ilTorinese

I pro Pal bloccano l’ingresso della Torino – Milano

/

A Torino è stata bloccata l’attività del Campus universitario Einaudi e spezzoni del corteo studentesco hanno fermato il traffico in alcune arterie del centro. In serata un gruppo di manifestanti ha ostruito il passaggio dei veicoli all’imbocco della A4 Torino Milano.

Oggi l’Italia è paralizzata da uno sciopero generale indetto dalle sigle di base USB, Cub, SGB, Usi-CIT per chiedere la fine del conflitto a Gaza e sostenere la popolazione palestinese, una mobilitazione che coinvolge trasporti, scuole, logistica e numerosi servizi pubblici. A Torino il trasporto pubblico GTT è fermo per 24 ore ma con alcune fasce protette: bus, tram e metropolitana circolano dalle 6:00 alle 9:00 e dalle 12:00 alle 15:00, mentre le linee extraurbane e la ferrovia Torino–Ceres garantiscono servizio da inizio servizio fino alle 8:00 e dalle 14:30 alle 17:30, con la possibilità di completare le corse partite all’interno di questi intervalli anche se l’arrivo avviene dopo la fine della fascia. Il settore ferroviario è interessato da un blocco di 24 ore iniziato alle 21:00 di domenica 21 settembre e in vigore fino alle 20:59 di oggi, con treni regionali garantiti nelle fasce 6:00–9:00 e 18:00–21:00 e con un elenco minimo di collegamenti assicurati per Intercity e Alta Velocità.

A complicare ulteriormente la situazione a Torino sono previste iniziative di protesta pro Palestina con blocchi stradali annunciati a partire dalle 11:00 in diversi punti della città, un presidio in Piazza Carlo Felice davanti alla stazione di Porta Nuova in mattinata e un corteo che partirà da Piazza Castello alle 18:00, eventi che si aggiungono alle interruzioni del trasporto pubblico e che renderanno particolarmente difficili gli spostamenti per l’intera giornata.

Foto: Giuliana Prestipino

Si ispira agli iperspazi la stagione 2025/2026 di Fertili Terreni Teatro

Prende il via la stagione 2025/2026 di FTT Fertili Terreni Teatro, nono appuntamento del percorso comune intrapreso da A.M.A. Factory Cubo Teatro e Tedacà, che realizza una innovativa stagione di teatro diffusa sul territorio. L’edizione di quest’anno ha scelto come focus la ricerca degli iperspazi, luoghi della mente più che spazi fisici in cui ricostruire la nostra condizione di esseri umani mettendo a fattor comune esperienze di vita e aprendosi sempre più a confronto e a inclusività. Per farlo, si è dato vita a un calendario di spettacolo da ottobre 2025 a maggio 2026, articolati in 37 titoli, con 4 prime nazionali e 5 prime regionali, a cui si aggiungono le due retrospettive dedicate al collettivo MAMIMO, dal 29 al 31 gennaio 2026 con gli spettacoli “Alfredino – l’Italia in fondo a un pozzo” e “Patria-il paese di Caino e Abele” e a Beppe Rosso, dal 17 al 22 marzo 2026, con le repliche di “Liquori fatti in casa” e “Un giorno di fuoco”. Il tutto per 118 serate di spettacolo.

“In un tempo in cui sembrano smarriti i punti di riferimento- spiegano i direttori delle tre realtà fondanti  di FTT Ferili Terreni Teatro, Simone Schinocca di Tedacà, Girolamo Lucania di Cubo Teatro e Beppe Rosso di A.M.A. Factory – e dove l’apocalisse è una possibilità che l’uomo età scegliendo di esplorare, rischiandone l’attrazione verso l’oblio e l’annullamento, Fertili Terreni, quest’anno, volge lo sguardo verso possibili iperspazi, luoghi all’apparenza lontani, dove le strade sono ancora inesplorate,  dove il dialogo è una possibilità, il tempo dell’incontro necessario, dove la vita è il suo respiro soffiano nella direzione della convivenza e della scoperta reciproca.

Trovare una dimensione nuova in cui è ancora possibile sorprendersi, perdersi, ritrovarsi più vicini e dove la costruzione di un futuro possibile è l’obiettivo del viaggio. Un iperspazio fatto di luoghi e persone, storie e parole da raccontare, e dalle diversità accolte come ricchezza. Un luogo dove l’impossibile diventa possibile. Un luogo, uno spazio in cui poterci riconoscere, essere a nostra volta iperspazi, se lo vogliamo”.

Nutrita la proposta di spettacoli di TFF, a partire dai due spettacoli d’apertura: dall’8 all’11 ottobre Angelo Tronca, con la partecipazione di Maddalena Sighinolfi, porterà in scena Moby Dick, produzione A.M.A., ispirato al romanzo di Melville, con il pubblico dotato di cuffie tra richiami alle balene e conflitti con demoni interiori. Dal 20 al 23 ottobre prossimi sarà dato spazio a “Molly”, produzione di Cubo Teatro e diretta da Girolamo Lucania. Con Letizia Alaide Russo il racconto di un amore della protagonista con un’altra ragazza in tutto e per tutto simile a lei, salvo scoprire una verità tanto atroce quanto inaspettata. Dal 19 al 23 novembre prossimo, e dal 25 al 30 novembre, una lunga kermesse di due settimane per “Giulio Cesare e la notte della Repubblica”, progetto Il Mulino di Amleto/A.M.A. Factory. Una rilettura contemporanea della tragedia shakespeariana diretta da Marco Lorenzi, dove la storia della disgregazione della Repubblica Romana è usata come un luogo con cui possiamo indagare e interrogare questioni che toccano da vicino il nostro presente e lo determinano. Nel periodo natalizio ritorna, per il quarto anno di repliche, al teatro Juvarra, dal 31 dicembre al 18mgennaio 2026, il fortunato spettacolo firmato Tedacà “Whiskey & Soubrette”, mentre l’anno nuovo si aprirà con il debutto assoluto del “Borghese gentiluomo” da Moliére, nell’allestimento firmato Crack 24 ed A.M.A. Factory in scena dal 16 al 20 gennaio 2026, per l’adattamento e la regia di Lorenzo De Iacovo. Si tratta della rilettura immaginata intorno al personaggio di Jordan, intento a rincorrere il successo tra corsi di ballo, canto e dizione. Da ultimo, il 6 maggio 2026, andrà in scena “Il corpo della donna è un campo di battaglia”, nuova produzione di Cubo Teatro presentata in forma di studio per un viaggio nei meandri dell’orrore, della colpa, dell’impotenza, da ultimo della vita, con protagonista una giovane donna incinta dopo una violenza subita da un gruppo di suoi connazionali in tempo di guerra.

MARA MARTELLOTTA

Da Aosta a Nizza, più di 20 CER per la cooperazione transfrontaliera

Nell’ambito del progetto interregionale Francia-Italia Alcotra RECROSSES, Environment Park  e i partner organizzano, dal 20 al 25 settembre 2025,  il primo tour in bicicletta dedicato a incontro e condivisione di esperienze tra le comunità energetiche Rinnovabili ( CER) italiane  e francesi, coinvolte con l’obiettivo di accrescerne il valore transfrontaliero.
L’evento, patrocinato da RENAEL, dalla Regione Piemonte e dalla Città di Torino, riprende l’esperienza narrativa e sportiva del FIT for 2030 by Bike, la rotta climatica in bicicletta da Torino a Capo Nord, realizzata da Environment Park per promuovere l’obiettivo di Torino e del Parco per la neutralità climatica entro il 2030.
Il tour di quest’anno si inserirà in modo coerente nell’ambito della settimana europea della  mobilità 2025, al fine di limitare le emissioni di CO2 e di ridurre la carbon footprint e in linea con gli obiettivi del progetto RECROSSES; il viaggio verrà effettuato in diverse tappe in bicicletta, attraverso i territori Alcotra ( acronimo di Alpi Latine Cooperazione Transfrontaliera) della valle d’Aosta, delle province di Cuneo e Torino in Piemonte fino ad arrivare a Nice, nelle Alpes Maritimes. In corrispondenza di ogni tappa, attraverso visite ed eventi, più di 20 CER italiane e francesi potranno incontrarsi, raccontare la loro esperienza e siglare un Protocollo di intesa di cooperazione transfrontaliera redatto nell’ambito di  RECROSSES per la condivisione di buone pratiche.
Le Comunità energetiche Rinnovabili  (CER) sono associazioni di imprese, enti e cittadini che collaborano per produrre, condividere e consumare energia elettrica da fonti rinnovabili a livello locale. L’obiettivo principale è promuovere l’autosufficienza energetica e la riduzione delle emissioni, attraverso l’autoconsumo collettivo di energia pulita.

“Siamo orgogliosi di poter partecipare a un evento così importante  e carico di significato – commenta il presidente di Environment Park, Giacomo Portas – che coinvolge diverse realtà europee con lo scopo condiviso di costruire un futuro sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale. Mettere in rete realtà  diverse che ragionano  sulla sostenibilità ambientale e si impegnano per realizzarla in modo concreto è  uno degli obiettivi di Environment Park. Ringraziamo istituzioni, associazioni e cittadini che ci accompagnano , qualcuno fisicamente con una pedalata, in questo cammino”.

Le tappe del percorso sono sei. Sabato scorso si è  tenuta la tappa da Aosta a Borgofranco di Ivrea, con la presentazione della CER Dora5Laghi, il confronto con le CER francesi e la firma del protocollo di cooperazione presso Palazzo Marini. La seconda tappa si è  svolta domenica 21 settembre con partenza da Borgofranco d’Ivrea e incontro prima con la CER canavesana, poi con la CER San Carlo e con la  CER Merak, quest’ultimo presso il parco della Pellerina, e firma del protocollo di Cooperazione. Alle 17 l’arrivo all’Envipark, incontro con la CER energia e firma del protocollo di Cooperazione. La terza tappa è da Torino a Moncalieri lunedì 22 settembre; da Moncalieri a Bra la quarta tappa martedì 23 settembre. La quinta tappa sarà mercoledì  24 settembre da  Bra a Cuneo, con partenza da Pollenzo; la sesta tappa con partenza da Cuneo via tunnel Tenda in treno e partenza del gruppo da Breil sur Roya per Nizza via Col  de Brouis e Col de Bruas, alle 17 arrivo e accoglienza del gruppo presso la Chambre de Commerce de Nice.

Mara Martellotta

Studenti gratis sui mezzi pubblici: già 40mila le richieste di adesione a Piemove

A un mese dall’avvio sono 40.000 le richieste di adesione a Piemove, la tessera che consente agli studenti universitari under26 di viaggiare gratuitamente sui mezzi pubblici nei capoluoghi piemontesi, tutto l’anno e su tutti gli itinerari.

La tessera consente infatti viaggi illimitati su tutta la rete urbana di Torino, Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Vercelli e nelle ultime settimane anche di Verbania (Tutte le info e le faq su Piemove sono su https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/ambiente/aria/tessera-piemove-piemonte-viaggia-studia).

Nel dettaglio, da quando il 18 agosto è stata aperta la piattaforma le richieste di adesione hanno raggiunto quota 39.449. A trainare sono gli studenti dell’Università di Torino con 25.272 adesioni, seguiti da quelli del Politecnico di Torino con 12.592 e dell’Università del Piemonte Orientale, che ne ha registrate finora 1.585 anche perché ha iniziato la raccolta di adesioni a settembre.
Il quadro operativo registra 39.167 pratiche concluse, 11.258 tessere in fase di stampa, oltre 23.000 titoli già caricati sulla carta Bip e altri 4.723 in attesa di attivazione. Sul fronte delle spedizioni, Torino pesa per il 52,87% con 6.024 tessere, seguono Cuneo con 1.240 (10,88%) e Asti con 580 (5,09%).

È da sottolineare come Piemove sia entrata a pieno titolo nel “kit” di chi scegliere di studiare in Piemonte. Un dato che colpisce, infatti, è la distribuzione geografica delle spedizioni: su oltre 22.000 tessere già inviate, circa 4.000 sono state recapitate a indirizzi di altre regioni, destinate quindi ai cosiddetti fuorisede, confermando il ruolo della tessera anche come potenziale strumento di attrazione di nuovi iscritti.

«I numeri che stiamo registrando ci dicono che la misura funziona e che abbiamo compiuto un’operazione innovativa, davvero capace di aggiungere un tassello importante per saldare insieme diritto allo studio, politiche giovanili e tutela dell’ambiente – dichiarano il presidente della Regione Alberto Cirio, il vicepresidente con delega al Diritto allo studio universitario Elena Chiorino e gli assessori ai Trasporti Marco Gabusi e all’Ambiente Matteo Marnati – Con Piemove il Piemonte e i suoi atenei diventano sempre di più attrattivi e accoglienti per chi li sceglie per il proprio percorso accademico e formativo».

Soddisfazione per il successo di Piemove è stata espressa anche dai tre rettori Stefano Geuna, Stefano Corgnati e Menico Rizzi, unitamente ai presidenti di Fondazione Compagnia di Sanpaolo e Fondazione Crt Marco Gilli e Anna Maria Poggi.

cs

Caro scuola: il peso dei libri di testo e l’oligopolio editoriale che ostacola l’equità

Informazione promozionale

La tematica affrontata in questo articolo si inserisce nel più ampio dibattito che da tempo anima il mondo dell’istruzione italiana: quello dell’inclusione e integrazione scolastica.

Garantire pari opportunità di accesso alla formazione non significa solo promuovere ambienti accoglienti e rispettosi delle diversità, ma anche rimuovere gli ostacoli economici che impediscono a molte famiglie di sostenere i costi dell’educazione.

Tra questi, il caro libri rappresenta una delle barriere più insidiose e persistenti.

Un costo che pesa sulle famiglie

Ogni nuovo anno scolastico porta con sé un fardello economico sempre più gravoso per le famiglie italiane. Secondo i dati diffusi dal Codacons, nel 2024 il prezzo dei libri di testo ha registrato un aumento del 18% rispetto all’anno precedente, con un ulteriore incremento del 2,8% nel 2025. In vent’anni, il rincaro complessivo ha raggiunto il 25%, ben oltre il tasso di inflazione programmata.

La spesa media per gli studenti delle scuole superiori si aggira oggi intorno ai 500 euro annui, mentre per quelli delle medie si parla di circa 350 euro. Una cifra che, per molte famiglie, equivale a metà di uno stipendio mensile. Eppure, il numero degli studenti è in calo: dagli 8,7 milioni del 2004/05 ai 7,9 milioni attuali.

Meno studenti, ma libri sempre più costosi.

Un mercato dominato da pochi

Gli editori attribuiscono l’aumento dei prezzi al rincaro della carta da macero, che ha registrato un +52% dal 2023. Tuttavia, questa spiegazione appare parziale. Il vero nodo è l’assetto del mercato editoriale scolastico, dominato da un oligopolio: quattro gruppi editoriali – Mondadori, Zanichelli, La Scuola e Sanoma – controllano l’80% del settore, che vale circa 800 milioni di euro l’anno.

Il Gruppo Mondadori, in particolare, detiene una quota di mercato del 32% ed è controllato per oltre metà dalla Fininvest, presieduta da Marina Berlusconi.

Questo assetto monopolistico limita la concorrenza e perpetua pratiche  come le “nuove edizioni” annuali, che spesso si riducono a semplici rimpaginazioni o cambi di copertina.

Il risultato? L’impossibilità di riutilizzare i libri da un anno all’altro, aggravando ulteriormente la spesa per le famiglie.

Modelli alternativi e soluzioni possibili

A fronte di questa situazione, l’Italia si distingue negativamente tra i grandi Paesi europei per la spesa pro-capite in libri scolastici. Eppure, esistono modelli alternativi già adottati con successo all’estero. In Germania, alcuni Länder offrono gratuitamente tutto il materiale didattico, mentre a Berlino le famiglie versano una quota forfettaria di 100 euro l’anno, con esenzioni per i redditi più bassi. In Francia, le scuole forniscono direttamente dispense e libri, riducendo drasticamente i costi. In Olanda, Belgio e Svezia, le spese scolastiche per l’età dell’obbligo sono coperte dallo Stato, salvo piccoli contributi per fotocopie o danni ai materiali.

Anche in Italia esistono esperienze virtuose, come la cosiddetta “autoproduzione” didattica, in cui i docenti preparano direttamente le dispense per gli studenti. Tuttavia, queste pratiche restano marginali e non sufficientemente sostenute dalle istituzioni.

Investire in istruzione significa anche garantire un accesso equo ai materiali didattici.

Secondo Eurostat, nel 2020 l’Italia ha destinato solo lo 0,65% del PIL all’istruzione secondaria, contro l’1,31% della Germania e l’1,26% della Francia. Invece di aumentare la spesa militare – come richiesto da Usa e Nato – sarebbe più utile raddoppiare gli investimenti nell’istruzione pubblica.

Una questione di equità e inclusione

Questa battaglia non riguarda solo la scuola, ma anche il salario indiretto: quel sistema di welfare che dovrebbe garantire gratuitamente i servizi essenziali come salute, trasporti e istruzione. Ridurre il costo dei libri di testo non è solo una questione economica, ma un passo fondamentale verso una scuola più inclusiva, equa e capace di integrare davvero tutti gli studenti, indipendentemente dal loro background socioeconomico.

A Chieri torna la Fiera di San Martino

Dal 7 all’11 novembre 2025 torna la storica kermesse dedicata alle tradizioni e ai sapori del territorio piemontese

La Fiera di San Martino 2025 si appresta a vivere un’edizione ricca di novità, spettacolo, sapori del territorio, cultura e partecipazione cittadina dal 7 all’11 Novembre. La manifestazione vedrà per la prima volta la firma organizzatrice di SGP Grandi Eventi, realtà che vanta un’esperienza trentennale nell’ideazione e gestione di grandi momenti ed iniziative di marketing territoriale, attiva in Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Toscana ed Umbria.

L’appuntamento si prospetta come un’occasione imperdibile per la comunità locale e i visitatori, con un’offerta arricchita e articolata per mantenere i tradizionali connotati della Fiera con l’aggiunta di alcune frizzanti novità pensate per coinvolgere e appagare un pubblico sempre più ampio e variegato.

Per gli amanti del buon cibo Piazza Cavour ospiterà l’area somministrazione aperta tutto il giorno fino a tarda sera, consentendo di pranzare, cenare, degustare prodotti tipici, fermarsi per un aperitivo godendo dell’atmosfera della Fiera. Stand gastronomici selezionati proporranno piatti tradizionali e innovativi, prodotti del territorio e specialità stagionali.

Un ulteriore punto forte dell’edizione 2025 sarà la presenza di critici gastronomici di fama nazionale che condurranno il pubblico nel degustare e commentare le specialità locali protagoniste della Fiera, per celebrare e diffondere la cultura delle eccellenze del territorio chierese, dal vino Freisa, al grissino rubatà, dalla focaccia dolce al Galucio ‘d Cher.

Piazze e vie del centro storico ospiteranno spettacoli itineranti: performance circensi e musicali intratterranno il pubblico con esibizioni dinamiche e di grande impatto scenico, per sorprendere i visitatori a ogni angolo. Ci saranno anche momenti speciali per i più piccoli, con laboratori e animazioni pensati per le famiglie.

La Fiera 2025 dedicherà una particolare attenzione al Distretto del Cibo del Chierese e del Carmagnolese, riconosciuto come ente ufficiale per la promozione delle eccellenze agroalimentari del territorio.

Attraverso uno spazio espositivo dedicato, degustazioni guidate, show cooking e laboratori, il pubblico potrà scoprire le produzioni tipiche: dal peperone di Carmagnola, all’asparago di Santena nelle loro diverse lavorazioni, dal pomodoro costoluto di Cambiano, al grissino ribatà, passando per miele, erbe aromatiche, formaggi e altre specialità. Sarà un’occasione per incontrare direttamente i produttori, conoscere la filiera agricola locale, valorizzare il legame con il territorio e promuovere la sostenibilità.

Le attività commerciali di Chieri saranno chiamate a svolgere un ruolo centrale nell’edizione 2025: negozi, ristoranti, bar, botteghe artigiane parteciperanno con iniziative promozionali, vetrine a tema, menù speciali ispirati ai prodotti del Distretto del Cibo, con l’obiettivo di creare un’atmosfera diffusa nel centro città, fare rete tra commercio locale ed evento fieristico, rafforzando il senso di comunità e l’attrattività del territorio.

Immancabile l’appuntamento con la storica esposizione di macchinari agricoli, la fattoria e i laboratori didattici, che caratterizza la Fiera fin dalle sue origini.

Questo e molto altro è in serbo per l’edizione 2025 della Fiera Nazionale di San Martino a Chieri, giunta alla sua 47°annualità, dal 7 all’11 novembre nel centro storico della città.

La kermesse è organizzata da SGP Grandi Eventi con il patrocinio del Ministero dell’Agricoltura, di Regione Piemonte, della Città Metropolitana di Torino e del Mab Unesco CollinaPo, con il contributo della Camera di Commercio di Torino, in collaborazione con Turismo Torino e Provincia, Distretto del Cibo Chierese-Carmagnolese e DUC Chieri

Kirk e l’America delle ideologie

Conoscevo, ahimè,Charlie Kirk:lo seguivo su CNN durante la campagna elettorale di Trump:non ho mai condiviso le sue idee ultra cattoliche,conservatrici,antiabortiste,devastanti verso il pensiero altrui.
Le sue parole spesso dividevano, ferivano, escludevano.
Ma uccidere non è la risposta.
La violenza cancella il dialogo, e trasforma il dolore in tragedia.
Serve più ascolto, più empatia. Anche verso chi non la pensa come noi.

Tante polemiche inutili sulla partecipazione di Giorgia Meloni a Domenica In.
In passato anche altri leader politici, come Gentiloni, sono stati ospiti in programmi simili senza che si sollevasse tutto questo clamore.
Meloni ha parlato di promozione del cibo italiano, e in quella stessa occasione era presente anche il sindaco di Roma Gualtieri, esponente del PD.
Chi oggi grida allo scandalo dovrebbe ricordare questi precedenti.
Polemiche strumentali, che nulla aggiungono al dibattito pubblico.

Negli USA la tensione sociale e politica ha superato ogni limite, questo è un mio pensiero personale,come sempre,ovvio.È un dato di fatto che vediamo
divisioni radicali, violenza, sfiducia nelle istituzioni e polarizzazione estrema:
Sembra che l’America sia sull’orlo di una nuova guerra civile.
Non più Nord contro Sud, ma ideologie inconciliabili sotto lo stesso cielo.

Enzo Grassano

Diritto alla casa sì, diritto all’abuso no

FRECCIATE

Leggo su Torino Cronaca  dell’ennesima storia di case popolari finite sotto assedio, non da parte di chi ha un diritto riconosciuto e documentato, ma di chi decide che il diritto è una scorciatoia da prendersi con le chiavi false dell’occupazione abusiva. Case poi “liberate” grazie alla polizia municipale ma con un lascito di – parrebbe – un milione di danni. La chiamano “emergenza abitativa” – e nessuno nega che l’emergenza ci sia, eccome: le liste d’attesa parlano chiaro, le famiglie che aspettano pure. Ma c’è una differenza sostanziale tra il bisogno e la prepotenza.

Il problema è che, a Torino e in Italia, la pietà si confonde troppo spesso con la resa. Non si tratta di criminalizzare la miseria, ma di ricordare che una casa popolare non è un regalo di Natale: è un bene pubblico, che va a chi rispetta le regole e ne ha diritto. Se cominciamo a giustificare l’occupazione abusiva in nome del “poverino”, domani sarà legittimo pure saltare la fila al pronto soccorso perché “l’urgenza è vera”.

Il risultato? Chi aspetta onestamente rimane fregato due volte: la prima perché resta senza tetto, la seconda perché vede premiato chi scavalca la legge. È il solito teatrino: l’emergenza diventa alibi, l’abuso diventa prassi e alla fine ci si domanda come mai il rispetto delle regole sia ridotto a un optional.

Ecco allora la triste ironia: le istituzioni predicano legalità e giustizia sociale, ma quando la porta viene forzata, preferiscono chiudere un occhio, a volte entrambi, come se fosse più semplice e persino giusto proteggere l’abusivo “bisognoso” che difendere il cittadino onesto. Ma così l’emergenza non si risolve: si istituzionalizza l’arbitrio.

Iago Antonelli

Spazio Tonti celebra il genio dell’artista

Inaugurando, sabato 27 settembre a Sala Monferrato, lo Spazio Tonti, si avvera il sogno a lungo accarezzato, di creare uno polo permanente delle opere di un geniale artista qui vissuto dal 1999 al 2021, anno della scomparsa, dove trovò, tra la bellezza e la tranquillità dell’atmosfera collinare, il luogo adatto per le sue sperimentazioni.
Giorgio Tonti fu uno di quegli artisti cosiddetti Isolati, non perché insulare, rinchiuso nella torre d’avorio, distaccato dal contesto storico ma in quanto, non inserendosi in un movimento specifico, volle mantenere una propria identità accostandosi liberamente ad ogni espressione artistica che lo stimolasse rendendosene interprete ed innovatore al tempo stesso.
Con libertà di pensiero non cedette alle lusinghe delle mode e alle leggi di mercato che imponevano scelte obbligate nel periodo in cui spingevano all’arte aniconica, penalizzando l’arte figurativa. Pur sperimentando, con stile personale, anche l’arte non figurativa attraverso una continuità creatrice ed innovativa dell’astrattismo spiritualistico di Kandinsky e delle larghe, colorate campiture di Rothko, oltre alle informali graffiature di Wols e del geometrismo di Klee, mai Tonti volle una decisa rottura con l’immagine che desse corpo all’Idea privando l’arte dei valori storici e umani, cadendo in una sorta di nichilismo niechtzschiano. Si scoprirà un’arte complessa, dai sublimati significati profondi da parte di un uomo pregno di cultura umanistica, aperto ad ogni risvolto espressivo, ora sintetico e rigorosamente arcaico, ora, allacciandosi all’Art Brut con immagini sgradevoli ma belle in quanto arte, ora enigmatico ed ambiguo, come amava definirsi nel far scaturire sensazioni evocative di un mondo interiore al di là della scorza effimera della realtà visibile. Un’occasione in più per valorizzare non solo Sala ma l’intero territorio monferrino, rendendo in seguito uno spazio fruibile anche per ulteriori iniziative culturali.
Giuliana Romano Bussola