ilTorinese

Salute, Ricca (Lega): “Scorporo del Sant’Anna riduce i costi e migliora i servizi”

 “La sinistra chiude ospedali, noi li rendiamo più efficienti”

Torino, 4 Dic – “Respingiamo le preoccupazioni sollevate dai banchi della sinistra sul futuro accorpamento dell’ospedale Sant’anna e del Regina Margherita. Abbiamo ricevuto un mandato preciso dai cittadini che per il Piemonte chiedevano una salute più vicina alle loro esigenze e il lavoro fatto in questo anno dall’Assessore Riboldi, dal Presidente di commissione Icardi e dalla maggioranza risponde esclusivamente a questa logica. I presidi manterranno la loro piena operatività, col pregio di ridurre i costi e migliorare l’efficienza complessiva del sistema sanitario. Non stiamo togliendo niente a nessuno; al contrario, stiamo mettendo al centro donne e bambini candidando inoltre l’azienda ospedaliera a Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico… dunque non proprio una scalata verso il basso! I colleghi della sinistra chiudono gli ospedali, noi continuiamo a lavorare per l’efficienza della sanità piemontese”. Così Fabrizio Ricca, capogruppo Lega in Piemonte.

Il vino delle feste: gusto, territorio e partecipazione attiva

Allo Spazio “OPEN” di “Fondazione Time2”, degustazione solidale di vini del Piemonte a sostegno delle attività della “Fondazione”

Giovedì 11 dicembre, dalle 18 alle 20 o dalle 21 alle 23

Sarà “una serata inedita, capace di connettere territorio, gusto e solidarietà trasformando ogni calice in un gesto concreto per una società più aperta e un territorio attivo nel cambiamento”. E’ questo, secondo gli organizzatori, l’obiettivo de “Il vino delle feste”, evento di degustazione solidale a sostegno di “Fondazione Time2”, l’“Associazione” fondata nel 2019 da Antonella e Manuela Lavazza, con lo scopo di affiancare – nelle due sedi “OPEN” e “Casa Mistral” aperte la prima a Torino e la seconda ad Oulx, in Valsusa – persone con disabilità nel passaggio all’età adulta e nel costruire il loro futuro su basi di “uguaglianza” e “pari opportunità”, attraverso attività educative, sportive e inserimenti lavorativi.

L’appuntamento è per giovedì 11 dicembre presso lo spazio “OPEN – Spazio aperto di diversità” in corso Stati uniti 62/B, a Torino, con la possibilità di adesione in due diverse fasce orarie: dalle 18 alle 20 o dalle 21 alle 23.

L’idea, sicuramente interessante e di alto profilo, umano e culturale, per  tutti i (più o meno incalliti, ma sempre nella giusta misura)“wine lovers” é quella di dar vita ad un’autentica esperienza sensoriale attraverso le aree più interessanti, sotto tale aspetto, del Piemonte: dalle Langhe al Roero, dal Monferrato al Canavese. Attorno a calici e bottiglie selezionate ci saranno le “storie dei produttori” con la possibilità di scegliere i vini delle prossime Feste, trasformando un semplice gesto quotidiano in un atto di sensibilità e responsabilità collettiva. “Le narrazioni delle cantine, il legame con la terra, l’identità di un prodotto che porta con sé un paesaggio: tutto questo diventa il ponte tra i produttori, gli appassionati e la comunità … Ogni calice degustato e ogni bottiglia acquistata contribuiranno  infatti ad implementare i progetti della ‘Fondazione’, rafforzando un modello in cui il territorio non è solo cornice, ma attore attivo di cambiamento”.

Sedici le Cantine presenti e attentamente selezionate. Tutte hanno offerto in dono per l’evento di solidarietà i vini delle loro migliori etichette mettendo a disposizione una selezione limitata in due fasce di prezzo (15–20 Euro e 30–50 Euro). All’ingresso, i partecipanti riceveranno un “kit degustazione” comprensivo di calice, portacalice, grissini e mappa delle cantine partecipanti. Il contributo d’ingresso è di 5 Euro, che sarà scalato in caso di acquisto di una o più bottiglie. L’evento è riservato a persone maggiorenni. Tutto il ricavato sarà destinato alle attività della Fondazione Time2.

“L’appuntamento – concludono gli organizzatori – si propone quindi come molto più di una semplice degustazione: è, infatti, un’occasione per riconoscere il valore della diversità – produttiva e umana – e per praticare un consumo consapevole”.

“OPEN – Spazio Aperto di Diversità” è stato progettato per accogliere tutti: gli spazi sono accessibili in carrozzina, sono presenti bagni accessibili e “gender-neutral”, e sono disponibili “cuffie antirumore” su richiesta.

Per esigenze specifiche di accessibilità è possibile contattare la “Fondazione Time2” all’indirizzo accessibilità@fondazionetime2.it o al numero telefonico 011/ 78 65 45.

g.m.

Nelle foto: cortile esterno “OPEN-Spazio Aperto di Diversità” e Locandina evento

Campus X e Società San Paolo: “CX Turin – Vanchiglia”, il nuovo campus nel cuore di Torino

Cresce il network di Campus X in Italia con il secondo edificio del CX Turi n Vanchiglia, il complesso dedicato agli studenti universitari situato nel quartiere Vanchiglia, a pochi passi dalla Mole Antonelliana è dal centro di Torino. Con 137 nuovi posti letto, distribuiti in 35 appartenenti in tipologia co-living, il nuovo edificio raddoppia le capacità rispetto al primo CX Turin Vanchiglia, inaugurato nel 2021, rafforzando ulteriormente la presenza di Campus X nel capoluogo piemontese, dove è presente anche un’altra residenza per studenti, in Lungopo Nicolò Macchiavelli 37.

Grazie all’ampliamento del CX Vanchiglia, Campus X porta a 492 il numero dei posti letto per studenti offerto a Torino. Il nuovo edificio rientra tra gli impegni assunti da Campus X con il Ministero dell’Università e Ricerca MUR nell’ambito del DM 481 del 2024, che regola l’accesso alle risorse PNRR per gli alloggi universitari. Tra le condizioni è prevista l’applicazione sul 70% dei posti letto candidati di una tariffa ridotta al 15% rispetto al valore medio di mercato.

Inoltre la struttura mette a disposizione, per il restante 30% dei posti letto candidati, la tariffa convenzionata a favore di studenti meritevoli e privi di mezzi. È prevista dall’accordo con l’Agenzia Regionale per il Diritto allo Studio e la Regione (EDISU Piemonte).

“Con il nuovo CX Turin Vanchiglia-spiega Ernesto Albanese, Presidente di Campus X – continuiamo a investire in spazi pensati workshop offrire agli studenti qualità e accessibilità. Torino è una città universitaria di grande vitalità, e questo progetto vuole contribuire e valorizzare la formazione dei giovani e rafforzare l’attrattività del sistema universitario torinese, anche nei confronti degli studenti internazionali”.

“Questa inaugurazione rappresenta un passo importante all’interno di un percorso di crescita che vede Campus X impegnata in una pipeline di nuovi progetti in tutta Italia – sottolinea Samuele Annibaldi, AD Campus X – grazie ai cui progetti raggiungerà gli oltre 8 mila nuovi posti letto, rafforzando la presenza nei principali distretti universitari e continuando a investire su innovazione e sostenibilità”.

Il nuovo edificio rappresenta un’evoluzione del concetto di Campus contemporaneo, un luogo dove vivere, studiare e socializzare, sentendosi parte di una comunità. Lamstruttura si distingue per il design informale vivace che rompe il rigore architettonico preesistente con un’esplosione di colori, materiali e texture. Le aree comuni, lounge, area studio, play area, palestra e un rooftop panoramico sono concepite per favorire l’incontro e la condivisione. Gli arredi combinano pezzi iconici del design italiano e soluzioni contemporanee, generando un equilibrio tra tonalità pop e nuance più morbide. Le camere offrono invece spazi accoglienti, funzionali e personalizzabili, pensati per garantire comfort e privacy. Particolare attenzione è stata posta sul comfort ambientale: sono state adottate soluzioni impiantistiche di ultima generazione per la riduzione dei consumi e l’ottimizzazione delle risorse, in linea con l’impegno di CX verso la sostenibilità e la rigenerazione urbana.

Alla cerimonia del taglio del nastro hanno preso parte il Sindaco di Torino Stefano Lo Russo, Don Roberto Ponti, Superiore Provinciale della società San Paolo, Marta Carla Bottero, con funzione aggregata al Prorettore per le relazioni con le strutture di governo del Politecnico di Torino, e Pier Luigi Di Ciccio, delegato per l’orientamento e il tutorato dell’Università di Torino.

Mara Martellotta

“TIERRA Y MAR 2025” Settimana del Tango nell’ Imperiese

Una mostra, tre workshop e un recital sul tango

I nostri concittadini, turisti/migranti pre-natalizi nella nostra meravigliosa Liguria, saranno probabilmente interessati alla “Semana Dia del Tango” 2025 (manifestazione nell’ambito della seconda edizione di “Tierra y Mar”) che si svolgerà da sabato 6 all’11 dicembre nell’Imperiese. Dopo una vivacissima estate, si rientra nel vivo della profondità culturale e artistica rioplatense, con vari appuntamenti dedicati al Tango.

Da fruire saranno varie opere grafiche, immagini, testi delle canzoni di tango e narrazioni sceniche organizzate da Casa de Tango by Etno-tango, con il Patrocinio del Consolato Argentino di Milano.

Si inizia il 6-7-8 dicembre al Forum Ricca di Civezza, dalle 15.00 alle 18.00 (ingresso a offerta libera) con l’esposizione delle tavole “I TANGHI DI TANGO”, mostra iconografica di grandi immagini abbinate ai testi più famosi del tango cançion: da La Morocha a Amablemente, da Yira Yira a Caminito.

Sempre nella stessa sede, dalle 16.00 alle 17.30 il workshop “SOY YO” condotto da Monica Mantelli (ogni giorno un tema diverso). Si parlerà degli archetipi del tango attraverso le Letras e l’immaginario grafico di grandi disegnatori.

L’ultima mezz’ora vedrà ogni giorno un ospite speciale così organizzato:

Sabato 6 – Simonetta Giacosa, esperta di settore, spiegherà ai presenti la pratica metamorfica applicata al ballo del tango.

Domenica 7 – Ippolito Ostellino, esperto naturalista, proietterà i Case Histories più interessanti di tango in natura, dal titolo “A piedi nudi nel parco”.

Lunedì 8 – a Diego Pavia l’interpretazione con alcune ballerine del Tango di Roxanne (tratta dall’Asterione di Borges).

Infine, grande celebrazione Giovedì 11 dicembre alle ore 17.00 presso il prestigioso Grand Hotel des Anglais di Sanremo per un ultimo appuntamento con il Recital THREE LADIES FOR TANGO, con Tita Merello, Maria de Buenos Aires, Evita Peron. Il tutto sarà gestito da Monica Mantelli, esperta di cultura rioplatense e direttrice artistica della rassegna.

La celebrazione “DIA DEL TANGO” compie 48 anni nel 2025 per evidenziare l’importanza di questa danza nella cultura argentina; la data stessa fu scelta in omaggio alla nascita del cantante Carlos Gardel (1890) e del direttore d’orchestra Julio de Caro (1899).

Per info sui workshop, inviare messaggio whatsapp al 377/04.88.519; partecipazione libera con offerta consapevole (consigliati 10 euro a persona). Organizzazione a cura di Casa de Tango by Etno-tango, in collaborazione con il Comune di Civezza.

Ferruccio Capra Quarelli

Natale alla Reggia di Venaria e al Borgo Antico

La Reggia di Venaria e il Borgo Antico cittadino ospitano la quinta edizione
di “Immaginaria”, la rassegna-evento delle festività natalizie promossa dal
Consorzio delle Residenze Reali Sabaude e dalla Città di Venaria Reale
Videomapping, aperture serali, concerti, spettacoli, laboratori, sfilate e mercatini di Natale
si alternano dal 6 dicembre 2025 al 6 gennaio 2026 nella magica cornice del Centro
Storico cittadino e della Reggia di Venaria, con il ricco programma di Immaginaria
2025.
Il Centro Storico e il Borgo antico diventano un palcoscenico unico di luci e suoni che
ricreano la suggestiva atmosfera del Natale, inglobando le facciate della Reggia che si
animano con forme e colori attraverso le proiezioni di Luminographie realizzate
dell’artista Gaspare Di Caro. Il videomapping d’artista a sua volta rappresenta l’ultimo atto
di “Into the Light”, il programma culturale della Reggia di Venaria dedicato al tema della luce

A partire dal 7 dicembre gli spazi barocchi della Reggia ospitano concerti, laboratori e
attività per famiglie a tema natalizio, e dal 26 dicembre fino al 5 gennaio, nel cuore
delle festività, la proposta si arricchisce con le Sere di Natale alla Reggia: aperture
serali fino alle ore 22 del Piano Nobile e della mostra in corso Fernand Leger! accessibili
con un biglietto a tariffa speciale. Un’occasione per vivere la magia del Natale tra luci,
atmosfera regale, arte e architettura.

La Reggia di Venaria si colora delle magiche atmosfere natalizie e accoglie il pubblico con un grande albero di Natale posto al centro della Piazza della Repubblica, in fronte alla Torre dell’Orologio, e con le affascinanti Luci d’Artista lungo Via Mensa, nel Borgo Antico.

A partire dal 22 dicembre, ad impreziosire e rendere speciale la visita del pubblico che raggiungerà la Reggia nel periodo delle festività natalizie, La Venaria Reale presenta il Presepe del Re: un meraviglioso presepe con 120 figure artistiche del settecento napoletano, messe a disposizione dall’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia di Roma (già Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari). Con la progettazione e la costruzione scenografica di Nicola Maciariello e l’allestimento di Nicolò Giacalone, il presepe espone una parte della raccolta di figure presepiali formatasi in occasione della grande Mostra di Etnografia italiana tenutasi a Roma in piazza d’Armi per l’Esposizione Internazionale del 1911 per il Cinquantenario dell’Unità d’Italia.

Il magico e affascinante Presepe del Re, attende i visitatori della Reggia nella Sacrestia della Cappella di Sant’Uberto, al termine del percorso di visita, ed è compreso nel biglietto di ingresso alla Reggia, alla mostra “Cavalieri. Dai Templari a Napoleone” e ai Giardini.
Gli orari di visita al presepe sono i medesimi della Reggia.
Dal Martedì al Venerdì: 9 – 17; Sabato: 9 – 21.30; Domenica: 9 – 20.

La Cappella di Sant’Uberto ospiterà, alla mezzanotte del 24 dicembre la Messa di Natale.
A partire dalle ore 23, ci sarà la veglia di preghiera presso la Chiesa della Natività di Maria Vergine, in Piazza dell’Annunziata, nel Borgo Antico di Venaria Reale.
Una processione attraverso via Mensa, condurrà alla Cappella di Sant’Uberto, dove verrà celebrata la Santa Messa di mezzanotte.

Sant’Antonio di Ranverso, alla scoperta di personaggi e simboli del Presepe

Domenica 7 dicembre

La Natività dipinta da Defendente Ferrari nel 1531, scena centrale del grande polittico nella chiesa di Sant’Antonio di Ranverso, è il punto di partenza della visita tematica “Presepe!”, in programma domenica 7 dicembre alle 15.30. Si tratta di un appuntamento alla scoperta di storie, personaggi e simboli del Presepe. Il polittico fu realizzato come vita da larte degli abitanti di Moncalieri per la scampata pestilenza. Collocato a Ranverso dal 1532, dopo un lungo e accurato trasporto fra le campagne piemontesi, è oggi una delle opere più rappresentative del Rinascimento piemontese. Nella scema centrale è raffigurata la Natività, ai lati compaiono i Santi protettori della peste; Sant’Antonio Abate e San Sebastiano a sinistra, San Rocco e San Bernardino da Siena a destra. Nella predella sono illustrati sette episodi nella vita di Sant’Antonio Abate, mentre la cornice lignea dorata e le ante dipinte internamente ed esternamente completano la magnificenza dell’opera, che segna il superamento dello stile gotico e l’affermazione compiuta del linguaggio rinascimentale.

Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso – località Sant’Antonio di Ranverso, Buttigliera Alta, Torino.

Costo visita: 5 euro oltre al costo del biglietto: intero 5 euro/ridotto 4 euro

Indispensabile la prenotazione entro il giorno che precede la visita – info e prenotazioni: da mercoledì a domenica – 011 6200603 – ranverso@biglietteria.ordinamauriziano.it

Mara Martellotta

La Vuelta a España in Piemonte: più di 40 milioni di euro di impatto 

 

La Vuelta a España 2025 è stata per Torino e per il Piemonte una grande festa di sport e allo stesso tempo un vero e proprio laboratorio di ricadute economiche, sociali e culturali. La decisione di ospitare la Salida Oficial, disputata tra il 21 e il 26 agosto, ha rappresentato per il territorio un’occasione straordinaria di promozione internazionale, capace di attrarre spettatori, media, atleti e operatori economici e di generare benefici diretti e indiretti di grande rilievo.

Le ricadute economiche dell’evento sono state illustrate  in una conferenza stampa al Grattacielo Piemonte. Per la Città di Torino era presente l’assessore allo Sport e ai Grandi eventi, Domenico Carretta, che ha messo in evidenza come in meno di due anni Torino abbia accolto le tre più grandi corse ciclistiche a tappe del mondo, a conferma di una vocazione solida e profonda nell’organizzare e ospitare grandi eventi sportivi di respiro internazionale. “La città ha accolto la Vuelta a España con una festa lunga tre giorni tra sport, spettacolo e cultura – ha aggiunto l’assessore -, in una mobilitazione collettiva che ha attraversato luoghi iconici della città come piazzetta Reale e il Motovelodromo intitolato al campione Fausto Coppi, coinvolgendo migliaia di volontari e oltre 200 associazioni, rafforzando il senso di comunità e l’orgoglio locale. Un risultato straordinario, e i numeri ne sono la dimostrazione, in termini di ricadute economiche e di visibilità internazionale”.

Secondo il report “Economic Impact of La Vuelta in Piedmont” del Dipartimento di Management dell’Università di Torino, curato dal prof. Alberto Sardi, la manifestazione ciclistica ha prodotto risultati straordinari: nel pieno della stagione estiva, tradizionalmente dedicata alle vacanze, le quattro tappe piemontesi hanno richiamato circa 200 mila spettatori, distribuiti tra grandi città e piccoli centri. Torino, Venaria, Novara, Alba, Limone Piemonte, San Maurizio Canavese, Ceres e Susa sono diventati teatro di un’intensa mobilitazione collettiva, con significativi aumenti delle presenze turistiche e delle prenotazioni alberghiere.

Si è stimato un impatto economico lordo diretto superiore ai 18 milioni di euro. Ma l’impatto della Vuelta non si esaurisce nella semplice somma delle transazioni: grazie a una regia logistica e organizzativa efficace, la Regione Piemonte ha trasformato ogni euro investito in un volano per il tessuto produttivo locale. Ristoratori, hotel, negozi e attività outdoor hanno beneficiato del grande afflusso di pubblico, mentre la domanda di servizi di trasporto locale ha registrato un forte incremento.

Il moltiplicatore economico ha generato ulteriori 22 milioni di euro di impatto indiretto e indotto. L’impatto economico totale supera dunque i 40 milioni di euro, mentre il valore prudenziale dell’impatto netto immediato è stimato in 33 milioni di euro, a fronte di una spesa pubblica complessiva di 6,7 milioni di euro.

“La Vuelta è stata una grande occasione per tutto il Piemonte – hanno dichiarato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, l’assessore allo Sport e Turismo, Commercio, Agricoltura e cibo, Parchi, Caccia e pesca e post-olimpico, Paolo Bongioanni e l’assessore al Bilancio e alle Attività produttive, Andrea Tronzano -. È stata un’importante gara ciclistica, ma soprattutto un grande progetto di promozione turistica, economica e culturale che ha visto lavorare insieme istituzioni, comuni, imprese ed enti locali. I numeri lo dimostrano: abbiamo generato ricavi concreti, sostenuto il comparto turistico e commerciale, portato il Piemonte sotto i riflettori di milioni di spettatori nel mondo. Il nostro territorio è stato protagonista con le sue eccellenze, la sua accoglienza e la sua capacità organizzativa. Questi risultati ci incoraggiano a continuare a puntare sui grandi eventi sportivi e sulla valorizzazione delle nostre risorse”.

Il grande ciclismo è stato anche un fattore di coesione civica e valorizzazione territoriale. Più di 200 associazioni e oltre 9.000 persone coinvolte, tra atleti, staff, media, volontari e operatori hanno collaborato per il successo dell’evento, rafforzando il senso di appartenenza e coinvolgendo anche studenti e realtà sportive locali.

L’esperienza è stata occasione di crescita, aggregazione e apertura con effetti destinati a dispiegarsi ben oltre i giorni della gara. La copertura mediatica ha portato il Piemonte sotto i riflettori di 190 Paesi, con oltre 15.000 ore di programmazione TV e 13 milioni di contatti digitali. Le immagini di paesaggi, eccellenze enogastronomiche, cultura e tradizioni sono diventate patrimonio globale, rafforzando l’appeal turistico e la reputazione della nostra regione.

L’analisi condotta dal team dell’Università – attraverso interviste, analisi dati e benchmarking con altri grandi eventi – ha evidenziato tanto gli effetti tangibili quanto quelli intangibili della manifestazione, dal rafforzamento del brand territoriale al consolidamento delle reti tra pubblico e privato.

“Queste cifre confermano ciò che abbiamo già percepito durante la partenza ufficiale in Piemonte: un successo clamoroso – ha sottolineato il direttore generale della Vuelta Ciclista a España, Javier Guillen -. Il coinvolgimento delle istituzioni, la risposta del pubblico e l’impatto economico e sociale generato mostrano l’enorme potenziale di questa collaborazione. Per La Vuelta è stato un privilegio iniziare in Piemonte l’edizione 2025 e lavorare con un territorio così impegnato è stata una garanzia di successo”.

Accanto all’evento sportivo, la Vuelta 2025 ha valorizzato anche l’incontro tra Piemonte e Spagna a tavola, con un percorso enogastronomico progettato insieme ai Cuochi della Mole. Il menù ha celebrato affinità e differenze tra le due tradizioni con proposte creative: dal “Sangretto” alle “Tapas sabaude” fino alla “Padella Piemontese” (rivisitazione locale della paella) e ai dolci torinesi, per celebrare in cucina le affinità tra i due territori.

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Piemonte da vivere: quando il viaggio diventa esperienza e il territorio si vive e si respira

Tra colline, borghi e montagne, il Piemonte offre incontri autentici e percorsi lenti che trasformano il modo di scoprire un territorio.

C’è un momento, in ogni viaggio, in cui ci si accorge di non essere più semplici visitatori, può succedere mentre si ascolta il racconto di un artigiano, mentre si impara un gesto antico in una cucina di famiglia, o mentre si cammina su un sentiero che qualcuno percorre da una vita, è lì che comincia il turismo esperienziale.

Sempre più persone oggi non cercano solo luoghi da vedere, ma incontri da vivere. Vogliono sentirsi parte di un territorio, anche solo per un giorno. Lontano dalle visite veloci e dalle fotografie scattate di corsa, emerge il desiderio di rallentare, di entrare nella trama quotidiana dei luoghi, di ascoltare chi li abita. È un modo di viaggiare che richiede apertura, curiosità, disponibilità a lasciarsi sorprendere.

Il turismo esperienziale nasce da qui: dall’idea che un luogo non si conosce davvero finché non si incrociano gli sguardi delle persone che lo custodiscono. È un modo di viaggiare che mette al centro le comunità locali, non più comparse, ma protagoniste. Chi accoglie non offre solo un servizio: condivide un pezzo della propria vita, quel gesto crea una relazione che arricchisce entrambe le parti. Il viaggiatore porta rispetto e attenzione, chi ospita ritrova valore nelle proprie tradizioni e nella propria storia. È un equilibrio delicato, che può diventare una forma di turismo sostenibile e responsabile, capace di generare economie diffuse senza snaturare l’identità dei territori.

In questo scenario il tempo assume un nuovo ritmo. Non è più una risorsa da ottimizzare, ma un compagno di viaggio. Si scopre che fermarsi, ascoltare, prendersi un’ora in più per capire un gesto o un racconto, non è una perdita: è il cuore stesso dell’esperienza. Il turismo esperienziale invita a lasciarsi condurre con lentezza, a vivere i luoghi con la stessa intensità con cui si vive un incontro importante.

Il Piemonte è una regione che invita naturalmente al turismo esperienziale, qui ogni territorio racconta qualcosa e lo fa attraverso le persone che lo abitano, le tradizioni che resistono e i paesaggi che cambiano volto a ogni stagione.

Nelle Langhe, nel Roero e nel Monferrato, l’esperienza nasce spesso intorno al vino e alla terra. Entrare in una piccola cantina significa ascoltare storie di famiglia, capire la fatica dietro un vigneto, scoprire gesti tramandati che trasformano l’uva in un racconto liquido. Le colline non si attraversano soltanto: si vivono camminando tra i filari, parlando con chi li cura ogni giorno, lasciandosi guidare dai ritmi lenti del paesaggio. Spostandosi verso le montagne, nelle valli alpine l’esperienza prende la forma di una passeggiata con una guida del posto, di una visita a una baita, di un laboratorio in cui si impara un antico mestiere. Qui il viaggio diventa immersione: il silenzio, la natura e le storie degli abitanti accompagnano chi arriva e lo portano a rallentare, a osservare, a sentire i luoghi con maggiore intensità.

Anche nelle città e nei borghi, il Piemonte offre un turismo esperienziale fatto di incontri e dettagli. Nei giardini storici, nelle botteghe artigiane, nelle strade che custodiscono memoria, si scopre un patrimonio che vive grazie alle persone che lo raccontano, ai loro aneddoti, alla passione con cui aprono le porte del proprio lavoro o della propria casa.

Questo modo di viaggiare funziona qui perché la regione ha scelto di valorizzare la sostenibilità, il rispetto per l’ambiente e il coinvolgimento delle comunità locali. L’esperienza non è costruita a tavolino: nasce dalla vita reale dei luoghi, dalla loro identità.

In Piemonte chi viaggia non solo vede, ma partecipa. Va via con un ricordo che non è una semplice immagine: è un profumo, una voce, un gesto imparato. È il privilegio di aver toccato l’essenza di un territorio che ama raccontarsi lentamente, e’ un nuovo modo di viaggiare che non e’ turismo, ma conoscenza e fusione con l’ambiente circostante, naturale e umano.

Maria La Barbera

Sant’Anna, Nallo (Italia Viva): “Sullo scorporo solo propaganda”

“L’Assessore ignora università e cittadini”

– Torino 04 dicembre 2025 – “Questi giorni hanno svelato la realtà: la maggioranza prosegue con lo scorporo del P.O. Sant’Anna da Città della Salute senza una visione e senza chiarezza su costi, organizzazione o ricadute sui pazienti, che rischiano di doversi spostare tra poli diversi per ottenere le cure oggi erogate in un unico percorso”. Così la Consigliera Regionale Vittoria Nallo (Stati Uniti d’Europa per il Piemonte), intervenendo in dichiarazione di voto sullo scorporo del Sant’Anna dalla Città della Salute e l’accorpamento al Regina Margherita. “L’aspetto più grave? L’esclusione dell’Università di Torino, attore imprescindibile nella formazione, nella ricerca e nella qualità dell’assistenza. Una riforma che stravolge l’assetto degli ospedali senza coinvolgere chi forma i medici è una riforma sbagliata. La “rivoluzione tranquilla” di Riboldi – prosegue Nallo – funziona sui social e agli eventi di Fratelli d’Italia, ma non per i cittadini piemontesi, che nel frattempo rinunciano alle cure e affrontano liste d’attesa insostenibili. Qui non c’è alcun progetto di rilancio della sanità piemontese: c’è un’operazione di potere e propaganda, mentre la sanità resta in crisi.”

L’ospedale Sant’Anna sarà accorpato al Regina Margherita

Il Consiglio regionale ha approvato lo scorporo del Presidio Sant’Anna dall’Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino ed il suo accorpamento con l’ospedale infantile Regina Margherita con decorrenza dal 1° gennaio 2026.

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«La nascita della nuova azienda ospedaliera, frutto dell’accorpamento tra Sant’Anna e Regina Margherita, rappresenta una svolta strategica per la sanità piemontese. Puntiamo su specialità verticali e gestione ottimizzata, facendo emergere le eccellenze cliniche e rendendo il sistema più efficiente e gestibile. La candidatura a IRCCS e la medicina di genere, in sinergia con CTO e Molinette, rafforzeranno percorsi innovativi per la salute della donna. L’inclusione di Sant’Anna nel futuro Parco della Salute e la progettazione di un ospedale pediatrico integrato garantiranno prestazioni migliori e percorsi mamma-bambino all’avanguardia.» sottolinea l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte Federico Riboldi.

 

«Questa riorganizzazione porterà vantaggi concreti: bilanci più efficaci, trasparenza contabile, controllo dei costi e rafforzamento delle specialità ginecologiche. Migliorerà la qualità delle cure e offrirà nuove opportunità di crescita al personale, che potrà lavorare in un contesto altamente specializzato. Unendo queste due realtà, trasformiamo una struttura elefantiaca in un modello più snello e di qualità, capace di rispondere alle sfide della sanità moderna.» afferma Riboldi.

«Sono particolarmente soddisfatto anche per il rispetto dei tempi che ci eravamo prefissati. Ringrazio il direttore generale dell’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, Livio Tranchida, e il commissario dell’OIRM, Franco Ripa, per l’impegno e la disponibilità che da subito hanno dimostrato per raggiungere nel minor tempo possibile un risultato che andrà a beneficio di tutto il Piemonte. Un ringraziamento anche ai Consiglieri regionali per il loro contributo al dibattito che ha consentito di sviluppare i temi connessi ad una decisione di grande rilievo per la sanità regionale.» conclude l’assessore Riboldi.

IL DIBATTITO IN CONSIGLIO REGIONALE

Nella seduta di ieri sono stati approvati quattro emendamenti alla delibera presentati delle opposizioni. Prevedono sostanzialmente la creazione di un piano dettagliato per l’integrazione dei sistemi informativi, la garanzia dell’interoperabilità dei dati clinici e amministrativi tra l’A.O.U. Città della Salute e della Scienza e la nuova A.O. O.I.R.M. – Sant’Anna, e di rendere esplicito che l’Ospedale Ostetrico Ginecologico Sant’Anna svolge una funzione strategica nella presa in carico complessiva della salute della donna, in tutte le fasi della vita e non soltanto in relazione alla gravidanza e al parto.

Nelle dichiarazioni di voto grande soddisfazione da parte dei consiglieri di maggioranza per il nuovo assetto della sanità torinese, mentre dalle opposizioni si registra una ferma contrarietà all’operazione.

Per Roberto Ravello (FdI) ”Lo scorporo del Sant’Anna non è un atto d’ufficio, ma una scelta di merito, convinta e coerente. Ricreare un vero polo materno–infantile, capace di unire due eccellenze come l’Ospedale Infantile Regina Margherita e il Sant’Anna, significa mettere davvero la salute della donna e del bambino al centro della sanità piemontese. La riorganizzazione non solo rafforza specializzazioni di livello nazionale, ma permette di superare i limiti della pachidermica Città della Salute, un colosso sempre più difficile da governare”

“Il nostro voto è convintamente contrario – ha spiegato Gianna Pentenero (Pd) – questa delibera a livello economico finanziario non sarà sicuramente a costo zero. Non riusciamo a capire né i benefici per i cittadini né perché la maggioranza si sia così ostinata a portare avanti questa operazione. Invece di potenziare la sanità, si frammenta ulteriormente il sistema, moltiplicando centri di spesa e confusione amministrativa. La delibera avrebbe dovuto essere subordinata alla presentazione di un Piano attuativo completo, con analisi economico-finanziaria e organizzativa”.

Alice Ravinale (Avs) ha evidenziato che “su materie così serie non si può navigare a vista, non sappiamo nemmeno i progetti sul Regina Margherita. Questa delibera manca di dati e chiarezza. separare ostetricia-ginecologia dalle specialità medico-chirurgiche dell’adulto significa indebolire la medicina di genere, frammentare i percorsi di cura e creare rischi per la sicurezza clinica”.

“Respingiamo le preoccupazioni sollevate dai banchi della sinistra sul futuro accorpamento dell’ospedale Sant’Anna e del Regina Margherita ha dichiarato Fabrizio Ricca (Lega) – abbiamo ricevuto un mandato preciso dai cittadini che per il Piemonte chiedevano una salute più vicina alle loro esigenze e il lavoro fatto in questo anno dall’Assessore Riboldi va in quella direzione. I presidi manterranno la loro piena operatività, col pregio di ridurre i costi e migliorare l’efficienza complessiva del sistema sanitario.”

Per Sarah Disabato (M5s) ”maggioranza porta a casa questa delibera senza aver sentito l’Università di Torino e tanti stakeholder. Manca di un piano finanziario, sui conti non vi è alcuna certezza. Questa delibera segna la fine del presidio del Sant’Anna, da sempre un’eccellenza per i bisogni della salute delle donne.

Silvio Magliano (Lista Cirio) ha ringraziato “l’assessore per il percorso che ha intrapreso, sono certo che si troveranno tutte le soluzioni affinché ci sia  una continuità operativa. Questa nuova azienda sarà un’eccellenza, l’impostazione data dall’assessorato consentirà di ottimizzare l’impegno delle risorse uniformando gli standard di qualità, anche in prospettiva della creazione IRCCS OIRM-Sant’Anna.

“Questo accorpamento porterà efficientamento ed una migliore qualità delle cure verso i piemontesi – ha sottolineato Davide Buzzi Langhi (Fi) – una nuova organizzazione della sanità piemontese che consentirà di ottimizzare l’impiego delle risorse, mantenendo al contempo un elevato livello di appropriatezza clinica, organizzativa e di prossimità assistenziale.

Infine Vittoria Nallo (SUE) ha rimarcato “il nostro no a questo provvedimento. Non è un approccio ideologico, non siamo favorevoli a questa delibera perché ci sono troppi aspetti poco chiari: dalla diagnostica all’aspetto finanziario dell’operazione. Ritengo che i problemi della sanità siano altri, come il fatto che molti piemontesi ormai rinunciano alle cure”.

Prima della votazione finale del provvedimento l’Assemblea ha approvato tre Ordini del giorno.

Il primo, presentato dalla prima firmataria Valentina Cera (Avs) a tutela della medicina di genere e dei percorsi integrati della salute femminile in relazione all’ipotesi di scorporo del Sant’Anna dall’Aou Città della Salute impegna tra l’altro la Giunta regionale “a presentare al Consiglio regionale una relazione tecnica completa”, che risponda a diversi punti, tra cui la garanzia della multidisciplinarità e dei percorsi integrati con i presidi Molinette, la definizione dell’assetto clinico-organizzativo, la sostenibilità amministrativa e organizzativa dello scorporo e le soluzioni logistiche necessarie per mantenere la continuità delle cure e delle emergenze”, a coinvolgere formalmente i professionisti dell’Aou, le società scientifiche, gli ordini professionali e le rappresentanze delle pazienti, al fine di poter attivamente compartecipare al processo” e a “garantire come obiettivo prioritario la tutela della medicina di genere, dei percorsi integrati e della sicurezza clinica delle pazienti e dei neonati”.

Quello presentato dalla prima firmataria Alice Ravinale (Avs), inerente la riapertura dell’area funzionale del Centro nascita presso l’Ospedale Sant’Anna, impegna la Giunta a far sì che “riapra quanto prima, presso l’Ospedale Sant’Anna, l’area funzionale del Centro nascita”, sia promossa “la creazione di ulteriori aree funzionali per le gravidanze a basso impatto ostetrico e la loro gestione autonoma in altre Unità ospedaliere ostetricia e ginecologia piemontesi e “assicuri il corretto funzionamento dei Comitati percorso nascita in ciascuna azienda ospedaliera interessata”.

Il terzo documento, presentato dalla prima firmataria Sarah Disabato (M5s) – infine – impegna la Giunta “a definire un piano straordinario di investimenti e di potenziamento dei consultori familiari presenti sul territorio piemontese”.