ilTorinese

Le associazioni: “Più strutture per gli autistici gravi”

Palazzo Lascaris colorato di blu per la giornata per la consapevolezza sull’autismo

“Individuare una o due strutture post acuzie dedicate agli adulti autistici gravi, per un totale di 10 posti letto: servono ad accogliere e riabilitare. Bisogna anche intervenire sulla formazione del personale sanitario e socio-assistenziale specializzato”. Le richieste arrivano dalle rappresentanti del Coordinamento regionale per l’autismo, audite stamattina in Commissione sanità, presieduta da Alessandro Stecco. L’audizione era stata richiesta da Silvio Magliano (Moderati).
Benedetta De Marchis, presidente del Coordinamento, ha lamentato che molte famiglie siano costrette a rivolgersi al Centro per i disturbi dell’autismo in età adulta di Torino: un centro di riferimento nazionale, il primo nato in Italia nel 2009, che oggi prende in carico circa mille persone, l’unico in Piemonte. “Negli altri territori si ricorre a frequenti ricoveri ospedalieri dove le risposte sono sedazione e contenimento meccanico”, spiega De Marchis.
“Nel 2019 – aggiunge – era stato predisposto il progetto di una o due strutture per un totale di 10 posti letto, avevamo individuato anche il posto, ma da marzo scorso non abbiamo più saputo nulla”.
L’urgenza di una specializzazione è stata ribadita anche da Irene Cossu Demelas, presidente di Luce per l’autismo: “Nei pronto soccorso non c’è personale formato sull’autismo e bisogna capire quante volte le crisi comportamentali non suscitino gli approfondimenti diagnostici necessari per capirne l’origine”. A questo proposito Stecco e Domenico Rossi (Pd) si sono impegnati a nome della Commissione a formulare una richiesta di accesso agli atti dei Pronto soccorso per conoscere il numero di accessi di persone autistiche, per poi condividere le informazioni fornite.
Arianna Porzi, del Coordinamento, ha precisato che in Piemonte negli ultimi anni “si è creata una buona base di competenza grazie ai centri di riferimento regionali per i bambini e per gli adulti, che però non riescono a rispondere a tutte le richieste”.
Sono poi intervenuti con domande Silvio Magliano (Moderati), RossiAndrea CaneLetizia NicotraAlessandro Stecco (Lega) e Francesca Frediani (M4o) sui numeri, le caratteristiche delle strutture specializzate e la formazione del personale medico.

Nella seguente seduta ordinaria gli specialisti dell’assessorato alla Sanità hanno svolto un approfondimento tecnico sul tema dell’autismo chiarendo che, a proposito delle strutture post acuzie per gli adulti autistici gravi, sono in corso valutazioni su strutture adeguate, personale e tariffe.
Hanno in seguito annunciato il lancio di un progetto D.a.m.a. (Disabled Advanced Medical Assistance) per il Piemonte, sulla scia di quanto già fatto presso il San Matteo di Pavia, per facilitare il percorso sanitario dei pazienti portatori di handicap grave. Cuneo ospiterà a novembre una prima presentazione dei dati, seguita da Torino a gennaio.
Il precedente progetto “Transitional care”, nato in Piemonte e considerato d’avanguardia a livello nazionale, oggi funziona solo per pazienti in carico al Regina Margherita e non è attivo per gli utenti provenienti dal territorio.
Sono intervenuti per chiarimenti i consiglieri SteccoRossiSarah Disabato (M5s), Magliano e Frediani.
La Commissione è proseguita con il parere preventivo favorevole a maggioranza sul documento di economia e finanza regionale (Defr) 2024-2026, in materia di politiche sociali e integrazione socio-sanitaria, dopo la presentazione dei capitoli di competenza dell’assessore Maurizio Marrone. Sono previsti 10 milioni di euro per l’assistenza domiciliare di anziani non autosufficienti e per le famiglie che se ne fanno carico.

A qualcuno piace calda

IL PUNTASPILLI di Luca Martina

La caduta del muro di Berlino, nel novembre 1989 e, poco più tardi, la dissoluzione dell’Unione Sovietica hanno segnato la fine di un conflitto che aveva diviso per più di quarant’anni il mondo in due schieramenti.

La contrapposizione sempre più accesa tra gli Stati Uniti e l’URSS, iniziata dopo la seconda guerra mondiale, venne definita nel 1947 dal giornalista americano Walter Lippmann “Guerra Fredda” e così venne in seguito sempre ricordata.

Ad essere più precisi a coniare il termine era in realtà stato, pochi anni prima, lo scrittore George Orwell che aveva descritto il mondo sopravvissuto al secondo conflitto mondiale come sovrastato dall’ombra di una possibile catastrofe nucleare con una “pace che non è una pace.”

La “Guerra fredda” designava quindi una situazione dove lo scontro avveniva sul terreno delle relazioni diplomatiche, delle alleanze, della politica, della deterrenza (il possesso, da parte delle due parti in causa dell’arma atomica) e raramente (come avvenne in Corea e Vietnam) si traduceva in veri e propri fenomeni bellici, le cosiddette “guerre calde”.

La fase successiva, sino alla seconda metà dello scorso decennio, ha consentito un periodo di forte espansione economica, allargata ad aree del mondo virtualmente assenti fino ad allora dalla cartina economica (i Paesi emergenti, con la Cina a tirare la volata), che può essere racchiuso in un termine quanto mai abusato: globalizzazione.

Sebbene fosse stato introdotto per la prima volta dal settimanale The Economist nel 1962 sono stati proprio gli anni 90 a cogliere i frutti dell’appena nata libertà degli scambi, una volta cadute le frontiere politiche ed ideologiche.

Da qualche anno, però, abbiamo assistito al rallentamento della crescita degli scambi internazionali ed al ritorno di movimenti nazionalisti, a partire dagli Stati Uniti, che non hanno risparmiato nessun continente (anche la Cina, con Xi Jinping ne è stata fiera protagonista).

Che questa fase di “guerre commerciali” sarebbe stata seguita da un ritorno delle “guerre calde” non era certamente immaginabile, sebbene, vista con la lente della storia, non sembri oggi così sorprendente.

Le fasi economiche incerte producono insoddisfazione, squilibri sociali, derive nazionalistiche e (solo in passato, si sperava) guerre e rivoluzioni.

La debolezza occidentale (con il disimpegno statunitense dai principali scenari internazionali operato a partire dalla presidenza Obama) ha consentito, per citare solo gli eventi più recenti, il ritorno al governo del regime talebano in Afghanistan e, successivamente, il risorgere delle ambizioni imperiali (o sovietiche) nella Russia di Putin.

Anche le ultime tragiche vicende israelo-palestinesi, pur nella loro stratificata complessità storica, hanno forse a che fare con una fase caratterizzata dall’assenza di una forte leadership (innanzitutto negli Stati Uniti, alleato storico del Paese di Abramo), insoddisfazione e debolezza interna (il governo di Netanyahu, molto sbilanciato a destra e molto criticato dai suoi connazionali), povertà e desolazione (nei territori palestinesi) e sottovalutazione dei pericoli (il primo ministro aveva destinato il grosso del potente apparato militare alla difesa dei nuovi, sgraditissimi ai palestinesi, insediamenti di coloni lasciando sguarnito il confine con la striscia di Gaza).

Stiamo forse assistendo ad un cambiamento di paradigma, dopo un trentennio di “pax economica”, che andrà seguito con grande attenzione.

La guerra fredda è alle nostre spalle, la globalizzazione è seriamente messa in dubbio ed a qualcuno, purtroppo, è tornata a piacere calda….la guerra.

I tempi e i modi con i quali la situazione si evolverà ci diranno se l’approdo di questa fase magmatica sarà un mondo più stabile (con una Russia più debole, fiaccata dal lungo conflitto e un Medio Oriente non troppo destabilizzato da quanto sta avvenendo) o un luogo più rischioso dove vivere ed investire.

A quest’ultimo proposito, i mercati finanziari hanno mantenuto per ora una relativa calma, con una modesta discesa dei prezzi azionari ed un aumento di pochi dollari del petrolio, nulla a che vedere con il panico generato giusto cinquant’anni fa dalla guerra del Kippur (quando forze egiziane e siriane entrarono nel Sinai innescando la reazione israeliana e l’impennata del greggio).

Il futuro rimane molto incerto e la possibilità di una moderata recessione sembra ora molto più concreta.

Gli investitori non hanno certo perso le speranze, fiduciosi nell’azione benefiche che potrebbe arrivare dalla politica delle banche centrali che, dopo 18 mesi di rialzi dei tassi, potrebbero presto invertire la rotta (cessando gli aumenti per poi iniziare un ciclo di ribasso dei tassi d’interesse).

L’inverno è alle porte ed una delle variabili che ha più spesso trascinato l’occidente in una recessione è stato l’aumento del prezzo del petrolio (ora alla vigilia dei suoi maggiori consumi stagionali) evento che si verificherebbe con l’allargamento del conflitto all’Iran.

Il coinvolgimento di Teheran potrebbe davvero fare perdere la calma agli investitori e provocare danni economici difficili da immaginare ma questo, per fortuna, non sembra essere un rischio così imminente.

Il quadro è decisamente nebuloso ma, come sempre quando la luce si affievolisce, non è il caso di muoversi freneticamente, in preda alla paura ma, piuttosto, di rimanere fermi sulle proprie posizioni.

Solo così eviteremo di procurarci danni maggiori urtando contro gli ostacoli che non riusciamo a vedere.

Salvo Lombardo presenta a Collegno il 19 ottobre il nuovo lavoro SPORT

La performance Sport è il terzo capitolo della trilogia L’esemplare capovolto a cui il coreografo lavora con la sua compagnia Chiasma dal 2018. L’intero progetto si è mosso a partire dalla riscrittura di tre opere storiche del repertorio della danza accademica italiana di fine 800 che il coreografo Luigi Manzotti ideò per il Teatro alla Scala di Milano. Seguendo questa traiettoria Lombardo ha realizzato Excelsior (2018), basato su una lettura post-coloniale dell’originale Gran Ballo Excelsior, e poi Amor (2021), che indaga la fenomenologia del potere e le sue manifestazioni nei corpi in rapporto alle eredità iconografiche della classicità, per arrivare a Sport (2023) concepito come rinnovata occasione per ridiscutere i canoni e gli immaginari applicati alla corporeità in Occidente.

La performance SPORT di Salvo Lombardo individua nella condizione fisica della “caduta” una specifica dimensione esistenziale e allo stesso modo un pretesto per riposizionare gli ideali di agonismo e di prestazione normalmente fondati su principi di esclusione e di conformità a precise norme anatomiche, sociali, comportamentali, culturali. Nello specifico SPORT tenta di allargare lo sguardo sul concetto stesso di “performatività” del corpo, tanto nella performance artistica quanto in quella sportiva. In questo senso lo sport è indagato come una delle diverse articolazioni delle forme del potere dominante, nelle intersezioni tra espressione individuale e narrazione pubblica, al crocevia con la costruzione delle identità nazionali, culturali, di genere. SPORT di Salvo Lombardo è l’occasione per ridiscutere i canoni e gli immaginari contemporanei applicati alla corporeità in “Occidente” cercando di disvelare tanto il disperato tentativo di resistere alla sua caduta, quanto l’inevitabile, necessaria e a tratti “amorevole” accettazione del declino: di una condizione, di un sistema di narrazioni, di un mondo.

Salvo Lombardo a Collegno ha svolto numerosi momenti di residenza, incontrando anche le studentesse e gli studenti del Liceo Coreutico Primo di Torino ed essersi confrontato con sportivi e coach del CUS.

Venerdì 20 ottobre al Polo del ‘900 dalle ore 14:00 alle ore 17:30l’Università di Torino – Diupartimento di Studi Umanistici promuove il convegno Da Excelsior a Sport: fra archivio e re-enactment. L’appuntamento è il punto conclusivo del progetto Laboratorio Excelsior: ricerca e coreografia su potere, identità e nazione che ha avuto diversi attraversamenti nel 2023, grazie al sostegno della Fondazione CRT: la Residenza d’artista per student* e docenti al Liceo Artistico e Coreutico Primo e allo StudiumLab dell’Università degli Studi di Torino, la Residenza Sport della compagnia Chiasma di Salvo Lombardo alla Lavanderia a Vapore, oltre alle ricerche negli archivi della Biblioteca civica musicale “Andrea della Corte” e del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino.Il gruppo di ricerca DAMS insieme ad esperti, a Salvo Lombardo, a student* e docenti intende restituire il processo di lavoro approfondendone la portata storico-critica, attraverso la contestualizzazione internazionale e torinese dei balli di Luigi Manzotti (1835-1905), l’analisi di alcuni nodi concettuali come la decostruzione iconica e il re-enactment (André Lepecki), oltre a far emergere il valore geopolitico e la cultura pop della danza d’ispirazione manzottiana in alcuni casi studio.

Le immagini dello spettacolo sono di Eros Brancaleon

Bilancio, Grimaldi (Verdi Sinistra): contrastare i bassi salari e prelevare le ricchezze

 

O si va verso ulteriore taglio ai servizi. Non è un giochetto.

“La scorsa settimana la Nadef ha messo nero su bianco ciò che sapevamo: l’economia italiana è e sarà debole nei prossimi anni. Senza il PNRR probabilmente saremmo in recessione. Appena avremo davanti la legge di bilancio vedremo che cosa contiene, ma la ricetta per invertire questa tendenza non può essere né gonfiare il PIL in maniera irrealistica, indebitarsi ancora di più, privatizzare tutto il privatizzabile, né chiedere altra austerità. Non si possono ridurre quelle spese che accrescono il capitale sociale: la sanità, l’istruzione, le politiche di coesione territoriale che, insieme alla transizione ecologica e digitale, sono il cuore della crescita e della resilienza. La proroga del taglio del cuneo fiscale non servirà, se ci si rifiuta di intervenire sul dramma della stagnazione dei salari e del lavoro povero. Il Governo persevera nel proteggere i privilegi di chi dovrebbe contribuire di più e non lo fa, nel non voler estrarre dal capitale l’aumento dei salari. Il che significherà sempre meno entrate, tagli ai servizi e nessun investimento. Che la spesa sanitaria scenda rispetto al PIL non è ‘un giochetto’: – 6,1% nel 2026 sarebbe il valore più basso degli ultimi decenni; 3 miliardi non sono niente, per colmare il nostro gap dovremmo moltiplicarli almeno per dieci. Se si vuole festeggiare la crescita si osi ciò a cui questo Governo è allergico: lotta senza quartiere all’evasione fiscale, stop a ogni idea di condono, una imposta sui grandi patrimoni allineata alla campagna per una patrimoniale europea, tassazione di rendite, extraprofitti e successione. ‘Non ci sono risorse da sperperare?’ Le risorse ci sono, ma prima o poi vanno prelevate” – lo dichiara il Vicecapogruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, Marco Grimaldi.

It’s Halloween! La nuova capsule edition di Guido Gobino

Per la festa di Halloween, l’artigiano del cioccolato Guido Gobino propone per la prima volta la capsule edition It’s Halloween! interamente dedicata

Una bellissima tin, contiene un assortimento di prodotti iconici, incartati con i colori arancio e nero tipici di questa spaventosa festività:

  • Tourinot Classico prodotto con Nocciola Tonda Gentile Trilobata, Cacao aromatici del Sud America, Latte della filiera alpina Piemontese e zucchero italiano
  • Cremino Classico, due strati di Cioccolato Gianduja racchiudono un morbidissimo ripieno alla Nocciola Piemonte IGP
  • Tourinot Bianco con Mandorle di varietà Tuono, Arancia e Sale di Sicilia e…uno scherzetto! In ogni lattina sono nascoste alcune cialdine al 100% di massa di cacao del Venezuela.

La lattina è riutilizzabile grazie all’etichetta rimovibile, novità della collezione 2023-’24, ed è impreziosita da una vivace etichetta a tema.

La capsule edition è disponibile nelle Botteghe di Torino e Milano e sullo shop online. Visita il sito guidogobino.com

L’Executive MBA di ESCP al terzo posto a mondiale del Financial Times

 L’Executive MBA di ESCP Business School si posiziona al terzo posto a livello mondiale nella classifica annuale degli EMBA del Financial Times. ESCP scala due posizioni nel ranking delle migliori istituzioni di formazione executive al mondoconfermando la sua leadership.

 

L’EMBA di ESCP è classificato al 1° posto in Europa e occupa la prima posizione in tutti i Paesi in cui sono presenti i nostri campus: Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna e Regno Unito. Questo conferma il suo status di uno dei programmi EMBA più prestigiosi d’Europa.

 

“Questo eccezionale traguardo dimostra l’impegno di ESCP nell’offrire un’esperienza di prim’ordine per formare business leader di alto livello”, afferma la Prof.ssa Véronique Tran, Executive Vice President and Dean for Executive Education“Siamo convinti che, nell’attuale panorama economico in rapida evoluzione, l’apprendimento continuo non sia un’opzione. Si tratta di un vantaggio competitivo e la chiave del successo futuro”.

Punto di forza dell’EMBA è la sua eccellenza internazionale, e per questo ESCP si aggiudica il primo posto nella classifica del FT, dando rilevanza alla preziosa esperienza internazionale dei suoi corsi. I partecipanti EMBA di ESCP prendono parte a un programma dedicato allo sviluppo della loro filosofia di leadership personale, imparando a valorizzare la loro carriera per ottenere il massimo impatto nell’attuale ambiente economico globale.

Questa forte prospettiva internazionale si riflette nella diversità delle classi e dei docenti dell’EMBA, grazie anche all’esclusivo modello multicampus di ESCP. I partecipanti entrano a far parte di un importante network formato da 75.000 alumni, presente in 200 paesi.

 

Il FT ha inoltre classificato l’EMBA di ESCP al 4° posto per l’avanzamento di carriera, calcolato in base alle variazioni del livello di seniority e delle dimensioni dell’organizzazione per gli alumni dell’EMBA. La percentuale di aumento di stipendio per gli alumni rispetto a prima dell’EMBA e ora è del 101%.

All’interno del programma EMBA, la sostenibilità non è solamente una materia studiata in classe, ma è una costante, intessuta nell’intero programma di studi. Per ogni corso del programma EMBA, i professori hanno identificato da due a quattro SDG che il corso contribuisce a realizzare. Questi sforzi sono stati riconosciuti dal fatto che l’EMBA di ESCP si è classificato al secondo posto a livello mondiale per “Environmental, Social and Governance (ESG)“.

 

“Molti dei nostri alumni, dopo aver completato l’EMBA, sono passati a ricoprire ruoli chiave nel campo della sostenibilità o hanno avviato startup dedicate a iniziative legate alla sostenibilità. Questa trasformazione e i risultati di questo ranking sottolineano la profonda influenza che il nostro programma ha sulla formazione di leader che creano valore per le aziende e la società, tenendo conto delle questioni di sostenibilità e con un forte impegno ad avere un impatto positivo sul mondo. Per noi la sostenibilità è un concetto ampio e completo, incorporato in tutti gli aspetti del nostro programma EMBA, che comprende tutte le dimensioni dell’ESG, inclusi i fattori ambientali, sociali e di governance”, dichiara il Prof. Francesco Venuti, Direttore Accademico dell’EMBA.

 

“Il programma EMBA dell’ESCP fornisce agli executive le conoscenze e le competenze essenziali per realizzare appieno il loro potenziale di leader di livello mondiale impegnati a dare vita ad un impatto positivo”, afferma Manon Marinière, direttrice dell’EMBA. “Questo grande risultato nel ranking sottolinea la nostra dedizione alla leadership responsabile”.

 

Per maggiori informazioni sull’Executive MBA di ESCP Business School, visitare il sito: https://escp.eu/programmes/executive-mba.

 

Cerutti (Lega): “NO al “novel food” per i nostri figli, sì alla dieta

DA PALAZZO CIVICO – In una discussione che ha acceso gli animi, Silvio Viale, noto esponente del movimento radicale, ha presentato una proposta insolita che ha guadagnato il sostegno di numerosi colleghi all’interno della sua coalizione politica. La proposta riguarda l’inclusione degli insetti nel menù delle mense scolastiche, aprendo un dibattito appassionato sulla possibilità di considerare gli insetti come “novel food” autorizzati per la vendita.

 

Andrea Cerutti, Consigliere Regionale del Gruppo Lega Salvini Piemonte, ha espresso il suo dissenso nei confronti di questa proposta, dichiarando: “Ancora una volta, la sinistra si dimostra incosciente. Non sappiamo ancora se questi prodotti possano causare allergie, mettendo a rischio la salute dei bambini e degli adulti. Noi, senza dubbio, continuiamo a sostenere l’adozione della dieta mediterranea nelle nostre scuole e mense comunali, considerata la scelta più salutare dalla sanità pubblica. Se questa è la visione dei nostri colleghi, siamo fermamente dalla parte della cucina italiana e del made in Italy“.

Melodie romantiche con il Trio Hamburg: “L’amore troverà una via”

Osteria Rabezzana, via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino

Martedì 17 ottobre, ore 21.30

“L’amore troverà una via” è il nome del programma di melodie romantiche proposto dal Trio Hamburg: Nadja Kather (soprano, violino), Erdmute Kather (pianoforte), Jonas Schünke (baritono).

In programma: O Sole mio, Dolente immagine di Fille mia, Vois sur ton chemin, Caresse sur l’océan, Vivo per lei, A million dreams, Irgendwo auf der Welt, Razzle Dazzle, The longest time, Le bleu lumière, Humoresque, Gloria, Hallelujah, Romanza, Con te partirò.

Ora di inizio: 21.30

Ingresso:

15 euro (con calice di vino e dolce) – 10 euro (prezzo riservato a chi cena)

Possibilità di cenare prima del concerto con il menù alla carta

Info e prenotazioni

Web: www.osteriarabezzana.it

Tel: 011.543070 – E-mail: info@osteriarabezzana.it

Sostegno agli affidi familiari dei minori non accompagnati

Il Consiglio comunale ha approvato, una mozione presentata dalla consigliera Elena Apollonio (Alleanza democratici – DemoS) riguardante il sostegno al sistema degli affidi familiari per l’accoglienza dei minori non accompagnati.

Il documento, firmato anche da Nadia Conticelli (PD), Alice Ravinale (Sinistra Ecologista), Tiziana Ciampolini (Torino Domani) e Simone Fissolo (Moderati), impegna il Sindaco e la Giunta ad avviare una campagna di sensibilizzazione, rivolta alla collettività, con l’obiettivo di aumentare il numero di coppie o singoli disponibili ad accogliere minori e minori stranieri non accompagnati (MSNA) utilizzando l’istituto dell’affidamento familiare o altre modalità ad esso riconducibili, quale il Progetto rifugio diffuso.

Per Apollonio è poi necessario incaricare i servizi sociali della valutazione delle famiglie per verificarne l’idoneità e, successivamente, del controllo e del monitoraggio degli inserimenti, anche sfruttando la collaborazione dei tutori volontari se presenti.

La mozione impegna anche Sindaco e Giunta a prevedere, per ogni famiglia che accoglie un minore attraverso istituti diversi dall’affidamento familiare, il riconoscimento di un rimborso spese per i costi sostenuti riguardanti la formazione, la scuola e altre attività considerate necessarie dai servizi sociali.

Il documento sottolinea infine la volontà di coinvolgere le comunità immigrate presenti sul territorio, con l’obiettivo di incentivare forme di affido anche a connazionali e/o familiari presenti sul nostro territorio.

Prima del voto finale ha espresso il proprio parere positivo sul documento anche l’assessore alle Pari opportunità Jacopo Rosatelli. Per l’assessore, la mozione aiuta a fare chiarezza sull’istituto dell’affido, risorsa che si fonda sulla disponibilità delle famiglie. Rosatelli la considera un’opportunità fondamentale sia per i minori italiani sia per quelli nati altrove e che, arrivando nel nostro Paese attraverso percorsi accidentati, più di altri hanno bisogno di cure, di attenzione e dell’accoglienza che può garantire una famiglia, meglio dei contesti collettivi.

Pensione integrativa: una proposta alternativa

 

La situazione previdenziale degli italiani è ancorata da sempre all’INPS, che raccoglie e gestisce i contributi versati dalle aziende e dai lavoratori per costruire una posizione personale che, al momento della maturazione dell’età pensionabile (o dell’uscita anticipata dal mondo lavorativo per agevolazioni o accordi) consenta di erogare una rendita vitalizia.

I contributi sono obbligatori e rappresentano una forma di “risparmio forzoso” nell’interesse del lavoratore che, a fronte delle trattenute, otterrà un capitale finale da godere nella sua vecchiaia.

Attualmente il sistema prevede che la rendita sia pagata tenendo conto dei contributi obbligatori versati.

Accanto alla “pensione obbligatoria” sono state istituite anche forme di previdenza complementare (i fondi pensione ed i Piani individuali pensionistici) con l’obiettivo di integrare il trattamento pensionistico di base).

Ma queste soluzioni hanno costi elevati, che spesso annullano i benefici dell’accumulo.

Ecco perché recentemente è stata pubblicata una proposta molto innovativa, formulata da un trio di studiosi (Arun Muralidhar, Fabio Galli e Giorgio Fano) che hanno pubblicato un interessante studio intitolato “Investi nel tuo futuro e nel futuro dell’Italia”, in cui lanciano l’idea di una nuova forma di Buoni del Tesoro finalizzati a costruire una forma pensionistica complementare svincolata dai tradizionali versamenti in “casse comuni” o in polizze vita.

I BTP (denominati Buoni del Tesoro Poliennali Previdenziali) avrebbero caratteristiche ben diverse da quelli tradizionali.

Per il periodo di accumulo il lavoratore potrebbe acquistare BTPPI che andrebbero a costituire un capitale finale in continua crescita grazie ai versamenti ed alla capitalizzazione delle cedole, che non sarebbero pagate ma calcolate ad incremento della posizione.

Al momento della messa in quiescenza (o dell’eventuale decesso anticipato) lo Stato erogherà per un periodo predeterminato (si ipotizzano 15 anni, pari alla presunta vita residua del pensionato medio) una rendita mensile pari al montante finale diviso i 180 mesi; rendita indicizzata in base al tasso d’inflazione per coprire i rischi della svalutazione.

Facciamo un esempio pratico.

Un lavoratore di 25 anni investe in BTPPI un importo di 100 euro mensili, dai quali ottiene ogni anno il 5% capitalizzato.

Dopo 40 anni, il montante è pari ad oltre 160.000 euro, con un esborso complessivo di 48.000 euro, e può fare affidamento su rate mensili di circa 900 euro per 15 anni.

Sarà un importo sufficiente per far fronte al costo della vita di allora? Probabilmente no, ma, come dice il proverbio, meglio poco che niente.

E per coprire l’eventuale perdita del potere d’acquisto, basterebbe incrementare ogni anno il versamento dei 100 euro in funzione del tasso d’inflazione rilevato dall’ISTAT. Con un tasso medio d’inflazione al 5%, i primi versamenti di 100 euro mensili salirebbero alla fine a circa 700 euro, ma ovviamente il capitale finale sarebbe ben superiore, arrivando a sfiorare i 350.000 euro, con una rendita finale mensile di 1.800 euro per 15 anni.

U n sistema semplice, già adottato in altri paesi come il Brasile dallo scorso gennaio, che ha ottenuto un immediato riscontro positivo.

Usare speciali emissioni di BTP consentirebbe di ottenere importanti risultati.

Lo Stato potrebbe fare affidamento su imponenti somme derivanti dalle sottoscrizioni per un periodo molto lungo: nella fase di accumulo almeno 30/40 anni, nella fase di distribuzione 15 anni (anche se con valori gradualmente crescenti per i pagamenti della pensione). Il costo della raccolta sarebbe uguale a quello dei BTP ordinari, con l’altro vantaggio di “risparmiare” il pagamento degli interessi per 30/40 anni (vantaggio di liquidità).

I lavoratori potrebbero fare affidamento su un accumulo certo, svincolato dall’alea degli investimenti che sono previsti dai fondi pensione e dai PIP. E’ vero che in teoria una buona gestione potrebbe rendere bene, ma è altrettanto vero che l’esperienza purtroppo insegna che non è sempre così, anzi! Ed i costi a carico dei sottoscrittori sono elevati, erodendo il rendimento lordo, tanto che in certi anni i risultati sono stati addirittura negativi.

La tassazione sul capitale maturato sarebbe agevolata (12,50% previsto per i titoli di Stato), non ci sarebbe imposta di successione in caso di premorienza del lavoratore, la rendita quindicennale sarebbe certa e piena anche per i familiari (mentre con le pensioni è prevista la decurtazione dell’importo versato agli eredi).

Signori governanti, volete prendere in considerazione questa proposta?

Per approfondire: Arun Muralidhar · Fabio Galli · Giorgio Fano- “Investi nel tuo futuro e nel futuro dell’Italia”

https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=4486371

 

Gianluigi De Marchi

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