ilTorinese

Le origini di Torino: prima e dopo Augusta Taurinorum

Breve storia di Torino


1 Le origini di Torino: prima e dopo Augusta Taurinorum
2 Torino tra i barbari
3 Verso nuovi orizzonti: Torino postcarolingia
4 Verso nuovi orizzonti: Torino e l’élite urbana del Duecento
5 Breve storia dei Savoia, signori torinesi
6 Torino Capitale
7 La Torino di Napoleone
8 Torino al tempo del Risorgimento
9 Le guerre, il Fascismo, la crisi di una ex capitale
10 Torino oggi? Riflessioni su una capitale industriale tra successo e crisi

1.Le origini di Torino: prima e dopo Augusta Taurinorum

Torino è una città che invita al rigore, alla linearità, allo stile. Invita alla logica, e attraverso la logica apre alla follia. Queste le parole del grande intellettuale Italo Calvino, forse un po di parte, certo, ma non per questo meno veritiere.
Così abituati a guardare lontano, intenti ad indagare il mondo oltre i confini visibili, perennemente alla ricerca di qualcosaltro in un laggiù” di labile definizione, spesso diamo per scontato ciò che ci circonda, e talvolta nemmeno ci impegniamo a conoscere i luoghi a noi più vicini.
Rifletto spesso su tale tematica con i miei studenti a scuola, approfittando delle potenzialità della materia che insegno; quando chiedo ai ragazzi di raccontarmi una loro esperienza riguardo a mostre darte, musei o luoghi culturalmente conosciuti, mi rendo conto di quanto poco conoscano il territorio in cui vivono, è più probabile infatti che essi si siano ritrovati per le strade di qualche capitale straniera e non di aver visitato Palazzo Madama, Palazzo Reale, un qualunque museo torinese di arte contemporanea o qualche luogo cittadino che proprio nulla ha da invidiare all esotico estero.
Non ne faccio loro una colpa, anche io tendo spesso a incappare nel medesimo errore, protesa verso il desiderio di prendere aerei e partire, corro per prima il rischio di tralasciare interessanti occasioni di visita di esposizioni darte di artisti che magari apprezzo particolarmente e che si svolgono proprio a Torino.

È secondo questottica che ho deciso di scrivere tale serie di articoli dedicati alla capitale sabauda, per riscoprire e tentare di approfondire la storia e le vicissitudini di quella che è la mia città natale, la stessa che mi pare così lontana anche se abito nei suoi vicinissimi confini, che talvolta mi ha stancato, che non sempre mi ha accolto o confortato, della quale spesso mi sono dimenticata, ma a cui rimango indissolubilmente affezionata.
Torino è così, una città antica che accetta le sfide della globalizzazione e della multiculturalità, attenta alla qualità ambientale, dove da sempre il saper fare si accompagna al saper pensare, è localitàforte delle proprie radici eppure pronta a fronteggiare le numerose riqualificazioni urbane che nei secoli si sono succedute, invasive e necessarie, le medesime che ora stabiliscono laspetto multiforme di quella che è stata la prima capitale dItalia.
Nel capoluogo popoli, culture, tradizioni e differenti consuetudini si sono stratificate nel tempo, a partire dagli usi e costumi degli antichi romani, fino ai cittadini odierni, autoctoni, migranti e tutte quelle etnie in equilibrio tra il mantenere le proprie usanze e limparare il dialetto locale.
La storia di Torino è qualcosa di tangibile, passeggiando per le vie della città infatti ci si imbatte continuamente in testimonianze del passato: le Porte Palatine, gli edifici di Italia 61, le palazzine barocche e le ville liberty, le chiese ed i monumenti, tutti tasselli di ununica grande vicenda che comincia più di duemila anni fa, ai tempi di un piccolo insediamento chiamato Taurasia, distrutto da Annibale nel 218 a.C.  

La nascita e lo sviluppo della città sono indissolubilmente legati alla posizione geografica che essa occupa: Torino sorge sulla sponda occidentale del Po, nella regione chiamata Pedemontium ossia la terra ai piedi delle montagne, uno strategico crocevia assai significativo  per i commerci, sia via terra che via acqua. Fin dai tempi antichi eserciti, mercanti e pellegrini erano costretti ad attraversare il fiume in quel preciso punto geografico, laddove sorgeva il piccolo villaggio Taurasia. Nei secoli sono molti coloro che ambiscono al controllo dello stabilimento, rilevante scalo tattico e commerciale, nonché snodo significativo posto sulla via che collega il Sud della Francia e il Nord dellItalia.
Tuttora Torino sorge lungo la principale articolazione stradale e ferroviaria dellarea alpina, su un percorso che da sempre è ritenuto di considerevole importanza, da qui infatti sono passati, secondo gli studiosi, dapprima Annibale, nella sua marcia verso Roma e successivamente, nel 773, lesercito di Carlo Magno, durante la calata in Italia.
Il tempo conferma la centralità della posizione strategica dellantica Augusta Taurinorum, abbracciata dai fiumi e protetta dal duplice ruolo delle montagne, da una parte le Alpi, dallaltra i Colli del Monferrato, che sia mettono in comunicazione la città con i comuni limitrofi, sia fungono da barriera protettiva naturale; gli stessi Savoia, i custodi dellItalia approfitteranno dellubicazione dellurbe per gestire i propri poteri.
La natura dunque favorisce la nascita di un insediamento destinato ad ingrandirsi nei secoli, ma se da subito le condizioni di vita paiono favorevoli per la cittadinanza, sarà necessario attendere diversi secoli prima che la Storia si accorga della bella Torino, relegata per tempo immemore alla condizione di cittadina di provincia, adombrata dalle limitrofe Asti e Vercelli, infatti solo verso la fine del Cinquecento, grazie ai Savoia che qui sposteranno la propria corte, al capoluogo viene riconosciuto peso politico e comincia a brillare di luce propria.
Ma andiamo per ordine, poiché assai remote sono le origini della nostra città; larea appare abitata fin  dallepoca tardo paleozoica, come testimoniano i numerosi ritrovamenti di utensili in pietra.
Allepoca la regione doveva essere ricoperta di foreste e acquitrini, tuttavia già i coltivatori delletà neolitica erano intervenuti a favore di una repentina trasformazione del paesaggio, processo che continueràattraverso diverse azioni di bonifica dalletà medievale fino alletàmoderna.
I primi abitanti del Piemonte sono i Celto-Liguri, gruppi migranti celtici che mentre si spostano verso il Nord della Penisola si fondono con alcune tribù liguri già presenti sul territorio.
Si tratta di popolazioni dedite allagricoltura, con un livello di organizzazione politica e culturale non molto sviluppata, vivono sparsi per le radure tra le foreste, coltivano segale e granaglie e allevano pecore e maiali. Nello specifico sono gli Insubri e i Taurini ad occupare le sponde del fiume Po.
Come è noto, il destino di Torino risulta legato almeno a livello di nomenclatura-  ai Taurini, da cui deriva lappellativo Augusta Taurinorum, dallanimale totemico attribuito alla tribù, ossia il taurus, -che tuttoggi rimane simbolo indiscusso della moderna cittàpiemontese-.
Ben poco sappiamo di tale popolazione, se non che compare negli annali nel 218 a.C., quando tenta invano di fermare la discesa di Annibale, per poi entrare a far parte delle tribù inglobate nella sfera culturale e politica di Roma che,  a partire dalla metà del II secolo a.C., colonizza la zona subalpina nordoccidentale per aprirsi una piùfacile via verso la Gallia.
Lo spirito decisamente concreto e pratico dei romani fa sì che le cittàfondate nel territorio piemontese rispondessero a precise funzioni: si tratta di avamposti militari  e centri di governo che favoriscono il controllo e la comunicazione lungo il tragitto verso le Alpi.


Tra questi insediamenti spicca per importanza Augusta Taurinorum.
Le leggende prendono il sopravvento sulle sporadiche fonti accreditate riguardanti le origini di Torino, se diverse sono le versioni fantasiose legate alla fondazione del capoluogo, dallaltra sono poche e controverse le notizie degli studiosi dedicate a tale argomentazione.
Lo stesso appellativo apre a diverse ipotesi interpretative: secondo alcuni Iulia Augusta Taurinorum viene fondata da Giulio Cesare durante le sue campagne militari in Gallia, secondo altri invece il nome della cittadina si rifà allimperatore Ottaviano, meglio noto con lappellativo di Augusto.
Vi è poi la versione di una duplice fondazione, suggerita da diversi studi del terreno, dai quali si denota una lavorazione dei campi limitrofi alla città che suggerisce una edificazione svoltasi in momenti differenti.
Quel che invece è noto riguarda la trasformazione del villaggio tribale prima in colonia militare poi in civitas, ossia una città con una propria struttura amministrativa ben definita; allincirca nello stesso periodo viene fondata Augusta Pretoria, lodierna Aosta, con lo scopo di assicurare il dominio romano sulla vallata circostante e sui valichi del Grande e del Piccolo San Bernardo.
Dalle fonti tuttavia si evince che ledificazione effettiva di Augusta Taurinorum avviene nel corso del I secolo a.C.; i lavori di costruzione seguono lo schema prefissato dalla tradizione romana e la colonia si struttura secondo una griglia rettangolare circondata da una cinta muraria di circa 2,5 km.
Lo spazio interno è diviso da due strade principali, il Cardo e il Decumano le attuali via Garibaldi e via San Tommaso -, rimane invece incerta lubicazione del foro, anche se probabilmente doveva occupare lattuale zona in cui oggi si trova il municipio. Allinterno delle mura, le strade secondarie suddividono lo spazio urbano in insulae, isolati residenziali dotati di fognature sotterranee e pavimentazioni regolari e ordinate.
La nuova colonia viene inoltre dotata di un acquedotto per la fornitura idrica, bagni pubblici, templi e un teatro, le cui fondamenta sono ancora visibili accanto a Palazzo Reale.
Lo schema rettilineo rimane alla base della Torino moderna e resta inevitabile punto di partenza per tutti i successivi sviluppi urbanistici eseguiti fino ai giorni nostri.
Altra questione aperta riguarda gli abitanti: molto probabilmente si tratta di immigrati provenienti direttamente da Roma o veterani dellesercito, solo in una minoranza potevano discendere direttamente dalla tribù dei Taurini.
Limportanza della colonia rimane relegata al transito stradale e alla riscossione dei pedaggi; essa  tuttavia è indicata  nei documenti dellepoca come snodo primario allinterno della grande rete di comunicazione costruita dai Romani  per agevolare il transito di merci, truppe e messaggeri imperiali in tutta lItalia settentrionale.
La situazione muta bruscamente nel III secolo a.C., quando la guerra civile, la recessione economica e le incursioni barbariche minano lesistenza stessa di Roma. La crisi colpisce tutto lImpero, ma sono proprio le colonie sorte lungo le rive del Po che devono fronteggiare in prima linea gli invasori germanici.
Augusta Taurinorum rimane per molto tempo, come le altre province, in una situazione instabile, preda del vuoto di potere dovuto al crollo delle istituzioni governative e politiche romane fino allemergere di una nuova autorità: il vescovo, simbolo della Chiesa Cristiana. Per i secoli a venire è questa la figura essenziale a cui tutta la comunità si rivolge e sulle cui spalle pesa il gravoso compito di organizzare la nuova vita cittadina allalba dellavvento del Cristianesimo.
Non si sa molto riguardo alla diffusione della nuova religione in Piemonte, la tradizione si sofferma sullavvento del culto dei tre martiri (Ottavio, Avventore, Solutore), particolarmente apprezzato proprio a Torino, cerimoniale religioso surclassato poi dalladorazione di Giovanni Battista.
Scarse sono le notizie a proposito del primo vescovo di Torino, probabilmente un certo Massimo, pupillo di Eusebio  e forse anche di Ambrogio, arcivescovo di Milano. Massimo era un buon imprenditore edile, a lui infatti si deve ledificazione del primo edificio ecclesiastico locale, una chiesa probabilmente dedicata al Salvatore, ubicata dove ora sorge il Duomo. Attraverso larchitettura egli ritiene di esorcizzare i demoni pagani che albergano tra le rovine dellantica città romana, costruendo chiese e santuari laddove sorgevano gli antichi templi dedicati agli dei. Inoltre egli riveste la figura del principe-vescovo, così come i suoi contemporanei Ambrogio di Milano, Agostino dIppona e Gregorio di Tours. La sua figura austera, severa e forte si fa punto di riferimento per i suoi successori, i quali come lui si adoperano per difendere la città dai barbari, dare asilo ai profughi e riscattare i prigionieri.
Decisamente interessanti sono i sermoni redatti da Massimo, grazie ai quali ci è possibile immaginare come doveva essere la lontana societàtorinese agli albori della diffusione del Cristianesimo.
Allinterno dei testi spiccano le critiche feroci mosse dal vescovo nei confronti dei cittadini, costantemente invitati al pentimento, ad allontanarsi dai beni materiali, sovente accusati di pigrizia e venalità: della prima comunità torinese ne esce un quadro tuttaltro che edificante.
Eppure tali sono le origini di Torino.
Affondiamo le nostre arcaiche radici in una turbolenta cittadinanza ancora legata ai vecchi culti, che tuttavia con fatica e forza si è poi evoluta fino ai giorni nostri, passando per le guerre contro i barbari, la dominazione sabauda fino a Napoleone e oltre.
Complessa e stimolante è la vicenda di Torino e questo è solo linizio.

Alessia Cagnotto 

“Favole a merenda”, le domeniche pomeriggio al Teatro Concordia

Teatro Concordia, corso Puccini, Venaria Reale (TO)

 

FAVOLE A MERENDA

28 settembre 2025 – 10 maggio 2026

 

 

“Favole a merenda” è il programma delle domeniche pomeriggio al Teatro Concordia di Venaria Reale (TO), con le proposte teatrali dedicate a bambini e famiglie.

Nove gli appuntamenti, tra cui Pimpa, il musical a poisdove la celebre cagnolina a pois rossi viene catapultata nel mondo di Shakespeare in una combinazione unica di teatro musicale e letteratura classica per la regia di Enzo d’Alò (8 dicembre). La regina delle nevi per un’immersione nell’atmosfera natalizia grazie alle magiche scenografie e agli effetti teatrali (4 gennaio), La Zeta di Zorro (25 gennaio); Il libro della giungla che adotta il linguaggio del teatro danza e del teatro di narrazione (22 febbraio); Il Principe Ranocchio nella versione proposta da Fantateatro, dove il canto e la musica sono la scintilla dell’amore che conduce i protagonisti a innamorarsi fino al raggiungimento del lieto fine (19 aprile). Il Gruffalò è il musical caratterizzato dal coinvolgimento del pubblico che racconta la storia del Gruffalò lasciando intatte le rime della scrittrice inglese e facendo indossare agli attori costumi che si rifanno alle illustrazioni del disegnatore tedesco (10 maggio); Cartoons Story, riscrittura moderna di eroi, eroine e creature magiche (28 settembre); La bella e la bestia, la celebre fiaba riproposta in chiave contemporanea (26 ottobre); Fiabe italiane, una rilettura musicale delle opere di Italo Calvino (23 novembre).

CALENDARIO

 

Domenica 28 settembre 2025, ore 16

Cartoons Story

Con I Muffins: Riccardo Sarti, Giulia Mattarucco, Maddalena Luppi, Stefano Colli, Eleonora Beddini e Meri Malaguti

Produzione Fondazione Aida ets

In collaborazione con Città di Treviso e Teatro Comunale Mario del Monaco Treviso

Biglietti: adulto 10 euro – bambino 7 euro

 

Domenica 26 ottobre 2025, ore 16

La Bella e la Bestia

Di Massimiliano Burini, Giuseppe Albert Montalto

Con Chiara Mancini, Raffaele Ottolenghi

Regia: Massimiliano Burini

Biglietti: adulto 10 euro – bambino 7 euro

 

Domenica 23 novembre 2025, ore 16

Fiabe italiane

Di e con Irene Paoletti, Pablo Torregiani e Emanuele Bocci

Produzione: Animascenica

Biglietti: adulto 10 euro – bambino 7 euro

 

Lunedì 8 dicembre 2025, ore 16

Pimpa, il musical a pois

Drammaturgia: Francesco Tullio Altan, Enzo d’Alò, Eleonora Beddini, Fondazione Aida e Meri Malaguti

Regia: Enzo d’Alò

Aiuto regia: Maria Selene Farinelli

Con: Gloria Zamprogno, Jacopo Violi, Matteo Fresch, Irene Albanese

Produzione: AIDA, ATTI, CSCSC, T. CRIST. DEL MONACO

Biglietti: adulto 12 euro – bambino 10 euro

 

Domenica 4 gennaio 2026, ore 16

La regina delle nevi

Da H. C. Andersen

Autore e regia: Sandra Bertuzzi

Produzione Fantateatro

Biglietti: adulto 12 euro – bambino 10 euro

 

Domenica 25 gennaio 2026, ore 16

La Zeta di Zorro

Adattamento e regia di Sandra Bertuzzi

Scene di Federico Zuntini

Produzione Fantateatro

Biglietti: adulto 10 euro – bambino 7 euro

 

Domenica 22 febbraio 2026, ore 16

Il libro della giungla

Da Rudyard Kipling

Adattamento e regia di Sandra Bertuzzi

Allestimento scenografico di Federico Zuntini

Produzione Fantateatro

Biglietti: adulto 10 euro – bambino 7 euro

 

Domenica 19 aprile 2026, ore 16

Il principe ranocchio

Di Fratelli Grimm

Regia di Sandra Bertuzzi

Scene di Federico Zuntini

Produzione Fantateatro

Biglietti: adulto 10 euro – bambino 7 euro

 

Domenica 10 maggio 2026, ore 16

Il Gruffalò 

Tratto da “Il Gruffalò” di Julia Donaldson e Axel Scheffler

Adattamento drammaturgico: Pino Costalunga

Con Ivan Portale, Matteo Erli / Matteo Fresch, Bianca Ferrarini

Adattamento e regia: Manuel Renga

Musiche: Patrizio Maria D’Artista

Coreografie: Elisa Cipriani, Luca Condello

Scenografie: Federico Balestro

Costumi: Antonia Munaretti

Vocal coach: Eleonora Beddini

Tecnici: Antonela Saccomanno, Elia Giacomazzi, Luca Zanolli

Co-produzione Fondazione AIDA ets e Teatro Stabile del Veneto

Biglietti: adulto 12 euro – bambino 10 euro

 

Info

Teatro della Concordia, corso Puccini, Venaria Reale (TO)

www.teatrodellaconcordia.it

011 4241124 – info@teatrodellaconcordia.it

 

Salone Auto Torino 2025 al via: attesi 500mila visitatori

Con più di 40 brand dell’automotive e della mobilità  e oltre 500.000 visitatori attesi, Salone Auto Torino 2025 si prepara a confermare Torino come hub strategico per la mobilità contemporanea e luogo d’incontro per addetti ai lavori, media, creativi e innovatori.

Dal 26 al 28 settembre, il centro di Torino si trasformerà in una vetrina urbana aperta, accogliendo aziende, concept car, installazioni, talk, test drive, prototipi, mostre e incontribusiness-to-business.

Dopo il successo della prima edizione, Salone Auto Torino si rafforza come piattaforma che unisce linguaggio culturale e visione industriale. Il format, pensato come evento diffuso e gratuito, offrirà momenti di confronto tecnico, networking professionale, presentazioni pubbliche e workshop verticali. Torino si candida a essere il place to be per chi opera nell’automotive design, nella mobilità sostenibile e nell’innovazione dei servizi e delle tecnologie.

Tutte le novità del format Salone Auto Torino 2025

L’edizione 2025 del Salone Auto Torino introdurrà alcune modifiche al suo format, tracciando un perimetro differente e più concentrato dell’area espositiva che offrirà ai visitatori un’esperienza unica tra le meraviglie dell’industria automobilistica e quelle architettoniche di Torino: le novità di prodotto, i prototipi e le supercar si troveranno nelle suggestive e scenografiche piazza Castello, piazzetta Reale e nei Giardini Reali.

Il format dell’evento, che offre ingresso libero e esposizione all’aperto, si distingue per un orario esteso, dalle 9 alle 19, e per una formula che privilegia l’interazione diretta con il pubblico, sia nella versione statica-espositiva che per quanto riguarda le prove su stradacon i test drive.

Questo approccio ha riscosso un successo crescente, con sempre più case automobilistiche che stanno riservando gli spazi disponibili e, di conseguenza, si prevede un aumento significativo del numero di espositori per l’edizione del 2025.

Gli appuntamenti di Salone Auto Torino

Venerdì 26 settembre alle ore 10 si svolgerà l’inaugurazione di Salone Auto Torino, insieme ad Andrea Levy, Presidente Salone Auto Torino, e alla madrina ufficiale della manifestazione, Federica Masolin, giornalista sportiva di Sky, che accoglieranno media, addetti ai lavori e istituzioni politiche nazionali e del territorio per il taglio del nastro e la giornata stampa della manifestazione.

Sabato 27 settembre si svolgerà Supercar Meeting Venaria Reale Torino, un’esperienza esclusiva che coinvolgerà 100 equipaggi di collezionisti da tutta Italia e che prevederà il meeting delle supercar in via Mensa, a Venaria, chiusa per l’occasione. I partecipanti potranno visitare la Reggia di Venaria, pranzare insieme in piazza Annunziata, saranno salutati e annunciati da Fabio Giulivi, Sindaco della città di Venaria Reale, per poi ripartire alla volta di Torino, dove entreranno nel cuore di Salone Auto Torino.

Torino Automotive Design Award: i migliori designer per premiare l’eccellenza

Elemento di rilievo dell’edizione 2025 sarà la prima edizione del Torino Automotive Design Award (TADA), premio internazionale che celebra l’eccellenza nel design automobilistico contemporaneo, con particolare attenzione ai progetti provenienti dalla Cina, Paese Partner Ufficiale. L’obiettivo è valorizzare linguaggi estetici, innovazione tecnologica, sostenibilità e visione human-centric, favorendo il dialogo tra Europa e Asia.

Il TADA nasce nell’ambito dell’iniziativa “Piemonte Meets China – Torino Automotive Design Award”, lanciata a Milano, ed è organizzato da Salone Auto Torino con il patrocinio della Regione Piemonte e della Città di Torino, in collaborazione con il China Design Center Milano (CDC Milano) come Co-organizzatore Speciale, Auto&Design come Media Partner e curatore della giuria, e Italdesign come Partner Tecnico per identità visiva e trofeo ufficiale.

La giuria TADA 2025

A selezionare i progetti vincitori sarà una giuria composta da alcuni dei più importanti nomi del car design italiano: Joaquin Garcia, Head of Design, Italdesign, Fabrizio Giugiaro, CEO, GFG Style, Felix Kilbertus, Chief Creative Officer, Pininfarina, Samuel Chuffart, VP & Head of Design, Icona Design, Giuliano Maria Biasio, Head of Design, Torino Design, Luciano D’Ambrosio, Founder & CEO, LDA Design, Michael Robinson, Head of Design, Blue Engineering Design, Lowie Vermeersch, Founder & Head of Design, Granstudio, Domenico Lubrano, Studio Manager, Erre Design.

La cerimonia di premiazione del TADA si terrà venerdì 26 settembre alle ore 15.00 presso il Palazzo Reale di Torino, durante la giornata stampa del Salone Auto Torino.

 

TORINO CLICK

“Curvy Special Days”, un evento per scoprire il Metodo SenzaTaglia

Tutte le donne desiderano che il giorno del loro matrimonio sia indimenticabile. E vogliono
apparire radiose. L’abito che indossano deve essere perfetto.
Tutto questo, per chi è curvy o comunque ha una fisicità “non standard”, è spesso quasi
impossibile da realizzare.
Una donna che non indossi una taglia “moda”, o che abbia forme fuori dai canoni, ha poche (o
nessuna) possibilità di provare il proprio abito, e deve accontentarsi. O arrangiarsi.
La rivoluzione “body positive” delle designer di Sposa Curvy scardina queste convenzioni: non
esistono “spose sbagliate”, perché non sono le forme che devono adattarsi al vestito ma l’esatto
contrario.
Il prossimo weekend a Torino (venerdi, sabato e domenica 26, 27 e 28 settembre in corso Vittorio
Emanuele II 32, presso Atelier Rosalba Gabrielli) si terranno i “Curvy Special Days”, un evento
per scoprire il Metodo SenzaTaglia di Sposa Curvy, che si ripeterà in varie città italiane fino a fine
anno.
Durante queste giornate, le partecipanti saranno assistite da una figura professionale creata e
formata dal brand, la Curvy Specialist, che darà loro consigli, supporto nella scelta del modello
perfetto per le loro fisicità, che le affiancherà anche dal punto di vista psicologico per esaltare
ogni bellezza e unicità.
La moda dovrebbe essere inclusiva, e Sposa Curvy incarna questo principio nella propria
modellistica, che abbraccia la varietà delle forme femminili: viene trasmesso un messaggio forte,
cioè non esiste una misura unica di bellezza, non ci sono corpi che valgono più di altri, e ogni
donna merita di sentirsi incredibile nel giorno del suo matrimonio”.
“Da sempre siamo attente e vicine alle esigenze delle nostre clienti – afferma Cinzia Pizzichini,
founder del brand e ideatrice del Metodo senza Taglia Sposa Curvy – Per questo abbiamo creato i
“Curvy Special Day”, per seguirle e consigliarle insieme alle consulenti degli atelier, formate
sulll’utilizzo del nostro metodo”.
“Molte ragazze temono di dover scegliere il proprio abito da sposa solo guardando modelli di
misure più piccole, per poi solo immaginare come sarà il loro abito, o di accontentarsi della prima
taglia giusta che riescono ad indossare – prosegue Francesca Salvatorelli, designer Sposa Curvy
– Il timore di essere derise o giudicate, fa rimandare la scelta e le fa sentire insicure e
inappropriate, e questo è proprio ciò che gli eventi “Curvy Special Day” vogliono evitare, dando
ad ogni sposa la possibilità di sentirsi bella e speciale al di là della taglia che indossano”.
Per info: tel. info@sposacurvy.com

 Culicchia presenta “Torino, 16 maggio 1976 – Un tuffo al cuore, vecchio e granata”

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Giuseppe Culicchia, scrittore, giornalista e direttore del Circolo dei Lettori, presenterà il suo libro sul Toro, intitolato “Torino, 16 maggio 1976-Un tuffo al cuore, vecchio e granata” venerdì 26 settembre, alle ore 18, presso la libreria Luxemburg della Galleria Subalpina.

Il libro è uscito lo scorso 19 settembre e rappresenta il racconto in prima persona del piccolo Giuseppe, attraverso il mondo granata, in quel magico anno in cui il Toro vinse il primo e ultimo scudetto dopo la tragedia di Superga. Si tratta della storia di questo storico scudetto vissuto attraverso lo sguardo di un bambino che, come gli adulti, non poteva immaginare che quella sarebbe stata una gioia unica e irripetibile. La gioia per l’ultimo scudetto del Torino, quello del Presidente Orfeo Pianelli, di mister Gigi Radice e dei “gemelli del gol” Pulici e Graziani. Uno scudetto sofferto e meritato, con cui i granata resero omaggio agli invincibili di Capitan Mazzola.

Gian Giacomo Della Porta

Coppa Italia, secondo turno: Torino-Pisa 1-0, decide Casadei

 

Il Torino torna alla vittoria e conquista il pass per gli ottavi di finale di Coppa Italia superando il Pisa per 1-0. Dopo un periodo complicato, la squadra di Marco Baroni mostra segnali di ripresa e approccia la gara con maggiore intensità e determinazione.
Il gol decisivo arriva nel primo tempo: sugli sviluppi di un calcio piazzato, Casadei sfrutta una disattenzione della difesa toscana e insacca di testa. Il Pisa, guidato da Gilardino, fatica a entrare in partita e non riesce mai a impensierire davvero la retroguardia granata.
Il Toro controlla e, senza brillare, porta a casa un successo importante che vale l’accesso agli ottavi, dove affronterà la Roma.

Enzo Grassano

Microturismo, viaggiare sostenibile

Destinazioni vicine, mete poco conosciute, valorizzazione delle economie locali.

Lo praticano in molti per questioni di tempo, per ragioni economiche, ma anche per non seguire le masse: è il microturismo una tendenza decisamente in crescita. È l’espressione di un interesse verso destinazioni vicine, che cambia la relazione tra il turista e le mete che visita e che da’ un nuovo senso al peregrinare per svago. Visitare piccole località, gioielli sconosciuti offre al turismo un nuovo volto che rispecchia il concetto di un ritrovato utilizzo del tempo, più dolce, che consente di annullare la frenesia del dover vedere, per credere di viaggiare veramente, troppe attrazioni e male: vince, dunque, la qualità, la bellezza di ridotte dimensioni e il relax. Ma quali sono le caratteristiche e i vantaggi del micro turismo?

Sicuramente questo e’ un modo di viaggiare sostenibile che promuove un turismo a basso impatto ambientale, rispettoso delle risorse naturali e culturali e sostiene le piccole imprese, agriturismi e artigiani, contribuendo alla crescita economica delle comunità. Un’altra prerogativa è data dalla qualità del viaggio: i visitatori possono vivere momenti unici lontano dalle folle, dalle file e da tutte quelle situazioni che possono trasformare una vacanza in un tormento da cui, talvolta, ci si deve riprendere. Lo scambio culturale ha una dimensione diversa, si possono visitare piccole cantine, ammirare siti non troppo noti ma carichi di significato e di arte, conoscere piccole comunità con tutte le loro tradizioni, dalla enogastronomia all’artigianato, dalle consuetudini d’altri tempi alla conoscenza del folclore, dei miti e delle leggende. I benefici non sono solo socio-culturali o economiche, infatti la pratica di questo tipo di turismo, riparato e lento, consente la crescita personale, sviluppa più facilmente l’empatia nei confronti di realtà ridimensionate dove ogni cosa ha una differente concezione di realta’, meno attuale forse, ma autentica. È certamente meraviglioso andare dall’altra parte del mondo a vedere luoghi esotici, spiagge sconfinate e conoscere culture completamente diverse dalla nostra, a volte rappresenta un sogno, ma l’immersione in luoghi dove si vive e si respira l’aria della ricca semplicità e della meraviglia in scala ridotta è un altro desiderio che in molti hanno riconsiderato e che stanno perseguendo.

Laboratori, corsi di artigianato o enologia, inoltre, sono altre attività che arricchiscono ancora di più il “micro” turismo; e’ come accedere all’interno di un mondo vicino, ma anche lontano dalla routine e dalle abitudini quotidiane, dove lo scambio assume un valore diverso, misurato, appassionato. Questa attività in costante crescita permette poi di preservare e mantenere parte della nostra arte e della nostra cultura altrimenti poco attenzionate e quindi mal curate.

Il microturismo, dunque, affronta e vince diverse sfide; restano da perfezionare le infrastrutture o crearne di nuove e adeguare le strutture alla crescita di questa attività perché’ questa modalità di viaggiare rappresenta una valida alternativa per il futuro del settore turistico. Qualche dato?

Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), nel 2023 l’Italia ha raggiunto un nuovo record storico con oltre 447 milioni di presenze negli esercizi ricettivi, superando i livelli pre-pandemici del 2019. Il Nord-Est dell’Italia si conferma la ripartizione geografica preferita dai turisti, con 176,2 milioni di presenze, pari al 39,4% del totale nazionale. Di queste, oltre 100 milioni sono attribuibili a turisti stranieri.

Maria La Barbera

Il CAAT protagonista a Fruit Attraction

A Madrid dal 30 settembre al 2 ottobre prossimo

Dopo la presenza in Francia con lo stand al Medfel di Perpignan, alla Fruit Logistica di Berlino in  Germania, il CAAT ( Centro Agroalimentare di Torino) continua a espandere la sua visione Internazionale con la presenza in collettiva al Fruit Attraction di Madrid in Spagna dal 30 settembre al 2 ottobre prossimo, dove presenzierà allo stand del Maed in Piemonte  con il consorzio AOP, con il sostegno della Regione Piemonte.

Essere a Madrid significa per il CAAT e i suoi operatori essere presenti nel cardine mondiale della commercializzazione dei prodotti freschi e presenziare al più  grande  business hub del settore in un contesto che risulta porsi quale leva fondamentale per l’internazionalizzazione e punto di incontro per tutti i professionisti coinvolti nell’intera filiera proveniente da oltre 50 Paesi.
Il CAAT parteciperà con lo stand AOP Made in Piemonte al Padiglione 8- Stand 8 C17.
Presenzieranno in collettiva gli operatori grossisti FRUTTA STORE e PICCADILLY, con la partnership di APGO, Associazione Piemontese Grossisti Ortoflofrutticoli.
Madrid è  una vetrina importantissima per tutti i produttori del settore ortofrutticolo, offre opportunità di fare rete e di network, di approfondire temi chiave dall’innovazione alla sostenibilità e alle nuove tecnologie del settore. Si tratta di una piattaforma fondamentale per il commercio a livello internazionale, che permette agli espositori di stabilire contatti con potenziali clienti, partner commerciali e della logistica.
La partecipazione  a Fruit Attraction 2025 sarà ancora una volta per il Piemonte l’opportunità per farsi conoscere e dare visibilità alle eccellenze del territorio .

FRUTTA STORE S.R.L è stata fondata nel 2018 e nasce dalla passione per i prodotti genuini della terra  e dall’impegno per offrire frutta e verdura fresca, di alta qualità  e rigorosamente selezionata. L’azienda si dedica alla selezione e distribuzione di prodotti ortofrutticoli con particolare attenzione alla stagionalità, alla freschezza e alla sostenibilità.

PICCADILLY S.R.L è un’azienda  specializzata nella fornitura all’ingrosso di frutta e verdura fresca, con una forte identità legata al territorio. Da anni collabora con una rete di produttori locali selezionati, garantendo ogni giorno prodotti stagionali, tracciabili e raccolti nel pieno rispetto dei ritmi naturali. Il punto di forza è rappresentato dalla valorizzazione della produzione locale, portando nei punti vendita prodotti genuini, ortofrutta a km. zero , come i ramassin, l’uva, le fragole, le pesche di Volpedo, le ciliegie di Pecetto, i mirtilli, le mele, le pere, tutte chiare eccellenze piemontesi. Seguono zucchine chiare, pomodori cuore di Bue, porro di Cervere,  cardi gobbi, peperone di Cuneo e peperone di Carmagnola.
Molti i servizi offerti alla clientela, fornitura giornaliera o pianificata, prodotti locali, stagionali e tracciabili, ampia disponibilità di referenze ortofrutticole, logistica   efficiente e consegne puntuali; packaging personalizzato e supporto commerciale dedicato.

Mara Martellotta

Bartoli: “Il PGF è la dimostrazione che il gioco e il fumetto sono cultura e comunità”

Piossasco, 27 settembre 2025 – ieri sera ho portato i miei saluti alla seconda edizione di Piossasco Giochi & Fumetti, un festival che celebra la cultura pop in tutte le sue forme: fumetti, giochi, cosplay, musica e laboratori.

Un evento che non è solo occasione di divertimento, ma anche un momento di aggregazione, creatività e libertà di espressione, capace di unire generazioni diverse e rafforzare i legami della comunità.

“Il PGF – sottolinea Bartoli – dimostra come i fumetti, i giochi di ruolo e da tavolo siano vere e proprie forme di cultura e di arte, non di serie B, ma strumenti potenti per creare socialità e comunità. Piossasco, con questo festival, si conferma un luogo dove la fantasia incontra l’inclusione e la libertà di essere se stessi”.

Un ringraziamento particolare va al presidente dell’associazione Michele Siani per l’invito, alla sindaca Simona Ranieri e a tutta l’amministrazione comunale per il supporto, e a tutte le associazioni e ai volontari che, con impegno e passione, rendono possibile una manifestazione che cresce anno dopo anno.

La seconda edizione del PGF offre un ricco programma di incontri, laboratori, mostre e contest, trasformando Piossasco in una vera e propria capitale della cultura pop per un intero fine settimana.

L’auspicio è che sempre più persone possano partecipare, vivere insieme questi momenti unici e contribuire a far crescere una manifestazione che rappresenta un patrimonio prezioso per la città e per l’intero territorio.

Al Torino Crime Festival, “La mano invisibile del crimine”

Torino Crime Festival è giunto alla sua decima edizione, dal 10 al 18 ottobre, con il titolo “La mano invisibile del crimine”, trasformando la città di Torino in un palcoscenico diffuso dedicato al giallo, alle inchieste e alla cultura del Crime. Dieci anni di percorso segnano un traguardo importante. Il festival, nato come laboratorio di confronto tra letteratura,  giornalismo e scienze investigative, è  oggi diventato un punto di riferimento capace dj attirare esperti, scrittori, studiosi e un pubblico sempre più  vasto.

Il tema scelto per questo anniversario ”La mano invisibile del crimine” rappresenta un fil rouge che attraversa il programma e indaga tutto ciò che sfugge allo sguardo, ma plasma la nostra realtà, i fenomeni criminali che crescono e agiscono nell’ombra, i reati ambientali che avvelenano silenziosamente territori e comunità, i delitti archeologici nascosti tra le pieghe del tempo, le guerre ibride combattute con la disinformazione, le manipolazioni psicologiche e digitali che entrano nelle nostre vite senza che ce ne accorgiamo.

L’invisibile è anche lo spazio degli infiltrati, dei giornalisti sotto copertura, degli investigatori digitali e degli scienziati forensi, che, per portare alla luce la verità, devono confondersi con ciò che osservano. E quindi l’invisibilità più subdola, quella  che si annida nella vita quotidiana, nei gesti automatici e nelle percezioni anestetizzate, dove i crimini possono compiersi davanti a cento occhi senza che nessuno li riconosca.

Diretto da Valentina Ciappina, con la presenza di Fabrizio Vespa e il comitato scientifico guidato da Claudio Bertolotti, Germano Dottori, Germano Zuffanti, Enrico Panattoni, Alessandro Politi, Fabrizio Russo, Magda Tresoldi ed Erika Tortello, il Torino Crime Festival si raffica maggiormente nella città del, coinvolgendo ruoli simbolici e prestigiosi come le OGR, il Museo Egizio, la Fondazione OMI, il teatro Juvarra-Circolo amici della Magia, il LAD liceo artistico e design e l’Unipop a Palazzo Campana. Ogni sede diventa parte integrante del racconto, offrendo non solo spazi, ma scenari, che amplificano il senso e la forza dei temi trattati. L’inaugurazione avverrà alle OGR di Torino il 10 ottobre alle 21, e segna il via con la voce amatissima di Stefano Nazzi che, in dialogo con il direttore de La Stampa Andrea Malaguti, presenta il suo ultimo libro dal titolo “Predatori-i serial killer che hanno segnato l’America”, un viaggio negli anni dell’epidemia dei serial killer statunitensi tra gli anni Sessanta e Novanta, tra John Wayne Gacy, Edmund Kemper, David Berkowitz e Ted Bundy, che illumina le ombre di un’epoca in cui il male sembrava annidarsi ovunque. L’appuntamento è organizzato da Torino Crime Festival e OGR. La prenotazione è necessaria su www.ogrtorino.it.

Dal giorno successivo il festival si muove tra atmosfere immersive, alla Fondazione Omi, sabato 11 ottobre, con l’antropologo Massimo Centini che accompagnerà il pubblico nel misterioso universo del veleno, intrecciando scienza e mito, insieme al paesaggio sonoro creato dal musicista Simone Campa, che concentra la sua ricerca sul potere curativo della musica. Mercoledì 15 ottobre, al teatro Juvarra, dalle 10.30 alle 12.30, con “Inganni invisibili-riconoscere le trappole del web”, un evento per i giovani realizzato in collaborazione con la Polizia Postale e i Carabinieri, mentre alle ore 18 lo stesso spazio ospiterà la presentazione del libro “Il labirinto del mostro di Firenze”, con gli autori Roberto Taddeo e Daniele Piccione impegnati in un’indagine sui misteri ancora da disvelare. Il 16 ottobre si aprirà a Palazzo Campana uno degli appuntamenti centrali della decima edizione del Festival, con l’importante confronto di spirito internazionale su “Geopolitica dei conflitti invisibili”, guidato da Claudio Bertolotti, direttore di Start inSIGHT e analista strategico, Germano Dottori, consigliere scientifico di Limes e Alessandro Politi, direttore della NATO Defense College Foundation e analista politico strategico con oltre trent’anni di esperienza, mentre alle 21 il teatro Juvarra accoglierà lo spettacolo “Non credere ai tuoi occhi”, un’indagine sui limiti della perfezione, che intreccia illusionista, psicologia e scienza forense grazie alla presenza di Marco Aimone, presidente del Circolo Amici della Magia, l’illusionista Luca Bono e lo psichiatra esperto di illusionista cognitive e manipolazioni percettive Matteo Rampin, con la partecipazione del Gabinetto Regionale della Polizia Scientifica. Venerdì 17 ottobre, alle ore 18, le porte del Museo Egizio si apriranno per l’evento “Archeologia invisibile del crimine”, realizzato in collaborazione con la polizia scientifica, che esplorerá tecniche di analisi avanzata che altrimenti risulterebbero impercettibili, collegano reperti dell’antico Egitto con le moderne metodologie investigative.

La giornata conclusiva sarà sabato 18 ottobre, dove alle ore 16, nella sede del LAD Liceo artistico e design di via Barbaroux 25, si renderà omaggio al lato più popolare del crimine con il duello immaginario tra Sherlock Holmes e Dracula, raccontato dal giornalista e scrittore Marco Zatterin e dal diplomatico Fernando Gentilini. Alle 18 le criminologhe Erika Tortello e Magda Tresoldi, con l’ospite internazionale Gerardo Panchi, docente di Criminologia, e la moderazione del docente Prof. Fabrizio Russo, condurranno il pubblico all’interno dell’”anatomia della mente seriale”.

“Arrivare alla decima edizione è per noi un traguardo e un nuovo inizio – spiega la direttrice Valentina Ciappina – questo festival è nato come un esperimento e oggi è diventato una realtà che porta a Torino il centro del dibattito sui linguaggi del crimine. Con ‘La mano invisibile’ abbiamo deciso di raccontare le zone d’ombra della nostra città, tutto ciò che non vediamo ma che ci condiziona profondamente”.

“Dieci anni fa immaginavamo un festival che unisce immaginazione e spettacolo, riflessione e intrattenimento – spiega il presidente Fabrizio Vespa – oggi celebriamo un percorso che ha conquistato luoghi simbolici della città e un pubblico sempre più numeroso. Il Torino Crime Festival è diventato l’arte dell’identità culturale di Torino, è questa edizione ne è la conferma”.

Info e prenotazioni: www.crimefestival.it oppure torincrimefestival@gmail.com

Mara Martellotta