ilTorinese

Posteggiatore abusivo arrestato: minacciava gli automobilisti

La Polizia di Stato ha arrestato a Torino un cittadino rumeno di trentanove anni per  tentata estorsione ai danni di un’automobilista e per resistenza a P.U.

L’intervento è nato dalla segnalazione al 112 Numero Unico di Emergenza da parte di una donna che aveva parcheggiato la propria vettura in Corso Vittorio Emanuele II, altezza via San Francesco da Paola: l’automobilista era stata, nella circostanza, avvicinata  dal trentanovenne, il quale, con la scusa di averle mostrato il posto libero, pretendeva di ricevere da lei del denaro.

Nonostante l’insistenza molesta, l’automobilista non accondiscendeva alle richieste dell’uomo, asserendo di non avere moneta con sé: a quel punto il cittadino rumeno, offendendola, la minacciava di farle trovare la macchina, al suo ritorno, danneggiata.

Gli agenti del Commissariato di P.S. Centro, insieme a una seconda volante dell’UPG, ricevuta la nota dalla centrale radio, si dirigevano immediatamente sul posto e rintracciavano immediatamente il soggetto, a loro già conosciuto: l’uomo, alla vista delle pattuglie, tentava di occultare  alcune monete per strada, sotto un’altra auto, così da non mostrare il verosimile guadagno della giornata.

Inoltre, il cittadino rumeno, colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere negli scorsi mesi poiché inottemperante al divieto di dimora nel comune di Torino emesso dal GIP di Torino lo scorso Aprile per analoghi fatti, opponeva una vivace resistenza nei confronti degli operatori di polizia e, colpendo con dei forti calci la volante, ne causava il danneggiamento del vetro posteriore, prima di essere arrestato.

Focus Covid Piemonte, i dati aggiornati

SITUAZIONE EPIDEMIOLOGICA E VACCINALE

In Piemonte l’occupazione dei posti letto ordinari si attesta al 6.4%, quella dei posti letto in terapia intensiva è all‘1,4%, mentre la positività dei tamponi è al 13.1%.

Anche questa settimana si registra un andamento decrescente rispetto al periodo precedente.

VACCINAZIONI

Dall’inizio della campagna vaccinale sono state somministrate in Piemonte 10.905.270 dosi, di cui 3.346.826 come seconde, 2.965.447 come terze, 818.098 come quarte, 168.102 come quinte, 2.956 come seste.

Tra giovedì 19 ottobre e giovedì 26 ottobre sono state vaccinate 6.690 persone: 23 hanno ricevuto la prima dose, 5 la seconda, 54 la terza, 684 la quarta, 3.914 la quinta, 2010 la sesta.

FOCUS CONTAGI NELLE PROVINCE

In Piemonte nel periodo da giovedì 19 ottobre a mercoledì 25 ottobre i casi medi giornalieri dei contagi sono stati 379.

Suddivisi per province: Alessandria 28, Asti 18, Biella 15, Cuneo 43, Novara 24, Vercelli 13, VCO 12, Torino città 92, Torino area metropolitana 125.

In totale, su base regionale, i casi degli ultimi 7 giorni sono stati 2.651 (-353). Questa la suddivisione per province: Alessandria 193 (-73), Asti 126 (+15), Biella 102 (-5), Cuneo 301 (-1), Novara 167 (-30), Vercelli 89 (-4), VCO 86 (-31), Torino città 642 (-153), Torino area metropolitana 876 (-42).

INCIDENZA DEL CONTAGIO NEGLI ADULTI

Nel periodo 19-25 ottobre l’incidenza regionale (ovvero l’incremento settimanale di nuovi casi di Covid per 100.000 abitanti) è stata 62.3 in diminuzione (-11.8%) rispetto a 70.6 del periodo precedente.

Nella fascia di età 19-24 anni l’incidenza è 20.1 (-14.5%). Nella fascia 25-44 anni è 39.0 (-25.6%). Tra i 45 ed i 59 anni si attesta a 58.4 (-4.6%). Nella fascia 60-69 anni è 74.9 (-19.9%). Tra i 70-79 anni è 108.7 (-8.5%). Nella fascia over80 l’incidenza risulta 176.1 (-2.3%).

INCIDENZA DEL CONTAGIO IN ETÀ SCOLASTICA

Nel periodo 1925 ottobre, l’incidenza nella fascia 0-2 anni è 29.1 (-31.4%), nella fascia 3-5 anni 1.1 (-3%), nella fascia 6-10 anni 5.1 (-0.1%), nella fascia 11-13

anni 6.9 (+60.5%), mentre nella fascia tra i 14 ed i 18 anni è 4.1 (-69.6%).

Che fatica nascondere il morto: ma che risate!

“C’è un cadavere in giardino” sino a domenica al Gioiello

Prolifico scrittore, Norm Foster è considerato a ragione l’erede del (forse) più celebre Neil Simon, spunti indovinati e ricca di sorpresa, scrittura vivacissima, personaggi che spremono sino in fondo tutta l’allegria – come anche le confessioni amare – con cui lo scrittore li ha costruiti. Nella versione di Pino Tierno e Consuelo Versace, arriva oggi da noi “C’è un cadavere in giardino”, per la regia tutta sprazzi e divertimento di Silvio Giordani, fino a domani al Gioiello (stasera alle ore 21, domenica alle ore 16).

Con un titolo che avrebbe fatto la felicità della maestra Agatha Christie, è la storia di una coppia di attori cresciuti nella mediocrità che un giorno ha fatto il gran salto del successo e del benessere. Come? Improvvisandosi, ma accalappiando un numero più che consistente di pubblico, guru dell’”auto-aiuto” (“Self Help” suona il titolo originale), ovvero come scrivere manuali di poco conto, spandere consigli da quattro soldi, mantenere quel tenore di vita, grandi alberghi limousine conferenze e vendite, che fa gridare subito al miracolo. Ma la dabbenaggine di troppi, cronache neppur troppo antiche ce lo hanno raccontato, non aspetta altro. Tutto procede a gonfie vele e in una traballante serenità, se si escludono gli improvvisi furori erotici della signora: che un bel giorno coinvolgono l’appetitoso giardiniere di casa. Sino al decesso di costui. C’è da sbarazzarsi del cadavere, mentre in casa circolano una cameriera che ha fatto dei loro insegnamenti la propria ragione di vita, eccentrica, tutta precisina, leggermente fuori di testa; una press agent a cui non pare vero di scorgere, all’occasione, un certo realistico riavvicinamento tra i padroni di casa, lui ha subodorato tradimenti e per un bel periodo ha perso ogni interesse verso la consorte; un giornalista d’assalto dedito alle inchieste e desideroso più di ogni altro di svelare i tanti lati oscuri della coppia; un tenente della polizia distrattamente alla ricerca del morto.

Il cadavere che “passeggia” per il palcoscenico nascosto in un tappeto e raggiunge le stanze come nascondiglio, il giardino come ultimo, sempiterno rifugio, porte che s’aprono e si chiudono (scena di Mario Amodio gustosamente alla Feydeau), ficcanasi impenitenti, tutto ha bisogno di ritmo e soprattutto di veder mantenuto quel marchingegno a orologeria, senza se e senza ma, che l’autore gli ha impresso, tra l’inquietante e il divertente, veloce e quasi ossessivo.

 

Le promesse sono mantenute, la girandola di situazioni e di battute (i temi sessuali sono imperanti) che strappano la risata, i doppi sensi a manciate che rallegrano, i campanelli e gli squilli dei citofoni di  casa, le incursioni satiriche, il clima di complicità che si stabilisce tra il pubblico e gli attori, ogni cosa fa bene alla serata. Se s’intravede qualcosa di scontato o di ripetitivo qua e là, tutto è prontamente rimesso in riga dal gran mestiere di tutti gli attori in scena, da Miriam Mesturino, fiammeggiante padrona di casa, tutta ardori e terrori, solo per un attimo pronta a rifugiarsi nella scalcagnata quanto tranquilla vita di un tempo, a Sergio Muniz, marito troppo comprensivo e sonnacchioso, affaccendato a ristabilire equilibri e abituale trantran, eccellente dispensatore d’ironia, da Valentina Maselli a Luca Negroni a Giuseppe Renzo, alla divertentissima, applauditissima Maria Cristina Gionta, cameriera dei signori. Un successone.

Elio Rabbione

Giachino a Salvini: “Mandiamo un’azienda italiana a riparare la frana in Francia”

LA LETTERA AL MINISTRO

“La frana sta bloccando la ferrovia con la Francia con un notevole danno economico”

Caro Ministro,
Vedo che da parte francese sono ancora fermi a sistemare la frana che sta bloccando da quasi due mesi la ferrovia di Cavour. Cavour che aveva avvertito del rischio di esclusione se non attraversavamo le ALPI vede il primo traforo alpino al mondo fermo. Le Alpi per l’economia del nostro Paese sono una priorità. Due terzi del nostro export è diretto in Europa e senza quel surplus commerciale il nostro PIL negli ultimi dieci anni sarebbe stato in rosso. Perché non offriamo ai francesi la sistemazione della frana a cura delle nostre grandi aziende del settore? Non è una  provocazione è la conferma di quanto l’Italia ci tenga al rapporto economico con la Francia.
Ti ringrazio molto della attenzione,
Mino GIACHINO
Responsabile piemontese trasporti e logistica di FDI

Intelligenza artificiale, rischi e vantaggi

Se ne discute martedì 14 novembre in piazza dei Mestieri alla presenza di  Carlo Giacometto e Claudia Porchietto

Obiettivo Piemonte presenta il libro dal titolo “INTELLIGENZA ARTIFICIALE E NOI? UNA SFIDA ALLA NOSTRA UMANITÀ”. La sede di presentazione sarà Piazza dei Mestieri,  in via Jacopo Duranti nella Sala Polifunzionale, martedì 14 novembre alle ore 18.30.

Parteciperanno Carlo Giacometto, presidente di Obiettivo Piemonte, Claudia Porchietto, presidente diSmartCommunitiesTech, Antonio Palmieri, Fondatore e presidente Fondazione Pensiero Solido. Moderatrice la giornalista Cinzia Gatti.

Si tratta di una raccolta di venticinque contributi chiari e comprensibili a tutti, testi brevi, che focalizzano i punti chiave del rapporto tra l’uomo e l’intelligenza artificiale. Pensatori laici e religiosi, accademici,  ricercatori, esponenti  delle grandi aziende tecnologiche, ricercatori sociali,  tecnologi, imprenditori, professionisti e manager si sono confrontati su questo tema rispondendo a domande quali il modo in cui possiamo orientarci tra scenari apocalittici e concezioni salvifiche della tecnologia. Ci si è  interrogati anche sul modo di capire potenzialità e rischi dell’intelligenza artificiale.

Mara Martellotta

Le iniziative della Città per la Commemorazione dei defunti

L’approssimarsi delle festività dei primi giorni di novembre mette in moto i ricordi di una vita ancora pieni di immagini e parole delle persone a noi care che nel tempo ci hanno lasciati. L’inizio di novembre è, per tradizione, l’occasione per ricongiungerci a loro e ritrovare, almeno per un giorno, quella intimità e vicinanza che è venuta a mancare.

Per questo la Città di Torino tiene molto a far sì che la visita ai cimiteri durante i prossimi giorni sia confortevole per i cittadini e le cittadine, attraverso una serie di servizi ed eventi che ne accompagneranno l’afflusso, più intenso che nel resto dell’anno.

L’assessora ai Servizi Cimiteriali Chiara Foglietta e Andrea Arnaldi, presidente di Afc, l’azienda che ha in gestione i cimiteri comunali, insieme alla consigliera Beatrice Rinaudo e all’amministratore delegato Carlo Tango – hanno presentato nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Civico servizi e proposte per i giorni dedicati alla commemorazione dei defunti nei sei cimiteri cittadini.

“I giorni del ricordo e gli appuntamenti che Torino gli dedica ci aiutano a coltivare una memoria affettuosa dei nostri cari defunti che meritano di essere vissuti tutti i giorni”, ha detto l’assessora Foglietta aprendo l’incontro coi giornalisti. Un invito ripreso da presidente Andrea Araldi che ha parlato del rapporto costante fra “la città dei vivi e chi non c’è più, che rappresenta un arricchimento”.

Fino a venerdì 3 novembre i campi resteranno aperti dalle ore 8.30 alle ore17.30. Da sabato 4 novembre chiusura anticipata, per l’avvio dell’orario invernale, di un’ora (fino alle 16,30). Fino al 2 novembre all’interno dei cimiteri Monumentale e Parco verrà garantito il servizio di trasporto gratuito con navette, mentre non sarà consentito l’accesso con auto e verranno autorizzati a entrare, negli orari consentiti, solo i veicoli muniti di contrassegno azzurro per persone disabili. Ad accompagnare le giornate nei vari camposanti, la rassegna musicale ‘Appuntamento con il ricordo’. Anche quest’anno ad aiutare i visitatori saranno i volontari, Smat sarà presente con distributori d’acqua e Gtt potenzierà le linee per i cimiteri.

Confermate inoltre le principali manifestazioni religiose e civili l ‘1 e il 2 novembre, rispettivamente al cimitero Parco e al Monumentale dove l’arcivescovo di Torino monsignor Roberto Repole celebrerà la messa alle 15.30, mentre la cerimonia istituzionale della Città è in calendario la mattina del 2 novembre al cimitero di corso Novara.

La conferenza stampa è stata anche l’occasione per l’annuncio del conseguimento da parte dei cimiteri torinesi, primi in Italia e seconda azienda pubblica, della certificazione per la parità di genere. “Non è solo il conseguimento di un certificato – ha sottolineato l’ad della partecipata, Carlo Tango -, ma il frutto di un percorso, di un anno di lavoro da parte di tutti, di confronto interno. E speriamo che altri ci seguano”. Il riconoscimento, aggiunge la consigliera di Afc Beatrice Rinaudo, “è un primo passaggio significativo dell’attenzione che l’azienda pone su queste tematiche, così come lo sono le panchine rosse contro la violenza sulle donne installate nei 6 cimiteri cittadini e che inaugureremo il 25 novembre”.

Afc, che aderisce anche alle iniziative del ‘Manifesto per la comunicazione non ostile’ e alla carta d’intenti ‘Io parlo e non discrimino’, ha ottenuto la certificazione attraverso attività di sensibilizzazione del personale e la modifica di tutta la documentazione, modulistica e normativa dell’azienda con un linguaggio rispettoso della parità di genere. Durante l’anno è stato anche creato un Comitato per la parità di genere e si è tenuto un corso di formazione per l’abbattimento dei pregiudizi legati ai ruoli, di cui anche il linguaggio è espressione.

 

Il mercato immobiliare a Torino rallenta: – 10,8% nel secondo trimestre

Nel secondo trimestre del 2023 il mercato immobiliare residenziale continua a dare segnali di rallentamento, secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate analizzati dall’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa.

Le compravendite a livello Italia mettono in evidenza una contrazione del 16%, più marcata rispetto a quanto registrato nel primo trimestre dell’anno in corso. Si sono realizzate 184.110 transazioni.

 

Compravendite Immobiliari residenziali nel secondo trimestre 2023

 

Secondo trim 2022 Secondo trim 2023 Var %
Bologna 1.998 1542 -22,8%
Firenze 1.579 1.333 -15,6%
Genova 2.626 2.248 -14,4%
Milano 7.919 6.568 -17,1%
Napoli 2.295 2.173 -5,3%
Palermo 1.802 1.714 -4,9%
Roma 11.642 9.144 -21,5%
Torino 4.447 3.965 -10,8%
ITALIA 219.082 184.110 -16,0%
Elaborazione Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa su dati Agenzia delle Entrate

Meglio, ancora una volta i comuni non capoluogo, rispetto a quelli capoluogo con un calo leggermente inferiore: -15,4% contro -17,2%.

Le metropoli mettono a segno una riduzione dei volumi del 16,4%, allineata al dato nazionale.  Spiccano i cali di Bologna (-22,8%), Roma (-21,5%) e Milano (-17,1%). Fanno meglio Palermo e Napoli rispettivamente con -4,9% e -5,3%.

I dati, affermano dall’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa, mostrano che il mercato immobiliare si trova in una fase di sensibile rallentamento: l’aumento dei tassi di interesse e l’incertezza generale creano prudenza nei potenziali acquirenti, soprattutto in chi deve ricorrere a un mutuo. Infatti, dal lato creditizio si registra una contrazione della domanda e istituti di credito con maggiore attenzione alla solvibilità dei richiedenti. Gli investitori, secondo le analisi sulle compravendite realizzate dalle agenzie del Gruppo Tecnocasa, continuano ad animare il mercato, ma solo se la marginalità e la redditività dell’operazione sono garantite. Contribuisce alla riduzione delle compravendite anche un’offerta ancora esigua e la distanza tra le richieste dei proprietari e la disponibilità dei potenziali acquirenti che portano a una maggiore trattativa sui prezzi (che stanno rallentando la crescita).

Le previsioni del Gruppo Tecnocasa per la fine dell’anno restano su volumi intorno a 680 mila transazioni.  

 

Fonte: Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa

Agostino Bonalumi alla galleria Mazzoleni

La galleria d’arte Mazzoleni dedica una personale, nella sua sede torinese, dal 1 novembre 2023 ad Agostino Bonalumi, il Teatro delle Forze ( ovvero The Theatre of the Forces), aperta fino al 4 febbraio 2024.

La mostra, curata da Marco Scotini e organizzata insieme all’archivio Bonalumi di Milano, si concentrerà su una delle più significative fasi dell’attività creativa di Bonalumi, dalla fine degli anni Sessanta attraverso gli anni Settanta, e inizierà presentando due dei meno conosciuti lavori di Bonalumi che richiedono un approccio multidisciplinare per la loro comprensione.

‘Agostino Bonalumi: il teatro delle forze’ mette in luce sculture e costumi creati per il musical di Goffredo Petrassi e per la Composizione Partita, per l’azione coreografica Rot di Domenico Gueccero, che si svolsero rispettivamente al teatro Romano a Verona e al teatro dell’Opera di Roma nel 1973.

Il titolo della mostra si riferisce alla macchina teatrale come oggetto, alludendo alle forme plastiche, una delle quali è incarnata in uno dei primi lavori di Bonalumi, nei quali è evidente una forza che nasce all’interno del lavoro, rovesciandone la superficie. Ogni lavoro nasce da un dialogo tra la pressione interna del corpo e la resistenza esterna che la superficie del canvas oppone.

Agostino Bonalumi nasce il 10 luglio 1930 a Vimercate, in provincia di Milano, compie studi di disegno tecnico e giovanissimo inizia a esporre da pittore autodidatta. Nel 1958 nasce il gruppo Bonalumi Castellani con una mostra alla galleria Pater di Milano, alla quale seguiranno altre mostre a Roma, Milano e Losanna. Nel 1961 alla galleria Kasper è tra i soci fondatori del gruppo Nuova Scuola Europea. Nel 1965 Bonalumi presenta le sue opere in una mostra personale nella sua galleria di Milano, con catalogo di Gillo Dorfles e dal ’66 prende avvio la collaborazione con la galleria del Naviglio di Milano, che lo rappresenterà in esclusiva, pubblicando nel 1973 un’ampia monografia per le edizioni del Naviglio, a cura di Gillo Dorfles.

Nel 1966 è invitato alla Biennale di Milano con un gruppo di opere e nel 1970 con una sala personale. Dopo un periodo di studi nei Paesi dell’Africa mediterranea e negli Stati Uniti, si presenterà con una personale alla galleria Bonino di New York.

Realizza opere di pittura ambientale quali “Blu abitabile” per la mostra ‘Lo spazio nell’immagine’ a Foligno, nel 1968 il Grande Nero per una mostra personale al Museum am Ostwall di Dortmund, nel 1979 nell’ambito della pittura Ambiente a palazzo Reale di Milano l’opera ‘Dal giallo al bianco e dal bianco al giallo’ Qui l’ambiente è considerato attività dell’uomo, analizzato come attività primaria e psicologica, come nell’opera “Ambiente Bianco. Spazio trattenuto e spazio invaso” realizzato nel 2002 per la fondazione Guggenheim di Venezia.

Si è occupato di scenografia realizzando nel 1970, per il teatro Romano di Verona, scene e costumi per il balletto Partita, per la musica di Goffredo Petrassi e coreografie di Susanna Egri. Nel 1973 per il teatro dell’Opera di Roma ha realizzato scene e i costumi di “Rot”, musica di Domenico Guacceri, coreografie di Amedeo Amodio.

Nonostante la malattia con cui conviveva da tempo, Bonalumi ha proseguito con assiduità sviluppando la sua ricerca fino agli esiti degli ultimi anni e portando a compimento la realizzazione di un ciclo di sculture in bronzo su progetti risalenti alla fine degli anni Sessanta. Bruxelles, Mosca, New York e Singapore sono alcune delle capitali che hanno ospitato sue personali.

La mostra si sviluppa dal 1 novembre al 3 febbraio 2024 presso la galleria d’arte Mazzoleni a Torino in piazza Solferino 2

Mara Martellotta

 

Con Don Gallo (e De André), osando la speranza

Sono passati dieci anni da quando il cuore generoso di Don Gallo ha cessato di battere. Don Andrea, partigiano e “prete di strada” si spense nel suo letto della Comunità genovese da lui fondata a San Benedetto al Porto, assistito dai suoi ragazzi.

Il suo ricordo fa affiorare le memorie degli incontri con il Don, gli insegnamenti della sua straordinaria umanità. Don Andrea Gallo, angelicamente anarchico, ha sempre lottato dalla parte giusta: quella degli sconfitti, dei respinti e dei disperati, di chi non ha voce e potere ed è stato relegato ai margini di una società sempre più spietata e genuflessa davanti alle logiche delle banche e dell’economia. Dalla comunità di San Benedetto al Porto Don Gallo guardava il mondo, coinvolgeva tutti e non escludeva mai nessuno. Sapeva dare forza e speranza. “Bisogna sempre osare la speranza”, ripeteva spesso, e spronava a non smettere mai di “sperare l’impossibile”, di inseguire l’utopia. Citava l’uruguaiano Eduardo Galeano (il giornalista che scrisse un libro meraviglioso, Le vene aperte dell’America Latina) dicendo: “L’utopia sta all’orizzonte, mi avvicino di due passi, lei si allontana dieci passi più in là. Per quanto io cammini, non la raggiungo mai. Quindi, a che serve l’utopia? Serve a questo: a camminare”. E in fondo questo era lo spirito del Don. Mettersi in cammino e non rassegnarsi, attraversare il nostro tempo adoperandoci, nonostante tutto, per costruire un altro mondo possibile, più libero e più solidale. Lui camminava con il Vangelo in una mano e la Costituzione repubblicana nell’altra. Come il suo grande amico Fabrizio De André, trasmetteva con passione e concretezza la sua umanissima e libertaria buona novella. Erano entrambi mossi dall’amore per gli ultimi, i reietti. Negli anni del liceo Fabrizio era l’alunno del cugino di Don Gallo, Giacomino Piana, che insegnava religione mentre il Don era viceparroco nella chiesa della Madonna del Carmine, a poche decine di metri dalla famosa Via del Campo. Il 14 gennaio del 1999, tre giorni dopo la morte di De André, Don Gallo scrisse una lettera aperta all’amico di sempre che vale la pena leggere per intero: “ Caro Faber,da tanti anni canto con te, per dare voce agli ultimi, ai vinti, ai fragili, ai perdenti. Canto con te e con tanti ragazzi in Comunità. Quanti «Geordie» o «Michè», «Marinella» o «Bocca di Rosa» vivono accanto a me, nella mia città di mare che è anche la tua. Anch’io ogni giorno, come prete, «verso il vino e spezzo il pane per chi ha sete e fame». Tu, Faber, mi hai insegnato a distribuirlo, non solo tra le mura del Tempio, ma per le strade, nei vicoli più oscuri, nell’esclusione. E ho scoperto con te, camminando in via del Campo, che «dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior». La tua morte ci ha migliorati, Faber, come sa fare l’intelligenza. Abbiamo riscoperto tutta la tua «antologia dell’amore», una profonda inquietudine dello spirito che coincide con l’aspirazione alla libertà. E soprattutto, il tuo ricordo, le tue canzoni, ci stimolano ad andare avanti. Caro Faber, tu non ci sei più ma restano gli emarginati, i pregiudizi, i diversi, restano l’ignoranza, l’arroganza, il potere, l’indifferenza. La Comunità di san Benedetto ha aperto una porta in città. Nel 1971, mentre ascoltavamo il tuo album, Tutti morimmo a stento, in Comunità bussavano tanti personaggi derelitti e abbandonati: impiccati, migranti, tossicomani, suicidi, adolescenti traviate, bimbi impazziti per l’esplosione atomica. Il tuo album ci lasciò una traccia indelebile. In quel tuo racconto crudo e dolente (che era ed è la nostra vita quotidiana) abbiamo intravisto una tenue parola di speranza, perché, come dicevi nella canzone, alla solitudine può seguire l’amore, come a ogni inverno segue la primavera [«Ma tu che vai, ma tu rimani / anche la neve morirà domani / l’amore ancora ci passerà vicino / nella stagione del biancospino», da L’amore, ndr]. È vero, Faber, di loro, degli esclusi, dei loro «occhi troppo belli», la mia Comunità si sente parte. Loro sanno essere i nostri occhi belli. Caro Faber, grazie! Ti abbiamo lasciato cantando Storia di un impiegato, Canzone di Maggio. Ci sembrano troppo attuali. Ti sentiamo oggi così vicino, così stretto a noi. Grazie. E se credete ora che tutto sia come prima perché avete votato ancora la sicurezza, la disciplina, convinti di allontanare la paura di cambiare verremo ancora alle vostre porte e grideremo ancora più forte per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti. Caro Faber, parli all’uomo, amando l’uomo. Stringi la mano al cuore e svegli il dubbio che Dio esista. Grazie. Le ragazze e i ragazzi con don Andrea Gallo, prete da marciapiede”. Rileggendola ora, cinque lustri dopo, mantiene intatta l’attualità e la carica di denuncia morale. E a noi, cosa resta? Non ci resta altro da fare che continuare a camminare, ognuno per come sa e per come può, in direzione ostinata e contraria. Don Andrea Gallo ha costruito ponti nella chiarezza dei fondamenti della Costituzione italiana che ha sempre difeso con passione, e nella linearità ideale del  Vangelo che ha vissuto come vita donata e ricevuta senza avere in cambio nulla. Nei miei ricordi di famiglia, grazie al nonno, si rammentava la storia di un italiano caduto sul finire degli anni trenta in difesa della Repubblica spagnola sull’Ebro. L’epigrafe sulla sua tomba, nella sua essenziale semplicità e dignità, diceva tutto di lui: “Aquì esta un hombre”. Qui c’è un uomo. Anche per Don Gallo varrebbero le stesse parole, ascoltando la sua voce che invitava a costruire un futuro, a proseguire il cammino, senza scordare che “chi sceglie un’ideologia può anche sbagliare; chi sceglie i poveracci, i senza voce, i fragili, non sbaglia mai”.

Marco Travaglini

Quattro pose Yoga per ritrovare energia

YOGA SENZA BARRIERE 

 

Nel caos quotidiano, trovare momenti di calma e ricaricare l’energia diventa essenziale.

Lo yoga, con le sue antiche pose, offre una via per riconnettersi con se stessi.

 

In questo articolo, esploreremo quattro pose yoga specifiche, ognuna progettata per rinnovare il tuo spirito e donarti energia.

 

1. Virabhadrasana 1 (Posizione del Guerriero 1)

La Virabhadrasana 1 coinvolge gambe, braccia e torace.

Per eseguirla, posizionati a gambe larghe e piega il ginocchio destro a 90 gradi.

Solleva le braccia sopra la testa, unendo i palmi delle mani.

Questa posa apre il petto, donando una sensazione di potenza e fiducia in se stessi

2. Virabhadrasana 2 (Posizione del Guerriero 2)

Estendi le braccia lateralmente mentre mantieni le gambe nella stessa posizione di Virabhadrasana 1.

Questa posa migliora l’equilibrio mentale e fisico, rinvigorendo corpo e mente.  

3. Parsvakonasana (Posizione dell’Angolo Laterale)

In Parsvakonasana, piega il ginocchio destro a 90 gradi mentre abbassi il braccio destro al pavimento e sollevi il braccio sinistro sopra la testa.

Questa posizione stimola l’addome e libera l’energia bloccata nei fianchi, donando una sensazione di rinnovamento.

4. Parivrtta Parsvakonasana (Posizione dell’Angolo Laterale Invertito)

In questa posa, ruota il busto verso il ginocchio piegato, mantenendo le braccia in linea con il pavimento.

Questo movimento torsionale aiuta a purificare l’organismo e a stimolare la digestione, portando nuova energia al corpo.

SERENA FORNERO

Namasté – @odakawithserena