ilTorinese

Garibaldi nel basso e medio Monferrato

Il ruolo di due donne importanti di fine ‘800: Francesca Armosino in Garibaldi e Giuseppina Sannazzaro in De Maistre

Armano Luigi Gozzano ripercorre il passaggio casalese del generale all’inizio della II° guerra d’indipendenza e nel luogo d’origine astigiano della terza moglie. La via centrale di Casale che da piazza castello conduce alla chiesa di S. Ilario fu intitolata a Garibaldi e a ricordo fu installata una lapide marmorea sul palazzo al numero 45 che in passato era proprietà dei Billioni, signori di Viarigi e Terranova. Il loro casato é raffigurato dagli stemmi applicati a pastiglia sui pannelli del portone d’ingresso.
Il palazzo passò in comproprietà al conte Placido De Maistre (1751-1814) infeudato nel 1780 di Castelgrana di Mirabello, capitano del corpo reale degli ingegneri di Torino, fratellastro di Barnaba (1744-1812) procuratore generale di Torino nel 1779. Originari di Nizza in Provenza, i De Maistre (Meystre) discendevano da una famiglia di magistrati. Il loro padre Giovanni Francesco
(1698-1760) conte di Caraz in Savoia era presidente della regia camera dei conti di Torino nel 1756, procuratore generale negli anni 1730-1760 di Carlo Emanuele III° e giurista ed economista del ministero G.B.L. Bogino durante il regno sardo-piemontese.  Favorì molto l’assunzione del cugino di 1° grado Francois – Xavier De Maistre (1705- 1789) come avvocato fiscale a Nizza, in seguito senatore e presidente del senato nel 1764 a Chambéry, padre del famoso Xavier (1763-1852) generale, pittore e scrittore diplomato all’accademia Albertina, autore del famoso “viaggio attorno alla mia camera” pubblicato a Torino nel 1794. Anne Constance, figlia del filosofo Giuseppe governatore di Sardegna e ambasciatore per i Savoia presso lo zar a S. Pietroburgo, ereditò dal marito duca Laval la villa del ‘700 a Borgo Cornalese di Villastellone. Lo stemma di questo comune reca le calendule dorate simbolo dei De Maistre, famiglia sussistente della nobiltà sabauda.
All’arrivo di Garibaldi a Casale, il palazzo  apparteneva a Giovanni De Maistre (1813-1876) componente della guardia d’onore reale, figlio del conte Luigi (1781-1852) riformatore delle scuole nel 1822, decurione e direttore dell’ospedale S. Spirito di Casale e di Giuseppina Gozzani di Luigi Gaetano marchese di Treville e Odalengo. Giovanni era sposato con Giuseppina Sannazzaro (*1812 Casale +1886 Torino in S. Francesco) figlia di Giovanni Battista conte di Giarole e di Giulia Callori contessa di Vignale. In vista dell’imminente pericolo austriaco, il re Vittorio Emanuele II° sistemato con il comando di stato maggiore a S. Salvatore, invitò Garibaldi di portarsi in città, lasciando una compagnia a protezione del porto di Pontestura, proprietà dal 1850 al 1861 di Felice Carlo Gozzani marchese di San Giorgio. In seguito il Gozzani ospitò il re Vittorio nel proprio palazzo S.Giorgio Gozzani, ora municipio di Casale, per meglio controllare la situazione. I De Maistre ospitarono il generale nella loro dimora casalese il giorno 3-5-1859, si pensa per la loro origine nizzarda.
Nonostante fosse costretto a letto per un forte dolore alla schiena, consigliato dal dott. Agostino Bertani chirurgo del corpo dei volontari, Garibaldi ripartì alle 4 del mattino del giorno 6-5-1859 verso Terranova con i  Cacciatori delle Alpi per presidiare la testa di ponte sul fiume Sesia. Malgrado la differenza di idee politiche, il generale rimase molto colpito dalla cortesia e ospitalità dei coniugi e con una lettera esposta nel 2009 nell’archivio di stato di Torino ringraziò la contessa. I De Maistre abitarono a Torino al n. 21 di via Po. Nel 1836 la contessa fu ammessa a corte. In seguito abitarono a  Cereseto nella grande villa barocca del ‘700 acquistata dal cugino Giuseppe Ricci 4° marchese di Cereseto, marito di Teresa Visconti di Luigi Emanuele conte di Ozzano e Giuseppina Gozzani di Giovanni Battista marchese di San Giorgio. La villa fu venduta da Giovanni De Maistre insieme al castello di Motta dei Conti e all’intero patrimonio, poi riscattati dalla moglie Giuseppina che passò la vita a pagare i debiti del marito. Ultimo discendente della nobile casata di Giarole é il conte Giuseppe Sannazzaro (*1962 Genova)
figlio di Ranieri e Maria Luisa dell’armatore genovese Alberto Ravano.
Le palazzine e il terreno circostante al castello di Giarole erano proprietà di Giuseppina Gozzani marchesa di Treville, suocera della contessa Sannazzaro. La dimora di Casale venne ereditata dalla figlia Giulia De Maistre (1835-1901) moglie del  cav. Giuseppe Lovera dei marchesi di Marie nella contea di Nizza (Alpi marittime), futuro vice ammiraglio. Alle ore 11.40 del giorno
23-10-1880 l’eroe dei due mondi giunse in treno alla stazione di S. Damiano D’Asti e alle ore 14 alla borgata Saracchi di Antignano per conoscere i familiari della terza moglie Francesca Armosino. Erano  accompagnati dai loro figli Clelia e Manlio unitamente a Teresita, figlia di Anita, con Stefano Canzio e il loro figlioletto. Il generale, ormai malato, era adagiato sul solito lettino e venne portato su una grande carrozza trainata da due cavalli. Al seguito altre carrozze con diverse autorità si diressero verso S. Martino al Tanaro attraversando il nuovo ponte sul torrente Borbore, inaugurato  dal passaggio dell’illustre ospite, in seguito detto ponte Garibaldi. Alla borgata Saracchi Garibaldi fu accolto da festeggiamenti con  musiche, archi trionfali, applausi, spari di mortaretti e bandiere. Pranzò nella villa Armosino da lui stesso fatta costruire ai cognati, poi detta palazzo Garibaldi, dove soggiornò fino al 1° novembre 1880. Grazie alla volontà del generale, la borgata fu staccata dal comune di Antignano e annessa al comune di S. Martino al Tanaro, ora Alfieri,
con decreto del re Umberto.
Francesca Armosino (*1848 Perosini di Antignano +1923 Caprera) discendeva da una nobile famiglia armena emigrata in Italia per sfuggire alle persecuzioni dei turchi contro i cristiani. Si trasferì a Caprera nel 1865 per diventare la balia di Teresita, primogenita di Garibaldi. Nonostante la differenza di età (58 lui e 17 lei) ebbero tre figli: Clelia, Rosa e Manlio tutti nati a Caprera prima del loro matrimonio avvenuto nello stesso anno 1880. Francesca fu sepolta accanto al marito e ai figli Rosa e Manlio. Antonella Armosino (*1960) discendente dai parenti di Francesca é creatrice di originali presepi natalizi. Utilizza fiammiferi, iuta, cera d’api e bottiglie di vetro ricoperte di creta. Unica rappresentante del Piemonte ad esporre il presepio in Vaticano per il S.S. Natale 2019, espone costantemente dal 2010 nella basilica Maria Ausiliatrice di Torino, santuario voluto da Don Bosco. Per il S.S. Natale 2021, su richiesta dell’antropologo astigiano Piercarlo Grimaldi, ha presentato a Cocconato il nuovo lavoro sul 4° re magio, ispirato dalle ricerche del drammaturgo astigiano Luciano Nattino. Il prozio paterno di Antonella fu chiamato Manlio, figlioccio della antenata Francesca, la quale trovò occupazione ai propri familiari come giardinieri e nelle scuderie di Caprera. Un componente monferrino dei mille garibaldini fu Giuseppe Moscheni (1836-1904) antenato dei proprietari della tenuta Gambarello di Mombello.
Giuliana Romano Bussola

Focus settimanale Covid Piemonte

SITUAZIONE EPIDEMIOLOGICA E VACCINALE COVID

In Piemonte l’occupazione dei posti letto ordinari si attesta al 3.6%, quella dei posti letto in terapia intensiva è all’1.9 %, mentre la positività dei tamponi è al 3.6%.

Per la quarta settimana consecutiva si registraun andamento decrescente rispetto al periodo precedente e la situazione rimane sotto controllo.

VACCINAZIONI

Dall’inizio della campagna vaccinale sono state somministrate in Piemonte 11.065.448 dosi, di cui 3.347.089 come seconde, 2.966.201 come terze, 835.496 come quarte, 259.778 come quinte, 46.697 come seste.

Tra giovedì 4 e giovedì 11 gennaio sono state vaccinate 6.590 persone: 48 hanno ricevuto la prima dose, 4 la seconda, 70 la terza, 769 la quarta, 4.016 la quinta, 1.683 la sesta.

FOCUS CONTAGI NELLE PROVINCE

In Piemonte nel periodo da giovedì 4 a mercoledì10 gennaio i casi medi giornalieri dei contagi sono stati 124.

Suddivisi per province: Alessandria 11, Asti 6, Biella 4, Cuneo 13, Novara 8, Vercelli 3, VCO 4, Torino città 27, Torino area metropolitana 41.

In totale, su base regionale, i casi degli ultimi 7 giorni sono stati 866 (-783). Questa la suddivisione per province: Alessandria 74 (-97), Asti 44 (-21), Biella 28 (-59), Cuneo 94 (-53), Novara 59 (-50), Vercelli 21 (-29), VCO 29 (-36), Torino città 192 (-174), Torino area metropolitana 289 (-219).

INCIDENZA DEL CONTAGIO NEGLI ADULTI

Nel periodo 410 gennaio l’incidenza regionale (ovvero l’incremento settimanale di nuovi casi di Covid per 100.000 abitanti) è stata 20.4 (-46.8%) rispetto a 38,3 del periodo precedente.

Nella fascia di età 19-24 anni l’incidenza è 5.9(-51.6%). Nella fascia 25-44 anni è 12.7 (-29-8%). Tra i 45 ed i 59 anni si attesta a 15.0(-53.1%). Nella fascia 60-69 anni è 23 (-54.4%). Tra i 70-79 anni è 40.7 (-49.6%). Nella fascia over80 l’incidenza risulta 62.7 (-39.3%).

INCIDENZA DEL CONTAGIO IN ETÀ SCOLASTICA

Nel periodo 4-10 gennaio, l’incidenza nella fascia 0-2 anni è 21.8 (43.8%), nella fascia 3-5 anni 1.1(49%), nella fascia 6-10 anni 0.6 (87.4%), nella fascia 11-13 anni 0.9 (79.1%), mentre nella fascia tra i 14 ed i 18 anni è 2.1 (19.2%).

Cambiamenti climatici in Val di Susa: l’Arca di Almese

Dal 15 al 23 gennaio con una mostra e una conferenza 

 

Nell’ambito del progetto ARCA, il teatro Magnetto di Almese ospiterà dal 15 al 23 gennaio una mostra dedicata al tema ambientale, con una particolare attenzione alla questione idrica. Giovedì 18 gennaio il geologo Giovanni Boschis racconterà il cambiamento climatico in Valle di Susa, dandoci una consapevolezza nuova per arginare i danni di maggiore entità e farci conoscere la memoria dei secoli passati. Anche sotto Natale il clima non ha smentito la condizione di emergenza  ambientale in cui ci troviamo, con raffiche di vento che hanno provocato numerosi e ingenti danni, arrivando a superare i 220 km/h sulla Sacra di San Michele; il territorio almesino e la Valle di Susa sono stati nuovamente colpiti da un clima decisamente anomalo.

Anche se questa volta il pericolo non è stato rappresentato dall’acqua, di fronte a queste calamità climatiche si inseriscono le iniziative con cui il progetto ARCA animerà le prossime settimane: un progetto importante con cui, nel 2022, il Comune di Almese ha vinto il bando “Mutamenti-Idee e azioni per il clima che cambia” promosso dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, con l’obiettivo di ottenere i finanziamenti necessari per la progettazione delle misure di adattamento che riguardano l’assetto idrogeologico del territorio comunale. Nell’ambito di questo progetto, il foyer del teatro Magnetto ospiterà dal 15 al 23 gennaio una mostra data in prestito dal MUSE di Trento: “Natura in movimento” è il titolo, e racconta come studi e innovazione possano anticipare e prevenire rischi idrogeologici, preparando le comunità ad alluvioni e calamità idriche.

Durante questa esposizione, interverrà il professore universitario e geologo Gianni Boschis con due conferenze: il 17 gennaio si rivolgerà alle classi terze della scuola secondaria di primo grado, raccontando i vari aspetti dell’acqua vista come memoria preziosa; il 18 gennaio, alle 21:00, il teatro Magnetto ospiterà una conferenza aperta a tutti sulla storia idrogeologica della Valle di Susa, modellata nei millenni da acque e ghiacciai.

“La mostra e le due conferenze – afferma il Vicesindaco di Almese Andrea Cavaliere – sono volte a sensibilizzare la popolazione di fronte ai rischi idrogeologici, perché solo la presa di coscienza dell’emergenza ambientale può portare alla definizione di strategie efficaci e concrete. Il progetto ARCA vuole essere uno strumento per fronteggiare i rischi idrogeologici attraverso azioni di sensibilizzazione e azioni concrete, quali la realizzazione della pavimentazione drenante, come dimostrano i molti parcheggi pubblici di Almese, che abbiamo terminato proprio pochi mesi fa nell’ambito di questo progetto.

 

Mara Martellotta

Manuale dello sport integrato e piccole storie che cambiano il mondo

Un grande entusiasmo ha avvolto la presentazione di ‘Io sono l’altro – Manuale dello sport integrato e piccole storie che cambiano il mondo’. L’iniziativa si è svolta venerdì 12 gennaio alle ore 11.00 presso la ‘Biblioteca Archimede’ in Piazza Campidoglio 50 a Settimo Torinese. L’evento, che ha visto un’importante partecipazione, ha voluto promuovere quello che non è un semplice libro di istruzioni o di regole che tratta il tema dell’inclusione, ma il frutto di un lungo percorso che ha coinvolto tantissimi professionisti del settore.

La presentazione è stata l’apice del progetto ‘Io sono l’altro’ incominciato due anni fa e nato con l’obiettivo di raccontare il concetto di integrazione, di unione e di rete. Un progetto creato per collaborare e per rendere ogni giorno la nostra società un posto migliore.

Il libro ha visto la partecipazione, in qualità di autori, di Matteo Barosso, Daria Fera, Gianluca Carcangiu, Cinzia Piazzese, Carolina Uga Forcieri ed Elena Bollati. Il volume è stato scritto con la collaborazione di un comitato tecnico scientifico formato da tanti professionisti di vari settori.

L’incontro, moderato dal giornalista Carlo Morizio, è partito con la lettura della prefazione del libro a cura di Francesco Proietti, Presidente Nazionale di CSEN, interpretata dall’attore Riccardo De Leo. Hanno poi aperto la presentazione i saluti istituzionali delle padrone di casa Elena Piastra, Sindaco di Settimo, e Carmen Vizzari, Presidente del Consiglio Comunale di Settimo.

Sono intervenute autorità legate alle città coinvolte a più livelli in questo progetto: Francesco Casciano, Sindaco di Collegno, Alessandro Sicchiero, Sindaco di Chieri, Helen Ghirmu, Assessore di Rivarolo Canavese, Clara Bramardi, Consigliere di Chieri, Sonia Gagliano, Consigliere Circoscrizione 4, Mario Fadda, Consigliere di Castiglione Torinese e Luigi La Rosa, Vice Sindaco di Beinasco.

Dopo gli interventi degli autori del libro e di alcuni membri del comitato tecnico scientifico, l’evento è proseguito con Andrea De Beni, co-fondatore dell’Adaptive Academy di Rivoli che si è soffermato sulla parola ‘limite’ e della sua esistenza intesa come il sale della vita, l’alzarci ogni giorno e vivere le cose nel migliore dei modi possibile.

La presentazione è stata chiusa da un video con l’intervento del Ministro delle disabilità, Alessandra Locatelli, che ha presenziato ad uno degli eventi del progetto ‘Io sono l’altro’.

Dott. Gianluca Carcangiu, Presidente CSEN Piemonte: “Ognuno degli autori ha contribuito in maniera eccezionale alla stesura del manuale. Come CSEN Piemonte siamo molto orgogliosi di averlo potuto presentare in questa straordinaria cornice. In tutto questo tempo abbiamo collaborato con amministrazioni locali di diversa appartenenza, ma tutte ci hanno fatto sentire a casa. Il manuale ha una parte iniziale di contesto, ma poi ci sono anche tanti esercizi pratici pensati con l’aiuto del comitato tecnico scientifico”.

About ‘Io sono l’altro’ – Progetto targato CSEN Piemonte e cofinanziato dalla Regione Piemonte. I temi trattati sono quelli dell’inserimento, del sostegno e dell’integrazione all’interno della cornice dello sport integrato. Gli obiettivi del progetto sono: la creazione di un manuale di lavoro contenente esercizi sportivi per l’integrazione, un corso di formazione per operatore sportivo per l’integrazione sociale, laboratori esperienziali nelle scuole secondarie di secondo grado ed eventi di promozione nei comuni che hanno aderito al progetto coinvolgendo le scuole secondarie di primo grado. I Comuni coinvolti sono Nichelino, Settimo Torinese, Castiglione Torinese, Beinasco, Torino (Circoscrizione 4), Collegno, Alpignano e Chieri.

About CSEN Piemonte – Centro Sportivo Educativo Nazionale in Piemonte. Ente di promozione sportiva riconosciuto dal CONI, opera nel campo della formazione sportiva e organizza su tutto il territorio nazionale corsi e seminari. Il Comitato Regionale Piemontese è uno dei più importanti centri di formazione nazionale e organizza corsi riguardanti Arti Marziali, Fitness e Body Building, Functional Training, Discipline Bio-Naturali, Cinofilia, Danza Sportiva fornendo le conoscenze e le abilitazioni necessarie.

Patto Zona Ovest compie 25 anni

Ad Alpignano, all’opificio Cruto, ricorrenza per il 25esimo anniversario  del patto territoriale della zona Ovest di Torino il 16 gennaio prossimo

 

Il 16 gennaio prossimo il patto territoriale della Zona Ovest di Torino compirà 25 anni.

Il percorso di costruzione del patto territoriale della zona Ovest di Torino si è  concretizzato, infatti, nella sottoscrizione del “Protocollo d’intesa del Patto territoriale della zona Ovest di Torino” il 16 gennaio 1999 ad Alpignano presso l’opificio Cruto.

L’intesa ha coinvolto i Comuni di Alpignano, Buttigliera Alta, Collegno, Druento, Grugliasco, Pianezza, Rivoli, Rosta, San Gillio, Venaria Reale e Villarbasse.

Scopo principale è stato ed è quello di coniugare le esigenze delle imprese con una programmazione dello sviluppo locale concertato compatibile che tenga conto sia di una visione fortemente collegata al mercato e legata a regole che travalichino i contesti geografici e l’identità storiche e culturali, sia di una visione capace di investire la sfera della socialità intera, intesa come bisogni degli individui rispetto ad alcune certezze fondamentali, quali il diritto al lavoro. Lo stesso anno ha visto nel mese di dicembre, a Venaria Reale, la sottoscrizione del patto territoriale vero e proprio, con tutti i progetti imprenditoriali dei privati e infrastrutturali da parte dei Comuni, ammessi a seguito del bando emesso nel mese di novembre.

Il patto della zona Ovest di Torino in questi anni è riuscito a progredire oltre lo stadio iniziale di supporto ai progetti finanziati con le risorse dello stato, trasformandosi in uno strumento di sviluppo locale.

Oggi il patto opera, su iniziativa dei singoli Comuni, in diversi ambiti dello sviluppo economico, quali ambiente, mobilità sostenibile, formazione, lavoro, turismo, cultura e altri settori.

Questa azione ha portato nel territorio della Zona ovest importanti risorse aggiuntive a quelle stanziate dal ministero,  ma soprattutto ha permesso ai Comuni di partecipare  a bandi nazionali (PNRR)e regionali (FESR), oltre a quelli di fondazioni bancarie, il tutto accompagnato dalla concertazione ossia con il metodo del confronto e della condivisione degli obiettivi, degli interventi in ogni campo al fine di poter definire una programmazione d’area che prefigurasse un’idea di sviluppo locale attuabile e sostenibile.

La strategia  urbana di area candidata nel mese di dicembre 2022, nell’ambito del programma regionale FERS 2021/2027 aggiunge un nuovo tassello alla politica di sviluppo dell’area Ovest perseguita in questi venticinque anni dagli 11 Comuni promotori.

Il 16 gennaio prossimo, all’Opificio Cruto, saranno presenti i sindaci di Alpignano Steven Giuseppe Palmieri,  José Accalai, che fu tra i promotori del Patto territoriale nel 1999, Ezio Bertolotto, presidente emerito del patto dal 1999 al 2021, Rocco Ballacchino, direttore del patto territoriale,  Umberto D’Ottavio, presidente del Patto territoriale, Jacopo Suppo, vicesindaco della città metropolitana di Torino.

 

Mara Martellotta

Alessio Menconi Organ Trio al Circolo Ricreativo Mossetto

Venerdì 19 gennaio ore 21.30

Celebrating Wes Montgomery’s 100 years anniversary

Alessio Menconi – chitarra
Alberto Gurrisi – organo
Alessandro Minetto – batteria

Alessio Menconi musicista internazionale e professore di conservatorio, con all’attivo migliaia di concerti nei teatri e jazz festival in oltre 40 paesi del mondo, collaboratore di Billy Cobham, Paolo Conte, Jimmy Cobb e molti altri, celebra assieme al suo trio completato da due tra i più forti musicisti in circolazione, i 100 anni dalla nascita del suo idolo nonché del più grande chitarrista jazz di tutti i tempi: Wes Montgomery (Indianapolis, 6 marzo 1923 -15 giugno 1968) Il trio che ha già all’attivo due dischi è la formazione (chitarra, organo e batteria) resa nota proprio da Montgomery con i suoi quattro dischi registrati con questo organico. Il trio esegue composizioni di Montgomery e altri brani caratteristici da lui suonati sia in piccoli gruppi che in orchestra. I brani verranno arrangiati e suonati in maniera del tutto personale ma senza mai dimenticare il “sound” originale.

é richiesto un contributo associativo di dieci euro comprensivo di consumazione

– Cena con gli artisti presso la cucina popolare del Mossetto alle ore 20
– Concerto dalle ore 21:30

Ingresso riservato ai soci Aics, campagna tesseramento 2023/2024 a 5€, tessera valevole 365 giorni dall’emissione.

Qui il modulo di pre-tesseramento https://forms.gle/T1tqL7hWphFBqsEb7

Ecco il calendario della Final Eight di Coppa Italia di basket

Il girone di andata di Serie A è finito domenica scorsa e le otto partecipanti della Final Eight di Coppa Italia di basket sono pronte a contendersi il trofeo dal 14 al 18 febbraio. Le prime due compagini a scendere sul parquet del Pala Alpitour saranno EA7 Emporio Armani Milano opposta alla Dolomiti Energia Trentino mercoledì 14 alle 18. Nella stessa giornata, con la palla a due alle 20.45, si affronteranno l’Umana Reyer Venezia e l’Estra Pistoia. Il giorno seguente sarà la volta di Virtus Segafredo Bologna e Unahotels Reggio Emilia e Germani Brescia contro Generazione Vincente Napoli Basket.

Per tutte le giornate di gara di Coppa Italia sarà possibile acquistare anche i soli biglietti singoli inclusi quelli per il bordo campo. I tagliandi e gli abbonamenti sono disponibili in tutti i punti vendita di Vivaticket e online su www.vivaticket.com/it/tour/frecciarossa-final-eight-2024/2912 . Nel fine settimana terminerà il giro della coppa in Piemonte con le tappe di Arona (13 gennaio) e Cuneo (22 genaio). Poi il “Roadshow Trophy” proseguirà toccando le otto delle squadre qualificate.

In occasione delle finali, nelle giornate del 16 e 17 febbraio, sarà organizzato al Pala Sermig (via Carmagnola 23) un clinic con la presenza di grandi allenatori come Sergio Scariolo, Terry Stotts, Georgios Dikaioukas, Marco Ramondino e il responsabile degli Arbitri Italiani Luigi Lamonica. Le iscrizioni sono aperte al link presente sul sito della Lega Basket o mandando una mail all’indirizzo f8clinic2024@legabasket.it. Il costo di partecipazione è di 240 euro e darà diritto anche ad un biglietto d’ingresso per le semifinali in programma sabato 17 febbraio.

Marco Aceto

I due nodi che bloccano il ritorno delle classi dirigenti

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo

Il tema della selezione e della qualità della classe dirigente continua ad essere uno dei nodi cruciali, se non decisivi, della crisi della politica nella società contemporanea. Un nodo che è anche, e soprattutto, frutto del profondo cambiamento che è intervenuto dopo la fine della prima repubblica e del primo tempo della seconda repubblica da un lato e l’irruzione del populismo anti politico, qualunquista e demagogico dall’altro. E, di conseguenza, il superamento dei partiti politici democratici, partecipativi e collegiali del passato oltre all’azzeramento delle tradizionali culture politiche che sono state decisive e determinanti ai fini dell’elaborazione politica e progettuale di questi strumenti previsti e garantiti dalla nostra Costituzione.
Ora, al di là di tutte le analisi e delle riflessioni che quasi quotidianamente dedichiamo alla politica e alla profonda trasformazione di questi ultimi anni, sono sostanzialmente due i temi cruciali sul tappeto che se non vengono affrontati e risolti il deficit di preparazione ed autorevolezza delle classi dirigenti non troverà alcuna soluzione.
Innanzitutto il capitolo dei ‘partiti personali’. È del tutto evidente che se non vengono spazzati del tutto i cosiddetti ‘partiti personali’ e i ‘partiti del capo’ è quasi impossibile porre il tema della qualità e dell’autorevolezza delle classi dirigenti. E questo per un motivo persin troppo semplice da spiegare. Ovvero, nei partiti personali non c’è dibattito, non c’è confronto, non c’è sostanzialmente democrazia con il rischio, più che concreto, che il tutto si risolve in quello che Norberto Bobbio definiva già alla fine degli anni ‘80 come “la democrazia dell’applauso”. E cioè, la radicale e totale identificazione tra la base e il capo partito che ha il potere di fare tutto ciò che vuole al di là e al di fuori di qualsiasi statuto o regolamento interno. Come puntualmente avviene nei partiti personali. E, quindi, solo con il ritorno della democrazia all’interno dei partiti si può cercare, seppur lentamente, di invertire progressivamente la rotta e ritornare a selezionare e a promuovere una nuova classe dirigente.
In secondo luogo, e di conseguenza, va radicalmente archiviato il principio e la prassi della “fedeltà”. Perchè se il criterio di fondo per la promozione delle classi dirigenti politiche resta quello di non contraddire mai il “verbo” del capo è di tutta evidenza che i partiti si riducono ad essere moderne e lussuose caserme ma dove ogni spiffero democratico viene sacrificato sull’altare dell’esaltazione e della sacralità del capo. Questo era, e resta, il vero nodo politico da sciogliere che non è soltanto riconducibile ad un fatto metodologico ma affonda le sue radici in una concezione della politica, e della democrazia, profondamente distorta.
Ecco perchè, anche se è perfettamente inutile pensare di riproporre l’esperienza dei vecchi partiti popolari, democratici e di massa della prima repubblica, è altrettanto evidente che se non ritornano almeno i partiti democratici spazzando via, di conseguenza, il disvalore della “fedeltà” al capo di turno, ogni ipotesi di ridare fiato alla partecipazione, valorizzare la democrazia ed esaltare i partiti come strumenti essenziali e decisivi della politica è destinato a svanire nell’arco di poco tempo. Se è vero, com’è vero, che la politica sta lentamente ritornando è altrettanto vero che questi due nodi adesso vanno sciolti. Altrimenti ci troviamo di fronte all’ennesimo bluff, anche dopo il ritorno della destra, della sinistra e, forse, anche del centro.

Stanza anti-aborto, Accossato (LUV): “Marrone, linguaggio irrispettoso delle donne”

“Ancora una volta l’Assessore Marrone distorce la realtà ed usa un linguaggio irrispettoso verso le donne, vaneggiando di rivoluzione delle culle e mettendo in correlazione il tema della natalità con il tema dell’aborto, calpestando ancora una volta i sentimenti e le sensazioni che provano le donne che faticosamente scelgono di intraprendere quel percorso” ha dichiarato Silvana Accossato, Capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Consiglio regionale. 

 

“In realtà ieri il Tar ha solo rigettato l’urgenza di bloccare la realizzazione della stanza contro l’aborto ma ha deciso di discutere nel merito il ricorso presentato qualche mese fa da CGIL e associazione Se non ora quando. Stanza che, è bene ricordarlo, non è mai stata operativa” ha continuato Accossato.

 

“Certo rimane per noi grave che Marrone in 2 anni abbia regalato quasi un milione e mezzo alle associazioni antiabortiste, per progetti di cui aspettiamo ancora di conoscere il merito e la rendicontazione. Con quei fondi si sarebbero potuti rifinanziare i consultori e i centri antiviolenza, dimenticati dal governo Meloni, come LUV ha chiesto più volte con i suoi emendamenti al bilancio” ha concluso la Capogruppo di LUV in Consiglio regionale, Accossato.

 

Silvana Accossato

Capogruppo Liberi Uguali Verdi

Consiglio regionale del Piemonte

Torino: “Poliziotto aggredito in carcere”

Ancora un fatto violento all’interno delle carceri piemontesi, ancora violenza ignobile nella struttura detentiva di Torino.

Vicente Santilli, segretario regionale per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, racconta quanto avvenuto ieri nel carcere torinese: “Ieri pomeriggio, intorno alle 16,30, presso la Casa Circondariale di Torino, un detenuto tunisino ha aggredito l’agente preposto al terzo piano del padiglione B. Il detenuto pretendeva di entrare all’interno di una sezione detentiva a lui non consentita per farsi consegnare delle sigarette. Al diniego dell’agente, il ristretto si è scagliato contro il poliziotto con violenza colpendolo con una testata e pugni all’addome e sulla bocca. Il detenuto è stato fermato e contenuto dal pronto intervento degli altri agenti. Solo la prontezza e la professionalità del personale di polizia ha impedito che l’accaduto abbia avuto conseguenze più gravi. Il poliziotto è stato accompagnato al nosocomio per le cure del caso a cui è stato diagnosticato una prognosi di 10 gg per contusioni miste”.

Santilli evidenzia che “ancora una volta il SAPPE deve segnalare l’ennesimo episodio di aggressione in un carcere regionale. La carenza di organico nelle carceri piemontesi non è più tollerabile, soprattutto se si tiene conto delle oggettive difficoltà del Personale a gestire detenuti problematici e psichiatrici. Al collega contuso va la mia solidarietà e l’augurio di una pronta guarigione”.

Anche Donato Capece, segretario generale del SAPPE, esprime solidarietà al poliziotto contuso a Torino ed è impietoso nella sua denuncia: “Cambiano governi, Ministri della Giustizia e Capi del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, ma non cambia l’indifferenza verso le violenze che quotidianamente subisce la Polizia Penitenziaria: aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno. Ma sembra che a nessuno freghi nulla”. “Importante e urgente”, prosegue, “è invece prevedere un nuovo modello custodiale. È infatti grave che la recrudescenza degli eventi critici in carcere si è concretizzata proprio quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario ‘aperto’, ossia con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive con controlli sporadici ed occasionali della Polizia Penitenziaria. Non è certo lasciandoli ore a far nulla nelle celle e nei corridoi delle Sezioni che si favoriscono condizioni di trattamento e rieducazione come prevede la nostra Carta costituzionale. È necessario intervenire con urgenza per fronteggiare le costanti criticità penitenziarie”.

Per Capece, “servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. La via più netta e radicale per eliminare tutti questi disagi sarebbe quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere: certo non indulti o amnistie. Espellere gli stranieri detenuti in Italia, per fare scontare loro la pena nelle carceri dei Paesi di origine, potrebbe già essere una soluzione, come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario. La Polizia Penitenziaria è veramente stanca di subire quotidianamente gratuite violenze per l’incapacità di una Amministrazione che non riesce ad intercedere ai livelli politici competenti, anch’essi sicuramente non esenti da gravi responsabilità“.