“Ecco perché sto con Cristina Seymandi”

Parla il saggista cattolico Maurizio Scandurra, opinionista de ‘La Zanzara’ di ‘Radio24’ in occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne.

Ci sono casi che fanno riflettere sulle cose. Specie su quelle di un mondo folle sempre più alle prese nel cercare di attuare quella che, al di là delle transizioni di ogni tipo in atto, credo sia la più ardua: il rispetto della Persona.

Nonostante i progressi compiuti e la strada percorsa, il cammino appare alquanto lungo, ancora. E, talvolta, anche irto. Al punto che viene difficile pensare che, in concreto, sia mai iniziato.

Si fa ovunque un gran parlare di parità di genere, briefing & meeting per il maggiore coinvolgimento della figura femminile in sé anche negli organici d’impresa. Ma i fatti, dove stanno?

E’ un po’ come guardare al traguardo, ignorando la partenza. Vagheggiando sulla conseguenza senza tener conto della causa. Cercare il domani prescindendo dall’oggi.

La vicenda di Cristina Seymandi mi ha toccato particolarmente. In un’estate infuocata per via di un clima impazzito, che bisogno c’era di arroventarlo ancora di più? Portando alla ribalta un modello di coppia del tutto antitetico a quel sano e producente equilibrio che dovrebbe essere il carburante sicuro di ogni relazione realmente tale?

Ed ecco che la dicotomia s’insinua, pericolosa e altrettanto contagiosa, laddove dovrebbe invece regnare incontrastatamente sovrana l’armonia. Rubandole il posto. Cambiando il passo, modificandolo profondamente. Mentre il palcoscenico si sdoppia, le platee pure.

Da un lato una donna oggetto di una intollerabile ignominia. Dall’altro, tutt’altro?

Da un lato il silenzio di una persona composta, elegante, intelligente. Dall’altro, tutt’altro?

Da un lato una torinese che evita di prestare il fianco a un vorticoso giro di giostra. Dall’altra, forse,  tutt’altro, con la discreta Città della Mole pronta a improvvisarsi, suo malgrado e tout court, nel più chiacchierato dei salotti romani.

Da un lato un’imprenditrice moderna, in linea con i tempi. Una self-made-woman proprio per questo ancor più meritevole di menzione. Dall’altro un contesto finanziario dalle radici lontane cui, probabilmente, il successo degli altri – o meglio, “delle altre”, dell’altra – dà fortemente fastidio.

Sarebbe stato un connubio perfetto, se vi fosse stato tutt’altro: magari, semplicemente sciacquando il bucato in casa. Facendo memoria e tesoro della sapienza elementare, comune a ogni dignitosa civiltà, che ricorda invece come in Amore vincono sempre buonsenso, correzione fraterna e reciproco perdono, e mai il potere. Evitando, forse inconsapevolmente, di alimentare la promozione di uno stereotipo maschile totalmente in contraddizione con le premesse del 25 Novembre.

Parafrasando il grande Antonio Lubrano, “La domanda sorge spontanea”: “Ma come facevi a stare con Segre?”. Se l’è chiesto pure Roberto Dagostino (come testualmente racconta oggi 23 novembre in edicola sul quotidiano ‘La Stampa’ il collega Fabrizio Accatino), fotografato con la raggiante Seymandi alla prima nazionale del suo docufilm ‘Roma, Santa e Dannata’.

Cara Cristina, scusami se, forse troppo confidenzialmente, mi permetto di evitare il “Lei”. Desidero chiederTi perdono per i peccati mesti di noi uomini.

Invidiosetti, miseri. Permalosi, e talvolta fin troppo macchinosi.

Dì questa volta Tu, se puoi, una preghiera accorata per la nostra redenzione. Per la nostra Salvezza. Perché possiamo cambiare, fintantochè abbiamo respiro.

Siamo ancora in tempo. Sono certo che il buon Dio Ti ascolterà.

Maurizio Scandurra

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