ilTorinese

Ecco che fine ha fatto lo scooter: cannibalizzato dai ladri

Il lettore Luigi Gagliano ci invia la foto che vedete è ci scrive: “Amara sorpresa questa mattina per un giovane che doveva recarsi al lavoro col suo scooter, che aveva lasciato parcheggiato e legato come al solito sotto casa in Borgo Filadelfia. Lo ha trovato letteralmente cannalibazzato privo di tutto. Decine le imprecazioni , poi la decisione di chiamare un taxi per non arrivare tardi al lavoro.
Quello dei mezzi cannibalizzati  ha subito un forte incremento negli ultimi mesi, nessun mezzo si salva si va dalle bici , si passa per gli scooter e si arriva alle auto , più ricercate le Panda . Questo tipo  di furti alimentano il mercato nero dei pezzi di ricambio, visto gli altri prezzi praticati dai rivenditori di ricambi. Da tempo a causa di questi  continui  furti, i cittadini del borgo vivono nell’ansia e nella paura e invocato – fin”ora – senza risultati più presenza delle forze dell’ordine”.

Commerciante malmenato da ladro

Un uomo aveva tentato di rubare tre paia di scarpe per circa  200 euro, nel negozio di Pittarello a Settimo. Ma il responsabile del negozio lo ha scoperto e ha tentato di bloccarlo. Il ladro ha reagito malmenandolo per poi darsi alla fuga. I carabinieri sono riusciti a rintracciarlo e lo hanno arrestato.

Tè bollente, bimba di un anno si ustiona mano

Ieri sera una bambina tedesca di un anno e due mesi, in vacanza con i genitori a Salbertrand, si è ustionata una  mano dopo averla immersa in una tazza di tè bollente. L’elisoccorso ha trasportato la bimba all’ospedale Regina Margherita di Torino. È stata  trattenuta in osservazione ma non è in pericolo.

Rapinatore armato di coltello, paura al supermercato

Momenti di paura in un supermarket di Biella dove un uomo 35enne, residente in provincia, con precedenti per reati contro il patrimonio ed in materia di stupefacenti, è entrato con un coltello per rapinare il negozio. L’uomo è stato arrestato dai carabinieri  ritenuto responsabile del reato di “rapina” e “porto di armi ed oggetti atti a offendere”. Il 35 enne dopo essersi travisato il volto con un passamontagna ed impugnato un coltello a serramanico ha chiesto alla cassiera l’incasso. La donna, spaventata e sotto la minaccia del coltello, gli ha subito consegnato quanto fin a quel momento incassato in denaro contante, qualche centinaio di euro.

Il malvivente ha insistito chiedendo minaccioso e armato che gli venissero aperte anche le altre casse vicine ma ogni cassa ha un proprio operatore munito di codice personale. Il giovane, si allontanava rapidamente dandosi alla fuga per essere arresto poco dopo dai militari.

Giuseppe Allamano presto santo

Il beato Guseppe Allamano, fondatore a Torino dell’Istituto Missioni della Consolata, sarà presto santo. L’annuncio è stato dato oggi da Papa Francesco. La notizia, diffusa dall’arcivescovo di Torino Roberto Repole attraverso le pagine del settimanale cattolico “La Voce e il Tempo”, oggi in edicola, è stata accolta con grande gioia dalla chiesa torinese. “La sua missione partì dal Santuario della Consolata, ricorda nel suo messaggio il vescovo, e oggi è diffusa in tutto il mondo dove i Missionari e le Missionarie della Consolata continuano a testimoniare la fede in Gesù, spesso in condizioni di grande povertà materiale e spirituale. È l’impegno missionario di tutta la Chiesa, anche di quella torinese che sull’esempio dell’Allamano e dei “santi sociali” che illuminarono la città negli ultimi due secoli si sente chiamata a portare il Vangelo nella vita di tutti gli uomini e tutte le donne”. Giuseppe Allamano (1851-1926), rettore del Santuario della Consolata per oltre 40 anni, è stato proclamato beato da papa Giovanni Paolo II nel 1990. Studiò al Valdocco nell’oratorio di san Giovanni Bosco. Venne ordinato sacerdote diocesano di Torino e si laureò in teologia alla Pontificia Facoltà Teologica. Nel 1901 fondò l’Istituto missioni della Consolata e inviò in Kenya i primi quattro missionari. Nel 1910 fondò l’Istituto suore missionarie della Consolata a Grugliasco, alle porte di Torino. Oggi è presente in quattro continenti. Si spense il 16 febbraio 1926 nel Santuario delle Missioni della Consolata in corso Ferrucci e fu sepolto nel cimitero monumentale di Torino. Nel 1938 la salma fu traslata nella Casa madre, nella parte destra della cappella dell’Istituto torinese.
fr

Alberto Marchetti compra i Nocciolini di Chivasso Fontana

Dal gelato ai Nocciolini. Alberto Marchetti, stimato maestro gelatiere torinese, ha deciso di allargare i suoi interessi ad una delle più conosciute ed apprezzate specialità piemontesi, i Nocciolini di Chivasso.

Marchetti ha infatti acquistato la Dolciaria Fontana, storica azienda di Chivasso, in provincia di Torino, ambasciatrice di un’eccellenza del gusto piemontese, gli iconici Nocciolini.

I Nocciolini sono il topping perfetto per il mio gelato” dichiara Marchetti, la cui prima e vera passione resta il gelato. L’acquisizione dell’azienda Fontana, rivela però anche lo spirito imprenditoriale del maestro gelatiere che spiega: “Sono sempre stato affascinato dalle cose buone. Sin da piccolo ho amato i Nocciolini di Chivasso ed entrare oggi a far parte della loro storia mi riempie di orgoglio.

Nocciole, zucchero e albume. Sono questi i tre semplici ingredienti e nel loro giusto dosaggio è contenuto il segreto dei Nocciolini di Chivasso la cui invenzione, narra la storia, risalga al lontano 1810.

Rigorosamente confezionati a mano, i Nocciolini di Chivasso nascono seguendo un’antica ricetta: le nocciole, sgusciate e tostate al punto giusto, vengono impastate con zucchero e albume. Il tutto, portato a densità colante, viene inserito in una macchina che distribuisce su fogli di carta, piccoli bottoncini pronti ad essere infornati. Una volta raffreddate, le delizie vengono impacchettate nell’inconfondibile confezione rosa che porta impressa l’immagine del Duomo di Chivasso.

Tradizione, genuinità, rispetto delle cose fatte ‘come una volta’ sono principi che ho sempre cercato di portare in tutto ciò che faccio: nel mio gelato e ora in questa nuova avventura – ha concluso Alberto Marchetti – ”.

Alessandro Sartore

Diventa un caso la chiusura del bistrot di Cannavacciuolo

Chiude dopo 9 anni il bistrot di Antonino Cannvacciuolo a Novara. La decisione è stata presa dallo chef per valutazioni imprenditoriali che gli hanno imposto la scelta, per quanto sofferta. Una scia di polemiche per l’addio. L’ex sindaco di Novara Massimo Giordano ha scritto sui social: “Chi non ama Novara faccia pure le valigie”.  Giordano ha poi sottolineato che il locale, legato allo storico teatro Coccia, è “un salotto della città” e “non può restare chiuso”. Il ristorante era un punto di riferimento per gli appassionati di alta cucina è un biglietto da visita per la città.