ilTorinese

Trapianti, l’efficienza del modello Piemonte

Trapianti, la cultura del “dono prezioso da non sprecare” recepita alla lettera da  Piemonte-Valle d’Aosta: nei primi 9 mesi del 2023, su 74,2 donatori segnalati per milione di abitanti, 41,1 sono gli effettivi e 40,9 quelli utilizzati

 

All’evento online di OMaR dibattito aperto tra pazienti, clinici e istituzioni sulle necessità soprattutto nella delicata fase post-operatoria, sia dal punto di vista psicologico che nella gestione del rischio di infezioni come il Citomegalovirus

 

Correlazione complessa tra malattie genetiche rare e insufficienza d’organo: il trapianto spesso unica alternativa terapeutica possibile

 

 

Roma, 18 ottobre 2023227 di rene, 145 di fegato, 23 di cuore, 22 di polmone e 5 di pancreas: non sono numeri a caso, ma i trapianti di organo registrati in Piemonte e Valle d’Aosta nei primi nove mesi del 2023. Numeri che continuano a crescere, come ha testimoniato Antonio Amoroso, Direttore CRT – Centro Regionale Trapianti della Regione Piemonte e Direttore Dipartimento Trapianti, AOU Città della Salute e della Scienza di Torino: “In Piemonte sono stati superati complessivamente i 6.000 trapianti di rene e stiamo per raggiungere il traguardo di 4.000 trapianti di fegato e più di 1.200 tra trapianti di cuore e di polmoni. Un lavoro costante che portiamo avanti dal 1981: il nostro è stato infatti il primo Centro Trapianti a fornire diagnosi e consulenza genetica in Italia e continua a rappresentare un punto di riferimento nazionale, in particolare per i trapianti di fegato e reni”. Antonio Amoroso è intervenuto nel corso dell’evento online dedicato proprio all’importanza della donazione di organi, tessuti e cellule staminali, organizzato da OMaR – Osservatorio Malattie Rare – con il patrocinio non oneroso di ADMO Onlus – Associazione Donatori Midollo Osseo, AIDO Piemonte – Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule, AMR – Alleanza Malattie Rare, Centro Nazionale Trapianti e CRT Piemonte – Centro Regionale Trapianti Piemonte – con il contributo non condizionante di Takeda Italia. L’incontro, oltre a evidenziare casi di eccellenze come quello piemontese, è stato l’occasione per parlare con pazienti, clinici e istituzioni, della delicata fase post-operatoria e della prevenzione e gestione delle infezioni opportunistiche come il Citomegalovirus (CMV).

 

Il modello Piemonte è un modello molto efficiente. “Su 74,2 donatori segnalati per milione di abitanti nei primi nove mesi di quest’anno, 41,1 sono gli effettivi e 40,9 quelli utilizzati. La differenza così esigua dimostra come il sistema sia in grado di valutare con efficacia l’idoneità degli organi prima del prelievo, evitando sprechi di tempo e di risorse, ma anche limitando i disagi emotivi per le famiglie”, ha sottolineato Anna Guermani, Responsabile del Coordinamento Regionale delle Donazioni e dei Prelievi di Organi e Tessuti Piemonte e Valle d’Aosta – AOU Città della Salute e della Scienza di Torino – PO delle Molinette. Questo scenario, però, non è presente su tutto il territorio nazionale: al contrario, le disparità tra Regione e Regione sono rilevanti e a segnalarlo sono spesso anche le associazioni di pazienti. “Sappiamo tutti quanto è importante promuovere la cultura del dono, perché una maggiore disponibilità di organi, tessuti e cellule staminali può garantire a un numero superiore di persone l’accesso a questo percorso salvavita e in tempi più brevi. Allo stesso tempo, però, occorre mettere in atto delle strategie per supportare i pazienti, e con loro le famiglie, che si trovano ad affrontare il lungo percorso trapiantologico che quasi sempre prevede una lunga permanenza fuori casa e la migrazione in una diversa Regione – ha dichiarato la Sen. Elisa Pirro, Intergruppo Parlamentare Donazione e Trapianto di Organi, Tessuti e Cellule – Esistono, ancora oggi, differenze di trattamento e di comportamento a livello regionale: non c’è, ad esempio, una regolamentazione univoca per l’accesso ai Centri Trapianti e questo può influenzare molto la scelta di chi richiede l’accesso alla lista che, pur essendo parte di un sistema nazionale, prevede l’iscrizione presso un solo Centro Trapianti sul territorio a libera scelta del paziente. La prima, tra le tante, necessità da concretizzare è allora quella di garantire l’uniformità di accesso ai Centri Trapianti nell’intero Paese”.

 

Il Centro Nazionale Trapianti (CNT) riporta che in Italia, nel 2022, è stato registrato un incremento delle donazioni e quindi un aumento di trapianti di organo: il numero complessivo di trapianti è stato di 3.887, quasi 100 in più rispetto al 2021 (+2,5%). Nello specifico 2.038 di rene, 1.474 di fegato, 254 di cuore, 138 di polmone e 38 di pancreas. Numeri significativi anche per l’attività di donazione di tessuti: i prelievi sono stati 11.031, soprattutto per quanto riguarda le cornee e il tessuto muscolo-scheletrico, in leggero calo invece i trapianti (20.459, nel 2021 sono stati 20.979). Secondo il report del CNT, il 2022 è stato un anno da record per l’attività inerente a midollo osseo e cellule staminali emopoietiche: sono state 329 le donazioni effettive realizzate e 961 i trapianti, miglior risultato di sempre in entrambi i casi. A proposito di trapianti di cellule staminali emopoietiche, il Centro Regionale Trapianti della Regione Piemonte-Valle d’Aosta ha registrato, nei primi sei mesi del 2023, 60 trapianti allogenici (ossia provenienti da un altro organismo) e 86 autologhi (cioè appartenenti allo stesso organismo del soggetto).

 

Sebbene attualmente in Italia i pazienti in lista d’attesa per un organo siano più di 8.000 – un fattore da non sottovalutare – è opportuno lavorare sugli aspetti organizzativi e di coordinamento, considerando la delicatezza di tutte le fasi del trapianto: dall’immissione in lista d’attesa al follow up del paziente, che deve essere strettamente monitorato dopo il trapianto per allontanare i rischi connessi al rigetto e alle infezioni opportunistiche, come il CMV, che possono impattare drammaticamente sul paziente trapiantato. “I pazienti trapiantati devono ‘rinunciare’ all’efficienza completa del proprio sistema immunitario con la somministrazione di immunosoppressori, con conseguente attento bilancio tra immunosoppressione e suscettibilità alle infezioni sia comuni che opportunistiche, che in persone sane non comporterebbero pericoli, mentre per i trapiantati rappresentano la principale causa di morbilità e mortalità – ha affermato Francesco De Rosa, Responsabile Infettivologia Presidio Ospedaliero delle Molinette di Torino – Uno di questi è il Citomegalovirus, un virus appartenente alla famiglia degli Herpesviridae e molto comune: una volta contratto, il CMV rimane nascosto e latente all’interno dell’organismo per tutta la vita, ma può riattivarsi in caso di indebolimento del sistema immunitario, come appunto nel post-trapianto, oltre che essere acquisito con l’organo trapiantato. È opportuno tanto fare prevenzione, ad esempio attraverso l’igiene personale, quanto formare una equipe di esperti capace di gestire le complicanze dovute all’infezione”.

 

“Tutelare il paziente è da sempre un obiettivo prioritario per Takeda. Un impegno che guida tutte le nostre attività, a partire dalla ricerca. Nel caso delle persone che hanno ricevuto un trapianto e che sono quindi maggiormente a rischio di infezioni che ne possono compromettere l’esito, come quella da CMV, , appare quanto mai necessario individuare delle soluzioni a tutto tondo: tra queste vi sono ovviamente le terapie, ma anche tutti i possibili ‘strumenti’ di prevenzione e cura. L’attenzione deve essere su ogni snodo del percorso paziente, che possa dare benefici a lungo termine e migliorare la qualità di vita dei pazienti – ha sostenuto Andrea Degiorgi, Rare Business Unit Head Takeda Italia – Quindi oltre a investire nella ricerca, è fondamentale instaurare un dialogo con tutti i soggetti facenti parte del sistema: ci interfacciamo, dunque, con istituzioni, associazioni pazienti , caregivers e medici per sensibilizzare sulle criticità e sui rischi connessi all’intero processo, dalla donazione alle complicanze post-trapianto, condividendo la fragilità di questi pazienti, l’esigenza di non sprecare il valore della donazione, e sostenendo che debbano avere una propria voce, e informata, al riguardo”.

 

Fondamentale è anche tutelare il paziente dal punto di vista psicologico ed emotivo. “Il trapianto è una procedura medica straordinaria sotto molti punti di vista e il paziente trapiantato rappresenta un esempio di fragilità complessa che deve essere salvaguardata al meglio – ha detto Marco Borgogno, Presidente AITF – Associazione Italiana Trapiantati di Fegato – Il supporto, però, non va garantito solo post-trapianto, ma anche prima e nella fase di degenza post-operatoria. Inoltre, è necessario farlo tanto alla persona che dovrà subire il trapianto quanto all’intero nucleo familiare: insomma, bisogna sempre considerare la soggettività, la prevenzione e la cura del distress psichico di tutti coloro che sono coinvolti nel percorso trapiantologico a partire dalla proposta di prelievo di organi, tessuti o midollo, anche nel caso di tumori, senza tralasciare l’assistenza ai familiari dei donatori deceduti”.

 

Infine, all’evento di OMaR, l’attenzione è stata rivolta anche alla complessa correlazione tra le malattie genetiche rare e l’insufficienza d’organo che vede nei trapianti spesso l’unica alternativa terapeutica possibile sia per i bambini che per gli adulti. Un recente studio pubblicato su Orphanet Journal of Rare Diseases ha infatti confermato che in Italia, dal 2002 al 2019, hanno ottenuto un trapianto di cuore, polmone, fegato o rene 49.400 pazienti e a causare la necessità del trapianto sono state 128 patologie, di cui 117 erano malattie rare. “Può accadere anche che un paziente arrivi all’intervento senza avere una diagnosi, cioè senza sapere il nome della propria malattia – ha concluso Ilaria Vacca, Caporedattrice OMaR – Osservatorio Malattie Rare e moderatrice dell’incontro – Sarebbe allora auspicabile prevedere un iter diagnostico genetico prima del trapianto almeno per alcune categorie di pazienti. Considerando poi che per una piccola parte di questi esistono nuovi approcci terapeutici che possono rappresentare una valida alternativa al trapianto, la necessità di una diagnosi precisa in presenza di insufficienza acuta d’organo risulta quantomai necessaria”.

 

All’evento online “Il trapianto è un dono prezioso da non sprecare: il Piemonte come case study” sono stati invitati anche: Carlo Marzi, Assessore alla Sanità, Salute e Politiche Sociali, Regione Autonoma Valle d’Aosta; Lorenzo Angelone, Direttore Sanitario AOU Città della Salute e della Scienza di Torino – PO delle Molinette; Massimo Cardillo, Direttore Generale Centro Nazionale Trapianti; Stefano Balma, Presidente ADMO Piemonte ODV; Renato Romagnoli, Direttore SC Centro Trapianti di Fegato, AOU Città della Salute e della Scienza di Torino; Luigi Biancone, Direttore Centro Trapianti di Rene, AOU Città della Salute e della Scienza di Torino; Vanesa Gregorc, Direttore Centro Trapianti di Cellule Staminali I.R.C.C.S. di Candiolo (TO); Daniela Cilloni, Direttore CFMT – Centro Trapianti Midollo Osseo Metropolitano Torino; Fabrizio Carnevale Schianca, Coordinatore del Programma Trapianti e Terapia Cellulare IRCCS Istituto di Candiolo; Alessandro Busca, SSD Trapianto Cellule Staminali, AOU Città della Salute e della Scienza, Torino; Federica Maria Galleano Gariglio, Presidente AIL Torino; Rodolfo Brun, Coordinatore Servizio Psicologia Medica per i Trapianti CRT – Centro Regionale Trapianti di Torino; Sen. Beatrice Lorenzin, Intergruppo Parlamentare Donazione e Trapianto di Organi, Tessuti e Cellule.

 

Schianto fatale contro camion, morto il conducente dell’auto

Ieri sera sulla strada statale 460, a Cuorgne’, un muratore 41enne romeno di Locana, è morto in un incidente stradale. Nel violento scontro dell’auto che guidava, una Volkswagen Sharan, con un camion un tir che trasportava una ruspa, ha avuto la peggio il conducente della vettura.  È invece rimasto illeso l’uomo alla guida del camion.

Tonfo azzurro! Inghilterra-Italia 3-1

Qualificazioni Euro 2024

L’Illusione italiana dura poco con il vantaggio di Scamacca, Kane pareggia su rigore, Rashford la ribalta nella ripresa e ancora Kane la chiude,con una azione prepotente fissando il punteggio finale sul 3-1. Gli Azzurri di Spalletti sono terzi nel girone a -3 dall’Ucraina ma con una gara in meno da disputare.Discorso qualificazione rimandato di un mese quando gli Azzurri affronteranno Macedonia del Nord ed Ucraina l’Inghilterra è matematicamente qualificata.

Enzo Grassano

Progetti e iniziative per l’autismo: in arrivo 7 milioni

Quante risorse statali sono state destinate al Piemonte dal “Fondo per la cura dei soggetti con disturbo dello spettro autistico” e del “Fondo per la cura dei soggetti con disturbo dello spettro autistico per la realizzazione di iniziative e progetti di carattere socio-assistenziale e abilitativo” e come sono state utilizzate. Questi i temi dell’interrogazione che il consigliere Domenico Rossi ha rivolto alla giunta regionale.

Il Piemonte potrà disporre di circa 7 milioni di euro per la realizzazione di progetti e iniziative a favore dell’inclusione dei soggetti con disturbo dello spettro autistico. In particolare, gli enti gestori pubblici, in accordo con le ASL di riferimento e con i Centri regionali autismo adulti e autismo minori e i Comuni interessati, dovranno presentare progettualità in co-progettazione con il Terzo Settore (con accordi territoriali) includendo anche le associazioni delle famiglie presenti sul territorio.

È quanto riportato in aula dall’assessore alle Politiche sociali e dell’integrazione socio-sanitaria Maurizio Marrone  che, rispondendo al question time,  ha specificato : “tre sono i filoni di intervento individuati:  interventi di assistenza socio sanitaria previsti dalle linee guida sui disturbi dello spettro autistico dell’Istituto Superiore di Sanità (a cui andranno 4,5 milioni di euro); progetti che si rivolgono al terzo settore per favorire l’inclusione attraverso attività sociali, sport e  tempo ricreativo (2,5 milioni di euro); interventi volti alla formazione dei nuclei familiari che assistono persone con disturbi dello spettro autistico (210 mila euro)”.

Nella co-progettazione degli interventi, al momento, sono stati coinvolti 179 enti gestori piemontesi, 73 associazioni e 80 tipologie di altri enti territoriali. Circa 20mila sono i potenziali beneficiari di tali azioni, 60mila se si includono anche i famigliari dei soggetti con disturbo dello spettro autistico.

“Colpisce la distanza tra la risposta dell’assessore e la situazione denunciata ancora ieri in IV commissione dalle associazioni dei familiari- ha ribadito il consigliere Pd Domenico Rossi – Mi auguro che le risorse stanziate dal governo servano a potenziare nella realtà i servizi per le persone che soffrono di disturbi dello spettro autistico”.

Durante i question time è stata data risposta anche di Silvio Magliano (Moderati) su Problematiche e criticità presso la stazione ferroviaria di Torino Stura e al Parcheggio Stura; di Sarah Disabato (M5S) su Quale futuro per il servizio dialisi presso il CAL di Caluso; di  Diego Sarno su Trasferimento degli anziani ospiti della Casa di Riposo Ex Infermeria Capirone di Leini; Monica Canalis (Pd) su Quali azioni per attuare l’ordine del giorno riguardante le Misure di contenimento della Peste Suina Africana e de-popolamento dei cinghiali?

Festa del libro medievale e antico di Saluzzo

Al via, nell’antica città del Marchesato, la terza edizione dedicata al “viaggio” nel Medioevo

Da venerdì 20 a domenica 22 ottobre

Saluzzo (Cuneo)

Quest’anno si è andati a scomodare (ma lui credo ne sarebbe ben contento!) niente meno che Ludovico Ariosto – “Chi va lontan da la sua patria, vede / cose, da quel che già credea, lontane; / che narrandole poi, non se gli crede” – per dare il là alla “Festa del libro medievale e antico di Saluzzo”, manifestazione libraria e fieristica nata nel 2021 e dedicata quest’anno al tema e alle meraviglie del “viaggio” nel Medioevo. Promossa dalla “Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo” e dalla “Città di Saluzzo”, in collaborazione con il “Salone Internazionale del Libro di Torino”“Fondazione Amleto Bertoni” – e il sostegno di “Fondazione CRC” e “Atl-Azienda Turistica Locale” del Cuneese – l’iniziativa si svolgerà da venerdì 20 a domenica 22 ottobre. Centro pulsante dei molti eventi, affiancato da numerosi altri spazi del Centro Storico, sarà “Il Quartiere” (ex Caserma Musso) di piazza del Risorgimento.  Il tema del “viaggio nel Medioevo” sarà affrontato sotto vari punti di vista. “Il viaggio propriamente inteso – dicono gli organizzatori – come itinerario da intraprendere, non senza pericoli, per spostamenti pratici o per necessità di lavoro e commerciali; il viaggio visto come desiderio di scoperta e avventura, come sfida per il superamento di confini e condizioni; il viaggio fantastico, epico e cavalleresco; il viaggio spirituale e mistico in un periodo di fervente religiosità, senza trascurare i pellegrinaggi militari di conquista che furono le crociate in Terra Santa, causa di migliaia di morti”. La “Festa” nasce essenzialmente dalla volontà di sfatare l’errata credenza del Medioevo come momento temporale di profondo buio e oscurità in opposizione al Rinascimento, celebrando un periodo storico, dal V al XIV secolo, che ancora oggi esercita invece una forte fascinazione sull’immaginario collettivo. Ideale anche la scelta del luogo, Saluzzo che fu capitale dell’omonimo “Marchesato” e che si inserisce perfettamente nel periodo storico trattato con le sue testimonianze architettoniche di impronta gotica, risalenti fra il Duecento e la fine del Quattrocento, che ancora caratterizzano il suo antico ed intatto Centro Storico. Molte le personalità di spicco attese a Saluzzo per dialogare con lettrici e lettori e per tenere “lezioni magistrali” a tema. Solo per citarne alcuni: l’antropologo Marco Aime che tratterà del pellegrinaggio medievale alla Mecca del “Sultano del Mali”; il critico d’arte Nicolas Ballario (“Influenze del Medioevo nell’arte contemporanea”); il monaco e saggista Enzo Bianchi ( “La vita dei monaci nel Medioevo”), fino all’autrice Nicoletta Bortolotti che ci parlerà di Christine de Pizan (1364-1430), prima scrittrice europea e sostenitrice della parità di genere, allo storico Federico Canaccini sul viaggio dei pellegrini per il primo “Giubileo” della storia nel 1300 mentre a Fabio Genovesi sarà affidato il compito di trattare di Cristoforo Colombo . E ancora lo youtuber e drammaturgo Roberto Mercadini che a Saluzzo porterà uno spettacolo sull’“Orlando Furioso”, via via (a grandi balzi) fino allo scrittore e critico letterario Domenico Scarpa, con la sua “lectio” su Italo Calvino “medievale”. Il programma completo e le varie location su: www.salonelibro.it e www.visitsaluzzo.it

Ad allietare la “Festa” non potevano mancare anche sbandieratori, gruppi e rievocatori storici, trampolieri, giocolieri, cantastorie, giullari, saltimbanchi e danzatori che animeranno tutta la città. Dalla settimana precedente la “Festa”, gli esercizi commerciali già stanno esponendo nelle proprie vetrine titoli di libri selezionati sul tema del viaggio, dalla saggistica alla narrativa, dal fantasy ai libri antichi: una bibliografia medievale che, a fine manifestazione, confluirà nel “Fondo del libro medievale” in continua espansione, nato con la prima edizione della “Festa”, custodito dalla Biblioteca Civica di Saluzzo “Lidia Beccaria Rolfi” in fruizione libera e gratuita. Al ricco programma si affiancherà, ovviamente, una parte espositiva, sabato 21 e domenica 22 ottobre  (dalle 10 alle 19), sempre al “Quartiere”, dove il pubblico sarà accolto da editori, librerie, enti culturali con le loro proposte di catalogo, le novità sul tema e la presenza di copie di libri esclusivi, sia manoscritti sia a stampa. Case editrici specializzate e generaliste e librerie antiquarie offriranno al pubblico il meglio delle uscite editoriali che raccontano il Medioevo. Quest’anno le adesioni degli espositori hanno superato quelle degli anni precedenti, registrando il tutto esaurito.

Il via alle danze, venerdì 20 ottobre 2023 con una grande azione di pittura collettiva“Viaggio ai confini del Medioevo”, a cura del “Dipartimento Educazione Castello di Rivoli” che rende omaggio al tema della manifestazione, reinterpretando su vasta superficie pittorica stesa a terra, l’immaginario legato ai “pellegrinaggi nel Medioevo”, a partire da temi riconducibili al patrimonio storico-artistico saluzzese. L’appuntamento, che si svilupperà lungo l’area pedonale di Corso Italia, vedrà protagonisti oltre mille studenti del territorio delle scuole dell’infanzia, scuole elementari e scuole superiori e sarà accompagnato dall’esibizione degli “Sbandieratori di Saluzzo.”

g.m.

Nelle foto:“Immagine guida” dell’evento, Marco Aime, Enzo Bianchi, Roberto Mercadini

La “perfetta imperfezione” della natura secondo Maurizio Briatta

“Paesaggi. Forse”

In mostra allo “Spazio Eventa” di Torino 

Fino all’11 novembre

A far da magnifico sfondo, la superba maestosità dei quasi 4.500 metri del Cervino che guarda a Breuil-Cervinia (Valtournanche) in Italia e a Zermatt in Svizzera. Poesia pura, paesaggio da favola accovacciato sotto una morbida – sempre più rara – coperta di neve. Paesaggio “bello”. Paesaggio. Forse. Abbruttito da una stupida invasione di tristi “manufatti” umani, giochi e giochini e “gonfiabili” e sedie-sdraio per gli i fanatici della tintarella e gru e scavatrici con scarti di plastica e inquinamento da sovrabbondanza che “lacerano la natura e la sua bellezza”. E’ un voluto colpo d’occhio. Che in un baleno trasforma “paesaggi belli” in “paesaggi brutti”. Verità documentata (“Paesaggi brutti”, Cervinia 2023) dagli scatti del fotografo torinese Maurizio Briatta, “detective” minuzioso, ossessionato ricercatore dell’“imperfezione”. Della “perfetta imperfezione” della natura. Realtà in cui spesso e volentieri gioca a metterci maldestramente lo zampino proprio l’uomo. Un modo, quello di Briatta, del tutto particolare di cristallizzare sguardi paesistici in modo insolito “usando proprio la complessità del mezzo fotografico per ottenere risultati che giocano sull’ambiguità, generando dubbio, incertezza”. Così di Briatta racconta Tiziana Bonomo, ideatrice di “ArtPhoto” (2016) e curatrice della mostra dell’artista torinese ospitata, fino a sabato 11 novembre, allo “Spazio Eventa” di via dei Mille, a Torino. Paesaggi, sì.

Elemento comune alla trentina di immagini esposte in rassegna. Ma paesaggi “ambigui”, “singolari” e “stravaganti”. Dunque: “Paesaggi. Forse”. Opere incentrate su tre filoni compositivi, su cui Briatta inizia a lavorare  fra fine Novecento e primi Duemila, quando nel 2002 (con “Controluce”) è protagonista alla “GAM” di Torino della collettiva “Silenzio della Superficie”, nata dalla selezione individuata da Marina Miraglia nel libro “Il ‘900 in fotografia e il caso torinese”. Già allora, negli scatti di Briatta, appare nitida la chiara volontà del rompere le righe e le regole e le cifre stilistiche del déjà vu. Sulla scia di una “vena romantica” che “con l’uso della voluta sfocatura insieme alla stampa su carta acquerello, accentua quell’effetto pittorico” (colore e luce alla Turner) che carica di suggestive emozioni la sua particolare “poetica della natura”. “Sono nato colorista –afferma lo stesso fotografo – e voglio morire colorista”: un processo tecnico e spirituale che ritroviamo coerente, ad anni di distanza, in “Paesaggi con figure” (2018) dove “l’obiettivo diventa il velo – scrive Tiziana Bonomo – che nasconde e non che mette a fuoco, che guarda ma che non si sofferma come per un atto di pudicizia di non voler far scoprire tutto ciò che ha visto”.

E’ una sorta di compulsiva curiosità, quella che spinge Briatta all’utilizzo del mezzo fotografico per dire e non dire, raccontare e non raccontare, sfumare i contorni per invitare all’immaginazione, a un gioco di parallelismi sentimentali in cui ritrovarsi in accordo o disaccordo con i propri interlocutori. Senza che l’esito ne comprometta il modo di procedere. Fino ad arrivare all’ultima “folgorazione”, al gioco dell’imperfezione, in cui i paesaggi (anche i più belli) vengono capovolti e analizzati con rigorosa “perfidia” per descriverne il “ciò che non va”, le pieghe dell’imperfetto: “Paesaggi brutti” (2023), di cui già s’è detto, contrasto da “pugno in un occhio” fra rifiuto umano e paesaggio naturale, originariamente magnifico. Dice ancora la Bonomo: “Per Briatta i riferimenti sono con la ‘land art’ di Christo, di Richard Long, di Tony Crag e cerca, con il suo stile, in maniera volontaria, consapevole quanto la mano dell’uomo ogni giorno riesce a graffiare con costruzioni pale giocattoli camion immondizia, la natura di un paesaggio che silenziosamente non può ribellarsi. Lo fa in maniera opposta a Christo che impacchetta la bellezza e quindi interviene sul paesaggio aggiungendo qualcosa. Briatta invece cerca la contaminazione che esiste già”. Spirito ribelle? Da cattivo ragazzaccio? O piuttosto geniale inventore (e nuovo interprete) di spazi naturali, troppo spesso affogati in valanghe di melensa, stucchevole retorica? Ai posteri …

Da segnalare: martedì 24 ottobreore 19, sempre a “Spazio Eventa”, si terrà un talk fra Maurizio Briatta ed una giovanissima promessa della fotografia, Giada Tamburini. L’incontro si inserisce nell’ambito di “Countdown”, serie di eventi che anticipano l’edizione 2023 di “The Others Art Fair”.

Gianni Milani

“Paesaggi. Forse”

“Spazio Eventa”, via dei Mille 42, Torino; tel. 011/8138159 o 335/7815940 o tizianabonomo@fastwebnet.it

Fino all’11 novembre

Orari: dal mart. al ven. 15/19

Nelle foto:

–       “Paesaggi brutti”, Cervinia, 2023

–       “Controluce”, 2001

–       “Paesaggi con figure”, 2018

Settima edizione del “CDVM’S GOT TALENT”

Dove l’impresa e l’Università promuovono una feconda collaborazione

CDVM’S GOT TALENT, l’importante evento annuale organizzato dai giovani del CDVM-Club Dirigenti Vendite e Marketing,giunge quest’anno alla sua settima edizione e promuove nuovamente il suo rapporto con l’Università di Torino, coinvolgendo gli studenti prossimi alla laurea nel corso di Branding della Professoressa Anna Claudia Pelliccelli.

In questi talent gli allievi, organizzati in team da loro creati, avranno l’opportunità di applicarsi in un progetto di business reale della durata di sette settimane, in cui il mondo delle aziende e quello universitario si incontrano per dare vita a nuove idee e nuovi sviluppi. Nel caso aziendale di questa edizione vede coinvolta la Fresia Alluminio SPA, azienda italiana leader nella progettazione e commercializzazione di sistemi ecosostenibili per serramenti in alluminio per l’edilizia ad alta efficienza energetica. L’azienda vanta una lunga tradizione essendo stata fondata nel 1930.

I mesi precedenti hanno visto il gruppo di lavoro impegnarsi per l’organizzazione del concorso e del primo evento, con la presentazione del caso aziendale agli studenti, che è avvenuto il 27 settembre scorso presso l’aula Jona della scuola diManagement ed Economia sita in Corso Unione Sovietica 218 bis a Torino.

Il caso aziendale presentato è quello su cui si cimenteranno 120 studenti, mettendo alla prova quanto finora appreso durante il corso di studi. L’azienda ospite Fresia Alluminio SPA è una realtà piemontese consolidata che, dal 1935, fonda la propria “mission” aziendale sulla qualità del prodotto e l’attenzione al cliente. Gli iscritti sono organizzati in più di venti squadre.

L’evento di presentazione si è tenuto in presenza del Presidente del CDVM Bartolomeo Vassallo, del vicepresidente e coordinatore del CDVM’ S GOT TALENT Maurizio Ciulla e al Consigliere Luca Psacharopulo del coordinamento dei Soci Junior.

“Abbiamo avuto sempre un ottimo riscontro dal Talent – commenta il Presidente Bartolomeo Vassallo – sia per l’interesse dimostrato dagli studenti sia per alcuni elaborati generati che le aziende coinvolte nelle varie edizioni hanno ritenuto interessante e meritevole di ulteriori approfondimenti. Quest’anno abbiamo delle attese molto elevate, considerato che sono coinvolti solo gli studenti del quinto anno, quindi quelli potenzialmente più pronti ad affrontare realtà concrete. Inoltre, per la prima volta, per rendere più vivo l’interesse a emergere nel talent, grazie alla collaborazione con AXL Agenzia per il Lavoro, ai componenti dei primi tre gruppi classificati verrà offerta un’attività di coachingmirata a migliorare la performance attraverso strumenti e tecniche di coaching efficace.”

Mara Martellotta

La mostra di Natale alla galleria d’arte Malinpensa by La Telaccia

Informazione promozionale 

Ospita dal 12 al 23 dicembre 2023 quattro artisti: Alvaro Cerri, Cesare Iezzi, Dario Frascone e Andrea Zannella.

 

Alvaro Cerri, nativo in provincia di Brescia, classe 1951, vive a Gavardo, vicino a Salò, sul lago di Garda. Da sempre è stato pittore e i soggetti dei suoi quadri sono le persone, in quanto interessato all’uomo nella sua essenza. I suoi lavori si possono dividere in due categorie: i ritratti e le storie, che sono le sue storie. Racconta della sua vita e di ciò che gli è accaduto lasciandogli un forte segno. Ha dipinto cinque quadri sulle mani di sua madre morente. Ama dipinti anche dalle grandi dimensioni su tela o su tavola. Validi anche i ritratti realistici realizzati a matita.

Ha partecipato a diverse mostre, collettive e premi nazionali e internazionali. I dipinti dell’artista Alvaro Cerri sono sintesi di vissuto di memoria e di realtà, e realizzati con scioltezza della tecnica e con mano sicura, rivelano una sensibilità non comune in cui ogni soggetto, di chiara introspezione psicologica, vive di un’interiorità intensa, rivelando valori spirituali e umani. Si tratta di una figurazione esistenziale, quella dell’artista Alvaro Cerri, densa di riflessioni e sentimenti in cui riesce a raffigurare nell’opera un ritmo di narrazione e un’atmosfera profonda di vita dal grande vigore rappresentativo. Ne derivano pensieri, immagini e scene di situazioni altamente espressive che richiamano l’attenzione del fruitore e rispondono a una profonda esigenza di comunicazione palpitante di emozioni. Alvaro Cerri ci trasmette nella sua creazione la visione naturale dei suoi protagonisti, altamente simbolici e che documentano una visione evocativa di stati d’animo, attraversando un linguaggio personale ricco di spontanea naturalezza.

Cesare Iezzi è il secondo artista presente in mostra. Nato a Chieti nel 1958, autodidatta, inizia a dipingere giovanissimo.

Dopo aver conseguito il diploma di maturità all’istituto tecnico per geometri, nel 1981 si iscrive alla facoltà di architettura e, nel 2015, presenta all’Aurum di Pescara la sua ultima ricerca intitolata “Photopsyche”, una serie di ritratti fotografici in digital art sul tema del visibile e dell’invisibile. Dal 2016 traspone il concetto di “Photopsyche” nella scultura creando “Sculptures”, ovvero la visione trasfigurata dell’essere umano in cui compaiono le forme materializzate della propria psiche. Ha partecipato a diverse mostre personali e collettive ed è stato finalista di diversi premi tra cui la Biennale di Montecarlo 2023. Con l’inizio di quest’anno ha preso avvio un nuovo progetto dal titolo “Dual”, sei installazioni sul tema della dualità, in un confronto tra vecchi e nuovi miti contemporanei. Lavora spesso presso il suo studio a Civitanova Marche. La scultura di Cesare Iezzi segue un percorso di evidente solidità artistica e di valore culturale in cui i volti umani, che vivono in un tempo sospeso, si liberano in un concetto universale di vero significato sempre pregno di risonanza emotiva e di ricchezza interiore. Le sue creature sono ispirate alla mitologia greca e immerse in uno spazio di rinnovata dimensione. Vengono realizzate con un’interpretazione personale e un’essenza esecutiva elegante, sia nella dinamica dei volumi sia nella sintesi formale e essenziale. Quello di Iezzi è un iter intriso di potenzialità evocative che rivela un aspetto altamente simbolico e contenutistico capace di raggiungere il fruitore e di travolgerlo, perché interpreta un percorso di ricerca di nuova dialettica in grado di emozionare. Ogni opera è unica e irripetibile ed è capacedi comunicare la propria identità stabilendo un linguaggio di grande umanità all’insegna di un’esistenza fortemente spirituale.

Il terzo artista in mostra è Dario Frascone, nato a Torino nel 1992, autodidatta che, sin da subito, trova interesse nella lavorazione del legno.

Successivamente si dedica al disegno iniziando, nel corso del tempo, a esprimere le sue sensazioni con l’arte astratta, realizzando quadri con legno di recupero. Da qualche tempo sta esplorando l’arte digitale ottenendo favorevoli riscontri di critica. È stato selezionato alla X edizione della Biennale di Montecarlo 2023 e ha partecipato a mostre collettive. La ricerca, per l’artista Dario Frascone, è di fondamentale importanza nel suo iter, tanto che egli fa compiere all’osservatore un viaggio fantastico tra realtà e irrealtá, in cui immagini animate da luci, spazi e ritmi formali vivono attraverso una composizione del tutto originale impregnata di meditazione. Le opere dell’artista disegnate a mano e poi sviluppate in digitale con l’ausilio del computer, sono intrise di messaggi ricorrenti e di costanti aspetti fortemente simbolici che rappresentano la società in cui viviamo e lo stato d’animo dei suoi componenti. Ogni soggetto vive di una contemporaneitàsuggestiva realizzata con riflessione e notevole tensione spirituale, che rispecchia il senso e il non senso della vita moderna. Ogni dettaglio è descritto con una valida rispondenza estetica che evidenzia anche una scelta del colore improntata a estrosità e vivacità. L’unione è la sovrapposizione di varie scene di vita e di significati simbolici, che rivelano una compositiva autonoma e personale carica di un’atmosfera incantata, dove tutto nell’opera si veste di un’intensa espressività. Il colore è vivo e dinamico e si accompagna a una capacità tecnica notevole e a una chiara simbologia che esprimono un impeto creativo evidente.

Il quarto artista in mostra è Andrea Zannella, nato a Torino nel 1984, diplomato in grafica pubblicitaria e trasferitosi in Valle d’Aosta nel 2008.

Questo trasferimento gli ha consentito di approfondire il suo interesse per la natura. Da dieci anni ha unito a questa sua grande passione l’amore per la fotografia, la pittura e la scultura. Attraverso queste forme d’arte ha scoperto un nuovo modo di approcciare la natura, ha partecipato a diverse mostre personali e collettive. L’artista Andrea Zannella riesce a conferire a ogni suo soggetto una visione poetica di evidente pulsione interiore, che acquista un personale linguaggio pittorico. Egli ci proietta in una dimensione di bellezza e di sogno in cui lo studio complesso della luce, della cromia e della forma rivela un’energia strutturale ricca di abilità tecnica. Il colore dinamico e vivace, esteso in tutta la superficie del quadro, dialoga con una modulazione ritmica del segno e con una visione simbolica intrisa di originalità , mentre la resa della forma conserva sempre un’espressione figurativa. Quelle di Andrea Zannella sono immagini di chiara creatività e di evidente senso estetico, in cui la sicurezza del tratto e il dinamismo materico descrivono la capacità dei mezzi con un forte impatto visivo e tecnico. Alcuni suoi soggetti sono cavalli in corsa e particolari di animali, fonte di ispirazioni a cui l’artista è strettamente legato e che si liberano in tutta la loro fantasia vivendo di un’elaborazione tecnica assolutamente unica di pura entità cromatica e materica. Le sue opere si distinguono per una gestualità incisiva densa di accenti materici e ci regalano una realtà pittorica suggestiva, ricca di emozioni e di intensi stati d’animo.

 

Dal 12 al 23 dicembre 2023

Galleria Malinpensa by La Telaccia

Corso Inghilterra, 51 – Torino

Orario: 10:30-12:30/16:00-19:00 (chiuso lunedì e festivi)

 

Mara Martellotta

“La zuppa della Bontà” di Progetto Arca in piazza per scaldare l’inverno dei senza dimora

Torino, venerdì 27 e sabato 28 ottobre 2023

“È buona per te e scalda l’inverno dei senza dimora”: con questo slogan scendono anche quest’anno in piazza i volontari di Progetto Arca per l’appuntamento annuale con la zuppa della Bontà, la due giorni dedicata a sensibilizzare i cittadini sulle persone senza dimora e raccogliere donazioni attraverso la distribuzione di confezioni di zuppa da cucinare a casa, grazie alle quali la fondazione potrà distribuire in strada pasti caldi durante l’inverno.

Venerdì 27 e sabato 28 ottobre i volontari di Progetto Arca sono presenti dalle ore 10 alle 18 in diversi punti di sette città: Milano, Torino, Padova, Roma, Napoli, Bari, Ragusa (sul sito progettoarca.org è presente l’elenco degli indirizzi).

A Torino, venerdì 27 i volontari saranno in via Roma 315, mentre sabato 28 in via Po e piazza Bodoni.

 

“Quest’anno abbiamo scelto di essere presenti in queste città che sono molto importanti per le nostre attività dedicate alle persone senza dimora e indigenti. Qui infatti siamo presenti con le nostre Cucine mobili e i Market solidali, servizi strutturati che hanno un unico obiettivo: offrire un corretto sostegno alimentare a chi è in difficoltà” spiega Alberto Sinigallia, presidente di Progetto ArcaGrazie a tutti i volontari e alle associazioni partner nelle varie città che rendono possibile non solo l’evento ma anche l’attività di ogni giorno dedicata ai più fragili”.

I volontari propongono la zuppa della Bontà in 3 versioni, tutte bio (zuppa della salute, zuppa della tradizione, zuppa di farro e lenticchie), realizzate in collaborazione con la cooperativa di commercio equo e solidale Chico Mendes Altromercato. Le zuppe contengono prodotti biologici (ceci, farro, lenticchie e orzo) e sulla confezione riportano le modalità di preparazione. Per ogni confezione è richiesta una donazione minima di 5 euro.

Ideata nel 2015, la “zuppa” è stata scelta come alimento da consegnare ai cittadini per il suo forte valore della tradizione e per il suo apporto nutrizionale.

A Milano e Roma sono presenti i volontari di Progetto Arca. Nelle altre città, sono affiancati dalle associazioni partner sul territorio: Cooperativa Animazione Valdocco a TorinoCooperativa sociale Cosep a PadovaAngeli di Strada Villanova a NapoliInConTra a BariCaritas Diocesana a Ragusa.

Partner dell’evento è H&M Italia, i cui dipendenti saranno presenti nelle varie piazze venerdì 27 ottobre a fianco dei volontari per distribuire le zuppe e sostenere così la mission di Progetto Arca. L’iniziativa si inserisce all’interno di una partnership più ampia, attiva con il brand svedese dal 2021. Ad oggi i progetti in essere includono la donazione di indumenti ed accessori ad Impresa Sociale Mirasole e il contributo alla realizzazione di due guardaroba sociali nella città di Milano.

 

 

Fs fermata san Luigi, al via i lavori

  • Investimento complessivo di 40 milioni di euro, finanziati con fondi PNRR
  • Verrà realizzato il capolinea della futura SFM 5

Partiti i lavori per la realizzazione della fermata di S. Luigi di Orbassano. Rete Ferroviaria Italiana, società capofila del Polo Infrastrutture del Gruppo FS Italiane, ha, infatti, approvato il progetto esecutivo e dato il via ai lavori per la realizzazione della nuova stazione capolinea della futura linea ferroviaria SFM5 S. Luigi di Orbassano-Torino Stura. i lavori saranno eseguiti dal Raggruppamento Temporaneo di Imprese, guidato da D’Adiutorio Appalti e Costruzioni srl.

Il progetto ha un investimento complessivo di 40 milioni di euro finanziati anche con fondi PNRR. L’attivazione è prevista entro il 2026.

La nuova fermata ferroviaria San Luigi di Orbassano, funzionale anche al vicino ospedale, sarà capolinea della linea 5 del Servizio Ferroviario Metropolitano, il cui percorso si svilupperà all’interno dell’impianto di Torino Orbassano, dove si attesteranno i treni metropolitani, per poi inserirsi nel nodo di Torino e raggiungere Porta Susa e Stura.

La futura fermata, con nuovo fabbricato viaggiatori, sarà dotata di banchina a isola con sottopasso pedonale per consentire l’attraversamento dei binari, nuovi marciapiedi, accessibilità con scale e ascensori, parcheggio di interscambio con circa 400 posti auto, kiss and ride, postazioni per taxi e postazioni di ricarica elettrica.

I lavori prevedono, inoltre, l’adeguamento del sottovia stradale di collegamento con la Strada Provinciale 174.