Una prima tranche del procedimento con rito abbreviato, in relazione alle presunte torture nel carcere di Torino nei confronti di quindici detenuti tra il 2018 e il 2019 si è conclusa oggi.
Luca Pasquaretta, ex portavoce di Chiara Appendino, allora chiamato il “pitbull” della sindaca è stato condannato a un anno e otto mesi di reclusione per peculato in relazione alla sua consulenza prestata per il Salone del Libro, ritenuta fittizia. Invece è assolto da altri capi d’accusa. La sentenza è stata pronunciata oggi a Torino dove in tribunale è stato assolto dall’accusa di estorsione ai danni della ex sindaca.
L’assessore Tronzano: “La tempestiva decisione di far uscire i dipendenti è la prova che l’attenzione alla loro sicurezza è altissima”. Valle (Pd): “Ma cosa deve succedere ancora perché Cirio e Tronzano ammettano che non è vero che tutto va bene e rispondano alle tante questioni sollevate dalle opposizioni come dai sindacati?”
Oggi alle 12 i dipendenti della Regione Piemonte hanno dovuto lasciare i loro uffici nel grattacielo di via Nizza a Torino per un intervento di manutenzione improvviso. A tale proposito ecco la nota dell’assessore al patrimonio regionale:
Il grattacielo ha un sofisticato sistema quotidiano di verifica e controllo di tutta la impiantistica. Essendo emersa la necessità di un intervento, a scopo meramente precauzionale, e nel rispetto delle normative di sicurezza previste per questo tipo di edifici, è stato chiesto ai dipendenti di non rientrare dalla pausa pranzo.
Per quanto attiene alla comunicazione, l’avviso è stato comunicato sulla pagina intranet dell’ente e, dal momento che si era già in una fascia oraria coincidente con la pausa pranzo, parallelamente i direttori hanno informato i propri settori, per la massima e capillare informazione.
“A chi cerca ogni occasione per fare polemica, e creare allarmismo tra i dipendenti, vorrei ricordare che questo grattacielo è rimasto incompiuto per tutti gli anni di governo del centrosinistra, ed è stata questa amministrazione a concludere i lavori e trasferire i dipendenti – dichiara l’assessore al Patrimonio Andrea Tronzano – La loro sicurezza è la priorità della Regione come dimostrano i quotidiani controlli sugli impianti e i tempestivi interventi di manutenzione che vengono effettuati se si riscontrano delle anomalie, svolti sempre in totale e precauzionale sicurezza per i dipendenti”.
“L’intervento di oggi, per sostituire una valvola del sistema antincendio, è appunto la dimostrazione che i controlli sono puntuali e funzionano. In tutti gli edifici si possono verificare delle anomalie, tanto più in un grattacielo di 43 piani. La differenza la fa la tempestività che qui è garantita, come dimostra l’intervento di oggi”.
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E’ intervenuto sulla questione anche Daniele Valle (Pd), vice Presidente Consiglio regionale: «Per il grattacielo della Regione Piemonte non c’è pace. Questa mattina è stato sgomberato senza che nessuno abbia spiegato il perché, lasciando i dipendenti nel caos, dando la notizia con il passaparola (!!!). Pare si tratti di un guasto all’impianto antincendio che abbia portato a dover evacuare tutto l’edificio. L’ennesimo segnale che dimostra come la sede regionale sia un’incompiuta, con troppe criticità e disservizi. Ma cosa deve succedere ancora perché Cirio e Tronzano ammettano che non è vero che tutto va bene e rispondano alle tante questioni sollevate dalle opposizioni come dai sindacati?».
Trasporti scuola, Pd: “Caos anche a Vinovo”
Il consigliere regionale Alberto AVETTA e il responsabile Trasporti della Segreteria Pd Piemonte Federico FERRARA sollecitano un intervento della Regione: “Possibile che non si riesca a garantire passaggi che tengano conto degli orari scolastici?”
“Tutto come previsto: con la riapertura delle scuole assistiamo a disagi nel trasporto pubblico locale un po’ in tutto il Piemonte. Ritardi, sovraffollamenti, persone lasciate “a terra”. La situazione che riguarda Vinovo e i collegamenti nell’area Torino Sud è surreale: ci sono studenti che devono assentarsi, uscendo prima della fine delle lezioni, per non perdere il bus. E tutto questo nella consueta inerzia da parte della Regione Piemonte. L’inizio dell’anno scolastico non è un evento improvviso e inatteso, pertanto com’è possibile che la Regione non riesca a svolgere un ruolo di regia e di raccordo sui vari territori tra la programmazione scolastica delle ore di lezione e gli orari dei passaggi dei bus, così da garantire passaggi più confacenti alle uscite da scuola? E anche le richieste avanzate dalle famiglie e dagli amministratori locali non hanno ricevuto risposta. è naturale che di fronte a tali criticità non resti che il ricorso all’auto, con tanti saluti alla mobilità sostenibile e green».
Sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica, la Squadra Mobile della Questura di Torino, in stretta collaborazione con il competente Commissariato di P.S., ha svolto un’articolata investigazione per il contrasto del fenomeno dello spaccio al minuto di sostanze stupefacenti, nel quartiere di Barriera Milano.
Le modalità dello spaccio e gli accorgimenti adottati per eludere gli interventi di prevenzione e repressione, da parte degli equipaggi del controllo del territorio delle Forze di Polizia, hanno richiesto il ricorso ad una strategia investigativa di più ampio respiro, anche per cercare di superare le limitazioni imposte dal dettato normativo in tema di fatti di lieve entità.
L’attento studio eseguito dagli investigatori aveva evidenziato alcuni luoghi di maggior concentrazione di soggetti dediti allo smercio di stupefacenti, nell’arco dell’intera giornata, ove costoro sono soliti sostare in attesa di potenziali acquirenti, in particolare nel tratto di c.so Palermo, compreso tra via Malone, via Sesia e via Scarlatti.
Conseguentemente, d’intesa con la competente Autorità Giudiziaria, a decorrere dalla primavera del 2022, era stata svolta una mirata attività attraverso l’installazione di alcune telecamere strategicamente posizionate in luoghi individuati, che avevano consentito di cristallizzare il fenomeno e di attestare le singole condotte criminose, testimoniando l’esistenza di una vera e propria “piazza di spaccio”.
Erano stati individuati i gruppi di pushercentrafricani, che presidiavano la piazza di spaccio con l’ausilio di vedette, nell’arco delle 24 ore, spesso utilizzando biciclette e monopattini per i loro spostamenti, in modo da poter guadagnare repentinamente la fuga, nel caso di un eventuale intervento delle Forze dell’Ordine.
L’attività di videosorveglianza, supportata da interventi mirati di equipaggi della Polizia di Stato, aveva consentito l’identificazione di numerosissimi soggetti (autori di cessioni ovvero acquirenti di sostanze stupefacenti), di raccogliere preziose informazioni circa le dinamiche e le tecniche di spaccio adottate dai pusher, di sequestrare molteplici dosi di stupefacente di varia natura (crack, eroina e cocaina) nonché di procedere ad arresti in flagranza e ad arresti differiti di presunti spacciatori.
Nel corso delle lunghe attività svolte, erano stati operati numerosi arresti differiti e in flagranza di reato di stranieri responsabili di condotte di cessione di sostanze stupefacenti.
Stante la perdurante gravità del fenomeno, la Squadra Mobile, d’intesa con la competente Autorità Giudiziaria, intraprendeva un’ulteriore attività investigativa, supportata da numerosi presidi tecnologici, volta all’individuazione dei fornitori dei pusher precedentemente tratti in arresto.
La stessa, protrattasi per ulteriori sei mesi, consentiva agli investigatori di raccogliere gravi elementi indiziari, sulla base dei quali il G.I.P. del Tribunale di Torino, su richiesta della Procura della Repubblica, emetteva un’ordinanza dispositiva di misure cautelari, disponendo la custodia in carcere per 7 soggetti e il divieto di dimora nel Comune di Torino per altri 3 individui, tutti di nazionalità straniera.
A decorrere dalla giornata di mercoledi 20 u.s., il personale della Polizia di Stato (Squadra Mobile e Commissariato di P.S. “Barriera di Milano”) ha dato esecuzione ai provvedimenti restrittivi di cui sopra, oltre che ad alcune mirate perquisizioni domiciliari.
Sono state eseguite sette misure cautelari (cinque custodie in carcere e due divieti di dimora), mentre non sono stati rintracciati gli ulteriori tre stranieri destinatari del provvedimento, in quanto non più presenti sul territorio nazionale. A carico di uno dei destinatari è risultato altresì pendente un Ordine per la Carcerazione per l’espiazione di una condanna divenuta definitiva, cui è stata data esecuzione.
Le perquisizioni hanno consentito l’arresto in flagranza di uno dei destinatari delle misure e di un ulteriore straniero, in quanto presso l’abitazione di costoro è stata rinvenuta e sequestrata sostanza stupefacente (circa 300 grammi di cocaina e oltre 2,7 kg. di hashish).
Complessivamente, nel corso dell’attività investigativa, sono stati sequestrati oltre 2,8 chilogrammi di cocaina/crack, 1,6 chilogrammi di eroina, oltre 2,7 chilogrammi di hashish, nonché la somma contante di oltre € 80.000,00 (ottantamila).
#blubardo: il fascino del cielo blu di Bardonecchia
Un hashtag di creatività e bellezza per gli iscritti al gruppo Facebook “ Bardolovers, innamorati di Bardonecchia “
Si è recentemente concluso il contest fotografico indetto dal gruppo Facebook “ Bardolovers, innamorati di Bardonecchia “ dal curioso titolo, l’hashtag #blubardo, aperto agli oltre 5000 iscritti e terminato con tre primi classificati che si sono distinti su molte adesioni ed emersi da una votazione finale all’interno del gruppo. Grande la partecipazione con scatti molto interessanti e meritevoli su un tema che si prestava a svariate interpretazioni. Il filosofo cinese Confucio diceva che un’immagine val più di mille parole e, a distanza di secoli, la scrittrice di origine cilena Isabel Allende ha ribadito il concetto secondo cui una bella fotografia racconta una storia, rivela un luogo, un evento, uno stato d’animo ed è più potente di pagine e pagine scritte.
Proprio partendo dalla riflessione su queste sagge considerazioni valide oltre ogni tempo ha preso vita questo contest, ultimo tra quelli già proposti in precedenza, il cui titolo si riferisce al colore intenso ed unico di questo cielo montano ed alle tante riflessioni visive ed emotive che offre all’obiettivo. Coniato nel gruppo, ” blubardo “ vuole definire e sta ad indicare la bellezza di quel cielo che, nei giorni e nelle notti delle prime settembrate, con le sue tonalità blu di una brillantezza eccezionale ben si è prestato a sperimentare scatti che catturano attimi irripetibili ed unici, nati dalla sensibilità personale che pone in risalto i molti particolari e le peculiarità che differenziano le borgate, i momenti della giornata e delle ore dopo il tramonto oltre ovviamente alla personalità di chi fotografa. Ma, per chi non li conosce ancora, chi sono i Bardolovers ? Nato tre anni fa da un’appassionata idea del fondatore che è anche un grande conoscitore della Conca bardonecchiese, l’avvocato torinese Davide Calcagnile, cui poco dopo si è unita al timone di questa avventura la giornalista torinese Patrizia Foresto, questo gruppo social conta oggi oltre 5000 iscritti, legati da una comune grande passione, divenuta per tutti loro un forte collante: Bardonecchia e le sue borgate. Lei che già ai primi del 900 venne a ragione definita “la perla delle Alpi” per quella sua bellezza, quel suo fascino che cattura e che non abbandona, quella sua avvincente storia antica che affonda le radici attorno all’anno Mille con le gesta e le avventure del feudatario François de Bardonnèche, signore del luogo, con quanto resta oggi del suo antico maniero, la Tur d’Amun, testimone della sua avventurosa vita. E’ ciò che oggi costituisce il sito archeologico, meta di molte visite e camminate fotografiche che insieme al circuito delle antiche cappelle affrescate della Conca certamente ne aumenta il fascino. Da sottolineare la dimensione sportiva di questa stazione turistica, che la vide protagonista della nascita dello sci in Italia all’inizio del 900 con la presenza dei primi turisti sportivi grazie al pioniere, l’industriale svizzero Adolfo Kind ed a suo figlio Paolo che la scelsero come luogo elettivo per le loro prime avventure sciistiche e per la diffusione di quel bellissimo sport allora nascente. Tema ed obbiettivo del gruppo quindi è valorizzare l’aspetto storico, naturalistico, artistico, paesaggistico, sportivo e sociale di Bardonecchia e delle sue frazioni, postando foto, video, documenti, materiale antico e recente, trattando avvenimenti locali contemporanei, riflessioni e notizie in un vicendevole fattivo scambio, con argomenti atti a farne conoscere e valorizzare i tanti aspetti attuali e le sue tradizioni. E’ quindi un forte legame a questi luoghi quello che unisce i Bardolovers, tra cui i partecipanti a questo contest fotografico, molti dei quali residenti e molti altri assidui villeggianti e turisti, spesso presenti in Conca già dagli anni della propria infanzia e adolescenza, con esperienze personali che hanno contribuito a far loro consolidare il rapporto con questi luoghi mentre per altri è stata attrazione a prima vista e voglia di tornare, spinti dal desiderio di conoscere le peculiarità di un luogo ancora sconosciuto. Questo ed altro ancora è quanto sta alla base della partecipazione al gruppo “ Bardolovers, innamorati di Bardonecchia “ e di conseguenza a questo contest fotografico che si è concluso con tre vincitori mentre si attendono nuove stagioni con nuovi contest ed altrettante nuove idee.
Sul podio al primo post la fotografia di GIULIA GINO (in copertina) con il cielo riflesso nel lago Sommeiller. Al secondo posto lo scatto di MICHELANGELO SABBADINI con il cielo notturno ai laghi di Thures.
Al terzo la fotografia di GIOVANNA DAVI che sottolinea la luminosità di un cielo incantato.
PF
La polizia arresta ladri che frugavano nelle cantine
Nelle scorse ore l’attività dei poliziotti del Comm.to di P.S. “Madonna di Campagna” ha condotto all’arresto di un cittadino marocchino di 29 anni per furto aggravato all’interno di un condominio di via Orvieto.
L’intervento è nato dalla segnalazione di alcuni residenti dello stabile, i quali si erano insospettiti udendo dei rumori particolari provenire dal vano cantine, ove nei giorni precedenti si erano verificati numerosi furti.
Sul posto, veniva rintracciato un soggetto intento a frugare all’interno di una cantina: si tratta di un ventinovenne di nazionalità marocchina, trovato in possesso di uno zaino contenente diversi arnesi atti allo scasso.
A seguito di accurata ispezione dei locali, venivano rinvenute 5 cantine forzate, con la luce accesa e l’interno messo a soqquadro, da una delle quali mancava un amplificatore e 5 casse audio.
L’uomo era stato altresì denunciato in stato di libertà, nei giorni antecedenti, sempre da personale della Polizia di Stato per furto aggravato nelle cantine dello stesso comprensorio edilizio e per possesso ingiustificato di arnesi atto allo scasso.
I procedimenti penali si trovano attualmente nella fase delle indagini preliminari, pertanto vige la presunzione di non colpevolezza dell’indagato, sino alla sentenza definitiva.
Il grande professore-filosofo che mi riconciliò con la scuola

Martedì 19 settembre, già da giorni ricoverato all’Ospedale di Rivoli, Gianni Vattimo ci ha lasciati. L’avevo incontrato poco più di un mese fa. Una mattina d’estate, nella settimana successiva al Ferragosto, a Sauze d’Oulx. Seduto, assente, sulla sedia a rotelle, nel dehor esterno dell’Hotel “Holiday Debili” di via Clotes. Il mondo intorno, all’apparenza, non faceva più parte di quella “cosa strana, non percepita” che sembrava essere ormai per lui la vita. O ciò che di essa rimaneva. Lo scorrere, il vociare dei turisti lungo una delle vie principali e più “goderecce” del paese sembrava essere per lui vuoto assoluto, assenza di suoni, luogo non luogo, buio informe in cui lo sguardo era fisso solo su mani scheletriche, al pari del corpo, su mani tremanti, scosse dai brividi della malattia e che forse gli ricordavano pagine sfogliate di libri e giornali esistiti in un tempo troppo lontano. Dimenticato. Rimosso. Ad accudirlo una premurosa signora … dai, Gianni, vedi che qui, al fresco della montagna, riesci anche a muovere i piedi, su forza, muovili … Lui alzava il viso e, obbediente, forse un po’ felice della felicità di un bimbo che ha compiuto il suo dovere, lentamente muoveva le dita dei piedi. A comando. Va bene così?, sembrava voler dire. Accanto a lui il giovane brasiliano Simone Caminada, da oltre dieci anni, suo assistente e compagno.
Cappello di paglia a larghe tese, maglioncino bianco e blu a righe orizzontali (un “gondoliere” ai Milleecinque di Sauze?) cercava, anche lui, di scuoterlo, di regalargli un assenso, un sorriso. Con scarso successo. Professore, posso salutarla? Che piacere incontrarla! Il Maestro, il forte Padre del “pensiero debole”, alzò a fatica lo sguardo, gli occhi tristemente acquosi. Mi guardò e mi regalò un dolce, faticoso sorriso. Forse sì. Alla mente gli balenarono i contorni di un viso non del tutto sconosciuto, ma perduto, di fatto e di nome, nel tempo. E subito ritornò a quelle mani deboli e tremanti. Mio Dio, quanti anni da quei fine ’60, in cui, al piano nobile (sede storicamente dell’“Accademia di Medicina” di Torino e forse allora temporaneamente prestato alla “Facoltà di Lettere e Filosofia”) nel complesso della “Corte dei Minimi”, ex “Convento di San Francesco da Paola”, in via Po 18, diedi con lui il mio primo esame universitario di “Estetica”! Credo (ma non ne sono sicuro) si trattasse di esporre quanto s’era capito delle “Lettere sull’Educazione Estetica” di Friedrich Schiller. Fu allora che Vattimo, vedendomi arrivare al “banco di tortura”, sbottò con un largo sorriso, decisamente antistress, Milani, Rosmini, primo banco, fila centrale, capelli all’umberta …Il grande prof., al mio timido procedere, mi aveva immediatamente riconosciuto. Un magnifico 30 il voto finale (su libretto ancora cartaceo) che mi portai felice a casa … e non si pensi sia un voto da “raccomandato”, mi sorrise il buon Vattimo.
Erano passati una decina d’anni, da quei primi anni Sessanta, quando il sottoscritto, da ripetente (preferivo allora il pallone e le partite all’oratorio, anziché le “sudate carte”) frequentava la prima media all’Istituto “Rosmini” di Torino. E proprio quell’anno, mi pare ad anno iniziato, eccoci piombare atleticamente in classe, come docente di Lettere, quel po’ po’ di giovanottone biondo, sorridente e bruciato dal sole di montagna. Ben colorito, come sarebbe stato tutti i lunedì, dopo sportivi weekend passati sci ai piedi. E fu subito un ciclone, una ventata di freschezza che scosse piacevolmente l’intera classe. Rigoroso nello studio, ma anche “compagnone”, ironico, teatrante improvvisato. Grande juventino, per “disgrazia” di tal Bongiovanni (mi pare fosse questo il nome del malcapitato compagno di classe), di fede interista e immancabilmente interrogato in occasione del “derby d’Italia”. Guai se la Juve perdeva. Interrogazione “cruenta”, ma anche tutta da ridere, e un bel potevi studiare di più Bongiovanni, invece di vedere la partita … vai vai, ti interrogo la prossima volta. Vattimo fu professore brillante. E brillante educatore. Con lui si studiava, eccome, ma senza paure e angoscianti patemi d’animo. Io diventai il primo della classe. Da ripetente a primo della classe. Un bel salto! Avevo ancora il pallone in testa, ma sapevo di dover anche studiare. E come studiare. Ce l’aveva insegnato lui. Grande affetto e immensa empatia.
Ecco allora spiegato quel … Rosmini, primo banco, fila centrale, capelli all’umberta, al primo esame di Estetica. Penso che proprio dal suo modo di “fare scuola” mi sia venuta la voglia di abbracciare anch’io, come ho fatto per quasi quarant’anni, il mestiere dell’insegnante. Grazie Maestro-Amico Vattimo. Prima dello scorso agosto, ebbi occasione di incontrarlo, sempre a Sauze, nell’agosto del 2019 “pre-pandemia”, lungo la strada che porta alla chiesetta cinquecentesca di San Giovanni Battista. Era di domenica. Vattimo, profondamente credente (“comunista cristiano”, si definiva) si recava a Messa camminando lento, a fatica, appoggiato al bastone e a braccetto di una giovane (credo) badante. Ci incrociammo. Professore, gli sorrisi. Milani!!, mi rispose. Che gioia! A sessant’anni dal “Rosmini” e a una cinquantina dai tempi universitari, mi aveva ancora riconosciuto. Anche se non avevo più i capelli “all’umberta”, anche se non avevo più, o quasi, capelli. Due parole. Non di più. Il fiato gli serviva per arrivare a Messa. Ma quelle parole e quel Milani mi resero l’uomo più felice del mondo. Spirito libero, garbatamente ironico, “rivoluzionario integrato” e “profondamente sabaudo”, lo ha definito l’amico filosofo Maurizio Ferraris. In “Non Essere Dio”, scritto nel 2006, a quattro mani, con Piergiorgio Paterlini, Vattimo scriveva. “Alla fine, senza che mai me lo sia detto così esplicitamente e con tanta forza, su tutto io ho cercato la libertà…più della fama e del successo certamente, più del potere di sicuro, io ho cercato la libertà”. Missione compiuta, caro grande Maestro!
Gianni Milani
I funerali del filosofo Gianni Vattimo si terranno sabato mattina alle 10 in piazza Castello a Torino nella Real chiesa di San Lorenzo. Ad officiate il rito sarà il rettore Don Giovanni Ferretti, filosofo e amico di Vattimo.
Celebrato San Matteo patrono delle Fiamme gialle
Ieri presso il Santuario di Santa Rita in Torino, è stata celebrata la tradizionale funzione religiosa in occasione della ricorrenza di San Matteo, Apostolo ed Evangelista, proclamato Santo Patrono della Guardia di Finanza da Papa Pio XI il 10 aprile 1934.
La Santa Messa, presieduta da S.E.R. Mons. Alessandro Giraudo, Vescovo Ausiliare di Torino, alla presenza del Comandante Regionale del Piemonte – Valle D’Aosta, Generale di Divisione Benedetto Lipari, ha visto la partecipazione delle principali Autorità Civili e Militari cittadine nonché di una rappresentanza di Finanzieri di ogni ordine e grado in servizio a Torino e delle Fiamme Gialle in congedo, appartenenti all’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia, accompagnati dai propri familiari.
La scelta del Santuario di Santa Rita, vicino alla sede del Comando Regionale Piemonte – Valle D’Aosta, ha consentito anche quest’anno – grazie alla rinnovata disponibilità del Parroco, Mons. Mauro Rivella, ad ospitare l’evento – di assicurare una nutrita partecipazione del personale, con la possibilità altresì di condividere questo particolare momento spirituale con i rispettivi familiari.
In concomitanza con la ricorrenza del Santo Patrono, la Guardia di Finanza celebra anche la “giornata della memoria”, per ricordare i militari del Corpo che si sono sacrificati nell’adempimento del dovere.
Nel corso della cerimonia, in particolare, sono stati ricordati, alla presenza dei rispettivi familiari, il Brigadiere Antonio Rocco Cillo, deceduto nel 1973 e il Finanziere Antonio Farci, deceduto nel 1971.
Al termine del rito religioso, il Generale Lipari ha rivolto parole di vivo ringraziamento al Vescovo Ausiliario di Torino, S.E.R. Mons. Alessandro Giraudo, per aver presieduto la solenne celebrazione votiva di San Matteo, nonché i vertici di tutte le altre Istituzioni del territorio presenti alla funzione religiosa per il sostegno assicurato in ogni circostanza all’operato della Guardia di Finanza.
Con l’occasione, il Comandante Regionale ha altresì espresso parole di apprezzamento per il quotidiano servizio svolto da tutte le Fiamme Gialle piemontesi e valdostane con abnegazione e generosità, a tutela della legalità economico-finanziaria.
CONTROLLI STRAORDINARI AD ALTO IMPATTO
Continuano i servizi di controllo straordinario del territorio ad alto impatto che con cadenza giornaliera interessano diversi quartieri della città, in special modo quelle aree colpite da fenomeni di criminalità e degrado sociale, quali spaccio e reati predatori, che minano il senso di sicurezza dei cittadini. Tra le zone più volte oggetto di detti controlli ci sono le aree di Piazza Bengasi, dei Giardini Ginzbug e quella dei portici via Nizza, tutte sotto la giurisdizione del Commissariato Barriera Nizza.
Da inizio 2023, sono stati oltre 20 i controlli ad alto impatto coordinati dal Commissariato Barriera Nizza, oltre ai numerosi controlli straordinari che interessano settimanalmente i quartieri San Salvario e Millefonti.
Nel corso di tali attività:
ü identificate circa 4400 persone;
ü controllati quasi 400 veicoli;
ü arrestate 22 persone;
ü denunciati 57 individui;
ü controllati quasi 100 esercizi pubblici;
ü sequestrati oltre 7 kg di di sostanza stupefacente.
Proprio ieri pomeriggio, ha avuto luogo un nuovo controllo straordinario del territorio ad alto impatto coordinato dal Commissariato di P.S. Barriera Nizza, con l’ausilio degli equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine “Piemonte”, svolto in collaborazione con la Polizia Ferroviaria, l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza.
Complessivamente, l’attività, che si è concentrata nella zona circostante la stazione ferroviaria Porta Nuova, con particolare attenzione all’area di via Nizza vie limitrofe, ha consentito:
ü l’identificazione di 170 persone;
ü il controllo di 28 veicoli;
ü l’arresto di 1 persona;
ü il sequestro di 4,75 kg di hashish;
ü il controllo di 3 esercizi pubblici.
Nel corso dell’attività, un esercizio di via Sacchi è stato sanzionato per 3500 euro per violazioni amministrative in materia di alimenti.
Un cittadino straniero, inoltre, è stato arrestato poiché trovato in possesso di quasi 5 chili di hashish contenuti in uno zaino.