ilTorinese

Arrestato l’autore del duplice tentato omicidio di Collegno

L’uomo aveva colpito madre e figlio con un coltello da cucina. Era fuggito all’estero.
È stato tratto in arresto la notte tra venerdì e sabato l’uomo, un italiano di 35 anni, che il 3 maggio scorso si era reso responsabile di un duplice tentato omicidio nei confronti di madre e figlio, colpiti all’interno della loro abitazione con più fendenti per poi far perdere le proprie tracce.
L’uomo, destinatario di una misura di custodia cautelare in carcere emessa dalla sezione dei Giudici per le Indagini Preliminari del Tribunale di Torino, era ricercato dagli investigatori subito dopo aver commesso il fatto, da quanto emerso riconducibile a questioni legate a un presunto credito che lo stesso aveva maturato a seguito di una compravendita di sostanza stupefacente.
Con l’intento di riscuotere un debito di 20.000 euro, la mattina di sabato 3 maggio il presunto autore – dopo essersi introdotto nell’appartamento di via Parri armato di coltello da cucina alla ricerca, in particolare, di uno dei due figli della donna cinquantottenne – colpiva con più fendenti prima la madre, per poi scagliarsi contro l’unico figlio presente in casa e intervenuto in sua difesa.
Il figlio della donna, ventottenne, era poi stato costretto ad abbandonare l’abitazione a causa dei diversi fendenti in corrispondenza del petto e del collo.
L’uomo invece, all’arrivo dei carabinieri, si era già dato alla fuga.
L’attività di indagine, svolta dalla Sezione Operativa della Compagnia di Rivoli e coordinata dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Torino, si è conclusa con la cattura dell’uomo in un appartamento del quartiere Barriera Milano di Torino dopo un periodo trascorso all’estero. Tornato probabilmente per la necessità di rivedere i propri affetti.
Il provvedimento a carico del soggetto citato è stato emesso

Lo studio di Legambiente: edilizia scolastica fragile

Edilizia scolastica fragile, sostenibilità a rilento, servizi carenti e forti disuguaglianze territoriali. A peggiorare il quadro, il calo dei fondi per la manutenzione straordinaria.

È quanto emerge dal nuovo report nazionale di Legambiente “Ecosistema Scuola”, giunto alla XXV edizione, che raccoglie i dati 2024 di 97 Comuni capoluogo (7.063 edifici tra infanzia, primarie e secondarie di primo grado) e offre anche una fotografia degli ultimi 25 anni.

I numeri del 2024

  • Solo il 47% degli edifici dispone del certificato di agibilità.

  • Appena il 45% ha il collaudo statico.

  • Meno del 15% in zona sismica è stato progettato o adeguato secondo normativa.

  • Ancora il 54,8% degli edifici non ha avuto la verifica di vulnerabilità sismica.

  • Solo il 31,2% ha beneficiato di indagini diagnostiche sui solai negli ultimi 5 anni, e appena il 10,9% ha ricevuto interventi di messa in sicurezza.

Gli investimenti non aiutano: la spesa media per manutenzione straordinaria nel 2024 è di 39.648 € per edificio, in calo rispetto agli ultimi cinque anni (43.563 €), con differenze enormi tra Nord (41.699 €) e Sud/Isole (5.564 € e 5.234 €). La manutenzione ordinaria si ferma a soli 8.338 € per edificio.

Servizi e sostenibilità

  • Solo il 16% degli edifici ha interventi di efficientamento energetico.

  • Il 66,6% è ancora nelle classi energetiche E, F o G.

  • Impianti da fonti rinnovabili presenti solo nel 21% delle scuole, con le Isole ferme al 10,8%.

  • Tempo pieno attivo nel 38% delle classi, ma scende al 16,8% nelle Isole.

  • Mensa in 73,7% degli edifici, ma appena 38,8% nelle Isole.

  • Palestre disponibili solo nel 50% delle scuole, meno della metà accessibili nel Mezzogiorno.

Il commento di Legambiente

La scuola ha bisogno di investimenti regolari e consistenti nella manutenzione straordinaria e ordinaria insieme a un Piano Nazionale per la messa in sicurezza e per garantire più servizi. Si replichino anche le buone pratiche già attive nel Paese e che hanno per protagoniste scuole attente alla sostenibilità”.

Uno sguardo agli ultimi 25 anni

Il report conferma una gestione irregolare: fondi frammentari, oscillazioni continue negli interventi di manutenzione, arretramento del servizio scuolabus (dal 38% degli anni 2000 al 20% nel 2024) e solo una lenta crescita delle rinnovabili, che al ritmo attuale copriranno il 100% delle scuole solo tra 70 anni. Sul fronte amianto, dopo il minimo storico (4% tra 2018 e 2020) la percentuale è risalita al 10% nel 2024.

Dalla fotografia di Ecosistema Scuola relativa agli ultimi 25 anni – spiega Elena Ferrario, presidente di Legambiente Scuola e Formazione – emerge, in sintesi, un sistema che fatica a consolidare i propri risultati. La manutenzione straordinaria c’è, ma non è sufficiente a contenere la crescita delle urgenze… Serve una risposta più stabile, una programmazione di lungo periodo e un impegno costante anche per la manutenzione ordinaria”.

Le 8 proposte di Legambiente al Governo

  1. Potenziare l’Anagrafe dell’edilizia scolastica.

  2. Piano strutturale e coordinato per la riqualificazione degli edifici.

  3. Definire e finanziare nuovi LEP (servizi essenziali: mense, palestre, trasporti, spazi verdi, digitalizzazione, sostenibilità).

  4. Valorizzare le scuole come presìdi civici e comunitari.

  5. Completare diagnosi e messa in sicurezza dei solai, adeguamento sismico e verifiche di vulnerabilità.

  6. Programma nazionale di riqualificazione energetica e comfort climatico.

  7. Affrontare il tema del dimensionamento scolastico legato al calo demografico.

  8. Sostenere piani di mobilità scolastica partecipata e co-progettata.

Laura Pompeo (PD): “A32 Torino–Bardonecchia, la Regione minimizza”

”I disagi restano. I cittadini meritano risposte, non rassicurazioni formali”

15 settembre 2025 – “La risposta dell’Assessore Gabusi alla mia interrogazione dell’agosto scorso sulla situazione dei cantieri sull’Autostrada A32 Torino–Bardonecchia è deludente e parziale. Si parla di lavori conclusi e di maestranze attive persino a ferragosto, ma chi percorre, quotidianamente, quell’arteria sa bene che i disagi non sono affatto risolti. Code, rallentamenti e cantieri mal segnalati continuano a compromettere la mobilità e la qualità della vita dei cittadini della Val di Susa” afferma la Consigliera regionale del Partito Democratico Laura Pompeo.

“L’Assessore si limita a riportare le informazioni fornite da SITAF e a parlare di un tavolo tecnico semestrale, ma non si chiarisce quali azioni concrete siano state intraprese per accelerare i lavori, migliorare la comunicazione agli utenti o mitigare l’impatto economico sui territori coinvolti. È una risposta generica e, come testimoniano le odierne informazioni sul traffico e sulla viabilità della A32, proseguono i lavori, come quelli allo svincolo di Oulx Ovest, con entrata chiusa, e persistono code e disagi” spiega la Consigliera regionale Pd.

“La A32 è un’infrastruttura strategica per il Piemonte dal momento che collega Torino con il Frejus e la Francia e, in questo periodo, risulta ancora più sotto pressione dal momento che dal 1° settembre scorso è stato chiuso, per manutenzione, il Traforo del Monte Bianco e verrà riaperto solo il prossimo 12 dicembre. Occorre, quindi, che questa autostrada venga resa percorribile con maggiore facilità e le manutenzioni e i lavori vengano effettuati con trasparenza e rispetto del cronoprogramma. Serve una regia politica che, responsabilmente, risponda alle esigenze dei cittadini e del territorio. Continuerò a monitorare la situazione. Il Piemonte non può restare bloccato. Il Partito Democratico continuerà a chiedere risposte vere e soluzioni concrete e definitive” conclude Laura Pompeo.

MAO, Dreaming Club – The Dream of Silence, un progetto dell’artista coreana Dabal Kim

Mercoledì 17 settembre 2025 ore 18:30

 

MAO Museo d’Arte Orientale

Via san Domenico 11, Torino

Il MAOin collaborazione con il Consolato Generale della Repubblica di Corea, presenta Dreaming Club – The Dream of Silence, un progetto sperimentale ideato dall’artista coreana Dabal Kim che fonde cinepoesia, performance dal vivo e suono d’avanguardia.

Ispirata alle tradizioni intangibili coreane, ai modelli identitari e al linguaggio della percezione invisibile, la serie visualizza il movimento interiore e il linguaggio sensoriale attraverso cinema, oggetti d’arte ispirati alla moda e performance fisiche.

Il progetto, a cura del Dreaming Club fondato dalla stessa Dabal Kim, è sviluppato attraverso un linguaggio artistico multistrato, in collaborazione con il direttore artistico DongHun Sung, la sound artist Jina Hwang e la danzatrice Sunyoung Heo.

Trascendendo i confini dell’avanguardia convenzionale, il Dreaming Club dà vita a un innovativo palcoscenico teatrale che fonde tradizione e modernità, trasformando il corpo stesso in un mezzo scultoreo che incarna un dialogo continuo tra passato e presente.

Performance Dreaming Club – The Dream of Silence

mercoledì 17 settembre ore 18:30

La performance unica di Dabal Kim trasformerà il giardino del museo in uno spazio di contemplazione e movimento.

Qui gli abiti cerimoniali dell’ultimo Impero coreano – l’hyeonui nero dell’imperatore e il wonsam femminile – saranno decostruiti e reinterpretati in chiave contemporanea. Attraverso costumi di scena che sfidano le convenzioni di genere, performer e danzatori si muoveranno come sculture viventi, creando un dialogo poetico tra passato e presente.

La performance sarà accompagnata da una composizione musicale originale che fonde il suono del geomungo – l’antica cetra coreana a sei corde – con paesaggi sonori elettronici contemporanei.

Ispirandosi al mito greco di Ermafrodito, l’opera propone un’idea di identità che trascende le norme binarie, invitando il pubblico a immaginare nuove forme di esistenza fondate sulla molteplicità, anziché sulla divisione.

Dal 10 al 20 settembre, nella sala polifunzionale del museo, sarà inoltre proiettato A Thousand Dreaming Plateaus, cinepoema senza dialoghi diretto da Dabal Kim che attraversa tre luoghi simbolici della Corea del Sud: dall’antico altare imperiale di Hwangudan a un’isola immaginaria dove acqua e terra si fondono. Privo di una narrazione lineare, il film si configura come uno scavo poetico del tempo, sulle tracce di riti dimenticati e paesaggi in continua trasformazione.

Attraverso performance scultoree e gesti rituali, l’opera esplora le intersezioni fluide tra memoria, corpo e territorio, trasportando lo spettatore in un regno ipnotico e sensoriale. Ispirato al concetto filosofico di Mille piani di Gilles Deleuze e Félix Guattari, A Thousand Dreaming Plateaus esplora un mondo stratificato e organico, in cui coesistono “piani” indipendenti ma interconnessi. Il titolo stesso evoca una molteplicità di significati stratificati: “mille” indica infinite variazioni, “sognare” è un viaggio tra memoria e realtà, mentre “altopiani” allude a paesaggi contemplativi in cui storia e natura si riscrivono costantemente.

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.

Dabal Kim | Artista multidisciplinare, Dabal Kim si è formata al Pratt Institute di New York. La sua pratica, che spazia dalla pittura al cinema sperimentale, dalla performance alla scultura, è stata presentata in oltre 21 mostre personali e 70 collettive internazionali. Le sue opere sono state selezionate da importanti festival e piattaforme mediatiche, tra cui il WideScreen Film & Music Video Festival di Toronto e il Seoul International Alternative Film Festival.

MAO Museo d’Arte Orientale

Via San Domenico, 11, Torino

ORARI

martedì – domenica: 10 – 18. Lunedì chiuso.

La biglietteria chiude un’ora prima. Ultimo ingresso ore 17.

Jihadista in carcere a Torino: “Pronto a morire per l’Islam”

Nell’ambito dell’attività di contrasto al fenomeno terroristico di matrice jihadista, la DIGOS di Torino e il Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria, avvalendosi del Nucleo regionale, con il coordinamento della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, hanno condotto in ambito carcerario un’articolata e complessa attività di indagine, diretta dalla Procura della Repubblica di Torino, all’esito della quale è stata applicata la misura cautelare della custodia in carcere ad un cittadino tunisino, di 40 anni , per partecipazione all’organizzazione terroristica jihadista.

L’operazione ‘Shaytan’ (شيطان) ha consentito di acquisire elementi sulla partecipazione all’organizzazione terroristica dell’indagato – che ha vissuto in Italia per oltre 10 anni con un nome fittizio – essendo emerso che ha conosciuto l’organizzazione Al Qaeda, idolatrando e seguendo gli insegnamenti di Osama Bin Laden, nonché partecipando in Tunisia all’organizzazione terroristica Ansar al-Sharia.

Durante il periodo di detenzione sono stati registrati diversi suoi racconti, intervallati dai canti di nasheedtipici della propaganda islamista, nonché da storie, anche di natura mistica e citazioni sul volere di Dio, per convincere gli stranieri, che di volta in volta hanno condiviso la camera detentiva, a scegliere la strada del Jihad, facendo anche leva sulla mancanza di rispetto della religione islamica da parte degli occidentali e sull’esaltazione degli attentati eseguiti dallo Stato Islamico sul territorio europeo.

È altresì emerso il suo presunto progetto di impugnare le armi per onorare l’Islam, ritenendo la Sharial’unica legge da applicare, mediante il martirio.

Circa l’appartenenza dell’uomo ad organizzazioni terroristiche jihadiste, è emerso dall’attività di indagine che sarebbe stato pronto a fare un attentato una volta uscito dal carcere, morendo in nome dell’Islam, alzando la bandiera dell’Islam.

Cia agricoltori, da Vercelli il messaggio forte del riso

«Il riso non è solo una coltura, ma un presidio economico, culturale e ambientale del nostro Paese, che oggi rischia di essere sacrificato sull’altare di scelte politiche miopi e accordi internazionali squilibrati. Serve un cambio di passo, ora»: con queste parole Cristiano Fini, presidente nazionale di Cia Agricoltori italiani, ha concluso i lavori del convegno “La filiera del riso tra cambiamento climatico e commerciale”, tenutosi sabato 13 settembre, nella suggestiva Cripta della Basilica di Sant’Andrea a Vercelli.

Un’occasione di confronto ad altissimo livello, che ha riunito i protagonisti dell’intera filiera risicola – dalla produzione alla distribuzione, passando per le istituzioni nazionali e locali – in un momento cruciale per il comparto. L’Italia, leader europea con oltre 226 mila ettari coltivati e una produzione di 1,4 milioni di tonnellate (90% tra Piemonte e Lombardia), si trova oggi ad affrontare una tempesta perfetta: aumento dei costi di produzione, calo dei prezzi, importazioni incontrollate (+17% da Paesi terzi), crollo dell’export e norme UE ambientali ritenute eccessivamente penalizzanti.

Nel suo intervento conclusivo, Fini ha delineato una roadmap in quattro punti per salvare il settore: aggiornamento dei dazi, fermi dal 2004; introduzione di una clausola di salvaguardia automatica e snellaper fermare le importazioni incontrollate; applicazione effettiva del principio di reciprocità negli scambi internazionali; una PAC riformata, più vicina alle imprese, che investa in innovazione e nuove tecnologie (incluse le TEA).

«La clausola di salvaguardia attuale è lenta e inefficace. Serve un meccanismo rapido e automatico per un prodotto sensibile come il riso. E i nostri agricoltori non possono più subire una concorrenza sleale da chi produce con regole diverse e spesso inaccettabili – ha ribadito Fini –. Non chiediamo protezionismo, ma equità e buon senso». E ha lanciato un appello: «Dall’Italia deve partire una strategia europea condivisa per il riso. Non possiamo più aspettare».

A dare il benvenuto è stato Gabriele Carenini, presidente di Cia Piemonte e Valle d’Aosta, che ha sottolineato la centralità del territorio nel panorama europeo. «Oggi, da Vercelli, capitale europea del riso, parte un confronto concreto, con relatori che rappresentano tutta la filiera, dalla produzione alla grande distribuzione. Un’occasione per leggere con chiarezza l’andamento dei mercati, l’evoluzione dei consumi e il pericolo delle importazioni senza regole», ha detto Carenini, evidenziando l’urgenza di scelte politiche in grado di tutelare la qualità e il reddito degli agricoltori.

Decisamente pragmatico l’intervento dell’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Paolo Bongioanni, che ha puntato tutto su innovazione e ricerca: «Senza questi due pilastri, le nostre aziende non riusciranno a vulnerare i mercati e affrontare i cambiamenti climatici e le fitopatie. Lo abbiamo già visto con la Tonda Gentile, che ha subito un tracollo perché non abbiamo saputo rinnovare e prevenire».

Importanti gli annunci dell’assessore: dalla firma del primo protocollo di ricerca congiunto con la Lombardia sul riso, che avverrà nei prossimi giorni a Cheese, alla presentazione – entro novembre – della riforma del sistema di gestione irrigua, ferma da decenni. Inoltre, Bongioanni ha annunciato l’apertura, nel 2026, di una nuova sede della fondazione Agrion a Vercelli, dedicata proprio alla ricerca sul riso.

Sulla questione dei pagamenti agricoli, l’assessore ha promesso una svolta: «Abbiamo dato mandato ad Arpea di collaborare con Agea per velocizzare le erogazioni, troppo lente in passato».

Tra i saluti istituzionali, anche il sindaco di Vercelli Roberto Scheda e il presidente della Provincia Davide Gilardino.

Nella relazione introduttiva, Roberto Magnaghi, direttore generale dell’Ente nazionale Risi, ha tracciato un quadro dettagliato: «Dal 2010 ad oggi, l’Ue ha perso 80.000 ettari coltivati e 350.000 tonnellate di produzione, mentre i consumi sono saliti di 400.000 tonnellate e l’import di 750.000 tonnellate. I dati ci dicono che il mercato c’è, ma manca una politica commerciale che tuteli davvero la produzione europea».

Magnaghi ha anche evidenziato le gravi distorsioni del mercato: «Il riso importato dal Myanmar, ad esempio, arriva oggi a 346 €/t CIF Nord Europa, con un crollo di oltre 340 euro rispetto al 2024. Ma da quei Paesi importiamo prodotti ottenuti con fitofarmaci vietati in Ue e con pratiche non sostenibili. Non chiediamo barriere, ma condizioni di concorrenza eque».

Infine, ha ricordato come nel 2025 si attenda una produzione nazionale record da 1,5 milioni di tonnellate, a fronte però di stock crescenti (+64.000 t nell’industria, +62.000 t nei campi), a dimostrazione della difficoltà nel collocamento.

La tavola rotonda ha visto una partecipazione di altissimo livello, con la presenza del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e del sottosegretario all’Agricoltura, Patrizio Giacomo La Pietra, oltre ai rappresentanti dell’intera filiera: Natalia Bobba (Ente Risi), Mario Francese(Associazione Industrie Risiere Italiane), Alessandro Neri (Coop Italia) e Giovanni Daghetta (responsabile nazionale Settore riso di Cia).

Nel corso del dibattito, moderato dal giornalista Osvaldo Bellino, sono stati toccati tutti i temi chiave del comparto: il ministro Pichetto Fratin ha affrontato i temi del deflusso ecologico e della normativa sul fotovoltaico in agricoltura, su cui il suo Ministero è pronto a confrontarsi per evitare danni alla produzione; il sottosegretario La Pietra ha raccolto le richieste emerse dal documento unitario della filiera, sottolineando la necessità di una nuova politica commerciale europea basata su dazi equi e sul rispetto delle normative sanitarie e ambientali; il rappresentante dell’industria, Francese, ha evidenziato il rischio di un nuovo calo dei prezzi a causa delle alte rimanenze e si è interrogato sulla necessità di una maggiore organizzazione dell’offerta produttiva; Neri, in rappresentanza della grande distribuzione, ha posto l’accento sull’attenzione crescente del consumatore per l’ambiente, ma anche sulla necessità di comunicare meglio il valore del riso italiano; la presidente di Ente Risi, Bobba, ha descritto lo stato di salute della filiera e le iniziative dell’Ente Risi per affrontare il climate change e i nuovi consumi; Daghetta ha infine ribadito le priorità della produzione agricola, ponendo interrogativi sulla tenuta dell’attuale struttura di mercato del riso in un contesto profondamente cambiato.

Il convegno si è chiuso con un segnale forte e condiviso: la necessità di un patto tra politica, istituzioni e filieraper salvaguardare la risicoltura italiana ed europea. Un settore che, come ha ricordato il presidente Fini, “non chiede protezioni, ma regole giuste, investimenti in ricerca e rispetto per chi produce qualità nel rispetto dell’ambiente”.

 

A Torino la giornata Europea della cultura ebraica

La giornata Europea della cultura ebraica – svoltasi domenica 14 settembre – ha rivestito quest’anno una particolare importanza e significato, in ragione della cupa e tragica situazione politica internazionale, a partire dalla questione Israelo – Palestinese.

La celebrazione è stata condotta con grande serietà, equilibrio e garbo dalla Vice Presidente della Comunità ebraica dott.ssa Anna Segre

Nelle parole della rappresentante della Comunità sono emerse chiaramente la preoccupazione e il timore per l’ esponenziale aumento dell’odio nella nostra società. Per contrastarlo ha auspicato il maggior impegno comune possibile e, in questo senso, ha più volte sottolineato l’importanza vitale di iniziative di dialogo e fraternità come la nascita “Tavolo della Speranza”.

Su questa iniziativa e su i suoi sviluppi nazionali si sono soffermati il rappresentante della Coreis Idris Bergia, il Presidente del Comitato Interfedi Valentino Castellani e il Vice Presidente del Comitato per i diritti umani Giampiero Leo, intervenuto in rappresentanza del Presidente dello stesso, Davide Nicco e della Presidente della Fondazione CRT prof.ssa Anna Poggi. Leo nel suo intervento ha ripreso il concetto – espresso anche dall’assessore comunale Rosanna Purchia e dalla consigliera regionale Monica Canalis – della assoluta necessità di un grande lavoro a livello culturale e di formazione, per educare al rispetto dell’altro, alla coesistenza, alla collaborazione e alla costruzione di un più grande Bene Comune.

Giampiero Leo

Concetti questi espressi con grande forza sia dal documento unitario delle confessioni religiose a livello piemontese, che dall’appello rivolto a tutto il Paese dai vertici nazionali della chiesa cattolica, delle comunità ebraiche e dei più importanti e significativi filoni religiosi del mondo islamico. Specificamente in questo appello viene rivolto un auspicio e un messaggio che recita testualmente: “auspichiamo che le nostre comunità religiose possano promuovere, in questo senso, attività locali e nazionali, culturali e formative, con l’attivo coinvolgimento delle istituzioni nazionali e delle amministrazioni locali”.

Rispetto a questa specifica e concreta richiesta, il Consigliere Leo ha potuto concludere il suo intervento con una notizia positiva e di speranza. Ovvero, che tanto il Comitato per i diritti umani e civili della Regione Piemonte, quanto la Fondazione CRT – grazie ad una speciale sensibilità della presidente prof.ssa Poggi e della segretaria generale avv. Polliotto – hanno già approvato e autorizzato una serie di iniziative ad Hoc, che prederanno il via ai primi di ottobre del corrente anno, per proseguire poi per tutto il 2026.

Doppio MITO al Grattacielo Intesa Sanpaolo e al Le Roi Music Hall

Lunedì 15 settembre MITO SettembreMusica offre due appuntamenti: il primo alle 18 presso l’Auditorium del Grattacielo Intesa Sanpaolo, all’interno del percorso “Mitja”, e il secondo alle ore 22 a Le Roi Music Hall, all’interno del percorso “Ascoltare con gli occhi”. Nel primo dei due concerti, che ha già fatto registrare il tutto esaurito, l’Elliot Quartet eseguirà di Dmitrij Šostakovič il Quartetto n.6 in sol maggiore op.101, il Quartetto n.11 in fa minore op.122 e il Quartetto n.8 in do minore op.110. L’Elliot Quartet è formato da Maryana Osipova e Alexander Sachs al violino, Dmitry Haline alla viola e Michael Preuɓ al violoncello, in collaborazione con Intesa Sanpaolo. Fondato a Francoforte sul Meno nel 2014, nel corso dei suoi dieci anni di attività l’Elliot Quartet si è affermato come uno degli ensemble di punta nella scena dei quartetti d’archi. Dopo aver ottenuto riconoscimenti in concorsi internazionali, come il secondo premio al concorso Mozart di Salisburgo e il secondo premio al concorso di musica da camera di Melbourne, tre premi speciali al concorso di musica tedesca e un premio speciale per la migliore interpretazione di un’opera di Szymanowski al concorso omonimo, è stato invitato a esibirsi in molte sale da concerto in Europa, come il Mozarteum di Salisburgo, il Gewandhaus di Lipsia, l’Alte oper di Francoforte e la Filarmonica di Berlino.

Alle ore 22, Le Roi Music Hall ospiterà il concerto per pianoforte di Francesco Tristano all’interno del percorso “Ascoltare con gli occhi”. Eseguirà di Matteo Franceschini “Gravity”; di Domenico Scarlatti la Sonata in re minore K 32”, la Sonata in sol minore K 450 e la Sonata in re minore K 141; di Luciano Berio verrà eseguito Rounds, e dello stesso compositore Francesco Tristano dall’album Tokyo Stories i brani Hotel Meguro, Città al neon, Chi non ha l’auto, Il terzo ponte a Nakameguro, Insonnia, Nagizaka. A suo agio tanto nelle sale da concerto quanto nei club, il pianista e compositore lussemburghese Francesco Tristano è un virtuoso anche nell’andare contro ogni convenzione. Il programma Piano 2.0 riflette la sua personalità d’artista, capace di spaziare dalla musica barocca alla techno, rompendo ogni vincolo e barriere stilistiche in nome della musica. Tristano, classe 1981, è un pianista e compositore che fa parte di una generazione che collega senza sforzi i mondi della musica classica e della tecnologia moderna. Conosciuto per il suo suono caratteristico, radicato nel pianoforte classico con l’elettronica, il suo lavoro affascina gli ascoltatori di tutto il mondo. Le sue performance espressive e le sue composizioni innovative si ritagliano un’identità distinta nella musica contemporanea, dove precisione e creatività si incontrano. Il suo stile è caratterizzato da un paesaggio sonoro ricco e dinamico che fonde l’intimità tattile del pianoforte con le  aste potenzialità dell’elettronica, creando esibizioni emozionanti contemporaneamente. L’impegno di Tristano nella musica barocca e contemporanea lo pone in prima linea nel panorama della musica classica. Le sue origini italiane sono centrali nella sua identità artistica e nell’approccio alla musica, riflettendoci in un programma tutto italiano, dove dialogano i temi della tradizione, dell’innovazione e della profondità emotiva. Questa è la sua prima apparizione a MITO SettembreMusica.

MARA MARTELLOTTA