ilTorinese

Parte dal Forte di Bard il tour di “Wildlife Photographer of the Year 2023”

La natura e i suoi protagonisti. In un click le migliori foto del 2023

59esima edizione. Fra i vincitori anche la piccola torinese Ekaterina Bee

Dal 3 febbraio al 2 giugno

Bard (Aosta)

Un granchio a ferro di cavallo con il suo carapace protettivo dorato, che si muove lentamente sul fango nelle acque protette dell’isola di Pangatalan nelle Filippine, affiancato da tre piccole carangidi anch’esse dorate e a piccole strisce multicolori: siamo di fronte a uno spettacolo naturale in grado di ricordarci quanto sia grande e inattesa la bellezza del Creato, in ogni sua più piccola e vitale espressione. Ma siamo anche di fronte alla grandezza di una foto e di un “maestro” della fotografia capace di cristallizzare, nell’attimo che conta, quella meraviglia che d’improvviso si mostra ai suoi occhi per donarla a tutti noi. “The golden horseshoe è la foto vincitrice in assoluto della 59esima edizione di “Wildlife Photographer of the Year”, il più datato (1964) e prestigioso riconoscimento dedicato alla “fotografia naturalistica”, promosso dal “Natural History Museum” di Londra. E l’artista che la firma (“fotografo naturalista dell’anno 2023”) è il biologo e fotografo marino francese Laurent Ballesta, già vincitore nel 2021.

“Wildlife Photographer of the Year” fornisce “una piattaforma globale” che mette in mostra alcuni dei migliori talenti della fotografia provenienti da tutto il mondo da quasi 60 anni. Le immagini premiate (e giudicate in modo anonimo da una giuria internazionale di esperti in base all’originalità, alla narrazione, all’eccellenza tecnica e alla pratica etica raccontando e indicando possibilmente un futuro a difesa del Pianeta) intraprendono un “tour internazionale” che sarà visto nel complesso da oltre un milione di persone. Per l’Italia la prima tappa è nelle Sale delle Cannoniere al “Forte di Bard”, dove gli scatti premiati nelle 17 categorie saranno presentati, da sabato 3 febbraio a domenica 2 giugno, in un suggestivo allestimento all’interno di light panels (pannelli retroilluminati) capaci di renderli ancora più emozionanti.

Le cifre: sono 49.957 le iscrizioni da parte di fotografi di tutte le età e livelli di esperienza, provenienti da 95 Paesi, registrate nel concorso di quest’anno e scattate nel corso dell’anno appena concluso.

Accanto alla foto vincitrice del francese Ballesta, altro scatto decisamente curioso e intrigante è quello dell’israeliano Carmel Bechler, vincitore del “Young Wildlife Photographer of the Year 2023”, con l’immagine “Owls’ road house” che immortala alcuni barbagianni all’interno di un edificio abbandonato vicino ad una strada trafficata. L’autore ha sfruttato al massimo la luce naturale e ha utilizzato tempi di esposizione lunghi per catturare le scie luminose del traffico in transito. Occhi e mani al servizio di indubbie capacità tecniche e anima attenta alle voci di un’intensa emozionalità.

Tra i vincitori anche gli italiani Alessandro Falco (abruzzese di Montesilvano, menzione speciale nella sezione “Photojournalism”), i romani Barbara Dall’Angelo (menzione speciale nella sezione “Zone Umide”) e Bruno D’Amicis (menzione speciale nella categoria “Talento naturale”) e il milanese Pietro Formis (menzione speciale nella sezione “Ritratti animali”).

Un plauso speciale e (lo confesso) di parte, per l’undicenne torinese Ekaterina Bee (premiata nella categoria 11-14 anni) e già vincitrice del “Wildlife Photographer of the Year 2022” (nella categoria fino ai 10 anni). Titolo della foto presentata quest’anno: “Out of the blue”. Su una barca nelle acque dell’isola di Skye (Scozia), l’isola più grande dell’arcipelago britannico delle Ebridi, Ekaterina ritrae con sorprendente e rapida abilità, attraverso i varchi creati dal pacato ondeggiare delle acque, l’elegante scivolare di una coppia di “delfini tursiopi” men che meno, in questo caso, “acrobati dei mari”, ma placide creature alla ricerca – pare – della migliore posizione per permettere ad Ekaterina di scattare una foto davvero “da incorniciare”.

 

Gianni Milani

 

“Wildlife Photographer of the Year”

“Forte di Bard”, via Vittorio Emanuele II, Bard (Aosta); tel. 0125/833811 o www.fortedibard.it

Dal 3 febbraio al 2 giugno

Orari: Mart. – ven. 10/18; sab. dom. e festivi 10/19. Lunedì chiuso

 

Nelle foto:

–       Laurent Ballesta: “The golden horseshoe”, 2023

–       Carmel Bechler: “Owls’ road house”, 2023

–       Ekaterina Bee: “Out of the blue”, 2023

La magia delle bambole Lenci

Una passione torinese che si trasformo’ in successo internazionale

Il 23 aprile 1919 nacque a Torino la Lenci ,  “Ludus est nobis constanter industria” (il gioco è per noi costante lavoro), l’azienda delle famose e iconiche bambole conosciute in tutto il mondo che produceva anche altri giocattoli, mobili in legno, articoli per la casa e accessori per l’ abbigliamento.

Lenci non era solo l’acrostico del motto che i coniugi Enrico Scavini ed Elena Konig, donna colta e raffinata di origine austriaca, avevano creato per celebrare la loro attivita’ , ma anche il soprannome della signora che aveva cominciato la sua esperienza ludico-professionale in via Marco Polo 5 insieme al fratello che aveva deciso di aiutarla a creare le magnifiche creazioni che piacevano tanto ai Savoia.

Il marchio composto dall’immagine di una trottola, un filo e lo slogan che fa da cornice fu depositato nel 1922 e diede inizio ad una avventura che, oltre alla produzione e commercializzazione delle bambole, si configurera’ come punto di riferimento per la moda di quegli anni e sara’ motivo di ispirazione di artisti e sorgente di idee e creativita’.

Le Lenci non raffiguravano solo bambini, spesso dalla faccina imbronciata, ma anche silhouette con vestiti etnici e personaggi famosi come Marlene Dietrich e Rodolfo Valentino; raggiunsero presto un grande successo che le porto’ ad esposizioni molto importanti come quella di Parigi, Roma e Zurigo. Nel 1926 fu stampato il catalogo dell’azienda completo di tutti i prodotti che fu ampliato, a sua volta, nel 1927 con l’inserimento delle ceramiche. L’introduzione di nuove oggetti, oltre a rappresentare l’evoluzione della azienda, fu anche un ulteriore sforzo per combattere i diversi tentativi di concorrenza che misero l’azienda in crisi diverse volte. Dal 1928 la Lenci e’ nel momento di massima di espansione, ma questo non evitera’ difficolta’ economiche, dovute agli alti costi di gestione, che richiederanno la compartecipazione di un socio, Pilade Garella, che ne diventera’ proprietario unico nel 1937. Elena Koning rimarra’ come direttore creativo e si occupera’ di assicurarne lo stile e la linea fino alla morte del marito, momento in cui decise di lasciare l’azienda. Nel 1997 la Lenci venne venduta all’azienda Bambole Italiane che, purtroppo, e’ fallira’ nel 2002.

Ancora oggi si utilizza il panno lenci una stoffa non tessuta che viene usata per fare vestiti, ma anche accessori e collane grazie alla sua facilita’ di utilizzo e che rimanda alle famose bambole che erano foderate con un’ ulteriore strato di mussola, per renderle lavabili, e ricoperte di polvere vellutina.

L’avvento della celluloide rese le bambole di pezza obsolete e la produzione si concluse, ma ancora oggi le Lenci possono essere trovate nei mercati e nei negozi di antiquariato oltre che su diversi siti internet di commercio e di collezionisti.

Il loro successo fu talmente importante che vennero esposte nei musei di tutto il mondo tra cui New York e Tokyo, questa fama fu il frutto di una passione, trasformatasi poi in lavoro, che segno’ un periodo magico per Torino che ancora una volta si conferma luogo di fertile di estro e genialita’.

MARIA LA BARBERA

Gianduja e Giacometta in visita a Palazzo Lascaris

“In continuità con il lavoro svolto nel corso della legislatura per mantenere vive le tradizioni del Piemonte a livello culturale e identitario, presenterò una proposta di delibera per unificare e riconoscere ufficialmente, sotto un’unica legge, le maschere delle province e dei Comuni piemontesi, i gruppi e le manifestazioni storiche”. Lo ha annunciato il presidente dell’Assemblea legislativa piemontese Stefano Allasia durante l’incontro a Palazzo Lascaris con Gianduja e Giacometta e il gruppo di ballo di Piemonte cultura  Ij danseur del Pilon.

Nel corso dell’incontro, cui hanno preso parte il componente dell’Ufficio di presidenza Gianluca Gavazza e la presidente e il vicepresidente della Famija Turineisa Daniela Piazza e Giancarlo BonzoAllasia ha sottolineato quanto fatto dall’Assemblea “affinché tutti i 1.180 Comuni del Piemonte s’identifichino sotto il drapò, che quest’anno compie seicento anni, la Sacra di San Michele, monumento simbolo della regione, la Festa del Piemonte, istituita due anni fa, e in un inno in piemontese nel prossimo futuro”.

Gavazza ha sottolineato come “ogni maschera di Carnevale sia importate per rappresentare la storia e le tradizioni della città di cui è espressione. È importante continuare a far tesoro della memoria del Piemonte e a tramandarla alle nuove generazioni”.

“Caramella Choco Bistrot”, il nuovo spazio culturale nel quartiere Cit Turin

Ideato dall’editrice Paola Caramella situato in Corso Francia 34

Si inaugura un nuovo spazio culturale a Torino, nel quartiere Cit Turin, un luogo pensato per le presentazioni di libri ed eventi culturali di vario genere, un piccolo spazio nel quartiere Cit Turin di Torino, dal titolo “Caramella Choco Bistrot”, uno spazio della casa editrice guidata da Paola Caramella.

Questo luogo mira a diventare il punto di incontro prediletto dei suoi autori, degli amanti della buona letteratura, della buona musica e del cioccolato artigianale. Il tè e il caffè saranno accompagnati dal cioccolato realizzato da Nina Kakaw, la cioccolteria sociale che utilizza cacao equo e solidale e include le donne in situazioni di fragilità.

Il Caramella Choco Bistrot ospiterà regolarmente eventi di presentazione, dove i visitatori avranno l’opportunità di incontrare personalmente gli autori, dialogare con loro, porre domande e immergersi nell’universo letterario.

Il Bistrot offrirà selezione di buona musica, creando un’atmosfera unica per i suoi ospiti.

Questa iniziativa punta a creare un vero e proprio “Café Social”, dove i momenti trascorsi insieme e le idee possano essere condivise da un ampio pubblico attraverso i vari podcast che faranno parte del progetto.

 

Mara Martellotta

All’inferno e ritorno, la Reale Mutua Fenera Chieri ’76 rimonta

A Le Cannet da 2-0 e vince 2-3

All’inferno e ritorno. Nell’andata dei quarti di finale della CEV Volleyball Cup la Reale Mutua Fenera Chieri ’76 va vicina alla sua prima sconfitta in un anno e mezzo di partecipazione alle coppe europee ma, sotto 2-0 e 15-11 nel terzo set, ribalta la situazione e si impone 13-15 al tie-break in casa del Volero Le Cannet.

Bregoli schiera inizialmente la diagonale Malinov-Grobelna, Zakchaiou e Weitzel al centro, Kingdon e Omoruyi in banda, Spirito libero. Dall’altra parte della rete Pejovic mette inizialmente in campo Lee in palleggio, Popova opposto, Kochurina e Lyasko al centro, Kotikova e Yaneva in banda, Stimak libero.
Nel primo set dopo un avvio equilibrato (8-7) il punteggio gira rapidamente a favore delle padrone di casa che allungano a 21-14; nel finale Chieri recupera un po’ annullando pure due palle set sul 24-20 con Kingdon e Zakchaiou, prima di cedere 25-22 su invasione di Zakchaiou.
Secondo set: dopo un buon inizio di Chieri (3-6) si lotta punto a punto fino al 15-15. Bregoli getta nella mischia Skinner e Gray. Nel finale Le Cannet allunga e vince facile 25-18 su errore al servizio di Skinner.
Nel terzo set le padrone di casa si trovano avanti 15-11. Un paio di muri di Gray scuotono Chieri che su servizio di Weitzel ritrova la parità a 15, per passare in vantaggio per la prima volta sul 18-19 con Grobelna. Ancora Grobelna dà la prima palla set alla sua formazione (21-24), poi sbaglia il servizio e viene murata ed è 23-24. Al terzo tentativo infine Skinner chiude 23-25.
Il quarto set prende abbastanza rapidamente la strada di Chieri (4-7, pipe di Grobelna) che nelle fasi centrali allunga e tocca il vantaggio massimo di 7 punti sul 13-20 (ace di Kingdon). Alla prima palla un errore in attacco di Le Cannet porta l’incontro al tie-break.
Nel quinto set Chieri è avanti 6-8 (Kingdon) al campion di campo. le Cannet capovolge il punteggio in 10-9, rispondono Grobelna e Skinner ed è 11-11. Sul 13-13 un muro out delle francesi capovolge il punteggio in 13-14. Segue il muro di Malinov e l’incontro termina 13-15.

Finisce dunque 2-3 il classico incontro dai due volte, iniziato malissimo per Chieri e concluso nel migliore dei modi dopo aver ritrovato intensità, ritmo, convinzione e gioco. Fondamentale l’ingresso di Skinner che dal terzo set cambia volto alla gara, chiudendo con 15 punti, seconda miglior realizzatrice chierese dopo Grobelna (22) che viene anche premiata MVP. Quattro nel Volero Le Canner le giocatrici in doppia cifra, prima fra tutte Popova (20).

«È stata una partita con tanta intensità. Non è facile ribaltare il punteggio in una partita in cui nei primi due set non abbiamo fatto il nostro lavoro. Sono orgogliosa della squadra», il commento a caldo di Camilla Weitzel.

L’incontro di ritorno fra Reale Mutua Fenera Chieri ’76 e Volero Le Cannet si giocherà al Pala Gianni Asti di Torino mercoledì 7 febbraio con fischio d’inizio alle ore 20.

COMUNICATO STAMPA

Volero Le Cannet-Reale Mutua Fenera Chieri ’76 2-3 (25-22; 25-18; 23-25; 20-25; 13-15)
VOLERO LE CANNET: Lee 1, Popova 20, Kochurina 11, Lyasko 11, Kotikova 19, Yaneva 8; Stimak; Staniulyte 1, Schalk 3, Russu.
N. e. Borcic, Cisse, Kjrov, Dekeukelaire (2L). All. Pejovic; 2° Knudsen.
REALE MUTUA FENERA CHIERI ’76: Malinov 3, Grobelna 22, Zakchaiou 4, Weitzel 8, Kingdon 9, Omoruyi 8; Spirito (L); Morello, Anthouli, Gray 6, Skinner 15. N. e. Rolando, Kone, Tonelli (2L). All. Bregoli; 2° Daglio.
ARBITRI: Savic (Serbia) e Voudouris (Grecia).
NOTE: durata set: 26′. 24′, 26′, 29′, 19′. Errori in battuta: 16-13. Ace: 7-8. Muri vincenti: 9-11.
MVP: Grobelna.

Avetta (Pd): “Cirio non sottovaluti le proteste degli agricoltori”

 

«Il comparto agroalimentare è importante a livello nazionale e a maggior ragione lo è in Piemonte, dove altri settori sono in affanno a cominciare dall’automotive. L’agroalimentare piemontese vale il 14,9% delle esportazioni nazionali di settore, siamo la quarta Regione in Italia per importanza. La destra governa il Piemonte da cinque anni ormai, durante i quali questo mondo non ha ricevuto l’attenzione che merita. E la Giunta Cirio commetterebbe un grave errore se sottovalutasse questa protesta». Lo afferma il consigliere regionale Alberto AVETTA (Pd) a margine della manifestazione di protesta a Caluso. «Tra il 2010 ed il 2020 le aziende agricole piemontesi sono calate del 23%, con un meno 6,9% di superficie coltivata. Sono dati allarmanti che confermano un fatto chiaro: chi vive di agricoltura oggi fatica a ricavarne un reddito adeguato. Se si produce in perdita non si regge a lungo. E gli agricoltori piemontesi da troppo tempo spendono più di quanto ricavano dalla vendita dei loro prodotti. Se quello agroalimentare è un comparto trainante per il Piemonte, allora come tale deve essere considerato dalla politica regionale».

Servizio civile universale, il progetto del Comune di Rivoli

Nel nuovo Bando di Servizio Civile Universale  il Comune di Rivoli ha un Progetto che prevede la copertura di 2 posti.
Il progetto vede la partnership di diversi Comuni, la formazione di un gruppo di 25 Operatori Volontari ed è  stato progettato tramite l’Ente accreditato presso il Ministero Politiche Giovanili – Servizio Civile Universale, la Città di Torino.
Si intitola: OSA! Osserva Sogna Agisci. Si svolge presso l’Ufficio Giovani – Città Educativa – Informagiovani – Centri Giovani.

Ogni Volontario/a potrà contare sulla presenza costante di un OLP (Operatore Locale di Progetto) che ne seguirà il percorso, dal punto di vista progettuale, burocratico e di ascolto!
“Decidere di candidarsi per svolgere un anno di Servizio Civile può sembrare impegnativo…e lo è, a partire dalla scelta del progetto giusto, alla ricerca delle informazioni, alla compilazione della domanda online tramite la piattaforma dedicata, attendere la chiamata per la selezione, aspettare l’avvio del servizio etc. etc. …e proprio per questo, siamo a disposizione per fornirvi le risposte e provare a chiarire i dubbi.
Poi quando si inizia e ci si appassiona, tutto svanisce e ci si butta a capofitto nella nuova esperienza, acquisendo tante competenze, imparando mentre si fa, capendo dall’interno come funzionano alcune dinamiche che “mai ci avrei pensato…”, scoprendo nuovi interessi, facendo nuove amicizie e proponendo proprie idee e progetti.
E poi un anno, che pare lungo, lunghissimo da passare, finisce troppo in fretta!
Ma non preoccupatevi, anche questo gap si supera grazie al…SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE!”
(Rosanna)
Tutte le informazioni sono disponibili sul sito delle Politiche Giovanili RIVOLIGIOVANI, dove è anche possibile trovare un elenco dettagliato di tutti i progetti, anche di altri Enti, che hanno sede nella Città di Rivoli

Italia Viva torna in piazza a Chieri

Italia Viva torna in piazza a Chieri con il suo Gazebo sabato 3 febbraio 2024 dalle 15 alle 19 sempre in Via Vittorio Emanuele II.

L’iniziativa è volta a promuovere l’incontro pubblico in programma a Chieri presso l’Auditorium Leo Chiosso venerdì 16 febbraio dal titolo “USIAMO LA TESTA PER FAR FUNZIONARE LA SANITÀ PIEMONTESE”  che vedrà la partecipazione di due parlamentari di Italia Viva: Luigi Marattin e Silvia Fregolent e quella di diversi professionisti del settore.

Askatasuna, (Fdi): “Confronto tardivo con sigle polizia”

“Sulla legalizzazione di Askatasuna, ritengo che la richiesta di confronto con le sigle sindacali di Polizia sia una mossa tardiva e spregiudicata: un incontro che avrebbe relegato i sindacati di Polizia a meri spettatori di una decisione già presa, peraltro al termine di mesi di trattative sottotraccia, è quantomeno una clamorosa caduta di stile, non volendo pensare alla provocazione”. Ad affermarlo Paola Ambrogio, Senatore di Fratelli d’Italia.
“La questione  – continua Roberto Ravello, dirigente regionale di Fratelli d’Italia – è molto semplice: chi fino ad oggi ha difeso fieramente e coraggiosamente le Istituzioni dalle scorribande di violenti, anarchici e antagonisti ha passivamente appreso e subito la decisione del Comune di Torino di legalizzare quella fucina di odio che è, da sempre, Askatasuna. Credo che non ci potesse essere reazione diversa: esprimo comprensione, vicinanza e profonda condivisione rispetto alla scelta di alcune sigle di declinare, a giochi fatti, un invito dall’amaro retrogusto di beffa”.