ilTorinese

Green communities, ecco la graduatoria

E’ stata pubblicata sul sito della Regione la graduatoria delle Green communities che hanno ottenuto il contributo di oltre 9,2 milioni di euro del Fondo per lo sviluppo delle montagne (FOSMIT).

Due milioni di euro ciascuno sono stati assegnati alle Gc “Maira Grana”, “Sinergie in Canavese” e “Valchiusella di acqua e pietra”, 1.967.800 alla Gc “Sesia Green”, 1.300.828 euro alla Gc “Valle Tanaro”.

Sono risorse che testimoniano l’attenzione per la montagna che ha caratterizzato la nostra amministrazione fin dall’inizio e che coniugano lo sviluppo del territorio con un approccio sostenibile e rispettoso dell’ambiente”- dichiarano il presidente Alberto Cirio ed il vice presidente ed assessore alla Montagna Fabio Carosso.

Anche le altre 7 Green communities che hanno presentato domanda ed il cui progetto è stato considerato ammissibile otterranno il finanziamento con lo scorrimento della graduatoria: la Giunta ha infatti già destinato ulteriori 9,6 milioni di risorse Fosmit 2023 per cofinanziare le proposte presentate.

Le Green communities sono le comunità locali che si coordinano per valorizzare in modo equilibrato le risorse principali di cui dispongono (acqua, boschi e paesaggio) e aprire un nuovo rapporto sussidiario e di scambio con le comunità urbane e metropolitane.

Ogni “green community” deve obbligatoriamente comprendere il territorio di almeno 10 Comuni, garantire la contiguità territoriale ed essere costituita per almeno l’80% da Comuni classificati montani o parzialmente montani.

Gli enti capofila sono le Unioni montane, che hanno ricevuto il contributo per interventi finalizzati alla gestione integrata e certificata del patrimonio agro-forestale e delle risorse idriche, alla produzione di energia da fonti rinnovabili locali, allo sviluppo di un turismo sostenibile, alla costruzione e gestione sostenibile del patrimonio edilizio e delle infrastrutture di una montagna moderna, all’efficienza energetica, all’integrazione intelligente degli impianti e delle reti ed allo sviluppo sostenibile delle attività produttive.

https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/bando-realizzazione-piani-sviluppo-green-communities

Nasce a Torino la Fondazione “Angelo Pezzana-Fuori!”

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Nei giorni scorsi è stata costituita a Torino la Fondazione Angelo Pezzana-Fuori!, con rogito del notaio Giulio Biino, attuale presidente del Circolo dei Lettori, intitolata al fondatore del Fuori!, il primo movimento omosessuale in Italia della storica libreria internazionale Luxemburg di Torino, con Guido Accornero del Salone del Libro.

La fondazione, fortemente voluta da Pezzana e dalle amiche e amici che fanno parte del consiglio internazionale del terzo settore, persegue gli intenti della fondazione Sandro Penna- Fuori!, che cesserà di esistere, dotandosi di una maggiore solidità economica e di una forma giuridica che le consentiranno di affrontare nuove sfide.

La fondazione, che non ha scopo di lucro e persegue finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, opererà per conservare, valorizzare e incrementare l’archivio sulla storia LGBT. Si tratta di un patrimonio molto vasto, comprendente 4 mila volumi multilingue, 50 mila documenti più la rassegna stampa del movimento dal 1960 al 2019.

Per raggiungere i suoi scopi statutari si occuperà della gestione e dell’organizzazione di attività culturali, artistiche, ricreative e editoriali di interesse sociale e di promozione e diffusione della democrazia e della cultura dell’inclusione. Si prenderà carico dell’organizzazione del Premio fuori! In partnership con il Salone del Libro, l’unico in Italia a premiare opere letterarie che si ritiene incidano o abbiano inciso nel panorama della cultura LGBT nazionale e internazionale.

Socio presidente e fondatore è Angelo Pezzana, vicepresidente Maurizio Gelatti, giornalista e esperto di comunicazione. Fanno parte del consiglio di amministrazione Guido Accornero, l’attrice Anna Cuculo, già attiva nel Fuori! Donna e Maurizio Cagliuso, responsabile degli archivi del Fuori! Da più di vent’anni. Sindaco della fondazione è stata nominata l’avvocata Elisabetta Boffi.

 

Mara Martellotta

Il ministro leghista che fa la voce grossa, ma non decide

IL COMMENTO  di  Pier Franco Quaglieni

Che la scuola italiana  sia da gran tempo in crisi è cosa ovvia. Sono troppi anni che  non si fa nulla per rendere la scuola italiana almeno non  troppo distante dallo standard europeo. Con i docenti indottrinati che ha, più interessati  alla Palestina che all’uso del congiuntivo, non risulta semplice, ma anche chi governa  oggi la scuola non si rivela capace di provvedimenti di svolta  che diano segnali di speranza. Nella seconda repubblica ci saranno anche state delle buone intenzioni volte  finalmente cambiare la scuola italiana , ma nulla è stato fatto per far rinascere in Italia una  nuova scuola dopo le macerie del ‘68. Ci sono stati interventi intesi a privatizzare la scuola pubblica, volta ad avvantaggiare la scuola cosiddetta paritaria che continua  però a vivacchiare.
Nel campo universitario nulla  di nuovo, se non la nascita di  troppe nuove università private, molte  delle quali telematiche, con troppo facile riconoscimento legale dei titoli di studio .Ha incominciato la ministra Moratti e si è messa in luce la ministra Gelmini ,senza ottenere nulla di ciò che forse voleva raggiungere, creando in compenso forti reazioni polemiche che ne rivelarono la pochezza politica: la sua cultura era inesistente. La destra ha pensato che il mondo scuola fosse ormai un’ enclave della sinistra da abbandonare a se’ stesso, dimenticando la funzione centrale esercitata dalla scuola in un Paese civile  anche nel mondo dei social, anzi soprattutto in quel mondo devastante per un normale scambio civile di opinioni e per una formazione dei giovani adeguata.
I professori sono stati abbandonati a se’ stessi, anche se molti di essi sono una delle cause della crisi perché più politicizzati che preparati. L’attuale ministro dell’istruzione e del merito (un’aggiunta condivisibile se ci fossero serie  azioni coerenti e concrete per combattere il facilismo demagogico) si lancia in polemiche che si risolvono in una frettolosa marcia indietro perché si rivela sempre poco documentato e superficiale ,più’  alla ricerca di un titolo sui giornali che ad affrontare un problema. E’ un giurista universitario non di grande autorevolezza, a metà tra la destra e la Lega . Dice lui stesso che non ha nulla a che vedere con Gentile e c’è da crederci perché la riforma Gentile non ebbe eguali e Valditara è anni luce dal ministro che il 15 aprile venne assassinato sotto casa a Firenze da Gappisti sconfessati dallo stesso CLN. Valditara in tutti i sensi non è Gentile e non è gentile neppure nei modi ,anche se poi è costretto a indietreggiare in fretta.
Anche per la distribuzione degli stranieri nelle scuole ha toppato perché il loro numero molto alto e concentrato in alcune zone delle grandi città, non è comprimibile, come dice Salvini. Il problema è più vasto e riguarda la denatalità tra gli Italiani. Valditara parla, parla, ma poi non agisce. La scuola non può attendere le sue sparate, necessita di una riforma d’insieme per farla rinascere, malgrado una classe docente per lo più scadente e indottrinata  che potrebbe vanificare ogni sforzo perché si metterebbe di mezzo per sabotare, anche per nascondere la sua inadeguatezza culturale e professionale.
E’ un’opera ciclopica, quasi impossibile e Valditara non è l’uomo giusto ,come non lo fu la Moratti che per emergere deve  ancor oggi usare il nome del defunto marito: un fallimento come ministro e come sindaco di Milano .Si pone la necessità di un cambio il più rapido possibile: il ministro ha già dato in pochi mesi il meglio e il peggio di se’.  Andare avanti così non è più possibile .Abbiamo avuto alla Minerva il peggio del peggio anche con Renzi, Letta, Gentiloni e soprattutto Conte con una sua ministra davvero indimenticabile per i suoi banchi con le rotelle ed altre amenità.
Io ancora mi illudo che ci sia qualcuno nell’attuale  maggioranza che sia un po’ meglio di Valditara. A volte basta poco: un po’ di coraggio e un po’ di competenza  sono sufficienti  nel fare la differenza.

Distilleria ALPE, una storia piemontese

Borello Supermercati ha deciso di sostenere Distilleria ALPE accogliendo i suoi liquori sugli scaffali di diversi negozi, non solo per la matrice piemontese di quest’azienda ma anche per aiutarla a congiungere liquori dalle radici antiche con la modernità della spesa degli italiani ed in particolare dei piemontesi.

La Distilleria ALPE è stata fondata nel 1948 ma la sua storia inizia molto prima, da quando il suo fondatore Armando Calvetti, alla fine della Seconda Guerra Mondiale si laureò in chimica farmaceutica.

Tali studi lo introdussero alla botanica ed al suo impiego in campo liquoristico, da lì il passo verso la sua applicazione fu breve. Utilizzando come laboratorio la cantina della sua casa ad Ivrea iniziò a produrre liquori a base di erbe per amici e conoscenti, l’apprezzamento fu tale da spingerlo a fondare Distilleria ALPE, acronimo di Azienda Liquori Produzione Eporediese. A metà degli anni ’50 fu costruito uno stabilimento a Bollengo, un paesino vicino ad Ivrea, dieci anni più tardi ne fu costruito un altro ad Hône, in Valle d’Aosta; entrambi gli stabilimenti rimasero attivi fino alla fine degli anni ’90 quando per scelte commerciali si decise di spostare l’azienda definitivamente ad Hône.

Il prodotto di punta dell’azienda divenne il liquore di genepy il cui mercato di riferimento era la Valle d’Aosta che in quegli anni stava vivendo un boom turistico che portò al successo il genepy ed i liquori a base di erbe di montagna. Nonostante lo spostamento in un’altra regione, il legame con il territorio piemontese è rimasto forte soprattutto per le materie prime, sono infatti le valli Cuneesi e Torinesi come la Val Maira e la Val di Susa ad essere stati i pionieri della coltivazione del genepy. Questa pianta appartiene alla famiglia delle artemisie e la sua coltura non è affatto semplice, i campi sono situati tra i 1.700 e 2.200 metri di altitudine e l’uso di pesticidi è rigorosamente vietato.

 

Dal Piemonte provengono altre erbe preziose come assenzio, menta, achillea moscata, genzianella e fiori di stella alpina. Ad oggi Distilleria ALPE continua il suo percorso con il figlio, Fulvio Calvetti, il quale ricorda le serate trascorse in laboratorio con suo papà a testare nuovi liquori e amari a base di erbe. Col passare del tempo la passione crebbe fino ad affiancare il padre in azienda ed a rilanciare alcuni prodotti al fine di accompagnare il mercato degli alcolici verso i nuovi modi di degustazione. Oggi, ad esempio, il famoso Herbetet Genepy non viene degustato solo in maniera classica ma è spesso miscelato come aperitivo o in cocktail after dinner.

Borello Supermercati ha deciso di sostenere Distilleria ALPE accogliendo i suoi liquori sugli scaffali di diversi negozi, non solo per la matrice piemontese di quest’azienda ma anche per aiutarla a congiungere liquori dalle radici antiche con la modernità della spesa degli italiani ed in particolare dei piemontesi.

Eleonora Persico

La Reale Mutua Fenera Chieri ’76 cede 0-3 a Novara

1-1 e palla al centro. Al Pala Gianni Asti la Reale Mutua Fenera Chieri ’76 cede 0-3 all’Igor Gorgonzola Novara che pareggia i conti aggiudicandosi gara 2 dei quarti di finale dei Playoff Serie A1 Tigotà. La serie fra gaudenziane e chieresi si deciderà dunque mercoledì in gara 3 al PalaIgor.
Il punteggio è forse un po’ severo per le biancoblù che soprattutto nella seconda frazione (persa 30-32 dopo aver mancato tre palle set) vanno vicine a prolungare la partita, ma premia meritatamente la squadra di Bernardi che mette in campo qualcosa in più delle biancoblù, in particolare nelle fasi finali dei set. Per Chieri sprazzi di buon gioco alternati ad altri in cui peccano di precisione e lucidità, senza riuscire a mettere in campo l’energia di gara 1.
Il premio di MVP va a Markova che dà il cambio ad Akimova nel finale del primo set e sposta gli equilibri trascinando la sua formazione alla vittoria, risultando anche la top scorer dell’incontro con 22 punti. Da parte chierese le migliori realizzatrici sono Skinner (15) e Grobelna (13).

Reale Mutua Fenera Chieri ’76-Igor Gorgonzola Novara 0-3 (22-25; 30-32; 21-25)
REALE MUTUA FENERA CHIERI ’76: Malinov 3, Grobelna 13, Gray 5, Zakchaiou 5, Skinner 15, Kingdon 6; Spirito (L); Morello, Weitzel, Rolando, Anthouli 4, Omoruyi 2. N. e. Jatzko, Kone (2L). All. Bregoli; 2° Daglio.
IGOR GORGONZOLA NOVARA: Bosio 2, Akimova 3, Danesi 11, Bonifacio 6, Szakmary 10, Bosetti 10; Fersino (L); Markova 22, Chirichella, De Nardi. N. e. Bartolucci, Guidi, Kapralova, Buijs (2L). All. Bernardi; 2° Baraldi.
ARBITRI: Boris di Vigevano e Simbari di Milano.
NOTE: presenti 2496 spettatori. Durata set: 29′, 36′, 29′. Errori in battuta: 9-7. Ace: 0-5. Ricezione positiva: 72%-71%. Ricezione perfetta: 34%-30%. Positività in attacco: 41%-42%. Errori in attacco: 7-7. Muri vincenti: 14-11. MVP: Markova.

La cronaca
Primo set – Sul 3-3 c’è il primo break dell’incontro, lo realizza Novara che sale a 3-6 grazie agli attacchi di Szakmary e Danesi e all’errore di Zakchaiou. Time-out di Bregoli e al rientro Grobelna fa 4-6. Il distacco resta immutato fin quando da 8-11 Chieri recupera a 11-11 con i punti in attacco di Grobelna e Kingdon e l’ace di Grobelna. Le biancoblù passano avanti 14-12 dopo l’errore di Szakmary e il colpo di seconda di Malinov. Sul 16-17 l’attacco di Skinner e i muri di Gray e Skinner spingono Bernardi prima a inserire Markova per Akimova, poi a chiamare time-out. Le ospiti tornano in vantaggio 20-21 con un ace di Bosio e stavolta è Bregoli a fermare il gioco, ma il filotto ospite prosegue fino a 20-23. Sul 21-24 Skinner annulla la prima palla set, poi la stessa Skinner serve in rete e si va al giro di campo (22-25).

COMUNICATO STAMPA

Secondo set – Diversi errori chieresi non forzati facilitano il lavoro di Novara in apertura di set. Bregoli chiama time-out sul 4-7. Alla ripresa del gioco lo sviluppo del punteggio si fa più equilibrato. Da 7-11 (Markova) le chieresi recuperano a 10-12 (Skinner) e 13-14 (errore di Markova). Il pareggio si concretezza a 15 quando Gray mura Bonifacio. Un altro muro di Gray porta avanti Chieri 18-17. Sul 23-23 una difesa su servizio di Weitzel cade sulla riga dall’altra parte della rete dando la prima palla set a Novara, poi Markova sbaglia la battuta ed è 24-24. Le biancoblù annullano altri due set-point, quindi guadagnano il loro primo set-point su diagonale stretta di Skinner. Nell’azione successiva Markova attacca vicino alla linea laterale: l’arbitro fischia fuori, ma il videocheck corregge la decisione. Seguono il 28-27 di Weitzel, il 28-28 di Markova, il 29-28 di Skinner, il 29-29 di Danesi, il 29-30 di Bosetti e il 30-30 di Weitzel. Guadagnata la quinta palla set, Novara chiude infine 30-32 grazie al muro di Bonifacio su Kingdon.

Terzo set – L’esito del set precedente si fa sentire nella metà campo di Chieri. Sull’1-3 Anthouli dà il cambio a Grobelna. Novara sale a 2-6 (errore di Weitzel), le biancoblù tornano a contatto con due muri di Anthouli (7-8) ma le gaudenziane di nuovo aumentano il vantaggio (8-13). Dopo il rientro di Grobelna che subito sigla il 9-13 e il successivo ingresso di Omoruyi per Kingdon si registra un recupero di Chieri che risale a 17-18. Markova firma il 17-19, quindi Bosio mura Skinner (17-20). Il 17-21 di Markova spegne le ultime velleità chieresi. Nel finale la squadra di Bernardi controlla senza problemi e chiude 21-25 alla seconda palla match con Bosetti.

Il commento
Ilaria Spirito: «
Gara 3 sarà da dentro o fuori e da domani metteremo la testa su quello. Servirà il 110%. Novara è una squadra forte, oggi ha trovato una soluzione con Markova in posto 2 che non avevamo tanto previsto ovviamente perché lei di solito gioca in 4, questo ci ha un po’ destabilizzato, poi ha fatto una gran partita come tutta la squadra insieme a lei. Per giocare al loro livello dovremo mettere una marcia in più».
Caterina Bosetti: «
Markova questa sera ha fatto la differenza. Ci serviva una bocca da fuoco che mettesse giù qualche pallone, sono contenta per lei perché arrivava da un periodo un po’ difficile. Ora testa subito a gara 3».

Addio a Mario Mazza, devoto cantore del Monferrato

Con la scomparsa di Mario Mazza Casale ha perso un devoto cantore del Monferrato, tema costante della sua pittura da quando, nel 1960, si trasferì dalla Calabria nella nostra città.

Con ancora negli occhi e nel cuore il mitico mare di Crotone, gli aspri boschi, i suggestivi ulivi antropomorfi, il sentore delle mimose di Montagna Piana, trovò rimedio alla nostalgia della sua terra immergendosi nella bellezza del nostro paesaggio collinare.

Qui ritrovò la gioia di vivere e di dipingere cangianti vigneti autunnali, calde distese di girasole, fantastici tramonti sul Po e vecchi filari di gelsi, che ancora si trovano nella nostra campagna, sulle rive di rogge in cui si riflettono gialle giunchiglie tra il riverbero del sole.

Ogni angolo del Monferrato è stato osservato e dipinto con l’entusiasmo della scoperta trasformatosi presto in un amore viscerale e in riconoscenza per la terra che gli ha dato la possibilità di passare, da semplice decoratore, a vero e proprio pittore.

Uomo semplice e modesto, ma non modesta la sua arte, allievo del chiarista Giuseppe Campese e dell’espressionista Alberto Bertazzi, Mazza apprese da loro  i segreti del mestiere per poi procedere verso un suo singolare Realismo fatto di immagini non convenzionali e transitorie bensì universalizzate come archetipi, forme di vita sedimentate e durature nel tempo.

Il suo lungo percorso artistico si avvale di innumerevoli collettive e personali in diverse città italiane, in particolare a Casale, basta ricordare la mostra al Castello Paleologo e l’ultima, come premio alla carriera del 2023 nello splendido edificio settecentesco del Ricovero cittadino.

Molti i riconoscimenti, dal conferimento del “Campidoglio d’Oro” a Roma nell’Accademia Burckhardt all’acquisto del suo bellissimo quadro “Vento tra gli ulivi” nel Museo d’arte contemporanea di Crotone.

Giuliana Romano Bussola

(Da “Il Monferrato”)

FOTO. Paesaggio monferrino

Inquinamento: livello 0 fino a domani

Restano in vigore fino a mercoledì 3 aprile 2024 compreso – prossimo giorno di controllo – le sole misure strutturali di limitazione al traffico: sulla base dei dati previsionali sulla qualità dell’aria forniti oggi da Arpa Piemonte è stato infatti confermato il livello 0 (bianco) delle misure antismog.

Eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con le relative misure di limitazione del traffico, verranno comunicate il lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entreranno in vigore il giorno successivo.

L’elenco completo delle misure antismog a tutela della salute, delle deroghe e del percorsi stradali esclusi dai blocchi è disponibile alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaambientale

(foto Mario Alesina)

TORINO CLICK

Una Pasqua di cultura nei musei di Torino

Moltissimi i visitatori – turisti e torinesi – durante il ponte pasquale nei musei di Torino

Da venerdì 29 marzo a lunedì 1° aprile 2024, sono state 21.850 le persone che hanno visitato le collezioni dei Musei Reali (16.039), la mostra L’Autoritratto di Leonardo. Storia e contemporaneità di un capolavoro (2.919), allestita fino al 30 giugno alla Biblioteca Reale, e l’esposizione dedicata a Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino(2.892), in corso alle Sale Chiablese, fino al 28 luglio.

Un risultato che supera di 5.558 unità, il dato relativo al weekend di Pasqua dello scorso anno.

L’Autoritratto di Leonardo. Storia e contemporaneità di un capolavoropropone un’occasione eccezionale per conoscere ed esplorare da vicino l’opera di Leonardo da Vinci e ammirare alcuni dei suoi capolavori conservati nel patrimonio dei Musei Reali.

Allestita nelle due sale-caveau della Biblioteca Reale, realizzate nel 1998 e nel 2014 con il sostegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, l’esposizione, in una versione totalmente inedita curata da Paola Salvi, docente all’Accademia di Belle Arti di Brera, si propone di inquadrare storicamente il celeberrimo Autoritratto di Leonardo da Vinci a partire dagli anni della sua realizzazione, seguendo le tracce che ne documentano la conoscenza nel secondo Cinquecento e nel primo Ottocento, prima del suo arrivo alla Biblioteca Reale di Torino, e la successiva consacrazione e divulgazione.

A impreziosire questo racconto per immagini, la Galleria Sabauda dedica per la prima volta una sala a venti opere eseguite da pittori leonardeschi – allievi, seguaci e imitatori del Maestro – nelle quali si evidenzia l’attualità della lezione di Leonardo.

La rassegna, dal titolo GUERCINO. Il mestiere del pittore, con oltre 100 opere di Guercino e di artisti coevi, provenienti da più di 30 importanti musei e collezioni – tra cui il Prado e il Monastero dell’Escorial – presenta la grande arte del Maestro emiliano e insieme raccontare il mestiere e la vita dei pittori del Seicento, in un affascinante, grande affresco del sistema dell’arte.

Sono ben 16.500 le persone – 1.500 in più rispetto allo scorso anno – che hanno visitato il Museo Nazionale del Cinema alla Mole Antonelliana da venerdì 29 marzo al 1 aprile, giorno di Pasquetta.

Numeri record confermati dalla biglietteria online sold-out da più di un mese, tant’è che si è reso necessario allungare l’orario di apertura per soddisfare le numerose e incessanti richieste. E, nonostante la pioggia battente degli ultimi giorni, si sono formate dalle lunghe code fuori della Mole per acquistare gli ultimi biglietti rimasti, con tempi di attesa superiori alle 3 ore.

Marzo si è inoltre confermato il mese che ha avuto più visitatori al Museo Nazionale del Cinema dalla sua apertura, con la cifra record di oltre 93.000 presenze, polverizzando il precedente record di 92.000 dell’aprile 2017.

“Sono numeri ottimi, strabilianti, ottenuti grazie alla mostra di Tim Burton e alle iniziative incentivanti che il Museo Nazionale del Cinema sta portando avanti con una politica museale attenta e ad ampio raggio – sottolinea Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema. Siamo particolarmente orgogliosi della risposta del pubblico, ancora una volta il vero protagonista di questo successo: il record assoluto di marzo 2024, con oltre 93.000 presenze, non fa altro che confermare il trend positivo del 2023, anno in cui il museo ha avuto ben 755.000 visitatori, altro record assoluto dalla sua apertura”.

“La mostra di Tim Burton è strabiliante e altrettanto fantastici sono i risultati che stiamo ottenendo – dichiara Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema. È andata oltre le nostre migliori aspettative, eravamo consapevoli che un personaggio come lui potesse attrarre tantissimi visitatori di tutte le età: per la prima volta sono i figli a chiedere ai genitori di portarli al museo a vedere la mostra, quando quasi sempre capita il contrario. È un messaggio bellissimo che ci rende tutti soddisfatti e ci motiva a continuare in questa direzione”.

 

Durante le festività di Pasqua da venerdì 29 marzo a lunedì 1° aprile i visitatori al MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile sono stati di quasi 10 mila, circa il 20% in più rispetto all’affluenza dello scorso anno con 8.100 ingressi.

 

Un buon risultato ottenuto sia grazie alle attività che il Museo ha organizzato in questi giorni, come le visite guidate, le attività dedicate alle famiglie e l’iniziativa promozionale legata al simulatore di guida, sia grazie al richiamo delle due mostre in corso, che termineranno domenica 7 aprile: Drive Different. Dall’Austerity alla mobilità del futuro” – cinquant’anni di politiche sulla mobilità, di ricerca tecnologica sui  motori, di progettazione delle nuove aree urbane, di innovazione nel trasporto pubblico e di invenzioni futuristiche – e “Pagani. 25 anni di cuore, mani e passione”, che ripercorre l’avventura imprenditoriale di Horacio Pagani, iniziata negli anni Sessanta in Argentina e proseguita nel cuore della Motor Valley italiana.

 

Sono 15.400 le persone che hanno visitato, negli stessi giorni le collezioni permanenti e le mostre in corso alla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, al MAO Museo d’Arte Orientale e a Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica.

Triplicati i numeri rispetto allo scorso anno, anche grazie al grande successo delle mostre Hayez. L’officina del pittore romantico alla GAM, in chiusura nel weekend di Pasqua, di Liberty. Torino capitale a Palazzo Madama e Tradu/izioni dall’Asia al MAO.

In particolare, sono stati 7.037 i visitatori della GAM1.861 quelli del MAO e 6.440 quelli di Palazzo Madama.