Torino, Piazza Bengasi. Nei giorni scorsi, alle quattro di pomeriggio, i Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Moncalieri hanno fermato un’utilitaria guidata da un 26enne per un semplice controllo. A bordo i militari hanno trovato un panetto di hashish, dal peso di circa 100 grammi. Presupposto che ha fatto estendere i controlli anche a casa del giovane, scovando un piccolo “bazar”: 15 panetti di hashish (per un totale di 1,5 kg) , 56 grammi di cocaina, 44 grammi di marijuana, un bilancino elettronico e materiale per il confezionamento. Migliaia di dosi di sostanza stupefacente tolta dal mercato dello spaccio, oltre alla somma di 2.000 euro trovata in contanti e sequestrata perché ritenuta provento di spaccio.
Il 26enne è stato tratto in arresto perché gravemente indiziato di “detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente” e tradotto in carcere.
Sabato 14 e domenica 15 dicembre, La Perla di Torino riapre le porte per l’evento più magico del Natale:”Ho fatto l’albero”, un workshop rivolto a un pubblico di ogni età, durante il quale sarà possibile decorare e personalizzare un albero di Natale di cioccolato guidati dai maestri cioccolatieri dell’azienda. Un‘occasione imperdibile per realizzare un regalo speciale arricchito di dettagli unici. Il pubblico, composto da adulti e bambini, sarà accompagnato da maestri cioccolatieri nelle decorazioni di un albero di cioccolato. Sarà possibile dare libero sfogo alla fantasia personalizzando l’albero secondo i propri gusti. Un’occasione imperdibile per realizzare un dono natalizio artigianale e speciale, creato a mano e arricchito da dettagli unici. Al termine dell’attività ogni partecipante dovrà portare a casa la propria creazione confezionata con cura da un’elegante packaging completo di nastro e fiocco. Ogni partecipante riceverà un kit che comprenderà un albero di cioccolato scelto al momento della prenotazione con variante tra cui latte, fondente, bianco, pistacchio e senza lattosio, indumenti quali camice, guanti e calzari per accedere in sicurezza al laboratorio, strumenti per la decorazione tra cui cioccolato, pasta da zucchero e sac a poche, oltre a una confezione natalizia realizzata a mano dal team de La Perla. Il workshop si terrà presso il laboratorio dell’azienda situata in Lungodora Colletta, a Torino.
Per partecipare è necessario compilare il modulo di prenotazione sul sito www.laperladitorino.it, indicando il numero dei partecipanti, la data e l’orario desiderato. La durata dell’evento sarà di 90 minuti.
Mara Martellotta
Annuncio del Papa: Pier Giorgio Frassati sarà santo
Le opere del grande olandese Maurits Cornelis Escher, l’artista delle geometrie e dei mondi impossibili
Fino all’11 maggio 2025
Asti
Mondi e figure impossibili. A osservarle è, subito, “shock visivo”, da cui uscire indenni solo superando il concetto puramente artistico di immagini uniche, frutto di aliene visionarietà, per imbrigliare e tenere ben strette le corde di quell’“impossibile” su cui trovano modo di esistere “invenzioni fantasiose e paradossi magici, dal forte rigore scientifico”, architetture e cruciverba filosofico-matematici su cui sarà bene, ma non facile, riflettere “coniugando l’arte con l’universo infinito dei numeri, la scienza con la natura, la realtà con l’immaginazione”. Artista indubbiamente geniale, incisore e grafico fra i più interessanti e singolari del Novecento, all’olandese Maurits Cornelis (Mauk) Escher (Leeuwarden, 1898 – Laren, 1972), il settecentesco “Palazzo Mazzetti” (sede del “Museo Civico” dal 1940) di Asti, dedica una corposa retrospettiva in cui ben si riflettono i caratteri di un “fare arte” (incisioni su legno, soprattutto, litografie e “mezzetinte”) che hanno reso Escher artista iconico per gli amanti dell’arte, ma anche per scienziati, matematici e fisici, fortemente attratti da quelle sue “tassellature” del piano e dello spazio e da quelle “distorsioni geometriche” e “poliedriche” appartenenti, in egual misura, a un ragionare scientifico e, insieme, artistico.
“Mi sento spesso più vicino ai matematici che ai miei colleghi artisti”, affermava del resto lo stesso Escher, aggiungendo ironicamente: “Non una volta mi diedero a scuola una sufficienza in matematica … La cosa buffa è che, a quanto pare, io utilizzo teorie matematiche senza saperlo”. Sarà! Ma nella magia di “Relatività”, litografia del ’53, tutto sarebbe buio assoluto in quell’incessante saliscendi di figure umane – imprigionate in un interno fantascientifico – e molto simili a dannati e affaticati peccatori inseriti in un dantesco (non ben precisato) girone infernale, se l’occhio non riuscisse a fondere l’“unitarietà” del mondo architettonico ed umano rappresentato, con la percezione di più mondi distinti, rappresentati dall’artista a sfida della “concettualità” da secoli “sedimentata nella psiche umana”.
Ad Asti, attraverso l’esposizione di oltre 100 opere, approfondimenti didattici, video e “sale immersive”, la mostra, realizzata dalla “Fondazione Asti Musei” e curata da Federico Giudiceandrea, racconta l’intero percorso artistico di Escher, dagli inizi – sotto la guida magistrale del grafico Samuel Jessurum de Mesquita – ai viaggi in Italia (tantissimi e fondamentali, a cavallo delle due guerre, così come lo studio dell’“Alhambra” a Granada e di quelle sue “piastrellature moresche”, fascinose e capaci di composizioni moltiplicabili all’infinito), fino alle varie tecniche artistiche che lo videro impegnato per tutta la vita e che lo hanno reso un artista dalla cifra stilistica davvero unica e inconfondibile.
Tra tassellature, metamorfosi, strutture spaziali e geometriche fino alle opere che dagli anni ’50 ne hanno accresciuto la popolarità tanto da poter parlare oggi di una vera e propria “Eschermania” (con rimbalzi ispirativi che saltellano dal cinema alla fumettistica, dalla letteratura alla musica, con cover che vanno da “Le Cosmicomiche” di Calvino alla celebre “On the Run” dei Pink Floyd) in mostra vengono presentati i lavori più noti dell’artista olandese come “Mano con sfera riflettente” (1935, dove l’artista ricorre all’aiuto di specchi convessi per raddoppiare la “realtà ambigua e illusoria” del dipinto con “autoritratto”), “Vincolo d’unione” (1956, con volti nascosti o pronti ad unirsi fra ingombranti e bizzarre “bucce” serpentine), “Metamorfosi II” (1939, in cui la parola “metamorphose” si trasfigura in figure geometriche, api, insetti e perfino in una scacchiera, per poi ritornare al punto di partenza) e quel mirabile “Giorno e Notte” (1938, dove una “tassellazione bidimensionale” raffigurante anatre bianche e nere in volo“degenera in una fantastica visione dall’alto dei campi coltivati olandesi”). Paradossi visionari, irripetibili e straordinari “di un artista – commenta Antonio Lepore, presidente della ‘Fondazione Asti Musei’ – che ha saputo esplorare con la propria genialità e con il supporto esclusivamente della propria maestria grafica e delle proprie competenze matematiche quegli universi impossibili che oggi appaiono più vicini grazie agli algoritmi e all‘intelligenza artificiale, icone ammalianti delle infinite possibilità di interazione tra arte e scienza”.
Gianni Milani
“ESCHER”
Palazzo Mazzetti, corso Vittorio Alfieri 357, Asti; tel. 0141/530403 o www.museidiasti.com
Fino all’11 maggio 2025
Orari: lun. – dom. 10/19
Nelle foto: Mauritis Cornelis Escher “Relatività”, litografia, 1953; “Mano con sfera riflettente”, litografia, 1935; “Vincolo d’unione”, litografia, 1956; “Giorno e notte”, xilografia, 1938
Dalle nuove soluzioni finanziarie ai materiali, passando dai cantieri innovativi alle tecnologie all’avanguardia, fino all’AI, per rivoluzionare il comparto delle costruzioni. Tutta la filiera è protagonista: dal Politecnico di Torino e l’Università di Torino agli Ordini e Collegi delle professioni tecniche, dalle associazioni di rappresentanza delle imprese di costruzioni agli enti di formazione e sicurezza, dalle associazioni di promozione della sostenibilità degli edifici a quelle della bioedilizia, al mondo del condominio, fino a player dell’energia e del settore bancario e assicurativo |
In Italia il patrimonio edilizio esistente da recuperare raggiunge circa il 70% del costruito. Il tema della ristrutturazione è, quindi, una delle sfide fondamentali per l’intera filiera edile ed un elemento cardine al centro di Restructura 2024. L’evento, organizzato da GL events Italia da giovedì 21 a sabato 23 novembre all’OVAL Lingotto Fiere di Torino, con un appuntamento off in piazza Castello in programma domenica 24 ottobre in collaborazione con ANCI, per l’edizione 2024 punta quindi sul retrofit: oltre 150 gli espositori, con una forte presenza internazionale.
La stagione dei bonus edilizi sta cambiando e, in attesa della nuova legge di Bilancio, si fanno strada sul mercato nuove leve e strumenti per recuperare l’esistente. Fra questi, i mutui green rappresentano oggi le soluzioni più concrete per tutte le famiglie che intendono investire nella qualità abitativa e nell’efficienza energetica come mezzo per valorizzare il proprio immobile. Un prodotto finanziario in rapida crescita, soprattutto a partire dal secondo semestre del 2024. A dimostrare questa tendenza sono i dati: il recente studio elaborato da Qualis, agenzia che valuta il rischio di credito e fornisce soluzioni assicurative, mostra che nel 2020 i mutui green rappresentavano appena il 3% del totale complessivo dei finanziamenti aperti in Italia per la compravendita e/o ristrutturazione di un edificio. Nel 2023 la percentuale è salita al 6,5%, mentre nel 2024 è arrivata a toccare il 10%, con un record del 16% nel mese di agosto. L’intera manifestazione prende il via da una riflessione sulle soluzioni reali: non solo l’aspetto economico immobiliare, ma anche le nuove tecnologie e i materiali già presenti sul mercato che permettono oggi di attuare ristrutturazioni consapevoli e sostenibili. Progettisti e imprese di costruzioni sono quindi chiamati a partecipare a Restructura 2024 per scoprire le soluzioni più innovative presenti oggi nel settore: dalla formazione fino all’uso delle nuove tecnologie, passando dall’AI.
«L’edizione 2024 ripensa profondamente sia i format che i contenuti della fiera, con un obiettivo: restare al passo di un settore in continuo fermento, oltreché in rapida crescita, attraverso uno sforzo in grado di coinvolgere di concerto l’intero sistema locale e nazionale del settore delle costruzioni, ampliando così fortemente anche il novero degli espositori, attraverso grandi partner e nuovi brand» dichiara Gàbor Ganczer, amministratore delegato di GL events Italia.
Al centro del cambio di passo della nuova edizione di Restructura 2024, l’importante numero di espositori con più di 150 aziende leader del settore e una forte presenza internazionale. Accanto a queste, un calendario sempre più fitto di eventi, incontri, workshop, convegni e momenti di formazione dedicati agli ordini professionali con riconoscimenti dei crediti formativi.
Fra le aree espositive del salone spicca l’ampia area dedicata ai materiali naturali, che ospita aziende del calibro di Fassa, Ricehosue, per le soluzioni a base di paglia e lolla di riso, Ecobel e Tecnosugheri, con gli isolanti in erba e quelli in sughero espanso, e Amonn color, con vernici protettive naturali per legno. Settore della bioedilizia che cresce anche con la presenza di aziende nazionali produttrici di edifici in legno come Wolf Haus, Rubner Haus, X-lam Dolomiti e Polar Life House dalla Finlandia. Torna il Casa Clima Village, l’area realizzata in collaborazione con Agenzia CasaClima e 14 aziende leader del settore, con le new entry Nordtex e il ritorno di Domodry e MyDatec. Presente anche una importante vetrina sulle ultime novità dedicata a software e strumenti di misurazione con due importanti ingressi come MyAedes, start up innovativa per la digitalizzazione dei processi di gestione dei cantieri e, dalla Spagna, Factorial, l’innovativo software per la gestione delle risorse umane e ore lavorate. Un’area è inoltre dedicata ai noleggiatori in collaborazione con Assodimi e Assonolo con Boels, Kilotou, Mollo, Massucco e per gli impianti presenti Ivr, Geosun, Ergo VR, mentre l’antisismica ospita i nuovi Cugini, G Mix e gli egiziani Delta Sand Bricks. Infine, per l’area dedicata ai servizi anche Rina Prime, Luxury Investment da Dubai e ancora, fra le aziende straniere ospiti Ekoplast con i serramenti dalla Polonia, Zwa Ziegelwerk Arnach GmbH dalla Germania, per i laterizi rettificati ad alte prestazioni termiche, e dalla Svizzera Siga con i loro materiali per la tenuta all’aria.
Per la prima volta, la fiera vede inoltre importanti collaborazioni con le realtà istituzionali del mondo bancario e dell’efficientamento energetico, come Iren Smart Solutions. Cuore pulsante della nuova edizione di Restructura sono infatti le nuove importanti partnership, come anche le collaborazioni ri-confermate dal passato. L’evento, è realizzato con il patrocinio di Regione Piemonte, Città di Torino, Camera di commercio di Torino, e vede fra i suoi partner: Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, ANCI Piemonte, Uncem, CNI, FIOPA, tutti gli Ordini e i Collegi delle professioni tecniche (Ingegneri, Architetti, Geometri, Geologi e Periti Industriali), Antel, le associazioni datoriali a partire da ANCE Torino e Ance Piemonte e Valle d’Aosta, CNA, Confartigianato, Casartigiani, Formedil, il Green Building Council Italia con il Chapter Piemonte, Assoposa, l’Agenzia CasaClima, ARCA, ANAB, l’Istituto Nazionale di Bioarchitettura, Biosafe, Assocanapa, le associazioni di rappresentanza degli amministratori di condominio Anaci, Anapi e Unai.
Il palcoscenico principale della manifestazione sarà il Restructura Stage, con una programmazione curata da GL events Italia in collaborazione con tutti i partner, attorno al quale ruoteranno altri quattro stage per ospitare gli appuntamenti della tre giorni e affrontare a trecentosessanta gradi le tematiche del settore. Dalla sicurezza sismica al recupero del patrimonio edilizio esistente – secondo le indicazioni della nuova direttiva Case Green e nel rispetto della storicità del tessuto italiano – fino al tema della formazione e delle competenze e della sicurezza in cantiere, dalle novità normative alle molteplici innovazioni tecnologiche, nuovi materiali e processi e soprattutto nuovi strumenti digitali, compresa l’Ai.
Fra le novità di quest’anno, per la prima volta a Torino, sarà presente per tutti i giorni della fiera l’Esel Cpt Formazione e Sicurezza di Latina con l’ESEL MOBILE: gli ospiti di Restructura – fra studenti e non – potranno seguire le sessioni formative all’interno di uno spazio formativo innovativo, come l’aula mobile dotata di simulatore immersivo per la conduzione di oltre dieci macchinari per il movimento terra e il sollevamento di merci e materiali, entrando quindi all’interno di un vero cantiere. Per maggiori informazioni link qui.
Informazioni aggiuntive:
L’ingresso a Restructura è gratuito per tutti, a partire da operatori professionali, studenti universitari e delle scuole superiori a partire dalla quinta classe previo accredito a questo link. Ai fini dei crediti formativi riconosciuti evento per evento dai singoli ordini l’accredito avviene invece direttamente presso la sala e prima dell’evento.
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Un albero in più ai Giardini Cavour / Da giovedì 21 novembre 2024, nei giardini di piazza Cavour a Torino, ci sarà un albero in più: un tiglio dedicato all’attrice e doppiatrice Monica Bonetto. Mancata prematuramente nel 2017 ha fatto parlare negli anni i personaggi delle serie animate più celebri da “Peppa Pig” e “Pippi Calzelunghe”, passando per “Geronimo Stilton”, “Dragon Ball” e “Gli orsetti del cuore”. Monica ha persino prestato la voce di Ariana Grande in tutti i suoi film.
Diplomata all’Istituto Arte Spettacolo diretto dal grande Arnoldo Foà, ha lavorato in Radio Rai a Torino e Genova e dal 2006 come attrice anche per la Rsi, la Radio Svizzera Italiana. Nel 2009 fonda insieme al marito Stefano Dall’Accio, autore teatrale, radiofonico e televisivo, sceneggiatore ed attore – lo si può vedere in Lidia Poet2 – la Compagnia “Comunque Polonio Era Malato -Teatro”. Per ricordare Monica Bonetto, Tangram Teatro, in collaborazione con we.Tree metterà a dimora un tiglio, in occasione della Giornata Internazionale dell’Albero, alle ore 12, ai Giardini Cavour, per rendere così Torino sempre più verde. Questo tiglio, simbolo di protezione e memoria sarà un legame tra la memoria di Monica e la vita che continua nella figlia Matilde, un simbolo di affetto che mette radici e cresce.
Igino Macagno
Si è svolta con successo all’Unione Culturale Franco Antonicelli di Torino la presentazione del documentario La grande estate partigiana. Estate 1944: dalla formazione delle prime bande alle repubbliche partigiane, la storia di un’Italia che sceglie di resistere.
All’iniziativa, promossa dalla sezione Anpi Eusebio Giambone, hanno preso parte il regista Marzio Bartolucci e gli autori, la giornalista Arianna Giannini Tomà e Andrea Pozzetta, responsabile scientifico del Centro di documentazione della Casa della Resistenza di Verbania Fondotoce. Il docufilm offre uno sguardo approfondito e non convenzionale sull’estate del 1944, un periodo cruciale nella storia dell’Italia, caratterizzato dall’emergere di numerose zone libere nel Centro-Nord, occupate dalle formazioni partigiane.
Tra le più importanti vanno ricordate le cosiddette repubbliche partigiane dell’Ossola, della Carnia, di Montefiorino, dell’Alto Monferrato e della città di Alba. Attraverso un mosaico di testimonianze, filmati d’epoca e fotografie, accompagnate dalle interviste a ricercatori e storici come Antonella Braga, Mirco Carrattieri, Chiara Colombini, Andrea Pozzetta e Santo Peli il film ricostruisce una delle fasi cruciali della lotta di Liberazione mettendo in luce l’esperienza di queste zone libere, vere e proprie anticipazioni di una democrazia che si affermò con la sconfitta del nazifascismo ottant’anni fa. La sezione dell’Anpi, dopo aver partecipato attivamente al crowdfunding per la realizzazione del documentario, lo metterà a disposizione di alcuni istituti scolastici superiori come materiale didattico di approfondimento storico.
M.Tr.
“Eterno visionario” sugli schermi
PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione
Ad Amburgo, in una notte del dicembre del 1934, mentre è in viaggio nel treno che lo sta portando a Stoccolma per la consegna del Nobel, Pirandello riaccende attorno a sé i fantasmi della sua vita, umana e letteraria, le luci e le tante ombre che l’hanno attraversata. La luce maggiore è Marta Abba, la ragazza che venticinquenne, incontrata durante un provino per la messinscena di “Nostra Dea” di Bontempelli, lo fece “risorgere come artista e come uomo”, con le immagini di un amore sempre sussurrato ma impossibile, le ombre sono gli insuccessi di una carriera, la sfida dei “Sei personaggi” perduta alla prima del Valle, di fronte a un pubblico urlante e minaccioso, che avrebbe voluto scuotere, prendere artisticamente a schiaffi e distogliere da un mare di (vecchio) teatro che rappresentava tutti i suoi luoghi comuni, le sue consuetudini, le vecchie leggi ormai da superarsi; la libertà da un padre che lo avrebbe voluto contabile nella Sicilia antica delle sue solfatare e la fuga in Germania per inseguire tutti i sogni di scrittura che giovanissimo già coltivava, la disfatta economica della famiglia e la conseguente instabilità mentale della moglie Antonietta Portulano, dolorosissima per lui, con il successivo ricovero in ospedale, i rapporti non sempre facili con i tre figli e i lunghi distacchi e le loro ribellioni, la speranza di una collaborazione cinematografica con il regista tedesco Murnau che non si realizzò mai.
Non è attraverso i pur brevi ricordi il Pirandello dell’opera letteraria, dell’autore diviso tra realtà e finzione, quello che Michele Placido propone in “Eterno visionario” (sceneggiato con Toni Trupia e Matteo Collura), l’autore coltivato o forse passato frettolosamente nei banchi di scuola ma l’uomo della vita soprattutto, infelice, disastrata, cercata sempre nella sua completezza, di quell’involucro da cui gran parte della carriera dello scrittore deriva. Il desiderio d’affrontare un altro genio della cultura dopo il Caravaggio di un paio d’anni fa, con la conoscenza e la passione che già in altre occasioni, al cinema come a teatro, gli ha fatto incontrare lo scrittore siciliano. Anche Placido, qui, con quella “visionarietà” che attribuisce al proprio personaggio e portata avanti in un montaggio che è passaggio continuo di anni e decenni, di azioni e di ricordi, improvviso, frammentario, altalenante, costruisce il personaggio, nella complessità del suo vivere: sino alla comparsa sul set del “Fu Mattia Pascal” di Pierre Chenal che precederà di poco l’ultima notte di una vita passata a dettare al figlio Stefano l’imbarbarimento di una società nei “Giganti”.
Placido da sempre coltiva un cinema sanguigno, corposo e corporale, fervidamente inteso e fabbrica di grandi effetti. Nell’”Eterno visionario” il regista pare se possibile accrescere ancor più le proprie scelte e il cinema sembra arretrare, farsi mezzo (stridente) e non fine (secondo le proprie più intime leggi), assumere connotati che non gli sono propri, che lo disturbano, il teatro o le consuetudini teatrali prendono il sopravvento – il tipo di recitazione sempre sopra le righe, i vistosi trucchi e le lacrime copiose, i ritagli berlinesi che fanno tanto Kurt Weill che fanno tanto “Cabaret” e che mettono in primo piano la fotografia di Michele D’Attanasio, la Madre dei “Sei personaggi” strisciante a terra nella sua disperazione, certi dialoghi troppo scritti e troppo insistiti, Pirandello seminudo allo specchio e alla luce delle sue ultime volontà testamentarie, e si potrebbe continuare: un film di grandi eccessi – e ogni immagine più s’adatta a un palcoscenico che non a uno schermo. Va da sé che pure le interpretazioni ne risentano, sovraccariche, lontano da una sobria naturalezza, Bentivoglio in primo luogo (al Servillo della “Stranezza”, pur in tutt’altro contesto, era dato di cogliere meglio la figura), lo stesso Placido che si ritaglia il personaggio di Saul Colin, collaboratore e agente letterario di Pirandello, agghindato come Poirot sul treno dell’”Orient Express”. Bella la presenza di Federica Vincenti, anche in veste di produttrice, i costumi di Andrea Cavalletto e le scenografie di Tonino Zero sono un valore alto; l’applauso incondizionato è a Valeria Bruni Tedeschi che è Antonietta, eccellente nel costruire ancora una volta uno di quei ritratti femminili avvolti in una pazzia più o meno tangibile, che camminano con tutta l’intelligenza dell’attrice sul filo di una lama, negli sguardi stralunati, nelle parole rotte, nei gesti folli, nell’entrata a una festa che non è mai stata la sua e a cui lei non ha mai preso parte.
Carceri, nuove tensioni
Lo pensa di fare tagliando i fondi per l’automotive?
Che cosa è successo nell’ultimo mese su Stellantis alla Camera dei Deputati? Tavares ha fatto scena muta di fronte a parlamentari, non ha presentato piani industriali, né nuovi modelli, né certezze. Il presidente di Stellantis Elkann ha addirittura rifiutato di presentarsi davanti al Parlamento: riteneva sufficiente quanto detto dal suo Amministratore delegato. Ora addirittura una nuova cassa integrazione, questa volta a Termoli.
Perciò la domanda è semplice: cosa farete per costringere Stellantis a favorire la produzione di modelli mass market? Cosa farete per vincolare gli incentivi al reshoring dei modelli Fiat programmati in Serbia, Polonia e Marocco?
Così Marco Grimaldi di Avs nel corso del Question Time alla Camera dei Deputati si rivolge al ministro Urso.
Ma davvero dopo mesi di lavoro, – conclude il vicecapogruppo dei deputati rossoverdi – dopo le mozioni approvate dal Parlamento , dopo lo sciopero de lavoratori promosso da Fiom, Fim e Uil il governo Meloni pensa di farlo tagliando 4.6 miliardi al fondo automotive per armare fino ai denti e darli al ministero della difesa?