprà, Brigadiere capo, Davide Bernardello, Carabiniere scelto, ultimi di una lunga tradizione di senso del dovere e di fedeltà allo Stato tra i militi dell’Arma e gli agenti delle Forze dell’Ordine. Un esempio, il loro, che non deve andare perduto e che deve ricordare sempre a tutti noi che la sicurezza sul lavoro è un percorso che non si conclude mai e che chiunque, in qualsiasi situazione, da qualsiasi luogo provenga, qualsiasi corso di studi abbia compiuto, ha il diritto di tornare sano e salvo ogni sera a casa dai propri cari”.

“La sicurezza sul lavoro – conclude Bartoli – non è una serie di adempimenti formali, ma la misura della civiltà di una Nazione e di un popolo”.

Campagna antinfluenzale e anti – Covid, oggi si parte

La Regione ha inviato alle Asl, ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta e alle farmacie le circolari con le indicazioni per la campagna di vaccinazione antinfluenzale e di vaccinazione anti Covid, sulla base delle raccomandazioni trasmesse dal Ministero della Salute. L’inizio è stato fissato per il 14 ottobre.

cittadini che intendono vaccinarsi possono pertanto rivolgersi a loro nelle seguenti tempistiche e nelle modalità:

Vaccinazione antinfluenzale

È raccomandata e offerta gratuitamente a:

1. Persone di età pari o superiore a 60 anni.

2. Individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti.

3. Donne che all’inizio della stagione epidemica sono in gravidanza (qualunque trimestre) e nel postpartum.

4. Medici e personale sanitario di assistenza in strutture che, attraverso le loro attività, sono in grado di trasmettere l’influenza a chi è ad alto rischio di complicanze influenzali.

5. Soggetti di età pari o superiore a 6 mesi di età affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza.

6. Familiari e contatti (adulti e bambini) di soggetti ad alto rischio di complicanze (indipendentemente dal fatto che il soggetto a rischio sia stato o meno vaccinato).
7. Bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale.

8. Bambini tra 6 mesi e 6 anni compiuti.

9. Soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e categorie di lavoratori, come Forze di Polizia, Vigili del Fuoco, Forze dell’Ordine.

10. Personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani.

11. Donatori di sangue.

Gli obiettivi di copertura da raggiungere sono il 75% minimo e il 95% come obiettivo ottimale.

Vaccinazione anti-Covid

La campagna nazionale e regionale sarà effettuata utilizzando la formulazione monovalente del vaccino Comirnaty, aggiornata alle nuove varianti del virus Sars COV2. L’aver contratto una infezione da SARS-CoV-2, anche recente, dopo il precedente richiamo, non rappresenta una controindicazione alla vaccinazione. Possibile, come negli anni scorsi, la co-somministrazione con altri vaccini (in particolare con quello antinfluenzale).

La dose di richiamo è raccomandata a queste categorie di persone:

  • Persone di età pari o superiore a 60 anni;
  • Ospiti delle strutture per lungodegenti;
  • Donne che si trovano in qualsiasi trimestre della gravidanza o nel periodo “postpartum” comprese le donne in allattamento;
  • Operatori sanitari e sociosanitari addetti all’assistenza negli ospedali, nel territorio e nelle strutture di lungodegenza; studenti di medicina, delle professioni sanitarie che effettuano tirocini in strutture assistenziali e tutto il personale sanitario e sociosanitario in formazione;
  • Persone dai 6 mesi ai 59 anni di età compresi, con elevata fragilità, in quanto affette da patologie o con condizioni che aumentano il rischio di COVID-19 grave.

La vaccinazione è consigliata anche a familiari, conviventi e caregiver di persone con elevata fragilità.

In fase di avvio della campagna, la vaccinazione sarà prioritariamente somministrata alle persone di età pari o superiore a 80 anni, agli ospiti delle strutture per lungodegenti, alle persone con elevata fragilità, con particolare riferimento ai soggetti con marcata compromissione del sistema immunitario, agli operatori sanitari e sociosanitari.

Info generali

Oltre che negli ambulatori dei medici i vaccini saranno disponibili anche nelle farmacie (dalle prossime settimane saranno disponibili anche online gli elenchi delle farmacie aderenti alle campagne di vaccinazione) e nei centri vaccinali delle Asl, i cui indirizzi e riferimenti per gli appuntamenti saranno pubblicati sui siti delle Asl e della Regione.

La Direzione regionale Sanità informerà tempestivamente tutti i soggetti coinvolti nella campagna vaccinale di eventuali aggiornamenti del target da parte del Ministero della Salute.

La Regione con la circolare invita le Asl ad attuare campagne di sensibilizzazione per informare la popolazione su entrambe le vaccinazioni.

“Avviare il modello DAMA in uno o più ospedali regionali”

Il Consiglio Comunale ha approvato un ordine del giorno dal consigliere Simone Fissolo, che impegna il Sindaco a sollecitare la Regione Piemonte affinché avvii al più presto il modello DAMA in uno o più ospedali regionali.

Il modello DAMA (Disabled Advanced Medical Assistance) è un sistema sanitario organizzato per garantire un accesso facilitato e personalizzato alle cure ospedaliere per persone con gravi disabilità intellettive e/o autismo e pertanto con gravi difficoltà di comunicazione e collaborazione. Tale organizzazione dell’accesso è relativa a cure ospedaliere o ambulatoriali territoriali in base alla necessità del percorso individuale.

Il DAMA, sottolinea il documento, “mette a disposizione un sistema coordinato che inizia con un centralino quale “triage” telefonico, prosegue con la presa in carico diretta da parte di un ambulatorio specificamente organizzato all’interno dell’ospedale e si affida a un’équipe multidisciplinare opportunamente formata, evitando ricoveri inappropriati e accessi ripetuti al Pronto Soccorso”.

L’ordine del giorno impegna inoltre a promuovere un confronto istituzionale con l’Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte insieme ai rappresentanti delle associazioni di familiari, al fine di valutare modalità e tempistiche per l’attuazione del modello, a sensibilizzare le Aziende sanitarie locali (ASL) e gli ospedali piemontesi sull’importanza del DAMA, a supportare la Rete Obiettivo DAMA Torino nelle iniziative di sensibilizzazione e diffusione del modello, a riferire periodicamente in Consiglio Comunale sugli sviluppi e sulle azioni intraprese per sostenere l’attuazione del DAMA in Piemonte.

F.D’A. – Ufficio stampa Consiglio Comunale

Il “divino” Guido Reni, tra restauri e giornate di studio

Eccezionale mostra alla Galleria Sabauda, sino al 18 gennaio 2026

Piccola ma preziosa”, definisce Paola D’Agostino, direttrice dei Musei Reali torinesi di fresca nomina – “Sono molto onorata – aveva detto in occasione dell’insediamento – di iniziare il nuovo incarico alla Direzione dei Musei Reali di Torino, che con il loro patrimonio monumentale, le straordinarie collezioni d’arte e di archeologia, la Biblioteca e i Giardini Reali costituiscono uno dei complessi museali di maggior prestigio in Italia e nel mondo. Negli ultimi dieci anni i Musei Reali hanno avuto una crescita straordinaria, grazie alle due direzioni di alto profilo (Enrica Pagella e Mario Turetta, ndr). È un privilegio contribuire al progetto culturale e alla valorizzazione di questi luoghi e della dinastia dei Savoia, che li ha progettati, arricchiti di capolavori e modificati nel tempo” -, la mostra “Il divino Guido Reni. Nelle collezioni sabaude e sugli altari del Piemonte”, visitabile sino al 18 gennaio 2026, in occasione dei 450 anni dalla nascita dell’artista (1575 – 1642), nello Spazio Scoperte della Galleria Sabauda. Curata da Annamaria Bava e Sofia Villano, in un anno pieno di lavoro, con un efficace team di collaboratori e studiosi e restauratori, è un’occasione da non tralasciare – l’ultimo appuntamento torinese con Reni risale al 1989, alla Promotrice -, scavo di pregio verso un artista che negli ultimi anni ha visto raccolti attorno a sé studi e mostre, da Francoforte al Prado, da Bologna a Roma, nella cornice della Galleria Borghese, qui una decina di tele e altrettanti disegni e incisioni, un breve itinerario a documentare per tappe le diverse fasi della carriera, dagli anni giovanili alla maturità piena: un’occasione per riscoprire alcuni tratti, inattesi, di quello che i contemporanei non ebbero ripensamenti a definire “divino”, per incontrare presenze di un’arte che anche nel nostro territorio conserva esempi strabilianti.

Capolavoro di composizione, tratteggio di luci e ombre – Reni non guardava soltanto alla lezione iniziale dei Carracci, Ludovico soprattutto, ma altresì a quella successiva di Caravaggio -, la grande tela dipinta tra il 1605 e 1606, raffigurante l’”Assunzione della Vergine”, gioiello ai molti sconosciuto della Chiesa Parrocchiale di San Verano ad Abbadia Alpina, nei pressi di Pinerolo. Alterazioni di vernici, lacerazioni, abrasioni, una ragnatela di screpolature, una parte centrale dalle dimensioni non indifferenti ridotta a un buco che ha necessitato di un rattoppo vero e proprio e di cuciture per riorganizzare la parte mancante, con un’opera successiva di velinatura e altri passaggi, ogni cosa dovuto al lavoro del restauratore Domenico Pagliero di Savigliano e del suo laboratorio. Inoltre l’applicazione, postdatata, di una cornice settecentesca, riformata nel telaio e molto rispettosa dell’originale. In “condizioni tremende” – ha sottolineato Valeria Moratti della Soprintendenza durante la presentazione della mostra, con un apparato di conoscenza, di particolari, di parole, di dati lavorativi e di risultati che non possono non aver soddisfatto e appassionato la platea – si presentava la tela prima del decisivo intervento, un’opera dalla ricca storia. Un documento, in data 19 aprile 1606, attesta il pagamento effettuato dal prelato Ruggero Tritonio – udinese di nascita, un’importante carriera ecclesiastica che l’avrebbe portato anche in Scozia e Polonia, legato al pontificato di Sisto V e a figure di spicco del mecenatismo romano, il suo arrivo presso la corte dei Savoia tra il 1580 e il 1583, tra gli incarichi divenne abate appunto di quella Chiesa Parrocchiale – al pittore: oggi ne possiamo nuovamente ammirare le brillantezze e le cromie accese, nei mantelli degli apostoli che circondano la tomba vuota della Vergine trasportata su una nuvola e circondata da piccoli angeli, del rosso e del blu, del giallo e del bianco, non tralasciando quello spruzzo violaceo che è un fiore, quasi impercettibile, tenuto nella mano da un astante.

Ancora dal territorio piemontese deriva “San Maurizio riceve la palma del martirio” (1615 – 1618, “in un momento di transizione nel linguaggio del maestro, dal rigore classicista del periodo precedente verso una pittura più morbida e pastosa”), dal Santuario della Madonna dei Laghi, in Avigliana, la possente figura del soldato in primo piano, il braccio destro in bella diagonale a proseguire verso l’angelo che gli porge la testimonianza e sullo sfondo, in vasta lontananza, la battaglia e la legione tebea alla sua guida, sterminata dall’imperatore Massimiano sul finire del terzo secolo. Il dipinto è documentato nel Santuario nel 1624, dovuto al mecenatismo del cardinale Maurizio di Savoia pronto a celebrare uno dei protettori della dinastia ma altresì un (velato?) omaggio a se stesso, che del santo porta il nome. Una sorta di autocelebrazione, anche se posta magari in secondo piano.

Alle pareti, anche le due tele assai simili che narrano un celebre episodio delle “Metamorfosi” di Ovidio. “Apollo che scortica Marsia”, databile intorno al 1620, è in prestito dal Musée des Augustins di Tolosa, ennesimo esempio delle spogliazioni napoleoniche (vi soggiorna dal 1805), in campo la bellezza del corpo e del viso del dio, simbolo altresì di razionalità divina, contrapposta al corpo martoriato e al volto straziato dal dolore, simboli di tracotanza, del satiro colpevole di una sfida musicale in cui non sarebbe mai stato vincitore. Reni riflette sull’alto senso della giustizia divina attraverso quel gesto, terribile in sé, di punizione, “calmo e misurato”, distaccato, lontano da sé, quasi non riguardante un essere distante dalla superbia e dalla bruttura del mondo, accrescendo il tutto di un valore simbolico, “la vittoria dell’intelletto e dell’armonia apollinea sulla brutalità e sull’eccesso, un tema caro alla cultura dell’epoca e in linea con le riflessioni che dovevano svolgersi nell’Accademia romana dei Desiosi, fondata dal Cardinal Maurizio.” Accanto la replica, con piccole digressioni, datata intorno al 1670, e appartenenti alle collezioni sabaude.

Si passeggia tra le bellezze del “San Giovanni Battista” (1635) e del “San Gerolamo” (1640 circa), veri capolavori della piena maturità dell’autore, tra “La morte di Lucrezia”, un tema sempre ricercato nella vasta produzione, e un’incantevole “Lotta tra Amorini e Baccarini” (1613 – 1615) che proviene dal ramo cadetto dei Savoia Carignano ed è trasferito nel Palazzo Reale nel 1831 per volontà di re Carlo Alberto, opera considerata una seconda versione, verosimilmente autografa, della tela di analogo soggetto eseguita da Guido Reni per il marchese Facchinetti, bolognese, e oggi conservata alla Galleria Doria Pamphilj di Roma: opere appartenenti tutte alla Sabauda. Interessante, forse più appartata, l’attività incisoria di Reni, ancora preziosa appartenenza dei nostri musei, i legami con l’editoria documentati dai “Disegni degl’apparati fatti in Bologna per la venuta di N.S. Papa Clemente VIII l’anno MDXCVIII intagliati da Guido Reni”, pubblicati per la prima volta a Bologna nel 1598; inoltre studi di mani e di teste, pieno di fascino quello della “testa di giovane donna”, carboncino e pietra rossa, che ricorda da vicino il viso femminile del frammento di “Bacco e Arianna” conservato a Bologna.

Per chi vorrà, s’annunciano piene d’interesse le giornate del 25 e 26 novembre prossimi quando l’Accademia delle Scienze di Torino, in stretta collaborazione con i Musei Reali, organizzerà il convegno scientifico dal titolo “Guido Reni (1575 – 1642). L’arte di un grande maestro: esplorazioni critiche e restauri”: un appuntamento che guarderà alle recenti ricerche reniane, dalle novità che sono emerse durante la mostra al Prado (2023) alle opere di restauro, non ultima quella eseguita all’interno del Casino dell’Aurora a Roma. Parteciperanno, tra gli altri, David Garcìa Cueto del Museo Nacional del Prado, Raffaella Morselli della Sapienza Università di Roma e Giulia Iseppi dell’Università di Bologna.

Elio Rabbione

Nelle immagini, opere di Guido Reni: “Assunzione della Vergine”, 1605 – 1606, olio su tela, Abbadia Alpina (Pinerolo, Torino), Chiesa Parrocchiale di San Verano; “San Giovanni Battista”, circa 1635, olio su tela, Torino, Musei Reali – Galleria Sabauda; le due tele rappresentanti “Apollo scortica Marsia”, dal Musée des Augustins di Tolosa e dalla Sabauda; “Lotta tra Amorini e Baccarini”, circa 1613 – 1615, olio su tela, Torino, Musei Reali- Galleria Sabauda.

Odifreddi replica a Quaglieni: “Anche Quasimodo era un geometra…”

Pubblichiamo la replica del matematico Piergiorgio Odifreddi all’articolo di Pier Franco Quaglieni  (link a fondo pagina) uscito tempo fa sul “Torinese”

 

Commento interessante, soprattutto per la sua prosopopea. A parte la faccenda del geometra e del liceale, che rivela l’ottusità che si acquisisce appunto frequentando il secondo tipo di scuola, che ad altro non insegna che a sentirsi superiori, senza nessun particolare motivo o merito, a chiunque non abbia fatto studi inutili, mi permetto di correggere gli errori fattuali del suo commento:

1) io non ho mai cercato di incontrare papa Francesco, perché non poteva interessarmi di meno. Non avrei saputo di cosa parlare con lui, non avendo letto nessun suo libro: meno che mai, i volumetti acchiappalettori scritti da ghost writers (non so come si dicesse in greco o in latino, ma noi moderni ormai parliamo altre lingue).

2) ho invece incontrato varie volte Benedetto XVI, e abbiamo scritto due libri insieme. Evidentemente lui non aveva la sua ottusità, e si preoccupava di cosa uno poteva dire, invece che di quale diploma avesse.

Naturalmente, al liceo si sono ben guardati dall’insegnarle che molti dei nostri premi nobel della letteratura NON avevano fatto la sua scuola: Grazia Deledda aveva la quarta elementare, Quasimodo era un geometra (già…), Montale un ragioniere, e dario fo aveva fatto il liceo artistico. Evidentemente, nemmeno il comitato di stoccolma aveva la sua ottusità.

mi vien da pensare che la sua ottusità forse ce l’abbia solo lei, e sia un tipico riflesso condizionato del frustrato che può esibire, come unico titolo di “merito”, il diploma del liceo. Magra consolazione…

Ps. io non faccio male a una mosca: sono persino vegetariano, pensi un po’, e non per motivi dietetici. Dunque, non azzannerei nessuno: neppure lei, che pure se lo meriterebbe. Ma una pernacchia gliela farei. Anzi, gliel’ho già fatta… e ora siamo pari. Stia allegro, e dica meno sciocchezze in futuro, almeno su di me.

Piergiorgio Odifreddi

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Il prof. Odifreddi che stimo e apprezzo come uomo di scienza , ma non come politico e commentatore, ama fare del sarcasmo su di me. Io sono tollerante, anzi, nel caso specifico, mi sento cristiano nel senso del perdono. Condivido con lui la considerazione e la stima per Benedetto XVI cui fu impedito di tenere una lezione alla “Sapienza” da tanti amici e colleghi di Odifreddi. Benedetto XVI scrisse anche libri con Marcello Pera. E qui mi fermo perché non amo scambiare pernacchie.

Pier Franco Quaglieni

 

Se Odifreddi imita Scalfari