ilTorinese

Le lumache felici

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PENSIERI SPARSI di Didia Bargnani

Le lumache felici esistono e vivono in un allevamento in Toscana, a Montemerano in provincia di Grosseto, dove vengono coccolate dal loro ‘custode’ che le nutre esclusivamente con prodotti del proprio orto: carote, carciofi, cardo mariano, finocchietto, affinché la qualità della loro bava sia eccellente perché è proprio di questa bava che voglio raccontarvi.
Michela Bertaia, chimica torinese, grossista di materiale medico con azienda a Grugliasco, sente parlare di questo impianto di elicicoltura e incuriosita decide di andare a visitarlo. Qui scopre che la bava di queste lumache, selezionate una ad una, e’ di una qualità ineguagliabile, da qui l’idea di farne dei prodotti di skin care si concretizza velocemente e con il suo socio, Mauro Felice Vecco, danno vita ad una nuova società, Kaliste’.
La bava delle lumache, se allevate con tutta una serie di accorgimenti particolari, rappresenta il cosmetico naturale per eccellenza, e’ infatti ricca di principi attivi come l’acido glicolico, il collagene, l’allantoina, l’elastina, l’acido ialuronico e molti altri.
“ Si potrebbe produrre anche chimicamente – mi spiega Michela- ma non sarebbe la stessa cosa, sarebbe una bava “morta”, priva di tutti quegli enzimi di cui è ricchissima quella delle nostre lumache. Kylinf, lo spray viso-corpo-capelli che rappresenta il prodotto top della gamma, contiene bava al 90% oltre ad un umettante ed un conservante, si tratta di un vero e proprio elisir per la nostra pelle: stimola la rigenerazione cellulare, velocizza la cicatrizzazione in caso di lesioni, lenitivo per scottature, uniforma l’incarnato e anche i vantaggi per i capelli sono numerosi “.
Come si preleva la bava?
“ Da noi tutto è ovviamente cruelty free, le nostre lumache vengono scelte con cura e solo quelle più adatte a fornire bava saranno impiegate per questo scopo, le altre diventeranno fattrici. Dobbiamo spiegare perché le lumache sbavano, lo fanno per tre motivi: strisciando, provando dolore o quando sono felici. Quando escono dal letargo, due volte all’anno, con il freddo e con il caldo, vengono messe in una macchina, brevettata da un allevatore di Cherasco, dove vengono bagnate da una leggera pioggerellina di acqua, questo le rende felici e così sbavano. A questo punto la bava viene analizzata e inviata in laboratorio per il confezionamento dei vari prodotti”.
“La bava messa sul viso produce quello che viene definito “benefico rossore”, gli enzimi presenti nella bava richiamano il sangue dai tessuti sottostanti, che sparisce dopo pochi minuti dall’applicazione – rassicura Michela – oltre a Kylinf abbiamo altri prodotti eccezionali come la crema LaLiz, 50% pura bava, con effetto energizzante per la pelle, la crema Luce, 65% pura bava, multi vitaminica e antiage e per i più giovani K-young, 90% bava pura e propoli. Tutte le creme e i sieri sono disponibili sul nostro sito, www.kylinf.it e dall’8 dicembre al 6 gennaio saremo presenti in un temporary shop in via Carlo Alberto 32 a Torino dove mi troverete, felice di raccontarvi il percorso della bava dalle lumache felici alle creme “.

La polizia arresta 5 spacciatori

Due persone sono state arrestate dalla Polizia di Stato, a Torino, nei pressi del Ponte Carpanini, in zona Borgo Dora. La prima è stata vista dagli agenti della Squadra Mobile torinese maneggiare un oggetto voluminoso di colore scuro. Una volta che i poliziotti si sono avvicinati, l’uomo, un quarantasettenne marocchino, ha lasciato cadere il pacchetto che si è fermato ai margini del letto del fiume. Gli agenti lo hanno recuperato, appurando che si trattava di hashish per un peso di circa 100 grammi.

Nella stessa zona è stato arrestato un altro cittadino marocchino, di 28 anni. I poliziotti hanno accertato le cessioni di sostanza stupefacente, occultata in tre diversi posti: nei pressi di un palo della cartellonistica stradale, sotto le foglie di un albero e dietro la ruota posteriore di un’auto parcheggiata. Complessivamente i poliziotti hanno sequestrato oltre 40 grammi di hashish.

Un terzo cittadino marocchino è stato arrestato in via Livorno. Prima di procedere ad un controllo di avventori di un locale, gli operatori della Squadra Mobile hanno visto un trentaquattrenne allontanarsi a bordo di un monopattino. Il cittadino straniero è stato fermato e trovato in possesso di cocaina e 350 euro in contanti.

Un italiano di 25 anni è stato arrestato a Beinasco (TO) dopo una segnalazione, tramite l’App YouPol: nel corso della perquisizione, a casa del venticinquenne sono stati sequestrati una cinquantina di grammi di marijuana, una pianta dello stesso tipo di stupefacente e il materiale necessario per il confezionamento delle dosi. Il ragazzo è stato anche denunciato, in stato di libertà, per resistenza a P.U. per aver aggredito uno degli operatori.

Infine, un cittadino libico di 19 anni è stato arrestato a Torino in via Foligno. A casa del giovane gli agenti hanno trovato anche una quindicina di grammi di cocaina, un bilancino di precisione e il materiale per il confezionamento delle dosi.

La Procura della Repubblica di Torino ha richiesto e ottenuto la convalida degli arresti.

Giovani surfisti italiani in Perù

A Punta Rocas, in Perù, prende il via l’edizione 2025 dell’ISA World Junior Surfing Championship, la manifestazione che riunisce i migliori talenti mondiali del surf giovanile, chiamati a confrontarsi su una delle onde più iconiche dell’emisfero sud.

La cerimonia di apertura, svoltasi nella giornata di ieri presso il Punta Rocas High Performance Center, ha segnato l’inizio di un appuntamento atteso da atleti, tecnici e nazioni di tutto il mondo, mentre oggi, partiranno le prime heat ufficiali.

Punta Rocas, con la sua lunga tradizione nel surf professionistico e le condizioni naturali potenti e costanti che la caratterizzano, rappresenta uno scenario ideale per valorizzare tecnica, maturità e capacità di lettura dell’oceano dei giovani surfisti. Proprio qui, dove si sono scritte alcune delle pagine più importanti della storia del surf peruviano e internazionale, prenderà forma un’edizione che si annuncia tra le più partecipate degli ultimi anni, con ben 57 nazioni iscritte e circa 400 surfisti, confermando la crescita globale della disciplina e il ruolo sempre più centrale delle categorie junior.

L’Italia sarà rappresentata da un gruppo compatto e determinato di giovani atleti: Samuele Agliani, Anglani Cornielle Francisco Eduardo, Alberto Aimon Barzan, Chiara Cuppone, Costanza De Lisi, Diana Giorgi, Michael Jorge Monteiro, Magnolia Rossi e Michele Scoppa. Un team giovane, ma ambizioso, che arriva in Perù con la volontà di misurarsi con i migliori coetanei provenienti da ogni continente. Purtroppo Leonardo Apreda non potrà prendere parte alla competizione a causa di un infortunio subito durante gli ultimi allenamenti in Perù.

A supportare la squadra ci sarà lo staff tecnico federale, composto da: Margo Gregori (Direttore tecnico), Jesús Guerra Naveran (Tecnico), Philippe Malvaux Penissard (Tecnico) e Francesco Starita (Fisioterapista), figure fondamentali per la preparazione e il coordinamento dell’intero team.

Le gare si svolgeranno durante tutta la settimana, tra maree variabili, cambi di direzione del vento e condizioni che richiederanno ai ragazzi lucidità, adattamento e una profonda connessione con l’onda. Il formato della competizione, noto per la sua intensità e per il sistema double-elimination, metterà alla prova costanza, gestione emotiva e capacità di sfruttare ogni set disponibile, in un contesto dove anche pochi decimi possono fare la differenza.

Alla manifestazione partecipano squadre provenienti da decine di nazioni di ogni area geografica, a dimostrazione di quanto il surf giovanile stia vivendo una stagione di crescita senza precedenti. Per il Perù, che torna a ospitare un Mondiale Junior ISA dopo quattordici anni, si tratta di una conferma del proprio ruolo di polo internazionale del surf; per l’Italia, un’opportunità per consolidare il proprio percorso di sviluppo e presenza nelle competizioni globali più prestigiose.

Con l’avvio delle prime heat di oggi, l’edizione 2025 dei Mondiali Junior si apre all’insegna di entusiasmo, energia e grandi aspettative. La squadra italiana è pronta a entrare in acqua con determinazione e spirito competitivo, portando i colori azzurri su uno dei palcoscenici più affascinanti e impegnativi del circuito internazionale. Per tutti gli atleti, il Mondiale ISA non rappresenta soltanto un confronto sportivo di altissimo livello, ma anche una tappa decisiva nel percorso verso il surf professionistico.

Rapporto 2025: chi lavora di più, chi resta indietro. La mappa del lavoro a Torino

Il mercato del lavoro torinese mostra segnali di ripresa, con livelli occupazionali tornati ai valori precedenti alla pandemia e una riduzione del ricorso ai contratti atipici rispetto a quelli a tempo indeterminato. A fronte di questi dati positivi, però, si registra anche una crescita dei posti di lavoro in settori a medio-bassa produttività, che richiedono minori qualifiche professionali.

Questo è il quadro che emerge dal report “I numeri del lavoro a Torino. Rapporto annuale 2025”, presentato a Palazzo Civico nel corso di una tavola rotonda alla quale hanno partecipato la vicesindaca di Torino Michela Favaro, la direttrice delle Direzioni Territoriali INAIL Torino Centro e Torino Sud Cristina Romagnolli, il presidente della Camera di Commercio Massimiliano Cipolletta, il presidente di Ires Piemonte Alessandro Ciro Sciretti, la segretaria CGIL Torino Elena Palumbo, il segretario CISL Torino-Canavese Davide Provenzano e la segretaria UIL Torino e Piemonte Maria Teresa Cianciotta.

Lo studio, curato da Giorgio Vernoni (IRES Piemonte) con il contributo di Città di Torino, Agenzia Piemonte Lavoro, Camera di Commercio di Torino e INAIL, evidenzia come i dati ISTAT sull’offerta di lavoro mostrino per Torino una netta ripresa: nel 2024 l’occupazione è cresciuta del 4%, pari a circa 15.000 occupati in più. Si tratta di valori che riportano la città ai livelli precedenti al Covid e che, tra le principali città del Nord Italia, trovano un confronto positivo solo con Milano. Migliora anche la qualità dei contratti, con la quota di lavoro atipico scesa di tre punti percentuali rispetto al 2019, fino a rappresentare il 24% del totale.

Accanto a questi segnali incoraggianti, il rapporto segnala però una riduzione della quota di lavoratori ad alta qualificazione (dal 49% al 44%), a vantaggio delle figure intermedie (dal 29% al 33%) e a bassa qualificazione (dal 21% al 23%). Nonostante questo, circa tre quarti degli occupati torinesi continuano a svolgere mansioni a media o alta qualificazione.

Cambia anche la distribuzione settoriale: crescono i servizi alle imprese, con un aumento di quasi cinque punti percentuali, mentre calano i servizi alle persone e quelli di interesse pubblico (dal 30% al 28%). Stabile, invece, il comparto di alloggio e ristorazione. Il commercio perde peso (dal 15% al 13%), così come l’industria (dal 20% al 19%).

Parallelamente, torna a crescere la popolazione residente (+0,7%, circa 6.000 persone in più). L’incremento è dovuto esclusivamente ai saldi migratori positivi, sia interni sia con l’estero, mentre il saldo naturale resta negativo. I flussi migratori contribuiscono in modo decisivo all’equilibrio socioeconomico della città e compensano il calo della popolazione in età lavorativa. Con 137.000 residenti stranieri, Torino assume sempre di più i tratti di una realtà multiculturale tipica delle città europee di medie e grandi dimensioni.

Sul fronte dell’istruzione, i dati 2024 confermano la tendenza di lungo periodo: aumentano i laureati e diminuisce la quota di persone con basso livello di istruzione. Il 33% dei residenti tra 25 e 64 anni possiede un titolo terziario, il 41% un diploma di scuola secondaria e il 26% ha conseguito solo il titolo dell’obbligo. Tra gli occupati della stessa fascia d’età, la quota di laureati sale al 38%.

Rispetto a città come Milano e Bologna, Torino mostra però un ritardo: nelle altre grandi città del Nord Italia circa la metà della popolazione in età lavorativa è laureata, mentre a Torino la quota si ferma a un terzo. Il divario è ancora più evidente tra i 25 e i 44 anni: 44% a Torino contro il 60% di Milano e Bologna. Anche il peso dei giovani adulti sulla popolazione attiva risulta inferiore.

Le donne, in media, presentano livelli di istruzione più elevati degli uomini: il 32% è laureato, contro il 24% degli uomini, e tra gli occupati la percentuale sale al 44% per le donne e al 30% per gli uomini.

Torino si conferma una città universitaria capace di attrarre circa 36.000 studenti fuori regione, ma fatica a trattenerli dopo la laurea. La ridotta capacità di retention è legata soprattutto alle opportunità occupazionali e ai livelli retributivi offerti dal mercato del lavoro locale, meno competitivi rispetto ad altre realtà e all’estero.

Per quanto riguarda il sistema imprenditoriale, nel 2024 si registra un lieve calo delle imprese rispetto all’anno precedente, ma nel medio-lungo periodo il quadro resta positivo: si è passati da 107.815 imprese nel 2015 a 108.862 nel 2024. Si consolida inoltre il trend di crescita dimensionale delle aziende e il passaggio verso forme giuridiche più strutturate.

Non si osservano grandi variazioni nella composizione delle imprese per quanto riguarda la presenza femminile, giovanile e straniera, ad eccezione dell’ulteriore crescita delle imprese a titolarità straniera, che nel 2024 rappresentano il 21% del totale, una quota doppia rispetto alla media piemontese.

Aumentano anche le persone in “disoccupazione amministrativa”: nel 2024 i soggetti che hanno presentato la Dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro presso i Centri per l’impiego di Torino sono stati 45.981 (+2%). Il dato è legato soprattutto al rafforzamento delle politiche attive del lavoro e a una maggiore propensione delle persone a rivolgersi ai servizi, favorita dal miglioramento generale del mercato occupazionale.

In particolare, cresce la partecipazione dei giovani sotto i 29 anni (+8%) e delle persone straniere (+5%), soprattutto extracomunitari (+9%), mentre cala quella dei cittadini comunitari (-6%). Aumentano anche i disponibili al lavoro con titolo universitario (+2%), che rappresentano ormai circa il 18% del totale, pur restando prevalente la quota di persone con la sola scuola dell’obbligo (45%). Nel complesso, il livello di istruzione degli utenti dei Centri per l’impiego risulta in progressivo innalzamento.

Le analisi a livello sub-comunale forniscono indicazioni utili per la programmazione territoriale: le circoscrizioni con la maggiore concentrazione di persone disponibili al lavoro sono la 5 (Borgo Vittoria, Madonna di Campagna, Vallette), con il 15%, e la 6 (Barriera di Milano, Regio Parco, Falchera), con il 17%.

In tema di sicurezza, i dati INAIL 2023-2024 mostrano un graduale ritorno ai livelli di infortuni pre-pandemia. Nel 2024 le denunce di infortunio sono state 9.779, in lieve calo (-1%), e i casi mortali si attestano sui minimi storici (1,1 ogni 1.000 denunce). Le dinamiche degli infortuni riflettono la specializzazione economica del territorio, con una maggiore incidenza nel settore dei servizi, pur mantenendo un peso rilevante i comparti a rischio più elevato, come trasporti, edilizia e manifattura.

Un ulteriore elemento di attenzione emerge dall’età degli infortunati: nel 2024 circa il 20% delle denunce ha riguardato lavoratori con più di 55 anni, un dato in crescita anche per effetto dell’invecchiamento della forza lavoro.

“L’analisi di questo rapporto mostra luci e ombre di un mercato del lavoro in evoluzione costante ma getta anche dei semi di speranza per il futuro – afferma la vicesindaca della Città di Torino Michela Favaro -. La crescita dell’occupazione stabile, unita a una capacità di attrarre sul nostro territorio lavoratrici e lavoratori provenienti da altre regioni, dimostrano una vivacità economica che deve diventare punto di partenza per affrontare le sfide che in breve tempo ci verranno poste dal cambiamento tecnologico. Le istituzioni, anche grazie a lavori di ricerca come questo, fondamentali per monitorare l’andamento dei fenomeni e per indirizzare scelte informate e responsabili, hanno il delicato compito di porsi a metà strada tra imprese e cittadini, per fare in modo che le esigenze delle prime riescano a incontrare le aspirazioni, i diritti e le competenze dei secondi. Ad esempio colmando il mismatch per sovraistruzione che, specialmente per le donne, si traduce nel sottoutilizzo del grande capitale umano presente sul territorio grazie alla qualità e alla capacità attrattiva dei nostri atenei. Con la Piattaforma per il Lavoro presentata lo scorso luglio, puntiamo a costruire un modello di governance collaborativa e innovativa, capace di connettere strategie pubbliche, iniziativa privata e competenze diffuse per generare valore condiviso e sviluppo inclusivo. A partire da gennaio convocheremo dei Tavoli tematici permanenti con il compito di tradurre gli indirizzi strategici della Piattaforma in un Piano di Azione operativo. Non è una missione semplice, richiede un impegno congiunto di atenei, parti sociali e politica, ma è essenziale per vincere le sfide che ci attendono”.

Violenza e politica e l’eterna zona grigia

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo

Niente da fare. È un copione che si ripete quasi meccanicamente. Ed è un film che, puntualmente
e quasi meccanicamente, si recita quasi sempre nel campo della sinistra. Seppur nelle sue
diverse e multiformi espressioni. Certo, la destra non ne è affatto esente. Come dimostra la sua
stessa esperienza storica. Ma è indubbio che è proprio sul versante della sinistra – e ieri come
oggi il film, seppur mutatis mutandis, si ripete in modo quasi identico – che le contraddizioni
esplodono soprattutto quando si entra in una stagione dove la partecipazione popolare e una
rinnovata presenza politica dell’estrema sinistra aumenta creando, di conseguenza, enormi
problemi all’intera galassia di questo campo politico, culturale e sociale.

Ora, e per fermarsi agli ultimi accadimenti, è appena sufficiente elencare in filigrana alcuni termini
e citare alcune persone per rendersi conto che l’antica e mai indomita “zona grigia” continua ad
essere un tassello importante, nonchè imbarazzante, nel dibattito politico italiano. E, nello
specifico, della dialettica all’interno dell’attuale sinistra l’italiana. Da Francesca Albanese ai Pro
Propal; dal ruolo dei ‘centri sociali’ alla conclusione violenta degli ormai innumerevoli cortei di
protesta organizzati o dalla Cgil o dai sindacati di base o da gruppi e movimenti comunque
collocati nell’estrema sinistra; dal giudizio sull’avversario politico – che è quasi sempre un nemico
da abbattere definitivamente ed irreversibilmente – al rapporto concreto con i movimenti e le
proteste violente che si scatenano in molti gangli della società.

Ecco, è proprio all’interno di questi meandri che emerge quella “zona grigia” difficilmente
decifrabile da parte della politica ufficiale e degli stessi organi di informazione. Una “zona grigia”
che negli anni drammatici che vanno dalla fine dei ‘60 alla metà degli anni ‘80, ruotava attorno ad
alcuni celebri e famosi slogan: dai “compagni che sbagliano” al tragico “nè con lo Stato e nè con
le Br”. Archiviata, per fortuna, quella infausta e delirante stagione storica, si tratta di capire oggi
dove si manifesta quella “zona grigia” e con quali contenuti. È persin troppo facile ricordare alcuni
slogan contemporanei: “no alla violenza, però”; “sì alla libertà di stampa e di opinione, ma”; “sì
alla legalità, però”. Insomma, una gamma di affermazioni – le citazioni sono infinite – che sono
sempre tese a comprendere, se non addirittura a condividere, alcuni comportamenti che
oggettivamente sconfinano nella violenza o in atti teppisti o addirittura squadristi come è
concretamente capitato nei giorni scorsi alla redazione della Stampa di Torino.

Per queste ragioni, semplici ma oggettive, si tratta oggi di scegliere da che parte si vuole stare.
Perchè, e paradossalmente e memori anche dell’esperienza del passato, c’è sempre un bivio di
fronte a cui ci troviamo. E cioè, o si sta in modo netto, chiaro ed inequivoco dalla parte della
democrazia, della legalità, del rispetto dell’avversario e nel pieno rispetto dei principi e dei valori
contemplati nella Costituzione oppure, e al contrario, finiamo – magari anche inconsapevolmente –
per rialimentare se non addirittura consolidare quella “zona grigia” che era, e resta,
drammaticamente alternativa rispetto alle ragioni basilari della democrazia e della libertà. E la
sinistra italiana -soprattutto i suoi capi – seppur molto plurale e articolata al suo interno, ha oggi il
dovere morale e politico di dire una parola chiara e netta al riguardo. Soprattutto nel rapporto con
tutto ciò che si colloca nella sua parte più radicale, estremista, ideologica e movimentista.

Nuovo progetto di volontariato di UOMOeAMBIENTE

Cura del territorio, riduzione dell’impatto ambientale e responsabilità verso la collettività  sono i principi che ispirano il nuovo progetto di volontariato aziendale attivato in queste ultime settimane dall’azienda torinese UOMOeAMBIENTE.

Consapevole che la sostenibilità non può limitarsi alle parole, ma richiede azioni concrete e la responsabilità condivisa, la Società Benefit e B Corp, che da oltre venti anni accompagna le aziende verso un modello di progresso sostenibile, ha deciso di aderire all’iniziativa dal titolo “Torino spazio pubblico”, con un nuovo progetto di volontariato aziendale, avviato dal Comune di Torino nel 2012. Questo progetto è basato sul principio di sussidiarietà che coinvolge tutti i cittadini desiderosi di prendersi cura del verde e delle aree pubbliche della città, offrendo loro l’opportunità di collaborare fianco a fianco con l’amministrazione comunale, contribuendo a rendere la città più verde e vivibile per chi la abita e la visita.

Con l’adesione dell’azienda al progetto, un primo gruppo di collaboratori ha scelto di dedicare parte del proprio tempo perun intervento di ripristino e cura di un tratto della pista ciclabile di Corso Monte Cucco, a pochi passi dalla sede torinese di UOMOeAMBIENTE.  Il personale ha raccolto rifiuti e materiali abbandonati lungo il percorso, restituendo dignità e valore a un’infrastruttura chiave della mobilità sostenibile della città e della comunità locale.
Con questa iniziativa UOMOeAMBIENTE ha concretizzato un importante obiettivo inserito nel proprio bilancio di sostenibilità 2024. L’azienda punta ora a proseguire e ampliare progetti pro bono avviati, includendo attività con un impatto non solo ambientale,  ma anche sociale e di governante.
Per i progetti previsti per il 2026 è  già partita la raccolta di contatti, disponibilità e proposte , con l’obiettivo di trasformare queste idee in azioni concrete.

Mara Martellotta

“Guardiani” della Tolleranza Immunitaria, conferenza all’Accademia di Medicina

Martedì 16 dicembre alle ore 21 l’Accademia di Medicina di Torino terrà una seduta scientifica sia in presenza, in via Po 18, sia con modalità webinar, dal titolo «Descrizione e commenti al Premio Nobel per la Medicina 2025. La scoperta dei “Guardiani” della Tolleranza Immunitaria».

Interverrà Dario Roccatello, nella foto, Professore di Patologia clinica, Università di Torino e socio dell’Accademia di Medicina.

L’Assemblea del Karolinska Institutet ha assegnato il Premio Nobel per la Medicina 2025 a tre scienziati che hanno dato un impulso straordinario alle conoscenze sul sistema immunitario: Mary E. Brunkow, Fred Ramsdell e Shimon Sakaguchi. Il riconoscimento premia le loro scoperte sui meccanismi di tolleranza immunitaria periferica, ovvero il processo biologico che impedisce al sistema di difesa del nostro organismo di attaccare i tessuti, prevenendo le malattie autoimmuni. Fondamentale è stata l’identificazione e la caratterizzazione delle cellule T regolatrici (T-reg), una classe di linfociti che agisce come “freno” dell’immunità. Si deve a Shimon Sakaguchi dell’Università di Osaka l’identificazione delle cellule CD4+ CD25+ capaci di sopprimere le risposte immunitarie eccessive. Parallelamente, Mary E. Brunkow e Fred Ramsdell, studiando modelli murini, hanno identificato il gene FOXP3 come l’interruttore molecolare dello sviluppo e la funzione di queste cellule. Nel 2001, i due ricercatori hanno correlato le mutazioni di questo gene a un grave disordine autoimmune, dimostrando e successivamente Sakaguchi ha confermato che FOXP3 è il determinante della biologia dei linfociti T-reg. Queste scoperte hanno aperto prospettive terapeutiche del tutto nuove. Nel campo delle malattie autoimmuni (come lupus, diabete di tipo 1 e sclerosi multipla), dove i T-reg sono spesso carenti o difettosi, la ricerca punta a ripristinare la tolleranza, espandendo o ingegnerizzando queste cellule. All’opposto in oncologia dove si è scoperto che molti tumori reclutano le cellule T-reg per crearsi una protezione dal sistema immunitario, le nuove strategie immunoterapiche mirano a contrastarne il ruolo protettivo nei confronti del tumore. 

Seguirà la seduta privata dei Soci Ordinari ed Emeriti per l’elezione dei nuovi Soci Ordinari.

Si potrà seguire l’incontro sia accedendo all’aula magna dell’Accademia di Medicina di Torino in via Po 18 sia in diretta web al link riportato sul sito www.accademiadimedicina.unito.it

La registrazione dell’incontro verrà pubblicata sul sito.

Neonata sbalzata dall’auto muore sulla strada

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Tragica morta per una bambina di pochi mesi che è deceduta oggi in un un grave incidente stradale avvenuto nel territorio di Volpiano allo svincolo di Settimo della A5 nel Torinese. La madre, viaggiava con la piccola ed è rimasta ferita. Si è trattato di un violento scontro che ha coinvolto più veicoli. Le dinamiche non sono state ancora verificate, le squadre di soccorso sono intervenute immediatamente. La bimba sarebbe stata sbalzata dalla vettura e travolta da un’altro veicolo.

 

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

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SOMMARIO: Pisanu tra Moro e Berlusconi – Gente di Piemonte – Lettere

Pisanu tra Moro e Berlusconi
A “Rai Storia “che alcune volte può anche essere interessante, ha dominato in una puntata sul compromesso storico e il rapimento di Moro  l’ex parlamentare e ministro Beppe Pisanu  capo della segreteria di Zaccagnini, uno dei peggiori segretari della Dc che stava portando insieme a Moro alla resa  incondizionata della Dc ai comunisti, dopo che nel 1976 la Dc mendicò il voto anticomunista, usufruendo dell’appoggio di Montanelli che invitata a votare lo Scudo Crociato, “turandosi il naso”.
Chi scrive voto’ Dc per la prima e ultima volta. Zac gli provocò il voltastomaco.  Sarebbe ora di vedere con il distacco della storia sia Moro sia Zaccagnini, anche se i grandi capi Dc non furono mai meritevoli di attenzione da Colombo a Taviani, da Andreotti a Rumor. Erano dei collettori di voti, mai degli statisti che lo fu il solo De Gasperi. Appare veramente incredibile come con totale disinvoltura Pisanu sia poi  diventato per lunghi anni Ministro degli interni con Berlusconi.
Era un mediocre abbarbicato al potere, ma rivendicare oggi il suo essere stato sempre un moroteo spiega tante cose anche di un ministro scialbo, pronto a tutto salvo salvaguardare lo Stato che  per i morotei era un’ optional. In Sardegna si distinse solo Cossiga, ma non c’è la benché minima possibilità di un confronto tra i due sardi.
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Gente di Piemonte
Ho ritrovato in un fondo di magazzino della mia biblioteca “Gente di Piemonte“ di Luigi Firpo, un volumone edito da Mursia nel 1983 . Non lo volli mai inserire nella mia biblioteca perché è un volume ancora oggi vergognoso . Dopo aver scritto di Leonardo , Erasmo da Rotterdam, Botero, Rousseau, d’Azeglio, Vittorio Amedeo II, Pomba, Galileo Ferraris, Giolitti, Solari, l’accademico spocchioso  Firpo chiude il libro con l’amico di casa Diego Novelli sindaco in carica di Torino, esaltato in modo servile forse anche  su suggerimento della moglie che era già allora  molto vicina al sindaco. Questo volume squalifica il suo autore che equipara un vivente a metà dell’opera con personaggi storici consolidati .Uno storico non può permettersi queste sbandate.
 Non volli il libro nella mia biblioteca, credo che adesso lo destinerò alla spazzatura. Se poi pensiamo ai gravi errori politici di Novelli e alle sbandate politiche successive al 1983, è lo stesso sindaco comunista che va messo sotto processo perché le esaltazioni mistiche di Firpo nei suoi confronti devono essere ridimensionate da un esame dei fatti reali che hanno portato Torino sotto la sua guida al declino. L’unica verità che emerge è che Novelli era un ragioniere seralista, anche se Firpo lo considera un grande intellettuale. Tempo prima del libro una sera a cena si lasciò scappare un giudizio negativo su Novelli considerato un giovane cresciuto in una casa da ballatoio di Borgo San Paolo con una finta cultura appresa in modo disordinato e frammentario, facendo il magazziniere in una piccola casa editrice. Era la fine degli anni 70, poi irruppe improvviso l’”amore” per il Sindaco che cominciò a frequentare abitualmente  la villa  con piscina del professore in viale Seneca.
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LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com
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I Gobetti

Dà fastidio  leggere che Steve della Casa, ex Lotta Continua, noto per le imprese violente  dell’”Angelo Azzurro” di via Po  con conseguenze penali e il vecchio ottuagenario Bruno Gambarotta si occupano della due giorni sul figlio di  Piero Gobetti esaltato come grande uomo di cinema. Ho conosciuto Paolo  e mi pareva un uomo finito sia per il matrimonio  infelice con Carla che si credeva la vera erede di Piero, sia per altri aspetti  di vita a tutti noti, ma di cui nessuno parla e sui quali io stesso taccio. Narciso Nada fondatore del Centro “Gobetti” andò via perché non voleva mescolarsi con gli eredi. Ma oggi c’è anche Polito che inizia le sue Messe cantate in anticipo rispetto al 2026 per non perdere tempo. Segretario tuttofare di Bobbio, se ne considera erede al Centro “Gobetti“ che gode di una duplice sede: una in via Fabro e una al Polo del ‘900. Un privilegio ingiustificabile. Non crede che sia il caso di dire basta alle Messe Cantate?  Occorre la storia, non le litanie di Polito.  Innocenzo Rinucci

Piero Gobetti
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Conosco anch’io certi aspetti della famiglia Gobetti. So poco o nulla di chi gestisce oggi il centro intitolato all’eroico giovane morto di polmonite  a Parigi, come ha testimoniato Giuseppe Prezzolini che lo ha assistito in ospedale fino all’ultimo. A me delle biografie di Carla e Paolo Gobetti poco importa. Di loro ritenevo poco interessante totalmente da rifiutare il loro livido comunismo senza mai un’ombra di dubbio. Ma evito di scrivere  di due persone che non ho mai ritenuto interessanti e di cui non ho mai avuto stima. Erano i discendenti di Piero, nel senso più letterale del participio presente del verbo discendere. Non voglio offendere, ma temo che questa sia la triste realtà.
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Viale assolto
Va riconosciuto che l’estremismo violento di un femminismo senza equilibrio ha subito una sconfitta sonora: il ginecologo Silvio Viale è  stato assolto in Tribunale dalle accuse di violenze sessuali a lui rivolte. È  stato fatto oggetto di campagne d’odio vergognose. Lei cosa ne pensa?    Teresa Siusi
Esprimo totale solidarietà a Viale che ha subito un linciaggio indegno. Non ho mai avuto comunanza di idee con lui, ma la sua coerente ed a volte discutibile battaglia va riconosciuta pienamente. Combattere un politico con le armi della diffamazione sessuale dimostra la bassezza dei suoi detrattori. Viale si è rivelato un galantuomo limpido, diffamato con l’intenzione di distruggerlo. Una vergogna.
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Non è Berrino?
Dopo anni di successi con un bistrot ad Albenga il signor Enzo Bellissimo è  stato costretto a chiudere il suo locale di successo perché il Comune  gli ha imposto di abbattere una veranda. Una cosa assurda. Adesso ha riaperto il bistro’  ad Alassio con un buon successo iniziale. Ma ho letto ieri che c’è già di chi parla di lui come del nuovo Mario Berrino pittore, re delle estati alassine al mitico  caffè Roma. Con tutto il rispetto non confondiamo Berrino che è stato unico ed irripetibile  – pensiamo al famoso Muretto – con altri a lui non comparabili.  Giuseppe Delfino
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Sono stato molto amico di Mario Berrino che ha voluto la piastrella con la mia firma sul muretto e conosco poco Bellissimo che ha subito un sopruso dal Comune di Albenga. Andrò a visitare il suo nuovo locale ad Alassio e mi auguro che il suo successo coincida con il futuro della perla della Riviera. Per ora l’unico che tiene banco è Giampiero Colli di Sailin che oggi non ha eguali.
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Le scuole
La valutazione delle scuole fatta dalla Fondazione Agnelli non è di per sé cosi’ attendibile e trasparente. Troviamo scuole in testa e in coda. Ma certo se il declassamento continua come nel caso del liceo d’Azeglio, qualche ragione ci sarà. L’enclave della sinistra faziosa si rivela non più credibile. Vive sulla memoria di Augusto Monti, un professore totalmente dimenticato. Mio nipote si è trovato malissimo. Giulio Ascani
Anch’io non capisco bene i parametri usati dalla Fondazione Agnelli. Ma risalta innanzi tutto  un fatto positivo: il liceo Botta di Ivrea, liberato del suo vecchio preside Cardinale, vola al primo posto nei licei classici. Il d’Azeglio è al settimo posto, ma nel ‘24 era al nono posto. Il penultimo posto. Il celebrato Liceo europeo Umberto I e ‘ all’ultimo posto e lo scorso anno non era neppure tra quelli classificati. Nei licei di scienze umane risalta all’ultimo posto l’ex magistrale “Regina Margherita”. Tra i Tecnici il celebrato “Sommeiller” e ‘ al penultimo posto. E ci sarebbero anche altri fatti rilevanti. I criteri adottati non sono spiegati in modo limpido. E questo è un limite alla ricerca.

Accademia di Sant’Uberto, il concerto di Natale

 

In collaborazione con il Liceo Classico Musicale Cavour di Torino

Un viaggio nella prima metà del Settecento europeo per celebrare il Natale, con una “prima esecuzione moderna” nel programma. È la proposta dell’Accademia di Sant’Uberto che, nell’ambito della rassegna musicale “Cerimoniale e Divertissement 2025. Tempi e luoghi della musica”, iniziativa promossa in collaborazione con le Residenze Reali Sabaude, terrà il Concerto di Natale presso la Cappella di Sant’Uberto della Reggia di Venaria alle ore 17.30 di domenica 7 dicembre. La denominazione della rassegna accompagna, ormai dal 2006, i concerti tenuti presso la Reggia di Venaria e Residenze Reali Sabaude.

L’Orchestra Barocca dell’Accademia di Sant’Uberto eseguirà il programma in collaborazione con il Coro del Liceo Classico Musicale Cavour di Torino.
La rassegna musicale dell’Accademia di Sant’Uberto è sostenuta dal Ministero della Cultura, bando Legge 77 riservato ai Patrimoni Culturali Immateriali UNESCO, da Fondazione CRT e da Fondazione CRC.
Come di consueto, per celebrare il Natale e la fine dell’anno, sarà eseguito un “Te Deum”, quest’anno in “prima esecuzione moderna”, di Andrea Stefano Fioré (1686-1732), maestro di cappella di re Vittorio Amedeo II, opportunamente trascritto dall’originale conservato presso l’Archivio arcivescovile di Torino, nel fondo della Regia Cappella (segnatura G bis
26, n. 5).

Il programma comprende brani rappresentativi dell’attività portata avanti dall’Accademia nel quadro del riconoscimento UNESCO dell’arte musicale dei suonatori di corno da caccia (2020), mirato alla trasmissione del sapere e ai giovani talenti, attraverso specifici corsi di formazione annuale per
corno d’Orléans e barocco (M° Ermes Pecchinini), tenuti presso la sede operativa musicale alla Reggia di Venaria (Corte delle carrozze). Si tratta di un percorso che prevede la valorizzazione delle Residenze Reali Sabaude anche attraverso il patrimonio immateriale musicale UNESCO identitario dei luoghi, tuttora vivente.
Il concerto, infatti, è costruito in collaborazione con i partner della candidatura UNESCO dell’Accademia di Sant’Uberto: il Liceo Classico Musicale Cavour di Torino (Progetti Formazione Scuola Lavoro: Barocco e Audio Digital), la Reggia di Venaria e la Città di Venaria Reale, che ha
patrocinato l’evento. Nel corso del concerto, oltre alle parti “a doppio coro” del “Te Deum”. Il Coro del Liceo Classico Musicale Cavour eseguirà anche alcuni brani di repertorio.

Il Concerto di Natale dell’Orchestra Barocca dell’Accademia di Sant’Uberto propone un viaggio nella musica barocca europea, nella prima metà del Settecento, attraverso quattro autori che ne rappresentano la varietà stilistica.
Si apre con “l’Ouverture del Tolomeo di Handel”, ultima opera composta per la Royal Academy di Londra: una pagina sontuosa, costruita sul modello francese ma rivitalizzata da un’energia più incisiva e da un brillante gioco timbrico che appare quasi amplificare l’organico ordinario previsto.
Segue il “Concerto grosso n. 10” di Francesco Barsanti, lucchese trapiantato in Scozia, che sperimenta una scrittura flessibile alternando archi, fiati e timpani, fino a creare contrasti dinamici e momenti di intensa espressività, dal Largo all’Allegro finale, animato da richiami di fanfara.
La “Sinfonia in fa maggiore”, di Johann Gottlieb Graun, mostra l’eleganza della scuola prussiana, fondata su improvvisi contrasti e su una raffinata tavolozza orchestrale: dal vorticoso primo movimento all’Aria tenera centrale, al Presto, fino a giungere alla tumultuosa conclusione.
Chiude il concerto il grandioso “Te Deum” di Andrea Stefano Fioré, figura centrale della Torino barocca. La composizione presenta un organico imponente: prevede infatti l’impiego di un doppio coro e di una ricca orchestra formata da due trombe, due oboi, due flauti ed una compagine d’archi a cinque parti, con due violini, due viole e violoncello, e basso continuo. La partitura fonde colore del gusto francese e chiarezza melodica italiana, alternando sezioni solenni, episodi contemplativi e momenti celebrativi guidati dalle trombe, fino alla danza cadenzata e luminosa dell’”In Te, Domine, speravi”.

Il concerto intende rendere omaggio a Sergio Balestracci, scomparso poco prima dello scorso Natale, il 22 dicembre 2024. Studioso, flautista, direttore d’orchestra, ha dedicato la propria esistenza a una ricerca continua, tesa alla riscoperta, anzi: alla rinascita di un passato che, sotto le sue cure, appariva tornato miracolosamente in vita. Nel 1986 aveva trascritto e diretto l’altro Te Deum di Fioré ad oggi pervenuto, il G bis 25, N. 4.

Accademia di Sant’Uberto: piazza Principe Amedeo 7, Nichelino

www.accademiadisantuberto.org – info@accademiadisantuberto.it

Gian Giacomo Della Porta