redazione il torinese

Music Tales, la rubrica musicale

Nel 2016 incontro un ragazzo con un labbro un po’ così. Ho l’onore di seguirlo e di innamorarmi perdutamente di quel viso che mi ricorda le stars tormentate dei miei tempi; si vede dai suoi occhi che ha troppo da dire e che, forse, sette note non gli basteranno mai. Oggi decido di intervistarlo, perchè mi sento in dovere, nel giorno del mio compleanno, di regalarvi un pezzo di un cantautore che trovo strepitoso e che va assolutamente conosciuto. Lui è Diego Conti, chioma nera, occhi melanconici, labbro un po’ così.
D: Ciao Diego, in due parole la tua infanzia, quanto ha influito sulle scelte musicali fatte oggi?
R: Ero un bambino agitato, spericolato, senza il senso del rischio, ho cercato da subito la musica ma mi ha trovato prima lei. Led Zeppelin e Battisti, sono cresciuto così, in un centro storico di circa 400 abitanti con la voglia di sentire il mondo. Senza la mia chitarra e le mie fantasie sarei un uomo morto!


D: Attualmente sei sotto etichetta discografica. Quanto questo rende vantaggioso e quanto svantaggioso il tuo percorso musicale.
R: Attualmente sto lavorando alle nuove canzoni con Rusty Records (www.rustyrecords.nete Richveel (www.richveel.com), sono fortunato ad avere al mio fianco delle persone che ci credono. Io ci credo tantissimo!


D: Se tu fossi una canzone che canzone saresti?
R:Non ce la faccio ad essere una canzone sola, ma sicuramente una delle mie o Simpathy For The Devil degli Stones!!!


D: Del percorso musicale fatto fino ad ora, di cosa ti penti e di cosa vai invece molto fiero?
R: Ho vissuto tante esperienze in questi ultimi 5 anni, dai primi live milanesi, i primi singoli, al palco del Festival Show, l’avventura ad X Factor 10 con Arisa, fino alle collaborazioni come autore e chitarrista negli ultimi due album di Clementino. Detto così sembra tutto facile… Ma di cosa dovrei pentirmi? Questi ultimi 5 anni me li porto tutti nel sangue per sempre.


D: A X Factor mi dicesti che Torino per te ha un’importanza fondamentale, vorrei raccontassi ai nostri lettori in che termini.
R: Qualche anno fa ero a Torino per la prima volta, avevo tutto contro quel giorno. Erano le sette di mattina, mentre aspettavo il bus, non c’era nessuno per strada oltre a me e a qualche amico distratto. “Diego canta qualcosa!”, mi appoggio al muro con l’umore sotto i piedi tipico di quel periodo, pensando di suonare quella vecchia chitarra sgangherata non mia e subito dopo qualcuno mi butta 50 centesimi. Non so chi, un secondo dopo non c’era più, ma da quel giorno è cambiato tutto e la moneta la porto al polso.
Sono tornato a Torino circa 2 anni fa per le Home Visit di X Factor 10, dove ho cantato davanti a Patty Pravo, un sogno.


D: La canzone che avresti voluto scrivere…non tua naturalmente.
R: Avrei voluto scrivere You Are So Beautiful di Joe Cocker, perché ha un’eleganza e una bellezza che toccano le stelle più alte. Ma anche Siamo Solo Noi di Vasco, oppure Domani di Lucio Dalla o Paradise City dei Guns’n’Roses. Me ne vengono troppe in mente, mi fermo qua con l’elenco.


D:So che scrivi…la maggior parte dei tuoi brani nasce in che modo? Cosa davvero ti ispira più di ogni altra cosa?
R: Le mie canzoni non lo so come nascono, so solo che a volte le cerco senza mai trovarle e altre invece mi piombano addosso quasi a farmi male. Vengono fuori lontano dalla chitarra o qualsiasi altro strumento di solito, mi viene in mente la melodia ed il testo contemporaneamente, ho la memoria del cellulare intasata da memo vocali. Scrivo soltanto quando vivo emozioni forti, qualcosa che mi smuove dentro e che mi accende, non so il perché di questa esigenza sinceramente ma non posso farne a meno, è una droga seducente!


Questa estate ci aspetta una grande sorpresa…vi invito a seguirlo sui social.
Diego tanta fortuna per te e solo cose belle. Lo dissi nel 2016, oggi lo sostengo più che mai: sei nato per questo.
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Chiara De Carlo


Chiara vi segnala i tre eventi da lei scelti per la settimana…mancare sarebbe un sacrilegio! Scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!
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Bach al tempio valdese

Venerdì 15 giugno alle ore 20.45, presso il Tempio Valdese di Corso Vittorio Emanuele 23, si conclude il ciclo dei concerti d’organo che la Chiesa Valdese di Torino ha organizzato per ricordare i cinquecento anni della Riforma di Martin Lutero (1517-2017). Eseguire l’opera integrale bachiana per organo è stato un progetto impegnativo che ha visto alternarsi alla consolle dell’organo Pinchi diversi organisti. La scelta di tale proposta è nata dalla convinzione che nessun musicista più di Bach ha rappresentato, anzi incarnato gli ideali e i principii della Riforma. A chiudere questa lunga rassegna sarà Walter Gatti, organista titolare del Tempio Valdese. L’ingresso è a pagamento e i biglietti si trovano anche in prevendita presso la Libreria Claudiana in Via Principe Tommaso 1. Al termine del concerto verrà offerto un rinfresco.Maggiori informazioni si possono trovare su:www.torinovaldese.org; https://it-it.facebook.com/unacasaperlamusica/;

“Sequestrano” ambulanza costringendola a intervenire

DALLA CAMPANIA

Un’ambulanza ferma all’ospedale Loreto Mare di Napoli, è stata costretta a soccorrere due feriti in un incidente avvenuto poco distante. Due persone in sella a uno scooter si sono recate nel pronto soccorso minacciando i sanitari per costringerli a seguirli per soccorrere i feriti nell’incidente . Hanno detto che i soccorsi tardavano a intervenire.

Stretching-shiatsu alle Reali Terme di Valdieri

Lo stupendo scenario della giornata nella natura condotta da Matteo Parigi 

 

 

Saranno le terme Reali di Valdieri ed il parco Naturale delle Alpi marittime lo stupendo scenario della giornata di Stretching-shiatsu nella natura in programma per il prossimo 17 giugno, organizzata da Matteo Parigi, specializzato nella disciplina dello Stretchingshiatsu e nel trattamento Vitality, fusione di tecniche di massaggio orientali ed occidentali, con studio a Torino in Crocetta. Lo Stretching-shiatsu è la fusione di due tecniche che si rifanno alla teoria dei meridiani cinesi e presentano un efficace effetto combinatorio sia a livello di rilassamento muscolare ed aumento della flessibilità corporea, sia di conquista del benessere psicofisico.

La giornata si articolerà in una sessione di rilassamento in acqua dalle 9.30 alle 11.30, cui seguiranno una camminata medidativa ed una sessione pomeridiana, dalle 15 alle 17, di Stretching-shiatsu rivolta sia a principianti sia ad esperti. Il pranzo buffet includeràprodotti biologici a km zero offerti dalla cucina Vitale. È possibile concludere la giornata di Stretching-shiatsu nella natura con una cena con prodotti a km zero a 23 euro. Il contributo di partecipazione è  di 35 euro. La partenza è alle ore 7 da via Nazionale 8 a Mercenasco, alle 8 a Torino da via Cassini 7. Le terme Reali di Valdieri costituiscono una sorgente naturale solfurea. Dalla massa rocciosa del Monte Matto sgorgano acque con proprietà terapeutiche anche molto efficaci nel trattamento delle patologie a carico degli apparati respiratorio, locomotore, dermatologico,  otorinolaringoiatrico. Appartengono al gruppo delle acque solfuree solfato-cloruro-sodiche ipertermali (50-75 gradi) e presentano un ph alcalino. Le terme hanno un’origine storica in quanto nel lontano 1755 il re di Sardegna Carlo Emanuele II decisedi utilizzare le terme di Valdieri per , dando impulso alla realizzazione di un nuovo edificio termale, soprannominato “Il baraccone”. Dopo le parentesi delle guerre napoleoniche i Savoia tornarono a interessarsi della terme e nel 1857 re Vittorio Emanuele II decise di costituire la Riserva di caccia di Valdieri, fece costruirele case di caccia di San Giacomo e di Entracque e nel 1857 fu posata la prima pietra dell’Hotel Roya Centro Benessere di Terme di Valdieri.

MARA MARTELLOTTA

Torino Magazine, 30 anni vissuti con la città

252 pagine per un numero da collezione davvero speciale: Torino Magazine esce in edicola in una veste grafica extra-ordinaria per ricordare il traguardo dei trent’anni passati insieme alla città. Una storia di copertine iconiche tra volti noti e disegni d’artista, interviste esclusive e reportage spettacolari con l’obiettivo diinformare i torinesi e mostrar loro il meglio che Torino aveva, e tuttora ha, da offrire. Uno storytelling corale che dal 1988 prosegue ancora oggi continuando ad animare e colorare il territorio. «Abbiamo voluto affrontare il tema attraverso quattro chiavi di lettura – sottolinea Andrea Cenni, direttore editoriale di Torino Magazine agli autori delle nostre rubriche, come Marco Berry, Darwin Pastorin e Gian Paolo Ormezzano, abbiamo chiesto un aneddoto su questi ultimi trent’anni secondo il loro punto di vista. Ai ricordi dei contributors segue un grande servizio, a firma del direttore Guido Barosio, su tutte quellepagine di Torino Magazine che hanno saputo raccontare meglio la storia della città. La redazione ha poi chiesto a sessanta protagonisti della vita cittadina di questi anni la loro opinione sul passato, sul presente e sul futuro di Torino e ne è scaturito un quadro di testimonianze, scenari e propositi che mai da soli saremmo riusciti a offrirvi. Infine, un ampio reportage dedicato ad alcune aree metropolitane del mondo, per analizzarne l’evoluzione rispetto alla nostra città. Speriamo che questa operazione di lettura del passato, inserita anche in uno scenario internazionale, possa essere di utilità per poter progettare un futuro importante». Raccontando il patrimonio storico e culturale della città e documentandone il presente attraverso gli occhi dei protagonisti che nel corso del tempo si sono avvicendati tra le pagine, oggi Torino Magazine si rivolge al futuro accrescendo sempre più il suo legame con Torino e mantenendo ben definito il suo carattere di city magazine dedicato alla città metropolitana e dei suoi abitanti. «Questa è l’occasione per dire un grazie sincero a tutti i torinesi che in questi anni si sono ‘dati da fare’ in mille modi in e per questa città – ci tiene a precisare Andrea Cenni – sappiamo perfettamente che senza di loro Torino Magazine non sarebbe potuto esistere».

Sindacati in piazza per dire “No” alle morti bianche

Erano centinaia di lavoratori al presidio tenutosi in piazza Castello, di fronte alla Prefettura, promosso da Cgil, Cisl e Uil per dire stop agli incidenti sul lavoro. Lo sciopero generale ha visto un’adesione del 70% con punte del 90% alla Michelin, alla Federal Mogul, alla Denso e alla L’Oreal. In piazza castello è stato osservato un minuto di silenzio in memoria di Davide Olivieri, l’operaio di 22 anni schiacciato da un macchinario alla Sli di Vignole Borbera. Una delegazione sindacale è stata ricevuta dal prefetto.

 

(foto archivio il Torinese)

Le “Vitamine Jazz” escono dall’ospedale Sant’Anna

 

Sabato 9 giugno alle ore 21 la Jct Big Band di Valerio Signetto si è esibita al Mastio della Cittadella di C.so G.Ferraris angolo via Cernaia in un concerto facente parte di ” Vitamine jazz”, progetto a cura della Fondazione a Misura di Donna Onlus del S.Anna. Per la prima volta le ” Vitamine jazz” escono dall’ospedale in occasione di Open House Torino, la bella iniziativa che per 2 giorni ( sabato 9 e domenica 10 giugno) ha consentito l’accesso gratuito a oltre 140 spazi tra costruzioni storiche e contemporanee, case private, palazzi, giardini. Un’occasione per scoprire luoghi spesso chiusi al pubblico ; come il Mastio della Cittadella, appunto. La scelta del repertorio dedicato allo swing , genere jazz che ha caratterizzato gli Anni Trenta e Quaranta, giungendo a noi al seguito delle truppe americane durante l’ultima guerra, si è rivelata particolarmente indovinata : una fortificazione militare che evoca la guerra, è stata avvolta da un’armonia e da quegli stessi suoni e ritmi che accompagnarono la sete di libertà e di pace tipica di quegli anni. L’orchestra di Valerio Signetto si è avvalsa per l’occasione del contributo della bravissima vocalist Giulia Damico. E’ stato questo il cinquantatreesimo concerto delle ” Vitamine jazz “, quasi un Festival vero e proprio, come ha sottolineato il Direttore artistico del progetto Raimondo Cesa. Le ” Vitamine jazz ” continueranno a essere “somministrate “all’interno del S.Anna ancora fino a metà luglio per poi riprendere a settembre.

Helen Alterio

 

McGovern, l’utopista

A Barak Obama, in occasione della sua rielezione nel 2012,  mancò un voto. Non uno qualsiasi, trattandosi di quello di George McGovern. Infatti, il 21 ottobre di quell’anno, l’America perse il candidato presidenziale più “di sinistra” della sua storia. L’ex senatore democratico morì a novant’anni in una clinica del South Dakota quando la sfida tra Obama e Romney si stava avviando alle battute finali. Quarant’anni prima, all’epoca del Watergate, McGovern -considerato un “pericoloso sovversivo” e un “socialista” per le sue idee liberal – fu sconfitto da Richard Nixon nella corsa alla Casa Bianca. “Uno statista di grande coscienza e convinzioni”, lo ricordò con emozione Obama al quale, quattro anni prima, McGovern aveva dato il suo appoggio pur avendo inizialmente sostenuto Hillary Clinton. Alla sua scuola sono cresciuti leader come Bill Clinton che, nel 1972, coordinò la campagna pro-McGovern in Texas, e Gary Hart che l’organizzò su scala nazionale. Un giorno, Robert Kennendy, lo elogiò così: “Fra tutti i colleghi è la persona mossa da maggiore sentimento, quello che agisce nel modo più genuino”. Figlio di pastore metodista, diceva di aver imparato a odiare la guerra dopo aver pilotato i bombardieri B24 nel secondo conflitto mondiale. Nel 1972 il suo programma  prevedeva il ritiro dal Vietnam in cambio della liberazione dei prigionieri di guerra statunitensi, l’amnistia per gli obiettori di coscienza  e una riduzione di più di un terzo in tre anni delle spese per la difesa. Ma pensava anche agli ultimi, immaginando un piano di prestiti agevolati per le persone a reddito basso e una concreta lotta alla fame nel mondo. Perse quelle elezioni di quarantacinque anni fa, e le perse anche male. Nonostante tutto rivendicò, con coerenza e orgoglio, le sue idee con un indomabile fervore “liberal” che contribuì  decisamente a migliorare l’America. “Io credo nel potere delle idee”, ripeteva McGovern e , nonostante la sconfitta, fu quest’ utopica passione a consegnarlo alla leggenda.

Marco Travaglini

Doppio Senso, visioni e inalazioni eno-culinarie

Tra le iniziative che a Torino affiancano il Bocuse d’Or 2018 spicca la mostra “Doppio Senso, visioni e inalazioni eno-culinarie” promossa dal Mùses, Accademia Europea delle Essenze e dal Miaao (Museo delle arti applicate) in occasione del concorso mondiale di alta cucina, il Bocuse d’Or voluto dal padre della Nouvelle Cuisine francese Paul Bocuse, scomparso di recente. A Torino, in questi giorni, si sfidano, in una gara eno-gastronomica, i migliori giovani cuochi a livello internazionale. L’esposizione, che fa da contorno al piatto forte della competizione mondiale, è allestita nella Galleria Sottana del Miaao, nel complesso della chiesa di San Filippo Neri, in via Maria Vittoria 5 e al Mùses, nel Palazzo Taffini d’Acceglio di Savigliano. I visitatori si trovano di fronte a una mostra del tutto originale dove il Doppio Senso del titolo fa riferimento a quadri, disegni, oggetti e profumi, tutti rigorosamente ispirati al cibo e al vino e diretti a stimolare i sensi della vista e dell’olfatto dei visitatori. Due sono le sezioni della rassegna: nella prima, appese ai muri dello spazio-mostre, le opere di sei artisti e designer piemontesi sui temi dell’enogastronomia e della profumeria tra gusti, odori e fetori. L’altra sezione dell’esposizione, dedicata alle “inalazioni”, consiste nell’installazione su alcuni tavoli di una serie di “olfattori”, contenitori in vetro di Murano con profumi “gourmand”, con essenze “appetitose”, maschili e femminili, a disposizione dell’olfatto del pubblico. I sei artisti provengono da tutto il Piemonte e sono Luisa Bocchietto dal biellese, Corrado Bonomi dal novarese, Franco Giletta dal cuneese, Titti Garelli dal torinese, Plinio Martelli e Roberto Necco. Bonomi, per esempio, presenta scatole di latta vuote in cui ha dipinto a olio pescioni policromi e figurine di fatine che giocano tra salami e bollicine di spumante. Giletta ha realizzato i ritratti di Paul Bocuse e di Gualtiero Marchesi, i due grandi maestri della cucina francese e italiana, da poco scomparsi mentre Titti Garelli ha messo in mostra Regine neogotiche adatte al contesto come la regina delle More, la regina Barola e la regina Moscatella. Luisa Bocchietto espone il suo profumo B-Sex dagli aromi “carnali” e il disegnatore Roberto Necco ha messo in sala l’originale installazione sonora “No taste, no smell” con tracce audio registrate nella cucina del ristorante torinese Del Cambio per suggerire che ciò che si sente può magari stimolare l’appetito. La mostra “Doppio Senso” ideata da Umberto Pecchini (Associazione Le Terre dei Savoia) con Enzo Biffi Gentili, direttore del Miaao di Torino, è aperta al pubblico in San Filippo Neri, via Maria Vittoria 5 a Torino fino al 17 giugno e nel Palazzo Taffini a Savigliano dal 21 giugno al 30 settembre.

Filippo Re

 

IMPRESE, MONTARULI-MARRONE (FDI): TORINO FANALINO DI CODA PER PRODUTTIVITÀ INDUSTRIALE

“Un tempo in Italia Torino era sinonimo di industria, oggi invece è un colpo al cuore vedere la nostra città fanalino di coda nella graduatoria ISTAT per produttività industriale, con un patetico 2,1% rispetto al 7,2% di Milano” accusano Augusta Montaruli, deputata FDI, e Maurizio Marrone, dirigente nazionale FDI, che attaccano “decenni di amministrazione di centrosinistra arrendevole e priva di strategia trovano piena continuità in questi primi anni di giunta grillina: medesimi occhi chiusi e slogan propagandistici davanti a delocalizzazioni produttive, disoccupazione selvaggia e arretramento sociale. Intanto Torino pesa nemmeno un terzo della vicina e concorrente Milano, tanto da diventarne, anche dal punto di vista industriale, un satellite senza futuro. Ma noi non ci arrendiamo e daremo battaglia in Parlamento per restituire competitività e sviluppo al nostro territorio: i torinesi meritano un futuro degno della loro storia”.