ilTorinese

Un autunno ricco di cibi e di colori da Borello Supermercati

Informazione promozionale

Il mese di ottobre e l’autunno in generale rappresentano un’opportunità per spaziare tra i tanti prodotti di stagione in vendita da Borello Supermercati: un trionfo di bontà, genuinità e colori a tua disposizione.

A proposito di autunno ecco una curiosità sulle castagne, regine di stagione:

🌰 𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞…
Le castagne, regine indiscusse dell’autunno, un tempo erano considerate anche un portafortuna! 🍀
In molte culture si credeva che tenerne una in tasca proteggesse dai malanni e scacciasse le energie negative.

E tu, come ami gustarle? Arrosto, bollite o nei dolci?

www.borellosupermercati.it

Nursing Up: “Aggressioni al pronto soccorso, servono misure strutturali”

Una nuova aggressione al Pronto Soccorso dell’Ospedale Cardinal Massaia di Asti, avvenuta nella notte tra domenica 19 e lunedì 20 ottobre, riaccende il dibattito sulla sicurezza negli ospedali. Una dottoressa e due guardie giurate sono state colpite da un giovane nell’area dei codici bianchi, episodio che si aggiunge ai troppi casi di violenza ai danni di operatori sanitari registrati in Piemonte negli ultimi mesi.

«Siamo di fronte a una deriva che non può più essere considerata episodica — dichiara Enrico Mirisola, referente sindacale del Nursing Up per l’Ospedale di Asti —. Le aggressioni nei pronto soccorso sono ormai una costante. Ogni giorno infermieri, professionisti sanitari, OSS e medici lavorano in condizioni di forte pressione, spesso senza tutele adeguate. Non possiamo accettare che chi cura e accoglie lo faccia nel timore di subire violenze».

Mirisola esprime solidarietà ai colleghi coinvolti e chiede interventi immediati. «Servono presidi di sicurezza permanenti, la presenza fissa delle forze dell’ordine nelle aree di emergenza, formazione specifica per il personale e un supporto psicologico per chi subisce aggressioni. Il problema non si risolve con proclami: servono risorse, programmazione e volontà istituzionale».

Il sindacato condivide anche la proposta avanzata nelle scorse ore a livello politico locale dal presidente provinciale di Fratelli d’Italia, Luigi Giacomini, che ha chiesto l’istituzione di un presidio stabile delle forze dell’ordine nei pronto soccorso. «Ringraziamo Giacomini per aver posto pubblicamente la questione e per la sensibilità dimostrata verso il personale sanitario — aggiunge Mirisola —. Dare voce a questo tema significa riconoscere il valore di chi, ogni giorno, lavora per garantire la salute dei cittadini, spesso in condizioni difficili e senza tutele adeguate».

Sulla stessa linea, il segretario regionale del Nursing Up Piemonte Valle d’Aosta, Claudio Delli Carri, richiama l’urgenza di un coordinamento regionale. «Occorre un piano di sicurezza sanitario che metta insieme le aziende ospedaliere, le prefetture e la Regione Piemonte — afferma Delli Carri —. Solo un’azione congiunta può fermare un fenomeno che mina la fiducia dei cittadini e mette a rischio la tenuta del sistema. Ringraziamo chi, anche sul piano politico, ha scelto di accendere i riflettori su questa emergenza, ma ora è il momento dei fatti».

Il Nursing Up Piemonte Valle d’Aosta rinnova infine la disponibilità a collaborare con le istituzioni per definire strategie condivise di prevenzione e tutela.

«Difendere chi cura significa difendere la salute di tutti — concludono Delli Carri e Mirisola —. La sicurezza del personale sanitario non è un privilegio, ma un diritto e una condizione indispensabile per la qualità dell’assistenza»

Condannati a 4 anni i “picchiatori” dei mercatini natalizi

Quattro anni di carcere a tre uomini accusati di aver svolto azioni violente  per Francesco Ferrara, ritenuto il capo dei mercatini di Natale e dei banchi di Cioccolatò. Il tribunale ha disposto anche una multa di 2.600 euro ciascuno e cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. Condanna a un anno e quattro mesi per un quarto imputato. Le indagini hanno scoperchiato un ambiente che sarebbe stato caratterizzato da intimidazioni e punizioni fisiche per chi si ribellava al “sistema”.

Il Gravel CSI fa “Centro” fra le Rocche

Freddo, fango e fatica protagoniste nel campionato nazionale ciclistico di specialità. Sei titoli a testa per Marche e Lazio. Due successi umbri. Un ’oro anche per la Puglia.

Roma, 21 ottobre 2025 – Tanto freddo abruzzese in partenza poi col passare delle ore qualche grado sopra lo zero e sprazzi di sole ad illuminare il bellissimo paesaggio aquilano del Parco Naturale del Parco naturale del Sirente-Velino.
A Rocca di Mezzo (AQ) una giornata pienamente autunnale ha salutato al via le decine di finalisti del campionato nazionale di ciclismo CSI, nel Gravel, promosso con il patrocinio dei Comuni di Rocca di Mezzo, sede della partenza e del Comune di Rocca di Cambio, sede dell’arrivo, con l’organizzazione tecnica della Polisportiva Icaro.
Sedici corridori del Comitato di Roma, Frosinone in gara con 6 atleti e Viterbo e Macerata con 5 atleti. Quindi al via anche atleti da Foligno e Fermo, Pescara, Rieti, Napoli e Taranto.

Tre giri pianeggianti, a parte un tratto in salita reso ancora più difficile dalla ghiaia, dove i ciclisti in gara sono rimasti a ruota per non sprecare energie e controllare i propri avversari. Determinante la durissima salita finale per la vittoria. Tanta fatica per tutti, specie sui tratti sterrati, con poco grip sul brecciolino, e nei vari punti fangosi presenti nei tre giri del circuito. Quindi la salita finale spezzagambe, ma che ha visto comunque tagliare il traguardo abruzzese ad oltre 50 corridori.

Il miglior crono di giornata è stato quello del 38enne M2 pugliese Sabino Giovine, da anni in sella a difendere i colori marchigiani della 100% Bike di Porto Recanati, in provincia di Macerata. Il campione nazionale 2025 nel Ciclocross del Centro Sportivo Italiano a Grottazzolina (FM) ha tagliato il traguardo a Rocca di Cambio con il tempo di 01:25:49.43. Staccato quasi di un minuto l’altro portorecanatese M4, Massimo Amichetti, campione di categoria che al traguardo abruzzese ha potuto abbracciare sul podio la compagna di squadra Alessandra Papa, vestita anche lei con la maglia tricolore MW1. La più veloce, ancora una volta – e quella vinta sui sentieri del Parco naturale del Sirente-Velino è per lei la nona maglia tricolore stagionale vinta nel CSI – è stata Cinzia Zacconi della New Mario Pupilli Fermo. Il suo tempo gara: 01:45:41.71, quindici minuti in più del compagno di squadra e di vita, suo marito Massimo Viozzi, laureatosi anch’egli campione Gravel tra i Master 5 ed anche lui al suo secondo titolo nazionale 2025 nel ciclismo targato CSI. Bissano il successo tricolore stagionale, dopo aver vinto nel ciclocross, anche i due ciociari della Volsci Bike Sora, Alessandra Sardellitti e Lorenzo Barone. L’accoppiata Ciclocross-Gravel riesce anche al laziale Enrico Caponera del Ciampino 2R ed al pugliese Nunziato Sidella della Up Taranto.


I CAMPIONI NAZIONALI CSI DI GRAVEL 2025

Elite Sport Woman): Alessandra Sardellitti (Volsci Bike Sora) FR – Lazio
Master Woman 1: 
Alessandra Papa (F. D. Steel ) MC – Marche
Master Woman 2: 
Cinzia Zacconi (New Mario Pupilli) FM – Marche
Master Woman 3: 
Pamela Bellillo (ASD All Mountain) Foligno – Umbria
Master Woman 4: 
Anna Maria Rossi (SCUOLA INDOOR CYCLING FITNESS) VT – Lazio
Elite Sport: 
Lorenzo Barone (Volsci Bike Sora) FR – Lazio
Master 1: 
Luca Bonifazi (New Mario Pupilli) FM – Marche
Master 2: 
Sabino Giovine (100% Bike) MC – Marche
Master 3: 
Giorgio Palmieri ( ASD Volsci Bike Sora) FR – Lazio
Master 4: 
Massimo Amichetti (F. D. Steel ) MC – Marche
Master 5: 
Massimo Viozzi (New Mario Pupilli) FM – Marche
Master 6: 
Ugo Laudati (ASD Bici Club Spoleto ) Foligno – Umbria
Master 7: 
Enrico Caponera (Ciampino 2R) Lazio
Master 8: 
Giulio Scaramella (ASD Ciclo Tech) RM – Lazio
Master 9: 
Nunziato Sidella (ASD Societa Ciclistica Dil UP) Ta – Puglia

Alla Galleria del Ponte, una importante mostra sino al 29 novembre

C’è una foto dell’autore di “Cristo si è fermato a Eboli” – ricordate? il romanzo tradotto in cinema, nel ’79 da Francesco Rosi, con un grande Volontè e una Irene Papas, dal volto scavato, arcaica nelle proprie superstizioni – nel bel catalogo a corredo della mostra “Carlo Levi. Il coraggio della pittura”, curata da Pino Mantovani, alla Galleria del Ponte di corso Moncalieri 3, sino al 29 novembre prossimo. È ritratto negli spazi della villa Strohl Fern di Roma, anni Settanta, lo scrittore e pittore è seduto ad un tavolo, posato sopra un piccolo cesto intrecciato a contenere frutti, lui le braccia incrociate e il sigaro tra le dita, un vistoso orologio al polso, alle spalle il ritratto della “Madre”, un olio datato 1930 che oggi vediamo in mostra: il viso è composto alla serenità, un leggero sorriso sulle labbra, uno sguardo di affettuosa partecipazione con lo spettatore. Mutato del tutto il ritratto dell’uomo, all’epoca poco più che cinquantenne, appagato, felice della sua nuova relazione con Linuccia Saba, unica figlia dell’autore di “Ernesto” e del “Canzoniere”, sereno e lontano da quel Sud – ma se lo sarebbe portato nel cuore per tutta la vita – in cui era arrivato (delatore Pitigrilli), ad Aliano per l’esattezza, che nel romanzo sarebbe divenuta Gagliano (“sono arrivato a Gagliano un pomeriggio d’agosto, portato in una piccola automobile sgangherata”), perché colpevole di sospetta attività antifascista. Era il marzo del 1934. In precedenza, dopo aver terminato gli studi secondari presso il liceo Alfieri, s’era iscritto alla facoltà di medicina (ma, laureato, non avrebbe mai esercitato), aveva frequentato lo zio Claudio Treves, figura di spicco del Partito Socialista Italiano, e Piero Gobetti, che per primo lo avrebbe indirizzato lungo quel sentiero quando gli affidò un articolo, il primo nelle colonne della “Rivoluzione liberale”, che aveva proprio come tema la questione meridionale.

Un’esperienza pittorica (e letteraria, indissolubili e necessarie l’una all’altra) che s’estende tra la metà degli anni Venti sino al secondo dopoguerra, un cammino – importante – che è toccato a Stefano e Stefania Testa ripercorrere, privatamente, “rendendosi conto” della scadenza del cinquantenario della morte dell’artista: mentre tutto nella sua città natale sembra scorrere in silenzio prima che l’anno termini. “Una galleria non è un museo. Le sue possibilità di scelta sono limitate, ma una galleria che ha lavorato seriamente negli anni ha avuto modo di trattare materiali di pregio, che potrà esporre quando serva dimostrare il valore di un impegno continuativo e coerente: attingendo al proprio magazzino, recuperando ciò che è transitato sulle sue pareti, meritando prestiti da rari collezionisti”, mugugna il curatore e gli assennati proprietari con lui.

Era nato a Torino all’inizio del secolo, Levi, nel 1902. Artisticamente, introdotto alla scuola di Felice Casorati, dopo un soggiorno parigino nel ’23 speso a conoscere i Fauves e Modigliani, “scopre” tre anni dopo il desiderio di immergersi nell’esperienza del ritratto, con oli su cartone o tavola, dando vita a quelli del fratello (colto nella lettura di un libro, ad esempio, un’intimità offerta con rara sicurezza), o del padre con il suo sigaro in bocca, il collettino bianco inamidato e le dita della destra infilate tra i bottoni del panciotto (“nell’economia dell’esperienza espressiva di Carlo Levi, ai linguaggi della figura, in particolare alla pittura, tocca di presentare il versante lirico e poetico dell’immagine”, citando ancora Mantovani), forse il più suggestivo, nella sua incompiutezza, nel suo abbozzo per tratti verdognoli, a decifrare le linee maggiori di un “Flautista”, in non meglio imprecisati anni ’20. Intanto, l’esperienza dei Sei di Torino, dietro le spinte di Lionello Venturi e di Edoardo Persico, sotto lo sguardo protettivo di Riccardo Gualino, anche lui inviso al regime, Levi il più politicizzato e alla ricerca di quella libertà che la retorica ufficiale e il conformismo e l’avanguardia del Futurismo non potevano dargli, la loro prima esposizione alla galleria Guglielmi di Torino nel gennaio del ’29. Poi gli anni Trenta, con quei paesaggi che guardano all’impressionismo (“Il monte dei Cappuccini”, 1929) o hanno appena costruito visioni più nitide (basterebbe la cattura delle luci e delle ombre del “Cortile interno con bambini”, 1927, assolato e gioioso) o quel successivo “Paesaggio con i due carrubi” del ’33 che più strizza l’occhio al mondo di Matisse.

La bellezza dei ritratti della madre, ancora all’inizio dei Trenta, che hanno oltrepassato la lezione casoratiana, scolpiti contro quei fondali grigiastri o definitivamente scuri, o la ricchezza dell’amato Renoir in un “Nudo di donna” o in quello “Sdraiato” che della donna analizza la povertà delle forme in un sconfortato realismo, esempio alto, con la “Donna” del ’49, di quella “urgenza di svelamento del ‘vero’” di cui ancora scrive Mantovani nella sua illuminante presentazione. Poi, siamo nel decennio successivo, i ritratti che colgono la cerchia familiare e degli amici e degli affetti (per tutti, quello che raccoglie il quartetto composto da “Paola Olivetti, Leoni, Carlo Emilio Gadda e sconosciuto”, realizzati in uno sguardo lineare quanto complice, le espressioni dell’attimo profondamente colte. Nei ricordi della sua Lucania, di quegli anni d’esilio, dei paesaggi e dei volti, l’opera di Levi si potrebbe dire che diventi ancor più coinvolgente, le concrete spatolate, i grumi di colore che diventano quasi una scultura, i frutti e gli alberi che prepotentemente occupano la tela. “Qui nascono”, del ’54, è il capolavoro che attende il visitatore a metà strada, un’immagine di miseria, “l’innesto rivoluzionario della poesia e della politica”, una “sacra rappresentazione” chiusa nella sua denuncia laica, un gruppo di donne e di uomini, un pugno di bambini che a tratti hanno l’odore della morte, gli occhi infossati, quasi scheletri assenti, alle loro spalle un paesaggio brullo che non offrirà mai nulla. Sono immagini di una realtà toccata con mano, il ricordo che l’uomo si porta appresso, sono i visi incontrati giorno dopo giorno per le strade del paese. Un mesto panorama, un’epicità dettata dal coraggio, un futuro che forse non esisterà mai o che vedrà un cammino ancora doloroso, laddove “gli intellettuali (sono) convocati a prendere atto finalmente di una incresciosa situazione, i contadini tra i quali la coscienza di una condizione insostenibile sembra faticosamente farsi strada.” La vita, forse a fatica, pare risorgere nel vivo dei colori e dei fiori che nascondono una coppia d’amanti, o nelle nature morte composte dei tanti prodotti o persino nelle nodosità di quegli alberi che riempiono da sempre una natura selvaggia.

Nelle immagini: Carlo Levi, “Qui nascono”, 1954, olio su tela, 97 x 146,5 cm; “Ritratto del padre col sigaro”, 1926, olio su cartone, 49,5 x 34,5 cm; “Flautista”, anni ’20, olio su tela, 92 x 70 cm.

Nord Ovest, la logistica si incontra in Piemonte

Il 22 e il 23 ottobre, la Regione Piemonte ospita, in collaborazione con la Regione Liguria e la Regione Lombardia, l’edizione 2025 degli Stati Generali della Logistica del Nord-Ovest, importante appuntamento annuale che coinvolge le istituzioni, le imprese e gli operatori del settore.
Tecnici, esperti e rappresentanti nazionali e delle tre Regioni si confronteranno sul tema di quest’anno “Il nord ovest cuore logistico d’Europa: scenari attuali e prospettive”.

L’obiettivo è consolidare l’alleanza strategica a livello macroregionale ed europeo, agendo in modo coordinato, requisito per il raggiungimento di una governance ottimale dei processi logistici che riguardano merci, servizi e cittadini. Digitalizzazione, sostenibilità e sicurezza restano i target ai quali puntare nella programmazione degli investimenti.

Nella prima giornata del 22 ottobre si terranno tre tavoli tecnici nei quali verranno affrontate diverse macro tematiche: il completamento delle nuove grandi infrastrutture ferroviarie, portuali e retroportuali lungo le reti transeuropee dei trasporti; lo sviluppo efficiente dei nodi di interscambio modale; lo sviluppo di sistemi informativi logistici finalizzati a facilitare e velocizzare i processi di flusso delle merci.

Il 23 ottobre si terrà il convegno nazionale con la partecipazione delle autorità regionali, dei principali operatori di settore e dei rappresentanti del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. , occasione per presentare i contenuti emersi ai tavoli tecnici della giornata precedente e per dialogare sulle nuove sfide imposte dal contesto internazionale.

Il programma completo del 22 e 23 ottobre:

Al Concordia il genio surreale di Alessandro Bergonzoni

Sabato 25 ottobre, ore 21

Arrivano i Dunque (Avannotti, sole Blu e la storia della giovane Saracinesca)

 

 

Il genio surreale di Alessandro Bergonzoni torna al Teatro Concordia con il nuovo allestimento di Arrivano i dunque (Avannotti, sole Blu e la storia della giovane Saracinesca) e la sua “crealtà” che esplicita, in un pensiero che si fa neologismo, la vera tensione morale di questo artista unico.

 

Un’asta dei pensieri dove cerco il miglior (s)offerente per mettere all’incanto il verso delle cose: magari d’uccello o di poeta”.

Un luogo scenico, multifunzionale, dove proseguire la sua ricerca artistica nei territori che in questi anni lo hanno visto partecipare attivamente in prima persona ad avvenimenti sia artistici che sociali applicando fattivamente la “…congiungivite dove varco il fraintendere, fino all’unità dismisura, tra arte e sorte, fiamminghi e piromani, van Gogh e Bangkok, bene e Mahler, sangue fuori mano e stigmate, stigmate e astigmatici, Dalì fino Allah”. Quindi “Arrivano i Dunque” perchè i tempi sono colmi e come si chiede Bergonzoni “Manca poco? Tanto é inutile? Non per niente tutto chiede!”.

 

ALESSANDRO BERGONZONI, BIO

Nasce a Bologna nel 1958. Artista, attore, autore. Quindici spettacoli teatrali al suo attivo e sei libri. Nel cinema: Pinocchio (2001) di Roberto Benigni e Quijotet (2006) di Mimmo Paladino. Da anni scrive Aprimi Cielo sul Venerdì di Repubblica e Il pensato del giorno su Robinson, dal 2005 si avvicina al mondo dell’arte esponendo in varie gallerie e musei. Unisce al suo percorso artistico un interesse profondo per temi sociali quali la carcerazione, l’immigrazione, la malattia e la pace tenendo su questi argomenti incontri in vari ambiti. Ha vinto il Premio della Critica 2004/2005, il Premio Hystrio nel 2008 e il Premio UBU nel 2009. Dal 2015 ha presentato in varie pinacoteche nazionali l’installazione performativa Tutela dei beni: corpi del (C)reato ad arte (il valore di un’opera, in persona). Nel 2020 per Garzanti esce Aprimi cielo, dieci anni di raccoglimento articolato. Nel 2022 gli viene assegnata la Coppa Volponi per il lavoro letterario, il Premio Nazionale Cultura della Pace-Città di Sansepolcro e, nel 2023, il Premio Montale Fuori di Casa. Nel 2024 oltre al debutto di Arrivano i Dunque inaugura al Mudima di Milano l’installazione Vite Sospese con Bill Viola. Per Art City 2025 presenta Il Tavolo Delle Trattative.

Info

Teatro della Concordia, corso Puccini, Venaria Reale (TO)

Sabato 25 ottobre 2025, ore 21

ARRIVANO I DUNQUE (Avannotti, sole Blu e la storia della giovane Saracinesca)

Di e con Alessandro Bergonzoni

Regia Alessandro Bergonzoni e Riccardo Rodolfi

Scene Alessandro Bergonzoni

Produzione Teatro Carcano

Biglietti: intero 22 euro, ridotto 20 euro

www.teatrodellaconcordia.it

011 4241124 – info@teatrodellaconcordia.it

I 20 anni di IoLavoro

In occasione del suo 20° anniversario IoLavoro, il più importante evento in Piemonte dedicato all’incontro tra domanda e offerta di occupazione, si presenta con una veste completamente rinnovata: nuovo format e nuove tappe per continuare ad orientare il talento e costruire il futuro.

Il tour autunnale partirà da Torino il 12 e 13 novembre nella nuova sede delle Officine Grandi Riparazioni, scelta per valorizzare ancora di più l’incontro tra aziende e nuovi talenti in uno spazio tradizionalmente votato al lavoro e che oggi si rivolge alle nuove generazioni con un linguaggio contemporaneo.

Si proseguirà toccando altre quattro città piemontesi:

– Biella venerdì 14 novembre al Biella Forum

– Gravellona Toce (VB) martedì 18 novembre al Palazzetto dello Sport

– Vercelli venerdì 21 novembre al Seminario arcivescovile

– Beinasco (TO) giovedì 27 novembre al Palazzetto dello Sport

“IoLavoro si rinnova profondamente: guarda al futuro con una formula più dinamica, capace di coinvolgere un pubblico sempre più giovane – afferma Elena Chiorino, vicepresidente e assessore regionale al Lavoro – Rimane centrale la nostra missione di incrociare domanda e offerta, costruendo opportunità concrete per chi cerca e per chi offre occupazione. Mettiamo le imprese e chi cerca un impiego faccia a faccia, con l’obiettivo di creare immediatamente posti di lavoro”.

“Al netto di tante voci infondate – puntualizza Chiorino – IoLavoro non solo resta, ma cresce e si rafforza, perché crediamo in un Piemonte che non si arrende, che continua a investire sul futuro e a liberare energie. È un’edizione che conferma Torino come punto di riferimento nazionale scegliendo una sede simbolo dell’innovazione come le OGR. E continuiamo a mantenere fede all’impegno di portare IoLavoro nelle province, per rendere il lavoro davvero accessibile a tutti, in ogni territorio del nostro Piemonte”.

Iscrizioni e info

Le iscrizioni per le aziende e per le scuole sono già possibili su iolavoro.org. Dal 3 novembre ci si potrà registrare online fino al giorno dell’evento oppure direttamente in presenza all’ingresso della fiera. Come sempre la partecipazione è gratuita.

Il programma dettagliato sarà pubblicato sempre su iolavoro.org e aggiornato costantemente.

IoLavoro è promosso dalla Regione Piemonte (Assessorato all’Istruzione e merito, Lavoro, Formazione professionale, Diritto allo studio universitario) e realizzato dall’Agenzia Piemonte Lavoro grazie al contributo del Fondo sociale europeo Plus (FSE+).

Un nuovo format: più dinamico, digitale, partecipativo

Le edizioni autunnali 2025 segnano un cambio di passo: un concept rinnovato, dinamico, digitale e sempre più partecipativo, capace di coinvolgere attivamente candidati, aziende e stakeholder. L’obiettivo è offrire un’esperienza immersiva e utile che risponda alle nuove esigenze del mercato del lavoro e parli il linguaggio delle nuove generazioni. Il tutto in una cornice più informale e innovativa, che riflette il cambiamento del mercato e dei suoi protagonisti.

L’evento si arricchisce infatti di:
– incontri tra chi cerca occupazione, imprese e agenzie interinali, con l’obiettivo di generare immediatamente posti di lavoro
– nuove aree immersive e digitali, pensate per avvicinare il pubblico ai mestieri attraverso l’esperienza diretta
– sessioni di orientamento pratico, a supporto di chi cerca lavoro o vuole riqualificarsi
– testimonianze dal mondo delle imprese, con racconti concreti e ispiranti
– workshop formativi, interattivi e orientati allo sviluppo di competenze richieste dal mercato
– dimostrazioni pratiche, realizzate secondo il format delle competizioni WorldSkills
– momenti istituzionali di alto profilo, per approfondire le politiche attive del lavoro

Il coinvolgimento delle nuove generazioni sarà centrale grazie all’area dei laboratori pratici, tour dei mestieri, e alla presenza degli ITS Academy piemontesi e di realtà formative di eccellenza.

Le Donne nell’arte alla galleria Malinpensa by La Telaccia

Informazione promozionale

Fino al 31 ottobre prossimo

È tutta al femminile la mostra che si inaugura martedì 21 ottobre presso la galleria Malinpensa by La Telaccia, curata dall’art director Monia Malinpensa. Le artiste presenti in mostra sono Federica Caprioglio, Licia Martini, Daniela Rosso Prin e Serenella Sossi. La mostra, che prevede un incontro con le artiste nella giornata d’inaugurazione, sarà visitabile fino al 31 ottobre prossimo.


Federica Caprioglio nasce a Torino nel 1973. Laureata in Scienze Naturali, tra il 1994 e il 2000 studia presso l’atelier di Valeria Tomasi, a Rivoli, disegno e pittura acrilica. Nel 2012 studia a Torino acquarello naturalistico, per sei anni, con l’illustratrice torinese Cristina Girard. Nel 2016 frequenta uno stage con Roberto Andreoli, e nel 2019 con Andrea Gammino. È protagonista di diverse esposizioni presso la galleria d’arte Malinpensa by La Telaccia e l’Expo Arte Internazionale di Innsbruck. Nel 2022 “Vite preziose” è una collettiva artistica naturalistica di cui è ideatrice insieme a Marco De Maria e Franco Correggia. Il progetto mette in luce la meraviglia della biodiversità boschiva, soffermandosi su quegli organismi che risultano brutti o pericolosi nell’immaginario dell’uomo contemporaneo. “Fuoco alle altre”, del 2017, è una mostra artistica sugli incendi boschivi, realizzata con Marco De Maria e con l’associazione naturalistica pinerolese e il civico museo didattico “Mario Strani” di Pinerolo.

Licia Martini, nata nel 1948 a Boves, in provincia di Cuneo, è un’insegnate laureata in filosofia che esercitava nelle scuole italiane del Cairo, è una figura poliedrica le cui vita e carriera sono state profondamente influenzate dall’Egitto. Dopo gli studi universitari si è  trasferita al Cairo, ha dedicato anni all’insegnamento. La sua attività si è estesa a molteplici iniziative culturali e sociali, sia italiane sia egiziane. La Martini è infatti membro attivo del Comitato Gestore dell’ospedale Umberto I della società di beneficenza del Cairo, oltre a essere organizzatrice di una corale egiziana e responsabile di due importanti biblioteche cairote. Vive tra l’Italia e l’Egitto, ha esposto in più di 40 collettive tra Il Cairo e Cuneo, e in personali ad Abu Dhabi. Ha esposto inoltre ad Alessandria d’Egitto e al Festival della Donna, ad Assuan. Le sue opere sono esposte all’Opera del Cairo, al Ministero dell’Ambiente Egiziano e all’Ospedale Italiano del Cairo. Alcuni suoi lavori sono esposti in varie biblioteche del progetto Mustakbal (Futuro). In Italia ha esposto ad Assisi, Mestre e Palermo, oltre che nella collezione permanente di Rittana (CN).

Daniela Rosso Prin, nata a Torino nel 1962, è una pittrice torinese cresciuta sotto la guida del maestro Dino Pasquero. Iniziato come un gioco, il percorso di questa artista è proseguito con un’incessante sperimentazione, fatta di osservazione, lavorazione e reinterpretazione degli interessi e dei momenti di vita vissuta, abbracciando la natura, la musica e il teatro. Il mondo di Daniela Rosso Prin emana freschezza e calore allo stesso tempo, e la capacità di utilizzo delle diverse tecniche pittoriche esalta la profondità dei colori usati per dar vita a soggetti mai banali o ripetitivi.
L’artista predilige la tecnica ad olio, aderendo alla pittura figurativa. Affronta indifferentemente la paesaggistica e la sfida del ritratto, riversando sulla tela le proprie intuizioni ispirative ed emozioni attraverso attente esposizioni tonali, plasmate con il pennello e, talvolta, con la spatola. Ama anche cimentarsi con le sfumature cromatiche tipiche dei gessetti. Vincitrice di diversi premi e riconoscimenti, tra cui il concorso AUPI di Milano, classificatasi al primo posto con l’opera “Omaggio a Paolo Fresu” al XLI Premio Firenze 2024, a Palazzo Vecchio – Centro culturale Firenze Europa “Mario Conti” con inserimento nella relativa mostra, le sue opere sono state esposte alla chiesa di Santa Croce di Ivrea, alla galleria d’arte San Michele di Guarene, al Mausoleo della Bela Rosin, alla Casa Olimpia di Sestriere, all’Accademia Europea delle Essenze di Savigliano, a Palazzo Chiabrera di Acqui Terme, alla Sala Civica di piazza Antenna in Soave, alla Fiera d’Arte Internazionale di Innsbruck, alla Biennale d’Arte Internazionale di Montecarlo e in diverse sale espositive, tra cui quella di Monia Malinpensa.

La pittrice e scultrice Serenella Sossi, originaria di Imperia, si è diplomata al liceo artistico di Genova, allieva dello scultore Lorenzo Garaventa. Vive da quasi trent’anni a Nizza, e a contatto con lo stimolante ambiente artistico francese ha affinato il suo personale stile attingendo da entrambe le culture. Le sue realizzazioni, riflesso di un personale percorso interiore filosofico e spirituale, sono caratterizzate da una ricerca di verticalità e dalla dualità tra astrazione e figurazione. Predomina nella sua pittura una raffinata ricerca di luci e colori.
Artista eclettica, si esprime sia in pittura sia in scultura con carattere e forte personalità. Nonostante la consolidata maturità artistica, non teme di cambiare e sperimentare con l’intento di esprimere la propria sensibilità e creare il contatto empatico e di comunicazione privilegiata con chi sappia entrare in sintonia con la sua arte e il suo messaggio. Dal 1995 si dedica esclusivamente all’attività artistica. Espone abitualmente in Italia, in Francia ed altre città europee. Ha partecipato a mostre e eventi artistici e a prestigiosi saloni d’arte contemporanea in tutta Europa. Da anni fa parte del Collettivo Artisti stArt di Nizza. Ha conseguito prestigiosi premi a importanti concorsi d’arte contemporanea e ha insegnato scultura e pittura al Centro Culturale St. Laurent du Var dal 2005 al 2025. È la realizzatrice della scultura in bronzo “Forma Sirena”, alta circa 2,50 metri, installata nel 2021 sul molo di Imperia Oneglia, commissionatale dalla Città di Imperia e finanziata dalla Fondazione Carige di Genova.

Galleria Malinpensa by La Telaccia, corso Inghilterra 51, Torino

Info: info@latelaccia.it – www.latelaccia.it

Mara Martellotta