Diverse illegalità, tra cui la detenzione e l’impiego di melassa da contrabbando utilizzata per i narghilè: sequestrati oltre 11 chilogrammi di prodotto e applicate sanzioni per oltre 55mila euro. È questo il bilancio dei controlli a tappeto effettuati negli shisha bar negli ultimi mesi del 2025. L’operazione, condotta dai Nas di Torino insieme all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli del capoluogo piemontese e alle stazioni dell’Arma dei Carabinieri competenti per territorio, ha fatto emergere il possesso e l’utilizzo della sostanza priva delle necessarie autorizzazioni.
In Italia la melassa per narghilè è considerata a tutti gli effetti un prodotto da fumo ed è soggetta al monopolio di Stato. Può essere commercializzata e utilizzata solo se regolarmente autorizzata e accompagnata dal pagamento delle imposte previste. Inoltre, può comportare potenziali rischi per la salute se la merce non è sottoposta a controlli sanitari.
Decisamente salate le sanzioni amministrative, che raggiungono complessivamente 55mila euro, applicate nei confronti dei titolari delle attività ispezionate, destinatari dei provvedimenti adottati dalle autorità competenti.
VI.G
E’ finito ieri sera il ciclo televisivo dedicato a Sandokan. Ne ho seguito qualche puntata perché ricordavo l’edizione televisiva del 1975 e volevo tentare di riviverla dopo mezzo secolo. Due versioni non confrontabili, quest’ ultima davvero grondante di sangue e violenza. Lo spirito avventuroso e fantastico di Salgari è naufragato nella spettacolarizzazione della violenza, non immaginabile cinquant’anni fa. Forse perché viviamo un clima di guerra in Medio Oriente e nell’Est europeo in cui continuano a morire uomini, donne, bambini, la spettacolarizzazione televisiva della violenza appare particolarmente urticante. I paesaggi mitici immaginati dalla sbrigliata fantasia di Salgari diventano uno sfondo inquietante. Se poi pensiamo al risorgere del terrorismo islamico ed antisemita in Australia e ai pericoli che rischiamo di rivivere anche noi, i romanzi salgariani d’avventura diventano motivi di incubo. Se pensiamo inoltre che Salgari è interrotto da una pubblicità televisiva martellante che esalta il Natale e suoi riti fatti di buonismo e di intimità famigliare, abbiamo ancora più chiaro il divario tra la realtà, la finzione e la fantasia. Anche Sandokan diventa pretesto per rappresentarci una realtà che si vive drammaticamente nel conflitto di aggressione russo e in quello israeliano dove la versione di un Iman diventa la vulgata del 7 ottobre fatta propria da parte di molti che scorrazzano per le strade, esaltando la Palestina e diffondendo violenza e vandalismo. Che brutto Natale vivremo quest’anno. E’ davvero difficile credere alla favola bella della pace in terra agli uomini di buona volontà, espressione del Vangelo di Luca, recentemente ritradotta forse perché la buona volontà è divenuta un’espressione sempre più utopistica. Davvero l’annuncio degli Angeli a Betlemme appare lontano. Oggi, tralasciando le guerre, abbiamo una violenza nelle nostre città dove bande di malvissuti attentano alla nostra vita e alla nostra sicurezza. Ogni giorno e in ogni ora.

