ilTorinese

I consigli di Poste Italiane per evitare le truffe

Torino, 22 giugno 2023 – Poste Italiane, impegnata da tempo nel promuovere la cultura della sicurezza e della prevenzione dai fenomeni di microcriminalità, raccomanda poche e semplici regole per evitare di incorrere in truffe ed effettuare acquisti in sicurezza.

I truffatori – dichiara Alessandra Maida, Responsabile Fraud Management Nord-Ovest di Poste Italiane – non possono fare nulla senza il vostro aiuto pertanto la prima cosa alla quale prestare la massima attenzione sono i falsi operatori di Call Center di Poste Italiane o di Postepay perché Poste Italiane non chiede MAI in nessuna modalità (e-mail, sms, chat di social network, ufficio postale e prevenzione frodi), le credenziali di accesso, i codici di sicurezza, i PIN di carte di credito né chiede mai di installare APP come strumento per la sicurezza”.

I rischi maggiori sono legati ai tentativi da parte di terze persone di carpire, attraverso artifizi o raggiri e inganni i dati riservati dei cittadini (dati della carta di pagamento, utenza, password, codici di accesso e/o PIN dispositivi). Qualche semplice consigli per difendersi.

Tra i principali consigli c’è quello di non fornire mai le proprie credenziali di accesso al sito di Poste o alle proprie APP (il nome utente e la password, il codice posteid), i dati delle proprie carte (il PIN, il numero della carta con la data di scadenza e il CVV) e i codici segreti per autorizzare le operazioni. “Poste Italiane – ribadisce Maida – non chiederà mai di disporre transazioni di qualsiasi natura paventando falsi problemi di sicurezza sul tuo conto o la tua carta tantomeno spingendoti a recarti in Ufficio Postale o in ATM per effettuarle. Inoltre, se qualcuno, spacciandosi per un operatore di Poste Italiane S.p.A. o PostePay S.p.A., dovesse chiederti quanto sopra riportato, puoi essere sicuro che si tratta di un tentativo di frode, quindi non assecondare la richiesta in nessun caso”.

Altri consigli utili:

  • Non rispondere mai a e-mail, sms, chiamate o chat da call center in cui ti vengono chiesti i propri codici personali (Utenza, password, codici di sicurezza e dati della carta di pagamento), né in cui Poste Italiane ti chiede di sbloccare pacchi in giacenza

  • Controlla sempre l’attendibilità di una e-mail prima di aprirla: verifica che il mittente sia realmente chi dice di essere e non qualcuno che si finge qualcun altro (ad esempio controlla come è scritto l’indirizzo e-mail da cui ti è arrivata);

  • Non scaricare gli allegati delle e-mail sospette prima di aver verificato che il mittente sia noto o ufficiale;

  • Non cliccare sul link contenuto nelle e-mail sospette; se per errore dovesse accadere, non autenticarti sul sito falso, chiudi subito il web browser;

  • Utilizza l’App per usufruire anche del servizio gratuito di push notification ed essere informato in tempo reale sulle operazioni di pagamento effettuate con il tuo conto corrente e le tue carte di pagamento. In alternativa attiva il servizio di notifica tramite SMS sul tuo telefono cellulare, gratuito per i pagamenti su siti internet e su app. Per ulteriori informazioni sul servizio consulta i fogli informativi nella sezione Trasparenza Bancaria del sito Poste.it.

In casi sospetti segnala a Poste Italiane eventuali e-mail di phishing inoltrandole all’indirizzo antiphishing@posteitaliane.it oppure rivolgiti al tuo Ufficio Postale.

San Giovanni, ingresso a 1 euro per le mostre alla Gam, Mao e Palazzo Madama

La Gam, Mao e Palazzo Madama celebrano la festa di San Giovanni  offrendo a tutti i visitatori l’ingresso a 1 euro alle mostre temporanee e permanenti, un’occasione davvero imperdibile non solo per i torinesi, ma per le persone di passaggio a Torino.

Alla Gam i visitatori potranno ammirare una ricca selezione di opere della collezione permanente nelle mostre “Ottocento. Collezioni Gam dall’Unità d’Italia all’alba del Novecento ” e “Viaggio al termine della statuaria”.

Al Mao il pubblico potrà visitare le gallerie dedicate a Cina, Giappone, Hymalaya, Asia Meridionale e Sud Est Asiatico,  che costituiscono collezioni permanenti e la mostra  dal titolo “Metalli sovrani. La festa, la caccia e il firmamento nell’Islam medievale, allestita all’interno della galleria dedicata all’arte islamica.

Nello spazio dedicato alle mostre temporanee è,  invece, visitabile la mostra dedicata a Buddha e si potrà ammirare l’installazione HIdden Foowers di Jacopo Milani,aperta fino al prossimo 25 giugno.

A Palazzo Madama oltre alla ricca colazione permanente di dipinti, sculture, codice miniati, maioliche e , porcellane, ori, argenti e tessuti, il pubblico potrà godersela mostra temporanea dal titolo “Bizantini . Luoghi, simboli, comunità di un impero millenario e i colori della libertà“.

MARA MARTELLOTTA

Terna ha concluso il monitoraggio della rete elettrica in Piemonte

OLTRE 4000 KM DI RETE ELETTRICA AEREA IN PIEMONTE

Ispezionati in elicottero 300 elettrodotti

Investiti ogni anno circa 50 milioni di euro per il monitoraggio e la manutenzione della rete elettrica italiana

Terna ha concluso le attività di monitoraggio della rete elettrica in Piemonte. Grazie all’utilizzo degli elicotteri della flotta aziendale, sono stati ispezionati oltre 4000 km di linee aeree nelle varie province, di cui oltre 900 km solo nell’area di Torino, per un totale di 300 elettrodotti a 60, 132, 220 e 380 kV.

Il costante monitoraggio e la manutenzione dei propri asset è una priorità per la società guidata da Giuseppina Di Foggia che per queste attività investe complessivamente ogni anno circa 50 milioni di euro.

L’ispezione aerea consente di verificare l’eventuale presenza di anomalie su conduttori e sostegni al fine di garantire la piena efficienza del servizio, permettendo di analizzare circa 240 km di linee in una sola giornata contro i 15 km delle ispezioni a terra che restano comunque uno strumento fondamentale per l’individuazione di eventuali anomalie che dall’alto non sono riscontrabili. Entro la fine del 2023 Terna avrà sorvolato e ispezionato, con tecnologia infrarosso, circa 70.000 Km di elettrodotti in alta tensione, effettuando un’analisi completa della rete regionale.

Per poter eseguire queste attività di monitoraggio, la società che gestisce la rete elettrica nazionale si è dotata di sette elicotteri caratterizzati dai nomi di particolari esemplari dell’avifauna italiana come il Gheppio, l’Assiolo, il Cuculo, la Ghiandaia, la Cicogna, il Nibbio e il Falco. Tutti i velivoli sono equipaggiati con una tecnologia all’avanguardia, gestita direttamente dal personale a bordo, che consente la visualizzazione in tempo reale dei dati.

Inoltre, al termine delle attività di monitoraggio in volo, seguono successive verifiche dei dati raccolti tramite l’elaborazione da parte di un sistema informativo di tipo DSS (Decision Support System) che supporta in modo proattivo la catena decisionale del processo di mantenimento degli impianti proponendo azioni di monitoraggio, manutenzione e sostituzione asset con tempistiche di intervento che seguono una policy predefinita.

Per la gestione di questa strumentazione altamente tecnologica, decine di professionisti provenienti dalle Unità Impianti di Terna dislocate su tutto il territorio nazionale sono stati sottoposti ad un periodo di addestramento nel polo formativo della Società, allestito per l’occasione con tutte le strumentazioni di bordo dell’elicottero per le varie simulazioni, al termine del quale hanno ottenuto la qualifica di “specialista di ispezione eliportata IR”.

Oli esausti vegetali, raccolta di prossimità in Circoscrizione 2

Si estende alla Circoscrizione 2 la raccolta di prossimità degli oli vegetali di provenienza domestica. Prende il via oggi, infatti, il posizionamento di oltre 70 cassonetti a Mirafiori Nord, Mirafiori Sud e Santa Rita: i contenitori, di colore blu, verranno collocati da Amiat in altrettanti luoghi individuati di concerto con la Città e la Circoscrizione, nell’ambito dell’Accordo siglato tra la Città di Torino, Amiat Gruppo Iren e CONOE (Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali e animali esausti).

Il progetto di estensione della raccolta di prossimità ha preso avvio nel mese di aprile nella Circoscrizione 8, dove sono già stati attivati oltre 50 punti di raccolta, ed è disponibile anche nella Circoscrizione 6. Il servizio verrà poi esteso a tutta la città, aggiungendosi a quello già attivo presso i Centri di raccolta Amiat, dove è possibile conferire gli oli vegetali esausti all’interno dei fusti presenti.

Nei punti di raccolta collocati sul territorio, invece, l’olio vegetale esausto, precedentemente filtrato da impurità ed eventuali residui di cibo per ottimizzare il processo di trasformazione da rifiuto a risorsa, dovrà essere raccolto in bottiglie ben chiuse che dovranno essere conferite direttamente all’interno degli appositi contenitori. Sarà possibile smaltire olio di oliva e di semi vari usati per frittura, oli di conservazione dei cibi in scatola o in vetro e oli vegetali deteriorati o scaduti.

Prosegue inoltre la campagna di comunicazione congiunta di Città, CONOE e Amiat, “Trasforma un rifiuto in risorsa” che, attraverso l’affissione di manifesti e la distribuzione di opuscoli informativi sta accompagnando il progetto, con l’obiettivo di informare i cittadini e di sensibilizzarli anche alla corretta gestione degli oli vegetali esausti.

Per maggiori informazioni: https://www.amiat.it/servizi/raccolta-oli-vegetali-esausti

Tris-Quarté-Quinté di scena all’ippodromo di Vinovo

Ad animare la seconda ‘Notturna’ stagionale sulla pista dell’Ippodromo di Vinovo, venerdì 23 giugno con il via delle corse fissato per le 20 sarà il Premio Omero. Una Tris-Quarté-Quinté nella quale è decisamente complicato pronosticare la cinquina per le scommesse. Al via 14 cavalli suddivisi nei tre nastri del doppio km. Dieci al primo dei 2.060, 3 al secondo dei 2.080 e l’unico ai 2.100 metri scatterà Pietro Gubellini con uno dei suoi allievi, in questa occasione Vincerò Gar. Un soggetto prestante, abituato a correre anche nei gran premi, ma che non attraversa il suo miglior periodo. Dal primo nastro peschiamo Adam Kirby Col, Bravissimo Lp e Arnold Cup che parte sempre bene. In mezzo invece il favorito, Batman Ross: l’allievo di Andrea Guzzinati é in forma e sulla distanza si trova sempre bene. Ma attenzione anche a Santo Mollo che sarà in sulky a Cupido Cup

Altra corsa interessante sarà il premio Ovidio, per 11 buoni cavalli di tre anni anche loro alle prese con la partenza fra i nastri. Reduce da un’ottima prestazione milanese Elodì Mabel si annuncia come cavalla da battere, insieme a Every Time Winner, oltre a Eguador con V.P. Dell’Annunziata, ed Enjoy Bi del binomio Casillo-Di Nardo. In apertura di programma spazio ai gentlemen (7 in tuitto) con il Premio Plauto sul miglio. Per tutta la sera il pubblico sarà intrattenuto dalla musica a bordo pista e potrà cenare al Ristorante Pizzeria “La Scuderia” con i tavoli posti sia all’interno con aria condizionata, che affacciati sulla pista nella terrazza green (gradita la prenotazione al 345/7787032). Come sempre, all’ippodromo ingresso libero e gratuito per tutti.

Feriti nello scontro tra due auto e un tram a Torino

Ieri in corso Einaudi si è verificato un incidente tra due automobili e un tram della linea 15 Gtt.  Giunti sul posto i vigili del fuoco, la polizia municipale  per i rilievi  e i sanitari. Alcune persone sono rimaste lievemente ferite.

“Amor toujours”, il teatro Regio celebrerà anche Puccini nel centenario della morte. E arriva il Maestro Riccardo Muti

 

Il titolo della nuova stagione del teatro Regio, che inizierà  il 21 settembre 2023 e si concluderà  il 4 luglio 2024, si intitola “Amor toujours” e propone quattordici titoli di cui otto nuovi allestimenti, preziose rarità con artisti di fama e giovani interpreti dalla carriera in ascesa.

Protagonisti assoluti Riccardo Muti, che torna al Regio con un imprescindibile titolo verdiano, e Giacomo Puccini, nell’anno del centenario.

Si tratta di un nuovo avvio per il teatro Regio, che presenta una nuova immagine e un nuovo logo, realizzato da Undesign Agency a partire da un bozzetto di Carlo Mollino, simboli di un teatro aperto al futuro, ma anche saldamente ancorato alla propria storia  musicale e architettonica, che vanta radici profonde nella città. Il teatro torna  a produrre con lo sguardo rivolto verso l’estero e l’Europa.

“Lasciati alle spalle gli anni difficili legati alle chiusure per pandemia  con mezzo secolo di storia appena festeggiato – spiega il sindaco di Torino Stefano Lorusso – il teatro Regio guarda al futuro con una stagione di opera e balletto di altissimo livello, forte della certezza che la sua capacità di sperimentare e rinnovarsi possa essere unita a un’offerta artistica di grande qualità,  facendone un’istituzione culturale di primaria importanza”.

“L’amore in tutte le sue manifestazioni – aggiunge il sovrintendente del teatro Regio , Mathieu Jouvin – pervade questa stagione  e l’opera lirica e il balletto sono generi che hanno saputo esplorare in modo profondo e intenso l’amore e le sue sfumature, offrendo rappresentazioni potenti e toccanti di questo valore che permea la nostra vita, a partire da Eros a Agape e Philia, le sue mille nature.

Le fotografie  che abbiamo scelto per illustrare la stagione seguono la stessa narrazione e sono capaci di emozionare, accarezzare lo sguardo, evocando sentimenti con un gesto, una luce, un’assenza uniche.

Sono state scattate da Federica Cocciro, artista milanese nata nel 1989 e che ha già pubblicato su importanti testate nazionali  ed è  Ambassador Leica dal 2018 al 2020″.

“Il trailer della stagione – prosegue Jouvin –  è firmato dalla regista torinese Aksinja Bellone  ed è  girato negli interni e esterni del Teatro e nel caffè Baratti & Milano.  Vede come protagonista una coppia di innamorati che si cercano tra gli specchi, giocano, sognano, amano e soffrono”.

“Abbiamo concepito  questa stagione con un’alta ambizione artistica – afferma il direttore artistico Cristiano Sandri -Abbiamo voluto dare il giusto spazio alla tradizione lirica italiana,  ampliando lo sguardo verso l’Europa, con la voglia di proporre opere fondamentali di compositori italiani  e stranieri. Ci siamo sentiti pronti a lanciare la sfida proponendo titoli rari e allestimenti originali, perché sappiamo che è presente una platea pronta  a recepirli. Per quanto riguarda interpreti, direttori e registi, abbiamo scelto nomi straordinari noti al grande pubblico, accanto a giovani artisti di cui seguiamo la carriera.

Protagonisti della stagione e nostro vanto sono l’Orchestra, il Coro e il Coro di Voci Bianche del teatro Regio. Un’esperienza riuscitissima è  stata quella con il Regio Ensemble, il cui percorso formativo nel 2024 sarà arricchito da nuovi componenti”.

 

La stagione d’opera e del  balletto del teatro Regio si aprirà  il 21 settembre con l’Ebreo di Fromental Halévy, in programma dal 21 settembre al 3 ottobre prossimo, in un allestimento firmato da Stefano Poda, un regista visionario che ha un rapporto molto forte con il teatro Regio e che per esso ha creato indimenticabili spettacoli, come Thais, Faust e Turandot.

Quest’opera,  La Juive di Halevy, fu applaudita per l’ultima volta nel 1885. Amore, morte e mistero sono i temi del grand-opéra di Halévy, che contiene grandiosi brani di assieme e melodie seducenti che entusiasmano il pubblico dell’epoca. Un simile capolavoro non poteva che essere diretto da un direttore di grande prestigio, Daniel Oren. Il cast vede tra i protagonisti Gregory Kunde, al suo debutto come Eleazar, uno dei ruoli tenori più complessi del teatro francese, Mariangela Sicilia in Rachel, reduce dall’ottima prova del don Giovanni e Riccardo Zanellato nel ruolo di Brogni.

Dal 6 al 14 ottobre, al Piccolo Regio Puccini, andrà in scena un nuovo allestimento di “Un mari a la porte”, operetta di Jacques Offenbach in prima esecuzione a Torino. Questo titolo, composto a Parigi nel 1859, costituisce il contraltare ideale de La Juive, nata a pochi anni di distanza.

L’accostamento del grand-opéra e dell’opera vogliono  dare l’opportunità al pubblico di immergersi nell’atmosfera del fervore parigino dell’Ottocento. Prosegue il viaggio tra Italia e Francia iniziato con “La  figlia del reggimento”. Torna al Regio come ospite il giovanissimo direttore Riccardo Bisatti.

La nuova produzione avrà la regia di Anna Maria Bruzzese, è  targato Regio con le scene di Claudia Boasso e i costumi di Laura Viglione.

Nell’anno delle celebrazioni del centenario del compositore il primo appuntamento con Giacomo Puccini non poteva essere che con la Boheme, nata proprio al teatro Regio di Torino nel 1896 e tra le opere più  rappresentate al mondo.

La Boheme andrà in scena dal 21 al 29 ottobre e proporrà l’amore autentico fra Rodolfo e Mimi’, la passione di Musetta e Marcello e l’amicizia appunto “bohemien” dei giovani squattrinati parigini.

La regia viene firmata da Giuseppe Patroni Griffi, la direzione è  del maestro Andrea Battistoni, l’interpretazione di Erika Grimaldi nel ruolo di Mimi e quella dell’ emergente Federica Guida come Musetta.

L’allestimento del Regio è stato possibile grazie al contributo di Reale Mutua come socio fondatore del Teatro.

A novembre, dal 17 al 26 novembre, proseguirà l’omaggio a Giacomo Puccini con l’allestimento de “La rondine’, con la sua musica brillante, ironica, disincantata, affidata alle mani esperte di Francesco Lanzillotta, riconosciuto interprete del repertorio novecentesco.

Atteso ritorno al teatro Regio di Torino di Pierre Emmanuel Rousseau, dopo l’inaugurazione della stagione 2023, per firmare questo allestimento che colloca l’azione nel 1973, in omaggio ai cinquanta anni del nuovo Regio progettato da Carlo Mollino, anno che permette di evocare, nel suo allestimento per il secondo atto, il fascino degli abiti di Yves Saint Laurent, Jacques de Bascher, Loulou de la Falaise, Brigitte Bardot e Serge Gainsbourg.

Dicembre è  tradizionalmente il mese della danza. Dal 7 al 17 il teatro Regio proporrà balletti romantici molto amati, quali La bella addormentata, su musica di  Petr Il’ic Caikovskij e coreografia da Marcia Haydèe da Marius Petipa nell’interpretazione dei solisti e del Corpo di ballo del Teatro Nazionale di Praga.

Dal 22 al 31 dicembre sarà di scena la Spagna elettrizzante con il Don Chisciotte, uno dei titoli tra i più brillanti del repertorio classico, grazie alla partitura sfavillante di Ludwig Minkus. Il Balletto dell’opera di Kiev porterà in scena la versione coreografica di Viktor Litvinov, tratta dalla coreografia di Marius Petipa, Aleksandr Gorskij e Kasian Golejzovskij.

Il 2024 prenderà  avvio con un appuntamento speciale, la magia della grande danza con Roberto Bolle e interpreti eccezionali nel celeberrimo “Bolle and Friends”, una produzione di Artedanza per tre spettacoli dal 4 al 7 gennaio.

Sarà poi  di scena l’umorismo irresistibile e cinico del DonPasquale di Donizetti, realizzato nell’allestimento e per la regia di Ugo Gregoretti. Scene e costumi sono di Eugenio Guglielminetti .

‘Un ballo in maschera’, capolavoro indiscusso di Giuseppe Verdi, verrà  portato in scena dal 21 febbraio al 3 marzo 2024 e vedrà il ritorno glorioso del Maestro Riccardo Muti sul podio del teatro Regio. Andrea De Rosa è  regista teatrale di prosa e opera lirica ed è stato direttore del Teatro Stabile di Napoli, oggi alla  direzionedel TPE, Teatro Piemonte Europa. Con il maestro Riccardo Muti ha collaborato per la messainscena del Don Pasquale di Donizetti, a Ravenna e Madrid,  e “Il matrimonio inaspettato” di Paisiello, al Festival di Pentecoste di Salisburgo. Il pubblico torinese ha potuto apprezzare la sua lettura registica nel “Manfred”di Schumann Byron  e nel dittico  formato da Goyescas ee Granados e Suor Angelica  di Puccini. Atteso il debutto di Luca Micheletti, protagonista dell’ultimo Don Giovanni, nel ruolo di Renato.

Dal 22 marzo al 2 aprile prossimi sarà  la volta de “La Fanciulla del West”, un’opera del tutto originale per soggetto e stile musicale. A dirigere sarà il maestro Francesco Ivan Ciampa.

Dal 7 all’11 aprile al Piccolo Regio Puccini verrà presentato “The Thender Land” di Aaron Copland, un’opera intimistica, ambientata in un’America rurale, chiusa e conservatrice, al tempo della Grande  Depressione.

La stagione proseguirà  dal 19 al 26 aprile prossimi con l’opera d’esordio di Giacomo Puccini dal titolo “Le villi”, che mise in evidenza la capacità del compositore di creare melodie intense e potenti scritture sinfoniche. La nuova versione debuttò  a tempomdi record all’indomani della prima, proprio al teatro Regio di Torino nel 1884. La conduzione sarà di Riccardo Frizza.

Dal 17 al 26 maggio un atteso ritorno della musica wagneriano con l’Olandese Volante,  opera che va in scena nell’allestimento onirico e affascinante di Willy Decker. Sul podio Nathalie Stutzmann, prima donna  a fare un doppio debutto al Metropolitan Opera.

Ultima produzione della stagione, dal 21 giugno al 4 luglio, il Trittico di Puccini, che il Regio propone proprio come il compositore lo concepì. ”È come una vita a 360 gradi, con la presenza dell’amore, del dramma e del risvolto buffo. Nel Trittico si ritrovano queste tre dimensioni dell’amore e il Trittico è così potente da mostrare tutte le emozioni dei sentimenti”.

In programma a dicembre un convegno promosso dall’Università degli Studi di Torino e dedicato a Maria Callas. Sarà anche attiva la collaborazione con il Centro Studi Giacomo Puccini, il 18 e 19 aprile 2024 si terrà un convegno dal titolo “Un genio al debutto, gli anni giovanili di Giacomo Puccini”.

Il Teatro Regio si prepara così  a festeggiare i cinquanta anni dalla ricostruzione del teatro da parte di Carlo Mollino e il centenario della morte di Giacomo Puccini, avvenuta a Bruxelles il 29 novembre del 1924.

MARA MARTELLOTTA

Paolo Pozzi e la linea ideale sul 45° parallelo

 

Al termine di un lavoro di ricerca durato molti anni è stata pubblicato in edizione ristretta l’interessante volume “ 45° parallelo. Similitudini, somiglianze, intrecci e fantasie nelle culture dialettali” nel quale Paolo Pozzi  indaga e confronta vicende e sovrapposizioni lessicali, testi poetici e musicali su una linea ideale che scorre dalla sponda piemontese del Verbano fino alle coste dell’Istria.

 

L’autore, dirigente industriale in pensione e appassionato ricercatore, nato al Mottarello di Masnago (Varese) e residente sulle colline di Stresa, ha potuto attingere sia dalla cultura lacustre dell’ Insubria sia dalle tradizioni friulane, soprattutto della destra del Tagliamento, la terra dei suoi nonni materni. Un volume di 140 pagine dove il testo è accompagnato da numerosissimi rimandi  a fonti esterne attivabili semplicemente con un click e da una chiavetta usb dove sono raccolti numerosissimi documenti. Il lavoro di Paolo Pozzi sui parallelismi nelle culture dialettali tra ovest ed est, viaggiando idealmente sulla linea del 45° parallelo, è molto interessante. La splendida espressione tradotta dall’yiddish di Weinreich (“una lingua è un dialetto con un esercito e una marina“) riassume l’importanza e la nobiltà delle tradizioni vernacolari. Non a caso l’autore cita il cardinal Tonini che, acutamente, sosteneva come le nostre radici non si trovano solo nella terra dove siamo nati ma anche nell’educazione che abbiamo ricevuto. Così, accompagnati dai parallelismi, si può viaggiare tra le pagine confrontando lingue e tradizioni dei progenitori di Pozzi, come nei casi della nonna materna, friulana, e di quella paterna, originaria del varesotto. Un confronto che chiama in causa i poeti lungo quel filo immaginario che corre tra le terre dell’Ossola e del lago Maggiore fino a Pinguente, nella valle del fiume Quieto, un tempo sede della Serenissima nell’entroterra istriano. Il richiamo a Pier Paolo Pasolini che precisa il senso del canto popolare e il viaggio proposto da Pozzi ( dove, pur stando seduti, ci si sente sempre in movimento) tra storie, migrazioni di uomini e parole, contaminazioni maturate su strade polverose battute dalle truppe napoleoniche formate dai grognards de la grande armée, vecchia  e fedele guardia napoleonica proveniente da territori larghi e transnazionali, sono immagini straordinarie. I Savoia che diffondono la lingua italiana per combattere ignoranza e analfabetismo e, al tempo stesso, favorire sentimenti unitari; il popolo che salva il dialetto dalla protervia del fascismo che imponeva l’italianizzazione forzata ( come fece in Istria e Dalmazia, territori occupati) aprono squarci sulla storia. La ricerca sulle similitudini nei vocaboli tra i dialetti bosino e friulano, l’arguto confronto sui diversi significati della parola “briciola” o la scoperta che Madonna” nel dialetto bresciano è un termine con tre significati ( appellativo di Maria – come nel resto del Paese – , suocera e persino una brutta parola). Nanni Svampa fondatore del gruppo cabarettistico e musicale dei Gufi, immaginato in parallelo con George Brassens mentre il padre Nino a Cannobio scriveva poesie e coltivava la passione velistica, raccontate nel libro “Boff de Canobina” (vento di Cannobina), consente a Paolo Pozzi di tracciare un altro parallelo con Biagio Marin, il poeta di Grado che nacque in territori a quel tempo appartenenti all’impero austro-ungarico. Il libro propone spunti e riflessioni offerte in un lavoro che non ha nulla di accademico, come precisa l’autore, ma si trasforma in un vitalissimo affresco di culture e storie. Le vicende narrate si ripetono nelle vicissitudini dei migranti di ieri e di oggi, tra chi conobbe l’esodo da Pinguente e chi raggiunge con una imbarcazione di fortuna Lampedusa dopo aver attraversato un braccio di mare che è diventato un cimitero di disperati in cerca di fortuna o in fuga da guerre e fame. Le suggestioni che si offrono al lettore sono tante e c’è una continuità, un filo rosso che lega personaggi e luoghi, profili come quello di Toti Dal Monte e paesi come Pieve di Soligo. La solida ricerca condotta da Paolo Pozzi confrontando canzoni e poesie e la parte che dedica a Trieste e alla terra friulana dove si dipana parte del suo “lessico famigliare”, è una sorta di compendio alle tracce che si trovano leggendo “Gli aghi”, un suo libro di qualche anno fa. Se ci si può permettere un ulteriore parallelismo questo è possibile chiamando in causa il Breviario Mediterraneo di Predrag Matvejević, un libro che sembra una finestra spalancata sul mare nostrum, su moli e banchine, sagome di chiese e architettura di case, sui fari delle coste e gli itinerari delle carte nautiche. Leggerlo equivale a sfogliare le pagine di un dizionario di gerghi, espressioni, idiomi, parlate che cambiano nel tempo e nello spazio. Quello di Paolo Pozzi è un breviario poetico sull’uso della lingua e di quello che, volgarmente, viene definito dialetto ma che a ben guardare , essendo “una varietà della lingua”, ne ha la stessa dignità, trasmettendo emozioni e calore, traducendo i sentimenti in parole spesso più appropriate di quanto possano fare le lingue ufficiali. Già nella sua silloge “Le rime migranti”  usò le varietà delle “sue lingue” con garbo e maestria, sia quella bosina che svela la radice paterna, legata al territorio della provincia di Varese, che le friulane e istriane, rispettivamente della madre e della moglie, frutto del pluralismo linguistico che si trova sulla linea del confine orientale, dove la tradizione mitteleuropea sfuma nei Balcani. Lì si toccano due mondi: l’Occidente, dove la verità è adeguamento della cosa all’intelletto; e l’Oriente, dove la verità è ciò che sembra che la cosa sia. Così, sfogliando le pagine, si respirano le atmosfere del Verbano, dove si sente “l’acqua che sciaborda contro i sassi” e s’intuisce il profilo dei monti che lo circondano ( “come stirate dalle dita del vento, delle nuvole grigie si strappano sulle cime della Val Grande”) fino all’Istria e dell’Adriatico (“Non si può solo camminare sulla riva per capire cosa vuol dire Mare! Ma con l’impeto di un’onda che ti spinge a vele tese, prova a navigare..”). E’ il lievito del racconto, dell’impasto dei suoi pensieri. Ci sono le riflessioni sociali, immagini d’attualità, i segni di una sensibilità ricca, profonda, mai banale – in questo peregrinare tra le brume e le nebbie del lago Maggiore e l’ombra del campanile “dritto e aguzzo” di Pinguente (la croata Buzet di oggi). Quella di Paolo Pozzi è una ricerca che meritava d’essere conosciuta perché lasciarla chiusa e al buio nel fondo di un cassetto sarebbe stata davvero un peccato.

Marco Travaglini

Barista incinta accoltellata a Torino

Una giovane di 28 anni incinta è stata accoltellata ieri sera, in corso Umbria a Torino durante una rissa che ha coinvolto una decina di persone. La notizia è stata diffusa da  Carlo Emanuele Morando, consigliere della Lega della Circoscrizione 4, che ha postato le immagini della rissa sui social. La ragazza, una barista, è ricoverata in ospedale.