ilTorinese

Alberto Moravia, gli amici, le scelte e gli scritti d’arte

Alla GAM, sino al 4 giugno, con la collaborazione del Circolo dei Lettori e del Museo del Cinema

Non ha dubbi Elena Loewenthal che con Luca Beatrice ha curato “Alberto Moravia. Non so perché non ho fatto il pittore”, visitabile nello spazio Wunderkammer della GAM sino al 4 giugno, una trentina di opere pittoriche racchiuse nel giudizio artistico del grande scrittore: “La mostra è un altro grande romanzo moraviano”. Una mostra che non tiene per nulla conto di anniversari, che esula dai contorni stabiliti, che non è freddamente celebrativa, ma una mostra “fuori da ogni anniversario, dal momento che non c’è bisogno di una data per riprendere un omaggio ad uno scrittore ed intellettuale – anche se Moravia amava assai poco il termine” – che ha attraversato un secolo imprimendo un’orma ben precisa non soltanto di scrittore che amava Proust e Dostoevskji ma altresì di giornalista, sceneggiatore e drammaturgo, saggista, critico cinematografico e instancabile reporter di viaggio, politico, esprimendo appieno il vasto panorama dei propri interessi. Una mostra che ha visto la collaborazione (“abbiamo fatto rete e questo è davvero un punto d’eccellenza per la città”) della Fondazione Circolo degli Artisti, della GAM e del Museo Nazionale del Cinema, a cui si sono uniti l’Associazione Fondo Alberto Moravia, Bompiani storico editore e le Gallerie d’Italia.

La mostra – il cui titolo riecheggia quello del volume composto da Alessandra Grandelis intorno alle critiche d’arte dell’autore della “Noia” tra il 1934 e il 1990, anno della scomparsa -, accompagnata da un efficace catalogo edito da Silvana Editoriale, apre uno sguardo nuovo, una gamma di giudizi espressi soprattutto su artisti amici, Enrico Paulucci e Carlo Levi (suo un ritratto “modiglianesco” dello scrittore del ’30: “Alla fine dunque bisognerà pur chiamare Levi un espressionista?… Si potrebbero fare vari nomi a proposito dell’”espressionismo” di Carlo Levi: da Van Gogh a Modigliani, da Soutine a Kokoschka. Ma sarebbero puri riferimenti indicativi; poiché, come abbiamo detto, Levi ha fatto sue queste e altre non meno importanti esperienze trovando ‘belli’ via via Modigliani, Van Gogh, Soutine, Kokoschka e quanti altri ai quali, come un viandante tranquillo che cammini placido e sicuro di sé – e con un mezzo sigaro in bocca -, ha chiesto qualche indicazione per la strada da seguire.”) in primo luogo, sull’incontro con i Sei di Torino, sulla frequentazione di Renato Guttuso e Mario Schifano, sui nomi di Titina Maselli (con i suoi “occhi grandi e attenti spalancati sul reale” di cui ama i colori “acerbi, chimici, squillanti”), sorella di Citto, lui pronto a trascrivere per lo schermo “Gli indifferenti” con una Claudia Cardinale venticinquenne, e Giosetta Fioroni, legata in quegli anni a Guido Piovene, “rifiutando Burri e Fontana, ignorando l’astrattismo, preferendo il racconto delle immagini figurative”, sottolinea Luca Beatrice. Ma trovano anche spazio, tra gli altri, Giacomo Manzù e Leonor Fini, Mario Lattes e Mino Maccari, Giuseppe Capogrossi (“esiste una pittura pura, come la poesia pura? Se esiste, Capogrossi ne è uno dei cultori più accreditati”) e Mario Mafai e Piero Guccione, Antonio Recalcati e Gisberto Ceracchini, autori questi ultimi di due ritratti datati 1987 e 1928, la vecchiaia e la gioventù, un Moravia sempre ombroso, sfuggente. Scriveva Moravia in “Corriere della sera” nel marzo dell’88: “Ma qui comincia il mistero, almeno per me, dei pittori. Come fanno a trasmutare la loro visione del mondo non già come si presenta alla mente, cioè con le parole, ma in immagini, in pittura? Che cosa è successo per esempio nella mente di Recalcati quando ha ripreso nel ritratto, che mi ha fatto con evidente compiacimento, il gesto con il quale appoggio il mento sulla palma della mano? E perché mi ha fatto gli occhi di un colore diverso, più scuro (ho gli occhi che tirano al verde), dell’originale?” Mentre Raffaele La Capria, forse ripensando al ritratto di Ceracchini, nel 2016 scriveva: “Quando ripenso ad Alberto Moravia… io mi sorprendo inevitabilmente a fissarlo in due atteggiamenti: uno è una specie di broncio da ragazzino ingiustamente punito; l’altro una specie di rischiaramento del volto e degli occhi che precedeva un sorriso così disarmante da cogliermi sempre impreparato. In tutt’e due gli atteggiamenti ritrovo l’adolescente che per me era Moravia.”

Articoli per quotidiani, come “La Gazzetta del Popolo” (iniziò nel ’33, tre anni prima alla “Stampa” diretta da Curzio Malaparte, dal ’55 “L’Espresso” lo arruolò per una rubrica di critica cinematografica), presentazioni in catalogo, prefazioni, collaborazioni diffuse. Una passione, un interesse coltivato già negli anni giovanili, tra le mura di casa, dove respirava la vicinanza, in un ambiente borghese, ricco di cultura, del padre architetto e pittore di origini veneziane, dove la sorella Adriana, formatasi con Mafai e Scipione, cresceva per divenire un’artista “di una certa levatura nell’ambiente romano”: “Adriana è un’artista, fin da quando era piccola ha sempre dipinto. Ricordo che da principio faceva dei quadri accademici. Poi è diventata una pittrice vera, un po’ nella scuola di Matisse, e da allora non ha cessato di svilupparsi e di affermare una sua personalità molto originale.”

Affiancandosi allo spazio della GAM, all’assorbimento da parte di quanti vorranno visitare la mostra dei tanti giudizi affettuosi, chiari, netti, intrisi di una introspezione sempre ricca di parole estremamente soppesate, il mondo moraviano prenderà corpo al Circolo dei Lettori con “Nato per narrare: riscoprire Moravia”, una serie di incontri che vedranno al tavolo dei relatori persone di spicco, che in vario modo, nel presente e nel passato, si sono avvicinati a quel mondo: da Dacia Maraini a Carmen Llera Moravia (ad intervistarla Alain Elkann, 9 marzo alle Gallerie d’Italia), Elena Stancanelli che legge l’amore in Moravia nella lectio “L’insudicia amore”, come Umberto Saba definiva il gesto amoroso, le relazioni, il sesso nell’opera moraviana (14 marzo), Alberto Albinati “a partire da alcuni libri dello scrittore passa in rassegna le modalità con cui la scrittura tenta di rendere la fisicità, la sensualità, la consistenza e resistenza materiale di ciò che per sua natura non è traducibile in parole” (17 marzo), Camilla Baresani racconta i viaggi dello scrittura con “Moravia, il nostro Chatwin” (21 marzo) mentre Elena Loewenthal guiderà una “Maratona Moraviana” snodata in tre filoni, pensiero arte corpo, in compagnia di René De Ceccatty, Giorgio Ficara, Alessandro Grandelis, Luca Beatrice e Giorgio Papi. Tangram Teatro proporrà “Io ed Elsa”, uno spettacolo con Bruno Maria Ferraro e Patrizia Pozzi per la regia di Ivana Ferri, sul rapporto tumultuoso tra la Morante e Moravia. Ultimo appuntamento il 20 maggio, all’interno del Salone del Libro, il premio Pulitzer Jhumpa Lahiri ragionerà sulla dimensione oraziana dello scrittore nella lectio “Moravia è un autore classico?”

Necessario era anche un angolo a racchiudere un assaggio del cinema “di” Moravia, esiguo se si pensa che i film tratti da romanzi e racconti dello scrittore sommano a una quindicina, territorio più che appetitoso, con alterne riuscite, per sceneggiatori e registi. Ovvero si sentirà la mancanza di opere come “La romana” di Luigi Zampa, che aveva tra gli sceneggiatori Bassani e Flaiano, e de “La provinciale” di Soldati, grandi successi targati Lollobrigida, o della “Donna invisibile” di Paolo Spinola con una magistrale Giovanna Ralli. Ecco allora nell’atrio del cinema Massimo tredici scatti firmati da Angelo Frontoni e ripresi a Capri sul set del “Disprezzo” di Jean-Luc Godard con la Bardot. La pellicola (in programma il 14 marzo) si unisce a “Il conformista” di Bertolucci (12 marzo), a “La Ciociara” di De Sica (26 marzo) e a “Gli indifferenti”, ritratto impietoso di una famiglia degli anni Venti, attorno al rampollo Michele Ardengo, in un girotondo di noia e di ipocrisie, di disfatte morali, di perfide meschinità, di disfacimenti personali, di un vuoto che offriva nelle pagine del romanzo una visione estremamente moderna. Moravia iniziò a scriverlo nel 1925, durante la sua permanenza nel sanatorio di Bressanone. Lo pubblicò nel 1929, a spese proprie, aveva soltanto ventun’anni.

Elio Rabbione

Nelle immagini: Elisabetta Catalano, “Alberto Moravia”, 1970, Torino, GAM; Gisberto Ceracchini, “Ritratto di Moravia giovane”, 1928, Roma, Casa Museo Alberto Moravia; Carlo Levi, “Ritratto di A. Moravia”, 1930, Roma, Casa Museo Alberto Moravia; Antonio Recalcati, “Ritratto di Moravia”, 1987, Roma, Casa Museo Alberto Moravia; Enrico Paulucci, Venezia Canal Grande”, 1932, Torino, GAM; Titina Maselli, Tramonto nello stadio”, 1973, Torino, GAM.

Arrestato per estorsione due volte in 10 giorni

La Polizia di Stato di Torino ha arrestato un cittadino rumeno di ventinove anni e denunciato due suoi connazionali poiché gravemente indiziati del tentativo di estorsione ai danni di automobilisti.

L’intervento è nato dalla segnalazione al 112 Numero Unico di Emergenza da parte di un residente nella zona di Corso Vittorio Emanuele II, altezza via San Francesco da Paola, che dopo aver parcheggiato la propria auto in strada era stato avvicinato dal ventinovenne che gli chiedeva insistentemente di dargli dei soldi: diversamente, gli faceva intendere, gli avrebbe danneggiato l’auto.

In tale frangente, erano anche presenti due connazionali del ventinovenne, a loro volta intenti a chiedere denaro ad altri utenti della strada. L’automobilista, temendo un male ingiusto per sé, spostava la propria auto e nel contempo segnalava l’accaduto al Numero Unico di Emergenza.

Gli agenti del Commissariato di P.S. Centro, ricevuta la nota dalla centrale radio, si dirigevano immediatamente sul posto, fermando i tre cittadini rumeni.

Il ventinovenne, che già il 2 Aprile scorso era stato fermato nella stessa zona dai medesimi operatori per aver verosimilmente estorto alcuni euro ad una ragazza che voleva parcheggiare la propria autovettura. Per tali fatti, in data 4 Aprile, il Gip del Tribunale di Torino emetteva a carico del ventinovenne la misura del divieto di dimora nel Comune di Torino; i suoi presunti complici sono stati denunciati.

Incontro con il Sindaco Chieri

LA PANCHINA DEL SINDACO

 

                                                            

Venerdì 21 aprile 2023 – ore 17.30 Zona via Chiadò – Strada Roaschia

Torna la “panchina del Sindaco”. Dopo San Silvestro, Parco Levi, via della Gualderia, il giardino di via Monti/via Lombroso, il quinto appuntamento è in programma venerdì 21 aprile, alle ore 17,30, in zona via Chiadò – Strada Roaschia, dove il Sindaco Alessandro Sicchiero incontrerà i cittadini.

 

La “panchina del Sindaco” è un modo diretto per dialogare con il Sindaco e condividere proposte ed azioni per il miglioramento della città.

«Ho ritenuto opportuno organizzare dei momenti informali di confronto con i cittadini nelle varie zone di Chieri, momenti che riproporrò periodicamente-spiega Alessandro SICCHIERO-Non ho la pretesa di ‘avvicinare le istituzioni ai cittadini’, anche perché a Chieri, per quanto si possa sempre fare più e meglio, la vicinanza è quotidiana: non solo perché chiunque mi può fermare per strada, venirmi a parlare in Municipio, dialogare con me sui social o telefonarmi, ma perché la nostra amministrazione in questi tre anni ha promosso molti incontri con i residenti per confrontarsi sui progetti che li riguardano direttamente, abbiamo avviato diverse iniziative partecipative e siglato oltre venti patti di condivisione. Dunque, nessuna ‘distanza’ da superare, ma il mio desiderio di incontrare le persone nei loro luoghi di vita e di ritrovo. Sedendomi con loro su una panchina, per ascoltare, spiegare, raccogliere le lamentele (so che non mancheranno), informarli del lavoro fatto e delle opportunità che si possono sfruttare e, soprattutto, per condividere proposte e azioni per rendere la nostra Chieri una città dove sia sempre più piacevole vivere e veder crescere i propri figli».

Cade da una catasta di legno, batte la testa e muore

Cadendo da una catasta di legno da un’altezza di  circa due metri è morto un  79enne di Rivalta. I soccorritori del 118 hanno potuto solo constatare il decesso dovuto al fatto che l’anziano ha battuto la testa contro una pietra. Sulla vicenda  indagano i carabinieri.

Truffe agli anziani, un progetto della Polizia Locale per contrastare il fenomeno

 

Quello dei volantini falsi è solo l’ennesimo tentativo di alcuni malviventi di introdursi indisturbati nelle case facendo leva sulla preoccupazione, soprattutto tra gli anziani, sperando di indurre i malcapitati a lasciare le abitazioni incustodite, così da potervi accedere per rubare soldi, gioielli o preziosi.

Nei giorni scorsi, in alcuni stabili della città, erano stati affissi dei falsi volantini firmati dal Ministero dell’Interno che invitavano i cittadini non residenti a lasciare i loro alloggi.   Lo stesso finto volantino segnalava che le Autorità avrebbero fatto dei controlli nelle abitazioni durante i quali i condomini avrebbero dovuto esibire i loro documenti personali.

Si tratta di una truffa per la quale la Polizia di Stato ha già emanato un comunicato stampa in cui rassicura la cittadinanza sulla falsità del documento e raccomanda di denunciare alle Autorità la presenza di volantini simili.

La Polizia Locale, che da sempre è impegnata in campagne di sensibilizzazione per il contrasto di quelle azioni che rendono la vita dei cittadini e delle cittadine meno sicura, quest’anno ha avviato un progetto di prevenzione e contrasto delle truffe agli anziani.

Dal mese di maggio, il personale del Reparto di Polizia Giudiziaria e del Reparto di Prossimità coinvolto nel progetto, accuratamente selezionato e appositamente formato per tale finalità, opererà in luoghi di aggregazione delle persone anziane quali uffici postali, bocciofile, parrocchie e parchi cittadini, sensibilizzando i cittadini in merito al pericolo di ogni genere di truffa. Gli incontri con le persone appartenenti alle fasce deboli avranno lo scopo di affinare la percezione del pericolo, dando indicazioni sul come affrontare comunicazioni con persone che destano sospetti.

Al termine di ogni incontro, gli agenti rilasceranno un pieghevole riassuntivo contenente i consigli generali di sicurezza per riconoscere le innumerevoli strategie utilizzate dai malviventi, per prevenirle e per dare ai cittadini uno strumento per difendersi dai tentativi di truffa.

Il progetto prevede anche una parte operativa che vede impegnati gli uomini del Reparto di Polizia Giudiziaria in servizi di vigilanza attiva e repressiva in abiti borghesi nei luoghi dove solitamente le persone anziane si recano per ritirare la pensione.

Un altro aspetto innovativo riguarda la possibilità di poter effettuare le denunce dal proprio domicilio. Le vittime di truffa potranno chiamare la Polizia Locale che si recherà nell’abitazione per prestare assistenza e ritirare direttamente la denuncia.

Affitti, a Torino il 60% degli inquilini è single

L’analisi delle locazioni realizzate attraverso le agenzie del Gruppo Tecnocasa nel corso degli ultimi anni evidenzia risultati interessanti. Alcune tendenze comparse con l’arrivo della pandemia sono ancora in atto, ma con un’intensità minore rispetto al 2020 e al 2021, altre invece sono tornate a livelli standard. Lo studio ha riguardato i semestri compresi tra il 2019 e il 2022 e nel primo semestre del 2022 l’analisi è stata condotta su 4.268 contratti di locazione.

Il mercato degli affitti consacra il ritorno degli studenti e dei lavoratori trasfertisti, che già nella seconda parte del 2021 avevano dato segnali di ripresa. In Italia nel primo semestre del 2022 il 25% degli affitti è stipulato da lavoratori trasfertisti, il 3,8% da studenti universitari e il 71,2% da persone che hanno scelto di vivere in affitto. Da segnalare che gli studenti universitari si muovono sul mercato principalmente nella seconda parte di ogni anno, nel secondo semestre del 2021 infatti componevano il 13,1% sul totale dei contratti stipulati, percentuale anche più alta di quella che si registrava nel 2019. Stesse tendenze si evidenziano anche a Milano, le quote però sono molto più alte rispetto alle medie registrate in Italia, nel capoluogo lombardo infatti il 45,6% degli affitti riguarda lavoratori trasfertisti e il 13,6% studenti universitari, questi ultimi nella seconda parte del 2021 arrivavano al 35,6%.

In crescita l’utilizzo dei contratti a canone concordato e a carattere transitorio, ma il contratto più utilizzato a livello nazionale rimane sempre quello a canone libero (45,8%). Ancora più marcato l’utilizzo di contratti a canone libero a Milano dove si attesta al 72,6%, in crescita i contratti a carattere transitorio (26,2%), mentre non si stipulano quasi mai contratti a canone concordato (1,2%). La tipologia più affittata è il bilocale, a livello nazionale si raggiunge il 40%, a Milano si arriva al 58%.

In conclusione, le nostre analisi confermano il perdurare di alcune tendenze che erano emerse nei mesi successivi alla pandemia, ma la loro portata è più contenuta rispetto al recente passato, con molti indicatori che sembrano riavvicinarsi ai valori del 2019. Saranno i prossimi semestri a dirci se questa inversione di tendenza riporterà il mercato ai valori standard, oppure se alcune nuove abitudini siano ormai diventate strutturali nel nostro mercato immobiliare.

Fonte: Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa

Il Centro, dopo il populismo, a Giaveno il libro di Merlo

Lo scrittore e giornalista Giorgio Merlo, già parlamentare e attuale sindaco di Pragelato, presenta a Giaveno il suo recente volume uscito per Marcianum Press

Il 21 aprile, alle 21 presso la sala Consiliare di Villa Favorità, in dialogo con l’onorevole Daniela Ruffino e Osvaldo Napoli, presidente regionale di Azione

Può nascere – e come – una forza centrista non nostalgica o residuale, capace di date una casa alle culture politiche popolari e liberaldemocratiche interpretando una “politica di centro” riformista e innovatrice? La questione è di quelle che animano periodicamente il dibattito politico, in qualche modo sempre alle prese con l’evidente insufficienza del bipolarismo muscolare. Argomento evergreen nella mai compiuta “transizione italiana”. E ancor di più in questi ultimi giorni che sembrano aver segnato l’addio definitivo alla formazione del partito unico terzopolista, ma non la dichiarata da più parti urgenza di una Terza Forza. Al tema del centro è dedicata l’ultima fatica libraria dello scrittore e giornalista Giorgio Merlo, più volte parlamentare e attualmente sindaco di Pragelato. Sempre impegnato a riaffermare il valore della presenza politica e culturale dei cattolici democratici e del popolarismo di ispirazione cristiana, l’autore si concentra su – questo il titolo dell’agile ma sapido pamphlet – “Il centro dopo il populismo”. Questo il titolo del volume, edito da Marcianum Press e prefatto da Elena Bonetti, già Ministro per la Famiglia nel Governo Draghi ed esponente di spicco di Italia Viva. Il libro sarà presentato venerdì 21 aprile a Giaveno, su iniziativa dell’associazione “Piemonte al Centro”, alle 21 presso la Sala Consigliare dell’Unione Montana Val Sangone a Villa Favorita (via XXIV Maggio, 1). L’autore si confronterà sui temi del libro e sulle prospettive della ricostruzione del centro politico con l’onorevole Daniela Ruffino e Osvaldo Napoli, già parlamentare e presidente regionale di Azione. Modera il giornalista Marco Margrita, direttore de “Il nuovo Monviso” e della comunicazione di Echos Group.

Doppio debutto all’Auditorium RAI: dirige il maestro tedesco Thomas Guggeis, pianista il francese Alexandre Kantarow

giovedì 20 aprile e venerdì 21 aprile

Doppio debutto  giovedì 20 aprile alle ore 20.30 e venerdì 21 aprile alle 20 ( in live streaming su raicultura.it) per il direttore tedesco Thomas Guggeis e il pianista francese Alexandre Kantarow nel concerto che vedrà protagonista l’Orchestra Nazionale della RAI all’Auditorium RAI Arturo Toscanini di Torino.

Thomas Guggeis, balzato all’attenzione del grande pubblico dopo aver sostituito nel 2018 Christoph von Dohnanyi alla Staatsoper di Berlino nell’acclamata produzione di Salomè di Strauss, attualmente ricopre il ruolo di “Staatkapellmeister” alla Staatsoper di Berlino.

In apertura di serata egli proporrà  “Le danze di Galanta” di Zoltan Kodaly, scritte nel 1933 per celebrare gli ottanta anni della Filarmonica di Budapest e ispirate alle melodie tzigane tipiche di Galanta, la città in cui il compositore ungherese trascorse alcuni anni della sua infanzia.

Alexandre Kantorov, per il suo debutto con l’Orchestra Nazionale della RAI, proporrà il Concerto n 1 in fa diesis minore per pianoforte e Orchestra op.1 di Sergej Rachmaninov, iniziato dal compositore all’età  di soli diciotto anni, nel 1890, quando era allievo al Conservatorio di Mosca.

Questo concerto fu iniziato nel 1890 nel suo primo tempo, eseguito come saggio scolastico a Mosca nel marzo 1892, solista lo stesso compositore e direttore Vasilij Safinov. Nel frattempo completò  la partitura scrivendo i due movimenti mancanti. La prima esecuzione completa si ebbe a Londra il 4 ottobre 1899.

Nel 1917, poco prima di fuggire dalla Russia colpita dalla Rivoluzione d’ottobre, il compositore decise di sottoporre il suo op 1 ad un’ampia revisione. La partitura viaggiò con lui in America e venne modificata, lievemente nel primo tempo, radicalmente nel secondo e nel terzo, riveduta completamente nell’orchestrazione.In questa veste definitiva viene normalmente eseguita nelle sale da concerto e ricevette il suo battesimo il 29 gennaio 1919, a New York, diretto da Modest Altschuler, solista l’autore. In questo concerto la concezione dell’armonia risulta molto più moderna, come dimostra la trasformazione di una sezione del terzo tempo dalla originaria tonalità del re maggiore a quella lontanissima del mi bemolle maggiore.

Privo di temi portanti che abbiano una forte connotazione espressiva, il Concerto n. 1 risulta il più  oggettivo e astratto tra i quattro concerti per pianoforte e Orchestra dell’autore, il più  asciutto emotivamente e il più  complesso, ma anche il più estraneo a quella estetica che anni dopo dettò allo stesso Rachmaninoff la dichiarazione secondo cui “La musica deve esprimere il paese di nascita del compositore,  i suoi amori, la sua religiosità,  i libri che l’hanno influenzato, le pitture che ama, la somma delle sue esperienze”.

Nella seconda parte della serata Guggeis proporrà il concerto  per Orchestra di Bela Bartok, dedicato alla memoria di Natalia Kussevitzky e eseguito per la prima volta dalla Boston Symphony Orchestra a New York nel 1944. Il brano risulta il capolavoro  della maturità  del compositore,  scritto durante i difficili anni dell’esilio americano e si dimostra capace di attenuare gli aspetti più aggressivi e arditi tipici del linguaggio dell’artista ungherese, in favore di una significativa linearità  espressiva e di una immediata cantabilità che si richiama alle melodie di una patria lontana.

I biglietti da 9 a 30 euro sono in vendita sul sito dell’OSN della RAI o presso la biglietteria dell’Auditorium della RAI di Torino.

Informazioni 0118104653.

MARA MARTELLOTTA

Ragazza morta e 7 feriti nello scontro. Arrestato il conducente

È stato arrestato il conducente di un’auto accusato dell’incidente  tra 3 vetture, avvenuto nel Cuneese nel quale una giovane  di 18 anni è morta e altre 7 persone sono rimaste ferite.

La ragazza si trovava  sul sedile posteriore dell’Audi guidata dall’automobilista. L’uomo è stato fermato dai carabinieri con l’accusa di omicidio stradale aggravato.

Sequestrati beni per 4 milioni a “contabile della ‘Ndrangheta”

La Direzione Investigativa Antimafia ha confiscato beni per 4 milioni  a un commercialista considerato il contabile di una famiglia affiliata alla ‘ndrangheta nella provincia di Torino, già in carcere per una precedente indagine. La famiglia cui sarebbe affiliato sarebbe responsabile di attività criminose quali sequestri di persona e narcotraffico internazionale. La Dia ha  sequestrato quattro aziende operanti nei settori edile, agricolo e contabile, 66 beni immobili in Piemonte e in Basilicata e 18 operazioni finanziarie.