redazione il torinese

Salvato uomo con il cuore trapassato da una freccia

Stanotte è stato salvato un uomo con il cuore ed un polmone trapassati da parte a parte con un dardo con un intervento senza precedenti, presso la Cardiochirurgia dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino Un caso di eccezionale rarità. Un 47enne era giunto in Pronto Soccorso dell’ospedale di Aosta dopo l’impiego di una balestra. Nella pratica, l’uomo è stato trafitto da un dardo di oltre 30 cm nel proprio torace per ragioni ancora in corso di accertamento. Ancor più incredibilmente, il corpo contundente ha trapassato, oltre alla parete toracica, il ventricolo sinistro – la più importante delle camere cardiache – con un punto di entrata e uno di uscita, per poi conficcarsi nel polmone sinistro senza che ciò determinasse il decesso immediato. Il paziente è sempre stato sveglio. Una rimozione del dardo dalla sua sede avrebbe potuto disinnescare un’emorragia incontrollabile. I responsabili della centrale operativa del 118 piemontese hanno coordinato un trasporto in elisoccorso all’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, dove l’équipe di Cardiochirurgia universitaria diretta dal professor Mauro Rinaldi, preventivamente allertata e attivata, ha condotto un intervento cardiochirurgico salvavita. Dopo l’instaurazione di una circolazione extracorporea d’emergenza per supportare le funzioni cardio-respiratorie, è stato possibile estrarre il dardo dal cuore e riparare le lesioni cardio-polmonari. L’intervento è perfettamente riuscito ed il paziente è stato già estubato e svegliato poche ore dopo.Un caso simile è da ritenersi eccezionale in particolare per il coinvolgimento delle strutture più critiche del cuore, ma altrettanto è da ritenersi il risultato, legato ad una sinergia tra équipe multidisciplinari della Città della Salute di Torino, che consentono l’ottimizzazione di tempi di intervento ed attivazione di risorse del servizio sanitario regionale, con specifico riferimento a centri di eccellenza e all’alta specialità della moderna cardiochirurgia.

Ecco il nuovo Centro di Distribuzione postale

La sede, in via Arsenale 11, è stata progettata e realizzata in modo funzionale e moderno, può contare su 600 mq di spazio interno e dispone di attrezzature di ultima generazione che permettono di ottimizzare il lavoro degli addetti. Di nuova concezione gli strumenti di lavoro, come i carrelli per la movimentazione interna della posta, le bilance e i casellari, che permettono ai portalettere di ordinare e gestire la corrispondenza più velocemente.

A presentare i nuovi locali Gabriele Marocchi, Responsabile Ingegneria Macro Area Nord Ovest. Presso il nuovo Centro di Distribuzione di Via Arsenale 11 – precisa Marocchi– lavorano 41 addetti tra portalettere e operatori interni. I volumi su base previsionale annua che questa sede gestirà sono molto importanti che si attestano quotidianamente in circa 2.865mila invii per la corrispondenza “ordinaria” e in circa 418mila invii per la posta a firma e pacchi“.

Il bacino territoriale di riferimento per la sede di via Arsenale è stato suddiviso in 16 zone di recapito; ha infatti competenza sul centro di Torino nello sui seguenti C.A.P.: 10121 – 10122 – 10125

Il Centro di Recapito Nizza ha a disposizione un parco mezzi che comprende 13 auto, 2 motorini, 8 biciclette, con i quali quotidianamente i portalettere raggiungono le 28.100 abitazioni, 3.900 numeri civici, e più di 7.900 attività commerciali tra uffici e negozi, percorrendo quasi 166 km medi al giorno.

Tutti i portalettere sono dotati di palmare e con i loro terminali potranno gestire la corrispondenza ordinaria e a firma in maniera veloce e tracciata portando a domicilio una serie di servizi postali e di pagamento sia per i privati che per i professionisti. Infatti, il destinatario della corrispondenza può pagare da casa o dal posto di lavoro, nello stesso momento in cui avviene la consegna della posta o del pacco, tramite carta Postamat, Postepay o utilizzando le carte di debito del circuito Cirrus/Maestro.

Il Nuovo Centro dunque si propone di migliorare la qualità del servizio e dei tempi di consegna anche attraverso nuove strutture, nuovi processi organizzativi e nuove logiche distributive.

 

Stacca il dito con un morso ad un poliziotto, il Siulp: "leggi più severe e strumenti più adatti"

Riceviamo e pubblichiamo le dichiarazioni del Segretario Generale Siulp Torino Eugenio Bravo, a seguito dell’aggressione ad un poliziotto da parte di un extracomunitario irregolare Nigeriano, che ha strappato a morsi una falange del dito al poliziotto, per non farsi fotosegnalare.

Rabbia, sofferenza e una sorta di ineluttabilità verso questi eventi.

Non è la prima volta che assistiamo ad aggressioni di questo genere ma non ci rassegniamo a chiedere con forza tutela per gli operatori delle forze dell’ordine che passa inevitabilmente attraverso leggi più severe e strumenti più adatti per la difesa come il taser.

E poi ci scandalizziamo, aggiunge provocatoriamente Eugenio Bravo, quando per ragioni di sicurezza la polizia è costretta a sedare il criminale per fotosegnalarlo per prendergli le impronte digitali, per identificarlo.

Inutile sottolineare come le condizioni economiche del nostro paese non siano in grado di accogliere è integrare questi soggetti ma solo espellerli.

URGENTE UNA AGENDA EUROPEA PER LA MONTAGNA

CONFINDUSTRIA PER LA MONTAGNA E UNCEM LANCIANO APPELLO AI CANDIDATI ALL’EUROPARLAMENTO
 
 
 
 
 Le aree montane sono la spina dorsale dell’Europa: meritano una politica forte che le sostenga“. A pochi giorni dalle elezioni del 26 maggio, la rete nazionale di Confindustria per la Montagna, e Uncem lanciano un appello forte e chiaro ai candidati all’Europarlamento perché sostengano con urgenza nuove politiche a favore della montagna e dei territori più periferici.
“La prossima legislatura – spiegano da Confindustria per la Montagna e Uncem – dovrà dare piena attuazione alla Risoluzione del Parlamento europeo, approvata nel settembre 2018, per la realizzazione di un’Agenda europea per le zone montane, rurali e periferiche, al fine di rilanciare con una visione strategica questi territori. Dobbiamo passare dalle parole ai fatti, con risorse dedicate, altrimenti molti territori rischiano di rimanere indietro”.
Fatte le premesse, la partita diventa principalmente finanziaria e dovrà vedere il coinvolgimento della Commissione e degli Stati membri. L’obiettivo è entrare nella programmazione 2021-2027 con un apposito capitolo di bilancio che vada a promuovere la perequazione tra territori, stimolando l’attrattività delle imprese sul fronte dell’innovazione e finanziando opere strategiche, infrastrutture sia materiali che immateriali.
“Le risorse – sostiene Marco Bussone, presidente di Uncem – possono essere attinte dai fondi strutturali e dalla politica di coesione, come fatto in passato per il rilancio delle periferie urbane. Adesso è il turno della montagna e delle aree rurali, che sono l’80% del territorio europeo e dove vivono ben 113 milioni di persone”.
Esperienze positive da cui partire ci sono già come nel caso degli Smart Villages e di Eusalp, la Strategia macroregionale alpina. “C’è una maggiore consapevolezza della fragilità e specificità di queste Aree ma bisogna fare di più”, aggiunge Bussone.
Nell’appello ai candidati Confindustria per la Montagna e Uncem sottolineano la necessità di investimenti per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, l’inclusione sociale, la parità di genere, la lotta ai cambiamenti climatici, la creazione di posti di lavoro, la digitalizzazione, nonché l’interconnessione con le zone urbane così da evitare il rischio di un aggravarsi della frammentazione territoriale. Capitolo a parte è dedicato al turismo e all’agriturismo in un’ottica di sostenibilità.
“A Bruxelles, così come a Venezia o a Roma, devono capire che la nostra montagna ha delle innegabili specificità e che servono risorse aggiuntive per rimanere in queste zone e poter continuare a crescere“, afferma dal canto suo Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti. “Per invertire il trend demografico e dare fiducia alle imprese serve un’idea forte per il futuro ma servono soprattutto risorse e strumenti concreti”. “La politica, da Roma a Bruxelles, passando per Venezia, deve responsabilizzarsi nei confronti della montagna, dei suoi abitanti e delle sue imprese. È vero non rientriamo nella logica dei grandi numeri, ma in molti settori – dalla difesa dell’ambiente al turismo, passando per la manifattura di qualità – facciamo la differenza”. “Mi auguro che l’appello venga considerato da chi avrà l’onore di rappresentarci a Bruxelles”, afferma Berton. “Una cosa è certa: noi vigileremo”.

Chiamparino: “Credibilità per le sfide che il Piemonte ha davanti”

Il governatore uscente fa un bilancio di sintesi dei suoi cinque anni e risponde su lavoro, ambiente e sanità
 Di Romana Allegra Monti
La disoccupazione giovanile under 30 si attesta intorno al 36% in tutta la regione. Secondo lei come si è arrivati a questo dato e cosa propone per incidere positivamente su di esso?
 
La domanda posta così fa pensare che questa condizione sia una nostra creazione, ma il dato è in calo rispetto al passato. Quello che si può fare è far crescere l’economia con le infrastrutture strategiche per potenziare collegamenti come il Tav, per inserire il Piemonte all’interno dei grandi assi della logistica del nord Italia; accanto a questo turismo e cultura, settori che hanno tenuto di più e sono cresciuti. Investire nella manifattura, che è la forza storica del nostro territorio, con politiche che favoriscano l’innovazione, come si è fatto finanziando con 30 milioni il Manufacturing Technology Center. Insieme a questo va sicuramente rafforzata la formazione professionale, perché a fronte del dato da lei citato, tutti sanno che vi è una domanda di lavoro fortemente inevasa, non solo nei settori a minor professionalità, ma anche in settori ad alta professionalizzazione, come i tecnici specializzati: occorre orientare di più la formazione. In questo senso abbiamo preso provvedimenti per finanziare gli ITS (istituti tecnico scientifici) e, naturalmente, anche Università e ricerca vanno sostenute a questo proposito. In sintesi, per agire sulla disoccupazione si devono toccare due tasti: crescita in vari settori e formazione professionale, perché non è detto che la sola crescita risponda alla domanda lavorativa in modo adeguato.
 
Lei in quanto Presidente di Regione, è autorità sanitaria locale. In caso tornasse a ricoprire questo incarico, come affronterebbe le emergenze sanitarie e la questione Città della Salute, che vede incarnare due posizioni opposte nei due medici Salizzoni e Abbruzzese, entrambi candidati rispettivamente per il centro-sinistra e il centro-destra?
 
Sul Parco della Salute siamo in continuità, infatti è in corso una gara. Poi ribadisco che la cancellazione della specificità del Regina Margherita è una assoluta fake news, tant’è che come ha detto anche Salizzoni, all’interno del Parco ci saranno una torre generalista e una pediatrica, che è bene che stiano vicine perché molti interventi di elevata complessità si fanno insieme, come è stato per la bimba che dopo tre anni ha avuto ricostruito l’esofago ed è tornata a mangiare. Le attività saranno le stesse che svolge adesso il Regina Margherita, ma in un ambiente più adeguato e moderno: dotato ad esempio dei caratteri di antisitemicità che oggi mancano al Regina. Quanto al numero di posti letto, la cifra a cui si riferiscono i propagandisti risulta da uno studio di fattibilità che è alla base del progetto, ma è fatta apposta affinché con il progetto definitivo siano i competenti a definire i posti letto, che non saranno comunque più di quelli che esistono oggi. La sanità del futuro, perché per questo progetto ci andranno almeno 7-10 anni se va bene, avrà bisogno di meno posti letto di adesso, altrimenti commetteremmo gli errori fatti a suo tempo con ospedali come Biella e Verduno, dove non si è pensato all’evoluzione della sanità: quello di Biella è utilizzato al 50%.
 
Torino ha un punto debole, l’inquinamento. Secondo lei blocchi auto, ZTL e il TAV, rappresentano una soluzione al problema o servono altre vie?
 
Va privilegiata sicuramente la ferrovia, decisiva sul lungo periodo. Certamente non basta il Tav, non vanno tutti a Lione o a Milano e non sono nemmeno quelli che inquinano di più, bisogna essere onesti, parlo dei passeggeri. Le ragioni però non sono solo ambientali, ma anche economiche. La rete del trasporto locale è importante, noi abbiamo iniziato a riattivare a fini turistici, tre linee che le giunte precedenti avevano soppresso: la Alba-Torino, Pinerolo-Torre Pellice, Saluzzo-Savigliano e dovrebbe entro fine anno tornare anche la Casale-Mortara. La rete ferroviaria è importante per gli spostamenti quotidiani delle persone, ma è anche un primo passo per una riattivazione commerciale.
 
In questo senso anche la Metro sarebbe sicuramente una svolta per il territorio…
 
Certamente. Abbiamo dato una mano alla Sindaca contribuendo a recuperare il progetto che era andato perso, in quanto decorsi i giorni di validità del finanziamento dello Stato: adesso mi auguro che si realizzi il progetto e che parta la gara relativa alla linea 2. Della linea 1, che inaugurai nel 2007 e nel 2011 fino al Lingotto, stiamo ancora aspettando il completamento fino a piazza Bengasi e primo bando e gara per arrivare a Collegno e Rivoli. Aggiungo altre due cose: sull’ambiente non è solo la mobilità a incidere, ma anche il riscaldamento. Da questo punto di vista, Torino è messa meglio di altre perché il teleriscaldamento è sviluppato, però occorre ancora agire molto sul patrimonio pubblico e su quello privato per l’efficientamento energetico. Se si rende più efficiente l’apparanto energetico delle case c’è anche possibilità di creare lavoro per le imprese edili e per gli artigiani. Sulla mobilità ci vorrebbe un piano per incentivare la sostituzione dei veicoli, ma questo non può farlo da sola la Regione. Abbiamo messo a disposizione risorse per la sostituzione dei veicoli commerciali, ma mi rendo conto che se si vuole davvero che entro il 2024 il diesel non possa più circolare, bisognerebbe avere un piano nazionale che stanzi parecchie decine di milioni e consenta di portare tutti i veicoli a gamme di miglior prestazione dei motori. Altro punto sono le piste ciclabili: Torino è ferma a quelle fatte da noi in centro e quelle aggiunte dalla Sindaca in via Nizza/corso Matteotti.
 
 
Ultima domanda: se dovesse dare un giudizio al suo operato, quale sarebbe? C’è qualcosa che rifarebbe o cambierebbe?
 
Se uno potesse tornare indietro qualcosa di diverso probabilmente lo farebbe, però il mio giudizio di sintesi è che in questi cinque anni abbiamo svolto pienamente il nostro dovere, perché abbiamo trovato una situazione estremamente compromessa dal punto di vista finanziario e abbiamo rimesso in ordine il bilancio. Abbiamo lavorato due anni e mezzo per uscire dal piano di rientro,
abbiamo ricominciato ad assumere e far investimenti sulla sanità e su altre politiche: stiamo parlando di circa 700 milioni, tra infrastrutture locali, interventi di riassetto idro-geologico, manutenzione e risorse a scuola e comuni. Insomma credo che in questi cinque anni abbiamo acquisito la credibilità per affrontare le sfide che il Piemonte ha davanti e di cui siamo consapevoli.
 

Leggi anche le altre  interviste ai candidati alla presidenza della Regione:

GIORGIO BERTOLA http://www.iltorinese.it/bertola-cosi-il-piemonte-cambia-passo/

ALBERTO CIRIO http://www.iltorinese.it/intervista-cirio-le-mie-proposte-per-un-nuovo-piemonte/

VALTER BOERO http://www.iltorinese.it/boero-lunica-scommessa-in-cui-si-e-sicuri-di-vincere-e-quella-della-famiglia/

 
 

Pregiudicato morde poliziotto e gli stacca un dito

Questa mattina un cittadino nigeriano di 23 anni è stato fermato per un controllo dalla Squadra Volante in via Passo Buole. Lo straniero è stato accompagnato in Questura per l’identificazione.Ultimato il foto segnalamento, il pregiudicato ha dato in escandescenza e ha aggredito un agente della Squadra Volante. Nella circostanza, ha morso il poliziotto alla mano sinistra strappandogli la prima falange dell’anulare. L’agente è stato trasportato in ospedale per le cure del caso. Il cittadino nigeriano è risultato irregolare sul Territorio Nazionale ed avere precedenti di polizia a carico.    

Cristiani e musulmani: possono convivere?

Il tema della possibilità di convivenza tra cristiani e musulmani è stato al centro del confronto tenutosi lunedì 20 maggio scorso in Duomo tra Ermis Segatti, docente della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, e Younis Tawfik, giornalista e scrittore nato da una famiglia irachena di Mosul, di osservanza musulmana sunnita, trasferitosi in Italia per studiare all’Università di Torino. L’incontro faceva parte del ciclo Carpe Deum, promosso dal Duomo di Torino, nella persona del suo Parroco don Carlo. Il confronto tra questi due eminenti rappresentanti del mondo cristiano e di quello musulmano è stato anche lo spunto per una riflessione sulla portata innovativa contenuta nel “Documento sulla Fratellanza Umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, che è stato firmato tra papa Francesco e l’Imam di Al-Azhar ad Abu Dhabi. “Questo documento, che rappresenta il corollario fondamentale della visita papale nella penisola arabica – afferma Ermis Segatti – ha sicuramente una portata rivoluzionaria e non soltanto getta le basi della fratellanza umana, sotto forma di necessità di dialogo tra religioni, ma è anche capace ad attraversare i credenti di una stessa fede religiosa. Il Documento sulla Fratellanza Umana dimostra come questo Papa abbia un approccio nei confronti della fede di tipo apocalittico, diverso dai suoi predecessori. Le Encicliche papali precedenti, infatti, erano incentrate sull’urgenza del sociale. Papa Francesco nella sua Enciclica “Laudato si” si è, invece, piuttosto preoccupato di denunciare la decomposizione della vita del pianeta”. “Nel documento – precisa Younis Tawfilk – emerge un’atmosfera apocalittica di grande scontro tra fedi diverse. Stiamo in realtà andando verso una deriva molto grave nella nostra società contemporanea, nonostante il fatto che le religioni monoteiste nascano da una unica fonte e, per questa stessa ragione, rappresentino aspetti diversi di una medesima realtà. È fondamentale, quindi, promuovere la conoscenza tra le fedi, che deve avvenire attraverso il dialogo e la conoscenza dell’altro”. “Il documento firmato da papa Francesco e dall’Imam Ahimad Al-Tayyeb – precisa Ermis Segatti- fornisce un contributo notevole in direzione della libertà delle fedi e tra le diverse fedi, per la tolleranza   e la solidarietà tra i credenti, aspetti assolutamente fondamentali in una società in cui i valori paiono “anestetizzati”. È indispensabile riprendere il rapporto quotidiano tra le fedi e la loro reciproca comunicazione, alla luce anche del nuovo volto che ha assunto il fenomeno migratorio”. “L’Islam – precisa Younis Tawfik – è una religione che può essere definita piuttosto “elastica”, soggetta ad interpretazioni, prima da parte del profeta, poi dei suoi discepoli, quindi dei capi delle diverse scuole giuridiche che nacquero nei secoli successivi. Soltanto a partire dagli anni Ottanta si è manifestata sotto forma di attacchi terroristici, in Egitto, in Siria, poi nel mondo occidentale, la cosiddetta “Jihad islamica”. Non si devono, però, identificare il mondo musulmano o la fede musulmana con queste cellule islamiche terroristiche. In Piemonte abitano più di 40 mila musulmani che vivono in modo pacifico sul nostro territorio”. “Questo documento firmato ad Abu Dhabi – conclude Ermis Segatti – deve diventare il simbolo di una riconciliazione tra credenti e non credenti, uno stimolo per un confronto e non uno scontro di civiltà, tra il Nord ed io Sud del mondo, tra tutti coloro che credono in Dio. Questo documento sottintende una risposta ad un “J’accuse” nei confronti della religione, secondo cui le fedi monoteiste genererebbero violenza. Il Papa e l’Imam, firmando congiuntamente questo documento, hanno dimostrato al mondo che la religione è strumento di fratellanza tra i popoli e che non si può pensare una società del futuro ( come a lungo si è creduto in Occidente) senza Dio”.
 

Mara Martellotta

Arrestati gli anarchici delle buste-bomba ai pm


Misura cautelare da parte dei Ros dei Carabinieri nei confronti di tre anarco-insurrezionalisti, autori di attentati esplosivi nella campagna di “lotta contro la repressione” del giugno 2017. Le indagini hanno verificato che gli autori si erano riuniti a Genova per la spedizione di tre pacchi esplosivi recapitati al Palazzo di Giustizia di Torino a due pm della Procura., i pm Antonio Rinaudo e Roberto Sparagna, magistrati che si occupavano di terrorismo ed eversione. Sparagna aveva coordinato l’inchiesta ‘Scripta Manent’ sugli anarchici delle Fai-Fri. Le due buste contenevano fili elettrici, polvere da sparo e una batteria ed erano in grado di esplodere. L’area interna del Palazzo di Giustizia fu chiusa per permettere agli artificieri di neutralizzare gli ordini in sicurezza.  il dott. Santi CONSOLO e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, considerati simboli della repressione carceraria e responsabili delle vicissitudini carcerarie del detenuto Maurizio ALFIERI, criminale comune politicizzatosi in carcere, che era stato traferito dal carcere di Milano Opera a quello di Napoli Poggioreale. Le indagini, poi, hanno accertato come proprio FIROZPOOR Robert fosse tra i promotori della campagna contro il DAP e a sostegno di ALFIERI, con cui intratteneva numerosi contatti epistolari e ideologici e a cui forniva anche sostegno economico. Inoltre, le indagini svolte hanno evidenziato uno stretto collegamento di FIROZPOOR Robert con l’anarchico di origine nigeriana UMORU Divine, arrestato nell’agosto 2016 a Bologna per possesso di materiale esplosivo e documentazione propedeutica al compimento di attentati. Tale arresto assumeva particolare rilievo in quanto potrebbe rappresentare uno dei moventi dell’attentato esplosivo alla Stazione CC di Bologna Corticella del 27 novembre 2016 (unitamente alla allora recente esecuzione dell’operazione per Scripta Manent – 06 settembre 2016). Infatti, l’attentato alla Stazione Corticella, di sicura matrice anarchica, rappresentava il primo attentato di rilievo dopo l’operazione Scripta Manent. A conferma della prospettiva violenta degli arrestati, in una recente conversazione intercettata, SAVIO Natascia, mentre si trovava a Madrid, commentava negativamente l’inerzia del movimento spagnolo, affermando di voler invece “ mettere le bombe”

Lavoratori in nero nel ristorante giapponese gestito da cinesi

Un fuggi fuggi di camerieri e cuochi quello che è successo, nei giorni scorsi, nel corso di un controllo della Guardia di Finanza di Torino in un ristorante del capoluogo. All’arrivo dei Finanzieri del Gruppo Torino, alcuni lavoratori hanno tentato, inutilmente, di far perdere le loro tracce prima di essere fermati dai militari nei pressi del locale. Erano 4 i Lavoratori “in nero”, impiegati in un ristorante giapponese sito nei pressi di corso Cosenza; tra di essi, anche un trentenne sprovvisto di permesso di soggiorno.  Il personale irregolare, di nazionalità filippina, cinese e pakistana, veniva impiegato in varie mansioni: cameriere, cuoco e lavapiatti ma prestava la sua opera totalmente “in nero” esposto, in tal modo, ad elevati rischi in termini di sicurezza e di garanzie assistenziali. Oltre alle gravi responsabilità dovute all’assunzione “in nero” del personale, sono state riscontrate anche anomalie contabili ed amministrative, ora al vaglio dei militari. L’imprenditore, titolare del ristorante, un quarantenne di origini cinesi, rischia ora sanzioni per circa 10.000 euro oltre alla sospensione dell’attività. L’intervento della Guardia di Finanza ha indotto, infine, il titolare del locale alla regolarizzazione dei dipendenti i quali hanno quindi potuto beneficiare, così come previsto dalla legge, di una regolare assunzione e di un’adeguata copertura assicurativa. Le attività delle Fiamme Gialle, attraverso la prevenzione e la repressione di ogni forma di concorrenza sleale, come quella dell’utilizzo di lavoratori “in nero”, che spesso vengono esposti a elevati rischi in termini di sicurezza e di garanzie assistenziali, vogliono tutelare tutti quegli imprenditori che operano nel pieno rispetto delle regole.

Donne in Liberty a Le Jardin Fleuri

Si svolgerà fino al 30 novembre prossimo, presso Le Jardin Fleuri (via S. Teresina 25, piazza del Municipio) di Romano Canavese, la mostra DONNE IN LIBERTY, un’esposizione di oggetti di vita quotidiana del Primo Novecento il cui soggetto è la donna. Disegni e dipinti, foto e litografie, oggetti decorativi in biscuit, vasi in ceramica e peltro, pagine di riviste di moda e pubblicitarie, alcuni gioielli non preziosi: una ricchezza di testimonianze della raffigurazione della donna, tra sensualità e raffinatezza.
La mostra DONNE IN LIBERTY, propone un percorso unico e alternativo. In uno spazio che non poteva essere più consono – un ristorante all’interno di una villa del primo Novecento completamente restaurata in maniera filologicamente coerente ai dettami dell’Art Nouveau ed arredata con materiali d’epoca originali – sono esposti semplici oggetti decorativi che testimoniano il valore della figura femminile, pervasa da epocali cambiamenti sociali ed estetici: un tuffo totale nell’atmosfera di questo periodo di rottura, spumeggiante e vitale che, pur avendo avuto vita brevissima, si è radicato con forza nell’immaginario collettivo.
 L’esposizione, organizzata dalla Fondazione Arte Nova e curata da Marilina Di Cataldo, è visitabile il sabato pomeriggio e la domenica pomeriggio, dalle 15 alle 19. Negli stessi orari è anche possibile la visita nell’appartamento privato della villa dove il percorso viene integrato e arricchito dall’allestimento permanente, che presenta due camere da letto, un salotto e la sala da pranzo progettata da Eugenio Quarti nel 1902, completando la suggestione della vita nell’epoca liberty.
DONNE IN LIBERTY si inserisce nel percorso che vede il movimento Liberty al centro di un particolare interesse che quest’anno sta animando l’iniziativa culturale torinese e non solo. E’ in corso, infatti, alla Reggia di Venaria “Art Nouveau, Il trionfo della bellezza”, una mostra che attraverso 200 opere e 5 sezioni racconta quelli che furono gli sconvolgimenti nel campo di tutte le arti figurative tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900; fino al 12 maggio la Fondazione Accorsi Ometto di via Po a Torino ha imbandito due tavole con servizi di piatti e posaterie dell’epoca e infine fino al 21 luglio la Galleria Harry Bertoia di Pordenone ospita Femmes 1900, la donna Art Nouveau, con circa 300 gli oggetti che hanno per protagonista la figura femminile. In ogni esposizione la Fondazione Arte Nova è presente con il prestito di splendidi arredi ed oggetti che invitano i visitatori ad immergersi in quell’atmosfera di arte “totale” che ancora oggi affascina e stupisce per la sua eleganza e modernità.
 
 
INFORMAZIONI mostra DONNE IN LIBERTY
 
Sede:  Le Jardin Fleuri, Ristorante, Eventi – V. Santa Teresina 25, p.zza del Municipio – Romano Canavese
Date: Dal 4 maggio al 30 novembre 2019
Orari:  Sabato e domenica dalle 15 alle 19
Ingresso:  Gratuito
Organizzazione: Fondazione Arte Nova con il sostegno della Compagnia di San Paolo attraverso il bando “Luoghi della Cultura 2017”
Curatela: Marilina Di Cataldo
Sito:  www.lejardinfleurigustiliberty.it