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Operai Stellantis in Polonia? Confartigianato: “Brutto segnale anche per l’indotto”

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Il “caso Polonia” ha suscitato un ampio dibattito politico e sindacale. Ecco l’opinione del presidente di Confartigianato imprese Piemonte

«Forse non sarà un ricatto ma una proposta su base volontaria, ma l’offerta ai carrellisti di Mirafiori di recarsi a lavorare per un periodo in Polonia, mentre al contempo si chiede agli operai del Sud la disponibilità a venire a Torino, è emblematica di cosa accade quando la finanza soppianta l’industria: si rinuncia alla dignità del lavoro, allo sviluppo del territorio e alle prospettive di crescita di una comunità»: così Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte commenta le ultime vicende relative al Gruppo Stellantis e allo stabilimento di Mirafiori. «Il mix di ingordigia e di incapacità ha trasformato la più importante fabbrica di automobili italiana in una fumosa bisca di affaristi, dove nessuno è in grado di offrire a Mirafiori e ai suoi lavoratori un orizzonte certo, nuove assunzioni e nuovi modelli. Così prosegue la lenta e inesorabile agonia, preludio della scomparsa di Mirafiori e con essa dell’indotto artigiano. Se fossimo in un Paese serio, dopo la collettivizzazione delle perdite e la privatizzazione degli utili attuata come sistema, la “Fiat” sarebbe già stata espropriata da un pezzo dallo Stato ex art. 43 della Costituzione. Ai tempi di Marchionne quanto meno i vertici Fiat giocavano a carte con i rappresentanti della politica. Se oggi Meloni, Cirio e Lo Russo volessero ricordare ai vertici Stellantis che cosa è la responsabilità sociale dell’impresa, ex art. 41 della Costituzione, temo che non riuscirebbero neppure a farsi rispondere al telefono».

L’orto botanico riapre

Dopo la violenta grandinata che lo ha gravemente danneggiato, l’Orto Botanico di Torino sta pian piano riprendendosi. È possibile a visitarlo il sabato e la domenica. Prezzo di ingresso ridotto per tutti a 3 euro.

Ristrutturazioni edili domestiche, le agevolazioni disponibili

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Dall’Ecobonus, passando anche per il bonus mobili, il bonus verde o il bonus ristrutturazione, le agevolazioni per il 2024 non mancano.

Da gennaio scorso, infatti, la super agevolazione sulle spese per i lavori che migliorano di due classi l’efficienza energetica scende dal 110% al 70% ed è destinata solo a specifici utenti. Il Superbonus al 70%, infatti, può essere richiesto solo dai condomìni e dai proprietari di edifici da 2 a 4 unità immobiliari.

Una misura che, tra l’altro, nel 2025 calerà ulteriormente al 65%, dopodiché terminerà. Ma per chi ha avviato i lavori nel 2022 resta la possibilità di cedere il credito o avere lo sconto in fattura. Per coprire i costi dell’intervento i condomini dovranno però versare una differenza di almeno il 30% o concordare con l’impresa una riduzione dei lavori.

Un’altra importante agevolazione da tenere in considerazione è il cosiddetto Bonus Ristrutturazione. Agevolazione prorogata fino al 2024, offre la possibilità di ottenere una detrazione del 50% su tutte le spese sostenute per i lavori di manutenzione ordinaria o straordinaria.

Il limite massimo di spesa è di 96 mila euro per ogni unità immobiliare e rientrano in queste spese quelle per sostituire il tetto, gli infissi esterni, i serramenti e le persiane, ma anche vari interventi di modifica del materiale oppure della tipologia degli infissi stessi. Come l’Ecobonus, dal 17 febbraio 2023 non è più possibile optare per lo “sconto in fattura” o per la cessione del credito d’imposta.

A rientrare tra le agevolazioni per ristrutturare casa c’è anche il Sismabonus ordinario, che consente di portare in detrazione le spese sostenute per effettuare i lavori di riduzione del rischio sismico, migliorando la classe sismica dell’immobile oggetto dell’intervento. Può essere richiesto fino al 31 dicembre 2024 e spetta una detrazione minima del 50% e massima dell’85% in base a determinate condizioni.

La detrazione va calcolata su un ammontare massimo di 96 mila euro per unità immobiliare che deve essere ripartita in cinque quote annuali di pari importo. La detrazione è però più elevata quando dalla realizzazione degli interventi si ottiene una riduzione del rischio sismico di 1 classe (70%) o di 2 classi (80%) e quando i lavori sono stati realizzati sulle parti comuni di edifici condominiali (sempre 80 o 85%).

Chi compra un immobile in un edificio demolito e ricostruito nei Comuni in zone classificate a “rischio sismico 1”, può detrarre dalle imposte dal 75 all’85%, fino a un massimo di 96 mila euro.

Altro bonus è quello per eliminare le barriere architettoniche, misura che permette di avere diverse agevolazioni.

La detrazione Irpef, infatti, può essere del 50%, da calcolare su un importo massimo di 96 mila euro, se la spesa è sostenuta nel periodo compreso tra il 26 giugno 2012 e il 31 dicembre 2024, da ripartire in 10 quote annuali. Scende al 36%, da calcolare su un importo massimo di 48 mila euro, per le spese effettuate dal 1° gennaio 2025.

Ma c’è anche la possibilità di avere una detrazione del 70%, prevista inizialmente solo per l’anno 2022 e prorogata al 31 dicembre 2025.

Prorogato dalla legge di Bilancio 2022 fino a tutto il 2024, il Bonus Verde consiste in una detrazione Irpef del 36% sulle spese sostenute per interventi di sistemazione a verde di aree scoperte private e realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili. A dare diritto all’agevolazione rientrano anche le spese di progettazione e manutenzione se connesse all’esecuzione di questi interventi.

La detrazione, che va ripartita in dieci quote annuali di pari importo, va calcolata su un massimo di 5 mila euro per unità immobiliare a uso abitativo. Pertanto, la detrazione massima è di 1.800 euro (36% di 5.000) per immobile. Hanno diritto all’agevolazione i contribuenti che possiedono o detengono, sulla base di un titolo idoneo, l’immobile sul quale sono effettuati gli interventi e che hanno sostenuto le relative spese. Anche i familiari conviventi di chi possiede o detiene l’immobile possono accedere al bonus, sene sostengono le spese e le fatture e i bonifici sono intestati a questi soggetti.

Ultimo, ma non per importanza, è il Bonus Mobili. Si tratta di una detrazione Irpef per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione. La detrazione è calcolata su un importo massimo di 5 mila euro, comprensivo delle eventuali spese di trasporto e montaggio. La detrazione viene ripartita in dieci quote annuali di pari importo.

I pagamenti vanno effettuati con bonifico o carta di debito o credito, mentre non è consentito pagare con assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento.

Ma attenzione, perché l’agevolazione del 50% della spesa sostenuta per l’arredo si applica solo al contribuente che ha usufruito della detrazione per i lavori di recupero edilizio. Se, per esempio, un coniuge ha sostenuto le spese per la ristrutturazione e l’altro coniuge quelle per l’arredo, nessuno dei due ha diritto al bonus.

Aromi d’Italia, appuntamento a Torino con la bagna caoda

Il progetto “Aromi d’italia” fa parte del contesto “Scopri l’Italia che non sapevi- Viaggio Italiano” ed è concepito come un tour alla scoperta della cucina italiana attraverso la quale le ricette regionali diventano una vero e proprio profumo.

Per il Piemonte l’appuntamento è fissato lunedì 2 settembre.

Aromi d’Italia prende spunto dal convincimento che l’aroma abbia la possibilità di suggestionare il consumatore evocando ricordi conservati nella parte più profonda della memoria e riportando emozioni dimenticate nella sfera cosciente. Il legame tra aromi ed esperienze risulta ancora più forte quando si tratta di cucina. Il progetto gioca sul marketing olfattivo e parte dalla definizione di questi aromi, un sondaggio tra gli esperti, addetti ai lavori, comunicatori per identificare con certezza il profumo di ogni regione.

L’olfatto è l’unico dei cinque sensi a non essere controllato in maniera condizionante dal cervello. Il progetto punta, per questo, alla creazione di un kit di aromi italiani, uno per regione. Sta a ciascuna di esse indicare l’aroma chiave che rappresenta l’essenza della regione. Si tratta di un lavoro collettivo fatto dal basso e dai territori. Una volta data vita alla ‘sensory Box’, si procederà ad un vero e proprio tour che, da Nord a Sud isole comprese, farà leva sulla degustazione dei diversi piatti. ‘Driving my tasting’ girerà l’Italia. Si tratta di un bus esclusivo, unico, arredato con una cucina professionale e tavoli per trenta coperti, pronto ad accogliere gli ospiti che pranzeranno e che potranno ammirare le bellezze di questa tappa da un punto di vista privilegiato”.

“Scopri l’Italia che non sapevi” è una strategia di promozione comune alle regioni italiane frutto di un accordo tra il Ministro del Turismo e la commissione politiche per il turismo, coordinata dalla Regione Abruzzo, dalla Conferenza delle Regioni e dalle province autonome, in collaborazione con ENIT. Si tratta di un progetto che vede capofila le regioni dell’Emilia Romagna, dell’Umbria, delle Marche e Abruzzo, ognuna con una tematica specifica da valorizzare, sia essa i borghi, il turismo lento, quello attivo, la natura e i parchi, con quest’ultimo anche responsabile degli aspetti legati all’operatività interconnessa con il Tourism Digital Hub.

MARA MARTELLOTTA

 

 

Partners sbagliati: perché li scegliamo?

PRIMA PARTE – Nel corso dei miei colloqui di counselling e di coaching, con una certa frequenza i clienti mi raccontano di problematiche legate ai loro rapporti con il partner. E spesso si arriva a comprendere che il disagio ha qualcosa a che fare con le effettive motivazioni con le quali lo hanno scelto.

Che molte volte nascondono bisogni inconsapevoli, squilibri esistenziali, confusioni emotive, che determinano in gran parte la scelta. A volte è lo stesso partner che, nel corso del tempo e per i più svariati motivi, si rivela una persona diversa da quello che sembrava nei primi tempi della relazione.

Ma nella maggior parte dei casi siamo noi a commettere qualche iniziale e fatale errore di valutazione. Vediamo quindi insieme alcune dinamiche errate che condizionano negativamente la scelta. La prima è quello che io chiamo “il rimbalzo”.

Nel caso, ad esempio, in cui abbiamo vissuto una precedente relazione piuttosto burrascosa e instabile, con un partner dotato di un carattere forte e imprevedibile, sarà facile avere la tentazione di scegliere un successivo partner decisamente (e troppo), tranquillo, prevedibile e magari un po’ noioso… E viceversa…

Cerchiamo cioè uno squilibrio per risolvere un precedente squilibrio. E difficilmente la nuova relazione avrà vita faile e lunga… Un’altra dinamica di scelta sbagliata è legata a fatto che talvolta scegliamo per una serie di bisogni di cui in genere non siamo assolutamente consapevoli.

Il bisogno di riscattarci, o di sanare una ferita, il desiderio di ritrovare una parte di noi stessi, o di trovare protezione, sicurezza e accudimento, di incontrare qualcuno che (spesso soltanto apparentemente…) abbia le nostre stesse caratteristiche o  quelle di qualche persona della nostra infanzia.    (Fine prima parte)

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Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
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Rubrica su “IlTorinese”: STARE BENE CON NOI STESSI

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: Audiatur et altera pars – Le case al mare in Liguria perdono valore e le vacanze sono care, provinciali  e mediocri – Lettere

Audiatur et altera pars
La locuzione latina ampiamente adottata nel linguaggio giuridico significa: sia ascoltata anche l’altra parte, cioè sia dato spazio nel dibattito non solo ad una parte. E’ una regola che andrebbe sempre applicata per garantire il confronto tra le diverse tesi.
Nel campo giuridico nessuno si sottrarrebbe ad esso per garantire il principio del contraddittorio. Se applichiamo la frase al campo storico il discorso diventa invece  difficile. Se essa venisse invocata da un anticomunista sotto attacco  credo che nessuno si sottrarrebbe. Se invece l’altera pars è il fascismo ci si chiude a riccio nell’antifascismo stupido ed  eterno di Scurati ed altri estremisti perché il fascismo va solo combattuto. Il discorso, diceva il focoso Pajetta ,con il fascismo lo abbiamo chiuso il 25 aprile 1945 . La sua era una battuta polemica da comizio umanamente compatibile con la sua storia personale in cui pago’ con dieci anni di carcere la sua lotta politica. Capirlo per poterlo giudicare con il necessario distacco  è un lusso che non è consentito perché c’è sempre l’evocazione macabra di piazzale Loreto e della plebe inferocita che non rispetta neanche i cadaveri. Ma questa non è storia. Lo dicevano già Delio Cantimori ed Armando Saitta storici di sinistra. Una storia schierata a senso unico non è storia, è quella che De Felice definiva come una “vulgata” fatta di generici slogan ideologici. Possibile che dopo 80 anni non si voglia comprendere la verità togliendo l’esclusiva ai faziosi che ritengono di essere gli unici a possederla? E confondono i tribunali della storia con le piazze dei cortei vivacizzate dalle sole bandiere rosse  e dalle pastasciutte antifasciste?
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Le case al mare in Liguria perdono valore e le vacanze sono care, provinciali  e mediocri
Non è solo la fine della bolla edilizia che ha fatto arricchire a dismisura impresari senza qualificazione professionale e senza scrupoli, ma anche le cattive amministrazioni comunali e anche la Regione che hanno impoverito il territorio di iniziative, a determinare la non attrattività delle cittadine liguri che in un passato molto lontano avevano un loro stile. Pensiamo ad Alassio con Mario  Berrino che fece esplodere l’estate. Oggi il modello medio è Borghetto Santo Spirito. Neppure Varigotti si è salvata dal casino provinciale. Mentre il Sud è progredito con una  clientela internazionale di qualità – pensiamo al Salento – la Liguria, se escludiamo le Cinque Terre, si è rivelata un gambero surgelato, neppure di qualità. Anche la ristorazione fa acqua da tutte le parti e non ha più locali adeguati pur mantenendo prezzi esosi e a volte senza ricevuta, l’associazionismo socioculturale  è  ridotto al mondo dei carugi  maleodoranti ed è formato da ridicoli personaggi quasi ottantenni  molto patetici e premiati dal Conune come a Carrù fanno con il bue grasso  che celebrano, a loro volta  uno dei preti più discussi, don Gallo di Genova, il prete di estrema sinistra, amico di De Andrè e di Giuliani  aggressore di un  carabiniere. Giornalistini creano incontri letterari con scrittorelli senza notorietà. Anche Toti, se escludiamo il ponte Morandi che era un  dovere minimo rifare in fretta, ha lavorato male, privando del pronto soccorso territori liguri che oggi non garantiscono più il diritto alla salute. La Liguria del presente, turisticamente, è tornata all’anno zero. Meglio andare al mare al Sud, magari a Capri (dove sono andato per anni con grande piacere) e lasciare ai liguri lo sfascio che loro stessi hanno creato. Toti va archiviato e processato almeno politicamente  non solo per eventuali illeciti , ma per il modo grigio, anzi opaco, di condurre la Regione da parte di  uno che riteneva, poverello, Novi Ligure in Liguria e non in Piemonte.
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LETTERE  scrivere a quaglieni@gmail.com
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Scurati a Venezia
A Venezia verrà celebrato il film  televisivo in 7 puntate tratto dal romanzo di Antonio Scurati “M. Il figlio del secolo” seguito da altri due tomi. Non avevano altro di meglio  da portare a Venezia? Scurati non è uno storico, ma un attivista politico. Cosa ne pensa? Vittorio Fedeli
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Lei sfonda porte aperte, Scurati è stato beneficiato da Mussolini che gli ha dato la notorietà che mai avrebbe raggiunto. A lui Mussolini è servito. Sarà un malloppone inguardabile. E’ sconcio spendere soldi pubblici per queste cose.
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In difesa di Povia
E’ un cantante che non mi entusiasma, ma il divieto del sindaco di Nichelino  al concerto di Povia  è sconcertante.   Luisa Miale
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D’accordo con lei. La censura operata dal sindaco di Nichelino è una manifestazione di faziosità intollerabile. Agli antisemiti quel sindaco non avrebbe mai vietato nulla. Povia ha cantato a Sanremo, ma a Nichelino non gli è consentito. Si vergogni questo sindaco che ruba la libertà dei suoi cittadini, decidendo lui la musica consentita  nel suo Comune espressione della peggiore area metropolitana  torinese.

De Gasperi e Togliatti, ovvero l’esatta alternativa politica

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo

Nei giorni scorsi si sono ricordati due anniversari storici. La scomparsa, 70 anni fa, di Alcide De
Gasperi e quella di Palmiro Togliatti avvenuta nell’agosto del 1964. Due date che hanno permesso
a molti commentatori ed opinionisti politici di ricordare e scandagliare il magistero politico,
culturale ed istituzionale di due esponenti che, comunque sia, hanno segnato il cammino concreto
della democrazia italiana. Certo, a molti anni di distanza a volte c’è la tentazione di confondere un
po’ le acque e di fornire interpretazioni e letture alquanto singolari sul concreto progetto politico di
due leader politici che sono stati, com’è evidente a quasi tutti, alternativi e contrapposti. Certo, se
ad esempio parlando di De Gasperi trascuriamo la data del 18 aprile 1948 e ci limitiamo, seppur
giustamente, a fare del leader storico della Dc solo un incallito anti fascista e nient’altro, facciamo
una operazione monca e del tutto anacronistica rispetto a ciò che De Gasperi è stato ed ha
rappresentato per il paese e anche, e soprattutto, per la storia della Democrazia Cristiana. E
allora, per non dilungarsi in discussioni un po’ virtuali od eccessivamente forzate, mi limito a tre
osservazioni di fondo.

 

 

 

Innanzitutto il progetto politico, culturale e programmatico della Dc e del Pci nel secondo
dopoguerra erano semplicemente alternativi. È inutile esercitarsi in dotte osservazioni o in
capziose interpretazioni. Non c’è nulla in comune e proprio il voto del 18 aprile 1948, uno degli
spartiacque storici della politica italiana, ha segnato la profonda ed irriducibile alterità tra la
visione della società della Dc e del Pci. E proprio quella data ha segnato l’irriducibile visione
politica alternativa tra i due partiti e, soprattutto, dei rispettivi leader riconosciuti: e cioè, appunto,
De Gasperi e Togliatti.
In secondo luogo, sarebbe scorretto e anche intellettualmente disonesto individuare dei punti di
collegamento tra due visioni politiche alternative piegandole alle logiche della politica
contemporanea. E questo perchè la convergenza di pezzi di quelle culture politiche – quella ex e
post comunista e quella della sinistra democristiana – nel progetto del Partito democratico è una
operazione radicalmente diversa rispetto alla stagione che ha visto contrapposti i due leader
storici dell’immediato secondo dopoguerra. Anche perchè, com’è evidente a tutti, non si può
confondere l’esperienza della sinistra democristiana con tutta la Democrazia Cristiana. Cioè con
l’elettorato di quel partito che, come tutti ben sappiamo, è confluito nella sua stragrande
maggioranza con lo schieramento di centro destra.
In ultimo, il centrismo – innovativo, riformista, democratico e di governo – degasperiano ha
rappresentato un modello politico e di governo che ancora oggi contiene una straordinaria
modernità ed attualità a prescindere, com’è ovvio, dalla profonda diversità dei due contesti storici,
politici e culturali. Una visione politica che, ieri come oggi, non c’entra assolutamente nulla con la
storia, la cultura, la tradizione e la prassi del Pci e dei partiti che sono succeduti a quella storica
formazione politica. Certo, l’evoluzione politica è un fatto del tutto scontato e le stesse culture
politiche possono registrare nello scorrere del tempo elementi di convergenza. Come, del resto, è
avvenuto dopo la stagione di tangentopoli e l’avvio ella cosiddetta seconda repubblica. Ma
confondere il magistero, la lezione, l’esperienza politica e di governo di Alcide De Gasperi con
quella di Palmiro Togliatti oltre che scorretto sul terreno politico sarebbe anche ridicola e grottesca
sul versante storico.
Ecco perchè, anche quando si ricordano anniversari ormai lontani nel tempo, è sempre
consigliabile non esercitarsi in operazioni politiche, culturali e storiche di chiara impronta
trasformistica ed opportunistica. E questo non solo per il rispetto della storia ma anche, e
soprattutto, per non sfregiare il profilo e la statura di due grandi personalità come quelle di Alcide
De Gasperi e di Palmiro Togliatti.

“Corsa 5 dei Laghi”, ecotrail a Ivrea

Domenica 8 Settembre sarà in programma ad Ivrea la 47esima edizione della manifestazione “Corsa 5 dei Laghi”, organizzata dal Gruppo Sportivo AVIS Ivrea, insieme all’Associazione “La Compagnia dei 5 Laghi”.

Si tratta di un ECOTRAIL di circa 25 km su fondo misto (asfalto, sterrato, boschi e porfido); i suoi 450m di dislivello complessivo sono ben distribuiti lungo il percorso che parte ed arriva nel centro di Ivrea snodandosi attraverso il “Parco dei 5 laghi” che, con più di 500 km quadrati di superficie, è ad oggi uno dei rilievi morenici meglio conservati al mondo. Montalto Dora, Borgofranco d’Ivrea, Chiaverano e Cascinette d’Ivrea sono gli altri comuni toccati dalla manifestazione.

Sky Sport  ha recentemente dedicato all’evento  una puntata del programma Icarus Ultra:

https://www.youtube.com/watch?v=_TeNze-X_EE e  quest’anno una testimonial d’eccezione  parteciperà alla gara per poi premiare i vincitori: https://youtube.com/shorts/AAd_wwkqldE?si=DKT3Kvc0QGvONe7w

Dopo  il successo dello scorso anno (quasi 1000 partecipanti) l’importanza della manifestazione e’ cresciuta e nel 2024 sarà anche:

prova unica del Campionato Regionale FIDAL Piemonte di Trail Corto (individuale e di società)

prova conclusiva del TROFEO ECO REGIONE PIEMONTE 2024

prova conclusiva del Circuito UISP Together Trails

gara qualificante UTMB 20K.

Contemporaneamente si svolgerà anche la 7° Edizione della “Corsa dei 2 Laghi”, in versione sia competitiva sia non competitiva, su un tracciato di 11 chilometri e poco meno di 200 metri di dislivello, in prevalenza su asfalto ma con tratti sterrati ed il suggestivo passaggio finale boschivo sul Monte Stella di Ivrea comuni alla “5 Laghi”.

Entrambe le gare sono competitive ed approvate FIDAL e UISP, ed e’ prevista anche una versione NON competitiva della “Corsa dei 2 Laghi”

Molte sono le novità previste, tra cui il capo tecnico CRAZY per i finisher della 5 Laghi, il ricco pasta party finale con DJ SET per tutti i partecipanti e l’estrazione di moltissimi premi a sorteggio offerti dai nostri sponsor ed il consueto ricchissimo pacco gara!

“Confermata anche per il 2024 la formula dello scorso anno con l’organizzazione di una Camminata sociale di 5km (insieme ad AVIS, AIDO, ADOD, CRI, AIRC tra le altre) il cui ricavato andrà in beneficenza: lo scorso anno siamo riusciti a donare 2000 euro all’Ospedale di Ivrea”, commentano i promotori.

Alcune informazioni pratiche:

  • e’ possibile iscriversi on-line su Wedosport oppure presso i negozi:

    • DIREZIONE DEL BENESSERE – Via Jervis, 13 – 10015 Ivrea (TO)
    • GYMMY VILLAGE – Via Martiri d’Italia, 16 – 10014 Caluso (TO)
    • GYMMY SPORT – P.zza Balla, 11 – 10015 Ivrea (TO) – 0125 425 300
    • 38 PARALLELO SUD – C.so Nigra 41 – 10015 Ivrea (TO) – 0125 193 1381
    • TECHNOSPORT – Frazione Plan Felinaz, 19 – Charvensod (AO) – 0165 32829
    • RUN Atletica&Podismo – Corso Raffaello, 29 – TORINO
    • Ca’ Sport Mizuno – Corso Torino, 77 – Rivarolo Canavese (TO.
  • il Centro Gara sarà allestito nella storica location di Piazza Ottinetti e sarà aperto nei seguenti orari:

    • sabato 7/9 dalle ore 16 alle ore 18 per ritiro pettorali / pacchi gara ed iscrizioni

    • domenica mattina 8/9 dalle ore 7 per ultime iscrizioni (possibili fino alle ore 8) e ritiro dei pettorali / pacchi gara (possibili fino alle ore 8:30);

  • partenze separate per le diverse gare a partire dalle ore 9 ed arrivi dalle 10 a seguire sempre in Piazza Ottinetti, con successivo Pasta Party gestito dalla Pro Loco di Cascinette (aperto anche a tutti);

  • il servizio fotografico sarà di RACEPHOTO con riconoscimento facciale su www.endupix.net

In allegato la locandina con tutti i dettagli.

Per informazioni:

 

Incendio al forte di Exilles, le visite continuano

“Le visite al Forte di Exilles continuano regolarmente”: è quanto precisa Gian Luca Vignale, assessore al Patrimonio della Regione Piemonte, ente proprietario della struttura, dopo l’incendio che l’altra sera ha danneggiato il ponte levatoio interno che porta all’ingresso del Cortile del Cavaliere.

“Oggi i tecnici regionali hanno effettuato un sopralluogo e posso annunciare che la parte danneggiata sarà ripristinata nell’arco di due settimane”, continua Vignale, che ringrazia i Vigili del Fuoco e i dipendenti regionali per il tempestivo intervento.