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Torino si prepara all’Europride 2027

La Città di Torino ha ufficialmente dato il via al percorso che porterà all’organizzazione dell’Europride 2027, una delle più grandi manifestazioni europee a sostegno dei diritti delle persone LGBTQIA+.

La Giunta Comunale ha approvato, su proposta dell’assessore ai Diritti e alle Pari opportunità Jacopo Rosatelli, lo schema di convenzione con il Coordinamento Torino Pride APS per la realizzazione dell’Europride 2027 e delle iniziative di avvicinamento all’importante appuntamento europeo, che si terrà a Torino tra due anni. Tra queste ci sono i Pride cittadini del 2025 e 2026, eventi che coinvolgeranno la cittadinanza in momenti di festa, riflessione e sensibilizzazione.

«Il Pride rappresenta una manifestazione fondamentale per la nostra città e per una società che vuol essere giusta – ha dichiarato l’assessore Rosatelli – e con questo accordo di convenzione vogliamo formalizzare un rapporto triennale di sostegno e collaborazione con il CoordinamentoQuesto impegno garantirà non solo i prossimi Pride, ma anche l’Europride 2027, con un contributo significativo per rafforzare la nostra posizione a difesa dei diritti civili. In un clima internazionale sempre più complesso e sfidante, Torino conferma il suo ruolo di città inclusiva e solidale, impegnata a sostenere e promuovere i diritti della comunità LGBTQIA+ a livello locale e globale».

La convenzione, valida per il triennio 2025-2027 e finanziata con un contributo complessivo di 150.000 euro, prevede un articolato calendario di eventi e iniziative volte a coinvolgere la cittadinanza e a diffondere una cultura di accoglienza e non discriminazione. Le edizioni del Torino Pride 2025 e 2026, con un contributo annuale di 3.000 euro ciascuna, saranno tappe fondamentali di questo percorso.

Il Comune di Torino, inoltre, parteciperà con una propria delegazione all’Europride 2025 di Lisbona e al Pride 2025 di Budapest, manifestando solidarietà e vicinanza alle comunità LGBTQIA+ di tutta Europa.

L’Amministrazione comunale rinnova così il suo impegno per la promozione delle pari opportunità, la tutela dei diritti civili e la lotta contro ogni forma di omobilesbotransfobia rafforzando la collaborazione con il Coordinamento Torino Pride e le realtà associative del territorio e continuando a lavorare per un futuro di diritti e uguaglianza.

TORINO CLICK

James Cameron al Museo del Cinema

TORINO – Un doppio appuntamento con il genio del cinema mondiale. James Cameron, il visionario regista di Titanic e della saga di Avatar, farà tappa a Torino il 9 e 10 giugno per un evento speciale al Museo Nazionale del Cinema. Oltre a visitare la mostra The Art of James Cameron, il cineasta riceverà il Premio Stella della Mole e terrà un’esclusiva masterclass.

Un riconoscimento alla carriera

La serata del 9 giugno sarà dedicata alla consegna del Premio Stella della Mole, che celebra il “ruolo unico e innovativo” di Cameron nella storia del cinema. La cerimonia si svolgerà nella cornice iconica della Mole Antonelliana, sede del museo, simbolo perfetto per omaggiare un regista che ha sempre unito arte e tecnologia.

La masterclass con Carlo Chatrian

L’indomani, 10 giugno, spazio alla riflessione cinematografica: al Cinema Massimo, Cameron dialogherà con Carlo Chatrian, direttore del museo, in una masterclass che ripercorrerà la sua straordinaria carriera – dagli esordi con Terminator alle ultime innovazioni di Avatar – e i suoi futuri progetti. L’orario sarà comunicato a breve.

The Art of James Cameron: un viaggio nell’immaginario del regista

Cuore dell’evento è la mostra The Art of James Cameron, ideata dalla Cinémathèque Française in collaborazione con l’Avatar Alliance Foundation. Un’immersione in 60 anni di creatività attraverso:

  • 300 opere tra disegni, costumi, oggetti di scena e tecnologie 3D

  • 6 sezioni tematiche, da Sognare a occhi aperti a Titanic: Viaggio nel tempo

  • Installazioni multimediali e pannelli visivo-tattili per un’esperienza inclusiva

I progetti futuri: da Avatar a Ghosts of Hiroshima

Cameron, attualmente impegnato nel terzo capitolo di Avatar (Fuoco e Cenere, in sala dal 17 dicembre), ha in cantiere anche Ghosts of Hiroshima, trasposizione del romanzo su Tsutomu Yamaguchi, sopravvissuto a entrambe le bombe atomiche.

Un progetto che precederà Avatar 4, a conferma della sua instancabile ricerca narrativa.

Un’occasione unica per scoprire l’arte di un maestro che ha ridefinito il cinema.

CRISTINA TAVERNITI

Cisl Piemonte: “Bene Filosa a Stellantis”

“Salutiamo con favore la nomina di Antonio Filosa a nuovo amministratore delegato di Stellantis e la scelta del cda della casa automobilistica di puntare su un manager italiano, interno al gruppo automobilistico, profondo conoscitore dell’azienda, e con un grande bagaglio di esperienza e competenze acquisite in 25 anni di carriera”. È il commento dei segretari generali Cisl Torino e Piemonte, Giuseppe Filippone e Luca Caretti, alla notizia della nomina di Antonio Filosa ad amministratore delegato di Stellantis.
“Questa scelta fa ben sperare – aggiungono Filippone e Caretti – per il rilancio degli stabilimenti italiani e piemontesi del gruppo e in modo particolare per il sito di Mirafiori che vive da anni una situazione molto difficile sotto il profilo produttivo e di prospettive future. Confidiamo nel coinvolgimento del sindacato nelle scelte che riguardano i lavoratori e il territorio e auspichiamo un maggior confronto con le rappresentanze dei lavoratori da parte del nuovo ceo di Stellantis, segnando una netta discontinuità con il suo predecessore Tavares”.

“Tauri Memories”. Quando in campo scendevano “loro”!

Un’intera giornata, al “Motovelodromo Fausto Coppi”, per rivivere la storia della grande squadra di “Football Americano”

Sabato 31 maggio, ore 10,30 – 17,30

Più, molto di più che una semplice storia di “Football”! I “Tauri” hanno rappresentato e, ancor oggi, rappresentano e raccontano una storia fatta di “Football– Fratellanza – Passione”. Storia grande, indimenticata e indimenticabile che verrà, a ragione, ricordata con “Tauri Memories”, evento in programma al “Motovelodromo Fausto Coppi” di corso Casale, sabato 31 maggio (ore 10,30 – 17,30), a Torino.

Organizzata dall’Associazione “APS SEAL Sport Experience Activation Lab ASD” , in collaborazione con la “Community Veteran Players TAURI” , la giornata vuole raccontare “non solo l’evoluzione di una squadra – precisano i responsabili – ma anche quella di un movimento e di una visione educativa e sportiva”.

L’esposizione fotografica, accompagnata da materiale di gioco storico , farà rivivere la compagine di “Football americano” militante nel “Campionato nazionale di Prima Categoria” che giocò al “Motovelodromo” dal 1979 al 1987.

Per l’occasione, alle 11,30 è in programma, alla presenza dell’assessore comunale allo Sport Domenico Carretta, l’inaugurazione della “targa commemorativa” dedicata ai “Tauri” e collocata all’ingresso della struttura, accanto a quella dei “Campioni d’Italia del Rugby” del 1947.

Un po’ di storia.

L’avventura sportiva e di vita dei “Tauri” inizia nel 1977 ed è indissolubilmente legata a un nome, quello del mitico astigiano di Castelnuovo Calcea (dove nasce nel 1915) Bruno Beneck, scomparso a Roma nel 2003, atleta, giornalista, regista cinematografico e televisivo (autore, fra l’altro della famosa “Domenica Sportiva” da lui diretta dal 1970 al ’72) e visionario dirigente sportivo, pioniere in Italia, insieme a Giovanni Colombo, del “Football” americano. E’ proprio lui a lanciare il primo “Campionato Italiano di Football Americano” o “Torneo della Stampa Sportiva”Le quattro squadre partecipanti, rappresentanti delle principali testate giornalistiche sportive italiane, erano in realtà formate da “militari” delle basi “NATO” americane .

A vincere furono i “Tori di Torino” , che in finale sconfissero i “Diavoli di Milano”.

Due anni dopo, nel 1979 , Beneck riesce a compiere il vero passo decisivo: fonda la “Lega Italiana Football (LIF)” e organizza il “Primo campionato con squadre composte esclusivamente da atleti italiani”.

I “Tori”, nati nel 1977, vengono rifondati da un gruppo di studenti dell’“Istituto Margara” di Torino, iscrivendosi al Campionato del 1980. Grazie ai rapporti internazionali di Beneck, le attrezzature e le divise arrivano direttamente dagli USA: nel 1979 sono i “Los Angeles Rams” a sostenere i “Tori”, fornendo le divise giallo– blu, i colori propri della Città di Torino. Nel 1981, la “LIF” si chiude, ma non si spegne. L’anno successivo, a Milano, nasce l’“Associazione Italiana Football Americano (AIFA)” con presidente Giovanni ColomboI “Tori” cambiano nome in “TAURI” per potersi iscrivere ai campionati “AIFA”. Cambiano anche i colori: da “giallo-blu” a “granata e bianco”. Ma il loro spirito resta immutato. Il 1984 è  l’“anno d’oro” : 7 vittorie2 sconfitte e 1 pareggio.

Nel 1986 iniziano le difficoltà economiche . Difficoltà che, dopo una fusione con i “Gators” della seconda divisione, nel 1988 diventano insostenibili. La squadra si scioglie, e molti atleti di livello nazionale passano ai “Giaguari” , l’altra storica squadra torinese. Ma lo spirito “Tauri” è ancora forte.

Nasce una “Community spontanea”: ex giocatori e sostenitori continuano a incontrarsi, ogni anno durante il “Tauri Day”Nel febbraio 2013, circa 30 ex “Tauri” fondano la “Tauri Torino”, per ridare vita al sogno: un football fatto di valori, amicizia, crescita. Nascono due progetti. “Classe Tauri”: corsi didattici nelle scuole torinesi, realizzati da un tavolo multidisciplinare con esperti universitari, “Flag Football Agonistico”, con partecipazione ai Campionati “FIDAF”. Dal 2013 al 2024, il progetto coinvolge oltre 1.500 studenti l’anno, forma più di 30 istruttori scolastici, accoglie più di 30 tirocinanti “SUISM” e organizza numerosi tornei e corsi di formazione per docenti.

A fine 2024, l’attività agonistica dei “Tauri Torino” termina. Ma l’eredità vive e si trasforma: i “progetti educativi e “didattici” confluiscono in “APS Sport Experience Activation ASD”Associazione impegnata nella promozione del “calcio americano” come strumento educativo ed inclusivo. E la grande “Storia” dei “TAURI”, pur se trasformata, in una fresca miriade di rivoli e ruscelli prosegue senza mai dimenticare il flusso ancora limpido di un lungo “fiume”, sinonimo di amore, passione, amicizia e benefiche regole di sport e di vita.

Per info: “Motovelodromo Fausto Coppi”, corso Casale 144, Torino; tel. 011/3828188 o www.motovelodromo.to.it

  1. m.

Nelle foto: Immagini di repertorio 1985/ 1986

Weekend di storia e tradizione a Bardonecchia

 

Sarà un fine settimana tutto dedicato alla storia ed alle tradizioni, quello del 31 maggio e 1 giugno a Bardonecchia.
Due gli appuntamenti in programma nell’ambito della rassegna “Dran k’la sie tro tar Frammenti di memoria di storie bardonecchiesi ” realizzata dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con diverse realtà del territorio.

Sabato 31 maggio, alle 11, nella frazione Melezet, sarà inaugurato il percorso fotografico “Storie di donne e di bambini ” dedicato agli abitanti della prima metà del Novecento.

Domenica 1 giugno, alle 21, al Palazzo delle Feste, conferenza a cura del ricercatore Walter Re, “Bardonecchia com’era. Le prime grandi trasformazioni conseguenti la realizzazione del traforo ferroviario del Frejus 1871-1923”. Sarà raccontata la nascita dei primi alberghi, dell’Alpinismo e dell’escursionismo. E ancora sarà presentato il più antico filmato dell’avventura dello sci a Bardonecchia, risalente al 1923.

“Prosegue così l’impegno dell’Amministrazione Comunale nel voler riscoprire e raccontare la storia e le tradizioni di Bardonecchia. – dice il sindaco di Bardonecchia Chiara Rossetti – Solo conoscendo la propria storia, infatti, si può costruire il proprio presente ed il proprio futuro”.

 

Fondazione Veronesi, charity dinner a sostegno dell’oncologia pediatrica

La nuova Responsabile della Delegazione di Torino di Fondazione Umberto Veronesi ETS, Giovanna Ardoino, ha rinnovato il suo  impegno nei confronti della ricerca e cura dei tumori pediatrici, organizzando una nuova edizione della cena di raccolta fondi. L’obiettivo è contribuire al finanziamento del Protocollo internazionale LBL 2018 per i linfomi linfoblastici, che vede come obiettivo quello di stabilire una nuova stratificazione per i piccoli pazienti, identificando quei tumori che presentano caratteristiche di recidiva o resistenza ai trattamenti. I linfomi linfoblastici (LBL) costituiscono circa il 25-35% dei linfomi non-Hodgkin in età pediatrica. In Italia ogni anno circa 20-25 bambini si ammalano di LBL: si tratta di linfomi maligni che derivano dalla trasformazione tumorale di linfociti immaturi, la quale può avvenire in diversi stadi della maturazione. A loro volta, in base alle cellule da cui derivano e si differenziano, i linfomi linfoblastici vengono suddivisi in LBL di derivazione T-cellulare (T-LBL, circa il 70-80% del totale dei casi), LBL di derivazione B-cellulare (pB-LBL, circa il 20-25% del totale) e LBL di fenotipo misto mieloide/linfoblastico (MPAL), molto più rari.

L’evento si è tenuto martedì 27 maggio presso la Sala Fucine delle OGR – Officine Grandi Riparazioni in corso Castelfidardo 22 a Torino, dove oltre 350 partecipanti hanno potuto seguire gli interventi del Professor Paolo Veronesi, Presidente di Fondazione Umberto Veronesi ETS e Franca Fagioli, membro del Comitato Scientifico di Fondazione Umberto Veronesi e Direttore del Reparto di Oncoematologia Pediatrica e Centro Trapianti dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino.

La nuova edizione dell’annuale cena di raccolta fondi è rappresentata per la Delegazione di Torino anche un passaggio di testimone da parte di Adele Artom e degli altri delegati verso la nuova responsabile Giovanna Ardoino, già membro da anni della delegazione torinese e da sempre preziosa sostenitrice di Fondazione. L’evento è stato anche l’occasione per celebrare i dieci anni di attività della Delegazione di Torino.

La performance musicale dell’evento, realizzato in collaborazione con Carosello Records, è stata affidata a Diodato, eccellente artista italiano che nel 2020 ha infranto tutti i record della musica in Italia, vincendo la 70^ edizione del Festival di Sanremo con il brano “Fai Rumore” (triplo disco di Platino), il Premio della critica Mia Martini e il Premio Sala Stampa Radio Tv e Web e con il brano “Che vita meravigliosa” (disco d’oro). Diodato ha vinto il David di Donatello, il Nastro d’Argento e la Targa Tenco con “La mia terra” – canzone originale del film “Palazzina Laf” di Michele Riondino – per la categoria miglior canzone originale. Per il cantautore, è il secondo David di Donatello e Nastro d’Argento in carriera, vinti precedentemente nel 2020, sempre per la miglior canzone originale, con “Che vita meravigliosa”, colonna sonora del film “La dea fortuna” di Ferzan Ozpetek. Con “La mia terra”, inoltre, ha vinto il Ciak d’Oro per la categoria “Miglior canzone originale” e il Premio Amnesty International Italia 2024. Considerato cantautore tra i più intensi ed eleganti della nuova scena, è tra le voci più amate dell’attuale panorama musicale e tra gli artisti più premiati della storia della musica italiana.

In un mix tra rock, musica popolare e influenze derivanti dalla grande tradizione del cantautorato italiano, ma anche da quella della musica per film, ha negli anni consolidato una propria intenzione e cifra stilistica, riconosciute tra le più autentiche, profonde e raffinate. L’artista ha concluso un tour oltreconfine e un tour invernali nei teatri tutto sold out e sta per tornare live con 15 nuovi appuntamenti che lo porteranno ad esibirsi nei principali festival d’Italia nell’estate 2025. Inoltre è appena uscito il nuovo brano di Diodato “Non ci credo più”, dove l’artista dà voce alla propria volontà di reagire, di ribadire l’importanza di non lasciarsi sopraffare da una narrazione del reale che sembra avere come unico scopo quello di dividerci e farci tollerare l’inaccettabile.

 

Durante la serata – presentata e condotta dalla madrina Manila Nazzaro – i partecipanti hanno anche potuto accedere ad un’asta esclusiva tramite la piattaforma di Memorabid, per aggiudicarsi i preziosi lotti donati da generose aziende, continuando così a mostrare concretamente il proprio sostegno ai bambini e adolescenti malati di tumore. Anche quest’anno non è mancato un momento dedicato all’arte: prima della cena gli ospiti potranno prendere parte alla visita guidata delle mostre in corso delle OGR.

“L’annuale serata di raccolta fondi rappresenta un evento molto importante, durante il quale gli amici torinesi rinnovano la propria vicinanza e sostegno alle iniziative di Fondazione. La delegazione è da anni impegnata nel sostegno della ricerca scientifica in oncologia pediatrica per dare una speranza concreta di guarigione ai piccoli pazienti malati di tumore. Desidero ringraziare tutti coloro che in questi anni hanno sostenuto le iniziative di raccolta fondi e di divulgazione sul territorio e tutti coloro che hanno dato il proprio contributo alla realizzazione di questa bellissima serata: le aziende a noi vicine, i partecipanti e il grande cantautore italiano Antonio Diodato” – ha affermato Giovanna Ardoino, neo Responsabile della Delegazione di Torino. 

 

Un sentito ringraziamento al Consolato di Svezia, che ha patrocinato la serata, a Carosello Records per la collaborazione, e agli altri partner che l’hanno sostenuta: BTR ADVICE, Centrale del Latte d’Italia S.p.A., Immogroup Srl, KIWI Srl, L’’Astemia, SKF, Centro Noleggio, Lavazza che ha anche donato il caffè che verrà servito in serata, Cantine DAMILANO e Tenute Cisa Asinari dei Marchesi di Grésy, che hanno omaggiato i vini, Lauretana, che ha omaggiato l’acqua, Stratta Catering & Banqueting 1836 di Torino, che ha curato l’esclusivo menù e Ugo Nespolo. Un ringraziamento a tutte le aziende che hanno generosamente donato i lotti dell’asta.

Laboratori culturali ai Musei Reali

Mentre il Comune di Torino si ostina a non riconoscere sconti per accedere alle arrività culturali agli over, i Musei Reali organizzano attività aperti al pubblico gratuite e senza obbligo di prenotazione. In occasione della mostra Van Eyck e le miniature rivelate Palazzo Madama e il Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino propongono alcune conferenze di approfondimento, per conoscere la tecnica della miniatura, la tradizione dei libri decorati, e alcuni dei protagonisti che hanno contribuito a rendere questa pratica cruciale per lo sviluppo artistico tra Medioevo e Rinascimento.

Mercoledì 4 giugno ore 17
I Libri d’Ore: preghiere e immagini per la devozione privata
con Giovanna Saroni, Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Studi Storici

Lunedì 30 giugno ore 17
In miniatura, rinascenze padane. Francesco Marmitta sulle vie del Po
con Giovanni C.F. Villa, Direttore di Palazzo Madama

Gabriella Daghero

TORINO OVER

Lago d’Orta, storia di una rinascita

Già dal titolo – Il lago d’Orta, storia di una rinascita – il libro scritto da alcuni ricercatori che hanno lavorato al Cnr e in altre istituzioni scientifiche (Marina Manca, Piero Guilizzoni, Rosario Mosello e Maurizio Gentilini) si presenta come un affascinante viaggio alla scoperta del secondo lago piemontese ( l’11° in Italia). Di origine glaciale e definito da viaggiatori e scrittori come il più romantico specchio lacustre del Bel Paese, ha visto le sue sponde testimoni e protagoniste delle varie stagioni dello sviluppo dell’Italia postunitaria, dalla prima rivoluzione industriale di fine Ottocento all’essere una delle mete turistiche più gettonate. Purtroppo le sue acque furono vittima a partire dagli anni venti del secolo scorso di un pesante inquinamento dal quale si sono affrancate nel tempo grazie a una nuova coscienza ambientale ed ecologica che impose, attraverso la ricerca scientifica e le sue applicazioni tecnologiche – una grande opera di risanamento sul finire degli anni ’80 con l’intervento di liming  coordinato dall’Istituto per lo studio degli ecosistemi del Cnr. Il libro nasce dall’esigenza di fare memoria su questa originalissima vicenda e sulla storia del lago d’Orta che si è sviluppata nell’arco di due secoli. Circa un centinaio di anni sono trascorsi dall’inizio dell’inquinamento: lo 0,5% della durata complessiva della vita del lago, formatosi al termine dell’ultima glaciazione, nel Pleistocene. In questo geologicamente breve spazio temporale si è assistito ad uno dei più devastanti inquinamenti delle acque lacustri segnalati dalla bibliografia limnologica mondiale, per lunghi decenni, come scrivono gli autori, “ignorato o falsamente spacciato come anomalo fenomeno naturale”. Questo, è bene ricordarlo, in assenza di leggi adeguate a tutelare le acque naturali dagli inquinamenti e di organi di controllo in grado di denunciare quanto stava accadendo.

La Bemberg, azienda tessile di Gozzano, scaricava rame nel lago, immettendo ogni anno circa 2.000 tonnellate di azoto in forma ammoniacale. Queste sostanze davano luogo a reazioni chimiche che provocarono una grave acidificazione delle acque e la scomparsa della fauna ittica. Nonostante le denunce circostanziate e precise di due grandi scienziati limnologi come Rina Monti (1930) e Edgardo Baldi (1949) che segnalarono ripetutamente quanto stava accadendo, solo negli anni ’70 e ’80, con la legge Merli, con l’istituzione di organi di controllo e con la costruzione di due impianti di depurazione, si determinarono le condizioni per una sostanziale diminuzione degli scarichi. L’enorme massa di inquinanti accumulata, unita ai ridotti apporti idrici dal bacino imbrifero del lago, rendevano tuttavia molto lungo il tempo di recupero. Il trattamento di liming accelerò notevolmente questo processo, eliminando gran parte della tossicità delle acque. Più lungo e complesso fu il processo di recupero di un equilibrio ecologico nelle acque, con l’avvio del ristabilimento di una rete trofica che potesse dirsi in qualche modo equilibrata e alla ricostruzione di un popolamento ittico in grado di sostenere nuovamente una pesca sportiva e professionale. Su questi temi il Cnr di Pallanza, una delle grandi eccellenze della scienza e della ricerca italiane, è fortemente impegnato con studi sull’evoluzione dei popolamenti e sperimentazioni per tentare di accelerare i processi naturali. I processi di ripopolamento del lago, lenti per loro natura, sono ostacolati da organismi invasori, specie “aliene” o alloctone che, approfittando del vuoto creatosi nella rete trofica, si sono insediate nel lago in virtù di strategie riproduttive particolarmente efficaci.  Le considerazioni che il libro propone riguardano i danni che inevitabilmente derivano in assenza di leggi e controlli ambientali, lasciando via libera ad attività produttive che permettono un lucro a spese dell’ambiente naturale e storico. Nel volume che esamina la rinascita del lago d’Orta gli autori hanno riassunto i progressi faticosamente fatti in questo senso, dapprima con leggi nazionali, quindi con provvedimenti dell’Unione Europea. L’inerzia e i ritardi hanno permesso nel tempo irrimediabili scempi in campo ambientale, dei quali gli eventi del Lago d’Orta costituiscono un caso esemplare.

“ Se è vero che tali avvenimenti saranno sempre ricostruibili a partire dalla memoria interna al lago stesso attraverso l’archivio sedimentario – sostengono i ricercatori –  altrettanto non può dirsi per le vicende umane che li hanno accompagnati durante il lungo percorso che ha portato fino ai giorni nostri. Essi sono indissolubilmente legati alla vita e alle opere di coloro i quali di questo lago hanno fatto l’oggetto di studi e ricerche, lungo un percorso storico che ha le radici nell’esistenza stessa dell’Istituto di Pallanza”. Così, la ricostruzione delle vicende evolutive dell’Orta, della sua morte biologica e della sua rinascita, si intrecciano con la vita e le opere dei personaggi che nel tempo si sono avvicendati alla guida dell’Istituto Idrobiologico di Verbania. E di quelli che ne hanno portato avanti le ricerche: tecnici, ricercatori, studenti che con il loro lavoro hanno costruito quella gigantesca mole di dati e documenti che rappresentano un’eredità oggi da curare e valorizzare. Inizialmente poco compresi e considerati per il loro lavoro, nonostante i numerosi tentativi di rendere le loro risultanze accessibili al vasto pubblico, i protagonisti delle ricerche sul lago, si sono allargati a comprendere  centri di ricerca in Italia e nel Mondo, molti dei quali collegati, quanto meno per le loro origini, all’Istituto stesso. Con il libro – Marina Manca, Piero Guilizzoni, Rosario Mosello e Maurizio Gentilini – hanno voluto dare visibilità alle istituzioni, alle persone e ai personaggi che del lago hanno documentato l’esistenza e la morte, pianificato il recupero, accompagnato la rinascita, in sostanza facendone la storia. Gli studiosi che hanno ereditato il testimone delle ricerche sull’Orta oggi godono di ampio credito, ancora una volta considerando questo lago come ambiente ideale per studi pionieri e l’applicazione di tecniche di avanguardia.  Il recupero della qualità delle acque lacustri e di tutte le sue utenze, unita alle bellezze naturali ed artistiche presenti sul territorio, permetterà un ulteriore sviluppo di un  turismo sostenibile e attendo all’ambiente. Infine, la lezione che deriva dalla storia del lago d’Orta deve fare riflettere sulle sfide future, riguardanti non solo quel lembo di territorio al nord del Piemonte ma ogni realtà. Gli autori rammentano come sia “enormemente aumentata la potenzialità dell’uomo e delle sue macchine di incidere sull’ambiente, attingendo a combustibili fossili con l’emissione in atmosfera di ingenti quantità di biossido di carbonio, ossidi di zolfo e azoto. Gli effetti sull’ambiente e sulla qualità della vita sono già ben evidenti, ma gli sforzi per fronteggiare la situazione non sono arrivati a risultati degni di nota. La grande differenza rispetto agli eventi del passato riguarda l’estensione delle aree interessate, prima limitate a porzioni di territorio, ora estesa all’intero pianeta”. Una bella sfida, impegnativa quanto necessaria, alla quale questo libro e la passione di chi l’ha scritto offrono un contributo qualitativamente notevole.

Marco Travaglini

Lite in zona Aurora. Un ferito grave

ALESSI (Fdi): È ora di dire basta!”

Torino, Circoscrizione 7, Aurora Via Bra. “Una lite violenta tra sudamericani. Una persona portata via in codice rosso. Cittadini impauriti”, denuncia Patrizia Alessi, capogruppo Fdi che aggiunge: “potrebbe esserci un altro morto, una violenza inaudita che come dico sempre scoppia da un attimo all’altro. Solo la Città non capisce la terribile situazione che si vive in questo pezzo di territorio. È ora di dire BASTA!”
La richiesta, in particolare, è quella di maggiori controlli all’interno degli immobili. “Spesso in piccoli appartamenti si trovano a vivere anche venti trenta persone, molte tensioni che poi sfociano in episodi di violenza nascono in contesti di degrado come questi. Su questo aspetto la Città di Torino può e dovrebbe intervenire”.