ilTorinese

ll TAR accoglie tre ricorsi: studenti delle medie torinesi tutelati

Contro bocciature inique ed esclusioni legge 104

Negli ultimi giorni il Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte ha emesso tre ordinanze di grande rilievo, tutte accomunate da un principio chiaro: i diritti degli studenti delle scuole medie devono essere pienamente rispettati, e le decisioni scolastiche che incidono sul loro percorso non possono basarsi su motivazioni generiche o procedure irregolari. Di seguito i casi prospettati nei ricorsi discussi dagli Avvocati Gallenca e Callà alla prima collegiale di settembre del Tar Piemonte.

Caso 1 – La bocciatura senza adeguata istruttoria

In un primo ricorso, i giudici hanno censurato la delibera con cui un alunno di seconda media era stato non ammesso alla classe successiva . Il TAR ha ricordato che la bocciatura alla scuola secondaria di primo grado è misura eccezionale e può avvenire solo se sorretta da una valutazione complessiva dell’intero percorso scolastico. Nel caso concreto, mancava un’analisi approfondita delle reali possibilità di recupero dell’alunno: ciò ha reso insufficiente la motivazione della decisione.

Caso 2 – La delibera priva di trasparenza

In un secondo procedimento, riguardante una studentessa di prima media, il TAR ha accolto le censure relative alla scarsa chiarezza del verbale del Consiglio di classe . Non solo la motivazione si limitava a richiamare genericamente la mancanza di impegno, ma non era stata riportata l’indicazione dei voti espressi da ciascun docente. Per i giudici, una tale omissione contrasta con i principi di trasparenza e collegialità, particolarmente importanti quando si decide il futuro scolastico di un minore.

Caso 3 – L’accesso negato al percorso musicale

Il terzo ricorso riguardava l’iscrizione a un indirizzo musicale . Una studentessa con Piano Educativo Individualizzato (PEI) si era vista negare l’ammissione, ma le prove di selezione erano state svolte senza adottare le misure compensative previste dal regolamento e senza garantire una corretta prova attitudinale. Il TAR ha stabilito che le verifiche dovranno essere ripetute, ribadendo che il diritto all’inclusione non può essere sacrificato.

Un principio comune: il diritto allo studio come priorità

Le tre decisioni, pur diverse tra loro, rafforzano un messaggio unitario: la scuola media è un segmento formativo in cui la bocciatura e l’esclusione devono rimanere casi limite. La regola è l’ammissione alla classe successiva e la piena valorizzazione dei percorsi personalizzati.

Il TAR richiama così le istituzioni scolastiche a un maggiore senso di responsabilità: valutazioni più approfondite, motivazioni più chiare e rispetto rigoroso dei diritti degli studenti, soprattutto di quelli con bisogni educativi speciali.

Un segnale forte anche per le famiglie, che vedono riaffermata la centralità del diritto all’istruzione e la possibilità di contestare decisioni scolastiche viziate da carenze istruttorie o da procedure non trasparenti.

Avv. Stefano Callà
Studio Legale Scuola

“Grafica ed ex libris” in mostra al Castello dei Paleologi

Mostra Internazionale Biennale

In ricordo del Dott. Gian Carlo Torre  e del componente del Gruppo Arte Antonio Barbato

Il “Gruppo Arte Casale” comunica che la XVI edizione della Mostra Collettiva Biennale Internazionale “GRAFICA ED EX LIBRIS” si terrà presso le Sale Chagall del Castello dei Paleologi a Casale Monferrato (AL) dal 13 settembre al 5 Ottobre 2025, con il Patrocinio del Comune e della Regione Piemonte.

A documentazione della mostra verrà stampato un catalogo di 120 pagine bilingue con testi e immagini delle opere e relativa biografia degli artisti (visitabile sul sito www.graficaedexlibris.it).

Hanno aderito 100 artisti incisori provenienti da varie nazioni con 500 opere.

L’esposizione illustrerà le varie tecniche grafiche tradizionali quali xilografia, acquaforte, acquatinta, puntasecca, maniera nera, litografia, linoleografia, oltre a nuove sperimentazioni quali l’incisione su plexiglass, la fotografia, l’elaborazione al computer. La mostra verrà visitata da parecchie persone appassionate di grafica, artisti, critici, collezionisti e alunni delle scuole cittadine primarie e secondarie. Saranno esposti anche libri di grafica incisa, cataloghi, documenti, foto.

Verrà allestita anche una vetrina con l’esposizione degli strumenti da lavoro dell’incisore e stampatore: matrici lignee e calcografiche, pietre litografiche, bulini e sgorbie, inchiostri, rulli, caratteri da stampa.

La mostra vuole far conoscere la stampa e soprattutto l’ex libris, ovvero quel piccolo foglietto che identifica la personalità e il mondo poetico del proprietario del libro. I collezionisti possono mettersi in contatto con gli artisti e scambiare o ordinare l’esecuzione di ex libris dando indicazione su cosa raffigurare per essere al meglio rappresentati.

Le edizioni passate sono state dedicate ai grandi maestri dell’incisione: 1993 Tranquillo Marangoni, 1995 Bruno da Osimo, 1997 Benvenuto Disertori, 1999 Bruno Colorio, 2001 Remo Wolf, 2003 Italo Zetti, 2005 Publio Morbiducci, 2007 Pietro Parigi, 2009 Ercole Dogliani,

2011 Antonello Moroni, 2013 Luigi Servolini, 2015 Adolfo De Carolis, 2017 Emilio Mantelli,

2021 Rivista “Xilografia”, 2023 Rivista “l’Eroica”.

Chi volesse maggiori notizie sulla mostra può contattare il Gruppo Arte Casale, Organizzatori responsabili: Pio Carlo Barola, Antonio Barbato e Gianpaolo Cavalli.

cell. 348.7629167, barolapio@libero.it www.graficaedexlibris.it

ORARIO MOSTRA: feriali 16.00 – 19.00 / sabato e domenica 10.00 – 13.00 / 15.00 – 19.00

Chiuso il Lunedì

Istituto comprensivo di Trana, palestra e ampliamento

A seconda della soluzione adottata, costerà da 2 milioni e 252.000 euro ad oltre 3 milioni più IVA la riorganizzazione funzionale dei plessi scolastici della sede di via Dante Alighieri dell’Istituto Comprensivo di Trana. La valutazione emerge dallo studio di fattibilità delle alternative progettuali che i tecnici della Direzione Azioni integrate della Città metropolitana di Torino hanno redatto su richiesta dell’amministrazione comunale. L’obiettivo perseguito dal Comune di Trana è l’incremento della capienza del plesso scolastico principale del paese, per poter accogliere l’utenza che attualmente frequenta le succursali nella frazione San Bernardino, nella prospettiva di una eventuale dismissione delle sedi scolastiche distaccate. L’amministrazione comunale intende dotare il plesso scolastico principale di una una nuova palestra (con i relativi locali accessori) adeguata anche ad accogliere le società sportive del territorio al di fuori dell’orario scolastico. L’ampliamento dovrà consentire inoltre la ricollocazione degli uffici della direzione didattica e amministrativa e della biblioteca; quest’ultima potrà essere aperta al pubblico in orari prestabiliti e disporre di alcuni spazi comuni.

La redazione del documento di fattibilità delle alternative progettuali è utile per pianificare strategicamente la gestione dei vari plessi scolastici dell’Istituto Comprensivo e per programmare il finanziamento dell’opera, valutando la possibile richiesta di contributi per la realizzazione dei vari interventi.

Il plesso scolastico principale di Trana è costituito da tre blocchi strutturalmente indipendenti tra loro: il corpo principale della scuola, la palestra e gli spogliatoi. Il blocco nord del plesso ospita al piano terra la scuola primaria e al piano superiore la scuola secondaria di primo grado. Il blocco sud accoglie la scuola dell’infanzia. Il piano sottotetto offre due spazi per laboratori e locali di sgombero, mentre il piano interrato comprende locali adibiti ad autorimessa, a sgombero, a deposito e a biblioteca-deposito libri, oltre ad alcuni locali tecnici.

La soluzione A elaborata dai tecnici della Città metropolitana accoglie l’esigenza dell’amministrazione comunale di realizzare un impianto sportivo idoneo ad ospitare competizioni in presenza di pubblico, mentre la soluzione B propone una palestra di dimensioni limitate, in grado di accogliere l’attività scolastica e la pratica non agonistica.

La soluzione A, che comporterebbe un investimento di 3 milioni e 73.000 euro più IVA al 10%, prevede che le attività scolastiche tradizionali siano collocate interamente nell’edificio esistente, mentre l’ampliamento a nord sarebbe destinato alle attività che contemplano anche un utilizzo extrascolastico o un’apertura al pubblico pomeridiana o serale, come la nuova palestra, da realizzare sul sedime di quella attuale e occupando residualmente una porzione dell’area esterna. Le dimensioni interne previste per l’impianto sono di 32 metri per 24, con un’altezza libera sotto trave di 8 metri. La superficie della palestra è ipotizzata come suddivisa in uno spazio tribuna destinato al pubblico, con una capienza di circa 112 spettatori, un locale per il deposito delle attrezzature e un parterre per gli atleti, dimensionato per la pallavolo e il basket o minibasket.

Lo studio di fattibilità prevede poi un secondo corpo di fabbrica a due piani fuori terra adiacente alla palestra, che ospiterebbe al piano terra gli spogliatoi maschili e femminili e per gli insegnanti (oppure per la squadra di casa, gli ospiti e gli arbitri), le docce e i servizi igienici, i locali tecnici a servizio di tutto l’ampliamento e la nuova biblioteca, che potrà essere utilizzata al di fuori dell’orario scolastico con un accesso dall’esterno. Al primo piano, raggiungibile con un ascensore e una scala interna, potrebbero essere collocati gli uffici amministrativi e direzionali, un archivio e una sala polivalente. La nuova costruzione verrebbe collegata alla scuola esistente da un corridoio vetrato, che avrebbe le funzioni di ingresso e spazio di distribuzione.

La soluzione B, che stima l’importo dei lavori in 2 milioni e 252.000 euro più IVA al 10%, ipotizza invece la realizzazione di una palestra di tipo scolastico, con un’estensione interna di 15 metri per 25, in grado di ospitare un campo da pallavolo regolamentare ed uno da minibasket da 11 metri per 20, con una fascia di rispetto perimetrale di 2 metri. La soluzione B consente di rispettare l’ampiezza minima di 330 metri quadrati prevista per gli spazi destinati all’attività sportiva e di ospitare attività sportive amatoriali in orario extrascolastico, escludendo la possibilità di svolgervi competizioni o di ospitare pubblico. Rispetto alle soluzione A, i locali destinati a spogliatoi, uffici e biblioteca restano invariati, così come il corpo di collegamento. Per quanto riguarda il corpo palestra, la realizzazione dell’edificio in ampliamento prevede una struttura mista tra cemento armato, cemento armato precompresso e legno. Per l’avancorpo più basso è prevista una struttura a telaio in cemento armato.

In ambedue le soluzioni i tecnici hanno indicato come preferibile la prefabbricazione strutturale, che consentirebbe di coprire luci elevatesostenere i carichi elevati dovuti alle condizioni di utilizzo e velocizzare le tempistiche di cantiere in fase di realizzazione.

Lo studio di fattibilità delle alternative progettuali prevede la ristrutturazione dell’edificio principale per adeguare i locali alle nuove destinazioni d’uso, alcune sistemazioni esterne, come il rifacimento della piastra polivalente, l’incremento dei posti auto con un parcheggio antistante l’accesso su via Colla, con la necessità in quest’ultimo caso di procedere ad un esproprio di circa 700 metri quadrati di terreno privato.

 

La legge truffa, le mondine e i pifferi di montagna 

 

Una mattina di fine ottobre dalle parti di Oira sul lago d’Orta nella cucina dello Scardola, al secolo Cristoforo Clemente, rinfrancati nel corpo e nello spirito davanti a una bottiglia di Gattinara ( lo Scardola ne teneva sempre una a portata di mano, per le emergenze) Faustino diventò loquace e in vena di ricordi, rammentando episodi del passato come quello in cui, poco più che ragazzo, dovette nascondersi nel fosso di una risaia a Borgovercelli. Era di maggio, verso la metà del mese. L’anno non poteva certo scordarselo: il 1953. “ A quel tempo ero un giovane operaio e da meno di un anno ero stato indicato dal partito a rappresentarne l’organizzazione giovanile a livello provinciale. Allora mi avanzava poco tempo per pescare le anguille”.

 

Faustino  Girella-Nobiletti a quel tempo era uno dei più brillanti e vivaci dirigenti della gioventù comunista novarese. Un’attivista coi fiocchi, tanto bravo e affidabile che un giorno, su esplicita richiesta del senatore Leone, venne inviato a Vercelli. I comunisti della città del riso avevano richiesto ai cugini novaresi l’invio di “un compagno sveglio e in gamba per una delicata azione di propaganda”. In ballo c’era la campagna elettorale contro la legge-truffa. “Dovete sapere che la legge elettorale varata quell’anno, che noi ribattezzammo legge truffa, fu una modifica in senso maggioritario della legge proporzionale vigente all’epoca dal 1946”. Promulgata il trentun marzo millenovecentocinquantatre la legge numero centoquarantotto, composta da un singolo articolo, introdusse un premio di maggioranza consistente nell’assegnazione del sessantacinque per cento dei seggi della Camera dei Deputati alla lista o a un gruppo di liste apparentate in caso di raggiungimento della metà più uno dei voti validi. Nel tentativo di ottenere il premio di maggioranza nelle elezioni politiche di giugno, la Democrazia Cristiana e altri cinque partiti si apparentarono. Al fianco dello scudocrociato c’erano socialdemocratici, liberali, repubblicani, gli altoatesini della Südtiroler Volkspartei e gli autonomisti del Partito Sardo d’Azione. “Noi, comunisti e socialisti, insieme a personalità come Ferruccio Parri e Piero Calamandrei avversammo con tutte le nostre forze quella legge”, aggiunse Faustino. Nel Paese era ancora vivo il ricordo della legge Acerbo, voluta da Mussolini in persona pochi mesi dopo la Marcia su Roma. In base a quella legge, la lista che prendeva più voti otteneva i due terzi dei seggi. E fu così che il listone fascista , grazie ai brogli e alle intimidazioni delle squadracce, nel ventiquattro ottenne il sessantaquattro virgola nove per cento dei voti, offrendo al regime una larga quanto fraudolenta base di consenso popolare.  Faustino, di fronte a quell’importante incarico, non volle farsi trovare impreparato e predispose con cura  il suo corredo. Infilò nel tascapane un po’ di vestiario di ricambio, la tuta, due pennelli ( “per le scritte murali”), una pagnotta di segale, una piccola toma di formaggio del Mottarone. Raggiunse Novara in treno e da lì Vercelli, viaggiando su di un carro carico di fieno. Recatosi alla sede del Pci in corso Prestinari, trovò ad attenderlo Francesco Leone in persona. Il senatore era un personaggio di prim’ordine. Noto antifascista e fondatore del Partito Comunista, comandante antifranchista durante la guerra civile spagnola e dirigente di spicco della Resistenza. La prima sorpresa l’ebbe in quel momento. L’incarico che egli era stato riservato consisteva nel contattare i vecchi monarchici vercellesi ai quali, spacciandosi per un inviato della casa Reale ( i Savoia erano in esilio a Cascais , in Portogallo), doveva rivolgere l’invito alla mobilitazione contro quella legge-tagliola. Già in Parlamento, i rappresentanti del Partito Nazionale Monarchico avevano votato contro la legge e il suggello della casa Reale serviva a rinvigorire la critica. Fu così che , lasciato perdere il suo corredo da propagandista dovette infilarsi un completo grigio scuro non proprio della sua misura, visto che  gli andava un poco stretto di spalle, era corto di maniche e risultava lungo di gamba. Ma, come precisò con voce ferma Francesco Leone erano “particolari ai quali non si doveva prestare troppa attenzione”. Dopotutto, in quegli anni duri del dopoguerra, anche a un inviato dei Savoia sarebbero stati perdonati certi difettucci sartoriali. L’anello con il sigillo della Real Casa invece gli andava a pennello. Massiccio e lucente, pareva vero in tutto e per tutto. Merito di Gianni Fiorino, un artigiano orafo di Valenza che aveva fatto il partigiano in Valsesia con Cino Moscatelli. “Mi venne da ridere, guardandomi allo specchio”, confidò Faustino. Rise ancora di più quando, apprendendo che sua madre dimorava a Pratolungo, una frazione di Pettenasco, sfruttando quel suo doppio cognome, il Partito decise di affibbiargli anche un titolo nobiliare: Fausto Girella-Nobiletti, Conte di Pratolungo. Ah, se l’avesse saputo quel suo amico e compagno, sindacalista dei tessili della FIOT-CGIL. Lui sì che portava un nome e un cognome in grado di far scattare sull’attenti ogni monarchico: Umberto Re. Con il cognome a precederne il nome si sarebbe ottenuta la più alta carica dei Savoia.

Ma non era il caso di esagerare. Con la nuova identità, in un paio di settimane, Faustino girò in lungo e in largo il vercellese. Dal tè e pasticcini nei salotti di anziane dame ai cascinali più spersi, dove vivevano contadini, mezzadri e fittavoli rimasti fedeli alla Corona, il falso inviato di casa reale si diede da fare come un dannato per illustrare ai suoi interlocutori la volontà di Sua Maestà.“ Il Re Umberto II d’Italia, vede come il fumo negli occhi questo  disegno ordito dai democristiani e dai loro alleati, del quale questa ignobile legge rappresenta l’arma più subdola e pericolosa”, diceva a tutti, con piglio combattivo. In fondo, da quanto s’intuiva, il Re di Maggio non la pensava tanto diversamente. Bastava calcare la mano qua e  là per scaldare le passioni represse dei fedelissimi di casa Savoia. Tutto andò liscio, tra baciamano e saluti militareschi, finché non accadde il guaio. E che guaio! Durante il suo girovagare, capitò sull’aia di un cascinale dove aveva appuntamento con un anziano veterinario. Aveva da poco, come si usa dire, attaccato bottone  quando udì un canto che conosceva bene, anzi, benissimo: “Son la mondina, son la sfruttata /, son la proletaria che giammai tremò/ Mi hanno uccisa, incatenata/ carcere e violenza, nulla mi fermò. Coi nostri corpi sulle rotaie / noi abbiam fermato i nostri sfruttator / c’è molto fango sulle risaie/ ma non porta macchia il simbol del lavor.”. Si era imbattuto, colmo della sfortuna, in un gruppo di mondine. Alcune di loro, l’anno prima, avevano partecipato alle lotte sindacali per i contratti, il salario e l’occupazione nelle risaie a Lumellogno, nella bassa novarese. Lì avevano conosciuto proprio lui, il Faustino, nella veste di dirigente dei giovani comunisti. Una di loro, oltretutto, una morettina di un paese vicino a Reggio Emilia, l’aveva conosciuto molto ma molto bene e a fondo. Quando lo videro lì, vestito come un “sciùr”, parlare fitto con quel vecchio di cui tutti conoscevano le idee monarchiche, per di più tenendolo amichevolmente sottobraccio, ammutolirono. Lo sconcerto durò una manciata di secondi e , come  quando scoppia un temporale estivo, si scatenò il putiferio. Insultandolo in tutti i modi possibili ( “traditore”, “venduto”, “carogna”..) lo fecero correre a perdifiato fin quando riuscì a nascondersi nel fosso pieno d’acqua. A mollo, in compagnia delle rane, ci stette fino a notte tarda. Scampato il pericolo, nei giorni successivi , ormai bruciata la sua copertura e smessi i panni da uomo del Re, tornò  mestamente a casa, con una tosse carogna e un fastidioso raffreddore. La settimana successiva, il  sette giugno millenovecentocinquantatre, all’apertura dei seggi ,la vittoria del blocco centrista sembra scontata. I forchettoni, così ribattezzati da Giancarlo Pajetta, si apprestavano a spartirsi la torta elettorale. E invece, accadde il miracolo. Con grande sorpresa, lunedì otto, dalle urne le forze politiche della coalizione ottennero un quarantanove virgola ottantacinque per cento, arrestandosi ad un soffio dalla meta.

Così, non potendo usufruire del premio di maggioranza , la legge divenne inefficace e più tardi venne abrogata. Per circa  cinquantasettemila voti non scattò il temuto premio di maggioranza. Rispetto al quarantotto la Dc perse più di otto punti e tutte le liste apparentate arretrarono. Il Pci ottenne il ventidue e sei per cento, il Psi il dodici e sette. I monarchici, a loro volta, passarono dal due e otto al sei e nove per cento. Il leader dei socialdemocratici, Giuseppe Saragat, sconsolato, esclamò: “La colpa è del destino cinico e baro”. Faustino, in cuor suo, è sempre rimasto convinto di aver dato una bella mano per far lievitare quel cinismo del destino. E pazienza se il giornale della Curia vercellese ( chissà come l’avevano saputo..)  gli dedicò un corsivo al vetriolo, intitolato “I pifferi di montagna vennero per suonare e furono suonati”. Nonostante fossero passati tanti anni, nel ricordare la storia del suo bagno più famoso, non nascondeva il rammarico per l’incidente con le mondine. Con alcune di loro ebbe l’occasione di spiegarsi più avanti, ma aveva avuto la sensazione che, pur fidandosi più del partito che di lui, non compresero le ragioni strategiche che l’avevano costretto  a vestire, in quelle due settimane, i panni stretti del Conte di Pratolungo.

Marco Travaglini

“I sogni dei vecchi”

In una mostra che “intreccia memoria e futuro”, la torinese “CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia” espone i potenti “Ritratti” di Arianna Arcara

Dal 25 settembre al 19 ottobre

Oh, finalmente rivedo scritta (questa volta nel titolo di una mostra) la parola “vecchi”! E non insulsi eufemismi (ma non scherziamo!) del tipo “diversamente giovani” o “attempato” o  “âgé” o che altro. Vada ancora ancora per “anziani”. Ma non stiamo a girarci attorno. La “VECCHIAIA” è un’età della vita che fa parte (e che parte!) della vita. E non c’è “lifting” o “botulino” o “acido ialuronico” che tengano. E, del resto, ben fortunati coloro che riescono ad acchiapparla, la vecchiaia. Con tutti i suoi malanni, i suoi problemi, le sue solitudini, le sue magnifiche rughe, ma anche le sue gioie, i suoi piaceri, il suo orgoglio, le sue mille sfaccettature, il suo “pieno” di esperienza e saggezza (si spera!) da portare avanti fino allo sconosciuto traguardo. Con serenità, se ci è data la possibilità. Anche perché, come diceva – forse a ragione – la grande scrittrice e poetessa americana Gertrude Stein “dentro abbiamo sempre la stessa età”. Arma infallibile: la capacità ancora intatta, a qualsiasi età, di “sognare”. Basta volerlo. “Il sogno è una freccia lanciata verso il futuro: incerto, fragile, ma capace di tenerci vivi fino all’ultimo giorno”.

 

A sostenerlo sono gli organizzatori del progetto fotografico “I sogni dei vecchi”, commissionato da “Chora Media” alla fotografa Arianna Arcara (co-fondatrice del Collettivo Fotografico “CESURA” e della Casa Edtrice “CESURA Publish”) e sostenuto da “Fondazione Amplifon”, che da giovedì 25 settembre a domenica 19 ottobre sarà ospitato da “CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia” di Torino, nell’ambito dei “Chora & Will Days” e contemporaneamente alla nascita del nuovo Magazine trimestrale di “Chora Media” e “Feltrinelli”, “VOLUME”, dedicato a storie e a reportage, il cui primo numero è dedicato proprio al “tema del tempo”.

Sono 25 in b/n, e così emotivamente potenti da costringerti a sentirteli “dentro” e “a pelle” con tutto il loro carico espressivo, i “Ritratti” realizzati dalla bravissima fotografa monzese a soggetti (donne e uomini) incontrati, grazie ai progetti di “Amplifon” in alcune “RSA” italiane. A guidarla il concetto di “confine”, confine umano, naturale e culturale. “Anche gli anziani ritratti in questa mostra – afferma Arianna – sono vicini ad un confine, ma, ugualmente e allegramente, sognano”. E i loro sogni, che i visitatori potranno leggere e ascoltare inquadrando il “QR code” in mostra, “intrecciano la memoria e il futuro, realizzano desideri antichi, camminano sul filo tra realtà e fantasia, tra possibile e impossibile, ma anche in questo sta la potenza dei sogni”. Che non si spengono neanche alla bella età di 104 anni. Gli anni che si porta sul bel viso, illuminato da un dolce, simpatico e perfino un po’ sornione sorriso, la Leonilla che da giovane praticava pattinaggio su rotelle nella sua Pola e che ancora oggi “sogna di pattinare, e di farlo proprio a Pola”. E, accanto a lei, Giovanni Maria, che di anni ne ha 95 e che candidamente e con il viso fiero di chi sa il significato del “lavorare duro” per tutta una vita sogna poca cosa: solo “di poter invecchiare ancora”. E poi c’è la Vittoria, 80 anni: “Sogno di poter diventare ostetrica”, confessa. E Angelo, 75 anni (un bambino!): “Vorrei riprendere – dice – a dipingere sul fiume Adda, vicino al luogo in cui sono nato. Sulla mia tela rappresenterei la natura e il fiume in autunno”. Leonilla, Giovanni Maria, Vittoria e Angelo. E con loro tante altre e tanti altri. Donne e uomini che hanno attraversato il tempo. E quanto tempo ancora il buon Dio concederà loro, non c’è problema, lo riempiranno di immaginifici e fantastici voli onirici. Di “terapeutici” sogni. Che delicatamente scivolano dalla mente al cuore. Attraverso quelle loro bellissime rughe “che formano– come affermava lo scrittore francese Marc Levy – le più belle scritture della vita, quelle sulle quali i bambini imparano a leggere i loro sogni”.

L’esposizione, come detto, sarà inaugurata giovedì 25 settembre, alle 18, con una presentazione introduttiva di Mario Calabresi (Direttore Editoriale di “Chora” e “Will Media”) e Guido Maria Brera (Presidente “Be Water”).

Alle 18,30 seguirà la presentazione di “VOLUME”, con un dialogo tra immagini e parole che vedrà protagonisti la stessa Arianna ArcaraMario Calabresi, la giornalista Silvia NuciniWalter Guadagnini (direttore artistico di “CAMERA”), Giulia Mangano (direttore creativo di “Chora” e “Will Media”) e Maria Cristina Ferradini (“Fondazione Amplifon”).

Gianni Milani

“I sogni dei vecchi”

CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia, via delle Rosine 18, Torino; tel. 011/0881150 o www.camera.to

Dal 25 settembre al 19 ottobre

Orari: da mart. a dom. 11/19; giov. 11/21

Nelle foto: Arianna Arcara “Leonilla Malacrea, 104 anni”, “Giovanni Maria Bibbia, 95 anni”, “Vittoria Malara, 80 anni”, “Angelo Vaghi,75 anni”

FANTASTICANDO  Fiera della Creatività e della Fantasia

11 – 12 ottobre 2025

Polo Fieristico Riccardo Coppo – Casale Monferrato (AL)

Benvenuti alla Fiera FANTASTICANDO:

Un evento magico per grandi e piccini, dove fantasia e meraviglia prendono vita!

Tra le proposte il pubblico troverà:

IL MAGICO MONDO DI HARRY.

Nell’ambito dell’evento vi attende un mondo magico, ispirato anche all’universo di Harry Potter con ambientazioni suggestive e laboratori magici per tutti gli appassionati del celebre maghetto.

Impara a creare la tua bacchetta, cimentati nelle lezioni di pozioni e scopri i segreti magici nascosti delle botteghe di Diagon Alley con gli esperti professori del magico mondo di Harry, partecipa ad una vera e propria partita di Quidditch e divertiti con le esperienze dell’Escape Room “Fuga da Azkaban”.

Potrai comprare anche oggettistica a tema tra cui bacchette magiche, tuniche, antichi libri e tanto altro nelle botteghe magiche situate all’estremità di Diagon Alley e farti una foto ricordo nell’area del famoso binario 9 ¾..

La fiera Fantasticando non è dedicata solo ai bambini ma anche ad adulti appassionati del genere fantasy dove troveranno un evento ricco di emozioni, atmosfere incantate e tante sorprese da vivere in prima persona.

Non mancare alla Fiera FANTASTICANDO – il mondo magico ti aspetta!

L’evento è organizzato da D&N eventi S.R.L. in collaborazione con l’Associazione Creare col cuore, UMA, Chocolè, Eventi Doc, Dolce Party e con il patrocinio della Città di Casale Monferrato

Puoi acquistare i Biglietti online sul sito https://www.fierafantasticando.it/la-fiera/ oppure direttamente in Fiera

Orari di apertura:

sabato e domenica ore 10:00 / 22:00

Per informazioni: info@fantasticando.it

commerciale@deneventi ,it- cel. 3662829982

BYD replica a Filosa

In relazione alle affermazioni di ieri dell’Amministratore Delegato di Stellantis, Antonio Filosa, che ha dichiarato pubblicamente che “in Germania Leapmotor ha venduto più di BYD”, la società precisa di seguito i dati di vendita da gennaio ad agosto 2025 nel mercato tedesco:

  • con 8.610 immatricolazioni nei primi 8 mesi dell’anno BYD si impone davanti Leapmotor che ha immatricolato solo 3.536 unità.

  • Inoltre, nei segmenti BEV e PHEV, sempre nello stesso periodo, BYD ha immatricolato rispettivamente 5.852 BEV e 2.757 PHEV, superando le 3.088 unità di Leapmotor nel segmento BEV le 448 unità nel segmento PHEV.

In quadro di mercato più ampio, nello stesso periodo dell’anno, BYD in Germania:

  • ha superato Alfa Romeo che ha immatricolato solo 5.226 unità, di cui solo 140 vetture BEV e 34 vetture PHEV.

  • ha superato Jeep sia nel segmento delle vetture BEV, dove il marchio americano ha registrato solo 350 unità, sia nel segmento PHEV dove le vendite sono solo 569. E si avvicina a grandi passi anche verso il sorpasso in assoluto in cui la differenza in termini di volumi è solo di 278 unità.

Città di Torino e Lega Navale: navigare sul Po, ecco il nuovo Regolamento

Ieri, l’assessore ai Fiumi della Città di Torino, Francesco Tresso, e il presidente della Lega Navale Italiana – sezione di Torino, Fabio Poli, hanno firmato ai Murazzi un accordo di collaborazione finalizzato alla predisposizione di una proposta di revisione del Regolamento della navigazione fluviale sul Po.

L’intesa si inserisce nell’ambito del progetto “Let’s Po”, che prevede – nel contesto più ampio di riqualificazione del Parco del Valentino e della realizzazione della nuova Biblioteca Civica – il ripristino del servizio di navigazione fluviale sul Po, con l’obiettivo di rafforzare il ruolo del fiume e del parco come attrattori turistici e culturali della città.

Per la realizzazione di questo progetto, l’assessorato ai Fiumi e il servizio ponti e vie d’acqua della Città stanno lavorando anche sugli aspetti legati alla sicurezza della navigazione, che tutelino non solo il nuovo servizio turistico, ma anche le attività di tutte le realtà sociali che operano lungo il tratto torinese del fiume Po. A tal fine è stato istituito un tavolo di lavoro dedicato, che coinvolge tutti gli attori interessati.

L’accordo siglato oggi riconosce alla Lega Navale – sezione Torino un ruolo di supporto tecnico nella predisposizione della proposta di revisione del regolamento, che dovrà in seguito essere sottoposto alla Regione Piemonte – competente in materia – per l’approvazione. La collaborazione riguarderà anche la progettazione della segnaletica da installare lungo il tratto di fiume navigabile, eventuali interventi per incrementare la sicurezza del tratto torinese del fiume, oltre ad attività divulgative e formative rivolte alla cittadinanza.

Da parte sua, la Città metterà a disposizione informazioni e documentazione e garantirà il coinvolgimento della Lega Navale – sezione di Torino negli incontri pubblici e nei tavoli di lavoro sul tema. La collaborazione avrà durata fino al 31 dicembre 2026 e si propone di coniugare sicurezza, tutela ambientale, sviluppo sociale e attrattività turistica, rafforzando il legame storico e culturale tra Torino e il suo fiume.

“Torino sta ridando centralità al suo fiume, elemento di connessione e di svago, ma anche ambiente delicato e fragile che va regolamentato – ha commentato l’assessore Francesco Tresso –. In vista dell’arrivo dei battelli ecologici per la navigazione fluviale stiamo lavorando per aumentare i livelli di sicurezza, coinvolgendo tutti gli soggetti che vivono il Po con le loro attività. Siamo molto contenti della collaborazione con la Lega Navale – sezione di Torino, che con le sue grandi conoscenze e competenze sul tema saprà supportarci al meglio in questo percorso”.

“Come associazione storica, presente sul territorio dal 1900 – ha dichiarato il presidente della Lega Navale – sezione di Torino, Fabio Poli – siamo lieti di poter collaborare con il Comune per definire il nuovo regolamento fluviale in vista della ripresa della nuova navigazione turistica sul Po, mettendo a disposizione le nostre conoscenze in merito alla regolamentazione e alla sicurezza della navigazione”.

TORINO CLICK

L’Europa minacciata. Perché è ancora importante il 12 settembre 1683?

Il 12 settembre 1683 ha un grande significato storico, soprattutto per l’Europa, in particolare per alcune nazioni centro-orientali.
Questa data segna la Battaglia di Vienna, uno degli eventi più decisivi nella storia europea. Fu combattuta tra l’esercito dell’Impero Ottomano e le forze europee riunite in un’alleanza di eserciti cristiani sotto la guida del re polacco Giovanni III Sobieski. L’assedio di Vienna faceva parte di un tentativo di espansione dell’Impero Ottomano in Europa centrale. Conquistata Vienna sarebbe toccato a Roma, la capitale della Cristianità? La vittoria dell’esercito cristiano, con l’intervento decisivo delle truppe del re polacco Giovanni Sobieski e dei suoi celebri ussari alati fermò l’avanzata ottomana in Europa segnando l’inizio del declino dell’Impero Ottomano nel nostro Continente. Perché è ancora importante questa data? La vittoria a Vienna ha contribuito a rafforzare l’idea che l’Europa dovesse difendersi ad ogni costo dagli attacchi e dalle influenze esterne. Attuale anche oggi. Nell’odierno e delicato contesto geopolitico, quel 12/9/1683 è anche simbolico per le questioni legate alla difesa dei confini europei e alla protezione dei nostri valori di democrazia e di libertà minacciati da grandi potenze con ambizioni espansionistiche imperiali, la Russia, la Cina e la stessa Turchia del sultano Erdogan che sogna di ricostituire una una sorta di Impero Ottomano in miniatura. Il 12 settembre 1683 non viene certo celebrato in pompa magna come il Giorno della Liberazione ma negli Stati coinvolti, come Austria, Ungheria e Polonia, viene ricordato come una parte essenziale della storia patria. In Polonia, per esempio, Sobieski è un eroe nazionale. È solo una riflessione ma quella data ha ancora oggi un preciso significato.                           Filippo Re
Nella foto, il re polacco Sobieski manda al Papa il messaggio della vittoria a Vienna, dipinto di Jan Matejko (1838-1893)

I custodi della morale

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FRECCIATE

Il Pd invoca le dimissioni di un proprio consigliere di circoscrizione a Torino per una frase sessista pronunciata quando l’autore della gaffe pensava che il microfono fosse disattivato. Niente da dire: se predichi virtù, devi dare l’esempio. Ma è singolare come i democratici, a furia di fare i custodi della morale e dell’etica, finiscano per inciampare sulle bucce di banana lasciate da loro stessi. E a quel punto non servono nemici: basta un microfono acceso.

Iago Antonelli