



Ad Oleggio, apertura al pubblico con visite guidate e gratuite, in occasione della mostra di arte contemporanea “BIANCO”
Sabato 2 marzo
Oleggio (Novara)
L’appuntamento è ormai fissato ad ogni primo sabato del mese. Così, sabato 2 marzo, dalle 9 alle 13, “SPA/Spazio Per Arte” aprirà le sue porte gratuitamente (ingresso gruppi ogni 30 minuti) ai visitatori che potranno scoprire e ammirare, oltre agli storici ambienti, la mostra “BIANCO”, a cura di Rischa Paterlini, che riunisce una selezione di opere della “Collezione Laura e Luigi Giordano”, alcune delle quali esposte al pubblico per la prima volta e in cui – manco a dirlo – il “Bianco” è proprio il colore dominante. La mostra è allestita nelle magnifiche stanze di “Palazzo Bellini”, origini quattrocentesche (500 metri quadri, distribuiti su due piani) nel centro storico di Oleggio, dove Laura e Luigi Giordano, dopo averlo acquistato nel 2020 ed accuratamente restaurato, condividono con la città e il pubblico le opere della loro importante “Collezione di Arte Contemporanea”, comprendente circa 200 opere di diverse generazioni di artisti.
“È un grande motivo di orgoglio – sottolineano i coniugi Giordano – vedere che il nostro obiettivo di offrire un luogo dedicato alla cura e alla bellezza dell’anima stia riscuotendo così tanto successo. L’arte contemporanea all’interno di un palazzo d’epoca, situato in una località non vicina alle grandi città, sembra davvero aver reso il progetto unico e affascinante, attirando persone da ogni parte d’Italia e anche d’Europa. Vogliamo quindi condividere questa gioia con tutti coloro che hanno contribuito a rendere ‘SPA’ un luogo così speciale e che continuano a onorarci con la loro presenza”.
La mostra, attualmente in corso, è aperta (ogni primo sabato del mese) fino al prossimo 31 luglio. Perché il titolo “BIANCO”? “Perché il ‘Bianco’ – afferma Laura Crola Giordano – è il colore che ci permette di osservare, senza distrazione, le bellezze del Palazzo. Bianco è il colore del latte ed è senza dubbio il colore più amato dalla nostra famiglia”.
“E ‘Bianco’ è il colore dominante nelle opere video, fotografiche, pittoriche e scultoree che sono state scelte per la mostra e che sono state raccolte negli anni dai collezionisti”, afferma Rischa Paterlini, curatrice della mostra e della “Collezione Laura e Luigi Giordano”. Particolarmente impegnativo e ricco di opere e di piacevoli “sorprese” è il percorso espositivo, studiato nei dettagli, con grande competenza e saggezza, per riuscire a mixare nel giusto modo le opere esposte -attente ai valori e alle migliori cifre stilistiche delle avanguardie e post-avanguardie artistiche – agli spazi d’impronta neoclassica voluti dall’intervento (pitture, bassorilievi, stucchi e pregiati soffitti in legno) dell’architetto svizzero, novarese d’adozione, Stefano Ignazio Melchioni (1765 – 1837).
Da Wolfgang Laib a Mona Hatoum, da Anne Ihmof a Robin Rhode e all’americana Trisha Baga (con le sue “casuali” installazioni, giocate fra video, performance e oggetti di “curiosa” provenienza), fino a Vanessa Beecroft, al pop-neoespressionistico del tedesco Anselm Kiefer (narratore delle più scomode e buie realtà della storia tedesca in opere che gli hanno procurato non poche e forse esagerate critiche), al giovane varesotto di Busto Arsizio Diego Marcon: questi, in estrema sintesi, alcuni degli artisti presenti nel percorso espositivo di “BIANCO”, una mostra che invita a “sentire con gli occhi, sfruttando la versatilità del colore bianco e delle forme visive per comunicare emozioni e idee”. “ ‘BIANCO’ vuole essere – conclude Risha Paterlini – una riflessione sulla natura effimera della vita, sulla purezza e sulla bellezza della semplicità”.
Le visite, coordinate dalla storica dell’arte Federica Mingozzi, responsabile “Educazione e rapporti con il territorio” di “SPA”, saranno guidate dagli studenti del Liceo Classico Linguistico “Carlo Alberto” di Novara.
Per info: Palazzo Bellini, piazza Martiri della Libertà 10, Oleggio (Novara), www.spazioperarte.it
Gianni Milani
Nelle foto:
– Anselm Kiefer: “Cette obscure clarté qui tombe des etoils”, Tecnica mista, 1991-’92, ph. Mattia Micheli
– Particolare dell’allestimento
– Laura e Luigi Giordano, ph. Mattia Micheli
Partita la raccolta fondi per realizzare e portare una fiaba musicale nei reparti pediatrici degli ospedali con UGI ODV e l’orchestra filarmonica di Torino.
La fiaba musicale per i bambini ospedalizzazione è “La talpa di coriandoli”, progetto al quale lavorano UGI ODV e orchestra filarmonica di torino e per la cui realizzazione chiedono la collaborazione di tutti attraverso il crowdfunding lanciati nei giorni scorsi su https://www.retedeldono.it/la-talpa-e-i-coriandoli.
La fiaba musicale avrà come protagonisti due musicisti attori, un violoncellista e una clarinettista, in uno spettacolo scritto e prodotto appositamente per prendere per mano i bambini e inondarli di sorrisi ed emozioni positive.
I protagonisti indosseranno maschere originali realizzate da un aartista, in modo che i bambini possano subito essere immersi in un universo lontano da quello ospedaliero, popolato di musiva, bellezza e animali fantastici. L’obiettivo è quello di raggiungere nelle prossime settimane la somma di 25 mila euro, necessaria a coprire i costi di progettazione, dalla scrittura alla creazione originale dei testi, dalle musiche alle scenografie e alle coreografie, e i costi della produzione e dello spettacolo.
Verranno per questo coinvolti musicisti e artisti, registi e compositori professionisti con una sensibilità particolare nei confronti del mondo dell’infanzia.
UGI e OFT vogliono offrire al maggior numero possibile di bambini ospedalizzazione e alle famiglie che con loro vivono un percorso faticoso, un momento di gioia e spensieratezza attraverso la musica e il teatro.
Una volta pronto “La talpa e i coriandoli” potrà essere replicato più e più volte negli ospedali pediatrici, nei centri di cura e di degenza dove ai bambini serva un momento di serenità.
L’UGI, unione genitori italiani contro il tumore dei bambini ODV è una onlus che offre sostegno ai genitori nel percorso di cura dei piccoli pazienti e dei bambini, attraverso attività riabilitative, di gioco e didattiche. L’associazione non is limita ad un sostegno durante il periodo ospedaliero, ma sostiene iniziative per migliorare l’assistenza medica e sociale dei bambini affetti da malattie oncologiche, migliorandone la qualità di vita, oltre che stimolando e potenziando la ricerca scientifica, formando il personale volontario e sensibilizzando l’opinione pubblica.
L’Orchestra Filarmonica di Torino condivide con il pubblico il piacere e la bellezza della musica classica, con la propria stagione concertistica presso il conservatorio Giuseppe Verdi di Torino.
Mara Martellotta
Nella foto di repertorio l’Orchestra Filarmonica di Torino
Diagon Hall ospiterà il 6 marzo prossimo alle ore 21.30 un evento letterario, il quarto appuntamento dei “Dialoghi tra prosa e poesia”incentrato sul tema delle isole, considerate gli antichi porti del mare, un’occasione di salvezza, in ognuna si scopre un diverso microcosmo a sé stante. Questo incontro chiude il trittico legato ai viaggi dell’uomo e alle connessioni di storie che mettono in relazione i diversi popoli. L’incontro è tenuto da Gian Giacomo Della porta e Jacopo Marenghi.
Partendo dal mito di Ulisse l’evento si dipanerà saltando tra le note isole dell’Odissea, ognuna di esse rappresentante un preciso simbolo, quali la solitudine, il pericolo, il rifugio, la civiltà e la partenza.
Le isole protagoniste dell’incontro si avvolgono in un manto mitico in cui la realtà si fonde e si confonde con l’immaginazionee diventa un sogno d’amore per Pablo Neruda o il rifugio onirico per il poeta Giuseppe Ungaretti, una storia di naufraghi che vedrà attivi grandi personaggi legati al mondo delle isole, come Robinson Crusoe di Defoe e il Morel di Bioy Casares.
Il prossimo ciclo di tre incontri vedrà protagonisti i temi più studiati e amati di scrittori e poeti tra i più importanti, da Kafka a Montale fino a Ginsberg.
Diagon Hall via San Domenico 47 Torino
Mara Martellotta
Dopo la pioggia delle scorse giornate, da sabato un lieve miglioramento meteo ma connotato da leggere precipitazioni sulle Alpi settentrionali.
Poco nuvoloso con alcune schiarite sul resto del Piemonte, mentre nella serata è previsto un aumento della nuvolosità.
Le massime sono in crescita fino 12-13 ° in pianura, le minime tra 8 e 9 °. Venti deboli.
Domenica 3 marzo il cielo si prevede molto nuvoloso con precipitazioni diffuse. Oltre i 1000-1300 metri si prevedono nevicate.
La situazione complessiva a Torino e sulla regione migliorerà lunedì 4 marzo a partire dalla mattinata.
“La ricandidatura di Alberto Cirio a Governatore del Piemonte è una ottima notizia per i piemontesi. Abbiamo affrontato una legislatura tutta in salita tra pandemia, crisi energetica e due guerre con le conseguenze sul sistema economico e produttivo locale e abbiamo trovato in Alberto sempre una guida salda e sicura. Ora la sfida è continuare il lavoro svolto e portare il Piemonte alla guida del Nord Italia. Sono certo che con il proseguo del lavoro avviato in questa legislatura sotto la guida del nostro governatore Alberto Cirio potremo raggiungere tale obiettivo”. Ad affermarlo il capogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte Paolo Ruzzola.
Non soltanto chi si interessa alle discipline orientali, ma anche chi si occupa di spiritualità ha sentito parlare di ikigai.
Questo termine giapponese, che letteralmente significa “lo scopo nella vita”, è formato da iki, “vita”, e gai, “valore”; in pratica è il motivo per cui ci si alza (o ci si dovrebbe alzare) ogni giorno con la felicità di fare una cosa che piace, che ci permette di vivere, che è utile alla società.
Secondo questa pratica, ognuno di noi possiede un proprio ikigai; per essere felici è necessario e sufficiente trovarlo e farne uno stile di vita.
Ma cos’è l’ikigai?
Come mostra lo schema seguente per raggiungere l’ikigai dobbiamo:
Com’è intuibile, è difficile far coincidere tutte e quattro le condizioni: spesso ciò che ci piace fare e che rendeeconomicamente è perfettamente inutile, oppure ciò che serve e ci piace non ci viene retribuito, per cui chi trova la combinazione di tutte le quattro condizioni può davvero definirsi felice.
Come si articola la strada per l’ikigai? Solitamente ci accorgiamo che ci piace fare qualcosa, magari fin da bambini, e cominciamo a provare piacere, soddisfazione nello svolgere quell’attività. Se qualcuno ne ha bisogno, saremo invogliati a continuare, perfezionarci, affinare le tecniche fino ad offrire un servizio o un prodotto migliore, in tempi minori, riducendo i costi anche acquistando le materie prime o gli utensili in quantità maggiori per risparmiare.
Il problema nasce quando non osiamo chiedere un corrispettivo per il nostro lavoro. Temendo di non essere adeguati, di non aver svolto un buon servizio o di venir considerati esosi, ecco che il lavoro lo regaliamo o ci accontentiamo di una cifra simbolica: in questo modo il nostro ikigai si è già allontanato e ci guarda con disperazione.
Uno dei requisiti è, infatti, che ci permetta di vivere evitando, ça va sans dire, secondi lavori, straordinari, ecc.
Poi, fattore altrettanto importante, è che sia richiesto dal mondo, dalla società: se io produco attrezzi ginnici per pidocchi del cane probabilmente potrò anche diventare il maggior esperto del settore, magari mi diverto pure a creare ma non penso proprio che le persone litighino per accaparrarsi il primo esemplare prodotto per ogni modello, e neppure il secondo o terzo.
Evidente, dunque, come le quattro qualità del nostro lavoro debbano coesistere, almeno nel luogo in cui vivo e lavoro (un tritaghiaccio nell’Africa sahariana non ha lo stesso significato che assume al Circolo polare artico), nell’epoca in cui vivo e debba procurarmi introiti sufficienti per vivere nel mio luogo di dimora abituale: se penso di trasferirmi negli Emirati Arabi dove la vita costa molto più che in Italia dovrò essere sicuro di poter guadagnare a sufficienza, o dalla mia vita devo togliere il concetto di ikigai.
Troppo spesso vedo giovani (ma anche meno giovani) inventarsi lavori creando nella mente delle persone una necessità inesistente unicamente per giustificare il loro operato; immaginate uno che inventi un prodotto per disinfettare le piastre rompifiamma della cucina a gas prima del loro utilizzo: non si sterilizzano da sole quando accendiamo il gas? Ecco, la nostra società è permeata di individui che convincono i poveri di animo che ciò che loro producono sia la panacea contro i moderni nemici invisibili.
Il risultato? I primi hanno preso in giro gli sprovveduti che hanno creduto in loro, e questi ultimi si ritrovano, più poveri e frustrati, a non aver risolto un problema semplicemente perché quel problema non esisteva.
La ricerca della felicità è un tema quanto mai attuale e dibattuto, al punto che qualche genio aveva proposto di inserire il diritto alla felicità nella nostra Costituzione: per fortuna l’hanno fermato in tempo; la felicità è un concetto quanto mai soggettivo, che cambia anche nello stesso soggetto al passare del tempo, all’aumentare dell’età e per effetto di esperienze, delusioni, conoscenze e riflessioni.
Una cosa però è sicura: occorre diffidare dai falsi profeti, da chi ha la ricetta per la crescita personale con magici seminari online o assemblee in stile bulgaro dove il guru viene osannato da una folla composta per un quarto da allocchi paganti e per tre quarti da complici del guru. Volete trovare la felicità che, come ho detto più volte, non è una meta ma uno stato d’animo che vi accompagna mentre raggiungete i vostri obiettivi? Cercatela in voi stessi: eliminate ciò che vi disturba, fate ciò che vi piace e vi fa stare bene, allontanate i ladri di tempo ed i vampiri energetici e la felicità comincerà a percorrere la strada di casa vostra.
Provate: cosa avete da perdere, visto che ora felici non lo siete? Ecominciate a costruire il vostro ikigai.
Sergio Motta
“É stato lo stesso Flavio Roda, Presidente della FISI – la Federazione invernale sport invernali – in
una lettera inviata al Comune di Pragelato a dare il via libera, attraverso un parere favorevole della
sua Federazione, al progetto di recupero del sito olimpico del Salto. I lavori, ricorda il Presidente
Roda, ‘consentiranno di inserire nell’attuale contesto dello sci nordico anche la realizzazione di un
poligono funzionale alla pratica del Biathlon, opere necessarie per lo svolgimento delle
competizioni delle Universiadi di Torino 2025’. Una valutazione, questa, che porta il Presidente
della FISI a sostenere che il progetto ‘abbia una valenza al fine del riconoscimento del sito di
Pragelato quale Centro Federale per le discipline nordiche, considerata la possibilità di avere a
disposizione un’offerta di piste e servizi per la pratica invernale/estiva delle discipline federali’.
Un riconoscimento importante che premia da un lato lo sforzo dell’Amministrazione Comunale nel
perseguire questo progetto e che, dall’altro, rilancia ancora di più il ruolo di Pragelato nello
scacchiere nazionale ed internazionale per la pratica di queste discipline sportive”.
Giorgio Merlo Sindaco Pragelato.
Mauro Maurino Vice Sindaco Pragelato.
La Città di Venaria Reale e la Fondazione Via Maestra organizzano, in occasione dell’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, la mostra fotografica e documentaria “Faccio quello che voglio! – Donne oltre le convenzioni”, a cura di Simona Fiore e Francesca Gentile.
Il progetto nasce da una riflessione su come, per tante donne, la scelta di un percorso professionale o sportivo considerato maschile nell’immaginario collettivo, comporti una sfida sotto tanti punti di vista. Da qui è nata l’idea di una mostra fotografica. Scelte spesso osteggiate, in famiglia o nei luoghi stessi di lavoro, altre volte invece (quasi a sorpresa), incoraggiate e sostenute in quegli ambienti che a un primo sguardo potrebbero non sembrare per nulla inclusivi.
Il sindaco della Città di Venaria Reale, Fabio Giulivi, dichiara: «Una mostra che aiuta a mantenere alta l’attenzione sul tema dell’uguaglianza di genere. Donne libere che, con caparbietà e sacrificio, hanno conseguito la propria realizzazione, e le cui storie possono essere d’ispirazione per le generazioni più giovani. Un messaggio positivo, d’incoraggiamento, in opposizione allo stereotipo e alle discriminazioni che sono tra i molteplici aspetti che caratterizzano la violenza di genere».
Il percorso espositivo si compone di una ventina di fotografie, ciascuna dedicata a una protagonista. A corredo delle immagini, colte durante alcuni momenti della loro giornata lavorativa, una didascalia raccoglie, oltre ai dati della persona ritratta, un suo breve intervento che racconta le difficoltà, le sfide e i traguardi raggiunti.
Affermano le curatrici Fiore e Gentile: «Vogliamo dare voce a tutte quelle donne che hanno scelto carriere professionali e sportive non convenzionali, dimostrando che la capacità non dipenda dalla forza fisica o da diverse qualità intellettive, ma dallo studio, dall’abilità e dal sapersi destreggiare. Attraversando gli ambiti più disparati, ci siamo imbattute in figure femminili caparbie ed impegnate, che ogni giorno danno il loro contributo al cambiamento. Da questi incontri sono nate le nostre fotografie, per restituire le loro condizioni lavorative, le difficoltà, così come i momenti di gioia e realizzazione».
Inoltre, a seconda dell’ambito, vengono fornite alcune informazioni a carattere statistico e storico per poter dare al pubblico una visione generale della partecipazione femminile al lavoro in Italia. Inquadrando con lo smartphone i QR code su ogni pannello, si accede a contenuti multimediali relativi a ciascuna donna.
L’assessora alla Cultura, Marta Barbara Santolin, commenta: «Il tema della mostra è particolarmente attuale, oltre che trasversale. L’autodeterminazione e l’indipendenza sono al centro della vita delle protagoniste: la crescita, il riscatto, l’autodeterminazione passano soprattutto attraverso i percorsi professionali. E’ un preciso dovere delle amministrazioni pubbliche tenere alto il livello di attenzione e stimolare la riflessione culturale su questo argomento, sia nel mondo degli adulti sia in ambitoscolastico e tra le nuove generazioni».
Simona Fiore e Francesca Gentile sono videomakers e fotografe. Durante il loro percorso si sono spesso trovate a svolgere il proprio lavoro in ambienti quasi esclusivamente maschili. Dal confronto con questo mondo e dalle riflessioni che ne sono scaturite è nata l’esigenza di realizzare questo progetto.
Mirco Repetto, direttore artistico Fondazione Via Maestra, aggiunge: «Da sempre siamo attenti a proporre momenti di attenzione e riflessione su temi che sono al centro della dialettica sociale e politica. È dunque con grande piacere che al Teatro Concordia accogliamo, nel giorno dedicato alla Festa della donna, la mostra “Faccio quello che voglio! – Donne oltre le convenzioni”, a cura di Simona Fiore e Francesca Gentile, che potrà così essere vista e partecipata dal numeroso pubblico che interverrà agli spettacoli previsti per l’8 marzo alle ore 21:00 e il 10 marzo alle ore 16:00».
La mostra viene inaugurata venerdì 8 marzo al Teatro della Concordia, in concomitanza con lo spettacolo “I dialoghi della vagina”. Successivamente sarà visitabile al Liceo Juvarra solo per scuole su prenotazione.
SEDI E ORARI
L’accesso alla mostra è libero, ma non dà diritto all’ingresso in sala per assistere allo spettacolo.
Sempre venerdì 8 marzo, un’altra iniziativa è in programma nella Sala del Consiglio comunale, in piazza Martiri della Libertà 1. Alle ore 16:30, l’incontro “Le donne in un mondo del lavoro in evoluzione: verso un pianeta 50-50 nel 2030” (il tema scelto mira a promuovere il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, e nello specifico gli obiettivi numero 5 e 4).
Un dibattito a cui parteciperanno il sindaco Fabio Giulivi e l’assessora alle Pari Opportunità, Paola Marchese, organizzato dalle associazioni Cultura Senza Frontiere e La Crisalide di Ieri e di Oggi, con le presidenti Soraya Chabouha e Carmela Furfari, in collaborazione con la Pro Loco Altessano – Venaria Reale e col patrocinio della Città di Venaria Reale. Attraverso le storie di vita e professionali raccontate direttamente dalle protagoniste, in rappresentanza delle comunità di Italia, Algeria, Francia, Germania, Spagna, Svizzera: Nawal Caloul, Maria Flora Sartor, Leiva Felisa Hidalgo, Valeria Lastilla, Fatia Bentorki, Federica Crescimone, Faiza Bouzegza, Elena Ricci, Federika Arbogiast, Keira Bellahmar, verranno affrontate le difficoltà per le donne di avere le stesse opportunità dei maschi nel raggiungere obiettivi che sempre più sono comuni ai diversi generi.
L’assessora alle Pari Opportunità, Paola Marchese, afferma: «Un’analisi che, affrontando il tema di quest’anno della Giornata Internazionale della Donna, vuole accorciare le distanze di genere con al centro quei lavori che erano solo maschili, evidenziando quanto ancora sia necessario lavorare, affinché tutte abbiano le stesse opportunità».