ilTorinese

Cinque giorni di incontri per il Festival delle Migrazioni

 V EDIZIONE
CHE CLIMA C’È?
A Torino cinque giorni di incontri, arte, teatro e letteratura,
dal 20 al 24 settembre 2023.

Massimo Giannini, Espérance Hakuzwimana, Gad Lerner, Marzio G. Mian, Nancy Porsia, Gabriele Proglio, Bintou Touré sono alcuni degli ospiti della quinta edizione.

Un festival diffuso tra San Pietro in Vincoli, Scuola Holden, Valdocco, Ufficio Pastorale Migranti, Polo del ‘900, Giardino Pellegrino e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.

Più di quaranta ospiti e oltre trenta eventi in cinque giorni, tutti a ingresso gratuito, tra spettacoli teatrali, concerti, proiezioni, incontri interattivi, laboratori, mostre e momenti conviviali: torna a Torino il Festival delle Migrazioni, quest’anno alla quinta edizione, dal 20 al 24 settembre 2023.
Il Festival delle Migrazioni, ideato e organizzato dalle compagnie teatrali Almateatro, A.M.A. Factory e Tedacà, è sostenuto da Fondazione Compagnia di San Paolo (maggior sostenitore), Fondazione CRT, Ministero della Cultura – Direzione Generale Spettacolo Città di Torino, patrocinato da Città di Torino e Circoscrizione 7.Che clima c’è è il fil rouge scelto per questa edizione, con “clima” inteso con un’accezione doppia, in rapporto all’ambiente e alla politica: due argomenti particolarmente urgenti, considerata da un lato la drammatica situazione legata all’accoglienza e dall’altro la rapidità dei cambiamenti atmosferici in tutto il mondo, che va inevitabilmente a incidere su nuovi flussi migratori.Il Mali. Novità di questa edizione, la scelta di approfondire le questioni che riguardano un Paese o un’area geografica specifica, che cambierà di anno in anno. In questa edizione, diversi eventi avranno come focus il Mali, paese cruciale di cambiamenti ed equilibri politico sociali dell’Africa sub sahariana. Tra questi, Raccontare il Mali oggi con esperti quali Andrea De Georgio, Nicola Gallino, Nouhoum Traoré e il concerto Ma Lì? Visioni e suoni dal Mali di Trio Suoni d’Africa con la voce di Silvia Papa e le immagini del suo reportage.
Nell’ambito della tradizionale Cena delle cittadinanze di sabato 23, sarà inoltre proposto un piatto della tradizione culinaria maliana.Gli incontri. Clima e politica sono al centro dell’incontro tra Gad Lerner e Massimo Giannini; temi che saranno affrontati anche da Marzio Mian, giornalista di Internazionale, Giorgio Brizio (Fridays for Future), Stefania Tamea e Marta Tuninetti (rispettivamente professoressa e ricercatrice al Politecnico di Torino), moderati da Gabriele Proglio, nell’appuntamento Acqua, risorse alimentari e migrazioni nell’era dei cambiamenti climatici che coinvolgerà alcune persone migranti, che hanno dovuto lasciare il proprio Paese a causa dei cambiamenti del territorio da cui provengono. Quella Libia così difficile da raccontare è il titolo del dibattito tra Nancy Porsia, giornalista freelance e producer specializzata in Medio Oriente e Nord Africa e Maria Luisa Coppo, di Stop Border Violence. Tunisia: porto sicuro? è un dialogo sull’attuale e contrastato tema della frontiera tunisina, tra Marco Grimaldi, vicepresidente di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, Bintou Touré, attivista di FreeFemmes e Luca Ramello, ricercatore per FTDES e OnBorders; l’incontro è organizzato in collaborazione con Melting Pot.Il modo in cui le migrazioni vengono narrate è fondamentale per evitare luoghi comuni e pregiudizi. In Notizie notiziabili Paola Barretta, Valerio Cataldi, Espérance Hakuzwimana forniscono strumenti utili e deontologici per una corretta narrazione del fenomeno migratorio, con particolare attenzione alla situazione politica e migratoria africana. Di come sia cambiato il volto della città negli ultimi quarant’anni, si parla in Torino e migramorfosi: migrazioni in città, ieri oggi e domani. Il tema dell’antirazzismo quotidiano, tra riflessioni, pratiche e sfide mette in dialogo la giornalista Veronica Ferrandes, lo psicoterapeuta Ronke Oluwadare, il regista Suranga Katugampala, la praticante avvocata Fatima Zahra El Harch.
L’incontro Ferrovie sotterranee è l’agorà organizzata al Festival delle Migrazioni con i rappresentanti di più di dieci realtà e associazioni che in tutta Italia si occupano di accoglienza e solidarietà, operando nelle zone di confine e in quelle di passaggio delle rotte dei migranti. Un’occasione importante sia per i soggetti della rete, che avranno uno spazio di scambio dal vivo, sia per il pubblico che potrà conoscere da vicino chi quotidianamente si impegna in prima persona con azioni umanitarie concrete.

Il teatro. Ogni focus tematico sarà esplorato anche dal punto di vista artistico attraverso i sette spettacoli teatrali di rilievo nazionale in programma. La mise en espace Free Yevgenia e Svetlana – La storia di un testo incriminato: “Finist il chiaro falco”, di Svetlana Petriychuk, si basa sulla sentenza di un tribunale moscovita, che lo scorso maggio ha posto in detenzione provvisoria la regista Yevgenia Berkovich e la drammaturga Svetlana Petriychuck, accusate di ‘giustificazione del terrorismo’ per il testo Finist, il chiaro falco, che racconta storie vere di donne russe, kazake e uzbeke che hanno sposato virtualmente estremisti islamici. Domenica, al Festival delle Migrazioni, verrà proposta la lettura scenica di questo testo: un esempio di attivismo realizzato attraverso il linguaggio teatrale.
In Perfect Match della compagnia portoghese Hotel Europa, in cui si racconta l’amore possibile all’interno dei nuovi movimenti migratori, il testo è costruito attraverso le testimonianze, le storie e le esperienze di vita degli interpreti, nati in paesi diversi: Portogallo, Colombia, Repubblica Ceca, Francia, Gran Bretagna e Italia. In programma anche Kakuma. Fishing in the Desert (Teatro Nazionale di Genova), che nasce dall’esperienza della regista Laura Sicignano in uno dei più grandi campi profughi al mondo, rinnovando così la tradizione del teatro-documento con un forte impatto emotivo. Sparato, (s)concerto per Sankara è tratto dalla storia di Thomas Isidore Noël Sankara, leader politico e rivoluzionario del Burkina Faso, “il Che Guevara africano”. Passaggi e nuovi approdi è un reading di e con Alba Maria Porto con l’accompagnamento musicale dell’Orchestra Terra Madre, in cui si racconta l’esperienza del viaggio come passaggio da un prima a un dopo. Testimonianze ed estratti di letteratura si mescolano, i loro protagonisti si raccontano attraverso racconti intimi, ed esperienze vissute, uniti dal comune desiderio di conquistare una nuova libertà.

Cena delle cittadinanze. Nella serata di sabato, un appuntamento molto amato dal pubblico, che a ogni edizione coinvolge cittadini, istituzioni, operatori e associazioni nel ritrovarsi insieme in un clima di convivialità. Una lunga tavolata nel cortile di San Pietro in Vincoli è l’occasione per condividere insieme il cibo portato da casa e i piatti proposti dalle cucine dal mondo presenti al festival, vivendo l’emozione di una cena tutti insieme.

Il cinema. Come da tradizione, la serata di avvio del festival è dedicata alla settima arte. In programma mercoledì 20 settembre il format Ortometraggi in Odissea. Percorsi di migrazione. Un’esperienza interattiva che invita il pubblico a proiettarsi in un futuro pericolosamente vicino, chiamando i partecipanti a esprimere le proprie scelte e a sperimentare il significato di quelle collettive. A seguire, la proiezione di Europa, regia di Haider Rashid, che racconta la storia di Kamal, un giovane iracheno che sta cercando di entrare in Europa a piedi, attraverso la rotta balcanica. In apertura della serata, un incontro in collaborazione con Associazione Quore per approfondire l’attuale situazione dei richiedenti asilo LGBTI+.

La danza e la musica. Nello spettacolo La mia ipocondria mi fa avere paura della guerra, l’attivista Ambra Gatto Bergamasco riflette attraverso la danza sull’overload delle immagini che narrano la guerra. L’opera artistica performativa viene creata in risposta a una foto apparsa sul Times nel 2015 che rappresentava una donna nel mare con il feto ancora attaccato al cordone ombelicale. La performance è un’azione di cerimonia per ricordare e portare dignità di memoria e alleanza, sotto forma poetica, a tutte le persone che quotidianamente oltrepassano confini.
Numerosi i momenti dedicati alla musica dal vivo: dal concerto di tamburi del LabPerm di Castaldo con il griot e polistrumentista Ady Thioune, in un evento che coinvolgerà tutto il pubblico in un viaggio di ritmi e pulsazioni, al dj set dj set di AنS (Shamss Collective): onde elettroniche ed echi linguistici tribali in un viaggio che mescola musica, linguaggio e corporeità. L’evento conclusivo di questa edizione del festival è affidato a Bandaradan, con il suo repertorio originale ispirato alla musica balcanica, klezmer e circense, inframmezzato da gag esilaranti.

Le mostre. Durante le cinque giornate del festival, al Polo del ‘900 sarà allestita la mostra Name climate Change. Diamo un volto al cambiamento climatico. Venti volti per mettere in risalto l’intensità e la materialità di altrettanti percorsi, fatti di scelte, in parte rese necessarie dalle contingenze, in parte motivate dalla consapevolezza di voler cambiare il futuro, a beneficio di tutte e tutti. I testimonial sono venti giovani cittadine e cittadini comuni, italiani e stranieri, che hanno vissuto il cambiamento climatico, ma anche persone che si battono attraverso l’attivismo, l’arte, la ricerca, il proprio lavoro in ambito agricolo per contrastare le problematiche dettate dal cambiamento climatico.
A San Pietro in Vincoli sarà visitabile l’esposizione Benvenuti in bianco e nero, voci e immagini del lavoro di accoglienza a cura di Tra Me e con le fotografie di Orlando Morici, che attraverso le immagini racconta cosa voglia dire essere oggi un operatore sociale nel settore dell’accoglienza ai migranti.
Si inserisce all’interno delle proposte del festival anche la mostra attualmente in corso alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, The Butterfly Affect, un percorso espositivo articolato attraverso le opere di undici artiste e artisti internazionali, dalla scultura all’installazione, dalla pittura al video. Dal 20 al 24 settembre sarà a ingresso gratuito per tutti i partecipanti al festival.

I luoghi del festival. Come ogni anno, il festival si svolge in più sedi della città, tutti luoghi simbolo della convivenza multietnica, tra Porta Palazzo e Borgo Dora, negli spazi di San Pietro in Vincoli – Zona Teatro, Scuola Holden, Valdocco, Ufficio Pastorale Migranti, Polo del ‘900, oltre a Giardino Pellegrino e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, soggetti culturali e sociali di rilievo nel tessuto cittadino.

Per tutte le giornate del festival sarà presente un punto ristoro presso San Pietro in Vincoli a cura di realtà del territorio. Tutte le iniziative sono a ingresso gratuito. Gli spettacoli, i concerti e la cena sono prenotabili attraverso il sito www.festivaldellemigrazioni.it

Gli incontri Raccontare il Mali oggiQuella Libia così difficile da raccontareRaccontare le migrazioni tra Africa ed Europa sono validi per ottenere i crediti formativi per giornalisti, iscrivendosi tramite la piattaforma www.formazionegiornalisti.it.

Il Festival delle Migrazioni utilizza il teatro, arte e letteratura come strumenti privilegiati di coinvolgimento, approfondimento e riflessione, un punto di riferimento nazionale che dà voce a nuovi sguardi e narrazioni sul fenomeno migratorio. Da sempre i grandi avvenimenti storici e sociali, come quello della migrazione, generano nuovi immaginari e nuovi fenomeni narrativi. Artiste e artisti, intellettuali, scrittrici e scrittori, compagnie teatrali nazionali e internazionali in questi anni hanno elaborato processi e storie che stanno cambiando il mondo in rapporto alla migrazione, aiutando a capire la complessità del fenomeno, con le sue contraddizioni e problematiche, ma anche bellezza e ricchezza.

Il Festival delle Migrazioni 2023 è un evento organizzato da Almateatro, A.M.A Factory, Tedacà e con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo (maggior sostenitore), Fondazione CRT e MiC; con il patrocinio di Città di Torino, Città metropolitana, Circoscrizione 7, Ordine degli Assistenti sociali consiglio nazionale; con la partecipazione di Riforma, Scuola Holden, Polo del ‘900, Associazione Stampa Subalpina, Salesiani Don Bosco Pastorale Giovanile, Ufficio Pastorale Migranti, Fondazione Comunità di Palazzo, St’Orto, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Coldiretti, Arci Torino; con la collaborazione di ASLM, Melting Pot, Carovane Migranti, Emergency, MSF, Quore, Lovers, Lingua Madre, Lab Perm, Fuori di Palazzo, Fertili Terreni Teatro, Articolo 21, Fieri, Psicologia Film Festival, Crocevia di sguardi, Cambalache, Wanderlust, Balon Mundial, Rete 7, Giguya.

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Jazz e swing d’avanguardia con la sezione ritmica della Edoardo Pascale Big Band

Osteria Rabezzana, via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino

Mercoledì 20 settembre, ore 21.30

Quartetto EP

Il quartetto EP, sezione ritmica della Edoardo Pascale Big Band, presenta mercoledì 20 settembre in Osteria Rabezzana un carosello di standard jazz e swing oltre a riduzioni per quartetto di alcuni brani originali del recente disco “A SwIndie Affair” presentato al Torino Jazz Festival 2023.

A SwIndie Affair nasce intorno alle partiture di Edoardo Pascale con un repertorio inedito principalmente in stile swing. Il titolo gioca con il brano di Sinatra “A Swinging Affair” e con le parole Swing e Indie: swing per le sonorità e indie perché nasce come produzione dal basso coinvolgendo associazioni e piccole realtà culturali torinesi.

Il concerto è sostenuto dal main sponsor Casa Re, cantina vitivinicola sulle colline delle Langhe/Monferrato, vicino al centro storico di Acqui Terme.

Formazione

Edoardo Pascale, chitarra

Luca Costanzo, pianoforte

Alessio Boschiazzo, batteria

Carlo Veltro, contrabbasso

Ora di inizio: 21.30

Ingresso:

15 euro (con calice di vino e dolce) – 10 euro (prezzo riservato a chi cena)

Possibilità di cenare prima del concerto con il menù alla carta

Info e prenotazioni

Web: www.osteriarabezzana.it

Tel: 011.543070 – E-mail: info@osteriarabezzana.it

E’ morto Gianni Vattimo, maestro del pensiero debole

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
È’ morto Gianni Vattimo all’età di 87 anni dopo anni travagliati e difficili. E’ fatale per chi appartiene alla mia generazione riandare ai  miei ricordi universitari. Il mio primo esame all’Universita’ di Torino fu quello  di Estetica, sostenuto con Gianni Vattimo che fu molto buono con me: mi fece parlare liberamente , vide la mia emotività al primo esame   e mi promosse con un 27 non meritato. Ho poi avuto diverse occasioni di incontrarlo e di ascoltarlo, anche se le sue scelte sono sempre state distanti dalle mie. Ci furono occasioni di dialogo, senza mai andare oltre ad una certa formalità. Un discorso diverso quello con Luigi Payreson e con Giuseppe Riconda di cui sono diventato amico. Una mia collega “filosofa “ presento’ negli anni ‘80 Vattimo come un maestro di laicità perché il suo “pensiero debole “poteva prestarsi ad essere letto come il rifiuto delle metafisiche religiose. In effetti il suo  non fu un rifiuto delle metafisiche ideologiche  e delle vulgate. In Vattimo
anzi ci fu un’adesione sempre più’ marcata alla sinistra ideologica e giacobina con ampio recupero del pensiero di Marx .   Il suo iniziale cattolicesimo che lo portò ad essere dirigente dell’Azione cattolica, era rimasto in fondo al suo pensiero soprattutto quello degli ultimi anni. L’adesione ad una sinistra  radicale  Vattimo la senti non in contraddizione con  un cattolicesimo che trovava in Papa Francesco una visione religiosa a cui Vattimo si sentiva vicino. Ci fu anche un tempo in cui Vattimo  fu un seguace provvisorio di Pannella , ma la sua adesione ai radicali fu breve perché essenzialmente legata  alla dichiarazione  pubblica della sua omosessualità quando era preside della Facoltà di Lettere. Vattimo e Pannella furono profondamente diversi , direi incompatibili . Il liberalismo di Pannella fu estraneo al pensiero di Vattimo. Ad esempio, le posizioni contro Israele lo stanno a dimostrare. Credo che il pensiero di Vattimo sia destinato ad entrare nella storia della filosofia come neppure Abbagnano e’ riuscito a fare malgrado gli intenti apologetici dei suoi allievi e presunti continuatori.  In quale misura il suo pensiero abbia  inciso, lo vedremo sui tempi lunghi . Oggi il suo migliore allievo, Maurizio Ferraris, ha di gran lunga superato il maestro. L’impegno militante come deputato europeo ha un po’ guastato il percorso filosofico di  Vattimo. L’ultima volta che ci incontrammo fu in un negozio di computer di Via Mazzini: discutemmo piacevolmente di laicità e laicismo
e ci trovammo ancora una volta  in dissenso. Io sostenni la tesi di Bobbio sul laicismo incompatibile con la laicità, Vattimo ritenne che le mie posizioni fossero troppo rigide , anche io gli obiettai che il marxismo era una scelta agli antipodi della laicità. Resta una grande  figura dell’ateneo torinese che vede in lui un maestro di fama internazionale che ha oscurato gli allievi di Abbagnano Rossi  e Viano. Vattimo fu anche coraggiosamente contrario a certe esibizioni LGBT  che riteneva volgari. Anche in questa occasione ebbe il coraggio di andare controcorrente . Il suo pensiero critico ci mancherà.

A tutto Tango: Lessolo, la Milonga del Nazionale

La piccola storia di tango al Nazionale è iniziata nel 2010 con il Maestro Giovanni Bermond des Ambrois. Nel 2017, dopo la sua prematura scomparsa, è seguito un capitolo di “tango ferito (orfano)”. In quel periodo così particolare, i maestri Adrian Aragon ed Erika Boaglio (in arrivo da Buenos Aires) hanno curato la nostra milonga come una sorta di sogno, invitando le Stelle del Tango internazionali.
Abbiamo poi incontrato altri amici di grande talento, riuniti nel gruppo torinese Carma Tango Academy, autori di progetti intorno al tango interessanti e in arrivo al Nazionale per la nuova stagione 2023/24.
Domenica, 24 settembre 2023, è in programma, alle ore 21:00, un’edizione straordinaria della milonga del Nazionale: la serata di inaugurazione della nuova stagione con show di Letizia Messina e Demetrio Scafaria. La coppia, impegnata in un tour internazionale, porterà anche al Nazionale uno show rappresentativo del carattere avvolgente e vellutato del tango argentino, con la selezione musicale di Giacomo Bombonato.
In breve, la stagione annuncia quindi, con la regia di Oreste Valente spettacoli di Tango Show; milonghe con ospiti speciali e un corso dedicato ai principianti del tango.
Con il tango argentino diamo spazio e voce a una terra lontana, l’Argentina, ma tanto vicina a chi vuole incrociare festosamente culture diverse, legate da una storia condivisa. E, proprio la musica e il ballo, invitando all’abbraccio, cancellano ogni distanza.
Il gruppo di ballerini del Carma Tango, Francesca Riva, Zena Brasiello e Fabrizio Monni saranno i primi interpreti nel dare forma a tante ambizioni con la “forza” di una semplice idea: “Chiudi l’abbraccio, apri la mente”.
In questa cornice nasce il corso di tango argentino per principianti destinato a chi sente crescere una passione da condividere con qualcuno di speciale, in un posto speciale e con uno staff speciale.
Il corso è aperto a tutti anche, ovviamente, a chi non ha mai ballato. Fin dalle prime lezioni i futuri “Tangueri” impareranno la postura, i primi passi e le tecniche per guidare e seguire, in modo da potersi divertire fin dall’inizio.
Il calendario del corso di tango argentino per principianti.
Primo trimestre:
Sabato dalle 19 alle 20:30. Date: 14 ottobre – 11 novembre – 2 dicembre
Venerdì dalle 19 alle 21:00. Date: 20 ottobre – 24 novembre – 15 dicembre

Per ulteriori informazioni per l’iscrizione contattare il seguente numero del locale “Il Nazionale” sala da ballo di Lessolo: 3473478156

MASSIMO IARETTI

Addio al filosofo Gianni Vattimo

È morto il filosofo Gianni Vattimo. Aveva 87 anni ed era ricoverato da giorni in ospedale a Rivoli. Nato a Torino il 4 gennaio 1936, è stato un importante filosofo e docente  all’Università di Torino. È stato conosciuto a livello internazionale per gli studi filosofici  sul pensiero debole.

Una nuova boutique per Giovanni Raspini a Torino

Una nuova boutique per Giovanni Raspini: a Torino nella zona più esclusiva dello shopping cittadino, via Roma 44.

Uno spazio contemporaneo dove l’arredamento in rovere nero e cristallo dialoga col pavimento di marmo bianco. Un grande schermo dedicato ai contenuti video e i numerosi lightbox con maxi immagini completano l’arredo, regalando un’atmosfera sobria, e allo stesso tempo dinamica e di assoluta modernità.

Alla porta la tradizionale maniglia su cui si appoggia il coccodrillo, elemento iconografico che da sempre fa parte dell’identità del marchio; una vera scultura realizzata in fusione a cera persa.

“È una grande soddisfazione aver aperto proprio nel capoluogo piemontese” commenta Giovanni Raspini ricordandoci come “Torino sia una delle città più dinamiche ed eleganti del nostro Paese, luogo fondamentale per lo sviluppo economico e sociale italiano degli anni d’oro. La città dell’automobile e del design, del cioccolato e del vermut, del museo egizio e di quello del cinema nella Mole Antonelliana…”. 

Il Comune di Torino: “Più sicurezza nelle scuole”

Occorre promuovere una cultura della sicurezza e lavorare sugli atteggiamenti per ridurre i rischi, trattando il tema in “modo ragionevole”.

Lo ha affermato la consigliera Lorenza Patriarca (PD), presentando il 18 settembre 2023 in Sala Rossa una mozione presentata con il collega consigliere Luca Pidello (PD) per incrementare buone pratiche per la sicurezza a scuola, poi approvata dal Consiglio Comunale di Torino all’unanimità (27 voti favorevoli su 27 consigliere e consiglieri presenti).

Il confronto preventivo, la diffusione di buone prassi e il coinvolgimento in prima persona di docenti, studenti e studentesse – ha spiegato Luca Pidello (PD) – sono fondamentali per poter fruire in sicurezza gli spazi scolastici, che devono anche essere aperti ad attività extra-scolastiche.

La mozione impegna Sindaco, Giunta e Consiglio Comunale a promuovere la costituzione, in seno alla Commissione sicurezza ed edilizia scolastica della Conferenza delle Autonomie Scolastiche, di un Tavolo di confronto tra il Servizio Edilizia Scolastica del Comune, l’analogo Servizio della Città Metropolitana, l’Usr Piemonte, il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco e l’Asl Città di Torino, con l’eventuale coinvolgimento di tecnici esperti, per definire linee di interpretazione comuni sulle attuali norme in materia antincendio e igienico-sanitaria che valorizzino la valutazione del rischio, consentendo l’utilizzo in sicurezza e i cambi di destinazione d’uso degli ambienti scolastici in funzione delle mutate esigenze didattiche delle scuole, compatibilmente con le risorse dell’ente.

Si chiede altresì di promuovere attività di informazione e formazione in un’ottica di “pedagogia del rischio” per formare innanzitutto alla consapevolezza delle situazioni di rischio, alla loro corretta gestione e all’importanza dei propri comportamenti.

La mozione propone anche un confronto preventivo a richiesta sui documenti relativi alla sicurezza elaborati dalle scuole.

Il documento, infine, chiede anche di valutare la possibilità di organizzare ogni anno, in collaborazione con tutti i soggetti interessati e le istituzioni preposti alla sicurezza, una settimana dedicata alla sicurezza nelle scuole, in occasione dell’anniversario della tragedia del Cinema Statuto.

Nel dibattito il aula, il consigliere Pierlucio Firrao (Torino Bellissima) ha affermato che la formazione è fondamentale, in particolare per prevenire gli incendi e saper gestire le situazioni di emergenza.

Bisogna tradurre la burocrazia in effettiva conoscenza – ha dichiarato Alice Ravinale (Sinistra Ecologista), condividendo lo spirito del documento.

Il rischio zero non esiste, ma bisogna lavorare per educare alla politica della sicurezza anche i nostri bambini e le nostre bambine – ha aggiunto Dorotea Castiglione (M5S).

La polizia sequestra beni per un milione alla criminalità

La Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Torino ha sequestrato beni mobili ed immobili, il cui valore è stato stimato in un milione di euro, riconducibili a B.V. elemento di spicco della criminalità locale, dedito da molti anni alla commissione di delitti e principalmente al reato di usura.

Il provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca dei beni è stato emesso dal Tribunale di Torino – Sezione Misure di Prevenzione su proposta del Questore di Torino e ha riguardato nr.3 appartamenti ubicati in Venaria Reale e Torino, nr. 3 box auto, nr. 3 autovetture, 1 motociclo e 14 rapporti bancari tra conti correnti, titoli e cassette di sicurezza, per un valore complessivo di circa 1 milione di euro.

B.V. si è reso responsabile di diversi reati di natura predatoria già dal principio degli anni ’70. Negli anni seguenti, si è reso responsabile di una serie di gravi delitti contro il patrimonio e la persona tanto da essere sottoposto alla sorveglianza speciale di p.s.

Negli anni ‘80, subiva la sua prima condanna per una serie di furti aggravati e poi ancora, a distanza di poco più di un anno, veniva condannato dal Tribunale di Torino alla pena di anni 6 di reclusione per aver commesso 2 rapine ai danni di gioiellerie ubicate in questo capoluogo.

Dopo un periodo di carcerazione, tornato in libertà, si rendeva nuovamente responsabile di numerose rapine commesse nelle province di Firenze e Torino inserendosi, poi, in un contesto criminale riguardante prestiti di denaro ad elevato tasso di usura.

L’indagine patrimoniale svolta dalla Divisione Polizia Anticrimine di Torino ha evidenziato l’ingente patrimonio accumulato dal predetto nel corso della sua vita, ritenuto frutto della sua attività delittuosa.

Nei confronti dello stesso è stata avanzata anche la richiesta, al vaglio del Tribunale, di applicazione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per anni quattro con obbligo di soggiorno nel comune di residenza.

Moncalieri, condomino con tanica di benzina tenta di dare fuoco al palazzo

In un condominio  in strada Torino  a Moncalieri, è stato appiccato un incendio nelle cantine.  Grazie ai Vigili del Fuoco, chiamati dai condomini, è stato evitato il peggio. Ad appiccare l’incendio sarebbe stato un quarantenne che abita nel palazzo: sarebbe stato visto entrare in cantina con una tanica di benzina e un accendino.

“Together 2023”: la politica si fa con la politica

A confronto il consigliere regionale Silvio Magliano e il parlamentare europeo Massimiliano Salini nel primo incontro della seconda edizione del Ciclo Together 2023”. Tema: la politica si fa con la politica,  la politica al centro il centro della politica “


Ha preso il via lunedì 18 settembre scorso alle 18 il primo degli incontri del ciclo Together 2023, presso la Tecnostruttura dell’area pedonale in via Jacopo Durandi 13, a ingresso libero.

L’incontro, dal titolo “La politica si fa con la politica, la politica al centro, il centro della politica” è  stato arricchito dagli interventi del Consigliere della Regione Piemonte Silvio Magliano e del Membro del Parlamento Europeo Massimiliano Salini, con l’introduzione e la moderazione affidati al Presidente del Centro Culturale  Pier Giorgio Frassati, Marco Giorgio.

“Quando ho iniziato a far politica -ha spiegato Silvio Magliano -, volevo vivere questa esperienza  come  vocazione e attenzione alla vita della polis, come era stato per Mauro Mauro, dal cui excursus politico avevo tratto ispirazione e insegnamento. Per me fare politica significa occuparsi delle reali necessità delle persone, di quei problemi che mi fanno  capire ancora più  a fondo la nostra società,  i suoi pregi ma anche le sue carenze. A me si sono rivolte, per esempio, persone che hanno conosciuto la malattia, ma non hanno ancora ricevuto un piano terapeutico adeguato, oppure coppie con ristrettezze economiche tali da non permettere loro di poter costruire una famiglia.

Sono contento di essermi adoperato perché  la Regione Piemonte  emanasse una legge sulla fibromialgia, un male ancora oscuro, di cui  poco si conosce,  ma che paralizza la vita della persona che ne è  malata, privandola delle forze fisiche e psicologiche”.

“La politica si fa con la politica- aggiunge il consigliere Silvio Magliano – e non con il populismo o con il tecnicismo. Serve a questo Paese  che ciascuno, sia che abbia sia che non abbia un ruolo nelle istituzioni,  si senta protagonista del proprio contesto, sia da stimolo a proposte e idee.

La buona politica deve avere un obiettivo, il bene di tutti, della polis, della persona, lontano da ogni deriva populista e tecnocratica. Deve essere un esercizio di democrazia”.

“Il populismo e la tecnocrazia- spiega il parlamentare europeo del PPE Massimiliano Salini – rappresentano i due modi con cui si è cercato di riempire il vuoto lasciato in passato dalla politica. Questi due aspetti hanno portato alla paura dello straniero, della fine del mondo per cause dovute alla strumentazione militare. La tecnocrazia cerca di giocarsi la partita con il potere sulla base delle tecniche e del tecnicismo. Ma c’è  qualcosa che viene prima del tecnicismo ed è  la visione globale della politica come rispetto della comunità  e come anelito alla libertà.

La politica non può  prescindere dalla passione, dal rispetto della libertà  e della gratuità . Ci può essere politica soltanto se non si escludono le libertà dell’uomo e del cittadino”.

MARA MARTELLOTTA