redazione il torinese

OGR E NON SOLO PER IL TORINO JAZZ FESTIVAL DAL 22 AL 30 APRILE

8 giorni di festival; 250 musicisti; 19 sedi; 8 circoscrizioni; 60 concerti (19 concert e 41 clhub) di cui 40 a ingresso gratuito; 2 anteprime; 40 jazz blitz a ingresso gratuito; 2 marching band; 3 giorni di meeting e 3 di masterclass; 2 mostre; 40 persone coinvolte nell’organizzazione del festival; 40 volontari

Dal 23 al 30 aprile si svolgerà la sesta edizione del Torino Jazz Festival.

La manifestazione, che intende proporsi come evento primaverile internazionale, porterà numerosi artisti a esibirsi sul palco delle OGR, nei circoli jazz centrali e periferici e in diversi teatri e musei dal Piccolo Regio al Conservatorio Giuseppe Verdi a prezzi popolari. Il programma prevede circa sessanta concerti, di cui oltre dieci produzionioriginali – tra queste il concerto di Fabrizio Bosso con Banda Osiris e quelli di Carla Bley e Steve Swallow con Torino Jazz Orchestra, Frankie hi–nrg mc con Al Jazzeera e Federico Marchesano Trio con Louis Sclavis – la prima italiana di un’artista iconica,Melanie De Blasio, numerosi spettacoli pomeridiani, aperitivi in musica ed esibizioni serali. Il Festival è un progetto della Città  realizzato dalla Fondazione per la Cultura , in collaborazione con Fondazione Crt Ogr,  main partner Intesa Sanpaolo eIren. Sponsor Toyota e Poste Italiane, main media partner Rai, media partner Rai Radio tre e Rai Cultura. L’edizione 2018 sperimenterà richiami lungo tutto l’anno con appuntamenti musicali e il coinvolgimento delle orchestre di allievi del Conservatorio e della Scuola Civica di musica e gruppi di studenti delle più titolate scuole specialistiche di jazz. Il TJF vedrà la presenza di musicisti italiani e torinesi con produzioni originali create per il festival insieme a star del jazz internazionale e artisti provenienti da altri mondi musicali. Oltre che dall’Italia, i jazzisti provengono da Austria, Belgio, Bulgaria, Francia, Gran Bretagna, Israele, Norvegia, Stati Uniti Svizzera. Il cartellone sarà interpretato da grandi “vecchi” del jazz statunitense e da artisti che rappresentano l’evoluzione attuale del jazz nel rock, nella musica elettronica e nei nuovi linguaggi improvvisativi che oggi contengono una forte identità extra-americana.

Il jazz vanta a Torino una lunghissima tradizione. Si tratta di un patrimonio artistico e culturale che ha continuato a vivere in città grazie alla tenacia di piccoli club, alla qualità dei suoi musicisti e al gran numero di appassionati. La sesta edizione del Torino Jazz Festival ne conferma la vocazione e intende essere un tributo a chi ne ha coltivato la passione –annuncia la sindaca Chiara Appendino -. Un festival che vuole soddisfare l’interesse di un vasto pubblico proponendo concerti e appuntamenti accessibili a tutti grazie all’importante sostegno di partner e sponsor che hanno creduto in questa rinnovata sfida culturale. A tutti loro va il ringraziamento della Città”.

Il Festival infatti propone a prezzi popolari (con biglietti che vanno dai 5 ai 12 euro) e ricco di appuntamenti gratuiti (40 concerti sono a ingresso libero) –  si presenta “nuovo” e “fresco” fin dalla veste grafica disegnata da giovani professionisti torinesi. Importante è stata anche la scelta di organizzare i concerti serali in un luogo simbolo della trasformazione urbana, le nuove OGR, un vitale punto di riferimento di una città come Torino a vocazione internazionale per la cultura contemporanea. Gli spettacoli main pomeridiani (ore 17.30) si svolgeranno al Conservatorio Giuseppe Verdi (26, 28 e 29 aprile) e al Piccolo Regio Giacomo Puccini (27 e 30 aprile).

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Torino intende sostenere e promuovere le produzioni e le sperimentazioni musicali chiamando a collaborare tutte le realtà cittadine. I musicisti coinvolti nella rassegna saranno circa 250(110 concerti main, oltre 130 nei club e 16 nei jazz blitz). Nell’arco di otto giorni, oltre all’energia degli assoli e delle jam session, si terranno meeting e sonorizzazioni realizzate in aree pubbliche e private, incursioni musicali in luoghi atipici. ​“Ci attendono giorni ricchissimi di musica nei quali Torino sarà protagonista entusiasta del panorama jazz italiano. Per tessere ancora di più questa fitta trama di artisti e di luoghi con il pubblico, la Città ha affidato la direzione artistica al compositore e trombettista torinese Giorgio Li Calzi che insieme al supporto prezioso del sassofonista e compositore Diego Borotti saprà senza dubbio condurre, organizzare e promuovere una kermesse di respiro internazionale originale, aperta alle contaminazioni e capace di coinvolgere la scena jazzistica italiana nel suo complesso – spiega Francesca Leon assessora alla culturaNelle otto giornate dedicate alla manifestazione in città si potranno incontrare i grandi interpreti del jazz, nazionali e stranieri, che suoneranno con gli artisti torinesi per animare le sale da concerto, per portare la musica nelle strade e nei mercati e, con i jazz blitz, in molti luoghi dove la musica di solito non arriva. In questi giorni, torinesi e turisti ascoltando assoli, jam session e virtuosismi potranno immergersi nell’atmosfera dei club e percepirne la sostanza.

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Un assaggio del TJF 2018 si avrà già il 21 e il 22 aprile durante l’Anteprima quando nei mercati (corso Spezia, via Di Nanni, piazza della Vittoria, piazza Foroni e piazza della Repubblica) e nel centro storico si esibirà la marching band Bandakadabra accompagnata dalle danze scatenate dei ballerini delle associazioni Lindy Bros e Dusty Jazz.   “Nel segno della diversità il Torino Jazz Festival edizione 2018 annuncia produzioni originali dialogando con il territorio, chiamando grandi maestri del jazz americano come Archie Shepp e rappresentanti della scena europea come Nils-Petter Molvaer, musicisti che hanno mescolato il linguaggio afro-americano con quello del rock, dell’elettronica e della world music. Stiamo lavorando per costruire un festival per una città a cui intendiamo dare un evento culturale che non si esaurisca in soli 8 giorni. Una città che è sempre stata underground, onnivora di musica e di jazz e aperta alle differenze – sottolinea il direttore artistico Giorgio Li Calzi -. Abbiamo in programma dieci concerti alle OGR, sette dei quali sono produzioni originali, come Fabrizio Bosso con Banda Osiris; in apertura il concerto più trasversale, i Radian, alla Mole; concerti pomeridiani nei teatri, come la prima italiana di un’artista iconica, Melanie De Biasio e il ritorno in Italia del clarinettista bulgaro Ivo Papasov, entrambi al Piccolo Regio. Grande spazio sarà dato ai jazz club, che promuovono musica tutto l’anno, nei quali si esibiranno accanto a molti artisti torinesi, i Now VS now di Jason Lindner, collaboratore di David Bowie in Blackstar, il quartetto di Simone Zanchini che rilegge in jazz Secondo Casadei, e il sassofonista Gianni Gebbia con la ritmica torinese di Michele Anelli e Emilio Bernè. Infine, in collaborazione con il consorzio Piemonte Jazz, presentiamo Jazz Meeting, 3 giorni di incontri tra operatori e direttori di festival piemontesi, italiani, internazionali: in sintesi il TJF sarà laboratorio e officina di progetti e interscambi culturali per la città e per la comunità di cui fa parte, e specialmente rivolto a un pubblico sempre più curioso e attento”.

Jazz Blitz

Dal 23 al 30 aprile con i “jazz blitz” la musica entrerà gratuitamente nei luoghi dell’assistenza, nelle residenze diurne e notturne, nelle case di ospitalità, negli ospedali e nelle strutture di accoglienza, posti dov’è difficile fruire di sonorità dal vivo. Alcuni interventi raggiungeranno anche un pubblico che per obbligo o necessità vive in situazioni di riservatezza o di esclusione. 

Concerti

Il concerto inaugurale, lunedì 23 aprile alle 20.30, al Museo del Cinema (Mole Antonelliana), sarà affidato alla formazione più crossover del festival, i viennesi Radian,maestri nella contaminazione di sonorità elettroacustiche calate in un linguaggio minimalista e post-rock.

Nella giornata della Festa della Repubblica, mercoledì 25 aprile, il TJF aprirà una finestra dedicata al sociale con due concerti che si svolgeranno nella sede di Piazza dei Mestieri. Alle17.30 il CLGEensemble ospiterà uno tra i più influenti chitarristi del jazz d’avanguardia,Christy Doran; alle 21 sarà la volta della fuoriclasse del violino jazz Eva Slongo. AlConservatorio Giuseppe Verdi si esibirà il 26 aprile alle 17.30 l’Orchestravagante degli allievi del Centro di formazione musicale della Città di Torino diretta dal maestroAntonino Salerno. A seguire si potranno ascoltare i brani del The Creative Jazz Workshopdegli allievi del dipartimento Jazz del Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino.

Sul palco delle ex Officine Grandi Riparazioni, alle 21, andrà in scena una prima produzione originale TJF: il quartetto del contrabbassista e compositore torinese Federico Marchesano Atalante con ospite uno dei più autorevoli musicisti d’oltralpe, il clarinettista Louis Sclavis e, subito dopo il grande maestro, drammaturgo, poeta, scrittore, cantante, compositore e ovviamente sassofonista, icona del free jazz, ARCHIE SHEPP col suo quartetto con Special Guest la cantante Marion Rampal.

Venerdì 27 alle 17.30 il Piccolo Regio aprirà le porte a Ivo Papasov e his wedding bandcreatore della Balcan music contemporanea. Alle 21 le Ogr accoglieranno la Frankie hi-nrg mc Vs Aljazzeera, una band diversamente jazz che incontra un pioniere del rap per un viaggio fatto di contaminazioni musicali, dissonanze in rima e cortocircuiti geografici. A seguire il grande chitarrista Marc Ribot con il suo gruppo Ceramic Dog.

Uno dei pianisti italiani più riconosciuti a livello internazionale, Franco D’Andrea, suonerà con il suo ottetto sabato 28 aprile alle 17.30 al Conservatorio Giuseppe Verdi.

Alle Ogr, alle 21, sarà la volta di due produzioni originali: l’hammondista Alberto Gurrisi, il batterista Adam Nussbaum e il sassofonista Seamus Blake. E a seguire un concerto – “The Turin Project Reloaded” con Carla Bley & The Torino Jazz Orchestra Feat. Steve Swallow.

Il concerto sarà dedicato a Maurizio Braccialarghe prematuramente scomparso il 2 gennaio scorso che negli anni passati alla guida dell’Assessorato comunale alla cultura aveva intesorestituire visibilità al fermento musicale locale ideando il Torino Jazz Festival.

Domenica 29 aprile il Conservatorio Giuseppe Verdi accoglierà alle 17.30 il gruppo diTerje Rypdal, indiscusso protagonista del jazz scandinavo. Alle 21, alle OgrFabrizio Bosso e Banda Osiris si esibiranno in una divertente produzione originale per il TJF. A seguire il gruppo del trombettista e sperimentatore norvegese Nils-Petter Molvær. Il TJF main si concluderà nella giornata Unesco per il jazz lunedì 30 aprile con quattro concerti. Per cominciare alle 17.30 si potrà assistere alla prima assoluta italiana dell’artista belgaMelanie De Biasio al Piccolo Regio. Le Ogr ospiteranno in sequenza, dalle 20.30, il talentuosissimo flautista e cantante Magic Malik, il quartetto del pianista torinese Riccardo Ruggieri con Gary Bartz, un mito del jazz. Chiuderà la serata Fred Hersch pianista, compositore e band leader, membro autorevole nel pantheon del pianismo jazz contemporaneo.

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ALTRE ATTIVITÀ

Oltre ai concerti principali e a quelli organizzati nei club della città sono in calendario una serie di attività musicali diffuse che raggiungono tutti i quartieri: convegni, mostre, incontri, masterclass, ed eventi a tema in un programma eterogeneo che trascinerà il pubblico in unviaggio musicale unico e imperdibile.

TORINO JAZZ MEETINGS 2018 – Convegno sul jazz e vetrina del jazz piemontese alCircolo dei Lettori, via Bogino 9.

Torino Jazz Meetings – progetto del Consorzio Piemonte Jazz, realizzato con il supporto del Torino Jazz Festival e in collaborazione con il Circolo dei Lettori – nasce come occasione di incontro per le eccellenze del jazz piemontese, con l’obiettivo di sviluppare i rapporti tra le realtà che lo promuovono a livello regionale, nazionale e internazionale. Il convegno prevede tre tematiche: Piemonte jazz, sulle eccellenze regionali; Jazz in Italy, relativo ai network nazionali; International jazz links, per consolidare connessioni internazionali. In coda ai dibattiti sono previsti concerti-vetrina. Info: www.piemontejazz.it

 

MASTERCLASS – Lo swing nel violino e gli strumenti ad arco (viola e violoncello) diEva Slongo – Orario 11–16 nei giorni dal 23 al 25 aprile. Una masterclass dedicata agli strumenti più diffusi in ambito accademico e meno utilizzati dai linguaggi del jazz, gli strumenti ad arco, grazie a un’eccellente violinista e didatta di jazz, Eva Slongo.

 

MOSTRE

CHET BAKER. L’ULTIMO CHORUS – Le immagini perdute

Dal 25 al 30 aprile e dal 4 al 14 maggio

Jazz Club Torino, piazzale Valdo Fusi – Ore 19–23 – Ingresso libero

Inaugurazione mercoledì 24 aprile, ore 18.30 con il concerto del trio del trombettista  Felice Reggio.

Ideazione e cura della mostra di Luciano Viotto.

Mostra su Chet Baker e il suo legame con l’Italia e Torino.

La sua musica, le testimonianze, i rari documenti video e la rassegna stampa esposti documentano l’essenza artistica di Chet, gli intensi rapporti umani che hanno caratterizzato la sua tormentata esistenza e il legame con l’Italia e Torino.

L’ultimo concerto di Chet Baker in Italia si svolse al Teatro Carignano, il 21 aprile 1988. Le immagini in mostra, scattate dal curatore e ritrovate nel 2012, ci restituiscono idealmente la vita di Chet Baker.

 

TAKE FIVE Emozioni su un pentagramma

Dal 28 aprile all’11 maggio

Biblioteca Civica Centrale, via della Cittadella 5

Negli orari di apertura della biblioteca – Ingresso libero

Inaugurazione – venerdì 27 aprile, ore 18, con Jazz Performance di Alfredo Ponissi,sassofoni Photo Exhibition & Jazz Performance Project

Fotografie di Carlo Mogavero, Patrizio Gianquintieri, Massimo Novo, Mamo Delpero

Interpretazione fotografica del viaggio emozionale che i musicisti e gli ascoltatori intraprendono durante il flusso creativo di un brano o un concerto jazz. Come i musicisti di una band, quattro fotografi danno vita a una narrativa, allo stesso tempo personale e collettiva, fatta di oltre 30 immagini che creano un percorso visivo fatto di suoni ed emozioni. Nella serata inaugurale, un musicista decodificherà le fotografie esposte facendole ritornare musica.

 

SEDI EVENTI

CONCERT 

Conservatorio Giuseppe Verdi (piazza Bodoni); Piccolo Regio Giacomo Puccini (piazza Castello 215); Museo del Cinema (Mole Antonelliana via Montebello 20); OGR (corso Castelfidardo 22); Piazza dei Mestieri (via Jacopo Durandi 13).

 

JAZZ clHUB 

Bagni Pubblici di via Agliè (via Agliè 9); Blah Blah (via Po 21); Caffè Neruda (via Giachino 28); Circolo culturale La Rusnenta (via Andreis 11); Folkclub (via Perrone 3 Bis); Il Convivio del Filo Illogico (via Scarlatti 2); Jazz Club Torino (piazzale Valdo Fusi);Laboratori di Barriera (via Baltea 3); Le Ginestre (via Valprato 15); Mad Dog (via Maria Vittoria 35); Magazzino sul Po (via Murazzi del Po 14); Osteria Rabezzana (via San Francesco d’Assisi 23/C); Spazio MRF (corso Luigi Settembrini 164).

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TJF SOCIAL

#tjf2018 

 

Canali TJF

Sito www.torinojazzfestival.it

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YouTube www.youtube.com/user/torinojazzfestival

 

BIGLIETTERIA TORINO JAZZ FESTIVAL

Urban Center Metropolitano – piazza Palazzo di Città 8/F

tel. 011.01124777 – tjftickets@comune.torino.it

 

Giorni e orari di apertura: da martedì 3 aprile con orario 10.30/18.30 – Chiusa nelle domeniche 8, 15 e 22 aprile. Aperta mercoledì 25 e domenica 29 aprile.

Informazioni e accesso disabili: tel. 011.01124777 – Nei giorni e negli orari di apertura della biglietteria.

 

I BIGLIETTI SARANNO IN VENDITA ANCHE:

–      Infopiemonte – Torinocultura – via Garibaldi 2, tutti i giorni 10-17, numero verde 800.329.329 – Saranno accettati esclusivamente pagamenti con carta di credito o bancomat.

–      Internet: www.torinojazzfestival.it – www.vivaticket.it – Il costo del servizio di acquisto è pari al 12% del prezzo del biglietto, con un minimo di € 1.00.    

CONCERTI SERALI ALLE OGR: Posti numerati € 12.00/8.00

All’ingresso saranno effettuati controlli di sicurezza.

 

CONCERTI POMERIDIANI AL PICCOLO REGIO GIACOMO PUCCINI E AL CONSERVATORIO GIUSEPPE VERDI: Posto unico numerato € 5.00.

Per i nati a partire dall’anno 2004 biglietti per tutti i concerti a € 5.00.

Spettacolo Lovers Words Session: Cinema Massimo, domenica 22 aprile ore 20.

Ingresso € 7.00 – Ridotto € 5.00; I biglietti sono in vendita nella biglietteria del cinema Massimo; Ulteriori info: www.loversff.com.

 

Concerto dei Radian: Museo del Cinema, lunedì 23 aprile ore 20.30; Ingresso          € 11.00 + €1.50 (diritto di prevendita) in vendita da martedì 3 aprile. Ingresso con acquisto on line di biglietto al Museo del Cinema www.museocinema.it. I tiket eventualmente ancora disponibili saranno messi in vendita la sera del concerto nella biglietteria del Museo.

 

10 % di sconto su tutti i biglietti di costo superiore a € 5,00 ai possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte, Torino+Piemonte Card e ai possessori di

abbonamenti o biglietti di treni regionali Trenitalia (info su www.torinojazzfestival.it).

 

Se ancora disponibili i biglietti saranno posti in vendita 45 minuti prima dell’inizio dei concerti nella biglietteria della relativa sede.

Gendarmi francesi a Bardonecchia nella sede di assistenza ai profughi

L’associazione Rainbow4Africa, che si occupa di assistere i profughi che ormai numerosissimi cercano di passare dalle Alpi per attraversare la frontiera verso la Francia, ha denunciato in un tweet l’irruzione degli agenti della Dogana Francese, ieri sera, nella saletta della stazione di Bardonecchia dove lavorano i volontari. Dicono gli operatori che è un presidio sanitario “un posto neutro rispettato anche nei luoghi di guerra”. I militari avrebbero costretto un ospite nigeriano all’esame delle urine e intimidito alcuni presenti.  Per i volontari si tratta di un atteggiamento ” irrispettoso dei diritti umani nei confronti di un ospite nigeriano”. Nei giorni scorsi è stata al centro dell’attenzione delle cronache la vicenda della madre nigeriana incinta di sette mesi respinta al confine francese e poi morta dopo un mese a Torino, dopo aver partorito un bimbo.

Papa Francesco, Scalfari e la crisi dell’informazione

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

 

La “Repubblica “ha pubblicato un’intervista a Papa Francesco a firma di Eugenio Scalfari, il vegliardo fondatore ricevuto per la quinta volta, in occasione della Pasqua, dal Pontefice che è molto attento verso i giovani ed altrettanto caritatevole verso gli anziani. Il Papa del laicismo italiano ricevuto dal Papa dei cattolici è già di per sè una notizia. L’Ufficio stampa vaticano ha smentito che si trattasse di un’intervista e ha smentito i virgolettati del Papa scritti da Scalfari.


E’ la solita vecchia, vecchissima minestra giornalistica, quella di attribuire con le virgolette
una conversazione informale, spesso e volentieri deformandola, con la scusa di sintetizzarla. Uno dei vizi più inaccettabili del giornalismo in generale e di quello di “Repubblica” in particolare. Una delle cause che portano i lettori a dileguarsi, non trovando più attendibile il loro giornale.”Repubblica” è in caduta libera.I lettori l’hanno abbandonata anche perché si trattò nei periodi d’oro di un quotidiano-partito da sventolare come una bandiera di appartenenza. La direzione di Calabresi ha ancora peggiorato la situazione fino a renderla drammatica.
La gente non legge più la carta stampata e soprattutto certi giornali. La categoria giornalistica appare sempre meno adeguata al suo compito primario che è quello di informare e non di sentenziare o di stravolgere la verità. Anche i giornalisti televisivi non sono molto meglio. Basta ascoltare” La 7″ che invita sempre gli stessi ,per rendersi conto della povertà assoluta che caratterizza il giornalismo italiano,a partire dal suo patriarca ultra- novantenne. Non sono tanto le nuove tecnologie a mettere in crisi il giornalismo,ma la non credibilità di chi scrive. Morto Montanelli non c’è più stato un giornalista del suo livello e i giovani rampanti che si esibiscono in televisione rivelano una supponenza pari  alla loro impreparazione e alla banalità del loro modo di esprimersi. In fondo, potremmo dire, la scuola di Scalfari sta esprimendo ciò che ha creato in questi decenni. Lo scrupolo per la notizia e per la verifica della notizia sono diventati un optional.Anche le parole del Papa sono riportate in modo approssimativo. Ma neppure questa è una notizia perché il Patriarca, ormai, è abituato ad esternazioni televisive che potremmo definire divertenti, per non considerarle leggermente penose.

 

 

scrivere a quaglieni@gmail.com

(foto: il Torinese)

Pasquetta al Castello di Masino

Per il Lunedì dell’Angelo il Castello e Parco di Masino, Bene del FAI – Fondo Ambiente Italiano a Caravino (TO), i visitatori avranno l’opportunità di trascorrere una divertente giornata all’aria aperta immersi nel parco ottocentesco

Lunedì 2 aprile, dalle ore 10 alle 18, protagonisti della giornata saranno i giochi a squadre come palla prigioniera, rubabandiera e la corsa con i sacchi che culmineranno, nel pomeriggio, con il grande tiro alla fune. Dopo il successo della precedente edizione, sarà inoltre riproposta la caccia alle uova.

 

Un mercatino di prodotti tipici e stand gastronomici offriranno la possibilità di assaggiare piatti e prodotti del territorio come i plin e i primi caldi, la carne di razza piemontese, i formaggi freschi di cascina, salumi, il tradizionale ‘salampatata’, i grissini salati e al cioccolato, le ‘miasse’ farcite, il gelato artigianale oppure sarà possibile pranzare sulle panoramiche terrazze del caffè Masino in castello.

 

Durante l’evento i visitatori avranno la possibilità di scoprire la dimora millenaria, i giardini storici e il secondo labirinto più grande d’Italia: 1200 metri di siepi di carpino. I bambini, fra i 4 e i 14 anni, potranno cimentarsi, affiancati da esperti animatori, nella costruzione di girandole a farfalla, animaletti pasquali e uova pazze e scoprire l’equitazione cavalcando piccoli pony guidati da esperti istruttori.

Con il Patrocinio di Regione Piemonte, Città metropolitana di Torino, Comune di Caravino e Città d’Ivrea. Il calendario “Eventi nei beni del FAI 2018”, è reso possibile grazie al significativo sostegno di Ferrarelle, partner degli eventi istituzionali e acqua ufficiale del FAI, e al prezioso contributo di PIRELLI che conferma per il sesto anno consecutivo la sua storica vicinanza alla Fondazione. Si aggiunge quest’anno la prestigiosa presenza di Radio Monte Carlo in qualità di Media Partner.

 

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CASTELLO E PARCO DI MASINO, CARAVINO (TO)

Giorno e orario: lunedì 2 aprile, dalle ore 10 alle 18

Ingresso (comprende visita libera al castello): Intero: 11 €; Ridotto (4-14 anni) 5 €; Iscritti FAI e residenti del comune di Caravino: 4 €; Famiglia (2 adulti + 4 bambini) 27 €

 

Per informazioni: Castello di Masino, Caravino (TO) tel. 0125.778100; faimasino@fondoambiente.it

 

Per maggiori informazioni sul FAI consultare il sito www.fondoambiente.it

Italiaonline prevede 400 esuberi ma propone piano incentivi per il top management

Il prossimo  27 aprile all’assemblea di Italiaonline, la società che ha dichiarato 400 esuberi e l’intenzione di chiudere la sede di Torino proporrà un piano di incentivazione del top management in azioni per il valore di 6,7 milioni di euro. Saranno disponibili quasi 2.3 milioni di azioni gratuite – il 2% del capitale – assegnate a manager e amministratori esecutivi nel caso in cui vengano raggiunti determinati obiettivi. L’azione di Italiaonline martedì valeva in Borsa 2,9118 euro, assegnando al piano un controvalore di circa 6,7 milioni di euro. Nel frattempo è stato bloccato per tre settimane il piano di ristrutturazione, dopo l’apertura il 20 marzo di un tavolo di mediazione presso il ministero dello Sviluppo economico. Commenta Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali: “Che Paese straordinario che è l’Italia:  il colosso del digitale Italiaonline mentre prevede 400 licenziamenti e la chiusura dello stabilimento a Torino, pur avendo 27 milioni di euro di utile netto nell’ultimo anno, stabilisce anche la distribuzione di 7 milioni di euro di incentivi ai manager dell’azienda per i prossimi tre anni. In un Paese normale questo si chiamerebbe furto e gli autori verrebbero trattati tecnicamente come ladri.”

Gas e dintorni, i bonus per i consumatori

Di Patrizia Polliotto*

 

Il Governo, sin dall’anno 2007 ha istituito uno speciale bonus per le famiglie bisognose e numerose. L’agevolazione si applica al consumo del gas naturale distribuito attraverso la rete nazionale e non mediante i distributori di bombole o di GPL.bonus Gas e il bonus Luce rientrano nel pacchetto di misure definite bonus Energia, introdotto con il Decreto Ministeriale 28 del Dicembre 2007 e la sua applicazione è resa disponibile grazie alla collaborazione delle amministrazioni comunali e delle regioni italiane. Il decreto ministeriale, per come è stato istituito, prevede che ad avere accesso al bonus energia le famiglie devono soddisfare dei requisiti di reddito e di numero e, una volta certificato il diritto ad ottenere la riduzione, questa viene applicata direttamente nella bolletta del gas. Altro requisito specifico per ottenere il bonus è che deve essere fruito per l’utenza attivata nell’abitazione di residenza, altrimenti non è richiedibile. I cittadini che possono fruire delle detrazioni previste dal bonus Gas 2018 devono essere innanzitutto clienti domestici titolari di un’utenza per il gas naturale con regolare contratto di fornitura stipulato presso una delle società distributrici italiane. Dal punto di vista reddituale le famiglie che richiedono il bonus non devono superare gli 8107,50 euro di reddito ISEE. Per le famiglie che hanno tre o più figli a carico il tetto massimo reddituale è fissato invece a 20mila euro.

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* Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

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UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI
COMITATO REGIONALE DEL PIEMONTE
TEL. 011 5611800, Via Roma 366 – Torino
EMAIL: UNC.CONSUMATORITORINO@GMAIL.COM

 

Il ritorno del “centro”

di Giorgio Merlo

Sono trascorse appena 3 settimane dal voto del 4 marzo e già fioccano le analisi, i commenti e le riflessioni sulla necessità di correggere la geografia politica italiana apertamente sbilanciata sugli “opposti populismi”. Lo ammetto. Fa sempre un certo effetto leggere commenti, come quello recente ed autorevole del prof. Angelo Panebianco sulla prima pagina del Corriere della Sera, sulla necessità politica di un ritorno del “centro” nella dinamica politica italiana. O meglio, “di un partito o di uno schieramento” che ripropongano nell’attuale scenario italiano politiche capaci di contrastare i populismi che caratterizzano i partiti usciti vincenti dalle urne del 5 marzo. Ora, lo stupore nel leggere certi commenti e’ dovuto al fatto che abbiamo subito per quasi 20 anni un inno continuo e martellante al bipolarismo, alla democrazia dell’alternanza, alla demonizzazione di ogni” politica di centro” e soprattutto alla demolizione sistematica e coerente di quell’esperienza politica e culturale che si chiamava Democrazia Cristiana. È stato appena sufficiente l’affermazione di un nuovo, e per certi versi, inedito bipolarismo politico rappresentato dal movimento 5 stelle e dalla Lega di Salvini per invogliare alcuni settori giornalistici ed editoriali – che sino a ieri dissacravano ogni riferimento ad una “cultura di centro” – a ritessere le lodi di un aggiornato ritorno di un passato glorioso. Va da se’ che una riflessione del genere impone anche, al contempo, una riscoperta – altrettanto inedita – del ruolo politico, storico, culturale e programmatico della esperienza della Democrazia Cristiana. Ma, al di là della concreta esperienza della Dc, e’ indubbio che forse è giunto anche il momento di avanzare una proposta politica che non si limiti ad assecondare le mode del momento. Sempreche’ siano mode passeggere e non strutturali nel sistema politico italiano. Ed è altrettanto indubbio che la riscoperta di una “politica di centro”, e che “guarda a sinistra” per dirla con Alcide De Gasperi, deve contemplare anche la riscoperta e la rilettura critica del filone culturale del cattolicesimo politico italiano. Altro elemento, questo, avanzato e richiesto dai medesimi commentatori, politologi ed opinionisti di alcuni grandi organi di informazione. Ovvero, di fronte a questo nuovo ed inedito bipolarismo, si impone quasi come un dovere morale la riscoperta della tradizione politica e culturale del cattolicesimo politico italiano. Che, nel nostro paese, e’ quasi sempre coincisa, per ragioni e circostanze storiche, con una “politica di centro”. Ora, al di là delle simpatiche conversioni intellettuali di alcuni politologi italiani, e’ indubbio che il futuro politico del nostro paese non può prescindere dall’apporto, concreto e visibile, della cultura cattolico democratica e cattolico popolare. Del resto, se nei grandi tornanti della storia politica italiana, questo filone ideale e’ stato decisivo nell’indirizzare e orientare la politica dell’intero paese, adesso non può ridursi ad alzare bandiera bianca di fronte ai nuovi vincitori e ai nuovi “padroni”. Che erano e restano del tutto esterni, estranei e lontani da questa tradizione. Sarà compito, pertanto, dei cattolici democratici e dei cattolici popolari riscoprire una cultura e un pensiero che per troppo tempo sono caduti in letargo. Quasi assente dalle dinamiche concrete della politica italiana. E questo senza addossare sempre e solo la responsabilità ad altri o, peggio ancora, al ” destino cinico e baro”.

Le grane piccole e grandi del centro città sperando nelle Olimpiadi

STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto

Ho scoperto che a Torino oltre i problemi delle periferie stanno lievitando i problemi del centro. La città barocca sta facendo posto alla Torino del degrado. Proprio così, la nostra storica e urbanistica bellezza rischia di essere soppiantata dalla bruttezza della non soluzione dei problemi. Questi,  assommati e moltiplicati, prodotti dal caos, amplificano il caos stesso. Caos vuol dire ingovernabilità, e in una situazione caotica si vive male. Che ci fossero delle grosse criticità si capiva camminando, fotografando e memorizzando. Ma è la prima volta che i temi vengono elencati e “sistematizzati”. Sintesi: in centro non si vive bene come una volta. E’ quanto emerge dall’ incontro tra il presidente della circoscrizione 1 Centro – Crocetta Massimo Guerrini e il direttore della Stampa Maurizio Molinari, in piazza Albarello 8 ex sede della facoltà di Economia e Commercio, ora Collegio Carlo Alberto, edificio di proprietà della Fondazione San Paolo. Era presente una civilissima società civile esasperata che ha elencato in ordine sparso i problemi diffusi su tutto il territorio del centro. I senza tetto non solo dormono sotto i portici, ma fanno anche i loro bisogni. Mediamente le strade sono sporche. Scritte sui muri. Aree come la Cavallerizza occupate con tutto ciò che comporta nella qualità della vita e del  senso civico degli occupanti. Movida serale e notturna con il relativo uso di superalcolici e droghe varie. In ogni angolo davanti ai negozi uomini e donne di colore che elemosinano. Sospette presenze di lavavetri con l’ ombra del racket nigeriano. Ricapitoliamo: criminalità organizzata, alcol, droghe, spaccio di vario genere. Sicuramente i più arrabbiati sono i commercianti. Interventi a raffica dei rappresentanti di categoria. Lamentele e non solo. E un corale no alla ztl tutto il giorno. Con una domanda di fondo: perché ce l’avete con noi e non intervenite? La risposta arriva da Molinari. Tempi di crisi. Tempi di passaggi epocali.  Elite e classi dirigenti molto in difficoltà.  Incalzano gli astanti: classe dirigente inadeguata. Basta vedere come hanno affrontato il problema dei trasporti pubblici e parcheggi. Che fare? Noi abbiamo impressione che i  buoi siano scappati ed ammettiamo, siamo un po’ stanchi. Stanchi di non essere considerati da una politica fatta da politici sempre più distanti dalla gente. Anche i pentastellati sembrano persi nelle loro torri d’avorio. Noi ci ritagliamo il compito di cronisti per raccontare sempre più con flebile voce, rauca e confusa e con un po’ di lacrime quel che succede in questa nostra città. Speriamo che il ritorno delle Olimpiadi qualcosa faccia, di  nuovo e  bello. Nessun limite alla provvidenza. Appunto, speriamo.

Il clima che cambia: pessime previsioni. La Regione studia i mutamenti

Le previsioni non sono delle migliori. Estati sempre più calde, fenomeni meteorologici sempre più estremi, invecchiamento di una popolazione sempre più vulnerabile, migrazioni di specie animali e vegetali, scioglimento dei ghiacciai: ecco  alcuni degli scenari previsti dagli studi più recenti e degli impatti prodotti dai cambiamenti climatici in Piemonte, di qui ai prossimi cento anni, trattati nel corso di formazione regionale sul climate change, organizzato dalla Regione Piemonte a Torino e conclusosi, nella sua parte teorica, mercoledì 28 marzo. Sono stati cinque gli incontri, a seguito di una delibera di adozione della strategia regionale ad hoc, e si riuniranno anche i diversi componenti del tavolo interdirezionale e interdipartimentale, incaricato dell’attuazione del programma di adattamento-mitigazione. Il  corso potrebbe diventare uno strumento da mettere a disposizione delle altre regioni italiane, sotto l’egida del Ministero dell’Ambiente. “La Regione Piemonte – spiega Roberto Ronco,  responsabile della Direzione regionale Ambiente, governo e tutela del territorio, – è presente e competente in materia, e può dire qualcosa di concreto su questi temi anche a livello internazionale”. I tecnici dell’Arpa Piemonte hanno parlato delle ricadute e degli impatti dei cambiamenti del clima sul territorio piemontese. Dopo una introduzione generale a livello globale, Simona Barbarino ha spiegato il concetto di “forzante radiativo”, la misura dell’influenza di un fattore come l’aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera nell’alterazione del bilancio tra energia entrante ed energia uscente nel sistema. Il forzante positivo è associato al riscaldamento della superficie terrestre, mentre il forzante negativo al raffreddamento. Le proiezioni climatiche future fino al 2100 – scrive la Regione in una nota – per il Piemonte parlano di un aumento delle temperature con situazioni sempre più estreme. I modelli presi in esame sono due: uno più ottimistico, che tiene conto del raggiungimento dei risultati previsti dall’Accordo di Parigi, e l’altro pessimistico, che si muove come se i buoni propositi degli Stati firmatari non fossero andati a buon fine. Renata Pelosini ha spostato l’attenzione anche sugli impatti che tali cambiamenti possono avere in uno scenario in cui in Europa il 75% della popolazione vive in città e a metà secolo questa percentuale andrà verso l’80-65%, e in cui i centri urbani consumano il 69% dell’energia totale. In Piemonte il 20% del totale della popolazione risiede a Torino, una popolazione già da tempo soggetta ad un aumento dell’età media.

Negli ultimi 30 anni si è registrato un aumento della temperatura media di 0,7 gradi. Ne risentono le stagioni estiva ed autunnale. Le massime estive hanno fatto registrare valori estremi con diverse ondate di calore. In seguito quella che investì Torino nel 2003 ci fu un aumento di decessi del 33%. Il luglio del 2015 è stato il più caldo in assoluto e l’estate del 2017 una delle più secche degli ultimi 60 anni, con il Po a Torino sempre al disotto della portata media. In questa situazione, novembre diventa il mese più piovoso con episodi alluvionali frequenti, fenomeni brevi e intensi associati a forti venti. Il modello prevede per il 2040 una temperatura estiva media dai 28 ai 30 gradi con ondate di calore sempre più frequenti e durature, che andranno a coprire più di trenta giorni nell’arco di una intera stagione estiva.  Da considerare anche la migrazione delle specie: l’istrice, specie africana, è arrivata nelle colline di Valenza e di Cambiano. Altro esempio, le libellule: specie africane che si trovano anche in alta montagna. E poi l’allungamento della permanenza in vita della zanzara tigre, da ottobre a marzo. Ma non solo, a risentire dei cambiamenti sono anche i lepidotteri, e le api domestiche, in molti casi rimaste senza nutrimento. Anche la viticoltura comincia a risentire del climate change: c’è una perdita delle rese e uno spostamento in quota delle viti, il dolcetto è in crisi e il nebbiolo, nonostante le ultime annate eccezionali, a lungo andare tenderà a perdere la colorazione, anche a causa del cambio fenologico, che spinge i viticoltori ad anticipare le fasi di raccolta e produzione.

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Per ulteriori informazioni e per visionare i materiali del corso, consultare, alla voce “Formazione” del menu, il sito climapiemonte.wordpress.com/

Anziano sospetto ex Br arrestato per rapina

Un anziano ex sospetto fiancheggiatore delle Br è stato arrestato dalla polizia per una rapina a un commerciante il 6 febbraio  del 2017 a Torino. Salvatore Scivoli, 66 anni, di Nichelino (Torino), pregiudicato si avvicinò al mondo brigatista in carcere negli anni ’80. E’ stato notificato un ordine di custodia cautelare anche a Giuseppe Argento, di 64 anni. La rapina è avvenuta ai danni del titolare di due sale slot mentre stava depositando 24 mila euro, ma non avrebbe matrice eversiva. Il rapinato inseguì i malviventi, uno dei quali sparò senza ferirlo ferirlo.La procura  procede per rapina e tentato omicidio.