redazione il torinese

Primo soccorso in gara

La Pubblica Assistenza Anpas Volontari del Soccorso di Dogliani organizza, per il quarto anno consecutivo, l’Avsd day, la gara di primo soccorso che si svolgerà a Dogliani il 9 giugno con inizio alle ore 8 e che vedrà impegnati, per tutta la giornata, otto equipaggi di ambulanza.

 

Alla competizione di soccorso sanitario, con valenza formativa, parteciperanno soccorritori di diverse associazioni piemontesi: Pubblica Assistenza Bassa Valsesia di Serravalle SesiaCroce Rossa Italiana Comitato di BorgosesiaCroce Bianca GaressioCroce Bianca FossanoCroce Bianca CevaCroce Rossa Italiana Comitato di MondovìCroce Bianca OrbassanoCroce Verde Asti Onlus.Gli equipaggi si confronteranno in scenari di emergenza molto verosimili, il filo conduttore sarà la crescita e il miglioramento di squadra.L’esercitazione sarà un momento formativo secondo il principio del “sapere, saper fare, saper essere”, i diversi equipaggi si metteranno in gioco con altre realtà del soccorso in un sano e corretto spirito competitivo, al fine anche di trascorrere insieme una piacevole giornata di addestramento.

 La competizione sarà articolata in simulazioni di incidenti con utilizzo di figuranti truccati con lesioni e ferite. I soccorritori si sfideranno in prove tra le quali il trattamento di traumi e il supporto delle funzioni vitali di base anche con utilizzo di defibrillatore trainer. La gara sarà valutata da istruttori e personale professionale sanitario del settore di emergenza.

La giornata si concluderà con le premiazioni delle squadre vincitrici. Ai primi classificati andrà uno zaino per il soccorso; l’equipaggio secondo classificato vincerà un ked, dispositivo di primo soccorso che viene impiegato per l’estrazione da un veicolo di un traumatizzato e ai terzi in classifica andrà un telo portaferiti.

Previsti inoltre un premio per il miglior leader di equipaggio e tanti divertenti riconoscimenti.L’Associazione Volontari del Soccorso di Dogliani, aderente all’Anpas, può contare sull’impegno di 200 volontari grazie ai quali ogni anno svolge circa 2.300 servizi. Si tratta di emergenza 118, trasporti ordinari a mezzo ambulanza come dialisi e terapie, trasporti interospedalieri, servizi di accompagnamento per visite anche con mezzi attrezzati al trasporto disabili, assistenza sanitaria a eventi e manifestazioni per un totale annuo di circa 120mila chilometri percorsi.

 L’Anpas Comitato Regionale Piemonte rappresenta 78 associazioni di volontariato con 9 sezioni distaccate, 9.471 volontari (di cui 3.430 donne), 6.635 soci sostenitori e 377 dipendenti. Nel corso dell’ultimo anno le associate Anpas del Piemonte hanno svolto 432mila servizi con una percorrenza complessiva di circa 14 milioni di chilometri utilizzando 382 autoambulanze, 172 automezzi per il trasporto disabili, 223 automezzi per il trasporto persone e di protezione civile.

“Sarajevo Rewind. 2014 >1914”

Il 28 giugno 1914 a Sarajevo due colpi di pistola misero fine alla Belle Époque dando origine al “secolo breve”, il secolo delle guerre mondiali, dei conflitti di massa, dei regimi totalitari, delle grandi ideologie e delle immani tragedie. Gavrilo Princip e Franz Ferdinand sono i protagonisti di questo frammento di storia. Trascorsi oltre cento anni dall’attentato che nei libri di storia è indicato come il casus belli che dette inizio alla prima Guerra Mondiale, un documentario degli storici Eric Gobetti e Simone Malavolti ci porta alla scoperta di luoghi, testimonianze,tracce storiche e biografiche dei due protagonisti:l’attentatore Gavrilo Princip e l’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo, erede al trono austro-ungarico. “Sarajevo Rewind. 2014>1914” è un film importante, tenacemente pensato e voluto dai due storici che ne hanno firmato soggetto e regia, ottenendo l’indispensabile aiuto di tanti attraverso il crowdfunding e il supporto tecnico dell’ Istituto Alcide Cervi. Le strade percorse da Eric e Simone sono le stesse scelte da Gavrilo Princip e Francesco Ferdinando d’Asburgo, rispettivamente da Belgrado e da Vienna, per raggiungere Sarajevo dove all’altezza del ponte Latino, all’incrocio con una strada posta sulla riva destra del fiume Miljacka, s’incrociarono i loro destini. Il film propone la riedizione dei due viaggi attraverso confini e storie dell’Europa di oggi, in un dialogo costante tra passato e presente, fra le chiacchiere dei bar e le interviste agli storici, mentre emergono conflitti identitari, memorie contrastanti, il difficile rapporto – quando mai attuale – fra nazioni, nazionalismi e realtà politiche sovra e pluri-nazionali. Un intreccio inquietante se lo si legge affiancando tutto con la cronaca dell’oggi, mentre i Balcani sono tornati ad essere una delle rotte dei migranti e Sarajevo ne ospita a migliaia, accampati un pò ovunque. “Sarajevo Rewind. 2014>1914” (il cui dvd è disponile prenotandolo all’indirizzo mail sarajevo.rewind@gmail.com ) fa riflettere con la sua originalità ben documentata su cosa rimane, cent’anni dopo, di quel mondo e come sono rimasti nella memoria questi due protagonisti della storia del Novecento. Una moderna lezione di storia in video, come racconta Eric Gobetti:  “Da una parte abbiamo una realtà balcanica che è molto più “balcanizzata” oggi di allora. Nel senso della marginalizzazione, del ritardo e dell’esclusione sia politica che economica, dal resto dell’Europa. Belgrado era una grande capitale in espansione; da Sarajevo si andava in giornata in ogni parte dell’Impero”. “ Oggi sono luoghi a parte,soprattutto nell’immaginario del resto d’Europa”, racconta lo storico torinese. “Dall’altro lato abbiamo un’Unione Europea che sembra afflitta dagli stessi problemi dell’Impero Austro-Ungarico: mancanza di democrazia, se non apparente; scarso rispetto dei popoli e delle nazioni, che infatti genera successi elettorali dei partiti nazionalisti; elefantiasi burocratica e sistema economico troppo ingessato. Insomma, gli ingredienti per un parallelo ci sono tutti, poi certo, c’è anche tanta differenza: è passato un secolo ma per molti versi pare un millennio!”.

Marco Travaglini

Ortoalto per la rigenerazione urbana e sociale

Il 9 e 10 giugno, nel corso dell’evento “Open House”, sarà possibile visitare gratuitamente l’ortoalto di Casa Ozanam a Torino, un progetto di rigenerazione urbana, ma soprattutto di inclusione sociale e lavorativa, ideato e coordinato dall’associazione OrtiAlti.

Il giardino collettivo, realizzato con i sistemi Harpo sul tetto del ristorante “Le Fonderie Ozanam”, ha acquisito nel tempo una funzione sociale ed educativa, creando spazi inediti e innescando nuove micro-economie con il coinvolgimento di cooperative sociali e associazioni di quartiere.

 

“Un progetto innovativo che conferma l’evoluzione del giardino pensile da elemento estetico a valore economico e sociale – commenta Maurizio Crasso, direttore della divisione verdepensile di Harpoazienda triestina che ha fornito il sistema a verde pensile e il substrato di coltivazione delle Fonderie Ozanam -. Sul tetto, in piena vita urbana, le piante crescono sane grazie al particolare substrato, ricco di ossidi di ferro e alluminio che contribuiscono a rendere gli inquinanti poco solubili in acqua”.Oltre alla collaborazione con gli abitanti del quartiere Borgo Vittoria che si occupano della gestione dell’orto nei vari giorni della settimana, il tetto verde è protagonista anche dell’inserimento lavorativo di ragazzi svantaggiati grazie alla collaborazione con la Cooperativa sociale Meeting Service. Nel ristorante “Le Fonderie”, i giovani, prima di entrare in cucina, vengono formati sul ciclo della natura imparando a prendersi cura dell’orto, il cui raccolto viene direttamente utilizzato in cucina per preparare piatti a metro zero. Nella sede di via Foligno, tra ristorante, catering e corsi di ristorazione, lavorano in tutto nove persone, di cui quattro soggetti svantaggiati (un ragazzo con sindrome di down, due disabili e un utente psichiatrico). Due di loro si occupano dell’orto sul tetto, aiutati da un esperto in orticoltura dell’associazione OrtiAlti e da un tirocinante pakistano. Particolarmente interessante è la storia di Islam, un ragazzo del Bangladesh: Islam era solito vendere le rose all’interno del ristorante, così la Cooperativa, giorno dopo giorno, ha imparato a conoscerlo, finendo per proporgli di frequentare uno dei corsi di pizzeria e cucina. Una volta finito il corso, Islam è stato assunto svolgendo diverse mansioni, dal custode dell’ostello all’aiuto cuoco e aiuto pizzaiolo, fino a diventare cuoco. “È bello avere la possibilità di far nascere gli ortaggi e le piante aromatiche sul tetto – racconta -. Seguire la loro crescita, dedicarci del tempo e poi portarli direttamente nella cucina delle Fonderie per realizzare i nostri piatti, rende tutto ancora più gustoso”.

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Il secondo weekend di giugno, durante Open House a Torino, sarà possibile visitare gratuitamente l’orto sul tetto realizzato con i sistemi Harpo

Block in Turin – Roller derby Tournament 2018

Le Bloody Wheels Roller Derby Torino organizzano il loro primo torneo  nazionale in occasione del 5° compleanno. Numeri interessanti per l’unica squadra di roller derby del Piemonte,  oltre 100 skaters, 8 squadre, 12 partite e due crew di arbitri internazionali.Il Block In Turin, o BIT, acronimo con il quale viene pubblicizzato sui  social, rappresenta un’occasione per far conoscere questo sport, che in  Italia esiste da poco, ma è famoso in tutto il mondo. Il capitano della  squadra, Claudia Schiavone, derby name Claw #835, ci svela da cosa è nata questa idea: «abbiamo pensato che fosse divertente festeggiare il nostro 5°compleanno con tutte le squadre italiane, che sono come una famiglia, oltre a rappresentare un modo per far conoscere di più questo sport a tutta la nostra città». Il roller derby infatti, oltre ad essere uno sport, è soprattutto una comunità, in cui tutte le skaters aderiscono al motto “for the skaters by the skaters”, abbracciando la filosofia DIY e autofinanziandosi completamente.«L’esigenza di un torneo nazionale nasce soprattutto dalla mancanza di un altro grande evento derbystico italiano, ovvero lo SKATE IM RING, o Skir, organizzato dalle bolzanesi Alp’n Rockets, prima squadra in Italia a creare un evento di tale portata »Il 9 e il 10 giungo il centro Polisportivo Massari accoglierà il mondo del roller derby italiano, aprendo le porte ad una novità da sostenere ed incoraggiare, in cui «l’unione fa la forza» non è solo un motto, ma un valore fondamentale.
https://www.facebook.com/events/768906253302981/

Se la fotografia è specchio dei pensieri

FINO AL 29 LUGLIO

La scelta dell’immagine da fermare in uno scatto è certo importante. Verrebbe da dire “necessaria” – e affermazione perfino banale – per il gesto fotografico. Ma il vero atto di coraggio, la vera rivoluzione sta tutta nella capacità e nella volontà di andare oltre la grezza superficie delle cose, oltre la realtà, per raggiungere l’“identità dell’essere”. Come dire: “Quando guardi le mie fotografie, stai osservando i miei pensieri”. E proprio in queste poche coraggiose impegnative parole (perché all’idea, alla filosofia di vita e di mestiere debbono poi comunque e sempre seguire i fatti) sta tutta la chiave di lettura dell’opera di Duane Michals, certamente fra i nomi più importanti

dell’avanguardia fotografica internazionale. A lui, americano della Pennsylvania, 86 anni suonati ma uno spirito ribelle che, dopo sessant’anni di onorata e prestigiosa carriera, continua a ribollire e a studiarne di nuove ogni giorno di più, il torinese MEF-Museo Ettore Fico dedica un’ampia mostra, sicuramente fra gli appuntamenti clou di quelli inseriti nel grande evento Fo.To-Fotografi a Torino, promosso per altro dallo stesso Museo di via Cigna e che, fino al 29 luglio, in 81 spazi dislocati in città celebrerà l’ottava l’arte attraverso un centinaio di mostre ed eventi collaterali fra i più vari ed eterogenei. Al MEF, sono 160 gli scatti a firma di Michals, in una rassegna curata da Enrica Viganò e organizzata in collaborazione con la Fundacion Mapfre di Madrid secondo un percorso espositivo articolato in una decina di sezioni che documentano le diverse modalità espressive gradualmente elaborate dall’artista, insieme alle diverse “serie” realizzate nel tempo su specifici argomenti. Il percorso è lungo. Si parte dal 1958 con una selezione di ritratti realizzati durante una vacanza nell’ex-Unione Sovietica che lo avvicinano con tale entusiasmo al mondo della fotografia da indurlo ad abbandonare, al suo ritorno in patria, il lavoro di grafico per abbracciare in toto la carriera di fotografo. In toto e sempre in piena libertà, nonostante le collaborazioni che subito gli arrivano come free lance da riviste importanti quali “Esquire”, “Mademoiselle” e “Vogue”. Le prime fondamentali sperimentazioni – sulle orme fantasiose e surreali di maestri e mostri sacri dell’arte, incontrati e ritratti, come Magritte, De Chirico e Balthus – iniziano a metà anni Sessanta, con la collezione “Empty New York”, ispirata a Eugène Atget e tesa a rappresentare la città vuota e silenziosa di una domenica mattina (“Ciò che non posso vedere – scrive – è infinitamente più importante di quello che posso vedere”), per continuare con quelle geniali “Sequenze” che forse gli hanno dato la maggior fama e cui arrivò proprio“per superare la frustrazione del fermo immagine”, accompagnandole successivamente a testi manoscritti, attraverso i quali esprimere ciò che non è visto in foto (posizioni politiche o di critica sociale, ad esempio) ma che va assolutamente raccontato e condiviso. Gioco. Ironia. Sperimentazioni che continuano e si riproducono in un valzer infinito. Fino ad arrivare, negli ultimi anni, alle “Fotografie dipinte”, alla reinterpretazione dei vecchi ferrotipi acquistati nei mercatini di strada, in cui Michals sovrappone segni e parole disegnate nell’olio: celebre il “Rigamarole” del 2012. In rassegna anche le ultime opere dell’artista in formato video-cortometraggio, insieme a documenti, disegni originali o modelli di libri mai presentati in precedenza, così come una biografia illustrata. E, in chiusura, il “Lavoro su commissione”, portato avanti sempre con grande determinazione per mantenere viva la libertà della ricerca personale: ritratti di personalità del mondo dello spettacolo e della cultura (singolare quello con testo manoscritto realizzato all’inventore del Reade-Maede, Marcel Duchamp) fino alle riprese fotografiche – su commissione ufficiale del governo messicano – dei Giochi Olimpici del ’68 a Città del Messico e alla copertina dell’album “Synchronicity” dei Police datato ’83. Per ogni opera, il rifiuto convinto delle snaturanti e impersonali strategie di mercato. E di qui anche la caratteristica, oggi molto rara, del piccolo formato adottato per le sue fotografie. Del resto, afferma ancora Michals: “Non mi interessa la stampa perfetta. Mi interessa un’idea perfetta. Idee perfette sopravvivono a stampe scadenti e a riproduzioni economiche. Possono cambiare le nostre vite”.

Gianni Milani

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Duane Michals – MEF-Museo Ettore Fico, via Francesco Cigna 114, Torino; tel. 011/853065 – www.museofico.it    Fino al 29 luglio  – Orari: da merc. a dom. ore 11 – 19

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Nelle Foto

– “Heisenberg’s Magic Mirror of Uncertainity”, stampa ai sali d’argento con testo manoscritto, 1998
– “René Magritte”, stampa ai sali d’argento con testo manoscritto, 1965
– “Marcel Duchamp”, stampa ai sali d’argento con testo manoscritto, 1964
– “Empty New York”, stampa ai sali   d’argento, ca. 1964
– “Rigamarole”, ferrotipo con olio applicato a mano, 2012

 

Grandine, vento e allagamenti flagellano Torino

Una fitta grandinata accompagnata da forti raffiche di vento ha colpito Torino nel pomeriggio. Molti garage e cantine, oltre a diversi corsi e strade (nella foto di Fernanda Torre l’incrocio tra via Filadelfia e via Gorizia) sono stati allagati. Il fenomeno atmosferico e’ stato particolarmente forte a Rivoli e Grugliasco. Numerose squadre dei vigili del fuoco sono dovute intervenire.

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200 sfollati per la frana a Bussoleno

Le abbondanti precipitazioni di questi giorni in Valle di Susa hanno provocato una frana che a Bussoleno ha investito con fango e detriti diverse abitazioni. I danni sono da quantificare ma sono state evacuate circa 200 persone, di cui quattro soccorse con l’elicottero. Non si registrano feriti. I vigili del fuoco sono al lavoro da ore.

Domato l’incendio a Caluso sulla Chivasso – Ivrea

E’ stato domato l’incendio che  ha danneggiato la scorsa notte la stazione di Caluso,  sulla linea Chivasso-Ivrea, teatro nei giorni scorsi dello scontro tra un tir e un treno al passaggio a livello. Le fiamme erano divampate  prima di mezzanotte bruciando il tetto di un magazzino. Non ci sono feriti. (Foto archivio)

I potenti della Terra si vedono al Lingotto

Ogni anno un Paese sempre diverso, per i loro summit riservatissimi. Affrontano i più scottanti  temi d’attualità, la politica, l’industria e l’economia. In questi giorni si ritrovano proprio a Torino, da venerdì  a domenica, per il meeting del Bilderberg, lo storico club fondato da Rockfeller nel 1954. Il  Meeting torna dopo 14 anni in Italia, nelle blindate sale del Lingotto, a porte chiuse. Presenti120 personalità provenienti da più di venti Paesi del mondo, poiché obiettivo del club è promuovere il dialogo tra le nazioni. Ne fanno parte tra gli italiani Lilli Gruber e John Elkann.

Spettacolo e cena 4 ciarity (…ossia di beneficenza) con il Dottor Lo Sapio&Friends

Madian Orizzonti, la onlus dei religiosi camilliani di Torino, ha organizzato una cena e uno spettacolo di beneficenza per raccogliere fondi per sostenere il Foyer Bethleém di Port au Prince ad Haiti dove sono sfamati, curati e nutriti 100 bambini disabili.

Il Dottor Lo Sapio e i suoi amici Capitan Freedom, Savino Lo Bue e Mao, protagonisti del programma di Radio Flash “Roba Forte” proporranno, in una cornice insolita, i loro personaggi più famosi e le loro divertentissime avventure.   Appuntamento VENERDI’ 8 GIUGNO ALLE ORE 20.00 nel Cortile della Comunità Madian in Via San Camillo de Lellis 28.  Prima dello spettacolo ci sarà la cena offerta da Girarrosto Santa Rita, accompagnata dalla birra offerta dalla Nuova Ibat Srl e dal gelato donato per l’occasione dalla Gelateria GROM. Costo della cena e dello spettacolo è di 25 euro e tutto il ricavato sarà destinato al  Foyer Bethleém.

Info e prenotazioni info@madian-orizzonti.it oppure 011539045.

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Madian nasce nel 1979, quando due giovani camilliani, padre Adolfo Porro e padre Antonio Menegon arrivarono a Torino per cominciare una missione nel centro storico della città a fianco di poveri e anziani. I due confratelli, a cui nel tempo si aggiunse Padre Joaquim Cipriano, si dedicarono dapprima all’accoglienza dei senza fissa dimora, poi ad ospitare e crescere minori stranieri, intercettando e dando risposte ai concreti, e nel tempo mutevoli, bisogni della città. Oggi la comunità ospita e segue 50 malati italiani e stranieri, con la Onlus Madian Orizzonti sostiene progetti in ambito socio sanitario e gestisce presidi sanitari e centri di accoglienza per minori, disabili e malati a Haiti, in Kenia, Burkina Faso, India, Indonesia, Nepal, Armenia, Georgia, Camerun e Argentina e ha da pochi mesi aperto un centro di accoglienza diurno per persone senza fissa dimora nel centro di Torino.Fin dai primi anni ottanta Vito Miccolis crea quello che sarà il suo alter ego radiofonico, ovvero il personaggio del Dottor Lo Sapio, che gli porterà una grandissima popolarità, tantè che ancora oggi viene identificato più spesso con questo soprannome che con il suo nome vero. Nel 2010 nasce su Radio Flash la trasmissione Roba forte, diventando ben presto un programma cult dell’emittente radiofonica torinese, in cui negli anni collaborano col Dottor Lo Sapio molti personaggi di spicco della scena torinese. Dal 2014 ad oggi Roba forte, oltre ad un programma radiofonico, diventa uno show dal vivo, che vede l’imprescindibile Antonio Lo Sapio accompagnato dall’inesauribile creativo dello stile Savino Lo Bue, dall’ironia pungente del ritrovato Capitan Freedom e con la supervisione in cabina di regia di Mauro ‘Mao’ Gurlino.