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Roberta Grugni: “Poco vento, niente bussola”. Storia di una coppia, tra amore e caregiving

Informazione promozionale

L’amore, a volte, è vivere senza coordinate

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L’AUTORE

Roberta Grugni è nata a Pavia nel 1967. Dopo la laurea in Scienze Politiche ha svolto vari lavori in giro per l’Italia. Dal 2012 assiste a tempo pieno il marito diventato disabile a seguito di un incidente stradale.

Da allora ha scoperto la scrittura, inizialmente come terapia, poi come passione. Ha già pubblicato tre romanzi: “Navigando a vista” del 2016 Eve edizioni, incentrato sulla disabilità nella coppia, “Educazione siciliana” del 2020 Montag Edizioni- Delos digital (versione ebook), un romanzo di formazione che parla del traffico di esseri umani, mafie, periferie degradate (Menzione d’onore al Premio Nazionale città di Grosseto 2022), e nel novembre del 2023 “Poco vento, niente bussola” Montag Edizioni, una rivisitazione del primo romanzo, con nuovi personaggi e nuove tematiche sulla disabilità. Vive a Parma, ama viaggiare, andare in bicicletta, leggere.

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POCO VENTO, NIENTE BUSSOLA

Storia di una coppia, tra amore e caregiving

L’amore, a volte, è vivere senza coordinate

Francesca e Luca sono una coppia affiatata: hanno in comune la passione per la vela e per la moto. E proprio in moto  Luca ha un grave incidente che lo costringerà su una sedia a rotelle. Francesca gli starà vicino cercando di condurre una vita “normale”, ma Luca non riesce ad accettare la sua nuova condizione e giorno dopo giorno sprofonda nella depressione, trascinando con sé la sua compagna. È allora che Francesca reagisce e, d’accordo col marito, parte da sola per Ponza, per ritrovare se stessa e la forza per continuare la nuova vita di coppia. Sull’isola Francesca incontra Pietro, un maestro di kung-fu che le farà riscoprire la passione e la sensualità che con Luca erano venute a mancare. Riuscirà Francesca a rinunciare a sentirsi una donna “completa” per ritornare da Luca, e alla vita da caregiver? O la riconquistata passione avrà la meglio?

Il 15 aprile 2005 la nostra vita cambiò per sempre: i nostri progetti, i sogni, la quotidianità vennero stravolti dal tragico incidente stradale del mio compagno, diventato in seguito mio marito. Durante la folle corsa verso l’ospedale lo rianimarono più volte. Rischiò di morire, ma già da lì dimostrò la sua forza e tenacia. Ancora non sapevo quello che ci aspettava, in quei momenti c’era da pensare all’emorragia inarrestabile, al polmone collassato nell’impatto, c’era solo da lottare per la vita. E lui lo fece. Uscito dalla sala operatoria ancora non sapeva della lesione al midollo spinale, era intubato, incosciente e venne trasportato in rianimazione. A me invece i dottori comunicarono subito l’inesorabile condanna: “Non camminerà più”.

Tutto divenne nero, mi accasciai, non potevo sopportare un tale peso. Pensai al compagno di una vita, provetto subacqueo, appassionato di arrampicata, di viaggi in moto. Tutto cancellato in pochi minuti. Ma ciò che più mi angosciava era non sapere che ne sarebbe stato della nostra vita di coppia. All’epoca avevamo 37 anni, con una vita davanti da scrivere; e mentre lui lottava in un letto di ospedale per sopravvivere, io mi sentivo oppressa, senza fiato, senza risposte. Com’è vivere da disabile? Una domanda che non mi ero mai posta, un mondo che ignoravo e che avrei iniziato a scoprire giorno per giorno. Io ho deciso di rimanere accanto a mio marito, una decisione che presi di pancia, senza pensare, frutto del nostro amore profondo. A volte ho pensato di mollare, di rifarmi una vita, di ricominciare a vivere da persona “normale”. E anche mio marito, uscito dalla rianimazione, nella sua analisi lucida, per prima cosa mi disse: “pensaci bene, non sarà una passeggiata. Se mi lascerai ti capirò”. Una testimonianza forte del suo amore per me che è quello che ci ha permesso di essere qui, oggi, ancora insieme, a lottare per ritagliarci qualche attimo di felicità. La vita del caregiver, cioè di “colui o colei che assiste un familiare in condizioni di non autosufficienza o diminuita autonomia per motivi di età, disabilità o malattia”, è una vita dura. In Italia siamo un esercito silenzioso e laborioso di quasi 8 milioni di persone, che rivestono un ruolo fondamentale nell’assistenza ai propri cari e tutto questo senza una tutela adeguata. Ho voluto raccontare ciò che accade quando la disabilità irrompe in una coppia in età matura. Quasi tutti i libri raccontano l’esperienza dal punto di vista del disabile, mancava la testimonianza del punto di vista di chi resta “sano”, di chi si trova a rimodulare la propria vita in funzione della persona amata, diventata all’improvviso non autosufficiente, già “anziana” nonostante l’età anagrafica. Lo scopo del mio romanzo è avvicinare al mondo della disabilità chi ignora questo universo parallelo, e allo stesso tempo, essere di conforto a coloro che si trovano nella mia stessa situazione. La storia è inventata, ma i sentimenti, gli stati d’animo, la psicologia dei personaggi sono realistici. Spero di essere riuscita nell’intento.

Se volete seguirmi ho la pagina Pennairrequieta su Facebook e Instagram

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il nuovo gruppo Facebook: “Universo caregiver”

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I libri li potete acquistare ai seguenti link:

https://www.edizionimontag.it/catalogo/poco-vento-niente-bussola/

https://delos.digital/9788825416947/educazione-siciliana

Lavia per Goldoni: una storia “verissima”, gli amori e il vecchio gabbato

Successo per “Un curioso accidente” al Carignano, sino a domenica 28 gennaio

Tutto (piacevolmente) sopra le righe, la rilettura di un testo che di prima apparenza dovrebbe scorrere via in modo tranquillo, entrate e uscite come da copione, merletti e parrucche come da tradizione. Invece Gabriele Lavia – con tutta la vitalità dei suoi ottantuno compiuti, andate a cercarvi e godervi qualche stralcio in rete che riproponga la fatica e l’immedesimazione delle prove: una scuola per chiunque e un vero divertimento – questo “Curioso accidente”, che Carlo Goldoni scrisse nel 1760, te lo sconquassa, te lo fa esplodere di gran dinamismo, di corse dal palcoscenico alla sala, di urla e di inseguimenti, di equivoci e di bisticci e di lotte di sfrenata fisicità. Tutto diventa “altra cosa”, diventa una festa del teatro. A cominciare da quel palcoscenico (la scena è firmata da Alessandro Camera), una scena sghemba, un affollato dietro le quinte semmai ben visibile, uno spazio che parrebbe pronto per l’apparizione fulminea di una Madama Pace, un palcoscenico che non soltanto ospita una dozzina di spettatori, accomodati sul fondo, nelle loro brave poltrone rosse, ma pure riempito di due pianoforti largamente adoperati con le musiche di Andrea Nicolini (su uno di essi, il fantoccio di un Arlecchino, una gamba penzoloni tra tastiera e spartito: in riposo, addormentato? certo morto no), un rosso sipario che scende sino in platea, le casse e i capaci bauli ad accogliere le palandrane, i “roboni”, e le uniformi degli attori, tappeti e scivolo a far da ponte tra chi recita e chi assiste, sedie, le grandi luci in bella vista, il camerino del primo attore a far da confessionale e casa, lo specchio con le sacrosante lampadine fulminate.

L’argomento di questa Commedia non è che un fatto vero, verissimo, accaduto non ha molto tempo in una Città di Olanda. Mi fu raccontato da persone degne di fede in Venezia al Caffè della Sultana, nella piazza San Marco”, avverte l’autore “a chi legge”, narrandoci poi che il periodo storico è quello della Guerra dei sette anni – con l’Inghilterra (e alleati) a combattere contro la Francia (e alleati), con la disfatta di questa e la perdita di territori in giro per il mondo -, dell’ospitalità da parte del ricco Filiberto, mercante della non belligerante Olanda e, peggio per lui, di una saggezza soltanto apparente, dello squattrinato Monsieur de la Cotterie e del suo attendente, dell’innamoramento per Giannina, la figlia del padrone di casa, dabbene oltremodo ma prontissima a guidare l’intero gioco, maliziosa e trasgressiva quanto conviene, buona rappresentante di uno schietto quanto fermo femminismo. Di come questa, pur ricambiandolo, tema i sospetti del genitore e il suo parere avverso a quella unione e pensi bene quindi di imbastire un nuovo innamoramento per il bel tenente, inconsapevole vittima Madamigella Costanza, figlia di un acerrimo nemico del mercante. Immancabile nasce una rete di imbarazzanti equivoci che non possono non coinvolgere ogni personaggio, che ignora e che è messo al corrente, che stupisce dinanzi ai nuovi comportamenti del ricco padrone, che qui non raccontiamo, che allinea altresì la servetta di turno che, in quell’atmosfera di amori caldeggiati e delusi, pretende giustamente il suo.

Lavia, per l’occasione divenuto pure paroliere con certe strofe che attraversano l’azione, immergendosi in un Goldoni che poco compare sulle scene, si ritrova tra le mani una gran bella materia, prima di tutto una divertente commedia degli equivoci che con approfondito ribaltamento si tramuta in un tratto amaro o certo amarognolo, campeggiandovi la quasi distruzione della figura paterna, la presa in giro di una sfacciata mascolinità, il tutto come decadente e sgangherato ma portato ad alti gradi di poesia. Lavia, se da un lato tra le risate alleggerisce con massime pseudo filosofiche e lui stesso esterrefatto cita grandi pensatori del passato, allo stesso tempo maneggia con sempre grande sicurezza la Storia che s’immette nella vita quotidiana e quell’aria di catastrofe (“Il mondo è finito!”) che minaccia da più parti, verso la caduta del secolo dei lumi e la Rivoluzione pronta di lì a non molto a dare i suoi primi tremendi scossoni. È uno spettacolo godibilissimo questo “Curioso accidente”, prodotto da Effimera, dal Teatro di Roma e dal Teatro della Toscana e presentato al Carignano sino a domenica 28 gennaio nel cartellone dello Stabile torinese. Godibilissimo (anche se il “gioco” verso il termine si scopre, non ha davvero importanza) perché a guidarlo, con il primo attore tutto sicurezza e dabbenaggine e sconfitta, una vera allegria vederlo “recitare”, è una compagnia che non bada a spese nel buttarsi a capofitto nella storia e in ciascun personaggio, de la Cotterie di Simone Toni ha i giusti slanci vitalistici e amorosi, Federica De Martino sottile innocenza e una bella grinta a gettare in prima linea la sua Giannina, Giorgia Solari e Beatrice Ceccherini giocano a divertire e a languire con loro e altrui divertimento. Con loro ancora Leonardo Nicolini, Lorenzo Terenzi, Andrea Nicolini divenuto attore con bella foga e l’Arlecchino “batocio” di Lorenzo Volpe: tutti negli abiti di Andrea Viotti, sporcati dei colori intensi del blu, del giallo, del verde. Serata divertita, risate senza risparmio, applauditissima: costretti a ricevere gli applausi anche gli spettatori in palcoscenico, schierati e mescolati in bella fila, se ci volesse ancora la prova del ponte che Lavia sa creare con il suo pubblico.

Elio Rabbione

Le immagini dello spettacolo sono di Tommaso Le Pera

In Barriera ritorna “In.FEST.ante”, Festival di Musica Contemporanea

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Negli spazi inediti dello storico “Circolo Arci Banfo” di via Cervino

Da sabato 27 gennaio, ore 19,30

Si inizia in pieno inverno e si chiude a primavera appena iniziata. Da sabato 27 gennaio a sabato 23 marzo. Fa indubbiamente una bella corsa, proponendo appuntamenti musicali d’indubbio interesse, la seconda edizione di “In.FEST.ante”, il “Festival di Musica Contemporanea e di Ricerca”, promosso dallo storico “Circolo Arci Banfo”di Torino in partenariato con la torinese associazione “Babelica aps” e la romana “Magma aps”, forti del sostegno della “Fondazione Compagnia di San Paolo”. L’idea alla base è quella di portare la “musica di ricerca” fuori dai circuiti convenzionali, in un quartiere che, contro i luoghi comuni, è il più “europeo” della città e il più ricco di realtà ed energie creative. Ispirandosi ai “tiny desk concert”, concerti con allestimenti molto semplici in “luoghi inaspettati”, “In.FEST.ante” va così in scena negli spazi del “Circolo Arci Banfo” in via Cervino 0, a Barriera di Milano. Un “luogo altro”, dunque, che si apre ai set e alla “ricerca musicale” per un progetto che prevede di avvicinare non solo appassionati e addetti ai lavori ma anche tanti curiosi. Un’incursione è anche prevista alla “Galleria Gagliardi & Domke” di via Cervino 16, che ospiterà una data del festival, nella quale la musica creerà interazioni visive e concettuali con le opere d’arte esposte.

Gli artisti selezionati dalla direttrice artistica Rosy Togaci sono tutti noti a livello nazionale ed internazionale e rappresentano appieno, e nella maniera migliore, la “sperimentazione artistica” e la “multidisciplinarietà” dei linguaggi musicali. Sottolinea la stessa Togaci: “Per la sua seconda edizione, In.FEST.ante allarga il suo focus allo scambio e all’incrocio di culture. La rassegna, che ha le sue radici nel quartiere multietnico di Barriera di Milano, ha voluto invitare artisti nazionali e internazionali dalle identità musicali complesse, per sviluppare coralmente un “mosaico di suoni” tra origini e prospettive globali, mappe musicali, universi di ritmi, battiti, e tonalità che generano nuove cartografie sonore”.

Musica e musiche, ma non solo. Nella mattina  del giorno del loro set, infatti, i musicisti si faranno anche “maestri”, realizzando una lezione per “spiegare” e “condividere” la loro musica con i bambini delle scuole del quartiere, protagonisti abituali delle attività del “Circolo”, che ospita anche una “Biblioteca popolare”, una “streetview art gallery” e organizza attività di “doposcuola”, nonché corsi di lingua italiana per i residenti stranieri.

Ad aprire le danze, sabato 27 gennaio, sarà il chitarrista romano, arrangiatore e “manipolatore elettronico”, Marco Bonini che si esibirà in uno spettacolo dalle grandi sorprese e suggestioni, dal titolo “Rituale domestico”.

A chiudere i giochi, sabato 23 marzo, negli spazi della “Galleria Gagliardi & Domke”(via Cervino, 16 – Unica esibizione “fuori casa”, tutte le altre sempre al “Circolo Banfo”) sarà “Here The Was Once A Sea” con Pouya Ehsaei, musicista, sound designer e promotore iraniano, attualmente residente a Londra, dov’è considerato uno dei musicisti elettronici più prolifici.

In mezzo, sabato 10 febbraio, “Didjin Beat”con Christian Muela (Italia-Congo), musicista specializzato in “didjeridoo”, strumento a fiato aborigeno con cui Christian compone musica contemporanea elettronica e sonorità urbane provenienti dal Trip hop, Dub e Techno. A seguire (24 febbraio) la romana Barbara De Dominicis con Christian Maddalena ed Elio Martusciello, in “Body Maps”, mentre (sabato 9 marzo) andrà in scena “Zaleska”, con Caterina Palazzi, leader della band “Sudoku Killer” e annoverata, nel 2022, tra i venti migliori bassisti italiani di sempre dalla rivista “Rockit”.

Tutti gli appuntamenti si terranno a partire dalle 19,30. Ingresso libero con la formula “up to you”.

Dettagli sugli appuntamenti e sulle singole iniziative previste in: www.circolobanfo.it/in-fest-ante-2024

g.m.

Nelle foto:

– Marco Bonini

– Caterina Palazzi (ph. Paolo Cruschelli)

– Barbara De Dominicis

– Pouya Ehsaei

Disturbi nutrizione, dal Governo ok al progetto del Piemonte

«Con deliberazione del 15 luglio 2022, la Giunta ha recepito l’Intesa tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano sull’Allegato tecnico per la definizione di criteri, modalità e linee di intervento per l’utilizzo del Fondo per il contrasto dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione e ha approvato gli indirizzi per l’attuazione, in coerenza anche con il disposto della L. R. 10/2022.
Il progetto attuativo di quanto previsto dalla citata normativa, presentato dalla Regione Piemonte al Ministero della Salute, è stato valutato positivamente da quest’ultimo, grazie al costante impegno sia della Direzione Sanità, sia delle Aziende Sanitarie e degli operatori coinvolti nel progetto medesimo».

Cosi l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, in risposta all’interrogazione consiliare sul finanziamento del fondo per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione.

«Per quanto sopra – continua l’assessore Icardi -, ribadendo l’importanza dell’argomento, è impegno dell’Assessorato alla Sanità, in pieno accordo con altre Regioni, interloquire con il Ministero della Salute al fine di risolvere le criticità sull’intero territorio nazionale, a tutela e beneficio dei pazienti affetti da disturbi della nutrizione e dell’alimentazione».

Molestie alle allieve: insegnante di religione condannato

Il Tribunale di Torino ha condannato a due anni di reclusione per violenza sessuale un insegnante di religione di un liceo accusato di avere molestato alcune sue studentesse. All’imputato è stata concessa la sospensione condizionale della pena ma con obbligo  di partecipare a un programma di recupero. La Procura aveva chiesto di derubricare il reato a molestie, i giudici hanno invece riconosciuto la violenza sessuale, seppure nell’ipotesi lieve.

Steve Mc Curry ha incontrato i piccoli pazienti del Regina Margherita a casa UGI

Innocenza e dolore dei bambini colpiti dal cancro, il loro coraggio e la loro forza. Negli occhi dei bambini di casa UGI ci sono il bianco e il nero, me anche i colori dell’arcobaleno, che si sono illuminati nel momento nel quale la porta si è  aperta e è  entrato Steve McCurry che, all’invito dell’organizzazione di volontariato,ha risposto senza indugi.

 

Mercoledì sera il famoso fotografo americano ha presentato il suo ultimo libro, Devotion, 150 immagini per raccontare l’essere umano quando si dedica a qualcuno non per dovere ma per amore.

Quello stesso amore incondizionato che ha portato, nel 1980, alla nascita dell’Unione genitori italiani contro il tumore dei bambini e  che oggi, con la stessa devozione,  aiuta i piccoli pazienti dell’Ospedale Infantile Regina Margherita e le loro famiglie, grazie a duecento volontari.

Steve Mc Curry  ha voluto conoscere da vicino la realtà torinese che è diventata un modello di Odv. È  stato accolto ieri mattina dal direttore esecutivo di UGI, Massimo Mondini e da Marcella Mondini, segretario generale. Ha visitato la struttura di corso Unità d’Italia e nella grande sala ha incontrato i pazienti e i loro genitori, accompagnato dal suo manager Giuseppe Ceroni.

Mc Curry ha inoltre accettato di presiedere la giuria di eccezionedel concorso fotografico di UGI, che quest’anno è dedicato al gioco e rimarrà aperto fino al 25 febbraio, ultimo termine per la consegna dei lavori.

“Sono molto felice di essere stato qui – ha spiegato Mc Curry al termine della visita – in questa realtà che è  un  esempio di devozione, attraverso l’aiuto a famiglie e bambini, ai quali i volontari dedicano tanto amore, tempo e passione. Sono anche onorato di partecipare all’iniziativa del concorso fotografico, che rappresenta un momento di crescita per questi bambini che, attraverso il gioco, possono sviluppare la loro fantasia e creatività”.

 

Mara Martellotta

La Regione scommette (con nuovi fondi) su Cultura, Ricerca e Innovazione

Nel 2024 il comparto Cultura avrà a disposizione 44,7 milioni di euro di risorse regionali (+2,2 mln del 2023), cui vanno aggiunti 44,9 mln di fondi Pnrr (39,5 mln per la tutela e la valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale e 5,4 mln per raggiungere il target di oltre 1,3 milioni di oggetti digitali prodotti) fino al 2025 e 7 mln di fondi Fesr per il sostegno alla filiera del cinema (20 milioni complessivi nel triennio 2023-25). Le cifre sono state illustrate dall’assessore Vittoria Poggio in Sesta Commissione, presieduta da Davide Nicco, che si è riunita per l’esame del Ddl “Bilancio di previsione finanziario 2024-2026”.
L’assessore ha sottolineato che la gestione triennale degli interventi a sostegno delle attività culturali, introdotta dalla legge regionale 11/2018, “sta dando buoni risultati, consentendo alle associazioni di sviluppare progetti che durano nel tempo e con maggiori certezze di programmazione. In questi giorni abbiamo convocato i Tavoli della Cultura per la revisione del piano triennale, che contiamo di approvare a breve per proseguire con il lavoro avviato sul 2022-2024”.
Anche per il 2024 l’impegno per le residenze dello spettacolo dal vivo è di 227 mila euro di risorse statali e 235 mila di risorse regionali. Confermati inoltre gli stanziamenti di 70 mila euro per i progetti di promozione del patrimonio linguistico e dialettale, oltre a 10 mila euro per realizzare la segnaletica, e di 250 mila euro per gli istituti storici della Resistenza.
Nell’ambito delle misure destinate a cinema e spettacolo dal vivo previste dal programma regionale Fesr 2021/27, per il rilancio delle sale cinematografiche (8 mln di euro in totale) al momento sono stati approvati 7 progetti per 650 mila euro complessivi, mentre per il bando 2024 destinato a incentivare la produzione audiovisiva in Piemonte sono confermati i 4 mln dello scorso anno.

Ricerca e Innovazione

La Regione destinerà oltre 4,3 milioni di euro alla ricerca e all’innovazione nel 2024: andranno a Casa delle imprese, Città dello spazio, accordi di innovazione, Esa Bic Turin, risorse cui andranno aggiunti i fondi destinati a ricerca e innovazione provenienti dalla nuova programmazione nell’ambito del POR FESR 2021-2027: ha spiegato l’assessore Matteo Marnati, esaminando le voci del bilancio di previsione di sua competenza.
In tema di reti e altri servizi di pubblica utilità, 2,8 mln di fondi statali serviranno principalmente a garantire internet veloce nelle aree dove gli operatori di mercato non hanno programmato investimenti diretti e a ridurre le marginalità territoriali.

Occupazione in Piemonte a gennaio 2024: cresce la domanda sia nei servizi che nell’industria

Metà dei contratti a tempo determinato

A cura di lineaitaliapiemonte.it

Sono circa 38.590 i contratti programmati dalle imprese piemontesi per gennaio 2024, valore che sale a 95.940 se si considera l’intero trimestre gennaio-marzo 2024 secondo i dati di Unioncamere e Anpal. Resta il problema della difficoltà di reperimento che riguarda oltre la metà delle assunzioni previste. La domanda di lavoro a gennaio 2024 è trainata dai contratti a tempo determinato con il 50% delle entrate programmate

Il trend delle assunzioni previste per il prio mese di questo 2024 appare positivo sia a livello mensile (+1.250 entrate rispetto a gennaio 2023, per una variazione tendenziale del +3,3%), sia su base trimestrale (+4.310 assunzioni rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente), in analogia rispetto a quanto avviene a livello complessivo nazionale (+0,9% su gennaio 2023 e +5,3% rispetto a gennaio-marzo 2023).

Le entrate ipotizzate in Piemonte a gennaio 2024 rappresentano il 22,1% delle 174.500 assunzioni previste nel Nord Ovest e il 7,6% del totale di quelle nazionali (508mila circa).

Questi sono alcuni dei dati contenuti nel Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, basato sulle interviste effettuate su un campione di imprese nel periodo 13-30 novembre 2023.

Il 65,6% delle entrate programmate dalle aziende piemontesi riguarderà personale dipendente, il 21,1% lavoratori somministrati, il 4,7% collaboratori e l’8,6% altri lavoratori non alle dipendenze.

Metà dei contratti a tempo determinato

La domanda di lavoro a gennaio 2024 è trainata dai contratti a tempo determinato con il 50% delle entrate programmate (in calo rispetto ai mesi precedenti), seguiti da quelli a tempo indeterminato con il 38% dei casi (in aumento rispetto ai periodi precedenti). L’apprendistato rappresenta la tipologia contrattuale prescelta per il 9% delle entrate (stabile), mentre gli altri contratti detengono una quota residuale del 3% del totale complessivo regionale.


Le entrate per titolo di studio

Delle  38.590 entrate previste in Piemonte nel mese di gennaio 2024 il 19% è costituito da laureati (in crescita rispetto al 16% di dicembre 2023), il 31% da diplomati (in aumento, era il 29% il mese precedente), le qualifiche o diplomi professionali e la scuola dell’obbligo pesano rispettivamente il 33% e il 16% (in netto calo).

Maggiore richiesta nel settore dei servizi

Considerando i dati del trimestre gennaio-marzo 2024 emerge come siano sempre i servizi a formare la fetta più consistente della domanda di lavoro con 61.150 entrate, il 63,7% del totale (3.230 unità in più rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente). L’industria prevede 34.790 entrate, generando il 36,3% della domanda totale e segnando un aumento di circa 1.070 unità rispetto al periodo gennaio-marzo 2023.

Tra i servizi, il comparto che assorbirà la fetta più rilevante delle 95.940 entrate previste nel trimestre gennaio-marzo 2024 è quello dei servizi alle persone, con 13.320 ingressi (13,9% del totale), seguiti dal commercio, con 12.730 entrate e una quota del 13,3% del totale e dai servizi di alloggio e ristorazione, servizi turistici, per cui le imprese intervistate presumono di dover effettuare 10.600 assunzioni (l’11,0%).

All’interno del comparto industriale si distinguono le industrie meccaniche ed elettroniche con 8.390 entrate previste nel periodo in esame e il settore edile con 8.430 assunzioni nel trimestre e una quota del 8,8% del totale.

Il 19% delle entrate previste a gennaio 2024 in Piemonte sarà destinato a professioni commerciali e dei servizi, il 26% a dirigenti, specialisti e tecnici. Gli operai specializzati e conduttori di impianti produrranno il 32% delle entrate e solo il 10% sarà rappresentato da impiegati. I profili generici costituiranno il 13% delle assunzioni del mese.

Un terzo degli assunti sotto i 30 anni

Circa un’assunzione su tre (33,2%) interesserà giovani con meno di 30 anni. Nel 20% dei casi le imprese prevedono di assumere personale immigrato.

Si richiede esperienza

Per il 63,6% circa delle entrate viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore. Il 26,6% dei neo assunti sarà chiamato ad applicare soluzioni creative e innovative, il 14,0% coordinerà altre persone.

Aree di occupazione

Il 41% delle entrate sarà inserito nell’area della produzione di beni ed erogazione del servizio, il 18% nelle aree commerciali e della vendita, il 16% in quelle tecniche e della progettazione. La logistica assorbirà il 12% circa delle assunzioni programmate per il mese di gennaio 2024, l’area amministrativa e quella direzionale genereranno rispettivamente il 6% e il 7%.

Mismatch tra domanda e offerta di lavoro

Si conferma elevato il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, che, a gennaio 2024, riguarda circa il 51,1% delle assunzioni. La difficoltà di reperimento è in aumento sia rispetto al mese precedente (49,2%), sia di 1,8 punti percentuale rispetto a un anno fa (49,3%). Ancora una volta, il dato piemontese risulta più elevato rispetto a quello medio nazionale (49,2%).

Le difficoltà sono legate in primo luogo alla mancanza di candidati (32,9%, sostanzialmente stabile rispetto a dicembre 2023), cui segue l’inadeguata preparazione dei candidati (13,9%, in aumento, invece, rispetto al mese precedente).

Le professioni più difficili da reperire

Nel dettaglio delle singole professioni, si segnalano criticità particolarmente elevate nell’individuazione di operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni, che risultano di difficile reperimento nel 78,8% dei casi (per circa 1.050 figure richieste), di operai specializzati addetti alle costruzioni e mantenimento di strutture edili (73,1%, circa 760 figure richieste), operai specializzati installazione manutenzione attrezzature elettriche /elettroniche (71,9%), fabbri ferrai costruttori di utensili (71,1%), meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine fisse e mobili (70,7%) e tecnici della salute, con una difficoltà di reperimento del 68,9% e 1.400 figure richieste.

Difficoltà di reperimento per titoli di studio e per qualifica

Per quanto riguarda i titoli di studio, a livello universitario la criticità maggiori si segnalano nel reperimento di laureati nell’indirizzo medico e odontoiatrico (83,0% di difficile reperimento) e in quello delle chimico farmaceutico (75,2%). Difficoltà più elevate rispetto alla media si riscontrano anche per la maggior parte degli altri indirizzi di livello universitario e in particolare per le lauree STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica).

Le imprese lamentano difficoltà anche nel reperimento di candidati con istruzione tecnica superiore (ITS, 74,2%) e, a livello secondario, per gli indirizzi socio-sanitario (70,9%) e turismo, enogastronomia e ospitalità (63,7%).

Per quanto riguarda la qualifica di formazione o diploma professionale, le problematiche maggiori si riscontrano per l’indirizzo riparazione di veicoli a motore (75,2%) e per quello elettrico (70,3%).

Pensioni di reversibilità, tutte le novità

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Chi ha redditi propri ha diritto a una pensione di reversibilità decurtata. Anzi, no: l’anno scorso una sentenza della Corte Costituzionale ha costretto il sistema pensionistico a una mini-riforma. Oggi, con notevole ritardo, l’Inps provvedere a porre rimedio.

Fino a non molto tempo fa, la normativa pensionistica imponeva una sforbiciata alla pensione di reversibilità di chi continuasse a incassare redditi propri. Secondo la ratio della legge, la pensione di reversibilità veniva progressivamente ridotta al crescere del proprio reddito.

L’Inps procederà dunque a rimborsare chi abbia ricevuto una pensione di reversibilità a importi ridotti negli ultimi 5 anni.

L’Istituto previdenziale invierà agli aventi diritto un conguaglio con i mancati importi per gli anni dal 2019 al 2023. Dal 2024, invece, i conti verranno fatti secondo i criteri indicati dai supremi giudici.

I tagli erano stati applicati a partire da chi possiede un reddito proprio superiore a 4 volte il trattamento minimo e non fa parte di nuclei familiari con figli minori, studenti o disabili. Questo il limite di reddito di riferimento per ogni anno, oltre al quale sono scattati i tagli: anno 2019 – redditi personali oltre i 20.007,39 euro annui; anno 2020 – redditi personali oltre i 20.107,62 euro annui; anno 2021 – redditi personali oltre i 20.107,62 euro annui; anno 2022 – redditi personali oltre i 20.449,26 euro annui; anno 2023 – redditi personali oltre i 21.985,86 euro annui.

Il conguaglio è dovuto per la pensione di reversibilità (che spetta anche al coniuge separato senza redditi) riconosciuta al coniuge o ad eredi, in assenza del coniuge. Sono due le categorie escluse dai conguagli: chi, negli ultimi 5 anni, abbia incassato un reddito proprio inferiore a 3 volte il trattamento minimo; chi faccia parte di un nucleo familiare in cui sono presenti figli minorenni, studenti o disabili di qualsiasi età.

Tirando le somme, il conguaglio spetterà solo a quella minoranza di persone rimaste vedove di un percettore di pensione dagli importi molto alti, in caso il superstite abbia redditi assai inferiori. Il conguaglio conterrà anche interessi e rivalutazione.

Non occorre fare domanda per ottenere il conguaglio della pensione di reversibilità dal momento che l’Inps procederà in automatico a elargire il dovuto ai beneficiari. Consigliamo tuttavia di verificare i propri diritti, a maggior ragione in caso di situazioni complicate dalla compresenza di pensioni erogate da differenti istituti o in caso di decesso anche del coniuge beneficiario.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

L’ictus ischemico: incontro all’Accademia di Medicina

Martedì 30 gennaio alle ore 21, l’Accademia di Medicina di Torino terrà una seduta scientifica, sia in presenza, sia in modalità webinar, dal titolo “L’ictus ischemico: dalla stroke unit alle nuove terapie di rivascolarizzazione”. L’introduzione sarà a cura di Roberto Mutani, Professore emerito di Neurologia, Università degli Studi di Torino e socio dell’Accademia di Medicina. I relatori saranno Mauro Bergui, Dirigente Neuroradiologia interventistica, Città della Salute di Torino e Paolo Cerrato, Dirigente Medico presso la Clinica Neurologica I, Università di Torino.

L’occlusione acuta di un vaso cerebrale provoca uno stroke – o ictus – ischemico, la terza causa di morte e la prima causa di disabilità nei paesi sviluppati. Fino ad una decina di anni fa, il paziente con ictus veniva semplicemente assistito, confidando nella “vis sanatrix naturae” – il recupero spontaneo. Oggi, è possibile ricanalizzare in acuto i vasi occlusi, con risultati clinici clamorosi, ma a spese di una profonda riorganizzazione della neurologia e della neuroradiologia che è ancora in corso.

Si potrà seguire l’incontro sia accedendo all’Aula Magna dell’Accademia di Medicina di Torino (via Po 18, Torino), sia collegandosi da remoto al sito www.accademiadimedicina.unito.it.