redazione il torinese

Elicottero per spegnere i focolai sul Musinè

In fiamme da ieri il Musiné, il monte a pochi chilometri da Torino, all’imbocco della Valle di Susa. Per spegnere i focolai (stamane le operazioni erano ancora in corso) è stato impiegato anche un elicottero dei vigili del fuoco che ha effettuato  lanci d’acqua. Sulla montagna il lavoro delle squadre si è reso  complicato a causa delle fiamme sviluppatesi in zone impervie. Il fumo provocato dall’incendio era visibile anche a Torino.

 

(foto: Vigili del Fuoco – archivio)

Aperture (e chiusure) dei Musei Reali

Domenica 22 aprile i Musei Reali rimarranno chiusi a causa della carenza di personale, a eccezione di Palazzo Reale, il cui abituale percorso sarà accessibile con biglietto ridotto (6 Euro). Proseguiranno invece regolarmente le visite organizzate in collaborazione con l’Associazione amici di Palazzo Reale, con l’apertura dell’Appartamento della Regina Maria Teresa e del Secondo Piano di Palazzo Reale. Il percorso comprende gli Appartamenti dei Duchi d’Aosta e dei Principi di Piemonte. Le visite si terranno esclusivamente in gruppi massimo 25 persone alle ore 10 – 11 – 12 – 15 – 16 – 17 (intero 6 Euro per il Secondo Piano; 4 Euro per l’Appartamento della Regina Maria Teresa; non è necessaria la prenotazione).

I Musei Reali saranno aperti in occasione del ponte della Festa della Liberazione da lunedì 23 a mercoledì 25 aprile compresi. Rimarranno invece chiusi giovedì 26 aprile, ma per questa giornata, in via straordinaria, sarà possibile visitare gratuitamente (con accesso contingentato ai caveaux) in Biblioteca Reale La cucina di buon gusto. La mostra si inserisce all’interno del programma di avvicinamento al Bocuse d’Or Europe OFF 2018 e costituisce un viaggio tematico intorno al cibo per mostrare l’arte della buona tavola a corte attraverso l’esposizione di rari e preziosi ricettari dal Seicento all’Ottocento, porcellane e argenti reali, disegni, manoscritti e i più celebri trattati culinari del Settecento.

I Musei saranno altresì aperti per il ponte della Festa dei Lavoratori lunedì 30 aprile e martedì 1 maggio, con chiusura mercoledì 2 maggio.

Durante tali festività (ponte del 25 aprile e del 1 maggio), la mostra Frank Horvat. Storia di un fotografo rimarrà sempre aperta al pubblico con i consueti orari.

 

Assoluti Indoor, Elena Bertocchi e Giovanni Tocci protagonisti

Si è conclusa la prima giornata del Campionato Italiano Assoluto Open di tuffi e alla piscina Monumentale hanno brillato Elena Bertocchi e Giovanni Tocci, entrambi classe 1994, tesserati per l’Esercito e, rispettivamente, per Canottieri Milano e per Cosenza Nuoto. I due azzurri, bronzo iridato dal metro ai Mondiali di Budapest del 2017, sono saliti sul primo gradino del podio al termine delle rispettive finali. Elena Bertocchi ha vinto la gara dal trampolino 3 metri, con 301,30 punti davanti a Laura Bilotta (Fiamme Oro/Cosenza Nuoto) e Chiara Pellacani (MR Sport Fratelli Marconi), argento e bronzo con 255,60 e 243,25 punti. Giovanni Tocci ha invece chiuso con 417,85 punti, precedendo Lorenzo Marsaglia (Marina Militare/CC Aniene) e Francesco Porco (Fiamme Oro/Cosenza Nutoto), secondo e terzo con gli score di 391,75 e 355,15.

Elena Bertocchi ha condotto una gara solida e senza errori, facendo la differenza con gli ultimi due tuffi – doppio salto mortale e mezzo rispettivamente rovesciato carpiato e ritornato raggruppato – nei quali ha raccolto parecchi 7,5. Buona partenza di gara sia per Laura Bilotta, prima nelle qualifiche del mattino, sia per Chiara Pellacani, in testa dopo due tuffi. Quest’ultima, atleta laziale classe 2002 e campionessa europea Junior di specialità nel 2017, ha poi commesso un errore nel suo terzo salto (il triplo e mezzo avanti carpiato) mentre la campionessa europea Junior del 2014 ha perso terreno nel quarto (doppio e mezzo rovesciato carpiato).

La Bertocchi, campionessa europea nel 2017 a Kiev e recentemente prima ai Campionati Open ucraini disputati proprio a Kiev, si è detta contenta per la prestazione e per essere nuovamente a Torino, “città appassionata di tuffi”. Nell’ultima gara della giornata – il trampolino 3 metri sincro – ha poi conquistato un’altra medaglia d’oro in coppia con Chiara Pellacani (268,29). Le due azzurre, alla prima stagione insieme nel sincro, hanno preceduto sul podio Laura Anna Granelli e Elettra Neroni (237,42), argento, Lucia Zebochin e Giulia Rogantin (230,34), bronzo.

Più incerta la gara maschile dal metro, vinta da Giovanni Tocci autore di un’ottima prova eccezion fatta per il quarto tuffo, ben eseguito ma macchiato da una penalità per aver interrotto il presalto. Terzo dopo quell’errore, il vicecampione europeo di Londra 2016 ha cambiato marcia negli ultimi due salti – il triplo e mezzo avanti raggruppato e il doppio e mezzo ritornato raggruppato – ottenendo vari 9 e 8,5 e conquistando la vetta della classifica.

“Sono contento per il titolo e perché ho buone sensazioni nonostante sia solo l’inizio della stagione” ha dichiarato il vincitore, “questo mi fa ben sperare in vista delle prossime gare internazionali, in particolare gli Europei (Edimburgo, 6-12 agosto)”. Alle sue spalle Francesco Marsaglia, secondo anche nelle qualifiche dietro Tocci; terzo Francesco Porco, che nella volata finale ha avuto la meglio su Adriano Rusla Cristofori e Gabriele Auber, a lungo sul podio virtuale della gara.

Gli Assoluti di tuffi proseguono  con le gare dal trampolino 1 metro femminile e 3 metri maschile e con la piattaforma sincro maschile e femminile. Come oggi le finali saranno trasmesse in diretta su Rai Sport + HD a partire dalle 17.

Stefania Tassi, “Hielo”. Tra romanzo e realtà il passo è breve

“Mi chiamo Stefania Tassi, abito a Grosseto e, avendo da poco lasciato il lavoro, ho deciso di dedicare più tempo a quella che da piccola, consideravo una delle mie tante passioni-miraggio: la scrittura. Però i sogni si avverano solo grazie alla costanza e alla forza di volontà … sempre da piccola, uno dei miei sogni ricorrenti era quello di trovare, una notte, sotto la mia finestra, un bellissimo cavallo bianco. Sogni di bambina? Forse … ma anni dopo, avrei incontrato Sharii, la cavalla della mia vita, che ringrazio, per avermi infuso coraggio, sensibilità, empatia e tutta quella forza che mai avrei creduto di possedere: se riesco a convincere un essere che pesa quintali, posso convincere me stessa ad uscire dal guscio. Ho scritto il mio primo libro “Cetrioli alti” in un numero limitato di copie, in occasione della nascita della mia nipotina. Volevo raccontarle i miei primi anni di vita, i ricordi, le filastrocche e le nanne che cadenzavano le mie giornate, corredate dai miei disegni e da vecchie foto. Sono stata tanto incoraggiata da tutti i lettori, occasionali e non, che ho ripreso la penna in mano, stavolta decisa a pubblicare le prossime opere. “Il Corridoio del Vescovo” edito da Booksprintedizioni nel 2017, è un thriller ambientato in Maremma, la mia terra, nel quale vengono a galla i segreti sepolti dal troppo dolore di una famiglia anomala.  Il secondo, “Hielo”, pubblicato a febbraio, è un romanzo scaturito da un mio recente viaggio in Argentina. Grazie a due accompagnatori meravigliosi che vivono in quella terra, forte e sfacciatamente bella, ho potuto immergermi nei luoghi, nella vita delle persone e nella storia violenta e triste. Ho percorso a cavallo la Estepa Patagonica, ho camminato sul ghiacciaio unico al mondo, ho respirato le arie struggenti del tango e de Las canciones comprometidas, mi sono commossa di fronte al Sacrario dei caduti alle Malvinas. Tutta questa bellezza, tutta la passione e l’incanto, li ho portati con me e trasferiti sulle pagine di “Hielo”. Tra romanzo e realtà il passo è breve. Ho scelto di pubblicare “Hielo” tramite Streetlib in self publishing; l’ho seguito come un niño, e come l’ultimo nato, lo amo profondamente”.

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Domenico Buratti, magnifici quei ritratti

FINO AL PRIMO MAGGIO

Un’altra “piccola mostra preziosa”. La retrospettiva dedicata, nelle Sale 11 e 12 della “Pinacoteca dell’Accademia Albertina” di Torino, a Domenico Buratti (Nole Canavese 1881 – Torino 1960)   rappresenta il secondo appuntamento del ciclo “Dalla scuola di Grosso”, curato da Pino Mantovani e da un Comitato Scientifico formato da Francesco De Caria, Angelo Mistrangelo e Donatella Taverna. La mostra di Buratti segue quella di Venanzio Zola tenutasi nel mese di marzo, mentre per maggio è già in programma la terza incentrata sull’opera di Bartolomeo Baggio. Tre rassegne da Wunderkammer che vogliono ricordare tre eccellenti artisti operanti in Accademia nel ‘900 e formatisi alla Scuola di Pittura di Giacomo Grosso. Figlio di un falegname “stipettaio” e pittore di originale talento, ma anche illustratore di libri di poesie e poeta egli stesso, nonché – intorno agli anni Trenta – editore con il fratello Tino (insieme al quale, dopo averla rilevata, prosegue l’attività dell’“Editrice Fratelli Ribet” fino al 1932), Buratti entra giovanissimo all’“Accademia Albertina”, dove segue in modo particolare i corsi di Disegno di Giacomo Grosso e stringe forte amicizia con i coetanei Felice Carena, Cesare Ferro, Anton Maria Mucchi e Mario Reviglione. Inizia ad esporre nei primi anni del ‘900, allorché sue opere, di netta impronta simbolista, vengono presentate alla “Promotrice” di Torino. Messa bene in testa, negli occhi, nelle mani e nel cuore, la grande lezione di Grosso, Domenico Buratti “è, prima di tutto – scrive Pino Mantovaniun disegnatore; anche quando lavora di pennello, di colori smaltati e velature, di lacche e vernici”. E nulla, più del disegno, è in grado, secondo lo stesso artista, “di far diventare il corpo trasparente come acqua e leggero come l’aria”. Nell’attuale mostra alla “Pinacoteca dell’Albertina” (poco più di trenta le opere esposte e realizzate in gran parte fra il 1904 e il 1910), troviamo anche una decina di piccoli “paesaggi” raccolti sotto il titolo significativo di “Impressioni”; opere decisamente gradevoli giocate sul tratto rapido del colore nella ricerca di sintesi narrative che paiono scivolare spesso oltre la rigida sintassi del segno e delle forme. Una sorta di “bizzarria” pittorica, pur accompagnata da grande mestiere. Poiché la “vera pittura” per Buratti è rigore, è puntigliosità, è attenzione scrupolosa al segno che “prepara, imposta, sviluppa e conclude i processi delle arti visive”. Per questo l’indimenticato Marziano Bernardi recensendo, nel ’40, una sua mostra alla Galleria “Martina” scriveva: “Le sue più intime gioie Buratti deve averle godute nello scoprire come si dipinge un bel quadro piuttosto che nel contemplare il suo bel quadro dipinto”. Opere di grande scuola e perfezione accademica oltre che di trascinante forza introspettiva sono quindi, e soprattutto, i Ritratti, gli Autoritratti e le Scene di corale umanità che troviamo ben esposte in rassegna. Dai “Ribelli”, olio austero del 1904 che segna l’avvicinamento – anche attraverso l’impronta simbolista di Leonardo Bistolfi – a quel Socialismo umanitario che aveva improntato il “Quarto Stato” di Pellizza da Volpedo a quell’autentico capolavoro di maestria pittorica che è “Il gregge”ancora incentrato sui temi della denuncia sociale, acquistato nel 1905 alla “Promotrice” da Arturo Toscanini e andato purtroppo disperso dopo la morte del grande direttore d’orchestra. In mostra troviamo però esposti il bozzetto e otto imponenti disegni preparatori realizzati a matita su carta: disegni così perfetti e analiticamente studiati nella trascrizione drammatica di quel “gregge di bambini”, impietosamente curvi e deformi sotto la spinta degli adulti aguzzini, da rappresentare opere compiute e “in se’ concluse”. Notevoli, di stupefacente bellezza i ritratti e gli autoritratti. Al 1910 risale “Il babbo e la mamma”, posteriore di quattro anni a “La madre”, che tanto piacque a Grosso per le “ricerche di colore – ambiente” e a Bistolfi perché “concepito come una scultura nelle pieghe soprattutto delle vesti grigio-pietra”. Di sontuosa rinascimentale armonia è ancora “Il manto viola”, ritratto del ‘22 di grande formato della moglie Vittoria Cocito, anche lei pittrice allieva del Ferro e rappresentata con un mazzo di primule fra le mani; accanto un imponente “Autoritratto” della stessa Vittoria di cui attrae il bianco candore del lungo abito e l’atmosfera di solenne ieraticità. E infine i vari “Autoritratti” di Domenico. Giovane, appena ventiseienne in quello dal “berretto rosso” del 1907 fino all’“Autoritratto con paesaggio invernale” del ’50. Buratti era allora prossimo ai settanta e in una sua poesia, malinconico controcanto letterario al dipinto, così scriveva: “Ci somigliamo alle fattezze/ o inverno, scabre, alle cortezze grezze/ fra turni di sonno e turni/ di sogno, lungo giorni notturni…”.

 

Gianni Milani

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“Domenico Buratti”

Pinacoteca dell’Accademia Albertina, via Accademia Albertina 8, Torino; tel. 011/0897370 – www.pinacotecalbertina.it  – Fino al primo maggio – Orari: tutti i giorni, escluso il mercoledì, dalle 10 alle 18

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Nelle foto

– “Ribelli”, 1904
– Bozzetto de “Il gregge”, 1905
– “Il manto viola”, 1922
– “Autoritratto con il berretto rosso”, 1907
– “Autoritratto con paesaggio invernale”, 1950

In cassa integrazione 5.800 addetti di Mirafiori

Fca collocherà in cassa integrazione ordinaria 5.799 addetti su di un totale di 6.400 degli Enti Centrali di Mirafiori, nelle giornate del 18, 25, e 28 maggio. La Fiom  spiega che tali fermate fanno seguono quelle di dicembre 2017, marzo 2018 e aprile 2018, per complessivi 11 giorni di cassa integrazione e a quelli di inizio gennaio, con i permessi individuali. Il sindacato evidenzia inoltre la scarsità di nuovi progetti. Incertezza dunque per gli stabilimenti italiani e del polo del lusso torinese in particolare, con il dubbio che eventuali nuovi modelli non siano imminenti.

 

(foto: il Torinese)

In Virginia dissero no

Avete presente la C.I.A.? Tranquilli, non si parlerà di servizi segreti, controspionaggio o verità nascoste… Dal 1961 circa, le aree a sud e ad ovest di Washington (DC) oltre il fiume Potomac diventarono zone-fulcro di comando di alto livello. Al di là del confine, in Virginia, al preesistente Pentagono (contea di Arlington) venivano ad aggiungersi i C.I.A. headquarters a Langley, località appartenente al census-designated placed di McLean. Fortunatamente negli anni Sessanta a McLean e dintorni non gravitavano solo dipendenti della C.I.A. o del cosiddetto”apparato”, ma anche musicisti di belle speranze. Fu così che verso la fine del 1963 si costituì la band The Apollos, che ebbe come nucleo originario i fratelli Dave e Don Harney (chit) e Jim Price (b); a questi si aggiunsero, dopo alcune sostituzioni, Wayne Groves (batt), John Parisi (org) e Tom Vorhauer (V). Le esibizioni coprirono soprattutto l’area nord-est della Virginia e la zona di Washington; fra le venues si segnalano “Mac’s Pipe and Drum”, la “Firehouse” di Fairfax e la famosa “Roller Rink” di Alexandria (qui The Apollos furono support band di gruppi quali The Vogues, The Mad Hatters, The British Walkers). Un’affermazione ad una “Battle of the Bands” locale consentì, presso gli Edgewood Studios di Washington, la registrazione di una demo di 4 brani; due di questi erano originali (scritti da Vorhauer-Parisi e Don Harney) e sarebbero poi stati il materiale del primo 45 giri. “That’s The Breaks” [T. Vorhauer – J. Parisi] (Delta MM 183; side B: “Country Boy”, 1965) uscì con etichetta Delta [Music Company] e con la produzione del manager della band, Bill Mosser. Il brano divenne presto una hit locale, ma diede visibilità anche ad ampio raggio, tanto che la MGM records si fece avanti per acquisire i diritti del pezzo; The Apollos tuttavia rifiutarono la proposta, in quanto scettici sulla convenienza di cedere subito i diritti del brano che li aveva fatti emergere con tanta rapidità.

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Quasi in parallelo si presentarono anche due talent scouts della Paramount Artists, che sollecitarono più volte la band per un contratto, ma a patto che fosse rimosso il manager Bill Mosser. Anche in questo caso The Apollos respinsero la proposta, ma ne pagarono presto le conseguenze; la Paramount disse che “i ragazzi si sarebbero pentiti di non aver firmato il contratto” ed ebbe inizio una specie di boicottaggio pilotato che li condannò ad una sorta di black list. John Parisi lasciò e venne sostituito da Dwight James. La band, entro un breve lasso di tempo, vide i propri brani disertati dalla programmazione delle radio nazionali e le proprie incisioni rifiutate dai negozi di dischi. L’onda negativa raggiunse il secondo single 45 giri, inciso con etichetta Montgomery: “Target Love” [Mosser-Harris] (Montgomery 0011-12; side B: “It’s a Monster”, 1966), nonostante il buon livello, ebbe scarso riscontro nelle classifiche e purtroppo scomparve presto dai radar. Dopo l’estate 1966 Vorhauer, Price e Groves dovettero lasciare per motivi personali e di studio; subentrarono Doug Collis (V) e Wayne Goubilee (batt), che con i fratelli Harney cercarono di proseguire un’avventura ormai già segnata da un mercato musicale non più favorevole. La parabola de The Apollos si chiuse probabilmente entro l’inizio del 1967; tuttavia non ha impedito agli Harney, a Price, Vorhauer e Groves di incidere nel 2013 un album celebrativo del cinquantennio e di organizzare nel 2017 un’ultima reunion a Hot Springs in Arkansas, ricordando ancora le origini a McLean e Falls Church e le feste alla George C. Marshall High School.

 

Gian Marchisio

Anfov, Uncem e Anci per il futuro della comunicazione

Un successo il convegno sul futuro della comunicazione, sui servizi, sulle aggregazioni virtuose di realtà a favore dei cittadini, raccontati dalle aziende che applicano idee e progetti grazie a Iot e Bul. Idea per un Catasto delle migliori idee d’innovazione a livello nazionale

Nella Sala delle Colonne del Comune di Torino, gremita da operatori, imprenditori e amministratori pubblici, si è svolto, martedì 17 aprile, il convegno di Anci Piemonte, ANFoV e Uncem “Banda Ultralarga e Internet of Things: le imprese rispondono”, appuntamento che rappresenta l’avvio di una campagna nazionale d’informazione e formazione sulle nuove tecnologie di comunicazione e le loro possibilità. La necessità di connessione, l’aggregazione su interventi innovativi – già disponibili grazie alle possibilità della rete ad alta velocità/redditività e alla connessione attiva tra oggetti e apparati grazie alla rete (IoT), – e la possibilità di superare le barriere anche territoriali contro l’isolamento, sono i punti fermi di un interesse molto vivo da parte delle amministrazioni locali, anche le più piccole, che è stato pienamente soddisfatto dagli approfondimenti, nei campi della salute, della sicurezza, della sorveglianza, dell’agevolazione e velocizzazione di gestione di alcuni servizi offerti ai cittadini, svolti dalle cinque aziende che hanno raccontato, nel convegno, l’applicazione pratica di Iot e Bul. A introdurre il pomeriggio di lavori sono stati Marco Bussone, vicepresidente Uncem Piemonte, Michele Pianetta, vicepresidente Anci Piemonte e Stefano Ciccotti, consigliere ANFoV e anfitrione del convegno.

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Marco Bussone (Uncem) ha tenuto a sottolineare come la “necessità di velocità e snellezza nei processi delle amministrazioni, soprattutto nei rapporti con le aziende, abbiano un naturale riscontro nelle tecnologie di comunicazione e di rete ad alta velocità. Opportunità che è necessario conoscere e cogliere, per i 1200 comuni del Piemonte, uscendo dalla polarizzazione dei grandi centri anche grazie alle convergenze di obbiettivi”.

 

Michele Pianetta (Anci) ha ribadito la necessità di formazione dei sindaci anche dei piccoli comuni per “comprendere al meglio quali siano i reali vantaggi, anche economici, dell’utilizzo di queste tecnologie, che possono creare un movimento virtuoso di idee verso l’innovazione con il coinvolgimento dei privati. Bisogna dare gambe – ha detto Pianetta – alle forme associative dei comuni su partite chiave come queste, anche con il coinvolgimento della Regione, e grazie alla divulgazione e alla conoscenza”.

 

Stefano Ciccotti, dell’Associazione per la Convergenza dei servizi di Comunicazione ANFoV, invece, ha sottolineato come “l’idea sia quella di usare l’Associazione come raccordo e traino per le esigenze delle pubbliche amministrazioni di mettersi in contatto con le aziende che progettano e rendono pratica l’innovazione con Bul e IoT. Ciò anche grazie alla diffusione della cultura della Rete in Italia, aumentando la conoscenza e la consapevolezza delle potenzialità, verso un futuro di innovazione che può cambiare il territorio, aumentando i servizi per i cittadini. Un’idea è arrivare ad una sorta di catasto delle migliori idee su questo tipo d’innovazione, a livello nazionale, che possa diventare appetibile come modello da esportare a livello internazionale”.

Sono seguiti gli interventi delle cinque aziende, associate ad ANFoV, che hanno presentato le loro innovazioni rese possibili da Iot e Bul.

 

Cidimu, con Ugo Riba, ha parlato della nuova “piattaforma informatica che cambierà la medicina”, l’americana Saluber Md, grazie alla quale, tramite uno smartwatch che monitora i dati medici della persona, e a una App, sarà possibile contattare un medico, avere prescrizioni, avere ricette per esami, essere aiutati in necessità di salute, ovunque ci si trovi nel mondo. Grazie, infatti, alla possibilità di traduzione in 36 lingue differenti, l’App sarà utilizzabile, h24, in ogni luogo del pianeta.

 

DBA Progetti, con Mariagiovanna Gianfreda, ha spiegato un interessante progetto di monitoraggio ambientale chiamato “Ismael”, grazie al quale, con una serie di sensori che rilevano diversi dati tra cui, aria, acqua, meteo, traffico, è possibile realizzare predizioni statistiche sugli impatti di una determinata decisione sull’ambiente o su di un sistema. Tale progetto è attivo, ad esempio, a supporto delle decisioni di movimentazione al porto commerciale di Bari.

 

Mauro Moioli di Gemino ha spiegato come, grazie alle piattaforme che permettono la comunicazione tra apparati e oggetti teconologici già esistenti, si possano sviluppare progetti di grande utilità per le pubbliche amministrazioni, sia per quel che riguarda i servizi ai cittadini, sia per quel che riguarda la gestione di processi decisionali sulle programmazioni da mettere in atto per una comunità.

 

Marco Torrero di Intecs Solutions ha dimostrato come, grazie alle capacità del progetto di audio sorveglianza “Dionisio”, si possa aumentare la sicurezza di una specifica zona, di un edificio o di un luogo particolarmente sensibile (ad esempio una stazione, uno stadio o un plesso scolastico). Attraverso l’utilizzo di avanzati microfoni miniaturizzati geolocalizzati, che comunicano tra loro, si possono individuare rumori particolari (spari, urla, avvicinamento animali, panico…) per far scattare un allarme e un conseguente intervento.

 

Ultimo tra le aziende è stato l’intervento di Giorgio Di Bella di Staer Sistem, che ha presentato un progetto di “Smart tower”, sviluppato per Terna, che prevede l’utilizzo dei tralicci dove passa l’elettricità (sono 280mila in Italia soprattutto nelle zone rurali, con un’altezza dai 20 ai 50 metri), i quali dotati di particolari sensori possono creare una rete di controllo e monitoraggio utile ad esempio contro i dissesti idrogeologici, contro il bracconaggio, o di supporto agli studi sui fenomeni sismici, sull’agricoltura di precisione, non escludendo possibilità relative alla sicurezza delle persone.

 

Molto seguito anche l’intervento di Marco Balagna, della Regione Piemonte, sul tema dei finanziamenti pubblici a disposizione per l’innovazione, che ha sottolineato come quest’ultima vada a braccetto con l’unione virtuosa dei comuni: “Perché l’unione è il soggetto ideale per fare sperimentazione, grazie alla maggiore elasticità e ai minori vincoli amministrativi di cui può godere. L’innovazione è un metodo per far lavorare insieme territori omogenei”.

 

Infine l’Assessore Regionale all’Innovazione, Giuseppina De Santis, ha sottolineato come “la trasformazione digitale e i progetti per la sua realizzazione, sono passi necessari e non rimandabili. Pur se il Piemonte, per ora, è ancora un po’ indietro rispetto ad altre realtà, come la Lombardia. La sfida è investire in queste tecnologie e fare in modo che le pubbliche amministrazioni mettano in rete non le informazioni ma i servizi, ossia ciò che davvero conta per i cittadini. Senza mai, però, dimenticare la necessaria attenzione alla gestione dei dati personali e della privacy”.

 

Sull’importanza della tutela della privacy è intervenuto anche l’Assessore al Commercio e al Lavoro del Comune di Torino, Alberto Sacco, che ha sottolineato come “la tutela dei dati personali deve essere la prima cosa, senza dubbio. Questo delle reti e della comunicazione ultraveloce, che permette la realizzazione di progetti importanti, è un futuro inderogabile, anzi dovrebbe essere già l’oggi. Ci sono applicazioni infinite sui servizi ai cittadini e anche sulle condizioni di vita, pensiamo ad esempio all’inquinamento e alle azioni più incisive se guidate da dati più precisi e puntuali ricevuti da sensori più avanzati”. Per significare la necessità di cambiamento ha poi citato il caso di Torino, candidata italiana alla sperimentazione delle auto a guida autonoma.

L’appuntamento, che a Torino ha messo in contatto aziende, operatori e amministratori pubblici per aumentare la conoscenza e la consapevolezza su Iot e Bul, vedrà nei prossimi mesi altre tappe sul territorio regionale e nazionale.

 

Per tutti gli aggiornamenti su questi argomenti e sui prossimi appuntamenti si possono visitare i siti: www.anci.piemonte.it ; www.anfov.it. ; www.uncem.piemonte.it

 

Per contatti e informazioni:

anci.piemonte@comune.torino.it

anfov@anfov.it

uncem@cittametropolitana.torino.it

Fiori e cucina

Danze del gruppo Historia Subalpina showcooking con gustose ricette ai fiori eduli

Al castello di Pralormo, in compagnia di migliaia di tulipani, narcisi, rose, violette e margherite, la possibilità di trascorrere una domenica con un ricco calendario di appuntamenti organizzati da Messer Tulipano. Il tema di quest’anno è “… e il parco si tinge di rosa”: passeggiando nel parco e nelle dépendences del castello si potrà scoprire un mondo dedicato al colore e alla regina dei fiori.

 

Domenica 22 aprile alle ore 11 il tema della rosa sarà sviluppato anche in un coinvolgente showcooking dal titolo “Fiori eduli: la rosa in cucina”, a cura di Mùses – Accademia Europea delle Essenze per il progetto Alcotra Antea – DISAFA Università degli Studi di Torino. Protagonista dell’evento sarà la Scuola di Cucina La Maggiorana di Rivoli, fondata da Erica maggiora e ora da lei condotta con la figlia Camilla. Il pubblico sarà sedotto e deliziato con la preparazione di una tartellette di mandorle ed essenza di rose con crema chantilly alle fragole e decorazione di fiori eduli, di una rosa croccante con farcitura di formaggi di latte vaccino e di capra con erbe aromatiche, asparagi e fiori eduli e di bicchierini di mele renette al rosmarino e miele al rododendro, decorati con fiori del rosmarino. I fiori eduli, selvatici e commestibili, che hanno un intrinseco valore decorativo e importanti caratteristiche nutrizionali, saranno forniti per l’occasione dal vivaio Gramaglia di Collegno. Lo showcooking avrà una durata di 40 minuti.

L’iniziativa rientra nel progetto Antea mirato allo sviluppo e ottimizzazione della filiera emergente del fiore edule, mediante attività innovative volte a valorizzare gli aspetti legati a tutto il processo: produzione, qualità, sicurezza d’uso, trasporto, conservazione, logistica, contatti e marketing. Un esempio tangibile di questo processo è l’esistenza del giardino dei fiori eduli presso l’Antico Orto dei Padri Somaschi a Cherasco che fa parte della rete dei Giardini delle Essenze**in allegato anche il comunicato stampa di Terre dei Savoia sul progetto Antea e i fiori eduli

 

Sabato 21 aprile si potranno invece ammirare le tipiche danze del Gruppo Historia SubalpinaDurante il weekend si potrà partecipare alle degustazioni a cura dei Maestri del Gusto di Torino e Provincia. A disposizione dei bambini la zona ludica a cura di New Holland con trattorini a pedali, insieme ad altre animazioni per i piccoli agricoltori. Per trascorrere una divertente e rilassante giornata all’aperto, il parco offre panchine per riposarsi e fare picnic, una caffetteria ristorante e, per gli amici a quattro zampe, ciotole d’acqua fresca e veri e propri dog bar. Messer Tulipano è aperto anche in caso di pioggia!