«Parlare di pace mentre si semina odio e caos nelle piazze italiane è un ossimoro corrosivo e incomprensibile: chi sceglie la violenza non chiede giustizia, ma la nega e la calpesta.
Torino è stata trasformata, ancora una volta, in un teatro di occupazioni e aggressioni alle Forze dell’Ordine, uomini e donne in divisa a cui va la nostra solidarietà e gratitudine.
Bloccare porti, aeroporti, stazioni, scuole e università non aiuta il popolo palestinese e non porta alcun beneficio. Auspichiamo che prevalga una rapida soluzione di pace e ci appelliamo a sostenere con responsabilità l’iniziativa messa in campo dagli Stati Uniti, che oggi rappresenta l’unica prospettiva realistica per porre fine a un conflitto sanguinoso» dichiarano congiuntamente il senatore Roberto Rosso, vicecapogruppo di Forza Italia in Senato e vicesegretario del partito in Piemonte, e Marco Fontana, segretario cittadino di Forza Italia a Torino.
«È urgente fermarsi e spegnere questa spirale di violenza, alimentata dai soliti gruppi eversivi legati ai centri sociali che da anni flagellano Torino. Questi atti non sono voce del popolo, ma eco di un disordine organizzato: anche chi ha manifestato pacificamente deve dissociarsi e isolare chi trasforma le piazze in campi di battaglia» proseguono Rosso e Fontana.
«Un appello che rivolgiamo anche a una certa sinistra, troppo spesso complice e silenziosa di fronte a queste degenerazioni. È tempo che il buon senso prevalga sulla propaganda, che la ragione prenda il posto dell’ideologia e che ciascuno si assuma la responsabilità civile che il momento impone. Il medesimo invito lo facciamo a Landini e ad un sindacato che sta alzando i toni oltre il livello di guardia. Peraltro entrando in un campo non suo visto che qua non si parla di diritti dei lavoratori. Un film già visto in altre epoche tristi per l’Italia. Il sindacato speriamo che torni a fare il sindacato invece di aspirare alle spallate politiche: in primis lo auspichiamo per i lavoratori italiani e torinesi» concludono Rosso e Fontana.

La stabilità politica è tuttavia qualcosa di apparentemente irraggiungibile: tali regni risultano caotici ed effimeri, i signori sono costantemente occupati a rivaleggiare tra loro per il Regno Italico, ma nessuno è destinato a detenere il potere a lungo.
L’impresa politico – umanitaria della Flotilla si è conclusa senza danni e con una visibilità mediatica senza precedenti. I dimostranti sono stati abili nel catalizzare attorno a sé tanto interesse. Il problema di Gaza ha avuto modo di emergere come mai era accaduto prima. C’è da domandarsi perché la Cgil di Landini abbia seguito pedissequamente i Cobas nella proclamazione dello sciopero generale, diritto costituzionale che va usato con raziocinio, come seppero fare Di Vittorio e Lama e non solo loro. Le esperienze post sessantottine dell’autunno caldo furono un errore del sindacato che si lasciò assorbire irrazionalmente dal clima della contestazione studentesca. Landini che già con i referendum falliti in modo clamoroso, aveva dimostrato la sua pochezza politica, si è appiattito sui Cobas , un precedente grave che snatura la Cgil e la sua storia. L’estremismo non è mai l’atteggiamento proprio di un grande sindacato europeo. I tempi del primo sciopero generale del 1904 sono lontani e dovrebbero essere motivo di riflessione come anche il “biennio rosso”, che finì di favorire il fascismo, dovrebbe essere un altro motivo di confronto critico. Il realismo di Palmiro Togliatti fu cosa molto diversa. Non voglio utilizzare Togliatti a fini attuali perché sarebbe scorretto ,ma un pensierino su Togliatti andrebbe fatto. Soprattutto c’è da domandarsi perché solo in Italia sia stato proclamato lo sciopero generale. La Flotilla – dicevano -era un’ impresa internazionale, ma in nessun paese del mondo è accaduto qualcosa di simile. Perché lo sciopero generale solo in Italia? C’è già chi rievoca la maggioranza silenziosa degli anni ‘ 70 e la marcia dei 40mila. Una reazione che va a cozzare contro la strategia di Landini, protagonista di una stagione politica che può solo favorire la destra che, malgrado i suoi error , può trarre giovamento dall’estremismo velleitario di sinistra. Anzi, uno dei motivi della tenuta elettorale della destra è proprio ascrivibile all’avventurismo politico di Landini. Gaza si difende in altri modi, contribuendo a portare la pace. Lo sciopero generale in Italia non da’ nulla ai Palestinesi. Il movimentismo della ambientalista svedese è cosa inconciliabile con le scelte di un grande sindacato (di massa si diceva un tempo) in cui purtroppo i pensionati e non gli operai sono la maggioranza. Un sindacato che pensa di destarsi a nuova vita, affidandosi ai giovani delle scuole e dei centri sociali, ha smarrito per strada la sua funzione storica.