redazione il torinese

L’argilla terapia ricreativa per i bimbi in ospedale

La Fondazione Lene Thun ONLUS inaugura due laboratori di ceramico-terapia attivi presso i reparti di Oncoematologia pediatrica e di Malattie metaboliche dell’ospedale Regina Margherita di Torino e presenta l’opera “L’Amico Gigante” creata dai giovani pazienti

Modellare un semplice pezzo di argilla può migliorare la qualità della vita di un bimbo ricoverato in ospedale, regalandogli un sorriso e momenti di spensieratezza durante la degenza? A volte basta poco per donare gioia. E questo è l’obiettivo della Fondazione Lene Thun, Onlus altoatesina che il giorno 17 novembre inaugurerà due laboratori permanenti di modellazione ceramica all’interno dell’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino. Alle 14.30 il taglio del nastro, presso i reparti di Oncoematologia pediatrica e di Malattie metaboliche, con la partecipazione di Ilona Thun, madrina della Onlus fondata dal padre Peter. In rappresentanza della struttura ospedaliera, saranno presenti alla cerimonia inaugurale Vinicio Santucci, Direttore Sanitario di Presidio, insieme a Franca Fagioli ed a Marco Spada, Direttori dei reparti coinvolti.

I laboratori di ceramico-terapia all’ospedale Regina Margherita si svolgeranno in modo permanente e gratuito ogni venerdì pomeriggio ed offriranno la possibilità ai piccoli ospiti dei reparti di Oncoematologia pediatrica e di Malattie metaboliche di partecipare a tre ore di modellazione ceramica, guidati da uno staff di volontari e ceramisti. Durante l’attività ricreativa i bambini avranno modo di scoprire la gioia della modellazione, creando piccoli lavori per se stessi ed opere più grandi, collettive, che poi potranno essere esposte negli spazi comuni dell’ospedale per regalare allegria e calore. Negli primi mesi di avvio del laboratorio, i piccoli pazienti hanno già lavorato ad una spettacolare e coloratissima opera dal titolo “L’Amico Gigante”, che verrà svelata durante la cerimonia. Settimana dopo settimana, bambini e ragazzi hanno modellato con l’argilla colorati tasselli per regalare al loro “amico”, alto quasi 3 metri, uno speciale “vestito di ceramica”. Ha preso così vita un gigante buono, che con il suo simpatico sorriso e la sua veste variopinta, dall’atrio d’ingresso dell’ospedale, regalerà a tutti i visitatori un tocco di gioia. La Fondazione Lene Thun Onlus, che da tempo svolge attività presso l’ospedale di Torino, lo scorso anno ha coinvolto bambini e ragazzi ospitati presso la struttura nel progetto “L’Albero dei Desideri”. Cosi con le mani e con il cuore sono nate meravigliose decorazioni per il grande Albero di Natale di piazza San Pietro e l’incontro con un uomo straordinario, Papa Francesco.

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La Fondazione Lene Thun, creata da Peter Thun per ricordare la gioia ed i benefici provati da sua madre, la Contessa Lene, mentre plasmava l’argilla dando forma alle celebri figure THUN, promuove dal 2006 laboratori di terapia ricreativa attraverso la modellazione ceramica in contesti di malattia e di disagio, prevalentemente sul territorio italiano. La manipolazione dell’argilla e l’attività di modellazione agiscono su due piani: regalano un’immediata sensazione di benessere, di piacevolezza e divertimento, e permettono, attraverso la creazione di forme tridimensionali, di dare voce alla propria sfera emotiva, attenuando le paure e la sofferenza interiore. Si creano così i presupposti per ricevere aiuto e sviluppare l’autostima e la socializzazione. Nel 2014 nasce il progetto “Fondazione Contessa Lene Thun negli Ospedali”, che prevede la realizzazione di Laboratori permanenti di modellazione della ceramica all’interno dei reparti pediatrici di grandi ospedali italiani. Attualmente sono già in attività altri 24 laboratori presso: il Policlinico Gemelli e l’ospedale Bambin Gesù di Roma, il Policlinico di Catania, l’ospedale San Gerardo di Monza, l’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, l’ospedale di Merano, l’ospedale Annunziata di Cosenza, il Day Hospital della Clinica di Oncoematologia Pediatrica di Padova e l’ospedale Pediatrico Microcitemico di Cagliari, l’ospedale di Pescara e quello di Bolzano, l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, l’ospedale Regina Margherita di Torino ed il Santobono Pausilipon di Napoli. L’attività si concentra soprattutto sui reparti di Oncoematologia pediatrica, che comportano una lunga e pesante ospedalizzazione, ma anche in alcuni reparti di Neuropsichiatria infantile. I laboratori, che si svolgono una volta alla settimana, vengono coordinati dallo staff di volontari e da ceramisti della Fondazione e sono offerti gratuitamente alle Strutture ed ai pazienti.

Messer Tulipano arriva a Torino

Messer Tulipano, la manifestazione che ogni primavera illumina il parco del castello di Pralormo con oltre 90.000 tulipani, ha omaggiato 3.600 bulbi alla Cascina quadrilatero – L’orto urbano di Piazza Emanuele Filiberto che da anni si occupa di questi spazi verdi. ​Nei giorni scorsi le aiuole, curate da anni con passione dal signor Giuseppe che ne ha fatto un vero e proprio orto urbano, sono state lavorate ed arricchite di sabbia e di torba per offrire ai tulipani il terreno più adatto. Oggi due giardinieri del castello di Pralormo si sono messi all’opera, mettendo a dimora i tulipani, scelti tra alcune delle varietà più colorate e robuste: White Emperor, bianco dal cuore avorio;Viridiflora Spring green che arricchisce il bianco con eleganti striature verdi; il rosso Parade ed il giallo intenso del Golden Parade, infine il rosa intenso del tulipano Circuit e le sfumature delicate del Pink Impression. I tulipani non temono l’inverno, anzi riposano ancor meglio sotto una soffice coltre di neve: ora dunque non resta che aspettare la primavera per godere della loro magnifica fioritura!

Dalla Regione la nuova legge sull’emergenza casa

La Seconda Commissione, presieduta da Nadia Conticelli, ha approvato all’unanimità in sede legislativa, un disegno di legge molto atteso dai Comuni che devono fornire risposte concrete alle situazioni di emergenza abitativa.

La legge interviene sulle assegnazioni, da parte dei Comuni, delle case popolari “extra-bando”, ossia a quelle famiglie che si trovano in particolari situazioni di disagio, già prorogate nel 2015 e ora scadute. Sono circa cento in Piemonte (70 a Torino) le famiglie che tuttora non sono in grado di sostenere un affitto sul libero mercato. Il provvedimento mira a una soluzione definitiva del problema, prevedendo una proroga in attesa della modifica del regolamento che includerà questi casi tra quelli considerati di emergenza abitativa che possono dare orgine ad un’assegnazione definitiva, sempre che il Comune non trovi una sistemazione abitativa diversa.

L’assessore alle Politiche sociali Augusto Ferrari ha parlato di “un provvedimento di assoluta necessità sia per le famiglie sia per i Comuni in cui sono in scadenza le assegnazioni provvisorie. Si tratta di una norma che conduce ad una soluzione strutturale del problema infatti la proroga è finalizzata soltanto alla modifica del regolamento che introdurrà entro poche settimane una nuova fattispecie. Verranno così regolarizzate le posizioni degli occupanti rimasti senza titolo”.

Nella discussione sono intervenuti i relatori della legge Silvana Accossato (Pd) per la maggioranza, Davide Bono(M5s) e Gianluca Vignale (Mns) per l’opposizione.

Al termine la presidente Conticelli ha espresso la propria soddisfazione “per un buon lavoro che abbiamo svolto tutti insieme. Abbiamo affrontato due temi importanti: le assegnazioni provvisorie che escono dalle sequenza delle proroghe e il problema delle cento famiglie di assegnatari che, pur avendo sempre pagato l’affitto e senza aver mai causato danni all’Atc, sono rimaste senza titolo per la scadenza dell’assegnazione provvisoria. Questa legge – conclude Conticelli – porterà in primavera all’obiettivo finale della revisione dei criteri di assegnazione delle case popolari”.    

FC – www.cr.piemonte.it

Oggi al cinema

LE TRAME DEI FILM NELLE SALE DI TORINO

A cura di Elio Rabbione

 

Addio fottuti musi verdi – Commedia. Regia di Francesco Ebbasta, con Simone Ruzzo, Fabio Balsamo, Beatrice Arnera, Roberto Zibetti e Ciro Priello. Il gruppo di videomaker The Jackal arriva al cinema con il tema della disoccupazione: scomodando persino gli alieni. Napoletano in cerca di lavoro, Ciro, di professione grafico, quel lavoro proprio non lo trova. I culliculum li ha mandati in ogni parte ma niente. Perché, ultima spiaggia, non mandarne pure uno nello spazio? Là troverà una società aliena che ha i propri pilastri nella professionalità, nella estrema competenza e nella meritocrazia, cose che in terra manco sanno che sono. Durata 93 minuti. (Reposi, The Space, Uci)

 

Auguri per la tua morte – Horror. Regia di Christopher Landon, con Israel Broussard, Ruby Modine e Jessica Roth. Tree, giovane studentessa, si sveglia dopo una notte di bevute nella camera dell’altrettanto giovane Carter. La sera è vittima di un assassino: per risvegliarsi il giorno successivo nelle medesime modalità e per vedere continuamente ripetute vita e morte. Dovrà scoprire il proprio assassino se vorrà interrompere gli eventi. Durata 96 minuti. (Massaua, Ideal, The Space, Uci)

 

Borg McEnroe – Drammatico/biografico. Regia di Janus Metz Pedersen, con Shia LaBeouf, Sverrir Gudnason e Stellan Skarsgård. Due campioni, due storie e due personalità diversissime, gli stili che catturano opposte folle di fan, i movimenti freddi e calibrati dell’uno contro quelli nervosi e impetuosi dell’altro, la calma contro il nervosismo, la loro rivalità che li vide a confronto per 14 volte tra il ’78 e il 1981, fino alla finale di Wimbledon, che qualcuno ancora oggi considera una delle più belle partite della storia del tennis. Fino alla loro amicizia, fuori dai campi. Durata 100 minuti. (Centrale V.O., Massaua, Due Giardini sala Ombrerosse, F.lli Marx sala Chico, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

La casa di famiglia – Commedia. Regia di Augusto Fornari, con Lino Guanciale, Stefano Fresi, Libero De Renzo, Matilde Gioli e Luigi Diberti. Alex è rimasto al verde: non gli rimane che chiedere un prestito alla sorella e ai gemelli amici. Per aiutarlo, di comune accordo decidono di vendere la casa del padre Sergio, che da anni è in coma irreversibile. Ma un bel giorno il padre da quel coma esce: con quali risultati? Durata 95 minuti. (Reposi, The Space, Uci)

 

Dove non ho mai abitato – Commedia. Regia di Paolo Franchi, con Fabrizio Gifuni, Emmanuelle Devos e Giulio Brogi. Dall’autore di “Nessuna qualità agli eroi” con Elio Germano. Dove un anziano architetto riesce a riunire, in occasione della costruzione di una villa, la figlia che vive a Parigi dopo aver sposato un ricco finanziere e l’allievo in cui ha sempre maggiormente creduto, ambizioso. Un nuovo rapporto, nuovi sentimenti. Girato a Torino. Durata 93 minuti. (Massimo sala 2)

 

Gifted – Il dono del talento – Regia di Marc Webb, con Chris Evans, Mckenna Grace e Octavia Spencer. Al centro Mary, una ragazzina di sette anni, che come la madre ha una passione incondizionata per la matematica; accanto a lei lo zio Franck che vorrebbe offrire alla nipotina una vita normale e la nonna materna per cui quella passione va di giorno in giorno accresciuta. Durata 101 minuti. (Greenwich sala 1)

 

Good Time – Azione. Regia di Benny e Joshua Safdie, con Robert Pattinson, Jennifer Jason Leigh e Benny Safdie. Connie e Nick, due fratelli, una rapina in banca per sottrarre alla cassa 65mila dollari. L’uno è l’asse portante della coppia, il motore che fa girare la vita dell’altro e le differenti storie tutte intorno, Nick è il ragazzo più debole, che si fida ciecamente del fratello, quello fuori di testa che va sorretto ad ogni istante. La rapina non è proprio un successo e Nick ci casca, carcere e ospedale, anche con il tentativo di Connie di rapirlo e strapparlo alla struttura, con il risultato di portarsi l’uomo sbagliato. Intorno la notte, la New York dei Queens, gli altri sbandati incontrati per strade: con la critica unanime a ripetere che Pattinson, nella gran voglia di scuotersi di dosso il personaggio di “Twilight”, sta sulla scena con la verità di un consumatissimo e maturo attore. Durata 100 minuti. (Classico anche in V.O.)

 

Justice Time – Fantasy. Regia di Joss Whedon e Zack Snyder, con Ben Affleck, Amy Adams, Henry Cavill e Jeremy Irons. A Gotham City, Batman nutre la speranza di riunire un valoroso gruppo di eroi per fronteggiare l’ultima terribile pericolo. Chiaro che per la salute del film tutti aderiscano, da Wonder Woman a Flash più veloce della luce, da Aquaman ipertecnologici signore degli oceani a Cyborg. Manca soltanto Superman ma prima o poi anche lui sarà della partita. Durata 121 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci anche in V.O. e in 3D)

 

IT – Horror. Regia di Andrés Muschietti, con Bill Skarsgård, Sophia Lillis, Jeremy Ray Taylor e Jaeden Lieberher. Tratto dal romanzo del “maestro” Stephen King, perla rara nel genere ai recenti botteghini Usa. Durante un temporale, il giovanissimo George guarda la sua barchetta di carta scendere giù per i rivoli d’acqua e scomparire nella fogna di Derry, piccola città del Maine che sembra il ricettacolo di ogni male. Là è nascosto IT, che si nasconde sotto gli abiti e il viso colorati di Pennywise, vero orco per le giovani vittima che scoverà in città. Sette ragazzini pieni di paure, molestati, dalla debole salute, grassi e spaventati, con grosse lenti poggiate sul naso, neri ed ebrei. Tutti pronti a unirsi pur di distruggere il Male. Salvo rimandare la conclusione delle gesta ad un prossimo capitolo, buttato al di là di una trentina d’anni, in un’età più che matura. Durata 135 minuti. (Uci)

 

Mistero a Crooked House – Drammatico. Regia di Gilles Paquet-Brenner, con Glenn Close, Christina Hendricks, Max Irons, Julian Sands e Gillian Anderson. Basato sul romanzo di Agata Christie pubblicato in Italia con il titolo “È un problema”, il film è un giallo corale, quelli che tanto piacevano all’autrice: un confronto incrociato tra i componenti di una ricca famiglia inglese. Per ottenere finalmente la mano della ricca Sophia, il giovane investigatore privato Charles Hayword deve risolvere il mistero che avvolge la morte del nonno della ragazza. Mentre tutti puntano il dito contro la giovane seconda morte dello scomparso, spetterà a Charles scoprire nuovi moventi e indizi e la verità. Per chi già non conosce il romanzo di partenza, una inaspettata risoluzione finale, magari anche troppo fuori da quella umanità corrotta su cui la Christie ha per anni indagato. Un buon prodotto, con le carte in regola, di sceneggiatura e interpretative soprattutto, con il piacere da parte dello spettatore di inseguire sviluppi e finali. Durata 105 minuti. (Eliseo Blu, Nazionale sala 1)

 

Mr. Ove – Commedia. Regia di Hannes Holm, con Rolf Lassgård, Ida Engvoll e Bahar Pars. Il signor Ove è un pensionato isolato e sempre di malumore, che trascorre le proprie giornate a far rispettare le regole dell’associazione dei condomini – che un giorno presiedeva – e andando a far visita alla tomba della moglie, un uomo che pare aver rinunciato del tutto alla vita. Finché un giorno ecco comparire i nuovi vicini di casa: con essi il signor Ove pare stringere una nuova amicizia. Durata 116 minuti. (Massimo sala 2)

 

Ogni tuo respiro – Drammatico. Regia di Andy Serkis, con Andrew Garfield e Claire Foy. È la storia vera dei genitori del film, Jonathan Cavendish. L’avventuroso e carismatico Robin Cavendish ha tutta una vita di successi quando si ritrova paralizzato a causa della poliomielite che contrae nel continente africano. Contro il parere di tutti, sua moglie lo fa dimettere dall’ospedale e lo porta a casa, dedicandosi completamente a lui e usando intelligentemente tutta la determinazione di cui è capace. Non vogliono diventare prigionieri della malattia di lui, appassionano e incantano gli altri con il loro umorismo, il coraggio, l’intera sete di vita. Durata 117 minuti. (Eliseo Grande, F.lli Marx sala Groucho, Romano sala 2, The Space, Uci)

 

Paddington 2 – Commedia. Regia di Paul King, con Brendan Gleeson, Hugh Grant, Sally Hawkins e Ben Whishaw. L’orsetto inventato dalla fantasia dello scrittore inglese Michael Bond è in cerca di un regalo per la centenaria zia Lucy. Scova nel negozio di antiquariato del signor Gruber un antico libro, prezioso, che verrà rubato e del cui furto verrà sospettato un fascinoso attore. Durata 95 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

La ragazza nella nebbia – Thriller. Regia di Donato Carrisi, con Toni Servillo, Alessio Boni, Galatea Renzi, Michela Cescon e Jean Reno. Lo scrittore Carrisi passa dietro la macchina da presa, adattando per lo schermo un suo romanzo di successo. Narrando del detective Vogel inviato in un piccolo paese di montagna, vittima sotto choc di un incidente, incolume ma con gli abiti sporchi di sangue, un mite e paziente psichiatra che tenta di fargli raccontare quanto è accaduto. Vogel è lì per occuparsi della sparizione di una ragazzina di soli sedici anni, avvenuta alcuni mesi prima: un groviglio di segreti che arriva dal passato, un piccolo paese dove nulla è ciò che sembra e nessuno dice tutta la verità. Impianto ferreo ma pure con qualche scricchiolio nella parter finale; soprattutto un gioco di scatole cinesi che suona come uno snocciolarsi di colpi di scena ma che è anche un aggrovigliarsi che sbanda e fuoriesce dal campo della chiarezza. Servillo è ormai Servillo, quasi monumento a se stesso, Boni produce qualche bella emozione in più, la Cescon piuttosto inverosimile, gli altri a far parte di un piccolo presepe di montagna ormai cristallizzato. Comunque se dovessimo buttar giù una classifica con “L’uomo di neve” l’Italia batterebbe la fredda Norvegia per molti punti a zero: da noi c’è parecchia più vita, pur tra rapimenti e morti. Durata 127 minuti. (Ambrosio sala 3, Eliseo Rosso, Reposi, Uci)

 

Saw: Legacy – Horror. Regia di Michael e Peter Spierig, con Tobin Bell e Laura Vandervoort. Se il seriakiller di un tempo è morto, eccone un altro fresco fresco con la stessa volontà, a voler far fuori quanti si sono prodotti in crimini e colpe per i quali dovranno pagare. E se fosse Kramer tornato a continuare la proprie personali vendette? E se al contrario qualcuno ne volesse emulare le gesta (e gli effettacci)? Durata 91 minuti. (The Space, Uci)

 

La signora dello zoo di Varsavia – Drammatico. Regia di Niki Caro, con Jessica Chastain e Daniel Bruhl. Storia vera, ispirata a Antonina Zabinski che con il marito dirige la struttura dello zoo della capitale polacca, bombardata e occupata dalle forze naziste. Con l’inizio delle deportazioni verso i campi di concentramento, nel 1942, la coppia inizia a nascondere intere famiglie all’interno del luogo. Sarà l’inizio della salvezza. Durata 127 minuti. (Lux sala 2, The Space. Uci)

 

Terapia di coppia per amanti – Commedia. Regia di Alessio Maria Federici, con Ambra Angiolini, Pietro Sermonti e Sergio Rubini. Tratto da un romanzo di Diego De Silva, narra di Viviana e Modesto, un tempo vivaci amanti ormai in definitivo tempo di crisi. Un aiutino per salvare la loro situazione, se possibile, e con essa quella delle rispettive famiglie: ed ecco allora che non si può far altro che rivolgersi ad un terapeuta che ha la faccia di Rubini. Pure lui non privo di qualche piccolo problema da risolvere in campo sentimentale. Durata 97 minuti. (Reposi)

 

The Place – Drammatico. Regia di Paolo Genovese, con Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Sabrina Ferilli, Giulia Lazzarini, Silvio Muccini, Vittoria Puccini, Vinicio Marchioni, Alessandro Borghi. Un film corale, un’ambientazione unica, una bella carrellata di attori italiani per altrettanti personaggi che Paolo Genovese – l’autore di quel piccolo capolavoro che è “Perfetti sconosciuti” – ha basato su una serie americana, ripensata e adattata, “The Booth at the Edge”, creta dall’autore e produttore Christopher Kubasik nel 2010. Un uomo misterioso, giorno e notte ospite abituale di un bar, con il suo tavolo sul fondo del locale, e personaggi e storie che a lui convogliano, di uomini e donne, lui pronto a esaudire desideri e a risolvere problemi in cambio di alcuni “compiti” da svolgere. Tutti saranno pronti ad accettare quelle richieste? Durata 105 minuti. (Ambrosio sala 2, Massaua, F.lli Marx sala Harpo, Greenwich sala 2, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

The Big Sick – Commedia drammatica. Regia di Michael Showalter, con Zoe Kazan, Kumail Nanjiani e Holly Hunter. È l’autobiografia del protagonista maschile del film, un giovane comico che di giorno a Chicago guida il suo taxi per conto di Uber e che la sera si fa conoscere nei piccoli club della città. La famiglia crede molto in lui, ritenendolo uno studente di successo e un ragazzo destinato al miglior partito pakistano che si possa immaginare. Sino al precipitare delle cose, l’amore che unisce Kumail e Emily, bianca e ancor più sposata, la malattia di lei, le due diverse famiglie che si ritrovano allo stesso capezzale. Durata 120 minuti. (Ambrosio sala 1, Due Giardini sala Nirvana, The Space, Uci)

 

The broken Key – Fantascienza. Regia di Louis Nero, con Andrea Cocco, Geraldine Chaplin, Rutger Hauer, Franco Nero, Christopher Lambert e Michael Madsen. Nel futuro descritto dal film la carta è diventata un bene prezioso, quindi è proibito stampare e le biblioteche sono luoghi cui pochi studiosi possono accedere. L’arrivo in Italia di un celebre accademico è l’occasione per indagare su una serie di delitti, con strane testimonianze e indizi che scomodano Dante e Hieronymus Bosch. Girato in parte a Torino e in località facilmente riconoscibili dal pubblico piemontese. Solita compagnia di celeberrimi attori che da sempre (ri)vivono nel cinema di Nero. Durata 120 minuti. (Greenwich sala 1, Ideal, The Space, Uci)

 

The Square – Drammatico. Regia di Ruben Östlund, con Elisabeth Moss, Dominic West, Claes Bang, Terry Notary e Linda Anborg. Palma d’oro all’ultimo Cannes. Protagonista del film è Christian, curatore di un importante museo di Stoccolma, divorziato e amorevole padre di due bambine, sempre all’inseguimento delle buone cause. Nel museo c’è grande fermento per il debutto di un’installazione, “The Square”, che invita all’altruismo e alla condivisione: ma quando gli viene rubato il cellulare per strada, Christian reagisce in modo scomposto. Nel frattempo, l’agenzia che cura le pubbliche relazioni del museo crea un’inaspettata campagna pubblicitaria a promuovere l’installazione, ottenendo una risposta da parte del pubblico che manda in crisi sia Christian che il museo stesso. Durata 142 minuti. (Massimo sala 1 anche in V.O., Nazionale sala 2)

 

Thor: Ragnarok – Fantasy. Regia di Taika Waititi, com Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Cate Blanchett e Tom Hiddleston. Il verde Hulk a dare una mano al dio del tuono, questa volta privato del suo fantastico martello e in lotta con Hela, la dea della morte, che vorrebbe prendersi il trono di Asgard, e ancora prigioniero in una terra lontana dove è costretto a combattere per il piacere di un tiranno amante del rischio e pronto a manipolare le deboli vite altrui. Durata 130 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Una questione privata – Drammatico. Regia di Paolo e Vittorio Taviani, con Luca Marinelli, Lorenzo Richelmy e Valentina Bellè. Dal romanzo di Beppe Fenoglio. “Over the rainbow” è il disco più amato da tre ragazzi nell’estate del ’43. Si incontrano nella villa estiva di Fulvia, che gioca con i sentimenti di entrambi: con quelli di Milton, pensoso e riservato, con quelli di Giorgio, bello ed estroverso. Un anno dopo Milton, partigiano, si ritrova davanti alla villa di Fulvia ormai chiusa, il custode lo riconosce e insinua un dubbio, che Fulvia, forse, abbia avuto una storia con Giorgio. Ogni cosa pare fermarsi per il ragazzo, la vita, le amicizie, la lotta partigiana, è ossessionato dalla gelosia e vuole scoprire la verità. Deve ritrovare Giorgio ma l’amico di un tempo è stato fatto prigioniero dai fascisti. Atmosfere tavianiane, le colline delle Langhe scambiate con montagne della val Maira, tutto pare molto teatrale ma come privo di anima, sognano l’età dell’oro della “Notte di San Lorenzo” che non arriva, la Bellè e Richelmy sono due belle quanto insignificanti statuine, Marinelli unico cerca di costruire veri sentimenti. Meglio tornare alla scrittura di Fenoglio. Durata 84 minuti. (Romano sala 1)

Vittoria e Abdul – Drammatico (ma piuttosto commedia). Regia di Stephen Frears, con Judy Dench, Ali Fazal, Michael Gambon e Olivia Williams. Nel 1887 Abdul lascia l’India per Londra, per poter donare alla regina settantenne, sul trono da oltre cinquant’anni, una medaglia, proprio in occasione del suo Giubileo d’Oro. La sovrana è attratta dalla cultura che l’uomo porta con sé, dalla sua giovinezza e dalla prestanza, contro lo scandalo che il suo nuovo amico semina in tutta la corte, che non esita a bollarla come pazza. Più “storiucola” che Storia, a tratti imbarazzante per quell’aria di operetta senza pensieri che circola all’interno: naturalmente per il regista di “Philomena” (da ricordare) e di “Florence” (da dimenticare) il ventiquattrenne Abdul è senza macchia, la vecchia e inamidata corte inglese da mettere alla berlina e allo sberleffo, il piccolo entourage regale che grida “sommossa” se ne ritorna tranquillo a servire la vecchia sovrana. Ma ci voleva ben altro polso e visuale, e qui Frears ha tutta l’aria di voler andare in pensione. Durata 112 minuti. (Ambrosio sala 3)

Donna in auto ne investe altre 5: due gravi al Cto

Oggi nel controviale di corso Unione Sovietica 5 donne sono state investite da un’Opel Zafira la cui conducente ha perso il controllo della guida. Due di loro sono in gravi condizioni al Cto, mentre le altre tre (due in codice giallo) sono ora ricoverate  al Mauriziano.L’autovettura, “impazzita” per cause da accertare è’ finita contro un veicolo fermo  vicino alle donne. L’investitrice, secondo la polizia municipale, non stava guidando a velocità sostenuta.

Gli studenti alla scoperta del Fitwalking

Tantissimi studenti al Parco torinese della Pellerina in occasione della prima uscita degli allievi del Collegio Sacra Famiglia di Torino. È il solo  centro scolastico italiano autorizzato alla pratica del  Fitwalking. Un valido motivo è’ stata la festa annuale del fondatore del prestigioso istituto, fratel Gabriele Taborin. E così, giovani dalla scuola dell’infanzia fino al liceo, hanno camminato nel più grande parco cittadino nell’ambito del progetto didattico coordinato dal professor Davide Cravero e dagli olimpionici Maurizio e Giorgio Damilano. Presenti all’evento l’assessore allo Sport della Regione, Giovanni Maria Ferraris, e il maratoneta Youssef Sbaai, protagonista assoluto dell’edizione 2016 della Maratona di Torino.

Una dorsale per lo sviluppo economico: Eurovelo8

Il patrimonio ambientale è considerato, a ragione, un bene fondamentale e l’attenzione nei suoi confronti da parte dei vari livelli di governo e amministrazione del territorio è sempre maggiore”. Con queste parole Daniela Ruffino, vicepresidente del Consiglio regionale, ha aperto la conferenza stampa “Approccio sistemico, Blue economy. Una dorsale per lo sviluppo economico: Eurovelo8”. Il progetto della ciclovia Eurovelo8 nel tratto Torino-Saluzzo-Cuneo-Limone Piemonte, il cui studio è stato finanziato dall’assessorato al Turismo della Regione Piemonte, prevede infatti la realizzazione di una dorsale cicloturistica sul tracciato europeo, in una distanza che si snoda da Torino al confine francese. “Esiste un altro aspetto importante – ha proseguito Ruffino – in tema di politiche ambientali: quello del potenziale sviluppo economico frutto di progetti che incidono direttamente sui territori. In particolare, per valorizzare la tratta piemontese del progetto ‘Eurovelo8’ è utile applicare i principi di approccio sistemico della Blue Economy, per creare alleanze tra i Comuni del nostro territorio, così da promuovere i prodotti di eccellenza, il turismo, le attività alberghiere e di ristorazione. Coinvolgendo, infatti, nella filosofia di Eurovelo8 tutti i soggetti territoriali , in particolare scuole e mondo dell’associazionismo e volontariato, si può ampliare la diffusione dell’educazione alla cultura ambientale”.  

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La valorizzazione del percorso individuato consente poi di promuovere il territorio coinvolgendo soprattutto le aree torinese, pinerolese, saluzzese e cuneese, oltre alle molteplici diramazioni ciclo-turistiche che si estendono nelle valli e in pianura. È un progetto quindi che si inserisce nei programmi di investimento per la valorizzazione territoriale e la mobilità sostenibile, coniugando la tutela dell’ambiente naturale con lo sviluppo economico e sociale, potenziandone i flussi turistici. “Da una  innovativa e più completa concezione dell’uso delle due ruote – ha proseguito Ruffino – inteso come momento sportivo e soprattutto come strumento di sviluppo territoriale,  può davvero nascere una nuova concezione di crescita delle aree rurali, un’occasione per ‘fare sistema’ e per favorire la diffusione delle nostre comunità locali e del Piemonte nel suo complesso”. L’itinerario colleziona inoltre preziose testimonianze storiche ed artistiche del Piemonte, con le numerose chiese parrocchiali presenti sul tracciato, le antiche cascine e i centri storici. All’iniziativa hanno aderito 30 Comuni delle province di Torino e Cuneo, per favorire lo sviluppo congiunto di iniziative culturali e turistiche. Nel corso del dibattito l’assessora al Turismo, Antonella Parigi, ha evidenziato la vocazione turistica del Piemonte, sostenendo l’importanza delle piste ciclabili come scommessa per il futuro e strumento democratico di turismo. Per l’assessore Balocco, che non ha potuto presenziare, uno dei suoi collaboratori intervenuti ha sottolineato il buon lavoro di squadra tra assessorati, sindaci e territorio portato avanti per giungere al progetto e ha annunciato la pubblicazione di un bando dell’importo di circa 10 milioni di euro, entro fine dicembre 2017, dedicato alle piste ciclabili e alla sicurezza stradale.

All’incontro sono poi intervenuti Michele Bossio, progettista Eurovelo8 che ha sintetizzato lo studio di fattibilità del progetto, evidenziando in particolare le indicazioni di interventi infrastrutturali da realizzare sulla tratta da Torino a Limone Piemonte Ivan Marusich, sindaco di Voliera (To) ha poi rimarcato l’importanza di creare sinergie, per valorizzare soprattutto le piste ciclabili, l’ambiente e la cultura, con un approccio sistemico allo sviluppo territoriale. Luigi Bistagnino, della Fondazione Approccio sistemico, ha posto all’attenzione del pubblico il tema dell’approccio sistemico che valorizza le differenti potenzialità dei territorio, con particolare riferimento al Feudo dei Nove Merli, alle Terre del Pianalto di Poirino e a quelle D’Acaja. Erano presenti i consiglieri Andrea Appiano ed Elvio Rostano (Pd).

Daniela Roselli – www.cr.piemonte.it

Comune, fuoco e fiamme sui conti che non tornano. Morano e Napoli all’attacco

I conti comunali non tornano? Si infiamma ancora una volta la polemica sul debito Ream, la quota da 5 milioni di euro che la Città di Torino deve restituire alla società in merito all’operazione Westinghouse. L’oggetto del contendere è l’ iscrizione di tale cifra nel bilancio municipale. La nuova scintilla è la missiva che i revisori dei conti hanno inviato ai vertici dell’amministrazione civica, con riferimento al Certificato al bilancio 2017, in cui ricordano che il debito “doveva essere riconosciuto e finanziato nel bilancio 2017 a prescindere dall’effettivo versamento dilazionato concesso per il 2018” e che il certificato di bilancio è da ritenersi corretto “se, e solo se, non include l’allocazione sull’anno 2018 del debito Ream”. Ovvero, la  allocazione nell’esercizio 2018 non è sufficiente a sanare la “mancata rilevazione del debito nell’esercizio di perfezionamento dello stesso”. Taglia corto il presidente del Consiglio comunale Fabio Versaci di  M5S: “sono questioni già discusse”, e chiede di ascoltare in Commissione i revisori “per meglio capire le ragioni della nota inviata  che al momento mi sfuggono”. Le opposizioni vanno giù pesante. I primi a reagire sono i consiglieri Alberto Morano (omonima Lista Civica) e Osvaldo Napoli, capogruppo di Forza Italia a Palazzo di Città: “Il sindaco Appendino e la giunta pentastellata hanno manipolato il parere del Collegio dei Revisori e hanno prodotto un falso sostanziale approvando la delibera dello scorso 27 luglio con le considerazioni favorevoli dei Revisori “non corrispondenti al vero”. Tutto è stato chiarito nella lettera inviata dal Collegio dei Revisori al Sindaco Appendino, all’Assessore al Bilancio e al Direttore Finanziario e inviata oggi a tutti consiglieri. Nella lettera i Revisori accusano apertamente l’amministrazione di aver sottoposto al collegio una bozza di Delibera sulla salvaguardia degli equilibri di bilancio diversa da quella sottoposta al Consiglio Comunale e di avere inserito nella bozza di Delibera n. 2017 02739/024 portata all’approvazione del Consiglio Comunale il 27 Luglio 2017 considerazioni favorevoli del Collegio dei Revisori non corrispondenti al vero perché in palese contrasto con quanto ribadito più volte dal Collegio dei Revisori con riguardo al trattamento contabile del debito Ream”.  Proseguono i due consiglieri di centrodestra: “Si tratta di accuse gravissime che lasciano allibiti sul modus operandi della Giunta Cinque Stelle. Inoltre i Revisori danno parere contrario al certificato di Bilancio precisando che “il Certificato al Bilancio 2017 rispecchierà i dettami previsti dalla Legge solo ed esclusivamente se verranno osservate tutte le prescrizioni e le riserve richiamate ed in particolare se nel corso dell’esercizio 2017 verrà riconosciuto e finanziato il debito Ream come previsto dall’art. 194 del Tuel”. Come si vede, i torinesi si trovano ad affrontare il problema non piccolo di una giunta che mentendo ai Revisori ha di fatto mentito alla città” la Lista Civica di Morano  e Forza Italia chiedono quindi al sindaco Appendino e all’assessore al Bilancio di presentarsi subito in Consiglio comunale “con proposte serie e credibili per superare, e non aggirare, una questione che minaccia di avere serie ripercussioni sulle finanze comunali”.
   

Scoppia gomma del bus e “vola” in tangenziale

Un incidente è avvenuto questa mattina all’imbocco della tangenziale a Collegno, in direzione Torino sud. Il conducente di un bus Gtt ha sentito tremare il volante e prima che potesse fermarsi é scoppiata la gomma posteriore interna  facendo schizzare il cerchione d’acciaio e il copertone esterno al centro della carreggiata stradale sfiorando le auto. Fortunatamente nessun ferito: il bus era anche  privo di viaggiatori.
PT (foto: il Torinese)

Usò la penna contro il mitra. Casalegno 40 anni dopo

Sulla rivista “Torino Storia” di novembre è uscito un importante articolo di Pier Franco Quaglieni su Carlo Casalegno a 40 anni dal suo assassinio.” Un articolo controcorrente- rileva in una nota il Centro Pannunzio – anche rispetto a certe paludate e persino fastidiose celebrazioni da parte di chi non ha neppure conosciuto o frequentato Casalegno e di chi vanta amicizie inesistenti nei confronti della vittima delle Br “

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Nell’Aula Magna dell’Università degli studi di Torino il Magnifico Rettore Rinaldo Bertolino conferì nel 2004 la laurea honoris causa in Giurisprudenza alla memoria di Carlo Casalegno. Patrocinatore dell’iniziativa fu Giovanni Conso, Presidente dell’Accademia dei Lincei, che in un precedente convegno in ricordo di Casalegno aveva lanciato la proposta di un riconoscimento accademico al giornalista ucciso dalle Brigate Rosse. Fu un fatto importante che anche l’Università non si casalegno-2dimenticasse dell’antico allievo della Facoltà di Lettere Casalegno, che fu professore di liceo e giornalista, autore di migliaia di articoli e di pochi libri. Se le BR non gli avessero stroncato la vita a 61 anni, Casalegno – me lo confidò più volte con speranza per il futuro e rammarico per il passato e il presente – si sarebbe dedicato ad opere storiche che aveva in mente e che allora erano incompatibili con i ritmi di lavoro di un giornalista.

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Casalegno, quando venne brutalmente ferito a morte sotto casa dai brigatisti, suscitò unanime pietà, ma non altrettanta solidarietà. Pochi operai parteciparono ad uno sciopero indetto dopo l’agguato terrorista ed alcuni si lasciarono andare ad incredibili dichiarazioni di indifferenza nei confronti dell’attentato. Erano ancora i tempi in cui c’era chi parlava di «sedicenti Brigate Rosse» ed altre simili banalizzazioni di un fenomeno terroristico che avrebbe colpito nel 1979 anche il sindacalista comunista Guido Rossa. Nel 1977 venne coniato lo slogan «Né con lo Stato né con le BR» che conteneva in sé un significato del tutto inaccettabile nei confronti delle istituzioni repubblicane.

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Ci fu chi, nel mondo intellettuale, definì Casalegno sprezzantemente un «moderato» e per alcuni esponenti della sinistra di allora fu un sacrificio di non poco conto scendere in piazza per dimostrare contro l’orribile delitto nei confronti di un uomo che, pur provenendo dalle file del Partito d’Azione, non ebbe nel corso degli anni mai indulgenze verso la contestazione, il permissivismo dello Stato, le  ambiguità nei confronti dei “sedicenti brigatisti” e dei “compagni che sbagliano”. La sua rubrica Il nostro Stato sul quotidiano “La Stampa” era emblematica di un certo modo di concepire lo Statobrigate-rosse democratico come fondamento delle regole civili che sovrintendono la vita sociale. Egli sentiva il richiamo del Risorgimento liberale e della tradizione subalpina dello Stato, rifiutando con fastidio i contestatori che nel loro velleitarismo ideologico e nel loro richiamo e ricorso alla violenza, non solo verbale, si opponevano a quella civiltà fondata sulla tolleranza, profondamente amata da Casalegno. Spadolini lo definì giustamente un cittadino esemplare dell’«Italia della ragione» . Casalegno ebbe il torto, o meglio, il grande merito e soprattutto il coraggio e la lucidità, di vedere la deriva terroristica anche come frutto dell’estremismo contestatore. E questo sbocco eversivo egli denunciò con fermezza, pagando con la vita. E in quegli anni di piombo rispondere con l’arma della penna a chi usava il mitra per affermare le sue farneticazioni ideologiche fu la scelta di un democratico moderato che rifiutava per cultura, ma prima ancora per scelta morale, la violenza estremista.

 

Pier Franco Quaglieni