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Bando AmbientAzioni 2022, scelto il progetto “Irrigazione responsabile”

L’iniziativa mira a introdurre un impianto fotovoltaico negli orti urbani di Mirafiori Sud per la costituzione di una Comunità energetica

 

Torino, 21 dicembre 2022 – Un progetto per migliorare la sostenibilità energetica e ambientale degli orti urbani di Mirafiori, e che contribuirà alla costituzione di una comunità energetica coinvolgendo il territorio sui temi ambientali: questi, in sintesi, gli obiettivi di “Irrigazione responsabile”, l’iniziativa scelta per la realizzazione nell’ambito del Bando Ambientazioni Torino 2022 rivolto ai giovani tra i 18 e i 26 anni residenti o studenti nella Città Metropolitana.

Il Bando, promosso dal Comitato Territoriale Iren di Torino, aveva l’obiettivo di selezionare nuove idee progettuali per la sostenibilità e la transizione ecologica, capaci di generare un cambiamento sul territorio e una partecipazione il più possibile diffusa.

“Irrigazione Responsabile”, intende intervenire nell’area degli orti urbani di Mirafiori, in strada Castello di Mirafiori, con azioni strutturali volte a migliorarne la sostenibilità sotto il profilo del consumo energetico e idrico e, allo stesso tempo, coinvolgendo i cittadini e gli stakeholder locali con attività di divulgazione aperte a tutti. Nello specifico, il progetto prevede innanzitutto di ottimizzare il sistema di irrigazione centralizzato in uso e l’installazione di un impianto fotovoltaico sul tetto dei containers presenti all’interno dell’area: l’impianto potrà contribuire alla nascente Comunità Energetica “Mirafiori”, che, nelle intenzioni dei proponenti dovrà avere tra i beneficiari primari i soggetti più esposti alla povertà energetica.

Grazie alla partecipazione di scuole, biblioteche e altre associazioni del quartiere, il progetto sarà accompagnato da un piano di attività di divulgazione che, attraverso eventi pubblici e corsi ludico-creativi, potrà rafforzare la conoscenza e consapevolezza sui temi ambientali e sull’uso consapevole delle risorse.

Questo progetto, che sarà supportato dal Comitato Territoriale Iren di Torino con un contributo di 25mila euro, è stato selezionato per la capacità di coniugare i valori della sostenibilità ambientale con quelli della partecipazione civica, dando vita a un percorso sviluppato con originalità e una metodologia che lo rendono realizzabile anche nel breve-medio periodo, nonché replicabile, come richiesto dal Bando. A concorrere alla selezione del progetto è stata inoltre l’ampia platea di studenti e giovani a cui è rivolto, grazie al coinvolgimento di scuole, realtà associative ed enti del territorio.

Illusion Magic Show, incantesimi di Natale

Dal 26 dicembre all’8 gennaio torna l’appuntamento con la magia alla Casa del Teatro di Torino con lo spettacolo Illusion Magic Show. Gli artisti del Circolo Amici della Magia di Torino, la più importante realtà magica italiana, fucina di grandi nomi (come Brachetti, Alexander e Luca Bono) di cui quest’anno ricorrono i 50 anni, daranno vita ad uno spettacolo unico, divertente e magico, adatto ai giovani spettatori così come a quelli adulti che non hanno perso la voglia di lasciarsi stupire ed incantare. 19 spettacoli, tra pomeridiane e serali, fanno di questo spettacolo forse il titolo con maggior numero di repliche delle feste torinese.

Un viaggio in meandri onirici e fantasiosi universi attraverso le grandi illusioni di Alberto Giorgi, artista internazionale conosciuto come l’Alchimista (reduce dai successi della produzione statunitense The Illusionist e di Italia’s Got Talent), in grado di vaporizzare la propria partner Laura con la quale saprà dar vita a momenti di grande suspense e spettacolarità. Il mondo della comicità e del divertimento sarà popolato dagli improbabili personaggi di Arturo Il Mago, clown e fantasista dalle mille sfaccettature e da “Gi” insolente, ma deliziosa giraffina che deve la sua voce al talentuoso ventriloquo Rafael: insieme sono gli inseparabili Gi & Raf. Maestro di cerimonia, Antonio Argus, brioso mentalista ironico e coinvolgente.

Intero 18 €; Bambini (fino a 14 anni) 12 €. 31/12 speciale serata di Capodanno. Tel. 389.2064590. Info e biglietti su magic-show-it oppure casateatroragazzi.it.

Assegno unico, che cosa cambia

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

Tra gli interventi della legge di Bilancio 2023 c’è anche quello sull’assegno unico.
La misura di sostegno alle famiglie rientra nel miliardo e mezzo di euro stanziato dall’esecutivo per gli aiuti alla famiglia e alla natalità. Ciò si traduce in alcune novità che entreranno in vigore dall’anno prossimo, in particolare la maggiorazione del 50% per i nuclei numerosi, in attesa dell’adeguamento all’inflazione con gli aumenti che portano l’importo minimo che passa da 50 a 75 euro al mese, mentre il massimo sale fino a 262,5 euro.

Dal 1° gennaio 2023, gli importi dell’assegno unico sono incrementati del 50%: per ciascun figlio di età inferiore a un anno, indipendentemente dal reddito; per i nuclei familiari con tre o più figli, per ciascun figlio di età compresa tra uno e tre anni, a condizione che l’Isee sia fino a 40mila euro.

Significa che l’importo minimo dovrebbe essere aumentato di 25 euro passando da 50 euro a 75 euro, mentre quello massimo dovrebbe attestarsi a 262,5 euro, con un aumento di 87,5 euro.

Ricordiamo che attualmente per ciascun figlio minorenne o con disabilità (senza limiti d’età in questo caso) è previsto un importo di 175 euro mensili per un Isee fino a 15mila euro, somma che si riduce gradualmente per livelli di Isee superiori fino a raggiungere quota 50 euro in corrispondenza di un Isee di 40mila euro (per livelli superiori rimane costante).

La maggiorazione del 50% per i nuclei familiari numerosi, con tre o più figli, vale per ciascun figlio di età compresa tra uno e tre anni, a condizione però che l’Isee sia fino a 40mila euro.

Prendono il via il 15 il dicembre, a metà mese come di consuetudine, i pagamenti dell’assegno unico: a patto che le domande siano state inviate nei mesi di gennaio e febbraio 2022 (a partire dal 1° gennaio).

Se invece le domande sono state inviate dal 1° marzo 2022, il pagamento avverrà a partire dalla fine del mese successivo a quello di presentazione delle stesse

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

Tenta di rapinare la seconda volta il Carrefour. Riconosciuto, viene arrestato

La polizia ha arrestato un giovane di 20 anni, senza fissa dimora, per aver commesso due rapine al  Carrefour Market di Baluardo Partigiani a Novara. La prima rapina  domenica 18 dicembre, alle 10 del mattino, quando il ragazzo è entrato nel supermercato con il volto coperto da una mascherina, e ha rapinato 100 euro. Gli agenti hanno ricostruito il suo percorso, grazie alle telecamere, seguendolo fino alla stazione. Tornato pochi giorni dopo presso il supermarket ha minacciato  un cassiere mostrando un rigonfiamento sotto il giubbotto, dicendo di avere un’arma e intimando di dargli tutti i soldi che avevano in cassa. Le Volanti, avvisate,  sono giunte immediatamente sul posto e lo hanno arrestato.

Libertà di educazione, Voucher: “premiato l’impegno dei Moderati”

Siamo da sempre per la libertà di educazione: alla Giunta, che ringraziamo, riconosciamo il merito di aver rispettato il nostro Ordine del Giorno dello scorso aprile.



«Le 4.603 domande per il Voucher di iscrizione alle Scuole Paritarie saranno soddisfatte»: buone notizie in arrivo sul fronte della libertà di educazione. Con l’incremento di 3,2 milioni di euro per i Voucher scuola la Giunta rispetta gli impegni presi coprendo il 100% delle domande legate al Voucher “iscrizione e frequenza”. Un ottimo risultato, che premia la costanza delle nostre battaglie in Aula e che rappresenta una risposta al grande aumento di richieste e alla crisi economica in atto. Notizie positive anche dal fronte del Diritto allo Studio, con la copertura di tutte le richieste di Voucher per materiale didattico e trasporti fino a un ISEE pari a 6.464 euro. L’approvazione, lo scorso aprile, del nostro Ordine del Giorno collegato al Bilancio aveva impegnato la Giunta Cirio a reperire 3 ulteriori milioni di euro per il triennio in corso per garantire una reale parità scolastica: è stato così possibile aumentare il numero di studenti beneficiari di Assegni di Iscrizione e Frequenza di diverse centinaia.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Tornano nel Pd i “cattolici indipendenti di sinistra”?

Diciamoci la verità senza fronzoli ed ipocrisia. Un partito come il Pd, comprensibilmente e anche giustamente, si appresta a ridefinire la propria identità culturale e il proprio profilo politico dopo la disfatta elettorale del 25 settembre scorso e le note vicende giudiziarie che arrivano dall’Europa.

Una “mission” che non potrà che essere, come sostengono quasi tutti i suoi dirigenti, i militanti, i simpatizzanti e soprattuto gli elettori, come rilevano tutti gli istituti demoscopici, un vero e autentico “partito di sinistra”. Ovvero, un partito che sia in grado rilanciare, riaggiornare e rimodellare nella società contemporanea l’antica filiera della sinistra storica italiana. Cioè quella che corre lungo il solco della storia del PCI/PDS/DS/Pd. Pur sapendo che si tratta di un’operazione nè semplice e nè facile perchè ci sono nel cammino del Pd due diverse e speculari competizioni politiche ed elettorali. L’una sul versante progressista con la “sinistra per caso” interpretata e declinata dal partito populista, anti politico e demagogico per eccellenza, cioè i 5 stelle. E l’altra sul versante centrista con la presenza del cosiddetto “terzo polo”. Anche se si tratta di un partito ancora in forte evoluzione sperando di superare il profilo di partito – o partiti – “personale” che oggi lo caratterizza.
A fronte di questa situazione, è del tutto ovvio che la presenza, il ruolo e la funzione dei Popolari e dell’area cattolico sociale diventa del tutto irrilevante se non addirittura ininfluente ai fini dell’elaborazione del progetto politico complessivo del Partito democratico. E, al riguardo, ci sono almeno due condizioni che lo confermano in modo persin plateale.
Innanzitutto il capitolo della prospettiva politica, culturale e programmatica del Partito democratico. È noto a tutti, come ricordavo poc’anzi, che dopo la sconfitta elettorale l’unica via d’uscita è quella di trasformare definitivamente ed irreversibilmente il Pd in un partito autenticamente ed organicamente di sinistra. Una prospettiva di sinistra, come ci ricorda giustamente Luca Ricolfi, che si trova oggi ad un bivio alla vigilia del congresso del partito: e cioè, o dar vita ad un partito della sinistra liberale che sia però in grado di ricomporre tutta l’area ex e post comunista nel nostro paese oppure scegliere una strada che privilegia una sinistra più radicale e libertaria. Ma, al di là degli slogan che riassumono la competizione politica in atto, quello che è certo è che il futuro del Pd sarà quello di essere un partito di sinistra.
In secondo luogo, e per fermarsi alla contingenza, assistiamo ad un dibattito all’interno del Pd alquanto singolare dove i 3, 4 o 5 candidati alla segreteria nazionale sono tutti espressione della cultura storica della sinistra italiana che non possono che perseguire, coerentemente e legittimamente, una prospettiva e un progetto politico di sinistra. E quindi, e di conseguenza, cosa centra il ruolo, la storia e la stessa “mission” dei Popolari e dei cattolici sociali in un contesto del genere è francamente difficile da spiegare e da declinare. Pubblicamente e anche privatamente. Anche perchè, come tutti ben sappiamo, un vero e serio centro sinistra – soprattutto dopo l’esperienza concreta del Pd – è credibile di fronte agli elettori e alle rispettive aree sociali e culturali solo quando il centro e la sinistra si uniscono in una alleanza di governo ma con una soggettualità e una personalità politica autonoma. Il famoso “trattino” che unisce il centro e la sinistra in un progetto di governo. Per fare un solo esempio, ricordo l’esperienza dell’Ulivo.
Insomma, anche su questo versante si tratta di scegliere se la tradizione del popolarismo di ispirazione cristiana intende giocare una partita vera sul campo rilanciando la sua personalità e la sua originalità culturale e politica o se, come pare, si riduce ad essere la nuova versione – seppur aggiornata e rivista – dei “cattolici indipendenti di sinistra” degli anni ‘70. Dove sono garantiti quasi per legge una percentuale di eletti – come è avvenuto puntualmente alle recenti elezioni politiche con l’auto nomina dei capi corrente degli ex popolari del Pd e dei loro cari nella quota proporzionale – e forse qualche “premio di consolazione” alla carriera a futura memoria negli assetti di partito per qualche altro notabile. Ovvero, per dirla con un vecchio slogan, una operazione che “fa fine e non impegna”.
Ecco perchè, a fronte di questo quadro, sta emergendo in quasi tutta la periferia italiana la voglia di un rinnovato “protagonismo” politico, culturale, programmatico e soprattutto organizzativo dei Popolari e dei cattolici sociali. Un protagonismo che non ha come obiettivo esclusivo e prioritario quello di commentare ciò che capita nel campo della sinistra italiana. E cioè, la vecchia filiera del PCI/PDS/DS/PD.

Si tratta, quindi, di scegliere. E questo perchè, come direbbe Aldo Moro, “tempi nuovi si annunciano” e non possono essere affrontati con strumenti vecchi e modalità superate dalla storia politica di questi ultimi anni. Una scelta che deve avvenire alla luce del sole, senza polemiche politiche e, men che meno, diatribe personali. E il futuro dei Popolari e dello stesso popolarismo, per usare una metafora calcistica, non può essere quello delle riserve che toccano la palla in panchina solo per darla ai giocatori in campo. In attesa di qualche riconoscimento dei titolari. Non è questa l’eredità che abbiamo ricevuto dal magistero dei grandi leader e statisti del pensiero popolare, cattolico sociale e cattolico popolare del passato.

Giorgio Merlo

Spazio 44 for art lovers

Si è inaugurata a Torino ai primi di dicembre una nuova galleria d’arte nel quartiere di Borgo Nuovo, dal nome “Spazio 44 for art lovers”

È nato un nuovo luogo creativo nel centro storico torinese. Si tratta della galleria Spazio 44, pensato per l’arte e i suoi linguaggi. Si presenta in una dimensione accogliente e informale, nata in uno dei palazzi più caratteristici del quartiere Borgo Nuovo, cuore pulsante della vita culturale e sociale torinese.
Spazio 44, inaugurato venerdì 2 dicembre scorso, ha recuperato un locale da tempo inutilizzato con l’intenzione di rivitalizzare l’ambiente artistico torinese e le sue dinamiche, proponendosi come un salotto d’altri tempi che ospiterà esponenti dell’arte contemporanea riconosciuta sia a livello nazionale sia internazionale, promuovendo anche talenti e realtà emergenti e favorendo la circolazione di idee e dialogo fra gli artisti. Alla base di tutto questo vi è la profonda convinzione che l’arte possa contribuire a migliorare la qualità della vita, diffondendo sensazioni, riflessioni e spazi per uno sguardo nuovo.
Claudia e Angela dello Spazio 44 sono state felici di accogliere Edoardo Di Mauro, Direttore dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, che è intervenuto in occasione della presentazione della prima mostra ospitata nella galleria, e dedicata all’artista Bruno Zanichelli.
La sua prolifica e promettente carriera artistica è stata tragicamente interrotta, ma ha lasciato un segno indelebile nell’immaginario di chi lo ha conosciuto. Bruno Zanichelli ha rappresentato una delle figure di maggior spicco nella pratica artistica negli anni Ottanta, grazie alla sua capacità di azzerare, all’apparenza, ogni differenza tra gli elementi culturali cosiddetti “alti” e quelli “bassi”, dal fumetto all’illustrazione, fino alla pubblicità, sullo sfondo della seconda fase della postmodernità. Il suo primo periodo artistico si è sviluppato tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, un momento nel quale si andava esaurendo la carica propulsiva dell’avanguardia novecentesca e, dopo l’azzeramento linguistico del concettuale, gli artisti si impossessavano nuovamente di strumenti e tecniche tradizionali, in primo luogo in campo pittorico.
La seconda fase dell’opera artistica di Bruno Zanichelli si colloca tra la metà degli anni Ottanta e i primi anni Novanta, espressione di un eclettismo stilistico in cui convivono pittura, fotografia, installazioni e video, in un confronto continuo tra la tecnologia e i miti della creatività giovanile. Emergono in particolar modo la scena postpunk e new wave.
A partire dal 1986, l’artista ha dato corpo a una svolta stilistica repentina, caratterizzata da una sopraggiunta maturità. Nulla viene rinnegato delle fasi artistiche precedenti, ma le immagini assumono un rilievo a tutto tondo. La vivacità coloristica e la capacità di cogliere il dettaglio si mutano in una dimensione poetica, calando le immagini della comunicazione di massa su scenari senza tempo, pregni di un’atmosfera magica. Bruno Zanichelli, conscio della sua fine prematura a causa di una malattia incurabile, negli ultimi anni della vita si dedicò febbrilmente all’attività produttiva, volendo lasciare una traccia di sé il più possibile significativa.
La mostra in corso presso la galleria Spazio 44 presenta anche lavori inediti, dalle prime sperimentazioni al confine tra arte e illustrazione fino alle opere successive che raramente vennero esposte, fino a approdare ai lavori precedenti alla prematura scomparsa, avvenuta nei primi mesi del 1990.

La città che cambia. Una “fonderia” (inter)culturale alla ex Nebiolo

Con l’approvazione della delibera avvenuta  in Giunta comunale arriva il via libera per la realizzazione di un Centro culturale polifunzionale presso l’edificio ex-Nebiolo, sito in via Bologna 55 a Torino, proposto dalla Fondazione della Confederazione Islamica Italiana (CII).

Un progetto di fattibilità importante e ambizioso, opera dello Studio De Ferrari Architetti, realizzato di concerto con gli assessorati e gli uffici competenti della Città di Torino e in base allo studio sugli scenari di fruizione sviluppati per garantire attenzione alla sostenibilità, tanto dal punto di vista ambientale che socioculturale, elaborato da un gruppo di ricerca del Politecnico di Torino – Dipartimento di Architettura e Design – formato da docenti attivi nell’ambito del design per l’interculturalità, in collaborazione con i giovani del TurinProject CII. Il luogo sarà aperto al pubblico e offrirà servizi ai giovani e con il coinvolgimento del tavolo interfedi per un maggiore inclusione delle diverse provenienze culturali e religiose.

Il gruppo di lavoro nell’insieme ha analizzato la riqualificazione degli spazi del sito della ex-Fonderia Caratteri Nebiolo, attualmente in stato di abbandono, in un’accogliente e creativa “fonderia culturale” in continuità e contiguità con la storia del quartiere e dell’edificio stesso. L’architettura industriale dell’ex Fonderia Nebiolo, una delle più importanti fonderie di caratteri tipografici, nonché fabbrica di macchine per tipografia su scala internazionale, racconta l’anima di un’epoca, di un territorio e della cittadinanza che questi luoghi ha vissuto e contribuito a plasmare: essa sarà dunque accuratamente preservata nelle sue parti caratteristiche, di concerto con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino, per definire le nuove identità, siano esse nuove destinazioni d’uso o attività e funzionalità connesse.

Il quest’ottica il Centro culturale polifunzionale si proporrà quale luogo multiculturale aperto alla cittadinanza e non solo – dichiara la vicesindaca Michela Favaro –  rappresentando una novità per la città e un punto di riferimento anche nazionale, oltre che collocarsi in uno scenario di buona pratica a livello internazionale”.

I contenuti culturali delle attività – prosegue l’assessore Gianna Pentenero – verranno svolte all’interno della ex Nebiolo saranno condivisi con il “Comitato Interfedi”, struttura permanente all’interno del Centro Interculturale della Città, nata in occasione dei XX Giochi Olimpici Invernali, che collabora con la Città nella promozione di iniziative volte a mantenere un’atmosfera di proficuo dialogo e confronto tra le diverse culture religiose, per una crescita democratica e culturale della società. In tal modo si favorisce la promozione di un dialogo interreligioso che consenta di fare della ex Nebiolo un luogo inclusivo ed integrante, attraverso una progettualità interculturale”.

In seguito alla riqualificazione – sottolinea la vicesindaca –  la superficie di mq. 5322 sarà destinata per un 60% circa a studentato, comprensivo di residenza, spazi dedicati alla ristorazione, servizi ed annessi, a cui si aggiungeranno la biblioteca con sala studio. Poiché si tratta di un progetto educativo rivolto a studenti/esse iscritti/e a percorsi formativi universitari e post universitari con carriera attiva meritevoli, il 70% dei posti letto sarà messo a disposizione di studenti utilmente inseriti nelle graduatorie EDISU, secondo l’ordine di merito. Il 17% circa della superficie del Centro culturale polifunzionale sarà messo a disposizione della Città e della Circoscrizione con servizi di pubblica utilità aperti alla cittadinanza, come la sala mostre, la sala congressi e spazi d’incontro per lo svolgimento di eventi culturali, manifestazioni, conferenze, corsi e altre attività che andranno così ad aggiungersi al sistema di servizi pubblici e privati offerti dalla Città. Circa il 16% sarà destinato a luogo di culto, cui si aggiungeranno spazi multifunzionali e per servizi annessi”.

La Fondazione CII ha formulato inoltre la richiesta di affidamento in cura degli adiacenti giardini, da poco intitolati a Giorgio Cardetti, come ulteriore assunzione tangibile di responsabilità e dimostrazione di desiderio di condivisione benefica col quartiere: lo spazio verde – che resterà pienamente agibile a tutti i cittadini – sarà riqualificato e valorizzato, anche con attività di giardinaggio e orticoltura, a beneficio non solo degli studenti alloggiati ma anche dagli abitanti della Circoscrizione.

Il percorso avviato grazie alla preziosa collaborazione del Politecnico di Torino e all’interesse della Città – Presidente Hajraoui Mustapha della Fondazione CII – ci ha permesso di definire a Torino il progetto di fattibilità di un centro che declinerà nella molteplicità dei suoi spazi la coltura e la cultura dei valori universali della pace, del dialogo interculturale e interreligioso”.

“Dal primo momento in cui con la Confederazione Islamica si è parlato di un futuro Centro Culturale a Torino – spiega la prof.ssa De Giorgi, Vice Rettrice per la Qualità, il Welfare e le Pari Opportunità del Politecnico di Torino – ho pensato che il Politecnico potesse e dovesse cogliere questa opportunità di co-progettazione mettendo in campo capacità di visione e competenze per supportare la Confederazione nella definizione di obiettivi “alti”, di medio e lungo termine. Tra le finalità del progetto, il rilancio in chiave consapevole, evoluta e internazionale della sfida dell’inclusione, del dialogo e della pace nella nostra Città. Un intento dall’alto valore sociale e culturale, pienamente in linea con la mission del Politecnico di Torino”.

L’Ex Fonderia Caratteri Nebiolo è un patrimonio storico della Città di Torino. Per questo – sottolinea il progettista dello Studio De Ferrari Architetti Vittorio Jacomussi – il progetto di fattibilità nell’affrontare i numerosi problemi della riqualificazione ha operato nel massimo rispetto del linguaggio architettonico, mantenendo la sua espressività attraverso il trattamento delle superfici e l’utilizzo di arredi poco invasivi, l’inserimento di nuovi ambienti nel rispetto dell’architettura storica, della luce naturale come degli spazi verdi, della multifunzionalità per gli ampi spazi interni”.

Il Contesto

L’area in cui si colloca il compendio ex Nebiolo, nel quartiere Aurora, è stata oggetto negli ultimi anni di significativi interventi di riqualificazione – tra cui il nuovo centro direzionale Lavazza con il suo museo, la sede dello IAAD, il “Camplus” Regio Parco di via Perugia, il recupero ad attività di servizi del cosiddetto “Sigaro” presso l’ex sede del Toroc ed un punto vendita della GDO- volti alla rigenerazione urbana di un tessuto in passato prevalentemente  industriale, ma situato a pochi passi dal centro città, interventi che saranno anche favoriti dalla realizzazione di un’apposita fermata della linea 2 della metro. La progettualità della APS si colloca in questo programma di ridisegno complessivo, in grado di iniettare nuova vitalità a un distretto che, tramontati gli insediamenti industriali che ne facevano una periferia, è destinato a trasformarsi completamente dal punto di vista urbanistico, sociale e culturale.

Nursing up: “Le aziende sanitarie piemontesi rischiano imminenti cause milionarie”

A causa dei sistematici superamenti del tetto delle pronte disponibilità

 

Il Nursing Up: “La Regione deve agire subito per risolvere il problema tutelando la salute degli operatori.

Da gennaio potrebbero iniziare le azioni legali”

 

Il Nursing Up, il sindacato degli infermieri e delle professioni sanitarie, denuncia una situazione allarmante, che incide anche sulla salute degli operatori, e che potrebbe rivelarsi una vera “bomba ad orologeria” per i già risicati bilanci delle Asl del Piemonte. Si tratta del sistematico ricorso alle Pronte Disponibilità nelle turnazioni di quasi tutti i reparti e specialità delle aziende sanitarie piemontesi.

Le Pronte Disponibilità sono turni di 12 ore nei quali gli infermieri e professionisti sanitari (come suggerisce il termine) sono in “preallarme” pronti a intervenire su specifiche necessità. Ebbene, fino a oggi, in tutte le aziende sanitarie del Piemonte, agli operatori vengono fatti fare 10, 15 anche più di 20 turni di pronta disponibilità per ogni mese. Ciò accade a causa dell’estrema carenza di personale che esiste nella nostra regione, con infermieri e professionisti della sanità che non sono sufficienti a coprire le varie necessità di ogni reparto.

Dal primo di gennaio, però, entra in vigore il nuovo Contratto nazionale di Lavoro, firmato nei mesi scorsi a Roma, che impone di non superare il numero massimo di sette pronte disponibilità al mese per ogni soggetto. Un paletto che di fatto metterà fuori legge tutte le turnazioni che prevedono il sistematico sforamento del limite delle 7 pronte disponibilità mensili, esponendo le aziende sanitarie alla possibilità che ogni infermiere che si trova oltre tale soglia possa chiedere l’intervento dell’Ispettorato del Lavoro e proporre un’azione legale risarcitoria, con il rischio di un volume di ricorsi e una conseguente esposizione economica di svariati milioni di euro. A oggi, a quanto ci risulta, solo l’Asl di Alessandria pare abbia messo in atto una riorganizzazione dei turni per rientrare nei nuovi parametri delle Pronte Disponibilità. Nel resto della regione, invece, non s’è mosso nulla.

Il Nursing Up chiede l’immediato intervento della Regione per arginare e risolvere il problema, anzitutto sollecitando le aziende sanitarie a riorganizzare le Pronte Disponibilità in tutti i settori sanitari con il fine di rientrare nei limiti imposti dal Contratto.

Il Segretario Nursing Up Piemonte, Claudio Delli Carri, sottolinea: “La gravità della situazione è evidente. Perché se non si mette mano subito alla riorganizzazione delle pronte disponibilità, nel giro di un mese potrebbero partire centinaia di richieste di intervento dell’Ispettorato del lavoro con le conseguenti richieste di risarcimento, sacrosante, per il superamento dei limiti imposti dal nuovo Contratto. La riorganizzazione delle Pronte Disponibilità non va interpretata solo come una azione di salvaguardia per la gestione economica delle aziende, ma ha la sua cruciale importanza nella tutela della salute dell’operatore, che va protetto da fenomeni come il burn out e l’estrema stanchezza. Criticità che possono sfociare anche in serie patologie. Non dimenticando che tutto ciò può avere pesanti riflessi sulla qualità della prestazione erogata ai pazienti. Noi vogliamo che la sicurezza per i nostri lavoratori venga prima di tutto: infatti bisogna puntare sulla qualità e non sulla quantità del lavoro offerto. A oggi, dalle prime notizie che abbiamo avuto, solo un’azienda sanitaria in Piemonte ha dato segnali di aver compreso l’importanza della situazione, e si sta organizzando per rientrare nei parametri del nuovo Contratto. Si tratta dell’Aso di Alessandria dove è in atto una riorganizzazione delle Pronte Disponibilità rispettando il limite imposto delle sette mensili.

La Regione, dunque, anche eventualmente prendendo spunto da quanto avviene ad Alessandria, deve trovare una soluzione immediata a questo problema per tutte le restanti aziende sanitarie piemontesi”.

Incontro dopo la protesta di CPD e dell’Unione Ciechi

Il Comune e Parco Olimpico srl si impegnano per garantire a tutti l’accesso agli eventi organizzati al Pala Alpitour 

 

Si è tenuto nel pomeriggio di ieri presso i suoi uffici l’incontro con l’assessore Mimmo Carretta della Città di Torino e Giovanni Laiolo, presidente dell’Unione Ciechi di Torino insieme a Giovanni Ferrero, direttore della Consulta per le Persone in Difficoltà per discutere i fatti incresciosi verificatesi ai danni di diversi cittadini ciechi e ipovedenti negli ultimi spettacoli ospitati al Pala Alpitour, struttura gestita da Parco Olimpico srl.

Nello specifico durante le recenti date del musical Notre Dame de Paris e del concerto di Biagio Antonacci, nonostante avessero regolarmente pagato per un posto numerato in una determinata area del palazzetto, una volta giunti sul posto ad alcuni cittadini ciechi e ipovedenti e in un’occasione al presidente stesso dell’UCI di Torino è stato negato il diritto legittimo di disporre dei posti prenotati e per questioni di sicurezza sono stati relegati in una zona marginale, inadeguata e ghettizzante della struttura.

Per individuare le soluzioni più idonee affinché a tutti sia garantita l’accessibilità e la fruizione dei pubblici eventi, al tavolo erano presenti i rappresentanti di Parco Olimpico srl e in particolare l’amministratore straordinario Giorgio Zanzi oltre al consigliere comunale Angelo Catanzaro, al presidente della 4a Commissione Vincenzo Camarda e al referente dell’assessore Jacopo Rosatelli.

Premesso che la licenza di pubblico spettacolo sta in capo agli organizzatori, l’assessore Carretta si è detto disponibile a fare tutto il possibile perché il Comune faccia opera di moral suasion nei confronti di chi porta eventi al Pala Alpitour e in particolare a mettere in campo qualunque tipo di dispositivo sia necessario per promuovere l’inclusione di tutti e la totale accessibilità agli eventi stessi senza intralci per le persone con disabilità o più fragili.

Alla luce di questa volontà dell’amministrazione pubblica, l’amministratore straordinario di Parco Olimpico srl si è impegnato ufficialmente a fissare nei prossimi giorni un incontro con il Questore e con il Prefetto al fine di capire quali siano i provvedimenti più adatti in materia di sicurezza che consentano a tutti di poter usufruire liberamente della struttura torinese.

Inoltre, tra le altre risultanze, sono state avanzate le proposte di un coinvolgimento di professionisti che siano in grado di definire delle linee guida universali che colmino il vuoto normativo che grava su questi aspetti del pubblico spettacolo e soprattutto che si inserisca un rappresentante del mondo della disabilità all’interno della Commissione di Vigilanza oltre a convocare i rappresentanti delle varie associazioni di settore ai tavoli di concertazione inerenti all’ordine pubblico e alle questioni di sicurezza”.

“Ringraziamo l’amministrazione comunale per voler trovare una soluzione su questo punto – dichiara Giovanni Laiolo – ma serve intervenire in tempi brevi. È inaccettabile che non si possa partecipare a un concerto per il quale abbiamo pagato un biglietto e per il quale abbiamo quindi titolo legale per accedervi, Parco Olimpico srl deve attivarsi per rimuovere questi problemi perché non possiamo tornare indietro agli anni’ 20 quando non c’era nessuna attenzione a questi aspetti. Assistere ad uno spettacolo insieme agli altri è un momento fondamentale di inclusione, non possiamo essere confinati all’angolo pur valutando le limitazioni che ciascuno ha. La sicurezza deve essere garantita, ma non a discapito dell’integrazione dei cittadini”.

Sulla stessa linea d’onda anche il parere della CPD, che però invita a una maggiore concertazione tra gli organi coinvolti sia pubblici che privati.

“Siamo fiduciosi rispetto a questo primo parziale passo in avanti – dichiara Giovanni Ferrero – e guardiamo con estremo favore al fatto che l’amministrazione comunale voglia farsi carico in prima persona di queste esigenze dei cittadini. Come Consulta non aspiriamo ad altro che dialogare in modo costante con le istituzioni cittadine ed essere coinvolti ovunque ci sia bisogno di un parere sulle questioni legate al mondo della disabilità, ma chiediamo ancora una volta di tenere alto il nome di Torino quale città faro nel campo dei diritti. Inoltre chiediamo che il Comune e Parco Olimpico srl si attivino in coordinamento con il Questore e il Prefetto affinché ci sia una regia più sinergica nella gestione di queste evenienze. Nel 2023 nessuno dei soggetti in causa può permettere che si verifichino ancora casi di discriminazione tra cittadini di serie A e cittadini di serie B perché ne va non solo della condizione di chi subisce un danno, ma di tutta la comunità”.