ilTorinese

FANTASTICANDO, la Fiera della Creatività e della Fantasia


11 – 12 ottobre 2025
Polo Fieristico Riccardo Coppo – Casale Monferrato (AL)

 Benvenuti alla Fiera FANTASTICANDO:

Un evento magico per grandi e piccini, dove fantasia e meraviglia prendono vita!

IL MAGICO MONDO DI HARRY, LA FABBRICA  DI CIOCCOLATO, ARTIGIANI CREATIVI, GONFIABILI , AREA GIOCHI, TORNEI, IL MANEGGIO INCANTATO, LA FATINA DEI DESIDERI E AREA FOOD:

Nell’ambito dell’evento vi attende un mondo magico, ispirato anche all’universo di Harry Potter:con ambientazioni suggestive e laboratori magici per tutti gli appassionati del celebre maghetto. Impara a creare la tua bacchetta, cimentati nelle lezioni di pozioni e scopri i segreti magici nascosti delle botteghe di Diagon Alley con  gli esperti professori  del magico mondo di Harry, partecipa ad una vera e propria partita di Quidditch e divertiti con le esperienze dell’Escape Room “Fuga da Azkaban”.

Potrai comprare oggettistica a tema tra cui bacchette magiche, tuniche, antichi libri e tanto altro nelle botteghe magiche situate all’estremità di Diagon Alley e farti una foto ricordo nell’area del famoso binario 9 ¾..

Nella fantastica Fabbrica di Cioccolato, i bimbi diventano piccoli maestri cioccolatieri: tra laboratori interattivi, dolci creazioni e golose sorprese, il cioccolato prende vita! Vieni a scoprire un mondo di bontà, dove il profumo del cacao incontra la fantasia. Un’esperienza dolcissima per tutta la famiglia!

Scopri l’arte dei maestri creativi e artigiani, dove ogni pezzo racconta una storia unica. Gioielli, decorazioni, accessori e molto altro. Oggetti unici, fatti a mano con passione, ispirati a mondi magici e incantati, perfetti per chi cerca qualcosa di speciale e fuori dall’ordinario, da regalare o regalarsi. Lasciati conquistare dalla magia della fantasia!

Un viaggio fatto anche di sapori, dalla tradizione alla novità! Dalla cucina italiana ad alcune  specialità internazionali, l’area street food della fiera è un’esplosione di gusti! Assapora hamburger succulenti, pulled pork, cannoli, puccia salentina, hot dog, ciambelle,crepes, zucchero filato, caramelle, patatine, pasticceria salentina assortita, cucina etnica, polenta, piatti della cucina piemontese, panini assortiti, birra a volontà, vino  e tanto altro. Un mondo di prelibatezze in ogni morso!

Nel maneggio incantato i bambini potranno conoscere e fare un giro sull’unicorno! Giocare nel bosco incantato e conoscere i personaggi che lo abitano.

Oppure divertirsi nell’area bimbi e sui gonfiabili.

La fiera Fantasticando non è dedicata solo ai bambini ma anche ad adulti appassionati del genere fantasy dove troveranno un evento ricco di emozioni, atmosfere incantate e tante sorprese da vivere in prima persona.

Non mancare alla Fiera FANTASTICANDO – il mondo magico ti aspetta!

L’evento è organizzato da D&N eventi S.R.L. in collaborazione con l’Associazione Creare col cuore, UMA, Chocolè, Eventi Doc, Dolce Party e con il patrocinio della Città di Casale Monferrato

Puoi acquistare i Biglietti online sul sito https://www.fierafantasticando.it/la-fiera/  oppure direttamente in Fiera.

Orari di apertura:https:
sabato e domenica ore 10:00 / 22:00

x info: info@fantasticando.it

commerciale@deneventi,it- cel. 3662829982

Ricordando Michele Lessona … “il Piero Angela” dell’Ottocento

Presentata a Torino la seconda edizione dei “Lessona Days” e il “Premio Lessona 2025”

Venerdì 10 e sabato 11 ottobre

Impossibile racchiudere in una sola voce “ciò” che é stato e “chi” è stato Michele Lessona. Rampollo di un’antica famiglia, terzo di nove figli di Carlo Lessona (direttore della “Prima Scuola di Veterinaria” in Venaria Reale) e Agnese Maria Cavagnotti, Michele nacque a Venaria Reale il 20 settembre 1823 e scomparse a Torino a 71 anni, nel 1894. Laureatosi in Medicina, esercitò per breve tempo la professione, per abbracciare poi tutto lo scibile, a portata d’uomo, connesso alle “Scienze”. Fu docente, zoologo, scrittore, politico (nel 1892, la nomina a “Senatore del Regno d’Italia”, su proposta dell’allora “Presidente del Consiglio” Giovanni Giolitti, suo caro amico), ma soprattutto eccelso “divulgatore scientifico” ante litteram, rappresentando – è stato ricordato – per il suo tempo ciò che per noi é stata la figura indimenticata del grande Piero Angela. Fra i più intelligenti divulgatori in Italia del “darwinismo”, diresse una delle prime Riviste di divulgazione scientifica dell’Italia unita, “La Scienza a dieci centesimi” e firmò un gran numero di articoli giornalistici raccolti in quattro volumi, sotto il titolo di “Conversazioni scientifiche”, ancora oggi considerati uno dei migliori esempi di “Letteratura Scientifica” in Italia. Forte il suo impegno anche in diverse Istituzioni torinesi. Fu Direttore del “Museo di Scienze Naturali”, Presidente dell’“Accademia delle Scienze”, nonché avveduto “Consigliere comunale”.


Https La “Scienza” come piena ragione di vita. E proprio come “pioniere scientifico”, Lessona è stato ricordato, nei giorni scorsi presso il “Museo Regionale di Scienze Naturali” di Torino, dove, in sua memoria, è stata presentata la seconda edizione dei “Lessona Days” (dedicata al tema del “Cambiamento Climatico”) e del “Premio Lessona 2025”, riconoscimento nazionale da consegnare al miglior divulgatore/divulgatrice professionista che sappia utilizzare nuovi strumenti e nuovi linguaggi per comunicare la Scienza. Entrambi gli eventi sono promossi dalla città natale di Michele Lessona e dalla “Regione Piemonte” con il “Museo Regionale di Scienze Naturali”.

Ospiti di grande rilievo dei “Lessona Days” e componenti della “Giuria” del Premio 2025 sono Beatrice Mautino (saggista e divulgatrice scientifica), la “climatologa” Elisa Palazzi e il giornalista scientifico Massimo Polidoro.

Le attività prenderanno avvio venerdì 10 ottobre, già dalla mattina, con la programmazione dedicata alle scuole, tra interviste doppie alle scienziate e specifici laboratori. Nel pomeriggio sono in programma visite guidate al “Museo Regionale di Scienze Naturali” di Torino.

Sabato 11 ottobreore 11,30, nel “Cimitero Capoluogo” di Venaria Reale, si terrà un omaggio a Carlo Lessona (padre di Michele, professore e direttore della “ Prima Scuola Veterinaria” di Venaria Reale”). Sempre sabatoalle 17, nella “Cappella di Sant’Uberto” della “Reggia” di Venaria, si terrà la consegna del “Premio Lessona”.

A seguire “Scienza in piazza”: talk, laboratori e dj Set dedicati a tutta la cittadinanza. Nel corso del pomeriggio “Piazza dell’Annunziata” a Venaria Reale, a partire dalle 15, si animerà con “Laboratori a tema ambientale e scientifico” aperti a tutti; dalle 17 alle 21, la giornata si concluderà con la “sonorizzazione ambientale” e “dj Set” di “RBL – Radio Banda Larga”, festa conclusiva della due giorni. Altri eventi e laboratori sono stati organizzati nei “Giardini” della Reggia di Venaria, al “CCR – Centro di Conservazione e Restauro La Venaria Reale” e alla Biblioteca Civica “Tancredi Milone”.

Il progetto si è avvalso anche della preziosa collaborazione e partecipazione di Silvia Lessona, trisnipote dello scienziato e di Pietro Passerin d’Entrèves, ricercatore e studioso di “Scienze della Vita” e di “Biologia dei Sistemi”, nonché profondo conoscitore di Lessona. Sua la dichiarazione: “Sono molto contento che l’organizzazione dei ‘Lessona Days’ e del ‘Premio Lessona’ prosegua grazie ad un proficuo e ampio partenariato fra le istituzioni che lo videro partecipe e che il programma sia particolarmente stimolante, ricco di argomenti e ben si adatti a celebrare la figura di un personaggio affascinante, veramente poliedrico e straordinariamente attuale. Michele Lessona ‘scienziato di molte arti’ e le sue opere continueranno così ad essere valorizzate nel tempo grazie a questo progetto di lungo respiro”.

Per info e programma completo: www.comune.venariareale.to.it

Gianni Milani

Nelle foto: La presentazione dei “Lessona Days” e del “Premio Lessona 2025”: Michele Lessona in un Ritratto di Carlo Pollonera; Silvia Lessona, trisnipote di Michele Lessona

Corconio, il lago d’Orta e “l’esilio rigeneratore” di Soldati e Bonfantini

 

Corconio è una frazione in collina di Orta San Giulio dove, tra il 1934 e il 1936, Mario Soldati e Mario Bonfantini trascorsero un lungo periodo dopo averlo scelto come luogo di volontario “esilio rigeneratore” per uscire da “storte vicende sentimentali”. Nel 1934 Mario Soldati aveva 28 anni, era già stato in America, si era sposato con Marion Rieckelman  – una sua allieva della Columbia –  e da qualche tempo scriveva sceneggiature per la Cines-Pittaluga di Roma. Ma, sfortunatamente, era incappato in Acciaio, film tratto da un soggetto di Pirandello, diretto da Walter Ruttmann: più che un insuccesso, un vero disastro. Si ritrovò licenziato, senza una lira e per di più anche un po’ sospetto agli occhi del Regime. Così prese una decisone netta, pur essendo per indole poco incline agli atti estremi: lasciò Roma e raggiunse l’amico Bonfantini a Novara e da lì,  in bicicletta, pedalando su strade sterrate e polverose “con ritmo quasi da professionisti” arrivarono al buen retiro di Corconio, stregati da panorama tra il lago, le montagne e le antiche case di pietra. Quel posto divenne il suo luogo dell’anima, del vino, delle carte : ci rimase due anni, lontano da Roma e dal cinema, in compagnia di Mario Bonfantini  (“vivendo la scrittori”) e della gente del posto. Nel racconto Un lungo momento magico lo scrittore torinese rievocò le circostanze che lo avevano spinto a cercare rifugio sul Lago d’Orta. Lo fece dopo la morte di Bonfantini, “ponendo fine al silenzio su quell’esperienza dovuto forse a quella forma di pudore cui si ricorre a volte per proteggere le cose più care”.

In quel tempo Soldati scrisse il suo primo e bellissimo libro, America primo amore, diario e racconti del giovanissimo intellettuale europeo della sua esperienza di vita negli Stati Uniti, tantissimi articoli e vari altri scritti tra cui la prima parte de La confessione. Soggiornarono all’albergo della famiglia Rigotti , quasi adottati da quella famiglia, dove Angioletta e sua sorella Annetta, la “Nitti”, mandavano avanti l’attività , perché il padre, pa’ Pédar, “badava alla campagna, alle bestie, a fare il vino, a distillare la grappa clandestina, a commerci vari, a divertirsi e battere la cavallina”. Corconio, cento abitanti allora, fu un luogo importante per Soldati e Bonfantini, in grado di offrire sorprese e meraviglie tra le pieghe più insospettabili della vita quotidiana, in prossimità del lago e sotto il “meraviglioso miraggio” del Monte Rosa. Lì condivisero con la comunità del piccolo borgo la vita, lenta e piacevole, scandita dalle partite di bocce e dalle “lunghe giornate al tavolino, ore interminabili proficue, difese e ovattate dal silenzio delle lente nebbie”. Conoscono personaggi eccentrici, ascoltando i loro racconti: il Nando, un “matto pacifico” che credeva di essere un genio della politica e si riferiva a se stesso in terza persona; il Cesarone, un uomo che aveva venduto sua moglie a un ricco capo mastro emigrato negli Stati Uniti. Insomma, fu un periodo d’incontri e di lavoro in un atmosfera dove Mario Soldati, cresciuto negli ambienti della borghesia sabauda, scoprì i valori della civiltà contadina, restandone influenzato. Soldati riconobbe l’importanza di quell’esperienza , parlando dell’antica amicizia con l’altro Mario, quando scrisse:..il momento più importante della nostra amicizia e forse anche della sua e della mia vita è tra l’autunno del 1934 e la primavera del 1936, quando il destino ci appaiò, ci assecondò nella scelta di un volontario esilio sul lago d’Orta: quell’autoconfino rigeneratore, quel delizioso paradiso perduto e ritrovato che accogliendo lui e me, Mario il vecchio e Mario il giovane, ci salvò in extremis da strazianti, estenuanti, storte vicende sentimentali e restituì l’uno e l’altro al suo vero se stesso. Fa bisogno di dire che recuperammo allora, e conservammo poi per sempre, il senso della realtà, della bellezza, della vita”. Sul finire della lunghissima parentesi romana, a metà degli anni Cinquanta, poco prima del suo “rientro al Nord”, Soldati frequentò assiduamente le zone della giovinezza come “villeggiante fuori stagione”, sul lago d’Orta e sul Maggiore, dove nacquero – ad esempio – i racconti de La Messa dei villeggianti.

A Orta e Corconio, Mario Soldati tornò anche per girare nel ’59 Orta mia, un magnifico cortometraggio della collezione Corona Cinematografica, di grande ed elegante narrazione, girato in un superbo Ferraniacolor. Già nel  1941 aveva scelto il lago per realizzarvi le scene conclusive del film Piccolo mondo antico e, successivamente, vi ambientò alcuni dei suoi Racconti del Maresciallo. Il filmato di Orta mia si chiude sulla terrazza di una vecchia osteria affacciata sul lago, richiamando il luogo che aveva accolto i due amici tanti anni prima. Per una significativa coincidenza, anche Mario Bonfantini, nel suo volume Il lago d’Orta del 1961, scelse di congedarsi dai suoi lettori con la stessa immagine di Soldati, descrivendo così l’albergo Rigotti: “Una modesta casa di belle linee dove era fino a non molti anni fa una cortese locanda: v’è chi sostiene che dalla sua lunga terrazza si gode, in ogni stagione, la più bella vista del lago”. Ora l’albergo non c’è più, ma tutto il resto è rimasto più o meno come allora. Dalla Chiesa di S. Stefano alla seicentesca villa della famiglia Bonola. La stazione , col quel rosso ferroviario dei muri sempre più smunto, da tempo è una casa privata: lì, i treni che sferragliano sulla Domodossola-Novara, non si fermano più da una vita. Ma se i muri delle case potessero parlare chissà quanti racconti avrebbe in serbo Corconio. Storie per chi sa ascoltare e non ha fretta. Come non ne avevano, a quel tempo, i due Mario.

Marco Travaglini

Merlo: Elezioni regionali, si vince e si governa dal Centro. Il campo largo è estraneo

“Mai come oggi è attuale e moderno l’antico adagio della Democrazia Cristiana che nel nostro
paese ‘si vince e si governa dal Centro’. Perchè, pur senza nulla togliere alle forze politiche
radicali, massimaliste, estremiste e populiste che albergano prevalentemente, se non quasi
esclusivamente a sinistra, è di tutta evidenza che chi oggi si candida a rappresentare la cultura, il
progetto e il ‘sentiment’ centristi non può stare nel ‘campo largo’. Anche perchè, nella coalizione
progressista dettano l’agenda politica e programmatica la sinistra radicale e massimalista di
Schlein e Landini, la sinistra populista e demagogica dei 5 stelle e la sinistra estremista ed
ideologica del trio Fratoianni/Bonelli/Salis. Per il Centro, da quelle parti, c’è posto solo in tribuna”.

On. Giorgio Merlo
Presidente nazionale ‘Scelta Cristiano Popolare’.

Emporio Solidale a Rivoli: Comune e Parrocchie insieme per le famiglie in difficoltà

Un progetto che mette al centro la dignità delle persone e il sostegno concreto a chi vive momenti di difficoltà. Con deliberazione della Giunta Comunale n. 180 del 12 giugno 2025, la Città di Rivoli ha concesso in uso gratuito, per sei anni rinnovabili, alcuni locali comunali in via Dora Riparia 2 alle sette parrocchie della città (S. Paolo Apostolo, S. Giovanni Bosco, Beata Vergine delle Grazie, S. Bernardo Abate, S. Bartolomeo Apostolo, S. Martino Vescovo e S. Maria della Stella) per la realizzazione dell'”Emporio Solidale”.

L’Emporio sarà uno spazio innovativo e inclusivo in cui le famiglie in difficoltà, seguite dai gruppi caritativi parrocchiali, potranno accedere a prodotti alimentari e per l’igiene personale, scegliendoli liberamente all’interno di un ambiente organizzato e accogliente. Un modello che supera l’idea dell’assistenzialismo tradizionale per promuovere un approccio basato sulla responsabilità, sul rispetto e sulla condivisione.

Particolarmente significativo è il fatto che l’Emporio abbia sede proprio all’interno di un edificio comunale: un luogo simbolico in cui i cittadini possono trovare non solo servizi e amministrazione, ma anche accoglienza e aiuto nei momenti di fragilità. Una scelta che sottolinea l’impegno del Comune a rendere la casa di tutti anche uno spazio di solidarietà.

“La nascita dell’Emporio Solidale rappresenta un passo importante per la nostra comunità: è la dimostrazione concreta che il Comune è vicino ai cittadini, non solo con atti amministrativi, ma anche con gesti capaci di restituire dignità e fiducia a chi si trova in difficoltà” – dichiara il Sindaco Alessandro Errigo.

“Con questo progetto – aggiunge l’Assessore ai servizi a sostegno delle famiglie, Silvia Romussi – diamo una risposta concreta a chi ha bisogno, creando un luogo che non è solo distribuzione di beni, ma occasione di incontro, inclusione e partecipazione attiva.”

La decisione di destinare i locali a questo progetto, senza gara ad evidenza pubblica, nasce dalla riconosciuta valenza sociale dell’iniziativa, che rappresenta un importante passo avanti per la città sul fronte della solidarietà. Grazie alla collaborazione tra Amministrazione comunale e comunità parrocchiali, Rivoli si dota così di uno strumento concreto per dare risposta ai bisogni delle persone più fragili, rafforzando il tessuto di solidarietà e inclusione che da sempre caratterizza la vita cittadina.

“Come comunità cristiana da sempre ci prendiamo cura delle persone con difficoltà, perché come cristiani ci accorgiamo che il Signore Gesù si prende cura di noi nelle nostre difficoltà e povertà.  – affermano i parroci di Rivoli – Nelle nostre diverse parrocchie già da decenni si rifornisce alle famiglie una o più borse spesa mensili per mezzo dei gruppi di volontariato vincenziano e della Caritas; da 8 anni il gruppo del Pane sul Muricciolo ha posto in essere un emporio a cui hanno accesso le famiglie di tutte le parrocchie per avere un di più di cibo e altri beni di consumo quotidiano.  In questi ultimi anni, con un lavoro di coprogettazione di tutti i gruppi, le associazioni, i preti e i diaconi dell’Unità Pastorale, siamo riusciti a creare un progetto comune, che ci permetterà non solo di camminare sempre meglio al fianco di chi ha delle difficoltà economiche, ma anche di testimoniare come la collaborazione e la comunione tra persone ed enti diversi (Parrocchie e Comune di Rivoli), possa essere un modo per costruire ponti di pace e di solidarietà.”

L’apertura dell’Emporio Solidale sarà accompagnata da attività di volontariato e percorsi di accompagnamento sociale. A queste si affiancherà anche l’iniziativa del “biglietto sospeso”, attraverso cui l’Amministrazione destinerà ingressi gratuiti a eventi culturali e sportivi a favore di persone o famiglie in difficoltà. Un gesto che mira a rendere la cultura e le esperienze accessibili a tutti, promuovendo non solo la solidarietà, ma anche la possibilità di condividere momenti di svago e arricchimento.

La luce lega il mare azzurro e i vecchi stabilimenti abbandonati

Nelle sale della galleria Malinpensa by La Telaccia, sino al 15 ottobre

È la luce il fil rouge che accomuna e lega la pittura a olio di Cinzia Gorini e le fotografie illividite o a mostrare luoghi abbandonati, fabbriche di un tempo, che stanno nell’ampio mondo artistico di Fabrizio Passera, ambedue gli autori ospitati sino al 15 ottobre nella elegante galleria di corso Inghilterra 51, diretta da Monia Malinpensa (orari: 10,30-12,30 / 16-19, chiusura lunedì e festivi; tel. 011 5628220 / 347 2257267; www.latelaccia.it). Per la pittrice, nelle sue opere “uniche” oppure narrativamente suddivise in due tre quattro sezioni, disposte talune ad occupare uno spazio orizzontale o, a ragion veduta, altrettanto verticale, a farla da padrone è il mare, paesaggi e atmosfere di ricordi e di sogno e di luminose libertà (rappresentato anche nell’abbinamento di sei formelle, 20 x 20 cm ciascuna,”Floating”, 2022) – “nella vasta distesa d’acqua io percepisco calma, una vera tranquillità e una pace rasserenante, in un orizzonte più o meno lontano, una calma che la vita di ogni giorno non consente e ci è negata” -, con i suoi azzurri predominanti, con l’adombrarsi delle onde che s’increspano, con le strisce di differenti colori, di diverse gradazioni, di mutevoli intensità. S’alterna il biancore delle schiume che arrivano a riva (“Blue Splash”, 2022), il moto delle acque che mescola i vari tratti, colpiti da una nuova luce o da un brillìo improvviso, inaspettato, del sole (“Vibrations”, 2025), le superfici appaiate, dove s’incrociano, in una suggestiva scala tonale, le pennellate più azzurre con quelle di un blu più imperioso, solcate qua e là da qualche tratto, ramato o aranciato, arrivato da chissà dove (“Electric Blue”, 2025), i colori pallidissimi di “Soffused Worlds” (2022).

Spiega così il suo mondo l’artista: “Le infinite sfumature del blu sono una tela su cui si dispiegano flussi di pensieri e dove le emozioni si intrecciano prendendo vita. Immaginare le infinite possibilità di intrecciare queste tonalità con frammenti di ricordi di navigazioni verso isole remote e paesaggi marini sconosciuti significa intraprendere un viaggio creativo, che fonde l’etereo con il tangibile.” Un viaggio quindi, un percorso che prende inizio da lontano, una memoria antica, che allinea tappe e risultati ogni volta diversi, laddove un mare non è eguale a un mare, ognuno possedendo una cifra precisa, un elemento, che lo rendono autonomo. Mai si ha l’impressione del déjà vu, mai chi guarda deve allontanare da sé il sospetto di un attimo di confusione. Una pittura che abbraccia pure un immaginifico – o realissimo: andiamo a sbirciare qualche pagina scritta! – mondo letterario, siano le pagine di Melville o di Conrad, di Baricco o di Ernest Hemingway, di Elsa Morante o di Raffaele La Capria, trovando chi lo vorrà un punto di riferimento nelle “Onde” di Virginia Woolf come nel vecchio gabbiano Jonathan Livingstone di Richard Bach. Potrebbe raccogliere tutte quante quelle pagine “Raccontare il mare” di Björn Larsson, pagine che raccolgono scritti e autori, narratori di distese azzurre, uno sguardo legato alle distese nordiche, al Larsson di origini svedesi: non lontano – forse – dall’universo di Gorini, che proprio a Stoccolma, nel 1996, debuttò con una sua prima personale, “Il Silenzio, L’Anima”, dove già indagava su fari e soggetti marini. Mari con le loro bellezze e i misteri, le avventure e i drammi, la serenità e la tempesta, la meraviglia e la cattura dell’attimo. Magari con il piacere di spingersi oltre, nel cuore di quelle sabbiose quanto finissime spiagge che quasi in maniera impercettibile, vasti spazi di un appartato mare del Sud del mondo, si mescolano caldamente con le prime propaggini della rena. Magari con il piacere di confondere il cielo e il mare, con tratti soffusi, rarefatti, impercettibili. Sottolinea, tra l’altro, Monia Malinpensa nella sua presentazione: “Le sensazioni cromatiche che si accendono sulla superficie della tela sono pulsanti di una naturalezza dell’immagine altamente suggestiva, in cui il racconto pittorico acquista una dimensione contemplativa e spirituale costante. Sono opere pittoriche che ci stupiscono e che emergono di un’interpretativa unica attraverso un’espressione dinamica del colore e del segno sorprendente.”

Ancora la luce nelle immagini di Fabrizio Passera – origini bergamasche, personali di notevole successo, finalista del concorso “Combat Prize 2022” e primo premio per la fotografia “La natura del Domani” alla 10a Biennale d’Arte Internazionale a Montecarlo l’anno successivo -, là dove il suo angolo di mostra si sbina, fissando da un lato, al piano superiore della galleria, dodici impressioni dell’isola di Rodi, datate 2023 (unica installazione, dodici cartoline/ricordo che poggiano su uno strato di sabbia sintetica, realissima in quelle tracce bruciate e annerite sparse qua e là, con tanto di indirizzo sul retro, ça va sans dire a Passera stesso, alleggerite da altrettanti francobolli a ricordare le bellezze dell’isola), devastata nella sua vegetazione da uno dei tanti incendi estivi. Gli alberi, ritagliati contro un anonimo cielo bianchissimo e spento, simili ad articolazioni rinsecchite e prive di vita, ritte o contorte, ancora massicce o debolissime, poggiano su una massa terrosa oscura e non più produttiva. Del tutto anneriti, sembrano scheletri, lasciati all’abbandono, esseri ormai inanimati a urlare una denuncia che forse rimarrà inascoltata, sola a esprimere tristezza e dolore, testimonianza rabbiosa, ricordi e visioni luminose di un tempo, emozioni ormai trascorse: “La fotografia di Fabrizio Passera è impegnata a valorizzare luoghi abbandonati e feriti che rinascono grazie alla forza espressiva e alla profonda umanità che l’artista ci guida a scoprire, l’origine e l’identità di un luogo ormai deserto donandone una nuova vita.”

Sono nuovi scenari quelli che si presentano a chi guarda (e con forza ammira), non soltanto la natura devastata dall’uomo ma – ancora forse maggiormente emozionanti – quelle immagini che sono al piano inferiore, di estremo rigore, di suggestioni che tendono ad accavallarsi allo sguardo, di una stupefacente immediatezza, di una tecnica ammirevole, di un eccezionale sentimento del ricordo. Di una ben augurante ricostruzione. Si tratta della serie “OW”, autentica sorgente di luce, amata, studiata, accarezzata o spinta all’eccesso, “dipinta” in quei grumi giallastri che vorrebbero donarle maggior vita, un riverbero, una istantanea presenza. Un susseguirsi di colonne a sorreggere capannoni, di arcate esplose in un ricamo di luci, esempi alti di archeologia industriale, la bellezza di certi fasci di luminosità o l’acqua che ristagnando riflette pareti e scale e ingressi ormai “délabré” o la natura che qua e là compare per riappropriarsi degli spazi perduti. Una sorta di apparizioni, una fabbrica di elettrodomestici che la crisi industriale di una parte dell’Italia – ma quei “momenti” potrebbero essere fissati ovunque – ha reso orfana di macchinari e di prodotti e di materiale umano soprattutto, presenze e ombre scomparse, vere memorie mute, testimonianza dell’animo di un artista che ha la potenza, in un unico scatto, di mostrarti quanto ci sia di Storia e di storie. O le scene, ancora, del “Cementificio”, immaginifica realtà scenografica che imprigiona in se stessa la realissima atmosfera di un tempo. E Passera, con la sua arte, spinge il visitatore alla ricerca di quel tempo perduto.

Elio Rabbione

Nelle immagini: nell’ordine, di Cinzia Gorini “So far so close”, olio su tela, 90×120 cm., 2025 e “Blue Splash”, olio su tela, 30×60 cm., 2022; di Fabrizio Passera “OW 04”, 75×120 cm., 2012 e “OW 03”, 105×105 cm., 2012.

Riqualificati (finalmente) i portici di Corso Vittorio da Porta Nuova a corso Re Umberto

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Dopo anni si provvede a rimediare allo spettacolo indecente, più volte sottolineato dal nostro giornale, che torinesi e turisti erano costretti a vedere: i portici storici nel tratto in questione erano ricoperti di scritte, scrostati e sporchi. Finalmente ora si interviene. Speriamo che duri

Restituire decoro e uniformità ai portici attraverso la pulizia delle superfici, l’eliminazione dei graffiti e il recupero degli elementi architettonici. È l’obiettivo del progetto di riqualificazione che ha preso il via e si concluderà nel mese di ottobre sotto i portici di corso Vittorio Emanuele II, promosso dalla Città di Torino insieme a Fondazione Contrada Torino Onlus.

“Con questo intervento — dichiara l’assessore al Commercio della Città di Torino Paolo Chiavarino — riportiamo bellezza e vivibilità in un tratto importante dei nostri portici, valorizzando uno degli elementi identitari più significativi della città. Grazie al coordinamento della Fondazione Contrada Torino Onlus sarà possibile ridurre al minimo i disagi dovuti ai cantieri, consentire ai proprietari di beneficiare di condizioni economiche vantaggiose e ottenere un risultato di grande qualità e omogeneità, realizzato nel pieno rispetto delle autorizzazioni della Soprintendenza ai beni culturali e artistici. Si tratta di un esempio concreto di collaborazione tra pubblico e privato che porta vantaggi al commercio, ai residenti e a tutta la cittadinanza”.

L’iniziativa, che interessa in particolare gli isolati di via Sacchi (civico 2) e corso Vittorio Emanuele II (civici 57-73), prevede un’ampia gamma di azioni di manutenzione, con particolare attenzione alle superfici più esposte al degrado: eliminazione di graffiti su intonaco e su pietra, restauro di elementi lapidei, pulizia delle volte, carteggiatura e rifinitura degli intonaci e sostituzione di quelli ammalorati, oltre alla riqualificazione in prospettiva delle vetrine, delle bacheche e dei chioschi tra i pilastri.

“L’avvio di questo progetto rappresenta un passo concreto nella lotta al degrado e nella valorizzazione dei nostri portici — afferma il direttore della Fondazione Contrada Torino Onlus Germano Tagliasacchi -. L’iniziativa, oltre a migliorare il decoro e l’attrattività degli spazi, contribuirà a rafforzare la percezione di sicurezza e ad accrescere il valore immobiliare delle proprietà interessate. Grazie a un approccio strutturato e continuativo, inoltre, sarà possibile intervenire prontamente ogni volta che si presenterà la necessità, rimuovendo graffiti e ripristinando le superfici degradate in tempi rapidi. Auspichiamo che questa modalità, che unisce efficienza, risparmio e tutela del patrimonio urbano, possa essere replicata in altri tratti della città”.

“Grazie alla Fondazione Contrada, al lavoro degli uffici della Circoscrizione 1, alla collaborazione degli amministratori di condominio e al supporto dell’Assessore Chiavarino”  dichiarano la presidente della Circoscrizione 1 Cristina Savio e il coordinatore della Commissione consiliare Lavori pubblici Francesco Martinez -, “è stato possibile far partire questo progetto sperimentale, che consente risparmi per i condomini, una migliore visibilità della riqualificazione perché omogenea in un lungo tratto di portici e un solo cantiere, con autorizzazioni unificate. Nelle prossime settimane sarà possibile vedere un primo esito dei lavori, a cui seguiranno la pulizia dei corpi luminosi a cura di Iren e un progetto per la riqualificazione delle bacheche”.

Open Day Salute Mentale: ospedale Sant’Anna, supporto telefonico

(H) Open Day sulla Salute Mentale: il 10 ottobre l’ospedale Sant’Anna di Torino offrirà un servizio di supporto telefonico. Visite e servizi gratuiti in oltre 140 Ospedali Bollino Rosa di Fondazione Onda ETS e presidi dedicati alla salute mentale
In occasione della Giornata mondiale della Salute Mentale, che si celebra il 10 ottobre, l’ospedale Sant’Anna della Città della salute e della Scienza di Torino e Fondazione Onda ETS organizzano l’(H) Open Day sulla Salute Mentale coinvolgendo gli ospedali con Bollino Rosa e i presidi dedicati alla salute mentale. L’iniziativa giunta alla sua dodicesima edizione si pone l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sull’importanza della diagnosi precoce e favorire l’accesso alle cure, aiutando a superare paure, pregiudizi e stigma legati alle malattie della psiche. L’ospedale Sant’Anna della Città della Salute e della Scienza di Torino venerdì 10 ottobre 2025 dalle ore 10 alle ore 13 offrirà un servizio di supporto telefonico allo 011 3134067. Un counseling psicologico su dolore da endometriosi, vulvodinia e dolore pelvico cronico femminile.
«Nell’anno del nostro Ventennale ribadiamo l’impegno nell’ambito della salute mentale. I disturbi psichici impattano negativamente sulla qualità e sulla quantità di vita, investendone gli ambiti personale, affettivo-familiare, socio-relazionale e lavorativo e portando spesso a isolamento e solitudine. Per questo è importante intervenire il prima possibile: chiedere aiuto rappresenta il primo fondamentale passo per affrontare il problema» dichiara Francesca Merzagora, Presidente Fondazione Onda ETS.
Le oltre 140 strutture del network Bollino Rosa ed i presidi dedicati alla salute mentale che hanno aderito all’iniziativa offriranno gratuitamente visite psichiatriche, colloqui psicologici, sportelli di ascolto, somministrazione di test, info point, conferenze e distribuzione di materiale informativo per ansia, depressione, schizofrenia, disturbi dell’umore e del sonno, psicosi e disturbi del comportamento alimentare.
A partire dal 30 settembre i servizi offerti saranno consultabili sul sito www.bollinirosa.it con indicazioni su date, orari e modalità di prenotazione, accedendo alla sezione “consulta i servizi offerti”. È possibile selezionare la regione e la provincia di interesse per visualizzare l’elenco degli ospedali aderenti ed i relativi servizi offerti.
Fondazione Onda ETS, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, dal 2007 attribuisce agli ospedali che erogano servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali patologie femminili il riconoscimento del Bollino Rosa; il network, composto attualmente da 361 ospedali dislocati sul territorio nazionale, sostiene la Fondazione nel promuovere, anche all’interno degli ospedali, un approccio “di genere” nella definizione e nella programmazione strategica dei servizi clinico-assistenziali, indispensabile per garantire il diritto alla salute non solo delle donne ma anche degli uomini.
Sul sito www.bollinirosa.it è possibile avere maggiori info e:
• Consultare le schede degli ospedali premiati e i relativi servizi, utilizzando un motore di ricerca indicizzato per regione, provincia e area specialistica.
• Pubblicare un commento sui servizi premiati in base all’esperienza personale.
• Conoscere le iniziative realizzate da Fondazione Onda ETS in collaborazione con gli ospedali Bollino Rosa.
L’iniziativa è realizzata con la media partnership di Adnkronos Salute, Baby Magazine, Dottnet, Panorama della Sanità, Salutare e Tecnica Ospedaliera, con il patrocinio di SINPF-Società Italiana di Neuropsicofarmacologia, SIPG-Società Italiana di Psichiatria Geriatrica e Progetto Itaca e con il contributo incondizionato di ROVI Biotech e Viatris.
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Caporalato, sfruttamento del lavoro e “schiavitù”

Sfruttamento lavorativo e del caporalato al centro dei due incontri di approfondimento tenuti dalla Commissione Legalità del Consiglio regionale , presieduta da Domenico Rossi.

Nel primo, i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil del Piemonte hanno illustrato analisi e proposte per contrastare un fenomeno ancora diffuso in diversi settori produttivi, in particolare agricoltura, logistica, edilizia, turismo e assistenza domiciliare.
Anna Maria Poggio e Denis Vair (Cgil) hanno sottolineato che lo sfruttamento non riguarda solo l’agricoltura ma tutti i settori in cui si moltiplicano appalti e subappalti, spesso terreno fertile per illegalità e precarietà. Il sindacato ha ricordato come la catena degli appalti, senza regole chiare, apra la strada a fenomeni di intermediazione illecita e caporalato. Tra le priorità indicate: maggiori controlli sul rispetto dei contratti, rafforzamento del ruolo pubblico dei centri per l’impiego, contrasto all’uso distorto delle cooperative spurie e alloggi dignitosi per i lavoratori stagionali. “Combattere lo sfruttamento significa restituire dignità al lavoro – hanno concluso – e garantire che dietro un prodotto di qualità ci sia anche un lavoro giusto e regolare”.
Cristina Maccari ed Ennio Capacchione (Cisl) hanno evidenziato l’importanza di consolidare le esperienze positive già avviate sul territorio, in particolare nelle province agricole, ma hanno denunciato la mancanza di continuità e coordinamento: “Non siamo all’anno zero – hanno spiegato – ma servono politiche stabili e una programmazione strutturata, gli interventi non possono dipendere solo da singoli progetti o finanziamenti”. Infine, hanno chiesto di rafforzare gli osservatori territoriali, rendere più efficiente l’attività ispettiva, vigilare sulle cooperative e migliorare la conoscenza della lingua italiana da parte dei lavoratori migranti, condizione essenziale per esercitare i propri diritti e uscire da situazioni di ricatto.
Per la Uil, rappresentata da Francesco Lo GrassoDomenico CutrìAlberto Battaglino e Giancarlo Anselmi il contrasto al caporalato passa soprattutto da tre fattori: garantire soluzioni abitative dignitose, favorire la formazione linguistica dei lavoratori stranieri e potenziare i controlli nelle campagne. La legge 199 del 2016 è ancora troppo poco applicata – hanno spiegato – e molte aziende agricole non hanno aderito pienamente ai protocolli previsti. Nelle province più esposte, come Asti e Alessandria, persistono casi di lavoratori reclutati informalmente o alloggiati in condizioni inaccettabili. Vanno anche censite le aziende agricole che non effettuano assunzioni regolari e di promuovere progetti di accoglienza dignitosa, perché non si può parlare di qualità dei prodotti senza qualità del lavoro.
Sono intervenuti per domande e approfondimenti Fabio Isnardi (Pd), Gianna Gancia (Lega) e Giulia Marro (Avs).
Durante il secondo incontro il sociologo Marco Omizzolo, tra i principali esperti italiani del fenomeno e fondatore dell’associazione In Migrazione Onlus, ha lanciato un forte allarme: “In Italia oggi circa 240mila persone vivono in condizioni di schiavitù, 100mila in più rispetto a dieci anni fa”.
Omizzolo ha illustrato “un quadro drammatico che riguarda tanto i lavoratori italiani quanto quelli stranieri impiegati nei campi e nell’agroindustria, spesso costretti a turni di 14-15 ore al giorno, pagati meno del salario previsto, privati dei diritti fondamentali e sottoposti al controllo di caporali e reti criminali”.
“Chi governa la produzione del cibo governa la vita”, ha ricordato, sottolineando come “il sistema delle agromafie muova un giro d’affari stimato in oltre 25 miliardi di euro l’anno”.
Il fenomeno colpisce “in particolare i migranti, spesso indebitati già nei Paesi d’origine e resi ricattabili da imprenditori senza scrupoli, che ne sfruttano la vulnerabilità”.
Infine, ha ricordato “l’importanza della Legge 199/2016 contro il caporalato e della Rete del lavoro agricolo di qualità”, chiedendo che venga “finalmente attuata in modo omogeneo in tutto il Paese per garantire diritti, dignità e giustizia sociale a chi lavora la terra”.
Sono intervenuti per domande Davide Zappalà (Fdi), Monica Canalis Rossi (Pd).
“Due audizioni importanti oggi ci hanno permesso di continuare il lavoro sul tema dello sfruttamento lavorativo presente anche nella nostra regione. Dobbiamo passare da interventi progettuali a interventi strutturali come oggi più volte ricordato anche dalle persone audite ed eliminare le condizioni, anche normative, che generano sacche dí sfruttamento”, ha concluso Rossi.

Ufficio Stampa CRP

Monferrato Green Farm 2025, edizione all’insegna della qualità

E’ calato domenica sera il sipario sulla terza edizione di Monferrato Green Farm, Fiera del Verde e dell’Agricoltura, che si è svolta da venerdì (inaugurata con il taglio del nastro del sindaco di Casale Monferrato Emanuele Capra) a domenica al Pala Riccardo Coppo di Casale Monferrato, fregiandosi per il primo anno dl titolo di Fiera Nazionale. Arrivavano, infatti, da 7 regioni gli espositori che vi hanno preso parte. L’edizione 2025 è stata all’insegna della grande qualità delle proposte presentate nelle aree in cui era suddivisa: Area di esposizione e mostra di animali -Area Bimbi-Maneggio, Agricoltura- Fattoria Didattica, Salone delle Eccellenze Alimentari-Ristorante e Birrificio, Benessere e cura naturale della persona. A queste si sono aggiunti i momenti culturali nel Campus Eventi coordinati dal direttore tecnico Elena Maggiora – tra i quali ha spiccato l’alto contributo del professor Claudio Cassardo docente all’Università di Torino sul clima e le sue ripercussioni sulle colture agricole – le ‘incursioni’ nel mondo dello spettacolo con i dialoghi di Paolo Formia con il regista Salvatore Gatto e Cristian Imparato vincitore della prima edizione di ‘Io Canto’, l’esibizione sabato sera dei ‘Mellanurca’, l’ampio spazio dedicato all’arte coordinato dal Maestro Piergiorgio Panelli con ‘A New Journey 3’ dove la natura attraverso la sua bellezza ha cercato un dialogo etico ed estetico con l’essere umano. E poi ancora con le esposizioni artistiche, fotografiche e pittoriche nel Campus Eventi curate dal Direttore Tecnico Elena Maggiora e l’allestimento di prestigio curato dal garden designer Marco Marinone arricchito dalle sculture del grande artista piemontese Giovanni Tamburelli, già presente alla Biennale di Venezia. Una novità di questa edizione è stata la presenza dell’Istituto di istruzione superiore Galileo Ferraris di Vercelli (con l’Agrario Calamandrei di Crescentino e l’alberghiero Ronco di Trino) accanto a quella ormai tradizionale dell’Istituto Tecnico Vincenzo Luparia di San Martino di Rosignano.
L’evento, organizzato da D&N Eventi S.R.L. in collaborazione con il Comune di Casale Monferrato, l’Unione dei Comuni della Valcerrina, Associazione dei Comuni del Monferrato e Confartigianato Imprese Alessandria inoltre per la prima volta con visto una presenza dedicata al sociale grazie all’impegno del direttore scientifico Giancarlo Durando.

 


La manifestazione, nelle sue varie componenti ha avuto un denominatore comune nel valorizzare il rapporto esistente tra la natura, la sostenibilità, colture e culture del territorio (e non solo) a trecentosessanta gradi. Monferrato Green Farm, infatti, è si una Fiera Nazionale del Verde e dell’Agricoltura ma da subito ha fortemente condiviso il coinvolgimento di tutti i comparti produttivi , artigianato, industria e commercio in una prospettiva di crescita del territorio sostenibile per l’ambiente. E la scelta di Casale Monferrato, nel cuore di un territorio rurale patrimonio dell’Umanità Unesco, non è casuale, per la sua storia e le sue tipicità
Monferrato Green Farm 2025 ha avuto il patrocinio della Regione Piemonte, del Comune di Casale Monferrato, del Comune di Olivola (Prima Città dell’Olio del Piemonte, presente con un proprio stand in Fiera),della Provincia di Alessandria, Provincia di Mantova, Camera di Commercio di Alessandria Asti e la partnership di Enti, Aziende ed Associazioni tra cui Asproflor Comuni fioriti, Confartigianato Alessandria, Confagricoltura Alessandria, Fai Delegazione di Casale Monferrato, Garden club di Alessandria, Istituto Tecnico Vincenzo Luparia, Ediltecnica Ferrari BK, Vivai Varallo, Marco Marinone Garden Designer, Provera, Occhio con Occhio