ilTorinese

Si avvicina la magia del Natale all’asilo steineriano di Torino

“Da oltre 20 anni si ripete la magia del Natale all’asilo steineriano di Torino, in via Cavour 45:

sabato 26 e domenica 27 novembre sarà possibile immergersi nell’atmosfera natalizia con una calorosa accoglienza da parte dell’Associazione Sostenitori della Scuola Rudolf Steiner di Torino. Manufatti, giochi in legno, abbigliamento naturale, libri e originali decorazioni natalizie saranno in vendita a partire dalle 10 fino alle 18 per finanziare e sostenere le attività culturali dell’asilo.

Inoltre, sabato 26 novembre al mattino e al pomeriggio sarà possibile (previa prenotazione) partecipare a tre laboratori per decorare la vostra casa durante le feste: la creazione della corona dell’Avvento, la realizzazione di trasparenti Waldorf e di lanterne a stella. Sabato e domenica sarà possibile pranzare in asilo (su prenotazione) e assistere domenica pomeriggio allo spettacolo di marionette tratto dalla fiaba Tremotino dei fratelli Grimm. Lo spettacolo sarà replicato alle dalle 14 alle 17 ogni ora (prenotazione obbligatoria).  Per prenotare gli appuntamenti del bazar e per info 011883550 oppure info@asilowaldorftorino.it.

La scuola aperta nel 1986 accoglie bambini a partire dai 3 anni. Le attività in asilo si fondano sulla pedagogia di Rudolf Steiner: il gioco spontaneo, i girotondi, insieme a diverse attività guidate come euritmia, panificazione e pittura, sono alcune delle giornate che caratterizzano la giornata in asilo, rivolte alla cura del ritmo e dello sviluppo sensoriale del bambino. La scuola offre inoltre consulenze e percorsi culturali nell’ambito della pedagogia steineriana  dedicati ad adulti e ai bambini. E’ possibile scaricare dal sito www.asilowaldorftorino.it   il programma culturale”

Novembre, mese della prevenzione urologica: visite gratuite a Torino

 Il Centro Medico Diagnostico (CeMeDi) e il Centro Medico Chiros di Torino, strutture del gruppo sanitario Lifenet Healthcare, propongono un’iniziativa per prevenire le malattie urologiche. Per tutto il mese di novembre sarà possibile sottoporsi a una visita urologica gratuita: basta prenotare qui.

L’iniziativa è rivolta a tutte le persone fumatrici adulte/anziane (uomini e donne dai 45 anni in su) perché, contrariamente al comune sentire, l’urologo non è solo il medico specialista di riferimento per il benessere maschile ma anche un medico che si occupa di urologia al femminile. Mentre prostatite, infertilità, tumore della prostata, disfunzione erettile, ipertrofia prostatica benigna sono alcune delle patologie che interessano l’apparato genitale maschile; cistite, incontinenza urinaria, calcolosi renale, tumore alla vescica sono patologie che interessano anche individui di sesso femminile e di solito sono a decorso cronico che alla lunga può diventare pericoloso anche per altre parti del corpo.

“Con questa campagna vogliamo contribuire a diffondere l’importanza di una cultura della prevenzione delle malattie urologiche – sottolinea Franco Perona, amministratore delegato di CeMeDi e Chiros – Un italiano su sei è colpito da un problema urologico serio. La prevenzione è lo strumento più utile alla diagnosi precoce e questa iniziativa rappresenta una preziosa opportunità per i cittadini”.

Tre dei primi sei tumori maschili più diffusi nel nostro paese riguardano l’apparato urinario (prostata, rene, vescica). In particolare il tumore alla prostata – seconda causa oncologica di decesso maschile – registra ogni anno 36mila nuovi casi e 7 mila morti. Il tumore della vescica è il secondo tumore urologico per frequenza, dopo quello della prostata, e registra 100mila nuove diagnosi e 6mila morti ogni 12 mesi. Seguono il cancro ai reni e al testicolo.

Per quanto riguarda le donne, la cistite colpisce quasi metà delle italiane (40%) mentre l’incontinenza urinaria riguarda circa il 20% delle pazienti con 45-50 anni, poi con l’aumentare dell’età il divario con gli uomini diminuisce fino a scomparire. Il tumore della vescica conta nelle donne 5mila nuovi casi ogni anno, con più di 1200 decessi, la calcolosi colpisce il 5% delle italiane.

Quanto più precocemente ci si affida alla prevenzione, che spesso passa anche da piccoli interventi nello stile di vita, tanto migliori saranno i risultati e le cure da adottare per contrastare un’eventuale patologia.

 

Intervista a Filippo Caccamo Il comico che ha dato voce alla scuola


A Torino il 18 e il 19 novembre, al Teatro Cardinal Massaia

 

Tutto sommato faccio linsegnante da poco tempo, ogni settembre finora è stato per me come per tantissimi altri precari- un terno al Lotto, una pesca miracolosa per scoprire tra curiosità ed angoscia dove il novello dio Algoritmo vorrà inserirmi, con tutto ciò che ne consegue:

nuovi colleghi, nuovi modus operandi tipici di ogni sede, nuove metodologie, nuove moli burocratiche di documenti da compilare la cui scadenza viene puntualmente resa nota la notte precedente rispetto allultima possibilità di invio, e, soprattutto, nuovi ragazzi con cui imparare a entrare in relazione, a cui proporre un personale approccio didattico sicuramente molto diverso rispetto a quello utilizzato dal collega che mi ha preceduto, classi che mi guardano come si guarda una meteora, come qualcuno che è lì per un po ma poi scomparirà negli abissi della notte e delle loro memorie.

Situazioni che noi precari accettiamo con ironica rassegnazione, scambiandoci sguardi e sorrisi di comprensione mentre i primi di settembre ci si ritrova in coda per firmare i contratti, e poi le prime chiacchiere, i primi caffè con quei colleghi porzione singola per chi sa cogliere la citazione che hanno il sapore dolceamaro dellennesimo PTOF da leggere per avere unidea di dove si è finiti.

Un mondo a sé, quello della scuola, un universo parallelo che puòcapire solo chi lo vive nel quotidiano, chi effettivamente passeggia tra i banchi, requisendo  righelli utilizzati come armi improprie, beccando chi copia i compiti celato dietro barricate di portapenne e diari, ridacchiando con le studentesse dei primi amori mentre i maschietti giocano a rincorrere palloni posticci di carta di recupero e nastro adesivo.
Linsegnante, quel mestiere che si vede che quello è un professore: occhiali, zaino o cartella, sacche di stoffa strabordanti di libri e fogli dappunti, sguardo stralunato di chi combatte ogni giorno contro           lignoranza a suon di Dante, Michelangelo, Pitagora, accenti a chapeau, word lists e chi più ne ha più ne metta.

E poi ci sono le aule, anfratti angusti, sovraffollati di banchi incisi dalla noia, odorosi di adolescenza, con pavimenti ricoperti di bigliettini, ritagli, frammenti di litigate e ridarole e le ormai due lavagne, una antica perennemente sporca di gesso, laltra ipermoderna, scarabocchiata anchessa, solo che in digitale.
Quanto ci sarebbe da dire di e su questa benedetta scuola italiana! Che tanto non va mai bene, una volta troppo nuova, una volta troppo vecchia, un po senza zaino, un po con i libri digitali, un po con i programmi da tagliare, con i progetti da portare a termine, e poi le competenze chiave, e poi, e poi, e poi…
La verità è che chi spesso parla di scuola, a scuola pare non averci mai messo piede.
Ma non è questa la sede per puntare il dito verso i grandi critici, i dottoroni della didattica, della pedagogia, verso chi fa tuttaltro e si permette di giudicare il mestiere altrui, verso i teorici dei CFU.
La verità è che di scuola dovrebbe poter parlare solo chi tutti i giorni calca i corridoi e le classi di questi edifici vetusti e tutti i giorni affronta, dopo unora di sudatissima lezione, linevitabile domanda esistenziale: Prof, posso andare in bagno?

Credo sia anche per questo che Filippo Caccamo, attore teatrale e cinematografico, comico e anche autore nel 2019 di un romanzo Vai tranquillo, edito Mondadori, ha riscosso tutto questo meritatissimo- successo. Perché lui il professore lo ha fatto davvero, e con delicata e intelligente ironia ha dato voce sincera a una realtà che è davvero difficile da raccontare senza banalizzarla o criticarla a vuoto. Con latteggiamento di chi è abituato a spiegare, attraverso la semplicità di una maglietta in testa o una borsetta a bauletto sotto braccio, Filippo restituisce attraverso i suoi brillanti personaggi la vita del professore comune, e tra PDP, segreterie didattiche mai a disposizione, Collegi docenti on line o in presenza e cambi dora scoppiettanti è davvero difficile non ritrovarsi.
Ebbene sì, sono anche io una delle tante fans torinesi di Filippo Caccamo e in più, in qualità di insegnante, non posso che ammettere di rivedermi in molte delle situazioni che il comico di Lodi propone nei brevi e  numerosi schetc visionabili su instagram. È stato proprio questo particolare senso dellumorismo, pungente e preciso, mai esagerato o volgare, così vicino alla realtà e capace nel contempo di trasformare singoli individui in tipi stereotipati a convincermi a contattarlo per chiedergli qualcosa di più riguardo a tale arguta trovata.

È nato tutto da un banale messaggio su instagram, per una volta i social hanno risposto alla loro utilità.
Ci diamo un appuntamento telefonico, lo disturbo durante lora di colazione, tra un cappuccio e brioche Filippo risponde alle mie numerose domande, alterniamo questioni leggere a riflessioni per cui servirebbero giorni di discussione, parliamo di scuola, delle sue scelte di carriera e di vita. Mi dà lidea di una persona genuina, percepisco la sua voglia di fare e di mettersi in gioco, noto che conosce a fondo gli argomenti che poi mette in scena.

Infatti il nostro comico, la voce di noi precari e di noi insegnanti spiantati, ha tutte le carte in regola per brillare sotto i riflettori e farci ridere di quelle cose che forse affrontiamo con eccessiva drammaticità.
Si laurea prima in Scienze dei Beni Culturali presso lUniversità di Milano, in seguito ottiene la laurea magistrale in Storia e Critica dellarte, sempre a Milano, intanto persegue la passione per il teatro, la comicità ed il cinema: a partire dal 2014 partecipa ad alcune pellicole cinematografiche (Senza lasciare traccia, di G. Cappai; Rido perchéti amo, di P.Ruffini) e si esibisce a teatro con spettacoli da lui ideati e recitati quali Mai una laurea (2017), Le mille e una laurea (2018), Apprendista con esperienza (2019) fino allodierno Tel chi Filippo(2022).
Sono principalmente tre i filoni discorsivi a cui Filippo si ispira, i genitori, la vita dopo i trentanni e il mondo della scuola. Dalla prima tematica nascono ad esempio i personaggi tipo della mamma e del papà, la prima perennemente arrabbiata, il secondo che tenta goffamente di fare il giovane; dalla seconda invece viene fuori il tempo che passa inesorabile, si ride e si scherza su questo effettivo momento di passaggio, i trentanni, in bilico tra la giovinezza piena e linizio di una nuova fase di vita, fatta di impegni, stanchezza, lavoro e dormite alle dieci sera che soppiantano malinconicamente le serate in discoteca. Infine, la scuola: qui incontriamo La Carla, la professoressa dalla lamentela perenne, non le va mai bene niente, ma alla fine èquella che aiuta sempre tutti, poi c’è La vecchia, quella che agogna la pensione e risolve sempre con un fatidico ai miei tempi era tutto diverso, e poi La Preside, che con voce squillante  dirige allegra il Collegio docenti, e infine Mimmo, il tecnico tutto fare che tra uno sbuffo e laltro è un pilastro dellistituzione scolastica, dulcis in fundo la MAD, la personificazione della speranza appesa a un filo, in eterna attesa di una malattia o di qualcuno incinto.

Cari lettori, se non lo conoscete, andate a sbirciare sul web, cercate i suoi canali social e concedetevi qualche pausa di sacrosante risate, perché Filippo si merita la vostra attenzione e noi tutti ci meritiamo di prenderci un po meno sul serio.
Ecco la gradevole chiacchierata che ho avuto il piacere di portare avanti.
Alessia: come ti è venuta questa brillante idea di parlare del mondo della scuola?

Filippo: Questa è una bella domanda! Io non sono un grande battutista, più che altro faccio situazioni, quando ero in universitàprendevo in giro gli universitari, poi sono diventato grande per luniversità e ho iniziato a parlare della scuola. Poi la scuola un po si presta da sola, tu entri in una sala insegnanti e dici: bene un comico non deve neanche lavorare perché è già a posto così”. Quando mi sono trovato ad insegnare mi sono detto: ci sono alcune situazioni, alcuni personaggi alcune cose che devo per forza ricreare. E credo, dalla risposta che ho avuto, che gli insegnanti avessero proprio bisogno di una loro pagina web, di un punto di riferimento, di un loro comico. Ed effettivamente poi è andata bene, ma è stata cosa davvero molto naturale.

Alessia: Come ti è capitato? E successo qualcosa che ti ha fatto scatenare la comicità in questo ambito?

Filippo: Sì, la conoscenza di alcuni colleghi e  losservazione di atteggiamenti e di parole.
La scintilla è stata conoscere la vera Carla, sentire parlare due colleghi e dire no va beh, non ci credo. È losservazione, losservazione della realtà. Il punto di forza è proprio questo: si tratta di  personaggi reali.

Alessia:  Anchio – che sono una docente -mi ritrovo molto in quello che dici, mi ci rivedo, e mi piace il taglio che hai deciso di dare alla tua comicità, è questo che fa parte della tua vis comica ed è la tua specifica particolarità, sei sottile, ironico, i tuoi personaggi partono da modelli e situazioni reali che tu sai rimodellare, senza offendere nessuno, con estrema raffinatezza.

Alessia: C’è  qualcuno che ti ha sostenuto  in questo tuo percorso?

Filippo: No nessuno ride- I miei followers e fine! Io abito a Lodi, ho sempre continuato ad abitare a Lodi, ho casa qui, gli amici qui, tutto qui. È vero i numeri sono alti, i teatri sono pieni in pochi minuti, certo, ed è molto facile partire per la tangente. Io volutamente rimango in una realtà che non mi sostiene. Certo, c’è il conforto che arriva dalla parte web, ma è importante anche per me avere una normalità. Ad esempio quando mi esibivo in teatro ed ero giàconosciuto  non mi è mai venuto in mente di lasciare luniversità o di non insegnare.

Alessia: Tu insegni ancora?

Filippo: Purtroppo non posso più. Per un anno ho insegnato e basta, perché non avevo ancora una grande attività web, poi lanno successivo ho seguito entrambi i percorsi e poi non sono più riuscito a reggere un ritmo così intenso, andando continuamente in tour non posso farcela, e i ragazzi come fanno? Avrebbero bisogno del supplente del supplente, ma per loro è necessario avere stabilità. Io daltro canto  ho bisogno di un progetto da portare avanti, in cui credere fino in fondo mentre i ragazzi devono avere un docente presente. Mi sono detto, io questanno me la gioco così, sono giovane, vediamo come va… tanto a scuola purtroppo o per fortuna c’è sempre posto!

Alessia: La scuola ti manca come realtà?

Filippo: Sì mi manca e mi mancano i ragazzi. Infatti per avere a che fare con i ragazzi ora tengo un corso di comicità in una scuola qui a Lodi, nella scuola dove insegnavo prima invece faccio un corso di cinematografia. Certo mi manca e faccio di tutto per tenermi in contatto con queste realtà, semplicemente non tutti i giorni alle otto del mattino.

Alessia: Tu insegnavi alla scuola media? I ragazzi si ricordano di te? Ti contattano?

Filippo: Sì certo! Devo essere sincero, i miei alunni sono sempre venuti ai miei spettacoli, alle serate, mi commentano i video, sono molto affettuosi, anche quando ho detto che avrei tenuto questi corsi di comicità, me li sono ritrovati lì a scuola. Davvero meravigliosi.

Alessia: Tra i tuoi personaggi ce n’è qualcuno a cui sei piùaffezionato?

Filippo: Sì certo la Carla, che è anche un po il personaggio tra virgolette più comune, perché il puntiglioso c’è una volta, quella che vuole andare in pensione anche, ma la Carla siamo proprio un potutti. È quella che quando c’è il collegio docenti è di là che fa la torta salata, quando arriva una circolare non ha voglia di leggerla, ma ovviamente poi la legge, tentenna, ma lei c’è sempre. Si lamenterà dal mattino alla sera ma è quella che arriva prima, è quella che poi la torta salata la condivide con i colleghi. La Carla è il simbolo degli insegnanti, a metà tra lanalogico e il digitale, con quellinteresse romantico che deve poi avere a che fare con la LIM che non funziona e tutto il resto, ma la Carla è la vera combattente.

Alessia: Anchio condivido, la burocrazia è tremenda. Parlando di altre questioni che in effetti rubano diverso tempo parliamo dei social. Che cosa ne pensi?

Filippo: Io li detesto, li uso perché sono obbligato, fine. I social sono da fuori di testa, è un mondo di matti. È un mondo nel quale ogni persona può dire la sua, anche se non ha nulla a che fare con largomento trattato. Ad esempio, ho realizzato un video sui  PDP, che sono cosa serissima e importantissima io lo so bene, ma linsegnante ci impiega davvero tantissimo tempo a compilarli, ricontrollarli ecc. Faccio quindi un video prendendo in giro questa burocrazia assurda e diverse persone mi hanno redarguito sulla serietà della questione. Ho dovuto poi mettere un commento per gente che non sa, sottolineando che io prendo in giro la burocrazia, non limportanza o la finalità del PDP. Quando ero alluniversità giocavo a prendere in giro alcune materie, ma mai lutilità della laurea. E poi è anche attraverso la comicità, il prendersi in giro che diamo valore al nostro lavoro e alle nostre cose. I social sono quella cosa in cui devi centellinare determinate parole, non per chissà chi, ma per gente normalissima che semplicemente non sa. E in più ci vuole attenzione perché la comicitàè fortemente in difficoltà in questo periodo, quello che dicevano alcuni comici un po di tempo fa non lo possiamo più dire noi oggi, ci chiuderebbero tutti i profili. Non saprei definire il mio rapporto con i social. Cioè ogni giorno apro il profilo e mi chiedo: Cosa posso fare? Cos’è che non dà fastidio? Detto questo, la mia è una linea molto pulita, è ironia pulita, non offendo mai nessuno. Io farei tutta la vita teatro e basta, però dallaltra parte questi sold out in sette minuti vengono proprio dai social, quindi devi farlo.

Alessia: Condivido, anche per i ragazzi è deleterio usare in modo indiscriminato i social.

Filippo: Io ho fatto delle lezioni sulluso consapevole dei social, e sono piaciute moltissimo.

Penso che sia un argomento da sostenere e da affrontare proprio con i ragazzi, insegnare loro la differenza tra un utilizzo passivo e uno attivo, attraverso il quale magari si può proporre qualcosa, e via discorrendo. Bisogna insegnare loro a servirsene in modo critico.

Alessia: Condivido, anchio insegno,  la mia materia è arte, ho frequentato l Accademia di Belle Arti, e mi sono laureata in Decorazione, arte contemporanea, e ritengo che luso indiscriminato dei social sia deleterio. E anche io nel mio piccolo provo a riflettere con i miei studenti su quanto influiscano i social network sulla vita di tutti i giorni, quali siano gli aspetti positivi e quali quelli negativi.

Ti rivolgo ancora alcune domande, magari un po impegnative. Ad esempio che cosa pensi della scuola italiana? Dimmi pregi e difetti.

Filippo: Certo. Guarda io ti rispondo con la mia frase storica: tolta la LIM, siamo nel 1970.
Davvero, se togliamo la LIM, rimangono i quaderni, le penne, i fogli protocollo, i voti, la paura per linterrogazione. La domanda dopo èqual è la soluzione?, beh purtroppo quella non la so! Non ho le competenze, non ho lo studio specifico, non ho la debita conoscenza culturale per dare una risposta. A mio parere un problema grosso riguarda la lentezza, la scuola italiana è troppo lenta, è stantia e poi oggi c’è la demotivazione da parte dei docenti, dovuta allimpossibilità del docente di fare qualsiasi cosa: non può mettere la nota, non può mettere un 4 ecc. Cioè prima di mettere un 4 devi rifletterci mille volte, ah quellalunno ha il pdp, quindi non si può fare niente, anzi ormai bisogna far passare ogni studente per forza. Perchése poi vuoi fermare qualcuno arriva la preside, arriva la circolare, la famiglia e comunque non si risolve nulla. E poi ci sono i docenti piùanziani che non vedono lora di andare in pensione, i docenti piùgiovani che non sanno che fare. Per fortuna ci sono anche i docenti appassionati, e non è vero che sono pochi, perché poi si dice sempre anche questa cosa, che c’è sempre un solo paladino della giustizia che sguaina la spada, non è vero, gli insegnanti appassionati sono tantissimi, io nel mio piccolo lho visto, nella mia scuola ne ho incontrati molti, che magari ti inseguono nei corridoi per unidea, un progetto, che magari alla domenica pensano ai propri allievi e ai loro problemi, e si preoccupano per cercare soluzioni didattiche adeguate.
Alessia: Si ecco, la scuola è proprio un mondo a se stante, se uno non la vive non riesce a comprenderla a pieno. È un mondo complesso e bellissimo allo stesso tempo. E tu sei riuscito a raccontare quello che succede allinterno della scuola a chi della scuola in realtà non sa nulla. Per concludere: altre hit dopo Giovani supplenti?
Filippo: Una bella domanda. In realtà io adoro fare le canzoni, quindi altre canzoni sì, arriveranno. Però ecco serve una hit, non voglio fare una canzone da zero perché io insomma faccio ridere, canto, faccio la parodia ma non ho la presunzione di scrivere un testo su una musica nuova, quella roba lì la lascio fare a chi è capace.

Alessia: Allora aspetto un video sul docente di arte.
Filippo: Sì, sì arriverà anche quello. Sto lavorando su una serie di video su tutti i docenti di… poi ho in mente una serie che sto scrivendo che credo potrà essere molto carina, vediamo insomma cosa succede, piano piano.

Tempus fugit, per lui e per me, che devo entrare in classe.
Ancora un personale grazie e un personale complimento a chi èriuscito a dare voce a questo universo sgangherato che è quello della scuola, nello specifico della scuola media, quellanfratto di vita di serie B, sdegnato e allontanato da tutti, quel qualcosa che passa inosservato e volutamente non visto. Ma, cari lettori, ricordate: lessenziale è invisibile agli occhi (Le Petit Prince Antoine De Saint-Exupery).

ALESSI CAGNOTTO

Controlli di polizia a San Salvario e Piazza Bengasi

 Con centinaia di persone identificate  

 

Nella scorsa notte, hanno avuto luogo, come di consueto, i controlli congiunti della Polizia di Stato e delle altre forze di polizia (Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza) nelle aree cittadine interessate dal fenomeno della cosiddetta “movida”, quali Piazza Vittorio, i Murazzi del Po, il quartiere San Salvario e la zona di Piazza Santa Giulia.

L’attività, espletata tramite pattuglie appiedate e presidii fissi svolti, per quanto riguarda la Polizia di Stato, da personale del Comm.to di P.S. Barriera Nizza, del Reparto Mobile di Torino, delle Volanti dell’UPGSP e dell’unita cinofila, ha consentito, soltanto questa notte, l’identificazione di 130  persone  e il controllo e di 4 attività commerciali. E’ stata anche sequestrata una modica quantità di sostanza stupefacente ed elevata una sanzione amministrativa in  merito.

Sempre personale del Comm.to di P.S. Barriera Nizza, nelle giornate di giovedì, venerdì e sabato, ha coordinato 4 servizi di controllo straordinario del territorio nella zona di Piazza Bengasi, in particolare nell’area parcheggi e in corrispondenza dell’uscita della metropolitana, identificando, con l’ausilio del personale del Reparto Prevenzione Crimine Piemonte,  270 persone. 20 le attività commerciali sottoposte  a controllo.  Complessivamente, dall’inizio del mese, l’attività espletata della Polizia di Stato in questa zona ha condotto al controllo di 600 persone.

I servizi di polizia nelle aree sopra menzionate continueranno con cadenza regolare.

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Ruffino (Azione): cinismo e bandiera identitaria

Dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino (Azione):

     Il canovaccio è ormai ben conosciuto: all’inizio si impediscono le operazioni di sbarco degli immigrati raccolti in acque internazionali dalla flottiglia delle Ong. Poi si accorda il permesso di sbarco ad anziani, donne e bambini e si lasciano gli adulti a mollo sotto il sole. Si aprono le trattative, ci scappa qualche morto tra i disgraziati in fuga, e allora scendono tutti gli altri. Tanto cinismo, al solo scopo di far sventolare la bandiera identitaria della destra, a chi è utile? Perché tutte le persone ragionevoli sono indignate di fronte al commercio di carne umana su cui si arricchiscono gli scafisti con l’ausilio, immagino, della criminalità organizzata italiana. A nessuno piace vedere in giro per le nostre città torme di clandestini arrivati da chissà dove e lasciati allo sbando.

     Le autorità pubbliche e i ministri competenti sono inadempienti rispetto a una politica di accoglienza seria, ben organizzata: il primo modo per colpire le organizzazioni criminali che lucrano sulla pelle dei clandestini è tagliare l’erba sotto i loro piedi. Come? Ad esempio concedendo un alloggio agli immigrati che arrivano provvisti di documenti personali e sanitari, e dividerli da quelli che si affidano invece alla criminalità. Mettere gli immigrati in conflitto con i loro sfruttatori. È un’idea che a mio giudizio va esplorata con molta cautela. Ne parlerò con il mio gruppo per assumere eventualmente un’iniziativa legislativa.

Produzioni cinematografiche e hotel, binomio vincente per l’economia torinese

Torino città del cinema, con ricadute positive sull’economia. Sono state più di trenta le produzioni  da inizio anno a Torino: 18 film  e 13 serie tv. Tanti gli attori, registi e professionisti che hanno soggiornato in per oltre 100 settimane di riprese e altrettante di preparazione. La spesa per i pernottamenti a fine anno supererà i tre milioni di euro. Si pensi che solo la produzione di Fast X, decimo episodio della serie Fast & Furious, ha garantito agli hotel piemontesi spese alberghiere pari a 1.109.000 euro. Soddisfazione da Film Commission Torino Piemonte e Federalberghi Torino che hanno in programma di potenziare la collaborazione avviata nel 2021 con la sigla di un protocollo di intesa per promuovere Torino come location ideale per le produzioni cinematografiche.

È grande Juve!

13esima giornata
Juventus-Inter 2-0
Rabiot
Fagioli

Con un grandissimo secondo tempo la Juventus, vince lo scontro diretto contro l’Inter, è la prima volta in questa stagione che accadde contro una diretta concorrente, scavalca in un colpo solo Inter e Roma, salendo al quinto posto e raggiungendo quota 25.

L’inter resta a quota 24 e scende al settimo posto, perdendo la quinta partita su 13 giocate.Più pericolosi i nerazzurri nel primo tempo (occasioni per Dzeko e Dumfries), ma è Rabiot a sbloccare la gara all’ inizio della ripresa. Poi una rete annullata a Danilo, un’occasione per Lautaro per il pari, palo di Kostic ed il secondo gol di Fagioli, sempre su assist di uno scatenato Kostic. Allegri sale a quota 25 punti, resta a 24 Inzaghi. Nel secondo tempo tornano Chiesa (già rientrato in Champions) e Brozovic.Dopo questa vittoria la Juve entra in una stanza piena di luce, l’Inter in un’altra dove viene, momentaneamente, spenta.

Enzo Grassano

 

Pecco Bagnaia regala a Chivasso il titolo mondiale MotoGP

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CINQUEMILA SOSTENITORI IN PIAZZA NELLA SUA CHIVASSO


Francesco Pecco Bagnaia, giovane pilota originario di Chivasso, ha vinto il titolo mondiale della MotoGp, classe regina del motociclismo.

Al Gp di Valencia il pilota della Ducati si è piazzato nono alla fine della ventesima e ultima gara in calendario vinta da Alex Rins su Suzuki davanti alla Ktm di Brad Binder e alla Pramac di Jorge Martin.

Quarto è arrivato Fabio Quartararo che aveva bisogno della vittoria per difendere il titolo vinto nel 2021 in caso di caduta di Bagnaia o un piazzamento del pilota torinese oltre il 14mo posto. Grande festa a Chivasso per questo prestigioso successo sportivo mondiale: sono scesi in piazza in cinquemila.

“È stata la gara più dura della mia vita e della mia carriera. Volevo arrivare tra i primi cinque, ma ho sofferto tanto, la moto era impossibile da controllare. Ma l’importante  è che sono campione, è una giornata incredibile. Sono davvero felice”, ha commentato Bagnaia.

Flashback Art Fair raggiunge un pubblico di 25 mila persone

Tutte le energie sulla sfida di Flashback Habitat.

 

 

Termina he.art, la X edizione di Flashback Art Fair, un grande successo di pubblico che ha registrato 25.000 visitatori, tra curiosi, collezionisti e amanti dell’arte di tutti i tempi.

34 espositori italiani e internazionali, oltre 2.000 opere presenti di cui circa 100 vendute, oltre a 3 mostre e più di 30 appuntamenti tra Talk e Laboratori durante i giorni di fiera.

Diretta da Ginevra Pucci e Stefania Poddighe, la fiera è stata dedicata alla passione per l’arte, come si intuisce dalla crasi, he.art, titolo dell’edizione 2022: un atto di amore verso l’arte di tutti i tempi che l’associazione Flashback porterà avanti anche nei prossimi mesi con una progettualità annuale all’interno dei nuovi spazi di Flashback Habitat, in corso Giovanni Lanza, 75 a Torino, a partire proprio dalle tre mostre che resteranno allestite e visitabili fino al 15 dicembre: Opera Viva, Barriera di Milano a cura di Jòn Gnarr, Cuba introspettiva a cura di Giacomo Zaza e La natura e la sua gemella a cura di Michela Casavola.

“La scelta di portare una fiera di arte antica e moderna in uno spazio già denso di storia –commenta la co-direttrice Ginevra Pucci – ha reso il nostro lavoro ancora più emozionante. Abbiamo lavorato con passione e fatica alla rinascita di questo luogo. Giorno dopo giorno lo abbiamo conosciuto, studiato, curato e poi lo abbiamo preparato per accogliere altri pezzi importanti della nostra storia: le opere d’arte. Abbiamo ragionato sulla stratificazione di significato: galleristi, curatori e artisti lo hanno interpretato, ciascuno nell’intimità del proprio spazio ne ha dato una nuova lettura. Il risultato è stata una grande opera corale che il pubblico ha dimostrato di apprezzare con la nostra stessa passione: tantissimi sono stati i visitatori di questa decima edizione che non a caso è nata all’insegna del cuore, come recita il titolo: “he.art”.

 

“Siamo molto soddisfatte di questa decima edizione – continua la co-direttrice di Flashback Stefania Poddigheche per noi è stata la migliore di sempre. Abbiamo accolto opere importanti e dal grande valore artistico e non solo, come un meraviglioso “Ritratto di Emilienne Le Roy” di Giovanni Boldini, un prezioso dipinto di Christo, “Wrapp Reichstag”, una scultura di Gasparo Cairano Compianto con “Maria, San Giovanni Evangelista e Giuseppe di Arimatea”, il trittico “Vir Dolorum” di Bicci di Lorenzo, artista del tardo gotico fiorentino. La qualità dei lavori esposti è stata molto apprezzata anche dai collezionisti grazie ai quali si sono registrate importanti vendite.”

Parte ora la nuova sfida per l’associazione Flashback che si prepara a far rivivere gli spazi in Borgo Crimea con attività e progetti che coprono tutto l’anno.

 

“Habitat è Opera Viva, un’esperienza che parte da lontano. Quello che è stato fatto fino a ora in Corso Lanza 75 è un accenno di quanto può succedere qui. – afferma Alessandro Bulgini direttore artistico di Flashbak Habitat, Ecosistema per le Culture Contemporanee Ora la sfida è così ambiziosa che va alimentata con una combinazione di ulteriori risorse e l’inizio di questa avventura, anche in connessione col nome Habitat, sta nel creare un dono, un ambiente favorevole, che sia un esempio fruibile da tutti e realizzato grazie al contributo di tante sensibilità consapevoli.”

 

Già dal mese di novembre si avvia il progetto Living Rooms | Le stanze viventi, nato per dare voce a una serie di artisti dell’area regionale, mettendo al centro della vita culturale il territorio, la creazione artistica e i suoi principali soggetti. In sinergia con Flashback Habitat, che si propone come luogo di produzione artistica, Living Rooms intende costruire un percorso di stanze realizzate da artisti dell’area piemontese che verranno abitate da realtà e che dovranno garantirne la conservazione. In questo modo le sedi di associazioni, organizzazioni di volontariato, realtà culturali e artistiche che andranno ad abitare gli spazi di Flashback Habitat saranno stanze viventi, con una forte connotazione artistica. Durante i mesi di realizzazione del progetto sono invitati 20 artisti, con un bando pubblico in corso di selezione che nel mese di residenza costruiranno una residenza artistica partecipata e condivisa. Il progetto Living Rooms si avvia il 15 novembre e sarà destinato a continuare per arrivare a coinvolgere tutta la palazzina A, per un totale di 3000 mq. e di 70 stanze.

 

Scontro tra auto e scooter in corso Bramante

Verso le 16 di oggi un’auto e uno scooter si sono scontrati  in corso Bramante quasi all’angolo con corso Turati a Torino. Sul posto ambulanza e carro attrezzi. Sembra non ci siano feriti gravi. La polizia municipale verificherà la dinamica dell’incidente.