ilTorinese

Nido, per il servizio servono almeno 900 euro di retta mensile

“La retta minima mensile per ciascun bambino che frequenta un nido dovrebbe essere almeno di 900 euro. Al di sotto di questa somma oggi è difficile la sostenibilità del servizio. La cifra media che invece applichiamo è di 550 euro al mese”. Lo ha affermato Barbara Perroni, presidente dell’associazione U-Nidi, che raggruppa gli operatori privati del settore in Piemonte, sentita in audizione dalla Commissione Sanità, nella seduta presieduta dal vice Davide Zappalà.

Perroni ha spiegato che “la prima questione è la sostenibilità dei nostri servizi: come privati viviamo grazie alle rette dei nostri clienti, ma oggi non sono più sufficienti. Per parlare di sostenibilità bisogna ricordare che il nostro è un servizio sociale e alla persona. Abbiamo fatto una stima e la cifra necessaria per un bambino, che garantisca dignitoso e rispettoso delle normative, è di almeno 900 euro mensili. Oggi le nostre rette hanno un valore medio di circa 550 euro, una cifra che è importante per le famiglie, ma per noi non è sufficiente per l’erogazione del servizio”.

“Abbiamo bisogno di accedere in modo più equo ai contributi pubblici, che già esistono: in parte dal Miur e cofinanziati anche dalla Regione, che poi sono erogati ai Comuni, in base al numero totale dei posti offerti. Succede che, in questo passaggio, alcuni Comuni li eroghino alle strutture, ma altri non lo facciano. Sarebbe necessario che le indicazioni rispetto l’utilizzo di questi fondi siano definite con maggior chiarezza e uniformità, perché ci sono situazioni al limite della disuguaglianza”.

“C’è inoltre il fondo di solidarietà sociale: alcuni Comuni ricevono fondi, altri no. Abbiamo verificato che spesso Comuni molto piccoli, poco popolosi e privi di nido, li ricevono, mentre altri Comuni con un numero importante di bambini residenti, no”.

Nella seduta che ha preceduto l’audizione, presieduta da Luigi Icardi, è iniziato l’esame della Pdl “Interventi per prevenire e contrastare la solitudine e l’abbandono sociale. Istituzione della Giornata regionale dell’ascolto per la prevenzione e il contrasto alla solitudine e all’abbandono sociale”, presentata da Silvio Magliano (Lista Cirio). Una proposta che, ha detto Magliano “prevede l’istituzione della giornata regionale dell’ascolto, in concomitanza con la ‘Giornata mondiale dell’ascolto’, istituita il 21 ottobre; la creazione di campagne informative finalizzate a fare conoscere l’attività degli enti del terzo settore nel campo dell’ascolto, con particolare attenzione ai centri di ascolto esistenti; la promozione di progetti volti a prevenire la solitudine e l’abbandono dei soggetti a rischio e favorirne l’integrazione”.

Inizio d’esame anche per la Pdl “Disposizioni per la promozione dell’esercizio, a titolo volontario, degli istituti giuridici di tutore di persone interdette e di amministratore di sostegno”, sempre a prima firma Magliano, che “intende rispondere ad alcune criticità emerse nell’applicazione degli strumenti di tutela e amministrazione di sostegno attualmente vigenti, evidenziate dall’esperienza di alcune associazioni di volontariato operanti nel settore”.

“La promozione delle figure di tutore e amministratore di sostegno volontario – ha proseguito il presentatore – rappresenta una risposta alla necessità di un approccio più umano e vicino alla persona, evitando conflitti di interesse e promuovendo un’assistenza centrata realmente sul beneficiario. Ogni volontario potrà seguire al massimo due soggetti”.

Alice Ravinale (Avs) ha ricordato “che con l’invecchiamento della popolazione aumenta anche il numero di anziani con interdizione ed esiste una realtà di professionisti che devono seguire un alto numero di soggetti. C’è il problema della retribuzione, forse esplicitare che il titolo è volontario non è corretto, visto che la legge prevede un piccolo emolumento per tale attività”.

Gianna Pentenero (Pd) ha concordato sul dubbio che “la legge permetta di introdurre figure volontarie. Ma qualora si possa fare questo albo di volontari, chi controlla queste persone? Il tribunale? È evidente che ci vuole un’azione di verifica pubblica”.

Magliano ha ringraziato e si è detto disponibile alla possibilità di emendare la proposta, in modo da metterla al riparo da eventuali obiezioni legislative: “Qui stiamo parlando anche di beni da amministrare, quindi concordo che ci vadano tutte le cautele del caso”. Sono state richieste audizioni in presenza sul testo.

Gallerie multimediali

Ufficio Stampa

Ferrovia Torino-Milano, investimenti per 75 milioni sulla linea da Rfi

“Rfi ha in programma lavori di potenziamento infrastrutturale e tecnologico sulla linea convenzionale Torino-Milano” ha risposto l’assessore Gian Luca Vignale, nel corso del question time, alla interrogazione urgente di Carlo Riva Vercellotti (Fdi) “Gravi disservizi sulla linea Torino-Milano – Richiesta di intervento urgente”.

Illustrando l’interrogazione, Riva Vercellotti ha evidenziato che “il 14 maggio si sono nuovamente verificati gravi disservizi, segnalati anche dal comitato pendolari Comis che denuncia la mancanza di un adeguato supporto ai viaggiatori in caso di emergenze”. Il problema dipendeva da un guasto “tecnico di un treno ‘Rock’, presso Novara, con diverse centinaia di passeggeri lasciati in stazione a Milano senza informazioni o supporto”. Una situazione che comporta, secondo il comitato, “ritardi cronici standard del 10% e una velocità media di circa 60 km/h”. Una situazione non nuova e che si verifica con diverse modalità da diversi mesi.

Vignale ha confermato che “il 14 maggio, la Torino – Milano è rimasta sospesa 3 ore a causa di un problema tecnico alla linea elettrica nei pressi di Novara. La squadra tecnica di Rete Ferroviaria Italiana è giunta sul posto in 30 minuti e che sono stati immediatamente richiesti bus sostitutivi, difficili da reperire in tempi brevi. Alle stazioni di Novara, Torino Porta Nuova e Milano Centrale, Trenitalia ha assicurato la presenza di addetti all’assistenza, fornendo ristoro e organizzando taxi e fornendo anche 500 kit di ristoro”.

L’assessore ha proseguito spiegando che Rfi ha programmato ingenti lavori di potenziamento (in particolare al nodo di Torino) e tra questi l’installazione nella linea del sistema Ertms (European Rail Transport System) che è il più evoluto apparato per la supervisione e il controllo del distanziamento dei treni, con un investimento di 75 milioni di euro. In tema di materiale rotabile e rinnovo della flotta, “si conferma che sulle linee piemontesi circolano 20 treni elettrici che si sommano ai 33 nuovi convogli già in circolazione. Nelle fasce orarie di maggiore affluenza i treni elettrici a doppio piano in doppia composizione offrono 1200 posti a sedere e 36 postazioni per le bici elettriche. Dal 15 giugno sarà ripristinato il collegamento Milano-Torino delle 5.15 e il corrispondente Torino-Milano delle 21.54”.

Ufficio Stampa CRP

Barbera è Nizza

ANNATE STORICHE DEL NIZZA DOCG
in collaborazione con l’Associazione Produttori del Nizza
Azienda
Denominazione
Annata
DAMERIO
NIZZA DOCG
2017
TENUTA IL FALCHETTO
NIZZA RISERVA DOCG “Bricco Roche”
2017
TENUTA OLIM BAUDA
NIZZA RISERVA DOCG
2017
TENUTA IL FALCHETTO
NIZZA RISERVA DOCG “Bricco Roche”
2016
TENUTA GARETTO
NIZZA DOCG
“Favà”
2016
REGGIO MARCO
NIZZA DOCG
“Caino”
2016
ISOLABELLA DELLA CROCE NIZZA DOCG
“Augusta”
2016
COPPO
NIZZA DOC
“Pomorosso”
2016
CASCINA GIOVINALE
NIZZA DOCG
“Ansséma”
2016
REGGIO MARCO
NIZZA DOCG
“Caino”
2015
MICHELE CHIARLO
NIZZA RISERVA DOCG “La Court”
2015
TENUTA OLIM BAUDA
NIZZA RISERVA DOCG
2014
LA GIRONDA
BARBERA D’ASTI SUPERIORE NIZZA “Le Nicchie”
2004
EREDE DI CHIAPPONE A.
BARBERA D’ASTI SUPERIORE NIZZA “Ru”
2004
COPPO
BARBERA D’ASTI SUPERIORE NIZZA “Pomorosso”
2004
LA GIRONDA
BARBERA D’ASTI SUPERIORE NIZZA “Le Nicchie”
2003
EREDE DI CHIAPPONE A.
BARBERA D’ASTI SUPERIORE NIZZA “Ru”
2003
Il disciplinare di produzione del Nizza DOCG definisce rigorosi criteri per garantire l’eccellenza di questo vino piemontese, prodotto esclusivamente con uve Barbera.
Zona di Produzione
Il Nizza DOCG è prodotto in 18 comuni della provincia di Asti: Agliano Terme, Belveglio, Bruno, Calamandrana, Castel Boglione, Castelnuovo Belbo, Castelnuovo Calcea, Castel Rocchero, Cortiglione, Incisa Scapaccino, Moasca, Mombaruzzo, Mombercelli, Nizza Monferrato, Rocchetta Palafea, San Marzano Oliveto, Vaglio Serra e Vinchio .
Vitigno e Rese
• Vitigno: 100% Barbera.
• Resa massima: 7 tonnellate per ettaro (ridotta a 6,3 t/ha per la menzione “Vigna”) .
Caratteristiche Analitiche
• Titolo alcolometrico minimo:
• Nizza e Nizza Riserva: 13% vol.
• Nizza con menzione “Vigna”: 13,5% vol.
• Acidità totale minima: 5 g/l.
• Estratto secco netto minimo: 26 g/l (28 g/l per la menzione “Vigna”) .
Invecchiamento
• Nizza: minimo 18 mesi, di cui almeno 6 in botti di legno.
• Nizza Riserva: minimo 30 mesi, di cui almeno 12 in legno .
Norme Viticole
• Esposizione dei vigneti: orientamento da sud-est a sud-ovest, evitando i fondovalle.
• Sistema di allevamento: controspalliera con potatura a Guyot o cordone speronato basso.
• Densità d’impianto: minimo 4.000 ceppi per ettaro.
• Numero massimo di gemme per ceppo: 10 .
Vinificazione e Imbottigliamento
Le operazioni di vinificazione e imbottigliamento devono avvenire all’interno della zona di produzione, con possibilità di effettuare l’imbottigliamento anche nelle province di Asti, Alessandria e Cuneo .
Menzioni Aggiuntive
• “Vigna”: indica un singolo vigneto registrato; richiede caratteristiche più restrittive in termini di resa e titolo alcolometrico.
• “Riserva”: richiede un periodo di invecchiamento più lungo, come specificato sopra.
Per consultare il disciplinare completo e aggiornato, è possibile visitare il sito ufficiale dell’Associazione Produttori del Nizza:
https://www.ilnizza.net/disciplinare.html
Alla prossima !
LUCA GANDIN

Il treno storico e la ferrovia delle meraviglie Cuneo-Ventimiglia

IL TORINESE WEB TV

Da Cuneo a Ventimiglia su un treno di “terza classe”. Sedili di legno e doppia motrice: una a diesel e l’altra elettrica che funziona con la corrente generata dalla motrice a diesel. La ferrovia Cuneo-Ventimiglia è interessante dal punto di vista internazionale perché ha costituito una opportuna comunicazione tra Italia e Francia, purtroppo vincolata da tante difficoltà di esercizio. La sua costruzione ebbe inizio, addirittura, nel 1883 con il tronco tra Cuneo e Vievola di 42 km. Occorsero ben 70 anni per completare l’opera. La linea presenta interessanti opere d’arte e 60 gallerie, la più importante è quella di valico del Colle di Tenda lunga 8 km (a forma elicoidale o lumaca) con arrivo 1040 m sul livello del mare, dopo la quale si sbocca in Valle Roia. La pendenza massima è del 26%. La distanza tra Cuneo e Ventimiglia è di circa 99 km. Nell’autunno del 1944 i bombardamenti e le distruzioni causate dall’esercito tedesco interruppero definitivamente il binario a sud di Breil. La ricostruzione nel dopoguerra fu lunga e laboriosa; finalmente il 6 ottobre 1979 avvenne l’inaugurazione con 2 treni speciali. Era l’inizio di una nuova storia con un’affluenza di persone sui treni superiore a tutte le più ottimistiche previsioni della vigilia. Alcuni affermano che la linea è inutile e la vogliono chiudere, ma questa ferrovia non è affatto un ramo secco: i pochi treni viaggiano pieni di turisti e nel 2020 questa ferrovia è arrivata prima nel censimento del Fai “I luoghi del cuore” con oltre 75000 preferenze.

Francesco Valente

 

Guarda il video:

 

Auto investe pedone in via Nizza

Questa mattina un’utilitaria che si immetteva in  via Nizza svoltando all’altezza di via Broni ha investito una persona che stava camminando. Sul posto i soccorsi, la polizia municipale e i carabinieri. La persona investita è stata portata in ambulanza al Cto.

Al Salone Mariù Safier, per anni voce e volto della RAI

Allo stand della FUIS, la Federazione Unitaria Italiana Scrittori, nell’ambito del Salone Internazionale del libro, la giornalista e saggista Mariù Safier, voce e volto per anni della RAI, ha presentato a Torino il suo nuovo romanzo intitolato: “La steccaia”. Autrice di numerose biografie sulle donne di Casa Savoia, ha pubblicato: “Scrigni, sipari, piume e velette.

 

Storia delle signore sabaude. Donne di casa Savoia nella storia del Piemonte e d’Italia”; “Candide perle e spume di merletti. La moda nel regno di Margherita di Savoia”; “Mafalda di Savoia Assia. Un ostaggio nelle mani di Hitler”; “Jolanda di Savoia, la Principessa del silenzio”, e da anni scrive storie vere ed altri racconti per il settimanale “Confidenze”. In televisione ha esordito giovanissima recitando nello sceneggiato “Ragazza mia” per la regia di Mario Landi mentre in radio è stata la conduttrice insieme a Carlo Massarini, Paolo Giaccio e Mario Luzzato Fegiz dello storico ed ascoltatissimo programma “Per voi giovani”.

Sempre in televisione la possiamo ricordare negli episodi di “Qui squadra mobile” per la regia del grande Anton Giulio Majano, nei panni dell’Ispettrice della Polizia femminile Patrizia Marinelli; ha poi fatto anche per un breve periodo l’annunciatrice e per anni dopo aver lavorato per il Gr, il Giornale Radio, la si poteva seguire quotidianamente quando conduceva e curava il notiziario sul traffico del CCISS – Viaggiare informati, ed è stata anche la doppiatrice, oltre che in telefilm, soap opera e telenovelas, del personaggio di Reika Sanjo nel cartone animato “Daitarn III”. “La steccaia” è un titolo simbolico racconta Mariù Safier: “si riferisce al nome di una casa che fa parte dell’infanzia e dell’adolescenza complicata e difficile della protagonista del romanzo, Marianna, in un periodo storico particolare che va dal 1965 al 1985”.

Niente telefonini, niente internet, niente di niente di tutto quello a cui siamo oggi abituati: in quei vent’anni – ci spiega Mariù – si forma la coscienza di Marianna e della sua amica Ada, due ragazze che si conoscono sui banchi di scuola in un istituto cattolico dove viene data loro un’impostazione morale che però stride ed è in contrasto con i tempi che avanzano, quelli del ’68, ovvero la grande rivoluzione culturale.”  È un periodo che si conosce poco: ma come l’hanno vissuto i ragazzi, ed in questo romanzo le due protagoniste che faranno un percorso insieme proprio in quegli anni? Succederà infine chiaramente qualcosa, non mancherà la suspence: “La steccaia” è anche un “noir”.

Igino Macagno

L’apicoltrice Deborah Caserio di Ivrea ha ritirato il premio APInRosa 

In occasione dell’ottava Giornata mondiale delle api, l‘apicoltrice Deborah Caserio di Ivrea (Torino) ha ritirato a Roma il premio APInRosa dedicato ai volti e alle storie dell’apicoltura femminile in Italia. La cerimonia si è tenuta ieri nella meravigliosa Sala Serpieri di Palazzo della Valle, sede di Confagricoltura.
APInRosa è il progetto ideato e condotto dalla giornalista Valentina Calzavara per la valorizzazione di genere in apicoltura, attraverso un concorso con premiazione e la divulgazione giornalistica delle storie delle venti apicoltrici vincitrici. Per l’occasione, nel chiostro di Palazzo della Valle, è stata allestita la mostra-omaggio con le storie e le fotografie delle premiate, proposte attraverso una serie di totem espositivi. Alle vincitrici sono stati consegnati un omaggio a tema e la medaglia commemorativa della FAI con l’ape di Efeso in argento. A chiudere l’evento un momento conviviale con degustazione di mieli.
La partecipata cerimonia di premiazione ha visto insignite del riconoscimento APInRosa 2025: Piera Stefania Di Simone e Rosalba Spineto (ABRUZZO); Donata Eufemia (BASILICATA); Loredana Grasso (CAMPANIA); Nadia Bonini (EMILIA-ROMAGNA); Alexandra Moretti (FRIULI-VENEZIA GIULIA); Valentina Capone (LAZIO), Elena Molinelli (LIGURIA); Rachele Spezia (LOMBARDIA); Simona Andreani (MARCHE); Giovanna Cuomo (MOLISE); Deborah Caserio (PIEMONTE); Anna Maria Cabiddu (SARDEGNA); Francesca Maria Sottile ed Elisa Cerrito (SICILIA); Alice Fietta (TOSCANA); Gloria Salvadori (TRENTINO ALTO ADIGE); Alessia Girardi e Bianca Torresan (VENETO); Melanie Gafriller (PROVINCIA AUTONOMA BOLZANO)
Il progetto APInRosa gode del patrocinio del MASAF- Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste ed è promosso dalla FAI-Federazione Apicoltori Italiani presieduta da Raffaele Cirone. L’iniziativa ha per capofila Apat-Apicoltori in Veneto presieduta da Stefano Dal Colle e gode del supporto di Banca della Marca in qualità di sponsor.
Tra i partecipanti alla cerimonia: la senatrice Silvia Fregolent; l’onorevole Marina Marchetto Aliprandi; Alessandra Oddi Baglioni, presidente di Confagricoltura Donna; Viviana Broglio, presidente Confagricoltura Donna Roma.

Pioggia, poi una breve pausa ma torna il maltempo

Le belle giornate di sole della scorsa settimana ci hanno illuso che l’estate fosse iniziata: ma non è proprio così. Dopo il weekend all’insegna del bel tempo tornano le piogge in Piemonte.

Il bollettino dell’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale), già da lunedì pomeriggio aveva giustamente previsto un peggioramento delle condizioni meteo a causa dell’arrivo di una depressione atlantica. Il cambiamento sarà particolarmente evidente nella giornata di oggi, martedì, quando il maltempo entrerà nella sua fase più intensa.

La prima ondata di temporali è avvenuta  nella notte tra lunedì e martedì e sarà seguita da piogge diffuse su gran parte del territorio piemontese, con possibilità di nubifragi localizzati.

Un miglioramento temporaneo è previsto nella mattinata di mercoledì, quando la perturbazione si allontanerà verso est. Tuttavia, si tratterà solo di una breve tregua: una nuova saccatura atlantica è infatti in discesa verso l’area alpina occidentale, pronta a riportare l’instabilità sul Piemonte.

Il Consiglio comunale chiede interventi per i pronto soccorso

Il Consiglio comunale ha approvato con 26 voti un ordine del giorno relativo alle strutture di Pronto Soccorso presenti in città. Il documento, a prima firma di Pietro Tuttolomondo, ha fatto seguito a un tour conoscitivo della IV commissione (presieduta da Vincenzo Camarda) che, a partire dal febbraio dell’anno scorso, aveva toccato il Pronto Soccorso dell’ospedale Molinette e quelli dei nosocomi Mauriziano, Maria Vittoria, Martini, S. Giovanni Bosco e Infantile Regina Margherita.

Il documento approvato in aula impegna l’Amministrazione comunale a interagire con l’assessorato della Sanità della Regione Piemonte, al fine di elaborare – nel contesto generale del nuovo Piano socio-sanitario regionale – un piano programmatico che preveda nuove articolazioni organizzative rispondenti alle criticità emerse durante i vari sopralluoghi effettuati.

Al di là delle specificità delle singole strutture ospedaliere di Pronto Soccorso in gradi diversi queste ultime sono caratterizzate da problemi come sovraffollamento, scarsità di personale medico e infermieristico (con relativi casi di burnout), inadeguatezza degli spazi disponibili, sicurezza del personale e gestione dei ricoveri. Questo nonostante il costante impegno di donne e uomini che quotidianamente vi lavorano con dedizione.

Il testo votato in Consiglio evidenzia inoltre come la rivisitazione del sistema sanitario territoriale, con l’adeguata quantificazione e distribuzione del numero dei posti letto ospedalieri, sia indispensabile per un efficace intervento volto alla riduzione dei trattamenti inappropriati che, si segnala, sono dovuti anche al costante sovraffollamento, il quale si acutizza durante l’epidemia influenzale stagionale.

Infine, il documento segnala la necessità di politiche volte a trattenere il personale sanitario nelle strutture ospedaliere, sottolineando anche l’opportunità di intervenenti preventivi in materia di stress e relativo burnout, così come sul problema delle aggressioni che spesso il personale subisce: fenomeni accentuati dalla carenza di personale e dalle strutture che sono spesso obsolete e con spazi inadeguati.

(C.R. – Ufficio stampa del Consiglio comunale)

I molteplici volti del cibo

Presentato al Salone del Libro il volume di indagine  alla presenza degli autori Vincenzo Gesmundo, Roberto Weber e Felice Adinolfi

 

Il cibo è ancora una volta protagonista non solo della vita quotidiana, ma anche dei dibattiti letterari e pubblici, come ha dimostrato la presentazione del libro dal titolo “Il cibo a pezzi”, con il sottotitolo emblematico “La guerra nel piatto”, edito da Bompiani e uscito in libreria nel febbraio del 2025.

Il volume è stato presentato e dibattuto nella giornata di lunedì 19 maggio presso il Salone Internazionale del Libro di Torino, con la moderazione di Andrea Tramontana, editor Bompiani, e alla presenza degli autori Vincenzo Gesmundo, Segretario generale della Confederazione Nazionale Coldiretti, la più grande organizzazione di rappresentanza agricola italiana ed europea, Roberto Weber, sondaggista e Presidente dell’Istituto Ixè, dedito all’attività di ricerca e consulenza per soggetti pubblici e privati relativa al trend di opinione alla comunicazione editoriale e al marketing politico. Il terzo autore intervenuto alla presentazione è il Professore ordinario di Economia Agraria ed Estimo all’Università di Bologna Felice Adinolfi.

Il libro, che reca anche un importante saggio del filosofo Massimo Cacciari, si presenta come un’analisi e un reportage che tocca, a livello di citazioni letterarie, anche scrittori del calibro di Melville, Orwell e Calvino.

Questo libro rappresenta una narrazione di ciò che Coldiretti ha fatto in questi anni, un segnale d’urgenza verso il mondo della produzione di cibo, oggi minacciata – ha dichiarato Vincenzo Gesmundo – Il cibo tocca anche temi importanti quali la società e la politica, non solo a livello nazionale, ma europeo. Fino agli anni ’99 – 2000 si parlava di cibo semplicemente come materia prima, in cui il produttore si occupava anche di trasformare il prodotto in cibo. Oggi è necessario forse recuperare questo aspetto per ristabilire il fondamentale incontro tra l’aspetto della salute e quello dell’alimentazione. Vale la pena sottolineare quanto gli studi scientifici prevedano un aumento esponenziale delle malattie metaboliche, tra cui il diabete, causate dalla trasformazione, da parte dell’industria alimentare, del prodotto”.

Il cibo svuotato di significato è uno dei grandi temi contenuti nel libro – ha sottolineato Felice Adinolfi – Il suo svuotamento, in considerazione del fatto che in Italia il cibo è sinonimo di grande tradizione e cultura locale, mette a rischio persino il concetto di democrazia creato attorno al cibo. Si può considerare un catalizzatore di socialità, un collante che unisce un popolo”.

Il cibo rischia di ‘andare a pezzi’, e questo è il significato del titolo della nostra opera, a causa della mancanza di volontà d’ascolto nei confronti delle culture differenti dalla nostra – ha commentato Roberto Weber – Il cibo rappresenta sicuramente un grande simbolo identitario, ma è importante ricordare quanto sia anche ‘condivisione’”.

Una politica che vada contro gli interessi degli agricoltori, hanno condiviso i tre autori del volume, fa si che un Paese non possa essere governato.

Fin dai tempi di Socrate, il “Simposio” rappresenta un momento di nutrimento profondo, del corpo come dello spirito, insaziabile di conoscenza. Così, oggi più che mai, il gesto del nutrirsi è al centro non solo delle nostre vite, ma anche dei complessi intrecci economici, strategici, etici, che determineranno le sorti del pianeta in cui viviamo.

Attraverso una trattazione ricca di dati, esempi e punti di vista, le pagine di questo libro ci parlano del cibo, delle nuove frontiere tecnologiche applicate all’alimentazione, come la necessità di proteggere la biodiversità; lo fanno attraverso una tesi forte, vale a dire che il cibo sia oggetto di una vera e propria guerra su cui opposti fronti si confrontano su due modalità di produzione degli alimenti, figlie di due diverse visioni della società, della salute e della democrazia.

 

Mara Martellotta