ilTorinese

La Regione collauda la telemedicina: “Nuova piattaforma a fine 2025”

Il Piemonte è tra le prime Regioni d’Italia a collaudare l’Infrastruttura Regionale di Telemedicina (IRT) per la realizzazione dei servizi di telemedicina

L’assessore alla Sanità, Federico Riboldi, ha ricordato che «come annunciato a fine 2024 entro il primo semestre di quest’anno è partito il collaudo dell’IRT, che permetterà alle Aziende Sanitarie Regionali, per la fine dell’anno, di avviare i servizi di telemedicina sulla nuova piattaforma». Si tratta di un’importante evoluzione per il sistema sanitario piemontese, che mira a migliorare l’efficienza e la capillarità dei servizi grazie a strumenti tecnologici all’avanguardia. «Un passo importante verso l’innovazione e l’ammodernamento della sanità piemontese – ha proseguito Riboldi – e che permetterà di realizzare una rete capillare e moderna a disposizione dei professionisti sanitari e, di conseguenza, ai cittadini piemontesi, soprattutto quelli che abitano nelle zone più isolate della nostra Regione. La telemedicina deve diventare un pilastro della medicina territoriale e l’IRT va esattamente in questo senso, per raggiungere i cittadini direttamente nelle proprie abitazioni».

L’Infrastruttura Regionale di Telemedicina è progettata per offrire servizi fondamentali come televisita, teleconsulto, teleassistenza e telemonitoraggio di livello 1 e 2, oltre a prevedere attività di supporto, aggiornamento e manutenzione della stessa infrastruttura. Il tutto sarà possibile grazie ai fondi del PNRR, che destinano al Piemonte quasi 39 milioni di euro esclusivamente per lo sviluppo della telemedicina.

Il collaudo dell’IRT, coordinato da Simona Iaropoli in qualità di Responsabile Unico del Progetto, si è concluso positivamente entro le scadenze previste. L’attività ha coinvolto il Gruppo Regionale di Telemedicina, un team multidisciplinare composto da professionisti della sanità piemontese, chiamati a valutare complessivamente l’impatto e le funzionalità di questa innovativa infrastruttura.

«Per il collaudo – ha spiegato il direttore generale di Azienda Zero, Adriano Leli – è stata individuata quale azienda pilota il Mauriziano, dove si sono svolti i test dei modelli di avvio di Televisita e Teleassistenza, primi tasselli dei servizi minimi di Telemedicina e che, per mezzo della tecnologia dell’IRT, consentono ai professionisti sanitari di espandere il perimetro dell’assistenza raggiungendo gli assistiti più fragili e con patologie croniche».

Pinocchio! al Torino Fringe Festival

Domenica 1 giugno, ore 17

CineTeatro Baretti, via Baretti 4, Torino

 

 

Per Igor Sibaldi le avventure di un burattino sono un romanzo teologico

 

 

Per l’ultimo appuntamento della XIII edizione del Torino Fringe Festival 2025, Igor Sibaldi con Pinocchio! racconta un Collodi sorprendente perché le sue Avventure di un burattino sono un romanzo teologico. La storia di un essere misterioso che vuole diventare un bambino, nella casa di un falegname chiamato Giuseppe, per gli amici Geppetto. Un’incarnazione, un sequel dei Vangeli, con morte e resurrezione, ma anche con la Qabbalah, l’iniziazione egizia e la mistica ebraica.

 

Igor Sibaldi è scrittore, studioso di teologia e storia delle religioni. Narra argomenti di teologia, mitologia, psicologia, filosofia, storia della letteratura, Qabbalah. Conduce seminari e conferenze in tutto il mondo. Tra i suoi libri più celebri: la trilogia de I Maestri InvisibiliLibro degli Angeli e Il codice segreto del Vangelo. Ha scritto e messo in scena alcuni testi teatrali: Francesco e i burattiniDionisoElogio dell’impossibile. Negli anni Novanta, ha tradotto Guerra e pace e molte altre opere di Tolstòj.

Info:

Domenica 1 giugno, ore 17-19

CineTeatro Baretti, via Giuseppe Baretti 4, Torino

Pinocchio!

Igor Sibaldi

Costo: 20 euro

Posti limitati

Prenotazione online su www.tofringe.it

La Procura ricorre contro Alex Cotoia: “Ha aggredito il padre deliberatamente”

/

La Procura Generale di Torino ha presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza con cui la Corte d’Assise ha assolto Alex Pompa – Cotoia per legittima difesa nel secondo processo a suo carico. Il giovane di Collegno era stato prosciolto dall’accusa di omicidio per la morte del padre, Giuseppe Pompa, 52 anni, avvenuta la sera del 30 aprile 2020 nell’abitazione di famiglia in via De Amicis. L’uomo morì intorno alle 23, colpito da 34 coltellate.

All’epoca dei fatti, Alex aveva 18 anni. Secondo quanto raccontato dal ragazzo, quella sera nell’appartamento si consumò l’ennesimo episodio di violenza domestica: il padre avrebbe aggredito verbalmente e fisicamente la madre, Maria Cotoia.

La Corte d’Appello aveva confermato l’assoluzione, riconoscendo la legittima difesa. Tuttavia, la Procura contesta questa ricostruzione: secondo gli inquirenti, sulla scena del crimine non ci sarebbero segni evidenti di colluttazione, né il corpo della vittima presenterebbe ferite da difesa. Elementi che, secondo l’accusa, potrebbero indicare un’aggressione deliberata e non una reazione istintiva a un pericolo imminente.

Grimaldi (Avs), a Catania al fianco di  Freedom Flottiglia

Saremo a Catania per sostenere la missione Freedom Flottiglia, che domenica 1 giugno partirà con una nave umanitaria dalla Sicilia diretta a Gaza, per denunciare il blocco israeliano e fornire aiuti di emergenza alla popolazione civile. Lo afferma Marco Grimaldi di Avs. Meno di un mese fa un convoglio umanitario è stato attaccato da droni in acque internazionali al largo di Malta. Intanto – prosegue il vicecapogruppo dei deputati rossoverdi – a Gaza, secondo l’OMS, 2,2 milioni di persone rischiano la vita in questo momento. A bordo della nave ci saranno Greta Thunberg, Rima Hassan, l’attore Liam Cunnigham e tanti attivisti impegnati nella difesa dei diritti umani e della solidarietà internazionale.
Domenica sarò a Catania, durante la partenza della Freedom Flottiglia per portare alla missione tutto il sostegno di Alleanza Verdi Sinistra. Siamo stati nei territori occupati palestinesi e al valico di Rafah. Siamo testimoni di occupazione, apartheid e genocidio. Come ha scritto l’attivista Nicole Jenes, ‘la mia presenza qui è semplicemente un’estensione naturale di ciò che significa essere umani’”

Forza Italia, il Ministro Pichetto Fratin per Morris Lazzarin Segretario cittadino di Cossato

 

Questa mattina il Congresso Cittadino con i saluti al telefono del Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio.

Si è svolto questa mattina il Congresso Cittadino di ‘Forza Italia’ a Cossato, nel Biellese. Un appuntamento di rilievo svoltosi nella Sala Congressi dello storico “Albergo Tina” nel cuore del centro storico. Al tavolo dei relatori, introdotto dal Segretario Provinciale Alessio Serafia che ha moderato l’incontro, il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin che, aprendo i lavori, ha ribadito come “Forza Italia cresce anche dopo l’esempio virtuoso di Silvio Berlusconi seguendone pedissequamente le orme, e confermandosi di fatto la forza centrista e moderata della coalizione di Governo fondata sui valori imprescindibili di serietà, responsabilità e onestà”. Presenti al meeting anche i Vice Segretari Provinciali Alberto Fenoglio e Lorenzo Leardi, insieme al Segretario cittadino di Biella del partito Luca Motto, alla vicepresidente della Provincia di Biella Elisa Pollero e al Coordinatore Cittadino di Cossato Morris Lazzaroni che, forte dell’ottimo lavoro svolto sul territorio, è stato eletto all’unanimità nel proprio mandato dai presenti tesserati. All’evento ha partecipato, per un saluto in diretta telefonica ai presenti, anche il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, il quale ha sottolineato “L’importanza del fondatore come faro e riferimento in questo complesso momento presente in cui ‘Forza Italia’ continua sempre più a essere dalla parte dell’Italia libera e liberale”. Significative, in conclusione, anche le parole del Segretario cossatese del partito Lazzaroni che ha ringraziato pubblicamente “Il Ministro Gilberto Pichetto Fratin per gli ingenti fondi che ha fatto pervenire in aiuto e allo sviluppo del territorio Biellese grazie all’ottimo gioco di squadra con le giunte regionali a guida ‘Forza Italia’ guidate dai Presidenti Enzo Ghigo prima, e da Alberto Cirio poi. La Rivoluzione Industriale – ha ricordato in chiusura – è partita storicamente proprio da Biella, e questo deve essere uno sprone per il rilancio delle nostre zone”. La riunione di partito si è conclusa con un aperitivo cortesemente offerto dal Sindaco di Cossato Enrico Moggio, stimato medico assente per motivi professionali, che ha fatto sentire la propria vicinanza ai partecipanti grazie ai referenti inviati in sua vece.

“Macellaio gourmet, artigiano del gusto”. Intervista a Ermanno Melatti

Informazione promozionale

In un mondo in cui spesso la velocità prevale sulla qualità, Ermanno Melatti rappresenta un esempio raro di passione, competenza e visione.

Macellaio per scelta e per vocazione, dal 2022 ha dato vita a una macelleria che è diventata un punto di riferimento per chi cerca carne di qualità e piatti pronti all’altezza della ristorazione gourmet. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare la sua storia, i suoi valori e il suo modo di intendere un mestiere antico ma sempre più moderno.

 


 

1. Partiamo dalle origini: come nasce la sua passione per la carne e per il mestiere di macellaio?

Tutto è iniziato dalla mia passione per il barbecue americano. È stato un amore travolgente che mi ha portato a voler capire la carne in profondità: la sua origine, il suo taglio, la sua preparazione. Nel 2022 ho deciso di aprire una macelleria partendo da zero. È stata una sfida, ma anche un’avventura bellissima.

 


2. Oggi si definisce “macellaio gourmet”. Cosa significa per lei questa definizione?

Significa evolversi. Non sono solo un venditore di carne, ma un selezionatore e un creatore di sapori. Ho sviluppato una linea di 15 piatti pronti, pensata per chi ha poco tempo ma non vuole rinunciare al gusto e alla qualità. Gourmet per me è sinonimo di attenzione, innovazione e rispetto per il cliente.

 


 

3. Quali sono i criteri fondamentali che guidano la sua scelta delle carni?

Il primo criterio è l’origine: prediligo carni provenienti da allevamenti italiani, possibilmente a filiera corta e sostenibile. Evito l’allevamento intensivo e scelgo solo animali allevati secondo ritmi naturali, come i polli di razze a lenta crescita.

 


 

4. Da quali allevamenti o territori provengono le sue carni? C’è una filiera selezionata che predilige?

Sì, lavoro solo con allevamenti italiani che rispettano determinati standard di benessere animale. Mi affido a realtà che condividono la mia filosofia: sostenibilità, qualità e trasparenza.

 


 

5. In un mercato spesso dominato dalla quantità, lei punta sulla qualità. Come si riconosce una carne di eccellenza?

La carne di qualità si riconosce dall’aspetto, dalla morbidezza e, ovviamente, dal gusto. È una questione di esperienza, ma anche di educazione del palato: chi prova una carne ben selezionata difficilmente torna indietro.

 


 

6. Parliamo di razze: ci sono razze bovine, suine o ovine che considera “nobili” e che valorizza maggiormente?

Assolutamente. La fassona piemontese, gli angus spagnoli… sono razze che danno una carne straordinaria, soprattutto se allevate secondo criteri naturali e sostenibili. La qualità parte dalla genetica, ma si costruisce con la cura dell’allevamento e dell’alimentazione.

 


7. Il gusto è al centro del suo lavoro. In che modo accompagna il cliente nella scoperta di sapori autentici e ricercati?

Con i consigli. Suggerisco come cucinare al meglio ogni taglio, quale tecnica usare e con quali tempi. Ogni carne ha una storia e un potenziale che merita di essere esaltato.

 


 

8. Oltre alla carne, c’è un’attenzione anche al taglio e alla preparazione. Quanto conta la manualità e l’esperienza nella sua bottega?

È fondamentale. Un buon taglio valorizza la carne, riduce gli scarti e rende la preparazione in cucina più semplice. Ogni pezzo è trattato con cura, anche per rispettare chi lo porterà in tavola.

 


 

9. Oggi si parla molto di sostenibilità anche nel settore alimentare. Come si inserisce il suo lavoro in questa prospettiva?

Credo in un modello alimentare che privilegi il “meno ma meglio”. Non serve consumare molta carne, basta scegliere carne buona, sostenibile, etica. La sostenibilità non è uno slogan, è una responsabilità concreta.

 


 

10. Ha collaborazioni con chef o ristoranti gourmet? Come si crea un dialogo tra il banco del macellaio e la cucina d’autore?

Sì, collaboro con diversi ristoratori professionisti. Il dialogo nasce dalla fiducia: loro sanno che ogni taglio è pensato per esaltare il piatto. Io, da parte mia, ascolto le esigenze della cucina per proporre soluzioni su misura.


 

11. Cosa sogna per il futuro? Quali sono i prossimi passi per entrare a pieno titolo nel mondo del gusto di qualità?

Il mio sogno è dare continuità alla macelleria, mantenendo un alto livello di servizio. Sto lavorando a nuovi progetti legati alla gastronomia di qualità, in particolare allo sviluppo di piatti pronti a cuocere e alla frollatura delle carni. È un percorso che unisce tradizione e innovazione.

 


 

12. Un ultimo consiglio per chi vuole riscoprire il piacere della carne di alta qualità: da dove iniziare?

Bisogna provare. Scegliere con consapevolezza, avvicinarsi alla carne come a un prodotto che merita rispetto. La qualità non è solo una scelta di gusto, ma anche di salute e di etica. Meno carne, ma carne vera: questo è il mio consiglio.

 


 

La macelleria di Ermanno Melatti non è solo un negozio, ma un luogo dove la carne diventa cultura, rispetto e piacere per il palato. Un esempio di come anche il banco del macellaio possa trasformarsi in un laboratorio di alta gastronomia.

Corso Filippo Turati 18/b, Turin, Italy

342 716 0270

Inaugurato il giardino di via Saint Bon: più accessibile, verde e sicuro

 

Un giardino con spazi completamente ridisegnati, maggiore accessibilità e sicurezza, nuove aree per il gioco e la pratica sportiva: si presenta così il rinnovato Giardino di via Saint Bon, nel quartiere Aurora, inaugurato  alla presenza del sindaco Stefano Lo Russo, dell’assessore al Verde e alla Cura della città Francesco Tresso, e del Presidente della Circoscrizione Sette Luca Deri.

L’intervento di riqualificazione è stato realizzato con fondi PNRR nell’ambito di una delle misure del Piano Integrato Urbano (P.I.U.) della Città di Torino, che prevede interventi di manutenzione straordinaria delle aree verdi interne alle Biblioteche Civiche e di quelle limitrofe. Sono 36 in totale le aree interessate dai lavori, di cui 28 aree giochi; per il giardino Saint Bon la biblioteca di riferimento è la Italo Calvino di lungo Dora Agrigento 94.

La progettazione è frutto di un percorso condiviso tra i tecnici della Divisione Verde e Parchi della Città, la Circoscrizione e i residenti del quartiere, che hanno richiesto interventi mirati per rendere il giardino più fruibile, accogliente e libero da situazioni di degrado.

“Abbiamo scelto di investire gran parte dei fondi del Pnrr sulla cultura individuando come simboli della cultura le nostre biblioteche – ha commentato il sindaco Lo Russo -. La biblioteca ha un grande valore culturale ma anche di aggregazione e in questo senso gli interventi contemplano anche le aree limitrofe con la realizzazione di spazi verdi e aree gioco, come quella che inauguriamo oggi. Luoghi come questo rispondono all’esigenza di riappropriarci dello spazio pubblico, che rappresenta una prima risposta anche sui temi della sicurezza sociale. Alle cittadine e ai cittadini che hanno promosso questa riqualificazione chiediamo di aiutarci a mantenere il decoro di questo giardino così come lo vediamo oggi”.

“Il Giardino di via Saint Bon è stato completamente rinnovato nei suoi spazi grazie ad una riqualificazione che ha tenuto conto delle preziose osservazioni degli attori e degli abitanti di Aurora – ha dichiarato l’assessore Tresso – che torneranno a frequentare uno spazio di socialità importante per il quartiere, curato, sicuro e accessibile”.

“In poco meno di quattro anni sul quartiere di Aurora sono stati riqualificati quattro giardini grazie agli interventi finanziati dall’Unione Europea – ha aggiunto il Presidente Deri -. Come per gli altri interventi abbiamo anche interloquito con i residenti che hanno scelto quale arredo urbano e quali giochi collocare”.

L’area centrale del giardino, precedentemente ribassata e strutturata a gradoni, è stata riportata al piano e trasformata in una piastra sportiva multifunzionale per il calcetto e il basket, dotata anche di un tavolo da ping pong in calcestruzzo. La grande struttura muraria in mattoni che delimitava l’area è stata demolita, in quanto poco funzionale e oggetto di mascheramento della parte posteriore del giardino.

La nuova organizzazione degli spazi ha consentito l’ampliamento dell’area giochi, ora arricchita da due nuove piastre, con quattro giochi inclusivi e nuova pavimentazione antitrauma. A tutela dei più piccoli, l’area è stata delimitata con una recinzione metallica dotata di due ingressi.

Per migliorare l’accessibilità, sono stati ripristinati i vialetti interni con pavimentazione drenante in calcestre. Importanti anche gli interventi sul verde: il terreno è stato livellato, sono stati seminati i nuovi prati e messi a dimora 25 nuovi alberi e arbusti, che garantiranno zone d’ombra nelle giornate più calde.

Per una maggiore sicurezza nelle ore serali è stato inoltre adeguato e potenziato l’impianto di illuminazione pubblica, a cura di Iren Smart Solutions. Completano la riqualificazione 12 nuove panchine in legno, due tavoli da picnic, 10 cestini portarifiuti e la predisposizione dell’allacciamento di un toret.

TORINO CLICK

Torino disvela al pubblico la ricchezza del suo patrimonio archivistico con Archivissima 2025

Torino si prepara ad accogliere la manifestazione che apre al pubblico il patrimonio archivistico italiano. Per quattro giorni gli archivi di Torino si riuniranno sotto il tema “Dalla parte del futuro”, sottolineando quanto sia importante la memoria per guardare avanti. Dal 5 all’8 giugno 2025 avrà luogo l’ottava edizione di Archivissima, il festival dedicato alla valorizzazione e alla promozione dei patrimoni archivistici, e sarà l’occasione per festeggiare il decimo anniversario della Notte degli Archivi, il format ideato nel 2016 da Promemoria Group, con l’intento di promuovere la conoscenza della narrativa che sta alla base delle raccolte documentali degli archivi. La Notte degli Archivi è ideata per raccogliere la ricchezza degli archivi di enti, istituzioni e aziende. La Notte degli Archivi si svolgerà venerdì 6 giugno e coinvolge quasi 500 realtà provenienti da 20 regioni, e ideato da Promemoria Group, il cui Ceo è Andrea Montorio, ideatore del Festival Archivissima. Il Festival è organizzato da Archivissima APS e ha come main partner l’Intesa Sanpaolo e La Stampa. Tutti gli appuntamenti sono gratuiti e si svolgeranno al Circolo dei Lettori, alla Pinacoteca Agnelli, alla Mediateca Rai, alla Musei Impresa, al Museo Nazionale del Cinema, al Polo del 900 e al Museo del Risorgimento.

Parte da qui, dal futuro che affonda le radici nel passato, l’ottava edizione di Archivissima, all’insegna dei futuri possibili, non solo quelli ancora da costruire, ma quelli che abbiamo inventato nel passato. Nel corso del tempo è stato interpretato con lenti sempre diverse, dal futurismo al razionalismo, dalla fantascienza alla narrativa di anticipazione, dal cinema all’ingegneria, dalla religione all’informatica, il futuro è stato il trait d’union anticipatore di ogni cambiamento sulla Terra. Animato dall’idea del futuro, l’uomo è stato capace di passare dalla ruota all’idea dell’intelligenza artificiale in una manciata di secondi geologici. Bisogna domandarsi come sia stato raccontato questo futuro, come sia stato trasformato nel nostro presente e come sia possibile pensarlo oggi per costruire l’archivio del domani. Gli archivi ci offrono molteplici risposte contro il luogo comune che li vorrebbe inerti custodi del passato, gli archivi si rivelano i migliori alleati del futuro, perché custodiscono la memoria di mondi costruiti con fantasia e inventiva. Mondi nati plurali, esattamente come gli archivi nascono collettivi, formati da più oggetti tra loro interconnessi. E se anche l’evoluzione della specie avanza, il futuro dell’umanità si presenta come una realtà inclusiva e multiforme, cucita dalle relazioni tra i collegamenti che ne definiscono la struttura. Stare “dalla parte del futuro”, come scriveva Gianni Rodari, nelle Istruzioni per l’uso di “Tante storie per giocare”, significa immaginare alternative per le storie che abbiamo iniziato a narrare, e inventarne di nuove, accettando i significati che cambiano nel tempo. Soprattutto significa porsi in modo nuovo alcune domande: che società vogliamo costruire, che società, che cultura, che mondo?

Un esito apprezzato dell’edizione 2024 è stato il contest dedicato agli istituti scolastici in collegamento con gli archivi. La pubblicazione “Un balzo dal cuore- la scuola racconta un archivio” è stata presentata in occasione della conferenza di lancio, e raccoglie i racconti premiati con l’edizione digitale, oltre a una menzione al racconto più votato dal pubblico sul sito di Archivissima. L’esperienza proseguirà anche nel 2025, con l’obiettivo di coinvolgere ancora maggiormente studenti e studentesse da ogni parte d’Italia e realizzare una pubblicazione che, dato il tema, si presta a diventare un manifesto sul futuro degli archivi dal punto di vista delle nuove generazioni. Un assaggio di come le risorse archivistiche possano aprire le porte anche ad un pubblico più vasto di quello degli specialisti e degli studiosi. Si è avuta durante le giornate di presentazione dell’edizione 2025 un’occasione unica per visitare alcuni archivi del biellese.

L’avvio di Archivissima si avrà giovedì 5 giugno con un dialogo tra esperti e associazioni d’impresa per esplorare il potenziale dell’eredità come leva per il futuro. Venerdì 6 giugno, alle 11.30, Marco Amato, Marcello Arcangeli e Gabriele Proglio parleranno di “Domani il mondo cambierà – il futuro del cibi, il cibo del futuro”, a moderare Eleonora Pozzella, direttrice de Il Gusto; sabato 7 giugno, alle 15.30, si parlerà dell’Archivio di Giorgio Gaber con Paolo Dal Bon, responsabile delle attività artistiche e professionali Giorgio Gaber dal 1984, con materiali unici e inediti; “La casa senza tempo e il futuro della memoria – scrittori, editori e lettori a confronto” saranno il tema dell’incontro animato da Giuseppe Antonelli, Giacomo Papi, Paola Italia e Paolo Verri; al Circolo dei Lettori, sabato 7 giugno, dalle 11, è in programma “Incognita futuro – la rassegna stampa dal vivo direttamente dal passato” con Eugenio Cau e Luca Misculin. Sarà protagonista di Archivissima il Museo del Risorgimento, che sabato 7 giugno, alle ore 19, presenterà “Diari di Crimea… dalla parte del Futuro” con la giornalista Anna Zafesova e Alberto Masoero, docente di studi storici. Domenica 8 giugno, alle 16.30, è previsto un viaggio alla scoperta dell’Archivio di Piero Angela con Massimo Polidoro e Piero Bianucci; alle 18 si discuterà su “L’ombra del futuro – i misteri d’Italia – le carte d’archivio, i valori del tempo” con Giancarlo De Cataldo, Giampiero Buonuomo, direttore della Biblioteca del Senato, e la giornalista Simonetta Sciandivasci. La Notte degli Archivi si presenta ricca di mostre, concerti e proiezioni, mentre il Cinema Massimo ospiterà alle 21 di sabato 7 giugno una conferenza-spettacolo su “Tutti i futuri sbagliati”, una discussione sulla Torino che noi sogniamo, con Luca Scarlini. Sono previsti anche i Pranzi d’Archivio venerdì 6 e sabato 7 giugno presso le Gallerie d’Italia.

 

Mara Martellotta

Giro d’Italia europeo

/

Proprio mentre sta per passare il Giro d’Italia nel Canavese, da dove sto scrivendo, mi vengono spontanee alcune riflessioni.

Da alcuni anni la partenza del Giro avviene all’estero (nel 2022 da Budapest, quest’anno da Durrës) per poi proseguire nel nostro Paese fino all’arrivo.

Certo, viene meno il significato di Giro d’Italia stante che una parte, benché minima, avviene in territorio straniero, ma a parer mio conta dove avvenga la maggior parte del percorso.

Analogamente avverrà con la Vuelta, analogo spagnolo del nostro Giro, che partirà da Venaria Reale e che nel 2023 partì dall’Olanda.

Una commistione di luoghi stranieri in un evento che da sempre è, invece, caratteristico di un Paese, con i suoi colori ben definiti (giallo per il Tour de France, rosa per il nostro Giro e rosso per la Vuelta) può significare molto, a seconda di quale metro si usi: abbattimento ideale dei confini e dei nazionalismi, inserimento nel percorso di difficoltà che, forse, nel proprio territorio non esistono (si pensi alle altitudini nostrane rispetto a quelle spagnole) o altro.

Resta il fatto che io, personalmente, sono incerto se accogliere con piacere questa innovazione o considerarla una modernizzazione fuori luogo di un evento storico.

Si potrebbe per esempio creare un Giro d’Europa settentrionale, uno per l’Europa meridionale e idem per quella centrale, oppure togliere l’attributo nazionale, chiamandole soltanto Giro o Tour.

La cosa che, però, veramente mi lascia interdetto è che questa modernizzazione avviene proprio mentre dal punto di vista politico l’Europa sta marciando in direzione opposta, ovvero nella direzione dei nazionalismi, del mantenimento delle tradizioni e delle identità nazionali.

Ad una prima analisi si potrebbe rispondere che gli eventi sportivi citati siano in realtà organizzati non dagli Stati in cui l’evento ha l’arrivo ma dai Giornali che possono, ora in un modo ora in un altro, essere filogovernativi o esserne antagonisti, com’è attualmente per la maggior parte dei nostri o da Associazioni come l’Amaury Sport Organisation che, in ogni caso, fa capo al quotidiano l’Equipe.

Occorre dire che gli eventi professionistici stanno allo sport come l’arte sta alla grande industria, per cui lo stesso gruppo un domani potrebbe smettere di seguire il ciclismo per dedicarsi alle regate.

Il motivo per cui da alcuni anni queste partenze non avvengano più in territorio nazionale non è chiaro e potrebbe proprio essere un segnale in controtendenza con la politica di chiusura attuata da alcuni Paesi.

Certo è che lo sport dovrebbe essere apolitico, apartitico e, soprattutto, unire i popoli anziché dividerli o porli su rive opposte; altrimenti si rischia di assistere nuovamente a episodi come quello delle Olimpiadi di Berlino nel 1936 dove moderni Hitler rifiuteranno di stringere la mano agli Owens di quel contesto.

Ed è simbolico che proprio l’Ungheria, attualmente uno dei Paesi più nazionalisti, abbia dato il via al nostro Giro nel 2022.

Non sarà, per caso, che dove arrivano sponsorizzazioni e ricadute economiche fantastiche la politica va in vacanza per qualche giorno? 

Sergio Motta