ilTorinese

Mirafiori addio? Lo Russo preoccupato scrive a Meloni

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Parole, promesse, promesse, parole. Da anni il tira e molla tra istituzioni, azienda e sindacati sul futuro dello storico stabilimento di Mirafiori ha portato più fumo che arrosto. “Nel settembre del 2022 la Città di Torino ha siglato un protocollo con la Regione Piemonte e il Gruppo Stellantis, – scrive sui social il sindaco Stefano Lo Russo –  accordo che prevede la produzione della 500 elettrica, il montaggio della linea Maserati, con motorizzazione tradizionale, Hybrid e full electric, e la scelta di realizzare nello storico stabilimento di Mirafiori l’hub europeo per il recupero funzionale dei veicoli elettrici ed il Battery Technology Center, inaugurato poi l’8 settembre dello scorso anno”.
Secondo il primo cittadino “Si tratta di azioni che dimostrano quanto la presenza del Gruppo Stellantis sul nostro territorio sia importante, e, in questa cornice, garantire un futuro allo stabilimento di Mirafiori è un tassello fondamentale.
Proprio per questo, dopo le recenti dichiarazioni dell’Amministratore Delegato del Gruppo Tavares rispetto alle sorti degli impianti di produzione nel nostro Paese, ho scritto alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per manifestare la nostra profonda preoccupazione”.
È la stessa preoccupazione espressa anche dai rappresentanti delle sigle sindacali nel recente incontro a Palazzo Civico, “che non possiamo fare a meno di condividere e che, siamo certi, condividerà anche il Governo.
Vogliamo ribadire la nostra piena volontà di lavorare insieme per convergere su obiettivi comuni e condivisi, che puntino al bene del nostro territorio, e, in particolare, delle lavoratrici e dei lavoratori”, conclude Lo Russo.

Il 10 febbraio sciopero del trasporto pubblico

IL SERVIZIO DI TRASPORTO PUBBLICO LOCALE SARÀ COMUNQUE GARANTITO NELLE SEGUENTI FASCE ORARIE:

  • Servizio URBANO-SUBURBANO, METROPOLITANA, CENTRI DI SERVIZI AL CLIENTE: dalle ore 6.00 alle ore 9.00 e dalle ore 12.00 alle ore 15.00.
  • Servizio EXTRAURBANO, Servizio bus sostitutivo ferrovia SfmA Torino – Aeroporto – Germagnano – Ceres: da inizio servizio alle ore 8.00 e dalle ore 14.30 alle ore 17.30

Sarà assicurato il completamento delle corse in partenza entro il termine delle fasce di servizio garantito.

Lo sciopero potrà avere ripercussioni anche sui diversi servizi gestiti da GTT, con conseguenti possibili disagi per la clientela.

I macchiaioli e la pittura en plein air tra Francia e Italia

 Protagonisti di una mostra al Mastio della cittadella, aperta fino ad aprile

 

Al Mastio della cittadella ha aperto lo scorso 3 febbraio la mostra intitolata “I macchiaioli e la pittura en plein air tra Francia e Italia”.

Prodotta da Navigare srl con il patrocinio della Regione Piemonte e Città di Torino e con la collaborazione di AICS, l’esposizione riunisce circa novanta dipinti a olio e acquerelli di trenta artisti prevalentemente italiani, con alcune opere di artisti francesi, provenienti da collezioni private e da quella di Palazzo Foresti di Carpi.

L’esposizione vuole evidenziare e studiare la nascita e l’evoluzione della pittura dei macchiaioli nei suoi diversi aspetti, mettendo in risalto le origini e le ragioni di questa importante rivoluzione artistica, i suoi sviluppi e la sua eredità. Obiettivo della mostra è quello di indagare i protagonisti e l’evoluzione di questo movimento, fondamentale per la nascita della pittura italiana contemporanea.

Tra i trenta artisti in mostra, prevalentemente italiani, figurano Cabianca, Fattori, Signorini, De Tivoli e Boldini, accanto ad opere di artisti francesi quali Troyon, Rousseau, Daubigny, Dupré, Millet e Corot, che narrano la storia della pittura macchiaiola tra Toscana, Campania, Piemonte e Francia.

L’esposizione, suddivisa in dieci tematiche, propone un percorso che racconta l’evoluzione del movimento artistico nel contesto europeo e italiano, i suoi rapporti con il realismo della pittura en plein air della scuola francese di Barbizon, quelli con i paesaggisti della scuola napoletana e quelli con la Scuola di Rivara, in Piemonte, dove fu proprio casa Savoia a incentivare la pittura paesaggistica. Tra i temi figura anche l’arte della caricatura alla quale si dedicarono gli artisti che si riunivano intorno al caffè Michelangiolo di Firenze, il primo caffè letterario della città toscana, nato nel 1848, in pieno fermento risorgimentale.

Tra le opere caricaturali ricordiamo quelle di Telemaco Signorini, Angiolo Tricca, Eugenio Cecconi e Vito d’Ancona. A concludere il percorso un tema dedicato all’eredità dei macchiaioli.

Un legame che viene esaminato è quello dei macchiaioli e della fotografia, non solo vista come rivale pericolosa della pittura, ma utilizzata per osservare i contrasti tra luce e ombra nei soggetti di tipo storico, letterario, fino alla tematica del lavoro nei campi e alle scene di vita quotidiana.

Un altro legame che viene approfondito è quello con l’Impressionismo. Silvestro Lega si dimostrò ben disposto verso gli artisti francesi, mentre Giovanni Fattori definì le ombre blu, caratteristica di Signorini, e gli sfondi arancio e rosso tipici di Costa Romano “Cosa vecchia. Nulla di nuovo sotto il sole”.

La mostra è curata dalla storica dell’arte Simona Bartolena ed è ospitata nella struttura affidata a Difesa Servizi, la partecipata del Ministero della Difesa che si occupa della valorizzazione degli asset del Dicastero.

 

La mostra è visitabile al Mastio della Cittadella fino al 1 aprile prossimo

Aperta da lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 19.30, nel weekend dalle 9.30 alle 20.

Ultimo ingresso 30 minuti prima dell’orario di chiusura.

 

MARA MARTELLOTTA

Il carnevale di Torino, la festa che rende tutti… un po’ più leggeri

SCOPRI-TO   Alla scoperta di Torino

Il carnevale rappresenta il periodo più stravagante dell’anno dove l’allegria, l’amicizia ed il divertimento la fanno da padrone e viene festeggiato in tutto il mondo, nonostante sia nato come festa cattolica.
Gianduja e Giacometta, foto M. Bursuc

A Torino da fine gennaio ai primi di marzo inizia “Il Carlevè ed Turin” molto folcLoristico dove nei fine settimana si festeggia con sfilate in maschera, bande musicali, majorettes e i favolosi carri allegorici che, con partenza dalla Pellerina dove è presente il tradizionale Luna Park  arriva fino a Piazza Castello.  Vi è poi anche la sfilata di Corso Regina Margherita con i carri e le maschere più famose come quelle di Gianduja e Giacometta.  Gianduja è una maschera tradizionale piemontese nata ad Asti nel 1808 dalle idee e dalle satire di due burattinai Giovanni D’artista Sales e Gioacchino Bellone che non solo crearono il burattino di nome Gianduja ma diedero il nome anche al teatrino dove mettevano in scena le loro performances. Dopo la morte dei due artisti il burattino Gianduja continuò ad esistere grazie ad altri burattinai. Dal periodo risorgimentale Gianduja diventò la maschera simbolo del carnevale torinese. Gianduja rappresenta un uomo buono e buffo con in mano un bicchiere di vino ed è spesso accompagnato dalla sua consorte Giacometta. Quest’ultima fu affiancata a lui già nel Novecento e rappresenta una donna solare, coraggiosa e grande lavoratrice ha infatti un grosso copricapo che le tiene i capelli per essere comoda durante il lavoro. Giacometta per alcuni studiosi rappresenterebbe quindi la forza delle donne e la sua arguzia, per altri, dato il grembiule che ha attorno alla vita, rappresenterebbe una furba cameriera. Il carnevale di Torino è anche al Balon nello storico mercato di antiquariato dove la maschera simbolo è la Rusnenta, qui quattro giudici ogni anno decretano la maschera più bella. Anche a Villa Regina sono numerosi gli eventi di carnevale soprattutto per i più piccoli.

Il carnevale in provincia
Il carnevale Torinese si sviluppa anche attorno alla città, Nichelino ospita ogni anno quasi ventimila spettatori per la sfilata dei carri di carnevale, con la cerimonia di apertura rappresentata dalla consegna delle chiavi della città a Madama Faina e Monsù Panatè.  A Carignano il borgo si illumina di luci con serate danzanti e sfilate di carri.
La Reggia di Venaria propone un carnevale alternativo con spettacoli teatrali dove il pubblico viene coinvolto e spaventato dalle maschere che appaiono dal nulla. Famosissimo poi è il carnevale di Ivrea dove la tradizione vuole che si faccia la “battaglia delle arance”, tra i feudatari a bordo di carri con ripari e vestigia medioevali ed il popolo a terra senza ripari, vengono lanciate, fra i rivali, circa 11 mila arance ogni anno ed ha luogo negli ultimi tre giorni di carnevale. Questa tradizione nasce nel Medioevo e rappresenta la rivolta del popolo contro i feudatari che iniziò dall’azione di Violetta, la figlia di mugnai che rivoltandosi allo “jus primae noctis” obbligatorio ai tempi, uccise con la spada il feudatario che tra l’altro affamava la città e al massimo regalava al popolo qualche fagiolino. Questa rivolta porto Ivrea a diventare un comune libero. Le arance durante il carnevale di Ivrea vengono scelte volutamente di bassissima qualità per evitare gli sprechi e ciò che viene raccolto successivamente da terra viene usato come concime.
Carnevale in Italia
Il carnevale torinese è storico e sta riscontrando sempre più interesse, ma tra i più conosciuti in Italia restano il carnevale di Viareggio famoso ormai in tutto il mondo con i suoi carri allegorici cheIl Gran Carnevale di Carmagnola 2020 utilizzano la satira per raccontare grandi temi di attualità. Il carnevale Viareggino nasce nel 1873 e i primi carri erano veri e propri monumenti di cartapesta e gesso costruiti nella Darsena dei cantieri navali, nel 1930 nacque lo storico Burlamacco, simbolo del carnevale di questa città. Ogni anno Viareggio raccoglie circa 600.000 spettatori nel suo bel lungomare per questa festa.
Importanza nel mondo riveste anche il carnevale di Venezia dove dal campanile di San Marco fino in piazza San Marco sospeso nel vuoto su un cavo d’acciaio ogni anno si effettua “il volo dell’angelo” in mezzo a una moltitudine di maschere molto particolari e quasi uniche, gioiose e festanti presenti non solo tra le calle, le piazze ma anche sulle gondole creando veri e propri spettacoli tra musiche e luci colorate.
Caratteristico è poi anche il carnevale di Cento, in Emilia Romagna, storico e molto frequentato da cittadini e turisti che è tra l’altro l’unico carnevale gemellato con quello di Rio De Janeiro.
Il carnevale quindi viene festeggiato in ogni parte d’Italia, da grandi e piccini, nasce  come festa in cui lasciarsi andare e sentirsi liberi da tutti gli impegni quotidiani, proprio per questo ancora oggi resta un caposaldo della nostra tradizione; in fondo tutti cerchiamo sempre un po’ di leggerezza fra le incombenze frenetiche della vita quotidiana.
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NOEMI GARIANO

Oltre 17 mln di euro per la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico

Operazione di Invimit e Regione Piemonte

 

Invimit SGR, società partecipata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, e Regione Piemonte annunciano oggi il conferimento al Fondo i3-Sviluppo Italia (Comparto Regione Piemonte) di sei immobili a Torino.

Alla conferenza stampa, che si è svolta ieri nella storica Villa Javelli, hanno partecipato il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, l’Assessore al Patrimonio della Regione Piemonte, Andrea Tronzano, il Presidente di Invimit SGR, Nuccio Altieri, e l’Amministratore delegato di Invimit SGR, ⁠Giovanna Della Posta.

I sei immobili oggetto dell’operazione, tutti localizzati a Torino, sono Villa Javelli in via Petrarca 44 e Villa Gualino in via Settimio Severo 65, oltre agli edifici in Corso Bolzano 44, Via Principe Amedeo 17, Corso Principe Eugenio 36 e Via Garibaldi 4.

L’obiettivo principale dell’iniziativa è valorizzare il portafoglio immobiliare della Regione attraverso l’affitto, la vendita o la ristrutturazione degli edifici apportati al Fondo, sulla base delle condizioni espresse dal mercato, di concerto con l’ente e con i partecipanti del Fondo. Oltre a permettere la valorizzazione di diversi edifici, l’iniziativa è anche particolarmente strategica sotto il profilo economico, in quanto garantirà alla Regione un immediato ritorno finanziario e la partecipazione, pro quota, agli utili dei percorsi di valorizzazione che saranno individuati per i singoli immobili. Il comitato di gestione del Fondo è composto da tre membri, di cui due rappresentati della Regione Piemonte.

Con questo accordo la Regione attiva una modalità di gestione innovativa, sia del proprio patrimonio immobiliare sia della sua valorizzazione, grazie al contributo professionale e all’esperienza di Invimit. La Regione non è un’agenzia immobiliare e ha il dovere di gestire il proprio patrimonio con oculatezza e preservando le risorse pubbliche. L’abbiamo realizzato con il trasloco al Grattacielo Piemonte, che garantisce ogni anno un risparmio tra gli 11 e i 18 milioni di euro, l’abbiamo fatto con il palazzo di piazza Castello, ceduto alla Corte dei Conti e quindi rimasto nel patrimonio pubblico, e lo facciamo ora con questi immobili”, dichiarano il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e l’assessore al Patrimonio, Andrea Tronzano.

L’operazione che abbiamo realizzato con la Regione Piemonte è la testimonianza che la collaborazione pubblico-pubblico può generare iniziative di alto valore sociale ed economico”, ha commentato Giovanna Della Posta, Amministratore Delegato di Invimit SGR. “Dopo una proficua interlocuzione, supporteremo il Presidente Cirio e tutta la sua squadra nella valorizzazione e nella riqualificazione del patrimonio immobiliare della Regione, affinché questo possa rappresentare non solo una risorsa a livello locale, ma anche un elemento di attrazione di capitali, risorse aggiuntive – sia nazionali che internazionali – in grado di innescare un fattore moltiplicativo sul territorio”.

Con la creazione del comparto Piemonte – ha spiegato il Presidente di Invimit Nuccio Altieri – si apre una grande opportunità per la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico della Regione ma anche dei comuni e delle province del Piemonte. Abbiamo già avviato interlocuzioni con Novara, Alessandria, Asti e Torino e oggi grazie a questo primo apporto della Regione Piemonte abbiamo un fondo che può operare a favore di tutti gli Enti locali del territorio. Il patrimonio immobiliare pubblico è una grande risorsa economica e sociale se gestito in maniera professionale e moderna, questa è la mission di Invimit che, grazie alla decisione del Presidente Cirio, diventa operativa anche in Piemonte”.

L’annuncio di oggi segue l’atto stipulato lo scorso 20 dicembre in base al quale la Regione ha conferito al Fondo gestito da Invimit una quota pari al 70,2% del diritto di piena proprietà degli immobili in cambio di quote del Fondo per un valore di 12,4 milioni euro. Il restante 29,8%, invece, è stato venduto al Fondo per un valore pari a 5,2 milioni grazie all’investimento del Fondo i3 Core (INAIL) gestito dalla Sgr. L’ammontare complessivo dell’operazione è di 17,7 milioni.

Questa iniziativa trae spunto da quanto realizzato con successo già dalla Regione Lazio a partire dal 2014, che ha portato l’Istituzione a dotarsi di un fondo multi-comparto volto a valorizzare sia gli stabili regionali che quelli di altri Enti.

Il procedimento presentato oggi sarà replicato, nei prossimi mesi, per ulteriori edifici. In questo caso gli immobili si trovano su tutto il territorio piemontese e a Bruxelles, nella sede della Regione.

Antonio Galano. Un pittore da riscoprire

Lodevole retrospettiva, al “Collegio San Giuseppe” di Torino, dedicata all’artista di origini pugliesi “sospeso tra Sud e Nord”

Fino all’8 febbraio

La “Torino dell’arte” non è mai stata troppo generosa e attenta, come invece avrebbe dovuto essere, nei confronti dell’attività pittorica di Antonio Galano, artista pugliese originario di Foggia (1911 – 1970), trasferitosi sotto la Mole alla fine degli anni Quaranta, “con un vivace bagaglio di immagini e colori della sua terra”. A rimediare alle dimenticanze di una città che fra gli anni ’50 e ‘60 smaniava appresso tendenze di avanguardie e post-avanguardie sopraggiunte in forza da Paesi d’oltralpe e d’oltreoceano, è indubbiamente lodevole l’iniziativa del “Collegio San Giuseppe” di via San Francesco da Paola, a Torino (sempre più prestigioso spazio espositivo, oltreché riferimento didattico di alto livello per la Città) che a Galano ha inteso dedicare, fino giovedì 8 febbraio, un’interessante retrospettiva (la prima, dopo oltre cinquant’anni dalla sua scomparsa), promossa dalle figlie Enza e Teresa, con la curatela di Giulia Caffaro. Significativo il titolo della rassegna, “Un pittore sospeso tra Sud e Nord”, che presenta 23 dipinti della “Collezione privata Galano”, articolati nelle tre sezioni “Scorci del Sud”“Ritratti” e “Scorci del Nord”. In tutti è ben chiaro il valore di un pittore onesto, assolutamente credibile, votato alle regole di un “figurativo” appreso alla “Scuola di Belle Arti” (fondata a Napoli dal maestro – suo compaesano – Nicola Parisi) capace però di piacevolmente scivolare in irrequiete pagine d’impronta post-impressionista in quell’uso rapido e bizzarro del segno indefinito e di colori lasciati volentieri liberi di esprimere piacevoli e poetiche sensazioni legate ai soggetti affrontati. Quando Galano approda a Torino (in “valigia” le assolate visioni delle “piane” e dei “paesaggi” e della “gente” di Puglia, dono artistico a quel Nord che presto imparerà ad amare nelle sue “piazze” e nei suoi “portici” e nei suoi “mercati”, come nelle sue “colline”, nei suoi verdi “scorci boschivi” e nelle sue magiche “montagne”), troverà un, forse inaspettato, incontenibile fermento culturale, un milieu artistico legato alle figure di Felice Casorati, pittore, e di Luigi Carluccio, critico e gallerista a “La Bussola” insieme alla galleria “Notizie” di Luciano Pistoi, cui si deve la riscoperta del “Secondo Futurismo torinese” e dell’ “Informale” europeo e americano fino allo sbarco sotto la Mole – pigmalioni il gallerista Sperone e il critico Celant – del Gruppo dell’ “Arte Povera”  celebrata dai vari PistolettoMerzGilardiPaoliniPenone e altri. Tutto questo urlato “vociare” lo destabilizza non poco. Cerca di carpirne le “filosofie” e le “motivazioni”, ma con onestà non se la sente di svicolare dai suoi “principi” e capisce con tristezza che, “per i pittori ‘tradizionalisti’ come lui, è rimasto poco spazio nel ‘magma artistico’ della grande ripresa italiana”. Si prende, quindi, una piccola “pausa di riflessione”, ritirandosi a vita privata , “per poi tornare – sottolinea Giulia Caffaro – sulla scena artistica piemontese qualche anno più tardi, con una tecnica pittorica più raffinata, post-impressionista, lirica e narrativa. Nel suo studio paesaggi naturali e abitati hanno il pregio di una realtà viva, piacevole, senza enfasi né retorica. Si tratta di brevi e semplici racconti suggeriti dalla natura e dagli angoli dei centri urbani, macchie colme di colore e di calore, miscelate senza contorni netti”. Assolutamente piacevole quell’“Ombra e luci di Porta Palazzo”, olio su tela del ’68, dove il soggetto appare frammentato in mille rivoli di colore, fra antiche mura, palazzi, piccole quotidiane realtà osservate dall’alto dal cinquecentesco cupolone della “Chiesa di Santa Croce” posta a ridosso della “Galleria Umberto I”; colori che ancora mantengono il calore del Sud (“Dopo la messa”, 1959), pur appropriandosi di più umbratili tonalità proprie della terra d’adozione, come in “Melodia del bosco” (1967) o nel fontanesiano “Al calar del sole” del 1965. E poi i “Ritratti”, figure “che paiono scolpite nel tempo e nella fatica” o che esplodono nell’eccentricità del “Giovanotto” (1960), fino a sbizzarrirsi in un frenetico gioco espressionista nello “Sciuscià” (sempre del ’60). Al termine del percorso espositivo, a salutarci è un ritratto a lui dedicato nel ’61 da Salvatore Scognamiglio, fra gli amici del “Gruppo Nazionale degli Artisti Autonomi” (“G.N.A.A.”), costituito a Foggia e dal ’68 diventato realtà torinese: memoria di un uomo e di un pittore che ha fatto dell’onestà morale e artistica, “in un’epoca – per dirla con un signor critico, quale fu Vittorio Bottino – piena di bari e di traditori dell’arte”, il suo primo obiettivo di vita.

Gianni Milani

“Antonio Galano. Un pittore sospeso tra Sud e Nord”

Collegio “San Giuseppe”, via San Francesco da Paola 23, Torino; tel. 011/8123250 o www.collegiosangiuseppe.it

Fino a giovedì 8 febbraio

Orari: lun. – ven. 10,30/12,30 – 16,30-18,30; sab. 10/12

Nelle foto:

–       “Ombre e luci a Porta Palazzo”, olio su tela, 1965

–       “Dopo la messa”, olio su tela, 1959

–       “Al calar del sole”, olio su tela, 1965

–       “Giovanotto”, olio su tela, 1960

Debutta martedì 6 febbraio al teatro Gobetti “Top Girls” di Caryl Churchill per la regia di Monica Nappo

 

Per la stagione del teatro Stabile di Torino

Martedì 6 febbraio prossimo, alle 19.30, debutterà al teatro Gobetti lo spettacolo “Top Girls” di Caryl Churchill, per la traduzione di Maggie Rose e la regia di Monica Nappo; interpreti Corinna Andruetti, Valentina Banci, Cristina Cattellani, Laura Cleri, Paola de Crescenzo, Martina de Santis, Simona de Sarno, Monica Nappo, Sara Putignano. Le scene sono di Barbara Bessi, i costumi di Daniela Ciancio, le luci di Luca Bronzo.

Lo spettacolo verrà replicato fino all’11 febbraio 2024.

‘Top girls’ affronta in modo strutturale e teatrale molti temi diversi, tra cui l’ineluttabilità del confronto con il modello maschile nell’esercizio del potere e le sue contraddizioni. La pièce si concentra sul personaggio di Marlene, responsabile di un’agenzia di collocamento londinese, e racconta i compromessi che ha dovuto accettare per raggiungere una carriera costellata di successi. Si tratta di un racconto che l’autrice ottiene con una costruzione non lineare, dialoghi incalzanti e un visionario mix di fantasia e realtà.

“Quale sia la relazione della donna con il potere e quanto sia possibile avere una posizione di comando senza perdere il proprio femminile sono due domande cruciali di Top Girls – spiega la regista Monica Nappo – le stesse domande che possiamo farci noi avendo una donna a capo del governo, come l’ha avuta l’inghilterra 40 anni fa con la Thatcher, quando questo testo fu scritto.

Le domande restano le stesse e il testo è ancora attuale perché non sembriamo facilmente uscire da quei circuiti. Maternità o carriera? Indipendenza o famiglia? A che costo l’una prevale sull’altra?

In Top Girls non ci sono volutamente personaggi maschili. Gli uomini e i loro comportamenti sono raccontati da personaggi femminili o perché inviano le loro mogli a risolvere i problemi.

Ma lo sguardo della Churchill è troppo compassionevole, crudo, ironico e lucido per far prevalere un sesso su di un altro o per fornirci delle facili risposte.

La Churchill ha l’onestà di mostrare i rapporti per quello che sono, pubblici e privati, e di lasciare chi guarda a farsi delle domande che si pone anche lei.

Non ci sono buoni e cattivi, ma persone che, per emergere, devono snaturare. Si tratta di una società priva di equilibrio perché, se soffre una parte, accadrà anche alla controparte di soffrire. Alla fine non si salva nessuno, perché il prezzo della propria libertà o emancipazione avviene a scapito di qualcun altro, perché abbiamo associato la parola madre a quella di natura, ma non è detto che le due parole insieme abbiano un senso”.

 

Teatro Gobetti

Dal 6 all’11 febbraio 2024

Top Girls di Caryl Churchill

Tradizione di Maggie Rose

Regia di Monica Nappo

 

MARA MARTELLOTTA

Linea Verde fa tappa a Cesana

Domenica su Rai 1 l’agriturismo “BarbaGust” 

CESANA TORINESE“Linea Verde” fa tappa a Cesana. Martedì 17 gennaio le telecamere di Rai 1 hanno fatto tappa a Cesana, nello specifico a Sansicario, per le riprese della nuova puntata del popolare programma domenicale “Linea verde”, che andrà in onda domenica 4 febbraio all’ora di pranzo (12,20) su Rai 1 e sarà interamente dedicato alla Valle di Susa e a Torino.

Una prima parte della trasmissione sarà dedicata a Torino e al mondo del cioccolato, poi ci sarà un focus sulla valle con la focaccia di Susa, le farine del Mulino Valsusa di Bruzolo ed i formaggi dell’azienda agricola Cibrario di Bruzolo.

Gran finale in alta Valle con il vino del ghiaccio di Chiomonte e con i prodotti tradizionali di montagna dell’agriturismo “Barba Gust” di Sansicario a Cesana.

Sarà proprio Daniele Bermond ad accogliere i conduttori Livio Beshir, Peppone Calabrese e Margherita Granbassi. L’agriturismo “Barba Gust” presenterà un suo tipico menù di montagna con, tra gli altri, la crema di Blu prodotto dall’agriturismo, con la scoperta delle ghenefle ed i gnocchi di patate viola Vitellotte. Gran finale poi con la divertente discesa dei conduttori in bob sulle nevi di Sansicario.

Sempre più fascismo in Tv e giornali: i conti non fatti col regime?

 IL COMMENTO 

di Pier Franco Quaglieni

I giornali sono sempre più invasi da articoli sul fascismo come fossimo quotidianamente alla vigilia di un 25 aprile. Non passa giorno senza articoli che ripercorrono le vicende del regime.  Anche in Tv il fascismo è molto presente. Forse si può dedurre che i conti storici con il fascismo non siano stati fatti nei tempi dovuti  e che ci trasciniamo la questione dal 1945 /46. Sul tema dei conti con il fascismo ho scritto più volte, ma  penso sia utile evidenziare due anomalie oggi  trascurate  che hanno impedito di farli: troppi fascisti (milioni di persone)  sono diventati in pochi giorni antifascisti , l’amnistia di  Togliatti del 1946 (che aiutò perfino l’assassino di Matteotti il quale ebbe l’ergastolo commutato in 30 anni carcere), finì di mettere sullo stesso piano i  fascisti e i  partigiani  responsabili di fatti cruenti “non particolarmente efferati”, un’espressione letterale piuttosto  ambigua e in effetti un po’  vergognosa  della legge di amnistia del ’46. Così dopo poco tempo tutti i gerarchi fascisti fruirono dell’amnistia. Si era iniziato nel 1944 /45 a parlare di epurazione che non venne mai  fatta seriamente, e si finì nell’amnistia interpretabile  anche come pietra tombale della guerra civile. I conti non vennero mai  fatti se, ad esempio,  il MSI entrò in  Parlamento già nel 1948 con deputati ex repubblichini in  palese violazione della  XII norma transitoria della Costituzione, comma due. Ogni tanto qualcuno urlò  al lupo fascista,  spesso solo per ragioni elettorali contingenti, perché al Sud ,dove raccolse subito molti voti , il MSI  venne di volta in volta considerato un alleato prezioso. La legge Scelba  contro il rinato partito fascista  di fatto non venne  mai applicata. Nacque  invece l’antifascismo parolaio  a costo zero dei venditori di fumo ideologico, quelli sopravvissuti finì ai nostri giorni e più che mai in agitazione contro l’attuale governo. Il MSI  a suo tempo si conquistò il diritto ad esistere attraverso il consenso elettorale e nessuna persona seria pensò mai di metterlo al bando. Fu tra i partiti quello, almeno apparentemente, più democratico con congressi in cui si dibatteva e ci si scontrava anche duramente. I dibattiti interni al MSI rivelarono  una dialettica  tra camerati non da poco. Ci fu un tempo in cui molti partigiani vennero messi in soffitta in quasi tutti i partiti: due veri eroi della Resistenza come Silvio Geuna e Valdo Fusi non andarono oltre  la prima legislatura finita nel 1953. Restarono solo i comunisti che ebbero  facile gioco nel monopolizzare la Resistenza.  Questa è una  realtà  che molti fingono di non vedere e che grava anche sull’oggi.  Nessuno ha mai pensato ad una pacificazione nazionale perché il clima della pregressa guerra civile serviva a tanti. Una guerra civile durissima e sanguinosa (che ebbe strascichi anche nel dopoguerra con il triangolo della morte) che in larga misura si concluse con l’amnistia di Togliatti che forse fece bene a guardare le cose con un realismo un po’ cinico e a trarne le conseguenze. Chi dice che la Meloni è  fascista, forse necessita di un corso di recupero di storia contemporanea proprio su questi temi.

Opportunità di lavoro nel GAL: aperto il Bando per Animatori di Territorio

Con l’approvazione della Strategia di Sviluppo Locale 2023-2027, il GAL Escartons e Valli Valdesi apre un nuovo bando di selezione per tre animatori di territorio. Questa iniziativa mira a rafforzare il legame con le comunità locali e a sostenere il processo di sviluppo sostenibile sul territorio di riferimento.

L’approccio LEADER, fondato sulla collaborazione e il supporto alle iniziative locali, guiderà l’azione di queste nuove figure, che lavoreranno a stretto contatto con le esigenze delle persone che vivono e operano sul territorio. Il GAL, attraverso il Consiglio di Amministrazione, ha varato il bando per selezionare tre animatrici o animatori territoriali, ognuno responsabile di una specifica area del territorio.

Le animatrici o animatori avranno il compito di promuovere e diffondere le opportunità offerte dal GAL nella loro zona di competenza, fungendo da punto di riferimento locale per la divulgazione dei bandi e il supporto ai potenziali beneficiari. L’incarico sarà configurato come lavoro autonomo e richiederà il possesso o l’impegno ad aprire una partita IVA.

L’invito a presentare la candidatura è rivolto a coloro che desiderano lavorare a stretto contatto con il territorio e contribuire alla crescita delle comunità locali. Le attività degli animatori saranno coordinate con il personale del GAL e le Unioni Montane, al fine di sostenere e rendere autonome le iniziative locali.

Le candidature possono essere presentate entro il 29 febbraio 2024, ore 12.00.

Per maggiori informazioni, rimandiamo all’avviso di selezione disponibile nella sezione Avvisi e Concorsi sul sito web del GAL: https://www.evv.it/bando-di-selezione-animatori-territoriali-prot-145/

Per chiarimenti, scrivere all’indirizzo email di riferimento segreteria@evv.it o telefonicamente al numero 0121 933708.